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<blockquote data-quote="selpot" data-source="post: 17727128" data-attributes="member: 283814"><p>"Stai tentando di dirmi che vorresti sbirciare nella mia scollatura!? Accidenti, che intraprendenza!!! Beh, non posso negare che inizio a sentire un po' caldo, quindi potrei accontentarti anche per tutelare la mia salute, ma non mi sembra il caso: non siamo affatto soli, ci sono decine di persone alle nostre spalle, che figura faremmo?"</p><p></p><p>Intervenni, in uno stato di piena e focosa eccitazione: "Proprio perché sei di spalle, nessuno ti vedrebbe, cosa vuoi che sia... E poi è evidente che hai caldo: il tuo viso sta diventando rosso e non credo dipenda dalla timidezza..."</p><p></p><p>"Vi siete forse messi d'accordo, voi due!?" Poi si rivolse al pizzaiolo, con aria scanzonata: "Se vuoi vedermi le tette ti basterà trovarmi in spiaggia: è molto più facile di quanto credi"</p><p></p><p>"Magari fosse così semplice come pensi, sarebbe un'impresa titanica incontrarvi, se ogni giorno vi spostate: questa zona è piena di spiagge, povero me!! A meno che domani non vi mettiate qui sotto, sulla spiaggia del lungomare..."</p><p></p><p>"Ci siamo già stati il primo giorno, ma è troppo su strada, preferisco spiagge un pochino più riparate: l'idea di essere giudicata, fotografata o filmata di nascosto dal corso principale del paese non mi piace affatto, sinceramente..."</p><p></p><p>Il pizzaiolo mostrò a Diana la sua comprensione, poi ci informò che la pizza sarda poteva essere preparata su base bianca, anche se a suo giudizio avrebbe perduto molte delle sue peculiarità. Ma non ebbe alcuna intenzione di mollare il discorso di suo interesse, che venne ripreso con impeto ed immediatezza.</p><p></p><p>"E quali sono le spiagge che avete visitato finora?"</p><p></p><p>Stilammo un difficoltoso elenco a voce, accorgendoci che ricordare e pronunciare con esattezza i nomi delle spiagge sarde è pressoché impossibile.</p><p></p><p>"Quindi a Sos Dorroles non siete stati...e nemmeno a Cartoe"</p><p></p><p>"Cartoe!? No, almeno non credo, dove si trova?"</p><p></p><p>Nell'ascoltare le esaurienti descrizioni della spiaggia e della strada per raggiungerla, Diana sembrò pervasa da netti segnali di insofferenza al caldo rovente che il forno sprigionava: dapprima tentò di sventolarsi con le mani, poi cercò di radunare i suoi capelli all'indietro: infine si girò, osservando il comportamento ed i movimenti dei tavoli occupati alle nostre spalle: tutti i presenti, peraltro a notevole distanza, apparivano persi in chiacchiere o concentrati sulle loro pietanze. Mi guardò per una frazione di secondo per poi fissare di nuovo il pizzaiolo, mentre con la mano abbassò la zip, questa volta di molti centimetri, esibendo una buona fetta del suo decolletè.</p><p></p><p>Nessuna maglietta, nessun top, nessun reggiseno, niente di niente: sotto la felpa Diana era completamente nuda e la sua perfetta ed uniforme abbronzatura spiccava già dalla scollatura vertiginosa che ci stava regalando senza vergogna.</p><p></p><p>"Devi preparare le nostre pizze e non avrei voluto distoglierti dalle tue mansioni, ma inizio veramente a sentire caldo. Mi sto "sbottonando" solo per questo motivo, non sto scherzando, dico sul serio..."</p><p></p><p>"Non sarà facile, ma cercherò di non distrarmi, promesso: anzi, le vostre pizze saranno le migliori che abbia mai fatto! Comunque complimenti, davvero, gran bel vedere"</p><p></p><p>"Dai, non si vede quasi nulla: in fondo è una scollatura come tante!"</p><p></p><p>"Invece è molto diversa: la tua è una scollatura che non dipende da un reggiseno, da una camicia o da una maglietta, ma soltanto da una zip... una zip decisiva, fondamentale..:"</p><p></p><p>Ridemmo di gusto, mentre il giovane cameriere si ripresentò appoggiando le bevande sul tavolo, pronto a prendere la comanda delle pizze. "Lascia stare, Dani, a loro penso io", ordinò il pizzaiolo. "Devono ancora scegliere, colpa mia: ci siamo dilungati nella conversazione: poi ti dirò io cosa avranno mangiato. Puoi andare, tranquillo!"</p><p></p><p>Il giovane annuì, congedandosi a stento ed a rilento dopo un'occhiata caparbia e vogliosa dall'alto nell'audace e profonda scollatura di Diana. Fu meraviglioso seguire i suoi occhi mentre si insinuavano con invadenza e precisione all'interno del decolleté, con lei, meditabonda e concentrata ad oltranza sul menu, che senza badare a ricomporsi si lasciava distrattamente guardare, esibendo con assoluta disinvoltura le tettone quasi fino al bordo delle areole che riuscivo persino ad intravedere.</p><p></p><p>Le vampate di caldo a distanza ravvicinata aumentavano sempre più fastidiosamente; il raggiungimento della temperatura ideale del forno ardente aveva accentuato l'iperattività del pizzaiolo che iniziava a sfornare capolavori a ripetizione dandoci le spalle. Approfittando di un suo momento di trascuratezza nei nostri riguardi, Diana mi guardò con intensità, infilando nuovamente la mano nella scollatura per massaggiare il suo seno, delicatamente. Il vedo non vedo a cui stavo assistendo mi pervadeva di un'estasi celestiale, specialmente quando la sua areola sinistra spuntava donandosi ai miei occhi.</p><p></p><p>"Fammele vedere di più, dai"</p><p></p><p>"Ma cosa stai dicendo, sei matto!? Dai, non esageriamo"</p><p></p><p>"Su, forza, solo un attimo, abbassa quella zip e tirale fuori"</p><p></p><p>La risolutezza e l'inflessibilità di Diana si trasformarono lentamente in voglia di assecondarmi: la severità della sua espressione si sciolse, lasciando spazio ad uno dei suoi migliori sorrisi complici, tenue, appena abbozzato. Si guardò nuovamente alle sue spalle per analizzare il livello di attenzione degli astanti, tutti immersi nelle loro conversazioni ed ignari della scollatura da capogiro che si stavano perdendo a pochi metri di distanza. Ancora con il volto girato all'indietro, abbassò la zip fin quasi l'ombelico, scansò esternamente il lato sinistro della felpa mostrandomi per intero una delle sue tettone. Con il pollice e l'indice della mano, cinse la zona inferiore del seno, sollevandolo fin quasi sopra il tavolo.</p><p></p><p>Completamente assorto e catturato da un autentico incantesimo visivo, riuscii a staccarle gli occhi di dosso troppo tardi, senza potermi gustare appieno e dall'inizio lo stupore e le espressioni di gradimento del nostro amico pizzaiolo che nel frattempo si era voltato nuovamente verso di noi, intento a infarinare il suo banco di lavoro per poi stendere e condire altre pizze. La sua esperienza ed abilità riuscivano a consentirgli di creare le sue opere d'arte senza neppure guardarle, visto che il suo sguardo appariva proiettato palesemente verso il seno nudo ed abbronzato di Diana, la quale continuava a scrutare eventuali occhiate provenienti dai tavoli alle sue spalle, dimenticandosi del nostro sbalordito ed allupato dirimpettaio...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="selpot, post: 17727128, member: 283814"] "Stai tentando di dirmi che vorresti sbirciare nella mia scollatura!? Accidenti, che intraprendenza!!! Beh, non posso negare che inizio a sentire un po' caldo, quindi potrei accontentarti anche per tutelare la mia salute, ma non mi sembra il caso: non siamo affatto soli, ci sono decine di persone alle nostre spalle, che figura faremmo?" Intervenni, in uno stato di piena e focosa eccitazione: "Proprio perché sei di spalle, nessuno ti vedrebbe, cosa vuoi che sia... E poi è evidente che hai caldo: il tuo viso sta diventando rosso e non credo dipenda dalla timidezza..." "Vi siete forse messi d'accordo, voi due!?" Poi si rivolse al pizzaiolo, con aria scanzonata: "Se vuoi vedermi le tette ti basterà trovarmi in spiaggia: è molto più facile di quanto credi" "Magari fosse così semplice come pensi, sarebbe un'impresa titanica incontrarvi, se ogni giorno vi spostate: questa zona è piena di spiagge, povero me!! A meno che domani non vi mettiate qui sotto, sulla spiaggia del lungomare..." "Ci siamo già stati il primo giorno, ma è troppo su strada, preferisco spiagge un pochino più riparate: l'idea di essere giudicata, fotografata o filmata di nascosto dal corso principale del paese non mi piace affatto, sinceramente..." Il pizzaiolo mostrò a Diana la sua comprensione, poi ci informò che la pizza sarda poteva essere preparata su base bianca, anche se a suo giudizio avrebbe perduto molte delle sue peculiarità. Ma non ebbe alcuna intenzione di mollare il discorso di suo interesse, che venne ripreso con impeto ed immediatezza. "E quali sono le spiagge che avete visitato finora?" Stilammo un difficoltoso elenco a voce, accorgendoci che ricordare e pronunciare con esattezza i nomi delle spiagge sarde è pressoché impossibile. "Quindi a Sos Dorroles non siete stati...e nemmeno a Cartoe" "Cartoe!? No, almeno non credo, dove si trova?" Nell'ascoltare le esaurienti descrizioni della spiaggia e della strada per raggiungerla, Diana sembrò pervasa da netti segnali di insofferenza al caldo rovente che il forno sprigionava: dapprima tentò di sventolarsi con le mani, poi cercò di radunare i suoi capelli all'indietro: infine si girò, osservando il comportamento ed i movimenti dei tavoli occupati alle nostre spalle: tutti i presenti, peraltro a notevole distanza, apparivano persi in chiacchiere o concentrati sulle loro pietanze. Mi guardò per una frazione di secondo per poi fissare di nuovo il pizzaiolo, mentre con la mano abbassò la zip, questa volta di molti centimetri, esibendo una buona fetta del suo decolletè. Nessuna maglietta, nessun top, nessun reggiseno, niente di niente: sotto la felpa Diana era completamente nuda e la sua perfetta ed uniforme abbronzatura spiccava già dalla scollatura vertiginosa che ci stava regalando senza vergogna. "Devi preparare le nostre pizze e non avrei voluto distoglierti dalle tue mansioni, ma inizio veramente a sentire caldo. Mi sto "sbottonando" solo per questo motivo, non sto scherzando, dico sul serio..." "Non sarà facile, ma cercherò di non distrarmi, promesso: anzi, le vostre pizze saranno le migliori che abbia mai fatto! Comunque complimenti, davvero, gran bel vedere" "Dai, non si vede quasi nulla: in fondo è una scollatura come tante!" "Invece è molto diversa: la tua è una scollatura che non dipende da un reggiseno, da una camicia o da una maglietta, ma soltanto da una zip... una zip decisiva, fondamentale..:" Ridemmo di gusto, mentre il giovane cameriere si ripresentò appoggiando le bevande sul tavolo, pronto a prendere la comanda delle pizze. "Lascia stare, Dani, a loro penso io", ordinò il pizzaiolo. "Devono ancora scegliere, colpa mia: ci siamo dilungati nella conversazione: poi ti dirò io cosa avranno mangiato. Puoi andare, tranquillo!" Il giovane annuì, congedandosi a stento ed a rilento dopo un'occhiata caparbia e vogliosa dall'alto nell'audace e profonda scollatura di Diana. Fu meraviglioso seguire i suoi occhi mentre si insinuavano con invadenza e precisione all'interno del decolleté, con lei, meditabonda e concentrata ad oltranza sul menu, che senza badare a ricomporsi si lasciava distrattamente guardare, esibendo con assoluta disinvoltura le tettone quasi fino al bordo delle areole che riuscivo persino ad intravedere. Le vampate di caldo a distanza ravvicinata aumentavano sempre più fastidiosamente; il raggiungimento della temperatura ideale del forno ardente aveva accentuato l'iperattività del pizzaiolo che iniziava a sfornare capolavori a ripetizione dandoci le spalle. Approfittando di un suo momento di trascuratezza nei nostri riguardi, Diana mi guardò con intensità, infilando nuovamente la mano nella scollatura per massaggiare il suo seno, delicatamente. Il vedo non vedo a cui stavo assistendo mi pervadeva di un'estasi celestiale, specialmente quando la sua areola sinistra spuntava donandosi ai miei occhi. "Fammele vedere di più, dai" "Ma cosa stai dicendo, sei matto!? Dai, non esageriamo" "Su, forza, solo un attimo, abbassa quella zip e tirale fuori" La risolutezza e l'inflessibilità di Diana si trasformarono lentamente in voglia di assecondarmi: la severità della sua espressione si sciolse, lasciando spazio ad uno dei suoi migliori sorrisi complici, tenue, appena abbozzato. Si guardò nuovamente alle sue spalle per analizzare il livello di attenzione degli astanti, tutti immersi nelle loro conversazioni ed ignari della scollatura da capogiro che si stavano perdendo a pochi metri di distanza. Ancora con il volto girato all'indietro, abbassò la zip fin quasi l'ombelico, scansò esternamente il lato sinistro della felpa mostrandomi per intero una delle sue tettone. Con il pollice e l'indice della mano, cinse la zona inferiore del seno, sollevandolo fin quasi sopra il tavolo. Completamente assorto e catturato da un autentico incantesimo visivo, riuscii a staccarle gli occhi di dosso troppo tardi, senza potermi gustare appieno e dall'inizio lo stupore e le espressioni di gradimento del nostro amico pizzaiolo che nel frattempo si era voltato nuovamente verso di noi, intento a infarinare il suo banco di lavoro per poi stendere e condire altre pizze. La sua esperienza ed abilità riuscivano a consentirgli di creare le sue opere d'arte senza neppure guardarle, visto che il suo sguardo appariva proiettato palesemente verso il seno nudo ed abbronzato di Diana, la quale continuava a scrutare eventuali occhiate provenienti dai tavoli alle sue spalle, dimenticandosi del nostro sbalordito ed allupato dirimpettaio... [/QUOTE]
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