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Dopo i miei primi due racconti (per chi volesse leggerli, "La figlia della babysitter" e "Con Costanza e impegno si ottiene qualsiasi cosa"), che raccolgono quanto di più eccitante successo nelle mie esperienze sessuali, ho deciso, come suggeritomi da diversi utenti, di scrivere ulteriori racconti dedicati ad esperienze di miei amici, che non mi riguardano in prima persona; in particolare diverse esperienze dei tempi dell'università e/o con ragazze fuorisede.
Le esperienze sono reali e vissute da alcuni dei miei amici, ovviamente nomi, luoghi e circostanze saranno cambiati così come alcune parti saranno romanzate per renderle maggiormente fruibili come racconto.
P.S. Nonostante non mi riguardino personalmente, scriverò anche questi racconti in prima persona, in quanto mi trovo più a mio agio con una narrazione del genere, che a mio parere favorisce l'immedesimazione nel racconto. Ad ogni modo, conoscendo dai miei amici praticamente tutti i particolari e le loro sensazioni, pensieri ed emozioni, sarà tutto abbastanza coerente con la verità dei fatti.
1. La sottile barriera
Quando esci da una storia lunga non è così semplice rimettersi in gioco. Specie se la storia in questione è stata l’unica della tua vita e ti ha visto crescere insieme ad una persona per quattro anni di liceo ed uno di università. E soprattutto, se la persona che amavi di più al mondo e per cui avresti fatto qualsiasi cosa, decide di tradirti. Due volte.
Riprendersi non è indolore e la ripresa passa attraverso diverse fasi. Prima c’è il dolore cocente. La delusione. La convinzione di non trovare mai più nessuna in grado di amarti e soprattutto adatta a farsi amare così tanto da te. Poi c’è la disillusione. Si smette di credere nell’amore e nelle relazioni. Segue il disinteresse. Le ragazze sembrano tutte uguali, fatte in serie, nessuna che spicchi, nessuna che catturi l’attenzione, nessuna per cui valga la pena spendere tempo e risorse.
Non avevo impulsi, non avevo stimoli. Avevo bisogno di qualcuno, anzi di qualcuna, che mi risvegliasse da quel torpore, che suscitasse in me quel sano prurito sessuale che da troppo tempo ormai si era sopito sotto una coltre di indifferenza. Masturbarsi è piacevole, rilassante, è una valvola di sfogo. E, come si dice dalle mie parti: “Co ‘na pippa te scopi chi te pare”. Ma alla lunga stanca. E prima o poi bisogna ritornare in pista. Ed il mio ritorno sulle scene cominciò a concretizzarsi in una fresca serata di fine febbraio.
Il mio amico Fabrizio si era appena fidanzato con Anna, una ragazza che studiava Scienze della Formazione. Inutile dirlo, Anna aveva diverse colleghe universitarie molto carine, tra cui anche un paio di ragazze fuorisede. Una sera uscimmo in gruppo, ed Anna portò con sé una tale Flaminia, che fino a quel momento non avevo mai sentito nominare. Passai a prendere Fabrizio in macchina e, nel tragitto, cercai di carpire qualche informazione.
“Allora, com’è questa Flaminia?”
“Non ne ho idea, non l’ho mai vista né sentita nominare,” mi rispose, “ma secondo Anna è simpatica.”
“Ho già capito allora!” Dissi io sconsolato. “Quando dicono così, di solito non c’è esattamente da lustrarsi gli occhi.”
L’aria fredda ci spinse a guadagnare velocemente l’entrata del pub. Non appena entrati, ancora intirizzito dal freddo, chinai la testa per soffiare un po’ d’aria calda sulle mie estremità congelate. Quando risollevai il capo e guardai verso il tavolo, rimasi piacevolmente stupito. Fortunatamente, sembrava che Flaminia non fosse solamente “simpatica”. Incrociai il suo sguardo di sfuggita ma non potei fare a meno di notare che lei parve fissarmi intensamente. Mi colpì da subito.
Ci avvicinammo al tavolo e nel frattempo cercavo di scannerizzare con gli occhi tutti i dettagli possibili. Mi incantò particolarmente, e di sicuro non passava inosservato, il suo vestito di un arancione piuttosto fluo che risaltava nella penombra del locale, con un taglio anche piuttosto audace ed insolito per la stagione. Leggermente scollato sul davanti, sottolineando due rotondità interessanti, e con maniche corte abbellite da leggeri svolazzi. Un altro paio di dettagli mi ammaliarono fin dal principio. Le sue labbra così piene e morbide, sottolineate da un lucidalabbra che le rendeva luminose, unite ad un sorriso enigmatico a metà tra l’ammiccante ed il cordiale.
Per la prima volta dopo mesi qualcosa si stava risvegliando in me, sentii una ventata di frizzantezza su tutto il corpo, specialmente nelle zone adibite al piacere, mentre la mia mente stava già vagando sulle possibilità che avevano quelle labbra di procurarmelo.
Dopo le dovute presentazioni, ci unimmo al tavolo, ed iniziò una piacevole serata. Ero seduto praticamente di fronte a lei, il che rendeva molto facile il contatto visivo tra di noi. Durante la serata i discorsi di tutto il gruppo spaziarono tra vari argomenti, includendo ovviamente anche il sesso, che a quell’età era una questione notevolmente dibattuta.
Quando si toccava l’argomento, rimanevo leggermente imbarazzato, potendo parlare solo di un’unica esperienza sessuale (o meglio, di una sola persona, anche se con lei le storie da raccontare erano diverse). Flaminia, invece, raccontava delle sue esperienze in maniera spigliata ma non volgare. Non entrava mai nei particolari, ma ci teneva sempre a sottolineare una sua certa intraprendenza in materia.
Questo suo modo di esprimersi, accese ulteriormente in me impulsi che credevo ormai sotterrati quasi in maniera definitiva. Ogni dettaglio sul quale mi soffermavo sembrava celare un velato senso erotico di fondo, come le sue unghie curate e lunghe, di un nero brillante, che si stringevano vigorose attorno al bicchiere. Le immaginai stringersi attorno a qualcos’altro.
Alla fine della serata, cosa che in seguito scoprii essere premeditata, con una serie di scuse Fabrizio e gli altri lasciarono da soli me e Flaminia, per far sì che la potessi riaccompagnare a casa.
“Marco, puoi dare uno strappo tu a Flaminia? Tanto per te è di strada.” disse Fabrizio strizzandomi l’occhio.
Capii subito il fine della sua battuta.
“Certo, nessun problema, se per lei va bene!” dissi volgendo lo sguardo verso di lei e notando un piccolo sorriso imbarazzato, con conseguenti occhi direzionati verso il terreno.
“Assolutamente!” ribadì lei sorridendo.
Il tragitto in macchina fu breve ma piacevole. Giunti sotto casa sua, accostai mantenendo in moto la macchina. Avevo una voglia matta di baciarla. Finalmente mi sentivo pronto ad esplorare nuove esperienze con una ragazza, ma ero frenato da impetuosi pensieri che si irradiavano nella mia testa. Traccheggiai un pochino, e lei non accennò a voler scendere dalla macchina.
Ero ad un bivio. Una sottile barriera separava il tornare a casa triste e sconsolato, maledicendomi per aver buttato alle ortiche una grande occasione, dal godermi finalmente un meritato e gratificante bacio, superando mesi di dolore e tristezza. Una sottile barriera fatta di una manciata di millisecondi ed una valanga di coraggio. Non ero mai stato bravo ad affrontare di petto questi momenti topici.
Dopo qualche titubanza, presi il coraggio a due mani e di scatto mi ritrovai a sfiorare con le mie labbra le sue, che mi strinsero istantaneamente in una morsa fatta di lingua e passione. I miei sensi si risvegliarono di colpo. Dopo qualche mese di astinenza, anche un semplice scambio di effusioni fece fremere il mio corpo come un preadolescente al primo bacio, con il mio cervello che creava visioni degne di un trip di LSD. Il colore predominante era l’arancione, che associavo al suo vestito ed al sapore dell’arancia del suo Sex on the beach che assaporavo tra le mie papille.
Il bacio durò quasi dieci minuti e quando finì ero esausto e senza fiato. Guardai Flaminia scendere sorridente dall’auto e salutarmi, cercando ancora di realizzare quello che era appena successo. Non appena mi raccapezzai, notai che non ero l’unico ad essere stato destato dagli avvenimenti della serata. Un discreto rigonfiamento faceva capolino sul tessuto dei miei pantaloni.
È vero, anche quella sera avrei dovuto fare da solo, ma finalmente stavo tornando in pista. E Flaminia avrebbe avuto un ruolo cruciare nel mio risveglio.
[CONTINUA...]
Le esperienze sono reali e vissute da alcuni dei miei amici, ovviamente nomi, luoghi e circostanze saranno cambiati così come alcune parti saranno romanzate per renderle maggiormente fruibili come racconto.
P.S. Nonostante non mi riguardino personalmente, scriverò anche questi racconti in prima persona, in quanto mi trovo più a mio agio con una narrazione del genere, che a mio parere favorisce l'immedesimazione nel racconto. Ad ogni modo, conoscendo dai miei amici praticamente tutti i particolari e le loro sensazioni, pensieri ed emozioni, sarà tutto abbastanza coerente con la verità dei fatti.
1. La sottile barriera
Quando esci da una storia lunga non è così semplice rimettersi in gioco. Specie se la storia in questione è stata l’unica della tua vita e ti ha visto crescere insieme ad una persona per quattro anni di liceo ed uno di università. E soprattutto, se la persona che amavi di più al mondo e per cui avresti fatto qualsiasi cosa, decide di tradirti. Due volte.
Riprendersi non è indolore e la ripresa passa attraverso diverse fasi. Prima c’è il dolore cocente. La delusione. La convinzione di non trovare mai più nessuna in grado di amarti e soprattutto adatta a farsi amare così tanto da te. Poi c’è la disillusione. Si smette di credere nell’amore e nelle relazioni. Segue il disinteresse. Le ragazze sembrano tutte uguali, fatte in serie, nessuna che spicchi, nessuna che catturi l’attenzione, nessuna per cui valga la pena spendere tempo e risorse.
Non avevo impulsi, non avevo stimoli. Avevo bisogno di qualcuno, anzi di qualcuna, che mi risvegliasse da quel torpore, che suscitasse in me quel sano prurito sessuale che da troppo tempo ormai si era sopito sotto una coltre di indifferenza. Masturbarsi è piacevole, rilassante, è una valvola di sfogo. E, come si dice dalle mie parti: “Co ‘na pippa te scopi chi te pare”. Ma alla lunga stanca. E prima o poi bisogna ritornare in pista. Ed il mio ritorno sulle scene cominciò a concretizzarsi in una fresca serata di fine febbraio.
Il mio amico Fabrizio si era appena fidanzato con Anna, una ragazza che studiava Scienze della Formazione. Inutile dirlo, Anna aveva diverse colleghe universitarie molto carine, tra cui anche un paio di ragazze fuorisede. Una sera uscimmo in gruppo, ed Anna portò con sé una tale Flaminia, che fino a quel momento non avevo mai sentito nominare. Passai a prendere Fabrizio in macchina e, nel tragitto, cercai di carpire qualche informazione.
“Allora, com’è questa Flaminia?”
“Non ne ho idea, non l’ho mai vista né sentita nominare,” mi rispose, “ma secondo Anna è simpatica.”
“Ho già capito allora!” Dissi io sconsolato. “Quando dicono così, di solito non c’è esattamente da lustrarsi gli occhi.”
L’aria fredda ci spinse a guadagnare velocemente l’entrata del pub. Non appena entrati, ancora intirizzito dal freddo, chinai la testa per soffiare un po’ d’aria calda sulle mie estremità congelate. Quando risollevai il capo e guardai verso il tavolo, rimasi piacevolmente stupito. Fortunatamente, sembrava che Flaminia non fosse solamente “simpatica”. Incrociai il suo sguardo di sfuggita ma non potei fare a meno di notare che lei parve fissarmi intensamente. Mi colpì da subito.
Ci avvicinammo al tavolo e nel frattempo cercavo di scannerizzare con gli occhi tutti i dettagli possibili. Mi incantò particolarmente, e di sicuro non passava inosservato, il suo vestito di un arancione piuttosto fluo che risaltava nella penombra del locale, con un taglio anche piuttosto audace ed insolito per la stagione. Leggermente scollato sul davanti, sottolineando due rotondità interessanti, e con maniche corte abbellite da leggeri svolazzi. Un altro paio di dettagli mi ammaliarono fin dal principio. Le sue labbra così piene e morbide, sottolineate da un lucidalabbra che le rendeva luminose, unite ad un sorriso enigmatico a metà tra l’ammiccante ed il cordiale.
Per la prima volta dopo mesi qualcosa si stava risvegliando in me, sentii una ventata di frizzantezza su tutto il corpo, specialmente nelle zone adibite al piacere, mentre la mia mente stava già vagando sulle possibilità che avevano quelle labbra di procurarmelo.
Dopo le dovute presentazioni, ci unimmo al tavolo, ed iniziò una piacevole serata. Ero seduto praticamente di fronte a lei, il che rendeva molto facile il contatto visivo tra di noi. Durante la serata i discorsi di tutto il gruppo spaziarono tra vari argomenti, includendo ovviamente anche il sesso, che a quell’età era una questione notevolmente dibattuta.
Quando si toccava l’argomento, rimanevo leggermente imbarazzato, potendo parlare solo di un’unica esperienza sessuale (o meglio, di una sola persona, anche se con lei le storie da raccontare erano diverse). Flaminia, invece, raccontava delle sue esperienze in maniera spigliata ma non volgare. Non entrava mai nei particolari, ma ci teneva sempre a sottolineare una sua certa intraprendenza in materia.
Questo suo modo di esprimersi, accese ulteriormente in me impulsi che credevo ormai sotterrati quasi in maniera definitiva. Ogni dettaglio sul quale mi soffermavo sembrava celare un velato senso erotico di fondo, come le sue unghie curate e lunghe, di un nero brillante, che si stringevano vigorose attorno al bicchiere. Le immaginai stringersi attorno a qualcos’altro.
Alla fine della serata, cosa che in seguito scoprii essere premeditata, con una serie di scuse Fabrizio e gli altri lasciarono da soli me e Flaminia, per far sì che la potessi riaccompagnare a casa.
“Marco, puoi dare uno strappo tu a Flaminia? Tanto per te è di strada.” disse Fabrizio strizzandomi l’occhio.
Capii subito il fine della sua battuta.
“Certo, nessun problema, se per lei va bene!” dissi volgendo lo sguardo verso di lei e notando un piccolo sorriso imbarazzato, con conseguenti occhi direzionati verso il terreno.
“Assolutamente!” ribadì lei sorridendo.
Il tragitto in macchina fu breve ma piacevole. Giunti sotto casa sua, accostai mantenendo in moto la macchina. Avevo una voglia matta di baciarla. Finalmente mi sentivo pronto ad esplorare nuove esperienze con una ragazza, ma ero frenato da impetuosi pensieri che si irradiavano nella mia testa. Traccheggiai un pochino, e lei non accennò a voler scendere dalla macchina.
Ero ad un bivio. Una sottile barriera separava il tornare a casa triste e sconsolato, maledicendomi per aver buttato alle ortiche una grande occasione, dal godermi finalmente un meritato e gratificante bacio, superando mesi di dolore e tristezza. Una sottile barriera fatta di una manciata di millisecondi ed una valanga di coraggio. Non ero mai stato bravo ad affrontare di petto questi momenti topici.
Dopo qualche titubanza, presi il coraggio a due mani e di scatto mi ritrovai a sfiorare con le mie labbra le sue, che mi strinsero istantaneamente in una morsa fatta di lingua e passione. I miei sensi si risvegliarono di colpo. Dopo qualche mese di astinenza, anche un semplice scambio di effusioni fece fremere il mio corpo come un preadolescente al primo bacio, con il mio cervello che creava visioni degne di un trip di LSD. Il colore predominante era l’arancione, che associavo al suo vestito ed al sapore dell’arancia del suo Sex on the beach che assaporavo tra le mie papille.
Il bacio durò quasi dieci minuti e quando finì ero esausto e senza fiato. Guardai Flaminia scendere sorridente dall’auto e salutarmi, cercando ancora di realizzare quello che era appena successo. Non appena mi raccapezzai, notai che non ero l’unico ad essere stato destato dagli avvenimenti della serata. Un discreto rigonfiamento faceva capolino sul tessuto dei miei pantaloni.
È vero, anche quella sera avrei dovuto fare da solo, ma finalmente stavo tornando in pista. E Flaminia avrebbe avuto un ruolo cruciare nel mio risveglio.
[CONTINUA...]
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