Sotto il sole di mezzogiorno i neanche 500 metri che separano la spiaggia dalla mia villetta sembrano non finire più. Passeggio con Alice accanto sudando e per il caldo e per i pensieri su quello che avrei fatto da lì a poco.
Il caldo brucia quanto la nostra passione, e l’instante dopo aver messo la chiave nella toppa, le nostre lingue si ritrovano già a giocare vorticosamente.
La spingo delicatamente all’indietro facendo slalom tra i mobili del piccolo salone. Poi, lei si lascia cadere all’indietro sul letto.
In queste villette non ci sono letti matrimoniali. Solo letti singoli, sia nel salone adibito a stanza che nella camera da letto. E farlo in un letto singolo mi riporta alla memoria le prime scopatine furtive con la fidanzatina del liceo, rendendo quest’esperienza ancor di più in salto nel passato.
Piombo delicatamente sopra di lei cominciandola a baciare in mezzo ai seni, per poi sfilarle il reggiseno ed ammirare le sue piccole collinette adornate da un paio di capezzoli chiari e timidi. Li lecco avidamente per poi passare al suo ventre piatto disegnandole infine un vestitino di saliva sul pube, al posto degli slip che le avevo appena sfilato.
Mi immergo nel suo sesso leccandolo come un vasetto di nutella quasi terminato. Il suo sapore è dolce, anche se sento sull’inguine un retrogusto di salato dato dall’acqua del mare che si era asciugata sulla sua pelle.
Alice esprime ancora il suo piacere, stavolta lasciandosi andare più liberamente a volume più elevato. Disegna piccoli cerchietti con le dita sui miei capelli lunghi mentre preme, più o meno inconsciamente, la mia testa ancora più dentro di lei.
“Vai, vai!” mi esorta con un filo di voce mentre si avvicina all’orgasmo. Finalmente raggiunge l’apice del piacere e lascia andare le sue braccia all’indietro ormai rilassate. Mentre riprende fiato, risalgo il suo corpo abbronzato fino a terminare nuovamente sulle sue labbra.
Non si tira indietro dal sentire il suo sapore sulla mia lingua, e mi tira a sé baciandomi con trasporto.
Poi, forse galvanizzata dall’orgasmo appena raggiunto, o vogliosa di sembrare intraprendente, mi fa accomodare mettendomi seduto sul ciglio del letto e si inginocchia sul freddo pavimento piastrellato.
Intuendo cosa sta per succedere, vado in tilt e riprendo conoscenza solo qualche secondo dopo quando il mio costume è già a contatto col cotto del pavimento ed il mio cazzo con la sua bocca.
La visione è paradisiaca: il suo visino dolce ed ammiccante allo stesso tempo si muove ritmicamente sul mio uccello, facendolo comparire e scomparire dalla sua bocca.
“È piccola, ma cazzo se ci sa fare!” penso dentro di me, mentre guido leggermente i movimenti della sua testa che in realtà sa esattamente cosa fare.
Dò un boost al mio piacere allungando le mie mani dappertutto sul suo corpo, palpandole ora le sue tette minute ora il suo splendido e sporgente culo.
Il pompino prosegue per qualche minuto, poi allungo la mano verso il cassetto del comodino fino ad incontrare il pacchetto di Durex.
Lei si ferma capendo le mie intenzioni e mi sorride, poi prende ancora una volta l’iniziativa sottraendomi dalle mani il preservativo ed infilandomelo lei stessa.
“Siediti su di me.” le dico quasi ordinandoglielo.
Alice mi lancia uno sguardo sicuro di sé ed appoggia le sue natiche perfette sulla punta del mio pene incappucciato. In un attimo sono dentro e lei inizia a muoversi a squat ritmicamente sopra di me, leggermente piegata in avanti.
E pensare che fino a neanche due giorni fa avevo voglia di tornare a casa e adesso un culo come questo mi stava cavalcando selvaggiamente.
Alice dava il ritmo al nostro amplesso, scendendo e salendo lentamente ma con foga. Il rumore delle sue chiappe che sbattevano sulle mie cosce si poteva distinguere chiaramente nel silenzio della pineta, tra il canto delle cicale ed il fischio isolato di qualche ghiandaia.
Il movimento del suo culo mi incanta come un serpente al Cairo. Alice si gira verso di me mentre mi stringe una mano.
“Ti piace così?” Mi domanda con la voce spezzata dal fiatone.
“Cazzo se mi piace!” Ribatto in preda al piacere.
“Sono contenta!” Risponde lei sorridendo mentre continua a cavalcare.
Effettivamente mi piace così tanto che non sono molto lontano dal venire. Decido di prendere io il controllo tenendola per i fianchi ed assestandole potenti colpi d bacino.
Per tutta risposta, lei comincia a godere più forte stringendo le sue cosce attorno al mio membro ormai in dirittura d’arrivo.
Mugola qualcosa tra un colpo e l’altro, sempre più vicina al piacere. Io anche godo sempre di più, ma voglio esplodere di piacere su di lei e non dentro il preservativo, per godermi lo spettacolo.
Così, la faccio chinare in avanti fin quando con le braccia non raggiunge il piano del tavolo. Si mette diligentemente in posizione inarcando la schiena.
Io esco da lei solo per un istante, giusto il tempo di alzarmi in piedi e riprendere la penetrazione a pecorina.
La cingo per i fianchi mentre spingo sempre più forte. Poi, qualche secondo prima di venire, mi sfilo il preservativo e lo getto in terra senza andare tanto per il sottile. Due colpi di mano e mi libero godendo come un pazzo sul suo culo e sulla sua schiena.
Il mio seme semidenso scivola per linea del suo dorso finendo nell’intersezione delle natiche, fino a scivolare in parte giù sul pavimento.
La abbraccio da dietro dandole un bacio sulla guancia ed approfittando per palparle di sfuggita il seno.
Allungo il braccio sul tavolo cercando un pacchetto di fazzoletti. Lei però si frappone fra me ed il ripiano di legno, guardandomi dritto negli occhi.
“Doccetta?” fa poi lei con aria piccante.
Annuisco e la
seguo ancora inebriato mentre il suo corpo ondeggia e si fa strada verso la porta del bagno.