luca.matti89
"Level 1"
La vita segreta di un toyboy
#Episodio 1
La sudamericana di Tinder
Luglio, caldo afoso, mezzo ufficio in ferie e poco da fare, così per passare il tempo gioco
a mettere like su Tinder. Li metto a random come sempre, poi all'eventuale compatibilità
valuterò, se quella in foto è “passabile” oppure no.
Ore 11, notifica sul cellulare, “hai una nuova compatibilità”. Apro Tinder; 42 anni, pelle
caraibica, corpo formoso con l'occhio che cade subito su quel bel davanzale. Ad occhio
una quarta. Così di primo acchito capisco che è una di quelle latine, che da un po’ sogno
di farmi, perlomeno da quando ho scoperto il porno sudamericano.
Le scrivo subito in chat, oltretutto è venerdì e non ho impegni per quella sera, quindi
punto a chiudere e a portarmela a letto in poche ore.
Ciao, come stai, piacere, …. convenevoli di rito. Le chiedo di lei. Sudamericana del
Venezuela, lavora in Italia come operaia. Mi faccio sotto e le chiedo se è sposata. Così lei
mi risponde che è divorziata con un figlio. Voglio scoparmela già in serata, quindi vado
al sodo, le dico che gioco a fare il toyboy e con un po’ di stupore vedo che sta al gioco,
fintanto che mi spiazza dicendomi che le piacerebbe vedere come lo fa uno di 26 anni.
A questa risposta il cazzo mi diventa di marmo. Così non perdo tempo e combiniamo
un appuntamento già per le 10 della sera stessa.
Si presenta in auto, vestita in modo molto casual con jeans, maglietta e scarpe da tennis.
Scambiamo due parole, mi racconta che vive in Italia da circa 8 anni e che abita in città,
poi nell’arco di 10 minuti lei ha già messo la mano sul mio pacco. Inizia a toccarmelo
mentre ancora indosso i pantaloncini.
Decidiamo di appartarci con la sua auto. Nel mentre guida mi tira fuori il cazzo, e mi
stupisce dicendomi che non ne hai mai visto uno così grosso, nonostante abbia
dimensioni medie di 19 cm per 4,5 cm di circonferenza. Galvanizzato dal complimento,
inizia a segarmelo.
Finalmente troviamo un posto e lei si avventa con la bocca a succhiarmelo. I suoi folti
capelli ricci e neri sono fra le mie gambe, mentre la sua bocca se lo sta divorando. Usa la
lingua e con leggeri morsi lo muove in su e giù. La lascio fare, poi preso dalla voglia di
gustarmi quelle tette magnifiche. Inizio a infilare le mani nella maglietta e con piacere
metto le mani nel reggiseno, fino a trovare i suoi capezzoli che li sento duri e grossi
come due bottoncini. Lei continua a pomparmi. Io la faccio alzare e la spoglio di
maglietta e reggiseno. Escono due tette spettacolari, che cadono leggermente verso
l'esterno. Penso già a come balleranno a sinistra e destra mentre la scoperò.
Succhio e palpo quelle tettone; ha capezzoli marroni e turgidi che succhio fino a farla
sussultare.
A quel punto le sfilo i jeans e le mutandine nere. Scopro una patata nera e pelosissima.
Peli ricci, intrisi di umori che subito si appiccicano alle mie dite che hanno iniziato ad
accarezzarla. Inizio ad infilare un dito e con piccoli movimenti circolari, la stimolo
ripetutamente, fintanto che non riesco a infilare un secondo dito.
Con le due dita “sgrilleto” e “sditalo”; riesco a farla godere, ed i suoi sospiri diventano
affannosi, in poco mi rendo conto che la sua vagina sta letteralmente grondando, ed il
sedile dell’auto sotto è già umido.
Non posso resistere, ed anche se sono restio al cunnilingus sul pube ricco di peli, inizio
a leccargliela, perché non sopporto il fatto che quegli umori profumati finiscano sul
sedile e non sulla mia lingua.
La lecco, e la succhio, aspirandogli le labbra carnose, mentre le mani si muovono sul suo
corpo, afferrando ancora una volta le sue tette.
Non mi basta, così inizio a “sditalare” e leccare al contempo, facendola “squirtare” con
le dita e leccando e bevendo qualunque umore esca.
Fa un caldo pazzesco, siamo entrambe sudati e la voglia ci sta assalendo sempre di più.
Mi alzo e lei capisce subito che è il momento di farsi penetrare. Mi afferra il cazzo, e
ricomincia a succhiarmelo, quasi per lubrificarmelo per mettere il preservativo.
Lo spompina di gusto, e stavolta non disdegna di leccare anche le palle.
La corico sul sedile, metto il preservativo e con le mani le apro le gambe
distendendogliele per farmi spazio. Voglio iniziare con un classico missionario.
Ho il cazzo durissimo e lei è un lago, quindi entra immediatamente, senza il minimo
sforzo. Anzi come entra lo sento inondato di umori.
Sono in forma smagliante, vado in palestra ogni sera, ed ho la resistenza per iniziare da
subito a pompare fortissimo.
La sbatto di violenza, il mio bacino sbatte su di lei quasi a modo di schiaffo sul culo. Le
sue tette ad ogni colpo sobbalzano. Lei all’inizio si copre la bocca, per timidezza, poi
inizia a urlare di piacere. Cinquanta colpi, cento colpi, centocinquanta; come da
abitudine, per non perdere il ritmo li conto, poco prima dei duecento, cedo, perché fa
troppo caldo.
Per riprendere energie, le metto il cazzo in faccia e me lo faccio succhiare di nuovo,
senza levare il preservativo. Giusto qualche minuto e la faccio mettere a pecorina,
finalmente ho modo di vedere quel culo “latino”, lo bacio e lo lecco e in un attimo lo
rinfilo nella sua patata fradicia.
In questa posizione, riesco a prendere più forza, così i colpi sono più violenti e la sua
pelle si arrossa. La sto montando come un animale e lei non sa dire altro che “spingi”.
La monto, e con le mani le afferro le tette che libere di penzolare, sembrano ancora più
grandi; le stringo e le strizzo.
Ad un certo punto, mi blocca, e mi dice che è tardi. Suo figlio è a casa da solo.
Io comprendo e mi fermo, le chiedo solo di farmi venire; così non ci pensa due volte ad
afferrarmelo e a masturbarmi con la mano.
La sua mano è velocissima, ed in meno di cinque minuti, il mio sperma è sulle sue dita.
Non mi da il tempo di prendere i fazzoletti, che con la lingua ha già leccato e ripulito
tutto lei.
Lo prende in bocca un’ultima volta, un ultimo pompino profondo in cui ingoia l’intera
asta per qualche secondo.
Poi si alza e mi dice che è in grande ritardo, ha lasciato il figlio a casa da solo, e deve
ancora cenare. Si riveste in fretta e furia e nel frattempo mi confida che non lo faceva da
oltre un anno. Mi confessa di essere venuta una ventina di volte e che si è divertita come
una pazza.
Io raccolgo i miei pantaloncini e la mia maglietta, le dico che è stata fantastica e che mi
ha fatto veramente godere.
Un bacio, ci salutiamo e ognuno per la sua strada.
Il giorno dopo vedo che ha tolto la compatibilità di Tinder, e quindi non ho più
possibilità di contattarla.
Anche oggi, ripensandoci, continuo ad avere il sospetto, che nella realtà non fosse
separata, ma che quella sera, per lei, fosse una estemporanea uscita dalla sua vita
matrimoniale piatta e monotona.
#Episodio 1
La sudamericana di Tinder
Luglio, caldo afoso, mezzo ufficio in ferie e poco da fare, così per passare il tempo gioco
a mettere like su Tinder. Li metto a random come sempre, poi all'eventuale compatibilità
valuterò, se quella in foto è “passabile” oppure no.
Ore 11, notifica sul cellulare, “hai una nuova compatibilità”. Apro Tinder; 42 anni, pelle
caraibica, corpo formoso con l'occhio che cade subito su quel bel davanzale. Ad occhio
una quarta. Così di primo acchito capisco che è una di quelle latine, che da un po’ sogno
di farmi, perlomeno da quando ho scoperto il porno sudamericano.
Le scrivo subito in chat, oltretutto è venerdì e non ho impegni per quella sera, quindi
punto a chiudere e a portarmela a letto in poche ore.
Ciao, come stai, piacere, …. convenevoli di rito. Le chiedo di lei. Sudamericana del
Venezuela, lavora in Italia come operaia. Mi faccio sotto e le chiedo se è sposata. Così lei
mi risponde che è divorziata con un figlio. Voglio scoparmela già in serata, quindi vado
al sodo, le dico che gioco a fare il toyboy e con un po’ di stupore vedo che sta al gioco,
fintanto che mi spiazza dicendomi che le piacerebbe vedere come lo fa uno di 26 anni.
A questa risposta il cazzo mi diventa di marmo. Così non perdo tempo e combiniamo
un appuntamento già per le 10 della sera stessa.
Si presenta in auto, vestita in modo molto casual con jeans, maglietta e scarpe da tennis.
Scambiamo due parole, mi racconta che vive in Italia da circa 8 anni e che abita in città,
poi nell’arco di 10 minuti lei ha già messo la mano sul mio pacco. Inizia a toccarmelo
mentre ancora indosso i pantaloncini.
Decidiamo di appartarci con la sua auto. Nel mentre guida mi tira fuori il cazzo, e mi
stupisce dicendomi che non ne hai mai visto uno così grosso, nonostante abbia
dimensioni medie di 19 cm per 4,5 cm di circonferenza. Galvanizzato dal complimento,
inizia a segarmelo.
Finalmente troviamo un posto e lei si avventa con la bocca a succhiarmelo. I suoi folti
capelli ricci e neri sono fra le mie gambe, mentre la sua bocca se lo sta divorando. Usa la
lingua e con leggeri morsi lo muove in su e giù. La lascio fare, poi preso dalla voglia di
gustarmi quelle tette magnifiche. Inizio a infilare le mani nella maglietta e con piacere
metto le mani nel reggiseno, fino a trovare i suoi capezzoli che li sento duri e grossi
come due bottoncini. Lei continua a pomparmi. Io la faccio alzare e la spoglio di
maglietta e reggiseno. Escono due tette spettacolari, che cadono leggermente verso
l'esterno. Penso già a come balleranno a sinistra e destra mentre la scoperò.
Succhio e palpo quelle tettone; ha capezzoli marroni e turgidi che succhio fino a farla
sussultare.
A quel punto le sfilo i jeans e le mutandine nere. Scopro una patata nera e pelosissima.
Peli ricci, intrisi di umori che subito si appiccicano alle mie dite che hanno iniziato ad
accarezzarla. Inizio ad infilare un dito e con piccoli movimenti circolari, la stimolo
ripetutamente, fintanto che non riesco a infilare un secondo dito.
Con le due dita “sgrilleto” e “sditalo”; riesco a farla godere, ed i suoi sospiri diventano
affannosi, in poco mi rendo conto che la sua vagina sta letteralmente grondando, ed il
sedile dell’auto sotto è già umido.
Non posso resistere, ed anche se sono restio al cunnilingus sul pube ricco di peli, inizio
a leccargliela, perché non sopporto il fatto che quegli umori profumati finiscano sul
sedile e non sulla mia lingua.
La lecco, e la succhio, aspirandogli le labbra carnose, mentre le mani si muovono sul suo
corpo, afferrando ancora una volta le sue tette.
Non mi basta, così inizio a “sditalare” e leccare al contempo, facendola “squirtare” con
le dita e leccando e bevendo qualunque umore esca.
Fa un caldo pazzesco, siamo entrambe sudati e la voglia ci sta assalendo sempre di più.
Mi alzo e lei capisce subito che è il momento di farsi penetrare. Mi afferra il cazzo, e
ricomincia a succhiarmelo, quasi per lubrificarmelo per mettere il preservativo.
Lo spompina di gusto, e stavolta non disdegna di leccare anche le palle.
La corico sul sedile, metto il preservativo e con le mani le apro le gambe
distendendogliele per farmi spazio. Voglio iniziare con un classico missionario.
Ho il cazzo durissimo e lei è un lago, quindi entra immediatamente, senza il minimo
sforzo. Anzi come entra lo sento inondato di umori.
Sono in forma smagliante, vado in palestra ogni sera, ed ho la resistenza per iniziare da
subito a pompare fortissimo.
La sbatto di violenza, il mio bacino sbatte su di lei quasi a modo di schiaffo sul culo. Le
sue tette ad ogni colpo sobbalzano. Lei all’inizio si copre la bocca, per timidezza, poi
inizia a urlare di piacere. Cinquanta colpi, cento colpi, centocinquanta; come da
abitudine, per non perdere il ritmo li conto, poco prima dei duecento, cedo, perché fa
troppo caldo.
Per riprendere energie, le metto il cazzo in faccia e me lo faccio succhiare di nuovo,
senza levare il preservativo. Giusto qualche minuto e la faccio mettere a pecorina,
finalmente ho modo di vedere quel culo “latino”, lo bacio e lo lecco e in un attimo lo
rinfilo nella sua patata fradicia.
In questa posizione, riesco a prendere più forza, così i colpi sono più violenti e la sua
pelle si arrossa. La sto montando come un animale e lei non sa dire altro che “spingi”.
La monto, e con le mani le afferro le tette che libere di penzolare, sembrano ancora più
grandi; le stringo e le strizzo.
Ad un certo punto, mi blocca, e mi dice che è tardi. Suo figlio è a casa da solo.
Io comprendo e mi fermo, le chiedo solo di farmi venire; così non ci pensa due volte ad
afferrarmelo e a masturbarmi con la mano.
La sua mano è velocissima, ed in meno di cinque minuti, il mio sperma è sulle sue dita.
Non mi da il tempo di prendere i fazzoletti, che con la lingua ha già leccato e ripulito
tutto lei.
Lo prende in bocca un’ultima volta, un ultimo pompino profondo in cui ingoia l’intera
asta per qualche secondo.
Poi si alza e mi dice che è in grande ritardo, ha lasciato il figlio a casa da solo, e deve
ancora cenare. Si riveste in fretta e furia e nel frattempo mi confida che non lo faceva da
oltre un anno. Mi confessa di essere venuta una ventina di volte e che si è divertita come
una pazza.
Io raccolgo i miei pantaloncini e la mia maglietta, le dico che è stata fantastica e che mi
ha fatto veramente godere.
Un bacio, ci salutiamo e ognuno per la sua strada.
Il giorno dopo vedo che ha tolto la compatibilità di Tinder, e quindi non ho più
possibilità di contattarla.
Anche oggi, ripensandoci, continuo ad avere il sospetto, che nella realtà non fosse
separata, ma che quella sera, per lei, fosse una estemporanea uscita dalla sua vita
matrimoniale piatta e monotona.