Racconto di fantasia L'amico di mio figlio

Alessio Lucci

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Vincenzo frequentava casa nostra praticamente ogni pomeriggio. Era il migliore amico di mio figlio Antonio da sempre. Avevano fatto asilo, elementari e medie assieme prima di separarsi per le scuole superiori: mio figlio aveva scelto il liceo classico, mentre Vincenzo andava allo scientifico.

Tra pochi mesi entrambi avrebbero affrontato l'esame di maturità ma questo non gli impediva di continuare a passare praticamente tutti i pomeriggi insieme, spesso chiusi in camera di mio figlio a giocare alla Play. In quel caso io avevo accesso solo per portare loro qualcosa da bere e una merenda.

Da qualche tempo però notavo che Vincenzo mi guardava con occhi diversi. Occhi...da maschio. D'altronde era un ragazzo nel pieno dell'adolescenza ed io una donna ancora in forma nonostante avessi ampiamente superato i 40 anni. Gli piacevo, ne ero consapevole e la cosa non nascondo che mi lusingasse. Sapere di essere apprezzata da un ragazzo dell'età di mio figlio mi faceva sentire giovane, desiderata. Femmina. Mai avrei immaginato però di scoprire quello che avrei scoperto.

Un pomeriggio, convinta che Vincenzo fosse come sempre in camera a giocare con mio figlio, mi diressi distrattamente verso il bagno per cambiare gli asciugamani. La porta non era chiusa a chiave. Aprì e lo spettacolo che mi trovai di fronte mi lasciò senza parole.

Vincenzo era davanti al wc con i pantaloni abbassati e il cazzo duro in mano avvolto in un paio di slip neri da donna. Li riconobbi subito: erano gli slip che mi ero cambiata quella mattina. Dopo un attimo di shock, l'amico di mio figlio tentò di ricomporsi in qualche modo. Gli slip caddero sul pavimento, mentre lui tentava di tirarsi i pantaloni.

Rimasi qualche secondo sulla porta. Non sapevo come reagire davanti a quello che mi ero trovata davanti. Vincenzo era mortificato. Mi fece tenerezza.

"Scusami, non sapevo fosse occupato..." gli dissi sorridendo cercando di sdrammatizzare una situazione oggettivamente imbarazzante per entrambi.

"Ma che dice signora Luisa...questa è casa sua...mi scusi lei. Non so cosa mi è preso. Mi scusi davvero" provò a giustificarsi Vincenzo mentendo spudoratamente.

Sapevamo entrambi che non era la prima volta che si masturbava nel mio bagno usando un mio capo intimo. Da mesi trovavo evidenti tracce di sperma secco sugli slip che mettevo in lavatrice. Avevo anche sospettato di mio figlio, ora avevo scoperto di chi fosse quello sperma.

Mi avvicinai lentamente a Vincenzo, gli sorrisi di nuovo e mi chinai raccogliendo gli slip che erano ancora sul pavimento proprio davanti a lui. "Questi sono miei...o sbaglio?".

Vincenzo abbassò lo sguardo, il viso rosso di vergogna. Era ancora un ragazzino. Lo accarezzai sul viso dolcemente, quindi gli presi la mano e gli misi i miei slip tra le dita.

"Se vuoi puoi tenerli, finisci pure quello che stavi facendo" gli dissi prima di uscire dal bagno lasciandolo solo con le sue voglie di giovane maschio.
 
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Alessio Lucci

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Vincenzo frequentava casa nostra praticamente ogni pomeriggio. Era il migliore amico di mio figlio Antonio da sempre. Avevano fatto asilo, elementari e medie assieme prima di separarsi per le scuole superiori: mio figlio aveva scelto il liceo classico, mentre Vincenzo andava allo scientifico.

Tra pochi mesi entrambi avrebbero affrontato l'esame di maturità ma questo non gli impediva di continuare a passare praticamente tutti i pomeriggi insieme, spesso chiusi in camera di mio figlio a giocare alla Play. In quel caso io avevo accesso solo per portare loro qualcosa da bere e una merenda.

Da qualche tempo però notavo che Vincenzo mi guardava con occhi diversi. Occhi...da maschio. D'altronde era un ragazzo nel pieno dell'adolescenza ed io una donna ancora in forma nonostante avessi ampiamente superato i 40 anni. Gli piacevo, ne ero consapevole e la cosa non nascondo che mi lusingasse. Sapere di essere apprezzata da un ragazzo dell'età di mio figlio mi faceva sentire giovane, desiderata. Femmina. Mai avrei immaginato però di scoprire quello che avrei scoperto.

Un pomeriggio, convinta che Vincenzo fosse come sempre in camera a giocare con mio figlio, mi diressi distrattamente verso il bagno per cambiare gli asciugamani. La porta non era chiusa a chiave. Aprì e lo spettacolo che mi trovai di fronte mi lasciò senza parole.

Vincenzo era davanti al wc con i pantaloni abbassati e il cazzo duro in mano avvolto in un paio di slip neri da donna. Li riconobbi subito: erano gli slip che mi ero cambiata quella mattina. Dopo un attimo di shock, l'amico di mio figlio tentò di ricomporsi in qualche modo. Gli slip caddero sul pavimento, mentre lui tentava di tirarsi i pantaloni.

Rimasi qualche secondo sulla porta. Non sapevo come reagire davanti a quello che mi ero trovata davanti. Vincenzo era mortificato. Mi fece tenerezza.

"Scusami, non sapevo fosse occupato..." gli dissi sorridendo cercando di sdrammatizzare una situazione oggettivamente imbarazzante per entrambi.

"Ma che dice signora Luisa...questa è casa sua...mi scusi lei. Non so cosa mi è preso. Mi scusi davvero" provò a giustificarsi Vincenzo mentendo spudoratamente.

Sapevamo entrambi che non era la prima volta che si masturbava nel mio bagno usando un mio capo intimo. Da mesi trovavo evidenti tracce di sperma secco sugli slip che mettevo in lavatrice. Avevo anche sospettato di mio figlio, ora avevo scoperto di chi fosse quello sperma.

Mi avvicinai lentamente a Vincenzo, gli sorrisi di nuovo e mi chinai raccogliendo gli slip che erano ancora sul pavimento proprio davanti a lui. "Questi sono miei...o sbaglio?".

Vincenzo abbassò lo sguardo, il viso rosso di vergogna. Era ancora un ragazzino. Lo accarezzai sul viso dolcemente, quindi gli presi la mano e gli misi i miei slip tra le dita.

"Se vuoi puoi tenerli, finisci pure quello che stavi facendo" gli dissi prima di uscire dal bagno lasciandolo solo con le sue voglie di giovane maschio.
Per alcune settimane Vincenzo cercò di evitarmi accuratamente. La mia reazione lo aveva evidentemente imbarazzato. Ma anche molto, molto eccitato. Come facevo a esserne sicura? Ogni volta che lui passava da casa a giocare con mio figlio Antonio, rientrata da fuori, trovavo gli slip che avevo riposto nel cesto della biancheria sporca macchiati di sperma. Il suo sperma.

Vincenzo continuava a masturbarsi col mio intimo e la cosa non mi disturbava affatto, anzi. Tanto che un giorno decisi di alzare il tiro e provocarlo se possibile in modo ancora più spudorato. Appena sentì aprirsi la porta della camera di mio figlio mi affacciai sul corridoi senza farmi vedere. Vincenzo stava dirigendosi verso il bagno. Era il suo momento, il nostro momento.

Aprì di colpo la porta e lo beccai intento a scavare nel cesto alla ricerca dei miei slip. Si fermò di botto.
"Tranquillo, so cosa stai cercando..." gli dissi guardandolo negli occhi nel modo più sensuale che conoscessi.
Vincenzo rimase in silenzio, col viso rosso di vergogna. Mentre io sorrisi e mi sfilai lentamente gli slip che indossavo da sotto la vestaglia lasciandoli cadere a terra. Quindi li raccolsi e li porsi a Vincenzo.

"Se vuoi puoi usare questi...."
Vincenzo alzò lo sguardo, incrociando il mio, prese gli slip ma rimase fermo. Aspettava che uscissi per sfogare tutta la sua eccitazione su quel pezzo di stoffa ma io, stavolta, non avevo alcuna intenzione di lasciarlo da solo.

"Fammi vedere come ti tocchi per me", gli intimai.
Rimase immobile e senza parole per qualche secondo. Ma la voglia era troppa, riuscire a controllarsi era impossibile.

Vincenzo non si girò verso il wc ma restò voltato nella mia direzione, si abbassò jeans e boxer. Il suo cazzo svettava a pochi metri da me. Ero rapita da quel cazzo giovane e duro. Non potevo fare a meno di fissarlo. Quindi alzai gli occhi sul viso di Vincenzo che iniziò a segarsi con una mano mentre con l'altra avvicinò gli slip che mi ero appena sfilata al suo viso odorandoli.

"Le piace il mio cazzo, signora?" mi chiese all'improvviso cogliendomi di sorpresa. Vincenzo stava prendendo coraggio.
"Vedo che ti piace tanto anche il mio odore...vorresti leccarmela, vero" gli risposi.
Vincenzo annuì accelerando leggermente il ritmo della sega. Gli sorrisi: "Chissà, magari un giorno...".

Vincenzo strinse gli slip intorno al suo cazzo, capì che mancava poco. "Riempili, voglio che riempi gli slip con la tua sborra" lo incitai.
Venne copiosamente e vistosamente. Gli schizzi di bianco risaltavano sul nero della stoffa.

Vincenzo teneva ancora mano le mie mutandine sporche del suo seme denso quando sentimmo la voce di mio figlio: "Vince dai, sto aspettando te per la rivincita".

Presi i miei slip dalle mani di Vincenzo. Erano completamente zuppi di sperma. Gli sorrisi e guardandolo negli occhi me li rinfilai così, sporchi di lui. "Dai, ora torna da Antonio..." gli ordinai.

Lasciai che uscisse dal bagno prima di me mentre io sentivo la sua sborra bagnarmi i peli della figa mischiandosi ai miei umori.
 
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Alessio Lucci

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Per alcune settimane Vincenzo cercò di evitarmi accuratamente. La mia reazione lo aveva evidentemente imbarazzato. Ma anche molto, molto eccitato. Come facevo a esserne sicura? Ogni volta che lui passava da casa a giocare con mio figlio Antonio, rientrata da fuori, trovavo gli slip che avevo riposto nel cesto della biancheria sporca macchiati di sperma. Il suo sperma.

Vincenzo continuava a masturbarsi col mio intimo e la cosa non mi disturbava affatto, anzi. Tanto che un giorno decisi di alzare il tiro e provocarlo se possibile in modo ancora più spudorato. Appena sentì aprirsi la porta della camera di mio figlio mi affacciai sul corridoi senza farmi vedere. Vincenzo stava dirigendosi verso il bagno. Era il suo momento, il nostro momento.

Aprì di colpo la porta e lo beccai intento a scavare nel cesto alla ricerca dei miei slip. Si fermò di botto.
"Tranquillo, so cosa stai cercando..." gli dissi guardandolo negli occhi nel modo più sensuale che conoscessi.
Vincenzo rimase in silenzio, col viso rosso di vergogna. Mentre io sorrisi e mi sfilai lentamente gli slip che indossavo da sotto la vestaglia lasciandoli cadere a terra. Quindi li raccolsi e li porsi a Vincenzo.

"Se vuoi puoi usare questi...."
Vincenzo alzò lo sguardo, incrociando il mio, prese gli slip ma rimase fermo. Aspettava che uscissi per sfogare tutta la sua eccitazione su quel pezzo di stoffa ma io, stavolta, non avevo alcuna intenzione di lasciarlo da solo.

"Fammi vedere come ti tocchi per me", gli intimai.
Rimase immobile e senza parole per qualche secondo. Ma la voglia era troppa, riuscire a controllarsi era impossibile.

Vincenzo non si girò verso il wc ma restò voltato nella mia direzione, si abbassò jeans e boxer. Il suo cazzo svettava a pochi metri da me. Ero rapita da quel cazzo giovane e duro. Non potevo fare a meno di fissarlo. Quindi alzai gli occhi sul viso di Vincenzo che iniziò a segarsi con una mano mentre con l'altra avvicinò gli slip che mi ero appena sfilata al suo viso odorandoli.

"Le piace il mio cazzo, signora?" mi chiese all'improvviso cogliendomi di sorpresa. Vincenzo stava prendendo coraggio.
"Vedo che ti piace tanto anche il mio odore...vorresti leccarmela, vero" gli risposi.
Vincenzo annuì accelerando leggermente il ritmo della sega. Gli sorrisi: "Chissà, magari un giorno...".

Vincenzo strinse gli slip intorno al suo cazzo, capì che mancava poco. "Riempili, voglio che riempi gli slip con la tua sborra" lo incitai.
Venne copiosamente e vistosamente. Gli schizzi di bianco risaltavano sul nero della stoffa.

Vincenzo teneva ancora mano le mie mutandine sporche del suo seme denso quando sentimmo la voce di mio figlio: "Vince dai, sto aspettando te per la rivincita".

Presi i miei slip dalle mani di Vincenzo. Erano completamente zuppi di sperma. Gli sorrisi e guardandolo negli occhi me li rinfilai così, sporchi di lui. "Dai, ora torna da Antonio..." gli ordinai.

Lasciai che uscisse dal bagno prima di me mentre io sentivo la sua sborra bagnarmi i peli della figa mischiandosi ai miei umori.
Una mattina, mentre ero in ufficio, ricevetti un messaggio su Whatsapp. Era Vincenzo: "Ho bisogno di vederla". Posai lo smartphone. Il cuore mi batteva forte. Quel ragazzino mi regalava emozioni che non avrei mai pensato di provare con un amico di mio figlio.

Vederlo masturbarsi per me era stato più intrigante di quanto volessi ammettere a me stessa. Nelle settimane successive mi era così capitato, quasi senza accorgermene, di infilare la mano tra le gambe e raggiungere l'orgasmo ripensando al momento in cui Vincenzo riempiva i miei slip del suo sperma.

Gli risposi dopo un'ora dandogli appuntamento per l'indomani mattina. Antonio sarebbe stato a scuola, mio marito a lavoro. Vincenzo invece saltò le lezioni e si presentò puntuale alla mia porta. Quando gli aprì indossavo solo una leggerissima vestaglia di seta. Vincenzo aveva lo zaino sulle spalle. Lo feci accomodare e gli offrì un'acqua tonica.

Notai subito che non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso, mentre eravamo seduti sul divano del salotto lo sguardo spesso gli cadeva all'altezza dei miei seni. I capezzoli duri bucavano la stoffa. Gli sorrisi: "Vuoi vederle?". Vincenzo non rispose, annui solamente..

Mi alzai in piedi davanti a lui, lo guardai dritto negli occhi e abbassai le spalline lasciando che la vestaglietta scivolasse lentamente ai miei piedi. Ero davanti a lui a seno nudo, indossavo solo un classico slip nero di cotone. Notai il bozzo sotto i pantaloni di Vincenzo.

"Vedo che qualcuno si è svegliato...". Nel mentre mi accomodai sulla poltrona di fronte a lui, mi sfilai anche gli slip e restai seduta completamente nuda. Quindi allargai oscenamente le gambe e iniziai ad accarezzarmi senza mai distogliere i miei occhi dai suoi.

Vincenzo si abbasso i jeans e finalmente tirò fuori il suo cazzo. Era già durissimo. Anche lui cominciò a toccarsi. Ci masturbavamo uno di fronte all'altra, senza dire una parola finché non si alzò dal divano avvicinandosi pericolosamente. Il suo cazzo ora svettava a pochi centimetri dal mio viso. Sentivo il suo odore di maschio infilarsi nelle narici.

Improvvisamente fermò la sua sega e mollò la presa. Mi bastò guardarlo per capire cosa voleva. Allungai la mano con cui mi ero massaggiata a lungo il clitoride e impugnai il suo cazzo. Cominciai a segarlo. Prima lentamente, poi sempre più forte. Vincenzo non avrebbe resistito a lungo.

Sentì che il momento dell'orgasmo era vicino. Quindi mi inginocchiai sul pavimento, senza mai smettere di toccarlo: "Sborrami in faccia".
Uno, due, tre, quattro, cinque schizzi di sperma mi raggiunsero sul volto, fino all'attaccatura dei capelli. Vincenzo mi aveva completamente ricoperto della sua sborra.

Dopo essersi svuotato l'amico di mio figlio. mentre io cercavo di ripulirmi il viso con dei fazzoletti, si ricompose velocemente, riprese in spalla lo zaino e uscì dalla porta lasciandomi nuda e sporca del suo seme sul pavimento del salotto. Prima però, raccolse il paio di slip che mi ero sfilata davanti a lui.

"Questi li prendo io" mi disse voltandosi un'ultima volta a guardarmi.
 

octoberfest0017

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Una mattina, mentre ero in ufficio, ricevetti un messaggio su Whatsapp. Era Vincenzo: "Ho bisogno di vederla". Posai lo smartphone. Il cuore mi batteva forte. Quel ragazzino mi regalava emozioni che non avrei mai pensato di provare con un amico di mio figlio.

Vederlo masturbarsi per me era stato più intrigante di quanto volessi ammettere a me stessa. Nelle settimane successive mi era così capitato, quasi senza accorgermene, di infilare la mano tra le gambe e raggiungere l'orgasmo ripensando al momento in cui Vincenzo riempiva i miei slip del suo sperma.

Gli risposi dopo un'ora dandogli appuntamento per l'indomani mattina. Antonio sarebbe stato a scuola, mio marito a lavoro. Vincenzo invece saltò le lezioni e si presentò puntuale alla mia porta. Quando gli aprì indossavo solo una leggerissima vestaglia di seta. Vincenzo aveva lo zaino sulle spalle. Lo feci accomodare e gli offrì un'acqua tonica.

Notai subito che non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso, mentre eravamo seduti sul divano del salotto lo sguardo spesso gli cadeva all'altezza dei miei seni. I capezzoli duri bucavano la stoffa. Gli sorrisi: "Vuoi vederle?". Vincenzo non rispose, annui solamente..

Mi alzai in piedi davanti a lui, lo guardai dritto negli occhi e abbassai le spalline lasciando che la vestaglietta scivolasse lentamente ai miei piedi. Ero davanti a lui a seno nudo, indossavo solo un classico slip nero di cotone. Notai il bozzo sotto i pantaloni di Vincenzo.

"Vedo che qualcuno si è svegliato...". Nel mentre mi accomodai sulla poltrona di fronte a lui, mi sfilai anche gli slip e restai seduta completamente nuda. Quindi allargai oscenamente le gambe e iniziai ad accarezzarmi senza mai distogliere i miei occhi dai suoi.

Vincenzo si abbasso i jeans e finalmente tirò fuori il suo cazzo. Era già durissimo. Anche lui cominciò a toccarsi. Ci masturbavamo uno di fronte all'altra, senza dire una parola finché non si alzò dal divano avvicinandosi pericolosamente. Il suo cazzo ora svettava a pochi centimetri dal mio viso. Sentivo il suo odore di maschio infilarsi nelle narici.

Improvvisamente fermò la sua sega e mollò la presa. Mi bastò guardarlo per capire cosa voleva. Allungai la mano con cui mi ero massaggiata a lungo il clitoride e impugnai il suo cazzo. Cominciai a segarlo. Prima lentamente, poi sempre più forte. Vincenzo non avrebbe resistito a lungo.

Sentì che il momento dell'orgasmo era vicino. Quindi mi inginocchiai sul pavimento, senza mai smettere di toccarlo: "Sborrami in faccia".
Uno, due, tre, quattro, cinque schizzi di sperma mi raggiunsero sul volto, fino all'attaccatura dei capelli. Vincenzo mi aveva completamente ricoperto della sua sborra.

Dopo essersi svuotato l'amico di mio figlio. mentre io cercavo di ripulirmi il viso con dei fazzoletti, si ricompose velocemente, riprese in spalla lo zaino e uscì dalla porta lasciandomi nuda e sporca del suo seme sul pavimento del salotto. Prima però, raccolse il paio di slip che mi ero sfilata davanti a lui.

"Questi li prendo io" mi disse voltandosi un'ultima volta a guardarmi.
continua continua sono curioso!!!
 

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Una mattina, mentre ero in ufficio, ricevetti un messaggio su Whatsapp. Era Vincenzo: "Ho bisogno di vederla". Posai lo smartphone. Il cuore mi batteva forte. Quel ragazzino mi regalava emozioni che non avrei mai pensato di provare con un amico di mio figlio.

Vederlo masturbarsi per me era stato più intrigante di quanto volessi ammettere a me stessa. Nelle settimane successive mi era così capitato, quasi senza accorgermene, di infilare la mano tra le gambe e raggiungere l'orgasmo ripensando al momento in cui Vincenzo riempiva i miei slip del suo sperma.

Gli risposi dopo un'ora dandogli appuntamento per l'indomani mattina. Antonio sarebbe stato a scuola, mio marito a lavoro. Vincenzo invece saltò le lezioni e si presentò puntuale alla mia porta. Quando gli aprì indossavo solo una leggerissima vestaglia di seta. Vincenzo aveva lo zaino sulle spalle. Lo feci accomodare e gli offrì un'acqua tonica.

Notai subito che non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso, mentre eravamo seduti sul divano del salotto lo sguardo spesso gli cadeva all'altezza dei miei seni. I capezzoli duri bucavano la stoffa. Gli sorrisi: "Vuoi vederle?". Vincenzo non rispose, annui solamente..

Mi alzai in piedi davanti a lui, lo guardai dritto negli occhi e abbassai le spalline lasciando che la vestaglietta scivolasse lentamente ai miei piedi. Ero davanti a lui a seno nudo, indossavo solo un classico slip nero di cotone. Notai il bozzo sotto i pantaloni di Vincenzo.

"Vedo che qualcuno si è svegliato...". Nel mentre mi accomodai sulla poltrona di fronte a lui, mi sfilai anche gli slip e restai seduta completamente nuda. Quindi allargai oscenamente le gambe e iniziai ad accarezzarmi senza mai distogliere i miei occhi dai suoi.

Vincenzo si abbasso i jeans e finalmente tirò fuori il suo cazzo. Era già durissimo. Anche lui cominciò a toccarsi. Ci masturbavamo uno di fronte all'altra, senza dire una parola finché non si alzò dal divano avvicinandosi pericolosamente. Il suo cazzo ora svettava a pochi centimetri dal mio viso. Sentivo il suo odore di maschio infilarsi nelle narici.

Improvvisamente fermò la sua sega e mollò la presa. Mi bastò guardarlo per capire cosa voleva. Allungai la mano con cui mi ero massaggiata a lungo il clitoride e impugnai il suo cazzo. Cominciai a segarlo. Prima lentamente, poi sempre più forte. Vincenzo non avrebbe resistito a lungo.

Sentì che il momento dell'orgasmo era vicino. Quindi mi inginocchiai sul pavimento, senza mai smettere di toccarlo: "Sborrami in faccia".
Uno, due, tre, quattro, cinque schizzi di sperma mi raggiunsero sul volto, fino all'attaccatura dei capelli. Vincenzo mi aveva completamente ricoperto della sua sborra.

Dopo essersi svuotato l'amico di mio figlio. mentre io cercavo di ripulirmi il viso con dei fazzoletti, si ricompose velocemente, riprese in spalla lo zaino e uscì dalla porta lasciandomi nuda e sporca del suo seme sul pavimento del salotto. Prima però, raccolse il paio di slip che mi ero sfilata davanti a lui.

"Questi li prendo io" mi disse voltandosi un'ultima volta a guardarmi.
continua, molto bello
 

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