Sig.Patato
Utente Inattivo da oltre 365 giorni
Premessa: grazie a Slalom per lo spunto.
Non sono uno scrittore nè di professione nè per hobby. Ma mi sono davvero divertito. Spero vi piaccia.
Parte prima - Il colloquio
Era quasi mezz'ora che aspettavo. La sala d'attesa era piccolina, ma pulita e ordinata. Un profumo delicato si diffondeva in quella penombra del tardo pomeriggio. Mi guardavo attorno a osservare l'arredo. Oggetti etnici arricchivano la stanza, lasciando comunque un sobrio equilibrio all'ambiente. Da dietro la porta sentivo la Signora Laura discutere in francese una trattativa con tono professionale e deciso.
Sapendo di avere qualche minuto di privacy cominciai a girare per la stanza. Una foto sulla libreria mi svelò il volto della donna che fino a quel momento avevo solo immaginato. Seduta su una poltrona bianca, guardava fuori campo; un viso delicato con espressione sicura, capelli corvini che le scendevano sulla spalla e gambe lunghe e sinuose accavallate svelano un corpo tonico e sensuale.
Sentii la discussione volgere al termine e di fretta tornai alla mia postazione. Rumore di tacchi si facevano più vicini, poi la porta si aprì e lei, con un sorriso sincero e ammaliante, mi invitò ad entrare. Aveva un vestitino nero che le seguiva i fianchi e lasciava le gambe scoperte fino a metà coscia. Un colletto alla coreana e capelli raccolti in alto slanciavano il collo dandogli un erotica e severa eleganza da padrona.
Mi sorpresi a guardarle intensamente quelle gambe che, a ogni passo, mostravano la tonica muscolatura contrarsi e rilassarsi facendo altalenare quel tubino ai limiti del sedere.
Le mie mutande si gonfiarono lentamente e il pensiero di prenderla da dietro, li in quel momento, non mi andava via dalla testa. Cominciai a sentirmi in imbarazzo per la paura che potesse vederlo. Lei mi volse uno veloce sguardo disinvolto e sorrise dolcemente (Forse lo aveva visto? ) poi mi indicò la poltroncina con un cenno educato anche se sbrigativo.
“Prego, si accomodi Sandro. Finalmente ci conosciamo.”
Ero li per la vendita di un quadro che avevo realizzato, raffigurante una donna nuda sdraiata su un divanetto tra i fiori di un giardino. Una tela di impronta espressionista e dalla forte carica erotica.
Iniziammo la chiacchierata che da professionale diventò subito scherzosa e amichevole. Lei si alzò e si risedette diverse volte per analizzare i dettagli del quadro che aveva esposto su cavalletto e ogni volta era costretta a spingere un po' giù quel vestito che sembrava volersene andare via. Il discorso prosegue nei vari punti della stanza.
Dopo tutte le parti formali della trattativa il discorso si spostò sul lato personale. Si sedette sull'angolo della scrivania davanti a me e io non potei fare a meno di immaginare quel cuneo di legno che affondava lentamente e in profondità tra le sue natiche turgide. La immaginavo a godere in silenzio della sensazione di quella pressione sull'ano che iniziava ad aprirsi delicatamente per accogliere la penetrazione. Il mio cazzo cominciava nuovamente a gonfiarsi. Diventava così duro da far male.
“Devo essere onesto con lei Sandro...” disse porgendomi un bicchierino di caffè caldo e cremoso “all'inizio ero scettica verso questa trattativa.”
“Era scettica sul quadro o di me?” Risposi con tono ironico.
“Entrambe le cose. Quando ci siamo sentiti la prima volta ho fatto delle ricerche. Sono una persona che da molta retta alle prime impressioni. Guardando il suo volto su internet non ho visto quel carattere impulsivo e passionale che solitamente cerco in un artista.”
“E adesso che ci siamo visti dal vivo?” Risposi leggermente imbarazzato
“Adesso che ci siamo visti dal vivo...” - Si avvicino lentamente a me con gli occhi fissi sul mio viso e mi si fermò quasi a contatto - “...le mie impressioni sono confermate. Lei non ha questo temperamento rude e forte. Al contrario sembra una persona timida e introversa. Anche un po' debole, se posso.” Aveva uno sguardo così fisso e concentrato su di me che la mano mi tremò di colpo a quelle parole e una goccia di caffè si rovesciò sulla manica.
“Ma ciò nonostante” - Continuò - “Ho visto le sue opere. E lì ci sono tutte le qualità che sto cercando.” Con un gesto disinvolto si passò delicatamente le dita sulla lingua e mi tolse la goccia di caffè dalla manica. Poi alzò nuovamente lo sguardo verso di me. “Non so come, ma in qualche modo l'ho sottovalutata. Lei ha delle potenti pulsioni all'interno che riesce ad esprimere sulla tela più che nella vita. E allora mi chiedo di cosa sarebbe capace se qualcuno le desse le opportunità e i mezzi necessari...”
Opportunità e mezzi necessari. Dovevano essere parole interessanti per la mia carriera. Ma io ero rimasto ancora a quella macchiolina di caffè sulla manica. A quelle dita affusolate che erano diventate il mio cazzo, gonfio e pulsante, avvolto e infradiciato da una lingua calda e bagnata. Vedevo solo la sua bocca che mi sbranava, inghiottendolo con voracità fino in gola e sforzandosi di andare sempre più in fondo. E poi un caldo rivolo bianco che comincia a uscirle dalle labbra. E poi la sua bocca che si riempie del mio sperma che le cola sul collo. E poi le i che geme di piacere nel vedermi spossato mentre con le mani si accarezza e si sparge del mio seme.
Ecco le Opportunità e i mezzi necessari che volevo. Andasse a fanculo il lavoro e la fama.
Tornai alla realtà in un lampo
“Sandro, la vedo pensieroso. Ha avuto una sorta di timore nella mia richiesta? O magari le ha dato ispirazione...” Disse con un accenno di sorriso mentre alzava nuovamente la testa verso i miei occhi. Mi accorsi solo in quel momento che il mio pene era diventato così gonfio da vedersi chiaramente. E infatti lei lo aveva visto e no si era preoccupata di non farsene accorgere. Aveva un'espressione di curiosità e divertimento.
Imbarazzato mi misi il borsello davanti e mi portai un passo indietro.
“No ma quale timore Laura, anzi sono contento che questa collaborazione possa prendere il largo.”
“Lo immagino” Inclinò leggermente la testa come se quella mossa potesse permetterle di vedermi dentro, ancora più a fondo.
“Vorrei approfondire il suo curriculum, vedere altre sue opere magari nel suo studio mentre le sviluppa. Pensa che sia possibile?”
“Ma certo! Facciamo prossima settimana?”
“La prossima sono a Praga per una convention. Domenica però mi dedico qualche ora libera per me, ma un'oretta credo di potergliela regalare se le fa piacere.”
“Assolutamente! Aspetto allora la sua chiamata!”
“La chiamo alle 8.00. Prima vado a correre. Mi raccomando risponda, e non si faccia desiderare” Sorrise. Sorrisi.
“Mi ha fatto piacere conoscerla. E' stato interessante. Lei è una sfida Sandro e non c'è cosa al mondo che più mi attrae. Lei è davvero...” - Uno sguardo veloce pizzica il mio pantalone che, anche se coperto dal borsello, mostra segni di tiratura - “da scoprire”.
Mi aprì la porta e dopo un veloce saluto scappai in auto. Accasciato sul sedile mi massaggiai il pene che mi faceva male. Nella testa le sue gambe lunghe e toniche si aprivano davanti a me facendomi vedere le 'Opportunità' che mi offriva. Un pensiero intenso e martellante, durato un secondo eterno dopo il quale il mio corpo aveva ceduto facendomi venire nei pantaloni.
Restai sull'auto ancora un po' fumando una sigaretta, immaginando domenica che cosa avrebbe lasciato intatto della mia vita attuale.
Fine Parte Prima
Non sono uno scrittore nè di professione nè per hobby. Ma mi sono davvero divertito. Spero vi piaccia.
Parte prima - Il colloquio
Era quasi mezz'ora che aspettavo. La sala d'attesa era piccolina, ma pulita e ordinata. Un profumo delicato si diffondeva in quella penombra del tardo pomeriggio. Mi guardavo attorno a osservare l'arredo. Oggetti etnici arricchivano la stanza, lasciando comunque un sobrio equilibrio all'ambiente. Da dietro la porta sentivo la Signora Laura discutere in francese una trattativa con tono professionale e deciso.
Sapendo di avere qualche minuto di privacy cominciai a girare per la stanza. Una foto sulla libreria mi svelò il volto della donna che fino a quel momento avevo solo immaginato. Seduta su una poltrona bianca, guardava fuori campo; un viso delicato con espressione sicura, capelli corvini che le scendevano sulla spalla e gambe lunghe e sinuose accavallate svelano un corpo tonico e sensuale.
Sentii la discussione volgere al termine e di fretta tornai alla mia postazione. Rumore di tacchi si facevano più vicini, poi la porta si aprì e lei, con un sorriso sincero e ammaliante, mi invitò ad entrare. Aveva un vestitino nero che le seguiva i fianchi e lasciava le gambe scoperte fino a metà coscia. Un colletto alla coreana e capelli raccolti in alto slanciavano il collo dandogli un erotica e severa eleganza da padrona.
Mi sorpresi a guardarle intensamente quelle gambe che, a ogni passo, mostravano la tonica muscolatura contrarsi e rilassarsi facendo altalenare quel tubino ai limiti del sedere.
Le mie mutande si gonfiarono lentamente e il pensiero di prenderla da dietro, li in quel momento, non mi andava via dalla testa. Cominciai a sentirmi in imbarazzo per la paura che potesse vederlo. Lei mi volse uno veloce sguardo disinvolto e sorrise dolcemente (Forse lo aveva visto? ) poi mi indicò la poltroncina con un cenno educato anche se sbrigativo.
“Prego, si accomodi Sandro. Finalmente ci conosciamo.”
Ero li per la vendita di un quadro che avevo realizzato, raffigurante una donna nuda sdraiata su un divanetto tra i fiori di un giardino. Una tela di impronta espressionista e dalla forte carica erotica.
Iniziammo la chiacchierata che da professionale diventò subito scherzosa e amichevole. Lei si alzò e si risedette diverse volte per analizzare i dettagli del quadro che aveva esposto su cavalletto e ogni volta era costretta a spingere un po' giù quel vestito che sembrava volersene andare via. Il discorso prosegue nei vari punti della stanza.
Dopo tutte le parti formali della trattativa il discorso si spostò sul lato personale. Si sedette sull'angolo della scrivania davanti a me e io non potei fare a meno di immaginare quel cuneo di legno che affondava lentamente e in profondità tra le sue natiche turgide. La immaginavo a godere in silenzio della sensazione di quella pressione sull'ano che iniziava ad aprirsi delicatamente per accogliere la penetrazione. Il mio cazzo cominciava nuovamente a gonfiarsi. Diventava così duro da far male.
“Devo essere onesto con lei Sandro...” disse porgendomi un bicchierino di caffè caldo e cremoso “all'inizio ero scettica verso questa trattativa.”
“Era scettica sul quadro o di me?” Risposi con tono ironico.
“Entrambe le cose. Quando ci siamo sentiti la prima volta ho fatto delle ricerche. Sono una persona che da molta retta alle prime impressioni. Guardando il suo volto su internet non ho visto quel carattere impulsivo e passionale che solitamente cerco in un artista.”
“E adesso che ci siamo visti dal vivo?” Risposi leggermente imbarazzato
“Adesso che ci siamo visti dal vivo...” - Si avvicino lentamente a me con gli occhi fissi sul mio viso e mi si fermò quasi a contatto - “...le mie impressioni sono confermate. Lei non ha questo temperamento rude e forte. Al contrario sembra una persona timida e introversa. Anche un po' debole, se posso.” Aveva uno sguardo così fisso e concentrato su di me che la mano mi tremò di colpo a quelle parole e una goccia di caffè si rovesciò sulla manica.
“Ma ciò nonostante” - Continuò - “Ho visto le sue opere. E lì ci sono tutte le qualità che sto cercando.” Con un gesto disinvolto si passò delicatamente le dita sulla lingua e mi tolse la goccia di caffè dalla manica. Poi alzò nuovamente lo sguardo verso di me. “Non so come, ma in qualche modo l'ho sottovalutata. Lei ha delle potenti pulsioni all'interno che riesce ad esprimere sulla tela più che nella vita. E allora mi chiedo di cosa sarebbe capace se qualcuno le desse le opportunità e i mezzi necessari...”
Opportunità e mezzi necessari. Dovevano essere parole interessanti per la mia carriera. Ma io ero rimasto ancora a quella macchiolina di caffè sulla manica. A quelle dita affusolate che erano diventate il mio cazzo, gonfio e pulsante, avvolto e infradiciato da una lingua calda e bagnata. Vedevo solo la sua bocca che mi sbranava, inghiottendolo con voracità fino in gola e sforzandosi di andare sempre più in fondo. E poi un caldo rivolo bianco che comincia a uscirle dalle labbra. E poi la sua bocca che si riempie del mio sperma che le cola sul collo. E poi le i che geme di piacere nel vedermi spossato mentre con le mani si accarezza e si sparge del mio seme.
Ecco le Opportunità e i mezzi necessari che volevo. Andasse a fanculo il lavoro e la fama.
Tornai alla realtà in un lampo
“Sandro, la vedo pensieroso. Ha avuto una sorta di timore nella mia richiesta? O magari le ha dato ispirazione...” Disse con un accenno di sorriso mentre alzava nuovamente la testa verso i miei occhi. Mi accorsi solo in quel momento che il mio pene era diventato così gonfio da vedersi chiaramente. E infatti lei lo aveva visto e no si era preoccupata di non farsene accorgere. Aveva un'espressione di curiosità e divertimento.
Imbarazzato mi misi il borsello davanti e mi portai un passo indietro.
“No ma quale timore Laura, anzi sono contento che questa collaborazione possa prendere il largo.”
“Lo immagino” Inclinò leggermente la testa come se quella mossa potesse permetterle di vedermi dentro, ancora più a fondo.
“Vorrei approfondire il suo curriculum, vedere altre sue opere magari nel suo studio mentre le sviluppa. Pensa che sia possibile?”
“Ma certo! Facciamo prossima settimana?”
“La prossima sono a Praga per una convention. Domenica però mi dedico qualche ora libera per me, ma un'oretta credo di potergliela regalare se le fa piacere.”
“Assolutamente! Aspetto allora la sua chiamata!”
“La chiamo alle 8.00. Prima vado a correre. Mi raccomando risponda, e non si faccia desiderare” Sorrise. Sorrisi.
“Mi ha fatto piacere conoscerla. E' stato interessante. Lei è una sfida Sandro e non c'è cosa al mondo che più mi attrae. Lei è davvero...” - Uno sguardo veloce pizzica il mio pantalone che, anche se coperto dal borsello, mostra segni di tiratura - “da scoprire”.
Mi aprì la porta e dopo un veloce saluto scappai in auto. Accasciato sul sedile mi massaggiai il pene che mi faceva male. Nella testa le sue gambe lunghe e toniche si aprivano davanti a me facendomi vedere le 'Opportunità' che mi offriva. Un pensiero intenso e martellante, durato un secondo eterno dopo il quale il mio corpo aveva ceduto facendomi venire nei pantaloni.
Restai sull'auto ancora un po' fumando una sigaretta, immaginando domenica che cosa avrebbe lasciato intatto della mia vita attuale.
Fine Parte Prima