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<blockquote data-quote="IlBigio" data-source="post: 18459758" data-attributes="member: 371733"><p>Rientriamo stanchi ma soddisfatti dalla serata, Alessandro e Camilla si fiondano in camera chiudendo a chiave la porta, Elena si dirige nella stanza delle ragazze, mentre Silvia mi prende per mano e mi conduce decisa nella camera di noi maschi, che fortunatamente è tutta per noi dato che Lollo e Pietro sono ancora in giro a divertirsi. Silvia chiude la porta facendo scattare il meccanismo, mi sdraio sul letto mentre lei accende la abat-jour sul comodino. La osservo mentre si toglie i sandali, solleva appena la testa e mi sorride vogliosa, mandandomi letteralmente in estasi. In un battito di ciglia me la ritrovo sopra, a cavalcioni, ancora vestita, la stringo a me assaporando con i polpastrelli la pelle liscia e calda della schiena lasciata scoperta dallo spacco, chiudo gli occhi e mi lascio travolgere dall’odore intenso che emana, misto di sudore, eccitazione e del profumo che aveva scelto prima di uscire. Cominciamo a baciarci intensamente, le nostre lingue si intrecciano, ci mordiamo le labbra, ci vogliamo, le mani corrono e toccano, esplorano.</p><p>Afferro i lembi del vestito e glielo sfilo, da sopra, sollevando la gonna e passandola sopra alla sua testa, ora indossa solo un paio di mutandine, finalmente posso vedere i suoi fantastici piccoli seni.</p><p>Sono passate quasi tre settimane dall’ultima volta che siamo stati a letto insieme, e in questo periodo ho sognato molte volte di stringere quelle fantastiche tette. Porta una seconda abbondante, o come preferisce scherzare lei una terza scarsa, leggermente a punta, l’abbronzatura della scollatura contrasta col candore del seno; il capezzolo è importante, svetta fiero davanti ai miei occhi, circondato da un’areola larga e chiara, che solitamente è molto liscia, quasi vellutata, ma nei momenti di eccitazione (come questo) diventa rugosa, a causa dei piccoli solchi creati dalla tensione delle pelle inturgidita. Non desidero altro che succhiare quelle due meraviglie, così la stringo a me e avvolgo con le labbra il capezzolo destro, lo lecco, lo succhio, lo mordicchio, strappandole un piccolo gemito di piacere. Nel frattempo Silvia ha iniziato a strusciarsi sul mio pacco, sento distintamente il solco della sua vagina cercare la punta del mio cazzo attraverso la stoffa, sono ancora vestito, indosso ancora i pantaloni di lino leggero e la camicia, ma ancora non voglio spogliarmi, prima decido come al solito di dedicarmi a lei.</p><p></p><p>Mi sembra doveroso aprire una piccola parentesi, fortunatamente Madre Natura mi ha dotato di un cazzo di tutto rispetto, abbastanza lungo ma soprattutto molto largo, perfetto in tutto e per tutto, ma purtroppo non riesco a sfruttarlo appieno perché, non mi vergono ad ammetterlo, a letto duro veramente poco. I giorni in cui sono più rilassato duro al massimo due o tre minuti, quando sono molto eccitato non supero sicuramente i sessanta secondi. Inizialmente ciò ha rappresentato un bel problema nella mia scopamicizia con Silvia, ma fortunatamente, da inesperto qual ero all’inizio, ho scoperto pian piano i suoi piccoli segreti, le sue voglie, ciò che le piace e ciò che la fa impazzire, e così ormai quasi ogni volta riesco a regalarle un orgasmo. La parte fondamentale è sicuramente una lunga sessione di preliminari, in modo di cuocerla a puntino e portarla al limite prima di finirla con una forte ma ahimè breve scopata.</p><p></p><p>Così mi metto seduto, la faccio sdraiare e ci invertiamo di posizione, ora sono io sopra di lei, che mi fissa intensamente negli occhi, nuda e bella come non mai. Tolgo anche io i pantaloni, rimango in boxer, i quali faticano a contenere la vistosa erezione, mi sdraio su di lei e riprendo ciò che stava facendo in precedenza, sistemando la punta del mio cazzo nel solco della sua patatina. A dividere i nostri due sessi sono solo i miei boxer e le sue mutandine, ormai bagnatissime dei suoi umori, ultimi baluardi che difendono i nostri corpi dal piacere. Riprendo a baciarla, muovendomi lentamente per qualche minuto, ormai le sue mutandine hanno pian piano inzuppato anche le mie, sento inumidirsi la pelle del mio cazzo, non resisto, devo immergermi in quel ben di Dio.</p><p>Una cosa che ho sempre adorato di Silvia è appunto la quantità di umori che rilascia, la trovo spesso bagnata, anche in situazioni di vita quotidiana che nulla c’entrano col sesso, e quelle poche volte che è più secca, basta un breve massaggino per sentire le prime gocce invadere la sua fonte del piacere.</p><p>Mi abbasso pian piano, continuando a baciarla per ogni centimetro che percorro del suo corpo, mi soffermo sul collo, scendo sul seno, gioco ancora con i capezzoli e poi proseguo verso il ventre. È eccitatissima, quando finalmente mi decido a spogliarla del tutto, noto che a causa della pressione del mio pacco sulla sua vagina, un lembo delle mutandine si è infilato nello spacco e sfilandole, un sottile filo di umori si trascina fino a staccarsi dolcemente dalla sua pelle. La lecco con avidità nella zona del clitoride, prima giocherellandoci con la punta della lingua, poi leccando con gusto a lingua piena. È bagnatissima, sento i suoi umori bagnarmi il mento, l’odore di donna che emana mi riempie le narici, spalanco le labbra e inizio a lappare più in basso, raccogliendo ogni singola goccia viscosa del suo piacere. Continuo per qualche minuto, sento Silvia che sta godendo sempre di più, con una mano si accarezza dolcemente il seno mentre mi passa l’altra tra i capelli, stringendomeli di tanto in tanto. Sollevo lo sguardo, quando i suoi occhi incontrano i miei arrossisce e sorride. Decido allora di fare ciò che più ama, torno a coccolare il piccolo clitoride e intanto infilo piano un dito nella vagina. Come mi aspettavo scivola dentro senza nessun problema grazie all’abbondante lubrificazione. Ormai la tengo stretta in pugno, l’orgasmo sta montando, aggiungo cosi anche il medio, Silvia muove il bacino in perfetta sincronia alla ricerca delle mie dita, le vuole. Inizio a non capire se son le mie dita che la stanno penetrando o è lei che le sta scopando, il movimento ampio del suo pube mi rende difficile continuare a concentrarmi sul clitoride, cerco di raggiungerlo come posso con la lingua, ma a lei non importa, sta godendo sempre di più, vedo il suo ombelico alzarsi ed abbassarsi in preda ai crampi, poi contrae le gambe e finalmente viene stringendomi con le cosce in una morsa di piacere.</p><p>Non perdo tempo, voglio penetrarla quando ancora l’orgasmo non è scemato, infilo velocemente il preservativo e entro di colpo dentro di lei. Silvia ha ancora gli occhi socchiusi, si sta godendo il momento, come sente il mio membro entrare apre le palpebre sorpresa, mi fissa con una tale intensità che potrei venire da un momento all’altro. In effetti dopo pochi colpi sento che sto per cedere, ma non voglio, lei si sta eccitando ancora di più, vedo che con le mani attira a sé le cosce per tener spalancate meglio le gambe, la sua bocca si apre senza emettere suoni, la fronte si corruga. Purtroppo sono al limite, rassegnato aumento l’intensità, la scopo con forza per un’altra ventina di secondi e vengo nel preservativo con il cazzo conficcato a fondo dentro di lei. Mi lascio andare, appoggiandomi sul suo corpo, senza sfilarmi, entrambi rimaniamo ansimanti e silenziosi per qualche secondo. Non appena mi riprendo un piccolo senso di colpa mi pervade, nonostante l’abbia fatta venire con la lingua, per l’ennesima volta il sesso vero e proprio è stato piuttosto breve, l’ho lasciata a metà del secondo orgasmo che probabilmente sarebbe stato ancora più intenso del primo. Silvia d’altro canto non sembra preoccupata, anzi mi sorride, rimaniamo nel letto abbracciati un'altra ventina di minuti, fino a quando, stanca, mi informa che sarebbe andata in bagno a ripulirsi e avrebbe raggiunto Elena nell’altra camera. La seguo in bagno, mi lavo i denti mentre si fa il bidet e la saluto poi con un bacio sulla nuca. Un po’ soddisfatto un po’ amareggiato torno in camera, scopro che il lenzuolo è completamente macchiato dai suoi umori, ma sono troppo stanco, decido di chiudere la porta a chiave per non far entrare Lollo e Pietro e mi addormento, a pulire penserò domani.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="IlBigio, post: 18459758, member: 371733"] Rientriamo stanchi ma soddisfatti dalla serata, Alessandro e Camilla si fiondano in camera chiudendo a chiave la porta, Elena si dirige nella stanza delle ragazze, mentre Silvia mi prende per mano e mi conduce decisa nella camera di noi maschi, che fortunatamente è tutta per noi dato che Lollo e Pietro sono ancora in giro a divertirsi. Silvia chiude la porta facendo scattare il meccanismo, mi sdraio sul letto mentre lei accende la abat-jour sul comodino. La osservo mentre si toglie i sandali, solleva appena la testa e mi sorride vogliosa, mandandomi letteralmente in estasi. In un battito di ciglia me la ritrovo sopra, a cavalcioni, ancora vestita, la stringo a me assaporando con i polpastrelli la pelle liscia e calda della schiena lasciata scoperta dallo spacco, chiudo gli occhi e mi lascio travolgere dall’odore intenso che emana, misto di sudore, eccitazione e del profumo che aveva scelto prima di uscire. Cominciamo a baciarci intensamente, le nostre lingue si intrecciano, ci mordiamo le labbra, ci vogliamo, le mani corrono e toccano, esplorano. Afferro i lembi del vestito e glielo sfilo, da sopra, sollevando la gonna e passandola sopra alla sua testa, ora indossa solo un paio di mutandine, finalmente posso vedere i suoi fantastici piccoli seni. Sono passate quasi tre settimane dall’ultima volta che siamo stati a letto insieme, e in questo periodo ho sognato molte volte di stringere quelle fantastiche tette. Porta una seconda abbondante, o come preferisce scherzare lei una terza scarsa, leggermente a punta, l’abbronzatura della scollatura contrasta col candore del seno; il capezzolo è importante, svetta fiero davanti ai miei occhi, circondato da un’areola larga e chiara, che solitamente è molto liscia, quasi vellutata, ma nei momenti di eccitazione (come questo) diventa rugosa, a causa dei piccoli solchi creati dalla tensione delle pelle inturgidita. Non desidero altro che succhiare quelle due meraviglie, così la stringo a me e avvolgo con le labbra il capezzolo destro, lo lecco, lo succhio, lo mordicchio, strappandole un piccolo gemito di piacere. Nel frattempo Silvia ha iniziato a strusciarsi sul mio pacco, sento distintamente il solco della sua vagina cercare la punta del mio cazzo attraverso la stoffa, sono ancora vestito, indosso ancora i pantaloni di lino leggero e la camicia, ma ancora non voglio spogliarmi, prima decido come al solito di dedicarmi a lei. Mi sembra doveroso aprire una piccola parentesi, fortunatamente Madre Natura mi ha dotato di un cazzo di tutto rispetto, abbastanza lungo ma soprattutto molto largo, perfetto in tutto e per tutto, ma purtroppo non riesco a sfruttarlo appieno perché, non mi vergono ad ammetterlo, a letto duro veramente poco. I giorni in cui sono più rilassato duro al massimo due o tre minuti, quando sono molto eccitato non supero sicuramente i sessanta secondi. Inizialmente ciò ha rappresentato un bel problema nella mia scopamicizia con Silvia, ma fortunatamente, da inesperto qual ero all’inizio, ho scoperto pian piano i suoi piccoli segreti, le sue voglie, ciò che le piace e ciò che la fa impazzire, e così ormai quasi ogni volta riesco a regalarle un orgasmo. La parte fondamentale è sicuramente una lunga sessione di preliminari, in modo di cuocerla a puntino e portarla al limite prima di finirla con una forte ma ahimè breve scopata. Così mi metto seduto, la faccio sdraiare e ci invertiamo di posizione, ora sono io sopra di lei, che mi fissa intensamente negli occhi, nuda e bella come non mai. Tolgo anche io i pantaloni, rimango in boxer, i quali faticano a contenere la vistosa erezione, mi sdraio su di lei e riprendo ciò che stava facendo in precedenza, sistemando la punta del mio cazzo nel solco della sua patatina. A dividere i nostri due sessi sono solo i miei boxer e le sue mutandine, ormai bagnatissime dei suoi umori, ultimi baluardi che difendono i nostri corpi dal piacere. Riprendo a baciarla, muovendomi lentamente per qualche minuto, ormai le sue mutandine hanno pian piano inzuppato anche le mie, sento inumidirsi la pelle del mio cazzo, non resisto, devo immergermi in quel ben di Dio. Una cosa che ho sempre adorato di Silvia è appunto la quantità di umori che rilascia, la trovo spesso bagnata, anche in situazioni di vita quotidiana che nulla c’entrano col sesso, e quelle poche volte che è più secca, basta un breve massaggino per sentire le prime gocce invadere la sua fonte del piacere. Mi abbasso pian piano, continuando a baciarla per ogni centimetro che percorro del suo corpo, mi soffermo sul collo, scendo sul seno, gioco ancora con i capezzoli e poi proseguo verso il ventre. È eccitatissima, quando finalmente mi decido a spogliarla del tutto, noto che a causa della pressione del mio pacco sulla sua vagina, un lembo delle mutandine si è infilato nello spacco e sfilandole, un sottile filo di umori si trascina fino a staccarsi dolcemente dalla sua pelle. La lecco con avidità nella zona del clitoride, prima giocherellandoci con la punta della lingua, poi leccando con gusto a lingua piena. È bagnatissima, sento i suoi umori bagnarmi il mento, l’odore di donna che emana mi riempie le narici, spalanco le labbra e inizio a lappare più in basso, raccogliendo ogni singola goccia viscosa del suo piacere. Continuo per qualche minuto, sento Silvia che sta godendo sempre di più, con una mano si accarezza dolcemente il seno mentre mi passa l’altra tra i capelli, stringendomeli di tanto in tanto. Sollevo lo sguardo, quando i suoi occhi incontrano i miei arrossisce e sorride. Decido allora di fare ciò che più ama, torno a coccolare il piccolo clitoride e intanto infilo piano un dito nella vagina. Come mi aspettavo scivola dentro senza nessun problema grazie all’abbondante lubrificazione. Ormai la tengo stretta in pugno, l’orgasmo sta montando, aggiungo cosi anche il medio, Silvia muove il bacino in perfetta sincronia alla ricerca delle mie dita, le vuole. Inizio a non capire se son le mie dita che la stanno penetrando o è lei che le sta scopando, il movimento ampio del suo pube mi rende difficile continuare a concentrarmi sul clitoride, cerco di raggiungerlo come posso con la lingua, ma a lei non importa, sta godendo sempre di più, vedo il suo ombelico alzarsi ed abbassarsi in preda ai crampi, poi contrae le gambe e finalmente viene stringendomi con le cosce in una morsa di piacere. Non perdo tempo, voglio penetrarla quando ancora l’orgasmo non è scemato, infilo velocemente il preservativo e entro di colpo dentro di lei. Silvia ha ancora gli occhi socchiusi, si sta godendo il momento, come sente il mio membro entrare apre le palpebre sorpresa, mi fissa con una tale intensità che potrei venire da un momento all’altro. In effetti dopo pochi colpi sento che sto per cedere, ma non voglio, lei si sta eccitando ancora di più, vedo che con le mani attira a sé le cosce per tener spalancate meglio le gambe, la sua bocca si apre senza emettere suoni, la fronte si corruga. Purtroppo sono al limite, rassegnato aumento l’intensità, la scopo con forza per un’altra ventina di secondi e vengo nel preservativo con il cazzo conficcato a fondo dentro di lei. Mi lascio andare, appoggiandomi sul suo corpo, senza sfilarmi, entrambi rimaniamo ansimanti e silenziosi per qualche secondo. Non appena mi riprendo un piccolo senso di colpa mi pervade, nonostante l’abbia fatta venire con la lingua, per l’ennesima volta il sesso vero e proprio è stato piuttosto breve, l’ho lasciata a metà del secondo orgasmo che probabilmente sarebbe stato ancora più intenso del primo. Silvia d’altro canto non sembra preoccupata, anzi mi sorride, rimaniamo nel letto abbracciati un'altra ventina di minuti, fino a quando, stanca, mi informa che sarebbe andata in bagno a ripulirsi e avrebbe raggiunto Elena nell’altra camera. La seguo in bagno, mi lavo i denti mentre si fa il bidet e la saluto poi con un bacio sulla nuca. Un po’ soddisfatto un po’ amareggiato torno in camera, scopro che il lenzuolo è completamente macchiato dai suoi umori, ma sono troppo stanco, decido di chiudere la porta a chiave per non far entrare Lollo e Pietro e mi addormento, a pulire penserò domani. [/QUOTE]
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