Esperienza reale Le mie memorie

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VOLUME 2 – LA SCUOLA

Concluso il primo volume sulle esperienze estive al paesino cambiamo location. Nei prossimi racconti mi concentrerò sulle più belle esperienze vissute con ragazze conosciute a scuola.



CAPITOLO 1 – CAROLINA

Inizio con un racconto molto soft ma che per il contorno di come nasce considero una delle mie esperienze sessuali più ‘simpatiche’ che ho avuto.

Carolina è una mia compagna di classe del liceo. Una nanetta alta 150 ma con un visino molto bello. Zigomi pronunciati, nasino alla francese, occhi castani, capelli castani con la frangetta. Fisico minuto, seconda di seno e carnagione olivastra.

Fu la ragazza che più mi colpì il primo giorno di scuola. Ci provai subito, lei declinò gentilmente e li finisce. Io spostai le mie attenzioni su altri obiettivi e da quel punto di vista per i 5 anni successivi non la considerai molto, però avevamo un discreto rapporto di amicizia, in realtà non ci frequentavamo molto ma sentivo che c’era stima e affetto reciproco.

Succede che siamo a maggio della quinta liceo, ultime settimane di scuola e c’è una delle ultime interrogazioni di storia. Io sono sereno mentre all’intervallo prima dell’inizio della lezione Carolina è molto agitata perché non ha aperto libro. Io le dico di stare tranquilla, tre possibilità su 25 di essere chiamata non sono molte ma lei è presa male comunque perché ha la media del sei risicato. Ad un certo punto mi guarda:
- se mi chiama ti offri al mio posto?-
- caro è vero che mi sento abbastanza sicuro però buttarmi così nelle fauci del nemico… rischio anch’io-
-se non ho il sei in storia faccio 2 crediti in meno per la maturità-
- te l’ho detto dai, tre su 25 stai serena che non ti chiama-.
Si rilassa un po’ poi però insiste
– ti prego se mi chiama ti offri?-
io cerco di sdrammatizzare
– se mi offro al tuo posto che mi dai in cambio?-
e lei ridendo
– ti faccio un pompino-
rido anche io era chiaramente tutto in tono scherzoso. Suona la campana, arriva il prof, chiama tre persone, e uno e due e Carolina. Niente poi studiando statistica all’università compresi che tre su 25 non è poi una probabilità così bassa, dipende dalla percezione personale di quanto l’evento sia avverso.

Carolina mi guarda come se dovesse andare al patibolo.
– prof mi offro io al posto di carolina-
il prof che era uno esperto e soprattutto non un bastardo, capisce che non è il caso di dare un 4 a un mese dalla maturità e accetta lo scambio senza fare obiezioni.

Faccio l’interrogazione, va discretamente. All’uscita da scuola raggiungo Carolina. I toni all’intervallo erano scherzosi, ma lo spiraglio in cui buttarsi si è aperto e non ho intenzione di bruciarmi una buona occasione senza fare nulla.
– beh io ho rischiato per salvarti, dovresti rispettare la tua metà dell’accordo-
- ma dai stavo scherzando-
- scherzavi anche quando mi pregavi di offrirmi al tuo posto? Non hai mai detto che fosse uno scherzo-
- io… dai fra… ma ti pare?-
- mi pare che io ti abbia parato il culo rischiando in prima persona e che tu abbia offerto qualcosa in cambio. Sicuramente non pensavi davvero che si avverasse ma è successo-
- ok, senti va bene, ti prometto, non sto scherzando che una volta che riusciamo ad organizzarci lo faccio-.

Io me ne torno a casa con quella promessa. Siamo a un mese dalla maturità e sono focalizzato sul lasciarmi alle spalle il liceo che non sopporto più. Così al pompino di Carolina non è che ci penso poi molto, poi faccio l’esame e il giorno dopo il mio orale, senza neanche attendere i tabelloni parto per le vacanze.

Al rientro a settembre si organizza un’uscita di classe. C’è ovviamente Carolina e a me torna in mente del suo debito di cui mi ero quasi dimenticato. Approfitto di un momento in cui siamo fuori soli a fumare una sigaretta e tiro fuori l’argomento.
– ma dai, pensavo ti fossi dimenticato-
- ti pare che mi dimentico una cosa del genere? Gli accordi sono accordi, sei in debito carolina-
- ok, va bene, dimmi tu dove e quando-.

Fortuna vuole che i miei siano via per il weekend così ci diamo appuntamento la sera dopo a casa mia.

Lei arriva puntuale appena dopo cena. Indossa shorts neri e una canotta nera anche quella. C’è decisamente molto imbarazzo così per spezzare il ghiaccio prima di richiedere il suo pagamento ci metto a nostro agio prendendo una birra e facendo due chiacchiere sul divano. Concordiamo che è arrivato il momento.

Io mi metto in piedi, lei si inginocchia davanti a me. Slaccia la cintura, slaccia i pantaloni, li cala, tira fuori il cazzo dai boxer. È ancora molliccio, con una mano lo sega finché diventa barzotto. A quel punto lo prende in bocca. Succhia quasi con dolcezza, se lo gode. Il cazzo mi si ingrossa dentro la sua bocca. Ogni tanto si ferma, inizia a leccarlo dalla base alla cappella, lecca anche le palle, poi riprende a ciucciare. Dura circa cinque minuti poi vengo. Le sborro in bocca. Lei apre la bocca, mi fa vedere il mio sperma adagiato sulla lingua, poi ingoia.

Si rialza, io le prendo una mano e le dico – ora posso fare qualcosa io per te? -
- il debito è pagato non ci spingiamo troppo oltre-
- hai ragione, ma capisci che in questa situazione per un maschietto è almeno doveroso provarci-
scoppia a ridere, rido anche io. Ci facciamo un’altra birra poi lei torna a casa.

Negli anni ci siamo rivisti alle varie rimpatriate di classe che poi ovviamente nel tempo sono state sempre meno fino all’ultima cinque anni fa.
Ma con la tecnologia di oggi potresti riagganciare tutte quelle interessanti
 
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CAPITOLO 2 – LAURA

Altro capitolo soft ma secondo me importante per capire un passaggio importante delle mie esperienze passate.

Laura era una mia compagnia di classe. Alta circa 170, capelli lunghi e lisci biondi, occhi azzurri e carnagione chiara. Era la classica ragazza che si era sviluppata in anticipo rispetto alla media. Ricordo che all’epoca mi sembrava ‘grossa’ e quindi non mi attraeva molto ma col senno di poi per un ragazzo un po’ più grande doveva avere un fisico niente male. Io e Laura avevamo un rapporto normale, fuori dalla scuola non ci frequentavamo molto.

All’epoca dei fatti io ero stato lasciato da circa 1 mese dalla mia prima fidanzatina. Il classico primo amore, con cui perdi la verginità e con cui sei convinto starai sempre insieme e ti sposerai. Mi aveva tradito e lasciato ma col senno di poi la ringrazio. Lì mi resi conto che non era l’età per trovare l’amore della vita ma per divertirsi. Laura si era invece appena fidanzata da poche settimane.

Era metà giugno, scuola finita da qualche giorno e ci organizziamo per un’uscita al parco tra compagni di classe. Quel pomeriggio siamo in pochi io, Laura, un compagno di nome Iacopo e un’altra compagna, Francesca (memorizzate questo nome perché sarà la protagonista del prossimo capitolo).

Andiamo al parco, passeggiamo un po’ e ci mettiamo a prendere il sole. Le ragazze tolgono la maglietta rimanendo con il pezzo sopra del costume. Francesca era molto magra con una prima di seno. Guardo Laura, si certo aveva qualche rotolino sui fianchi, ma anche due tette spaziali, una quarta che a quell’età sta perfettamente su da sola. Due palloni sodi meravigliosi da vedersi. Inoltre aveva il piercing all'ombelico, cosa che a me ha sempre fatto arrapare.

Il pomeriggio passa e la sera torniamo a casa. Iacopo e Francesca prendono una strada, io e Laura che abitiamo nella stessa direzione decidiamo di tornare insieme a piedi.

Iniziamo a parlare e come spesso succede a quell’età i discorsi si spostano presto sul tema sesso. Laura mi racconta che con il suo fidanzato sono arrivati al toccarsi. Lui vorrebbe passare al sesso orale ma lei si sente impacciata, mi dice
-non so se sono capace, vorrei fare bella figura e farlo contento, avrei bisogno di qualcuno che mi insegnasse prima-.
Poi lei si fa raccontare le mie esperienze. Io parto dagli inizi, da quando anche io con la mia ex avevo iniziato a scoprire il sesso toccandoci a vicenda. Lei mi racconta di essere un po’ a disagio perché un paio di volte che il fidanzato ha provato ad infilarle dentro un dito ha sentito dolore e glielo ha fatto togliere facendosi poi masturbare solo esteriormente. Poi ritorna a parlare del fatto che vorrebbe esercitarsi con qualcuno a fare i pompini. Arriviamo sotto casa sua, ci salutiamo e riprendo verso casa mia.

Passo tutto il tempo a pensare a quei discorsi che mi hanno fatto eccitare, a casa mi masturbo.

La mattina dopo continuo a pensarci. Prendo il cazzo in mano per farmi un’altra sega ma poi un pensiero folle si annida nella mia mente e prende forma un po’ alla volta. Prendo il cellulare e inizio a scrivere
' ciao, stavo pensando ..posso insegnarti io a fare i pompini’.

Mando il messaggio e due secondi dopo mi maledico. All’epoca niente whatsapp con i messaggi che si possono richiamare, ma vecchi SMS. Una volta partito nessuna possibilità di tornare indietro. Cazzo che figura da coglione. Arriva la risposta
‘va bene’.
Cazzo!. Col senno di poi quello fu un passaggio fondamentale per me. Iniziai ad applicare la filosofia che solo buttandomi senza paura o vergogna potevo aprirmi delle possibilità.

Ci mettiamo d’accordo che sarebbe venuta a casa mia quella stessa mattina. Arriva circa un’ora dopo. Indossa un vestitino verde molto corto e si vede perfettamente che non indossa reggiseno. Ci salutiamo e la faccio entrare. La osservo. Così vestita posso vedere bene il suo fisico che conferma le prime impressioni. Cosce grosse (ma non grasse) un po’di fianchi e due tette stupende.

Ci sediamo sul divano. Lei imbarazzatissima. Mi guarda.
-Beh cosa facciamo?-
-sei imbarazzata-
- si -
-vuoi che lasciamo stare?-
- forse si-
-ti va se provo a metterti a tuo agio?-
-ok-.
Io ho sempre avuto un’anima esibizionista. Così senza problemi inizio a spogliarmi davanti a lei, rimanendo in poco tempo completamente nudo.

Inizio a parlarle di robe di scuola come se niente fosse. Lei si sforza di guardarmi in faccia ma sistematicamente abbassa lo sguardo studiandomi il cazzo. Dopo un po’la guardo
-Ora te la senti di iniziare la lezione?-.
Mi dice un timido
– si-.
Mi avvicino, lei seduta sul divano, io in piedi.
-che devo fare?-
- inizia a segarmelo finché mi viene duro-.

Lei esegue, lo prende in mano e inizia a menarlo facendomi uscire la cappella, finché non mi diventa duro.
-Ora puoi iniziare-
- si ma cosa devo fare?-.
Le avvicino il cazzo alla bocca.
– tu inizia a succhiarlo come ti viene, se qualcosa è da correggere te lo dico-.

Lei si avvicina e inizia a prendere in bocca la cappella, scendendo poi lungo la base. Sento la sua lingua scivolare sul pene, è morbida, piacevole ma nulla di più. Si impegna, ma percepisco la bocca inesperta.
– devi pensare a come darmi piacere. Devi simulare con la bocca quello che succede al cazzo quando entra nella vagina.-
- ma io non so come sia-
-devi aspirare un po’di più, farmi sentire su tutta la circonferenza il passaggio dentro la tua bocca-.

Prova a mettere in pratica i miei consigli e ne esce un ottimo pompino. In pochi minuti è già brava e io sento piacere. Dalla sua ha il fatto di lasciarsi coinvolgere, ci mette davvero impegno. Sento che mi resta poco prima di venire. – di solito a noi maschi piace venire in bocca o in faccia, posso?-
-no non me la sento-
-ok, sulle tette?-
- va bene-

Slaccia i nastrini del vestito sulla schiena. Il vestito scivola quasi da solo liberando due tette stupende, con due aureole grosse e definite e due bei capezzoli duri.

Quando sento che sto per venire esco dalla sua bocca liberando lo sperma sul suo seno.

Le passo dei fazzoletti, si asciuga, poi si richiude il vestito.
-come sono andata?-
-sei andata alla grande-
- mi è venuto abbastanza naturale, pensavo fosse più difficile-.

Parliamo ancora della sua prestazione, io le do qualche altro consiglio poi dal nulla mi dice
– pensavo mentre venivo qui a quello che mi hai detto ieri di te e Simona (la mia prima fidanzata) che le prime volte che le hai fatto un ditalino lei non ha sentito male… beh ecco… ti andrebbe di provare a farmene uno?-.
Dentro di me penso ‘ma che domanda è, secondo te ti dico di no? Mi hai preso per gay?’
– se vuoi si certo-.

Lei super imbarazzata e la cosa mi eccitava da morire perché la sua era evidentemente sana e sincera curiosità senza malizia.

Le dico di mettersi a pecora sul divano. Le alzo il vestito. Culo grosso ma sodo, meraviglioso. Le abbasso anche le mutandine, lei quasi trema. Faccio passare una mano in mezzo alle cosce allargandole le gambe. Spunta una peluria castana molto chiaro, quasi bionda. Le tocco il sesso e inizio a massaggiare finché non sento che si rilassa e si bagna.

Inizia a godere. A quel punto con l’indice punto verso il buco. Lei si irrigidisce. Infilo la punta, lei stringe e chiude le gambe. Si irrigidisce di più. Faccio passare di nuovo l’altra mano tra le cosce allargandole le gambe di nuovo.

Con un colpo dolce ma secco infilo il dito fino in fondo e inizio a scoparla con tutto l’indice.

Bastano davvero pochi colpi perché la muscolatura si rilassi completamente e lei inizi a godere.

Mi eccito un sacco alla vista del mio dito che viola quel buco così stretto su delle cosce così piene.

Ansima e gode, inizia a muovere il culo a ritmo con il suo e giù del mio dito. Mi prega di continuare. Io di fermarmi non ne ho certo intenzione. Vado avanti finché non viene. Sento il suo corpo contorcersi di piacere mentre il mio dito è dentro di lei.

-woaw, all’inizio un leggero dolore ma poi non mi ha più fatto male anzi-.

Si riveste, chiacchieriamo un po’ poi se ne va. Un paio di volte in quei giorni è tornata a casa mia ma abbiamo fatto solo sesso orale, lei non si sentiva ancora di avere un rapporto completo.

Poi sono arrivati i tabelloni e lei è stata bocciata. Io sono partito per le vacanze.

L’anno dopo ha cambiato scuola. Non l’ho più vista finché qualche anno dopo non ho iniziato a incontrarla di nuovo in università. Passati gli anni dell’Università non l’ho più di rivista definitivamente.
 

leofuoco

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CAPITOLO 2 – LAURA

Altro capitolo soft ma secondo me importante per capire un passaggio importante delle mie esperienze passate.

Laura era una mia compagnia di classe. Alta circa 170, capelli lunghi e lisci biondi, occhi azzurri e carnagione chiara. Era la classica ragazza che si era sviluppata in anticipo rispetto alla media. Ricordo che all’epoca mi sembrava ‘grossa’ e quindi non mi attraeva molto ma col senno di poi per un ragazzo un po’ più grande doveva avere un fisico niente male. Io e Laura avevamo un rapporto normale, fuori dalla scuola non ci frequentavamo molto.

All’epoca dei fatti io ero stato lasciato da circa 1 mese dalla mia prima fidanzatina. Il classico primo amore, con cui perdi la verginità e con cui sei convinto starai sempre insieme e ti sposerai. Mi aveva tradito e lasciato ma col senno di poi la ringrazio. Lì mi resi conto che non era l’età per trovare l’amore della vita ma per divertirsi. Laura si era invece appena fidanzata da poche settimane.

Era metà giugno, scuola finita da qualche giorno e ci organizziamo per un’uscita al parco tra compagni di classe. Quel pomeriggio siamo in pochi io, Laura, un compagno di nome Iacopo e un’altra compagna, Francesca (memorizzate questo nome perché sarà la protagonista del prossimo capitolo).

Andiamo al parco, passeggiamo un po’ e ci mettiamo a prendere il sole. Le ragazze tolgono la maglietta rimanendo con il pezzo sopra del costume. Francesca era molto magra con una prima di seno. Guardo Laura, si certo aveva qualche rotolino sui fianchi, ma anche due tette spaziali, una quarta che a quell’età sta perfettamente su da sola. Due palloni sodi meravigliosi da vedersi. Inoltre aveva il piercing all'ombelico, cosa che a me ha sempre fatto arrapare.

Il pomeriggio passa e la sera torniamo a casa. Iacopo e Francesca prendono una strada, io e Laura che abitiamo nella stessa direzione decidiamo di tornare insieme a piedi.

Iniziamo a parlare e come spesso succede a quell’età i discorsi si spostano presto sul tema sesso. Laura mi racconta che con il suo fidanzato sono arrivati al toccarsi. Lui vorrebbe passare al sesso orale ma lei si sente impacciata, mi dice
-non so se sono capace, vorrei fare bella figura e farlo contento, avrei bisogno di qualcuno che mi insegnasse prima-.
Poi lei si fa raccontare le mie esperienze. Io parto dagli inizi, da quando anche io con la mia ex avevo iniziato a scoprire il sesso toccandoci a vicenda. Lei mi racconta di essere un po’ a disagio perché un paio di volte che il fidanzato ha provato ad infilarle dentro un dito ha sentito dolore e glielo ha fatto togliere facendosi poi masturbare solo esteriormente. Poi ritorna a parlare del fatto che vorrebbe esercitarsi con qualcuno a fare i pompini. Arriviamo sotto casa sua, ci salutiamo e riprendo verso casa mia.

Passo tutto il tempo a pensare a quei discorsi che mi hanno fatto eccitare, a casa mi masturbo.

La mattina dopo continuo a pensarci. Prendo il cazzo in mano per farmi un’altra sega ma poi un pensiero folle si annida nella mia mente e prende forma un po’ alla volta. Prendo il cellulare e inizio a scrivere
' ciao, stavo pensando ..posso insegnarti io a fare i pompini’.

Mando il messaggio e due secondi dopo mi maledico. All’epoca niente whatsapp con i messaggi che si possono richiamare, ma vecchi SMS. Una volta partito nessuna possibilità di tornare indietro. Cazzo che figura da coglione. Arriva la risposta
‘va bene’.
Cazzo!. Col senno di poi quello fu un passaggio fondamentale per me. Iniziai ad applicare la filosofia che solo buttandomi senza paura o vergogna potevo aprirmi delle possibilità.

Ci mettiamo d’accordo che sarebbe venuta a casa mia quella stessa mattina. Arriva circa un’ora dopo. Indossa un vestitino verde molto corto e si vede perfettamente che non indossa reggiseno. Ci salutiamo e la faccio entrare. La osservo. Così vestita posso vedere bene il suo fisico che conferma le prime impressioni. Cosce grosse (ma non grasse) un po’di fianchi e due tette stupende.

Ci sediamo sul divano. Lei imbarazzatissima. Mi guarda.
-Beh cosa facciamo?-
-sei imbarazzata-
- si -
-vuoi che lasciamo stare?-
- forse si-
-ti va se provo a metterti a tuo agio?-
-ok-.
Io ho sempre avuto un’anima esibizionista. Così senza problemi inizio a spogliarmi davanti a lei, rimanendo in poco tempo completamente nudo.

Inizio a parlarle di robe di scuola come se niente fosse. Lei si sforza di guardarmi in faccia ma sistematicamente abbassa lo sguardo studiandomi il cazzo. Dopo un po’la guardo
-Ora te la senti di iniziare la lezione?-.
Mi dice un timido
– si-.
Mi avvicino, lei seduta sul divano, io in piedi.
-che devo fare?-
- inizia a segarmelo finché mi viene duro-.

Lei esegue, lo prende in mano e inizia a menarlo facendomi uscire la cappella, finché non mi diventa duro.
-Ora puoi iniziare-
- si ma cosa devo fare?-.
Le avvicino il cazzo alla bocca.
– tu inizia a succhiarlo come ti viene, se qualcosa è da correggere te lo dico-.

Lei si avvicina e inizia a prendere in bocca la cappella, scendendo poi lungo la base. Sento la sua lingua scivolare sul pene, è morbida, piacevole ma nulla di più. Si impegna, ma percepisco la bocca inesperta.
– devi pensare a come darmi piacere. Devi simulare con la bocca quello che succede al cazzo quando entra nella vagina.-
- ma io non so come sia-
-devi aspirare un po’di più, farmi sentire su tutta la circonferenza il passaggio dentro la tua bocca-.

Prova a mettere in pratica i miei consigli e ne esce un ottimo pompino. In pochi minuti è già brava e io sento piacere. Dalla sua ha il fatto di lasciarsi coinvolgere, ci mette davvero impegno. Sento che mi resta poco prima di venire. – di solito a noi maschi piace venire in bocca o in faccia, posso?-
-no non me la sento-
-ok, sulle tette?-
- va bene-

Slaccia i nastrini del vestito sulla schiena. Il vestito scivola quasi da solo liberando due tette stupende, con due aureole grosse e definite e due bei capezzoli duri.

Quando sento che sto per venire esco dalla sua bocca liberando lo sperma sul suo seno.

Le passo dei fazzoletti, si asciuga, poi si richiude il vestito.
-come sono andata?-
-sei andata alla grande-
- mi è venuto abbastanza naturale, pensavo fosse più difficile-.

Parliamo ancora della sua prestazione, io le do qualche altro consiglio poi dal nulla mi dice
– pensavo mentre venivo qui a quello che mi hai detto ieri di te e Simona (la mia prima fidanzata) che le prime volte che le hai fatto un ditalino lei non ha sentito male… beh ecco… ti andrebbe di provare a farmene uno?-.
Dentro di me penso ‘ma che domanda è, secondo te ti dico di no? Mi hai preso per gay?’
– se vuoi si certo-.

Lei super imbarazzata e la cosa mi eccitava da morire perché la sua era evidentemente sana e sincera curiosità senza malizia.

Le dico di mettersi a pecora sul divano. Le alzo il vestito. Culo grosso ma sodo, meraviglioso. Le abbasso anche le mutandine, lei quasi trema. Faccio passare una mano in mezzo alle cosce allargandole le gambe. Spunta una peluria castana molto chiaro, quasi bionda. Le tocco il sesso e inizio a massaggiare finché non sento che si rilassa e si bagna.

Inizia a godere. A quel punto con l’indice punto verso il buco. Lei si irrigidisce. Infilo la punta, lei stringe e chiude le gambe. Si irrigidisce di più. Faccio passare di nuovo l’altra mano tra le cosce allargandole le gambe di nuovo.

Con un colpo dolce ma secco infilo il dito fino in fondo e inizio a scoparla con tutto l’indice.

Bastano davvero pochi colpi perché la muscolatura si rilassi completamente e lei inizi a godere.

Mi eccito un sacco alla vista del mio dito che viola quel buco così stretto su delle cosce così piene.

Ansima e gode, inizia a muovere il culo a ritmo con il suo e giù del mio dito. Mi prega di continuare. Io di fermarmi non ne ho certo intenzione. Vado avanti finché non viene. Sento il suo corpo contorcersi di piacere mentre il mio dito è dentro di lei.

-woaw, all’inizio un leggero dolore ma poi non mi ha più fatto male anzi-.

Si riveste, chiacchieriamo un po’ poi se ne va. Un paio di volte in quei giorni è tornata a casa mia ma abbiamo fatto solo sesso orale, lei non si sentiva ancora di avere un rapporto completo.

Poi sono arrivati i tabelloni e lei è stata bocciata. Io sono partito per le vacanze.

L’anno dopo ha cambiato scuola. Non l’ho più vista finché qualche anno dopo non ho iniziato a incontrarla di nuovo in università. Passati gli anni dell’Università non l’ho più di rivista definitivamente.
E all'università c'è stato qualcosa?
 
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CAPITOLO 3 – FRANCESCA

Sono seduto al bar del liceo insieme a Niccolò, il mio migliore amico. Arrivano due ragazze insieme e lui a bassa voce mi fa -ecco le due troie della scuola-.

La prima, una sua compagna di classe, si chiamava Daniela e sarà protagonista di un prossimo racconto. La seconda, Francesca era una mia compagnia di classe.

Alta 165, capelli ricci biondi, occhi verdi. Carnagione chiara, molto magra, aveva una prima di seno. Ragazza molto carina.

Io faccio la faccia un po’stupita. Immaginavo che Daniela potesse essere una un po’ ‘aperta’ ma Francesca a me era sempre parsa la classica ragazza angelica, timida e riservata. Niccolò mi disse che a scuola si raccontava per esempio che l’anno prima aveva fatto una sega e un pompino ad un mio compagno di classe in pullman di ritorno da una gita (ma io dove cazzo ero?!) e che talvolta durante l’intervallo scopasse con alcuni ragazzi negli spogliatoi della palestra. Mi raccontò altri episodi più soft.

Io da una parte facevo un po’fatica a credere a tutte quelle cose. Dall’altra però mi convinsi che ci doveva essere un fondo di verità.

I miei rapporti con lei erano praticamente nulli e poiché ormai avevo avviato la mia teoria del ‘ogni volta che c’è la possibilità di scopare prova a farlo’ decisi di provare ad avvicinarmi a lei.

Il compito era più semplice per il fatto che Irene, la mia migliore amica con cui avevamo condiviso la scuola dall’asilo fino alle medie e che ora era nella classe di Niccolò, era la sua vicina di casa e le due erano molto amiche.

Cominciai a parlarle ogni tanto nei passaggi di ora, fare qualche intervallo insieme finché diventammo discreti amici.

I fatti si svolsero la sera della sua festa di compleanno. I suoi genitori erano via per il week end ed organizzò una serata a casa sua con la possibilità di fermarsi a dormire lì, possibilità che io avevo assolutamente intenzione di sfruttare, non tanto perché pensassi potesse succedere qualcosa ma semplicemente perché all’epoca ogni scusa per stare fuori casa era buona. In una festa con tante persone non avevo infatti minimamente idea che potesse succedere qualcosa di interessante.

Vado alla festa. Ci sono parecchie persone, compagni di classe e amici. Francesca indossa un vestitino a tubino aderente, verde acqua molto corto che la rende veramente figa.

La festa trascorre normale. C’è musica e super alcolici, sono un po’brillo ma non troppo. Parlo con qualcuno in cucina, torno in sala e trovo una scena epocale.

Due miei compagni di classe sono seduti sul divano. Uno ha alla sua destra Francesca, l’altro Laura (volume 2, capitolo 2). Entrambi hanno i pantaloni slacciati e abbassati e le ragazze stanno massaggiando da sopra i boxer i loro pacchi.

Chiedo che succede, mi dicono che le due si stanno sfidando a chi fa venire per primo il ragazzo.

Francesca è palesemente la più lanciata e Laura risponde replicando quello che fa lei.

Vanno avanti per un po’. Francesca slaccia il vestito e fa scivolare la parte superiore rimanendo in reggiseno. Anche Laura si toglie la maglietta. Poi Francesca toglie la camicia al ragazzo iniziando a baciargli il petto. Laura fa lo stesso ma dopo un po’si ferma. Per lei si sta andando un po’oltre.

Nonostante la vittoria per resa dell’avversaria, Francesca continua a massaggiare il pacco del ragazzo per poi iniziare a segarlo da sopra i boxer sui quali qualche minuto dopo si estende una macchia umida.

Finisce tutto come niente fosse, lei si riveste e la festa riprende.

A notte inoltrata la gente comincia ad andarsene. Quando anche l’ultimo gruppetto se n’è andato, in casa rimaniamo solo io e Irene, di Francesca nessuna traccia.

Irene mi dice che sarà in bagno e ormai stanca si va a mettere a letto nella stanza di Francesca sul letto della sorella. Immaginando che Francesca dormirà nel suo letto vado verso la stanza dei suoi genitori.

Entro, la luce è accesa. Francesca è stesa a letto a pancia sotto. Dorme. Il vestito è alzato ed è senza mutandine. Un perizoma blu è buttato a terra. Mi incanto su quella visione. Ha le fossette di venere, cosa che a me ha sempre fatto impazzire. Culo piccolo e sodo e una fighetta bellissima completamente rasata. La osservo per un po’, mi viene duro. Poi mi sento un po’ una merda e me ne vado lasciandola lì.

Vado in bagno e ci trovo Niccolò in ginocchio con la testa nel water. Ma che cazzo di serata. Lo aiuto a riprendersi. Quando sta meglio mi racconta che Francesca gli ha chiesto di scopare, sono andati in stanza dei genitori di lei, hanno iniziato a spogliarsi, lui si è steso sul letto e lì ha sentito lo stomaco ribaltarsi per l’alcol ingerito. È corso in bagno a sboccare abbandonando li Francesca.

Ci facciamo due risate. Una bella storia da raccontare. Non sapevamo che la vera storia da raccontare doveva ancora venire.

Niccolò si mette a dormire sul divano, a me a questo punto resta il letto di Francesca nella stanza dove Irene sta già dormendo ormai da un pezzo.

Mi sveglio, guardo l’orologio. Mezzogiorno. Anche Irene è sveglia.
-ciao ire buongiorno, andiamo a fare colazione?-
- ci facciamo una siga prima?-
-ok-.
Se ci penso ora che ho smesso di fumare mi faccio schifo da solo al pensiero che spesso fumavo appena sveglio a stomaco vuoto.

Andiamo in sala e troviamo un’altra scena epica: Francesca e Niccolò sono seduti sul divano e lei, ancora con il vestito verde della sera prima è piegata su di lui e gli sta facendo un pompino. Entrambi si accorgono di noi ma vanno avanti senza fare una piega.

Io e Irene andiamo in balcone, fumiamo e quando rientriamo Francesca è messa sopra Niccolò, ha ancora il vestito addosso ma capisco immediatamente che ha anche il cazzo di Niccolò piantato nella figa. Niccolò mi fa segno di avvicinarmi, io lo faccio e mi metto a fianco a loro in piedi.
-Io te l’avevo detto che la fra è una troia-. Francesca si mette a ridere. Muove il bacino su Niccolò e mentre lo fa sorride. Si vede che le piace proprio scopare, che si gode quel cazzo che le scivola dentro.

Mi guarda, avvicina le mani verso di me e inizia a slacciarmi i pantaloni. Io la aiuto, mi abbassa i boxer e inizia a prendermelo in bocca.

Mi fa un pompino magistrale mentre continua a cavalcare con piacere Niccolò. In tutto questo Irene si siede su una poltrona della sala e per un po’ ci osserva, fino a quando si alza e va in cucina.

Passa poco finché abbia l’orgasmo. Non le dico niente e inizio a sborrarle in bocca, lei accoglie il mio seme come se avesse sete e quella fosse una bevanda dissetante.

Vado in bagno e mentre sono lì a lavarmi sento lei avere un orgasmo.

Dopo qualche minuto arriva Niccolò in bagno, ci facciamo un sorriso che dice tutto.

Vado in cucina, trovo Irene e Francesca che stanno preparando una colazione/pranzo con Irene che è completamente nuda.

Come nulla fosse resta così: cucina, gira per la casa, chiacchiera come mamma l’ha fatta.

Mangiamo, lei sempre nuda. Niccolò e Irene discutono di una verifica che avranno il giorno dopo al rientro a scuola. Niccolò si è perso del materiale. Vanno a casa di Irene per fare delle copie e io e Francesca rimaniamo soli.

Sistemiamo la cucina, lei sempre nuda, poi come niente fosse mi prende la mano -ti va di scoparmi?-
ricordo ancora esattamente che non disse scopare ma scoparmi. Io le dissi di sì, un’altra che fa domande ovvie.

Tenendomi per mano mi conduce in camera dei suoi. Si mette a pecora sul letto, inarca la schiena, mostrandomi per bene il culo aperto, come un biglietto d’invito per spaccarla.

Visione stupenda, mi tolgo i vestiti, mi avvicino al letto e appoggio il cazzo sulla sua figa. Lo striscio un po’ finché sento che si bagna, quindi lo affondo dentro.

Mi avvolge calda, bagnata, una bella figa larga ma accogliente. Comincio a sbatterla si sentono i miei colpi, lei si lascia andare appoggiando il viso al letto, sorride come prima con Niccolò, se lo gode tutto.

La scopo così per un po’ poi in un momento in cui la sto sbattendo con foga sento la sua voce
-scopami il culo, dai scopami il culo-
non me lo faccio certo ripetere. Esco, appoggio il cazzo sull’ano inizio ad affondare. Il pene è un po’umido ma non certo lubrificato eppure scivola dentro senza troppa difficoltà. Lei si lascia andare ad un urlo di piacere. Inizio a scoparla così, godiamo entrambi, poi mentre glielo affondo sento che mi dice
-ora rimettinelo nella figa che vengo-. Glielo risbstto nella fighetta che è ancora morbida e bagnata.
-Vengo, vengo!-
sento il suo orgasmo, sentirla godere fa innescare anche il mio. Mi levo, lei intuisce, in un secondo è con la faccia davanti al mio cazzo, le sborro sugli occhi e sulla bocca.

Ci ripuliamo in bagno, lei si riveste, giusto in tempo prima che tornino Niccolò e Irene.

Il pomeriggio facciamo un po’di chiacchiere tutti e quattro poi ognuno torna a casa.

Qualche mese dopo Francesca si è fidanzata ed oggi dopo quindici anni è sposata con quel ragazzo.

Sono certo sia uno dei più grandi cornuti al mondo. Ogni tanto però mi piace pensare che dopo essersi fidanzata con lui sia sempre stata fedele e che la mia esperienza con lei sia stata tipo il canto del cigno di una stupenda troia.
 

Luca_Ge

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Ciao sto seguendo e leggendo con piacere i tuoi racconti.
Trovo tu scriva molto bene, uno stile diretto ed efficace che rende al meglio le situazioni, condendole con i tuoi pensieri. La cosa che trovo migliore è che ciò per cui li leggo con interesse non è tanto la descrizione del sesso che hai fatto, ma di come sono nate le situazioni che descrivi!
Per quanto mi riguarda... complimenti e grazie per il tempo che dedichi a condividere le tue memorie!
 
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Captain Achab

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Ciao sto seguendo e leggendo con piacere i tuoi racconti.
Trovo tu scriva molto bene, uno stile diretto ed efficace che rende al meglio le situazioni, condendole con i tuoi pensieri. La cosa che trovo migliore è che ciò per cui li leggo con interesse non è tanto la descrizione del sesso che hai fatto, ma di come sono nate le situazioni che descrivi!
Per quanto mi riguarda... complimenti e grazie per il tempo che dedichi a condividere le tue memorie!
Grazie mille per i complimenti
 
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Captain Achab

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CAPITOLO 4 – ANGELICA

Sessualmente la storia con angelica non ha niente di particolare, la racconto perché avviene in quella fase, appena dopo la lezione di pompini con Laura in cui mi stavo risvegliando ma ancora non abbastanza.

Angelica era una compagna di classe di Niccolò e Irene, che in realtà era un po’ la mia perché passavo tutto il mio tempo fuori dalla classe con loro.

Alta circa 165, capelli lisci lunghi biondo scuro. Viso carino e un bel fisico magro con una terza di seno. La cosa che più mi eccitava di Angelica era che fosse spesso molto ‘nuda’, si vestiva con lo stretto indispensabile.

La sua classica tenuta a scuola era canotta scoperta sulla schiena e con la pancia di fuori e jeans a vita bassissima, talmente bassa che talvolta capitava addirittura di vedere spuntare dai jeans qualche pelo. Insomma quell’abbigliamento su un corpo così era veramente un bel vedere.

Eravamo un gruppo di amici molto unito. Capita che nel giugno in cui io feci la mia ‘lezione’ con Laura, lei si fidanzò con Marco, un ragazzo del nostro gruppo di amici.

Passa l’estate, arriviamo a settembre e nei primissimi giorni a Milano ci siamo io, lei e pochi altri. Usciamo tutto il giorno al parco o in centro e parliamo molto. Trascorrevamo le giornate insieme.

Durante questo tempo spesso mi diceva di essere in crisi perché si era resa conto che Marco non gli interessava così tanto ma che non voleva ferirlo. Dopo un po’ arrivò alla conclusione di lasciarlo ma solo quando lui sarebbe tornato a Milano, per farlo di persona.

Capita una sera che stiamo tornando a casa in autobus, tutti e due indossavamo un cappellino con visiera.

Arriva la mia fermata, mi sporgo verso di lei per darle il classico bacio sulla guancia. Le visiere dei nostri cappellini sbattono. A me la cosa fa sorridere e le do un altro colpo sbattendo di nuovo il cappellino contro il suo. Vedendomi piegarmi verso di lei anche lei si piega poi quando io le vado contro col cappellino si blocca come se non capisse cosa volessi fare.

La saluto, scendo dall’autobus e lì mi parte il replay di cosa era successo. Tipo VAR del calcio, mi rivedo l’ultimo minuto. Cazzo! Pensava la stessi baciando e si era sporta in avanti per rispondere al bacio. Ma che coglione. Ma come si fa ad essere così coglioni!

Niente, torno a casa, mi sento il peggio deficiente del mondo. Mi riprendo quando penso che avrei fatto una bastardata a Marco… però cazzo lei quanto mi arrapa.

Torna Marco, si mollano, comincia la scuola e non se ne fa nulla.

Un pomeriggio di ottobre ci fermiamo tutti a mangiare dopo scuola in un bar li vicino. Lei sempre con la sua mise molto leggera, bellissima. Mi si avvicina
-dopo pranzo mi accompagni a casa, devo prendere una cosa-
-ok-.

Non ero mai stato a casa sua, prendiamo un autobus e mi faccio condurre da lei. Arriviamo sotto un palazzo signorile abbastanza centrale a Milano. Entriamo e prendiamo l’ascensore, lei apre una porta e mi fa strada.

L’appartamento è completamente spoglio, dentro non c’è nulla.
-ma è vuoto?!-
- si è un appartamento che i miei affittano ma da qualche settimana non c’è più nessuno, noi abitiamo nella scala a fianco-.

Io sono un po’interdetto. Mi aveva detto che saremmo andati da lei a prendere una cosa che le serviva, che ci facciamo lì che non c’è nulla? E niente lei mi guarda e io ci penso e il mio io di oggi dice ‘a coglione svegliati che vuole scopare!’ ma io nulla. Lei va verso una camera, la seguo, c’è un materasso a terra. Ma niente, oh sono ancora un rincoglionito lì.

Fortuna che ci pensa lei, si sporge verso di me e mi bacia.

Passione assoluta, a me lei piaceva da morire. Ci baciamo e nel mentre ci spogliamo, via la canotta, via il reggiseno, tette bellissime, sode, lei mi spoglia completamente per prima, inizia a segarmi.

Mi fa stendere e mi fa un pompino. La faccio stendere io, sfilo pantaloni e mutande, fighetta pelosa ma curata, la tocco, dopo un po’si bagna, salgo su di lei al contrario e facciamo un 69 fantastico.

Mi stendo io, mi sale sopra e se lo infila dentro. Grande scopata bella, divertente, facciamo diverse posizioni, poi viene lei, poi vengo io sul quella pancia che a scuola scoperta tanto mi faceva arrapare.

Stiamo un po’ li abbracciati. Poi il giorno dopo ci parliamo, ci fidanziamo. Stiamo 4 mesi insieme, poi la passione si rompe e siamo giovani per fare evolvere un rapporto che tolta l’attrazione fisica era una bella amicizia ma soltanto quello.

Rimaniamo grandi amici fino alla fine del liceo. Poi non ci siamo più rivisti.
 

sormarco

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CAPITOLO 4 – ANGELICA

Sessualmente la storia con angelica non ha niente di particolare, la racconto perché avviene in quella fase, appena dopo la lezione di pompini con Laura in cui mi stavo risvegliando ma ancora non abbastanza.

Angelica era una compagna di classe di Niccolò e Irene, che in realtà era un po’ la mia perché passavo tutto il mio tempo fuori dalla classe con loro.

Alta circa 165, capelli lisci lunghi biondo scuro. Viso carino e un bel fisico magro con una terza di seno. La cosa che più mi eccitava di Angelica era che fosse spesso molto ‘nuda’, si vestiva con lo stretto indispensabile.

La sua classica tenuta a scuola era canotta scoperta sulla schiena e con la pancia di fuori e jeans a vita bassissima, talmente bassa che talvolta capitava addirittura di vedere spuntare dai jeans qualche pelo. Insomma quell’abbigliamento su un corpo così era veramente un bel vedere.

Eravamo un gruppo di amici molto unito. Capita che nel giugno in cui io feci la mia ‘lezione’ con Laura, lei si fidanzò con Marco, un ragazzo del nostro gruppo di amici.

Passa l’estate, arriviamo a settembre e nei primissimi giorni a Milano ci siamo io, lei e pochi altri. Usciamo tutto il giorno al parco o in centro e parliamo molto. Trascorrevamo le giornate insieme.

Durante questo tempo spesso mi diceva di essere in crisi perché si era resa conto che Marco non gli interessava così tanto ma che non voleva ferirlo. Dopo un po’ arrivò alla conclusione di lasciarlo ma solo quando lui sarebbe tornato a Milano, per farlo di persona.

Capita una sera che stiamo tornando a casa in autobus, tutti e due indossavamo un cappellino con visiera.

Arriva la mia fermata, mi sporgo verso di lei per darle il classico bacio sulla guancia. Le visiere dei nostri cappellini sbattono. A me la cosa fa sorridere e le do un altro colpo sbattendo di nuovo il cappellino contro il suo. Vedendomi piegarmi verso di lei anche lei si piega poi quando io le vado contro col cappellino si blocca come se non capisse cosa volessi fare.

La saluto, scendo dall’autobus e lì mi parte il replay di cosa era successo. Tipo VAR del calcio, mi rivedo l’ultimo minuto. Cazzo! Pensava la stessi baciando e si era sporta in avanti per rispondere al bacio. Ma che coglione. Ma come si fa ad essere così coglioni!

Niente, torno a casa, mi sento il peggio deficiente del mondo. Mi riprendo quando penso che avrei fatto una bastardata a Marco… però cazzo lei quanto mi arrapa.

Torna Marco, si mollano, comincia la scuola e non se ne fa nulla.

Un pomeriggio di ottobre ci fermiamo tutti a mangiare dopo scuola in un bar li vicino. Lei sempre con la sua mise molto leggera, bellissima. Mi si avvicina
-dopo pranzo mi accompagni a casa, devo prendere una cosa-
-ok-.

Non ero mai stato a casa sua, prendiamo un autobus e mi faccio condurre da lei. Arriviamo sotto un palazzo signorile abbastanza centrale a Milano. Entriamo e prendiamo l’ascensore, lei apre una porta e mi fa strada.

L’appartamento è completamente spoglio, dentro non c’è nulla.
-ma è vuoto?!-
- si è un appartamento che i miei affittano ma da qualche settimana non c’è più nessuno, noi abitiamo nella scala a fianco-.

Io sono un po’interdetto. Mi aveva detto che saremmo andati da lei a prendere una cosa che le serviva, che ci facciamo lì che non c’è nulla? E niente lei mi guarda e io ci penso e il mio io di oggi dice ‘a coglione svegliati che vuole scopare!’ ma io nulla. Lei va verso una camera, la seguo, c’è un materasso a terra. Ma niente, oh sono ancora un rincoglionito lì.

Fortuna che ci pensa lei, si sporge verso di me e mi bacia.

Passione assoluta, a me lei piaceva da morire. Ci baciamo e nel mentre ci spogliamo, via la canotta, via il reggiseno, tette bellissime, sode, lei mi spoglia completamente per prima, inizia a segarmi.

Mi fa stendere e mi fa un pompino. La faccio stendere io, sfilo pantaloni e mutande, fighetta pelosa ma curata, la tocco, dopo un po’si bagna, salgo su di lei al contrario e facciamo un 69 fantastico.

Mi stendo io, mi sale sopra e se lo infila dentro. Grande scopata bella, divertente, facciamo diverse posizioni, poi viene lei, poi vengo io sul quella pancia che a scuola scoperta tanto mi faceva arrapare.

Stiamo un po’ li abbracciati. Poi il giorno dopo ci parliamo, ci fidanziamo. Stiamo 4 mesi insieme, poi la passione si rompe e siamo giovani per fare evolvere un rapporto che tolta l’attrazione fisica era una bella amicizia ma soltanto quello.

Rimaniamo grandi amici fino alla fine del liceo. Poi non ci siamo più rivisti.
Ma come mai di queste amicizie scoperecce non se ne fa nulla una volta cresciuti.
 
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Ma come mai di queste amicizie scoperecce non se ne fa nulla una volta cresciuti.
Mah guarda per me i passaggi da una scuola all'altra o da un posto all'altro sono sempre dei tagli netti.
Mi sembra una cosa più o meno normale ma magari invece sono solo io così... Cioè tipo passaggio dal liceo all'università, con gli amici del liceo in maniera naturale piano piano finisce che non ci si vede più.
Anche con le ragazze... Alla fine nella situazione nuova ne conosci di nuove, sviluppi nuovi interessi e le altre te le dimentichi
 

sormarco

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Mah guarda per me i passaggi da una scuola all'altra o da un posto all'altro sono sempre dei tagli netti.
Mi sembra una cosa più o meno normale ma magari invece sono solo io così... Cioè tipo passaggio dal liceo all'università, con gli amici del liceo in maniera naturale piano piano finisce che non ci si vede più.
Anche con le ragazze... Alla fine nella situazione nuova ne conosci di nuove, sviluppi nuovi interessi e le altre te le dimentichi
Sarà così senz'altro
 
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Ciao. Guarito dal covid sono rientrato a tempo pieno nei miei impegni quotidiani. Cercherò di scrivere un paio di racconti entro la fine della settimana, mi fa piacere sapere che qualcuno li attende, grazie è un incoraggiamento a impiegare lì un po' del mio tempo :)
 

yankulosky

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Ciao. Guarito dal covid sono rientrato a tempo pieno nei miei impegni quotidiani. Cercherò di scrivere un paio di racconti entro la fine della settimana, mi fa piacere sapere che qualcuno li attende, grazie è un incoraggiamento a impiegare lì un po' del mio tempo :)
Mi fa piacere la tua guarigione!!! ciaooo
 
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CAPITOLO 5 – ELENA

Elena era una mia compagnia di classe. Come si è forse potuto intuire dai racconti precedenti, non avevo durante il liceo un grande rapporto con i miei compagni di classe preferendo altri giri di amicizie e così anche con lei la conoscenza era superficiale.

Alta circa 1,65, capelli mossi scuri, carnagione olivastra, occhi castani e un naso aquilino che la caratterizzava, dal mio punto di vista in negativo, non trovandolo molto bello. Corporatura normale, aveva una seconda di seno.

Ad un certo punto veniamo messi compagni di banco e stando a fianco otto ore al giorno iniziamo a conoscerci e tutto sommato nasce una simpatia. È il periodo in cui io sono fidanzato con Angelica. Inoltre siamo nell’età in cui si sta scoprendo il sesso e così ne parliamo spesso. Io le racconto un po’ di me e angelica, lei di un paio di ragazzi con cui è uscita e con cui ha fatto sesso orale ma si è fermata lì.

Dopo un po’ mi lascio con Angelica, passa il tempo e più il tempo passa più ho voglia di scopare e più ho voglia di scopare più il naso aquilino di Elena mi sembra il più bello del mondo.

La invito un giorno ad uscire insieme, lei accetta. Facciamo una seconda uscita e una terza in cui ci baciamo e ci fidanziamo. Onestamente non me ne fregava veramente nulla di stare con lei, non sono uno stronzo, di stare con lei, non di lei. Simpatica e caruccia ma io ci volevo solo scopare.

Durante scuola ogni tanto riusciamo ad appartarci da qualche parte, qualche sega e qualche ditalino. Dopo un po’ci confidiamo entrambi che abbiamo voglia di farlo.

L’occasione capita un pomeriggio dopo scuola in cui i genitori di elena erano entrambi bloccati a lavoro fino a tardi.

Andiamo a casa sua, mangiamo e ci mettiamo sul letto in camera sua dove iniziamo a baciarci.

Prendo l’iniziativa e le sfilo la maglietta, bel corpo, ho una voglia matta di scopare e nella mia mente le sue imperfezioni vengono cancellate e a me sembra di avere davanti la foto di Britney Spears mezza nuda che all’epoca nascondo in un cassetto della scrivania. Sfilo il reggiseno, belle tettine con un capezzolo di dimensioni medie, scuro, inizio a leccarle.

Lei mi sfila la maglietta, i pantaloni, i boxer, lo prende in mano e inizia dolcemente a segarlo, lo sguardo soddisfatto, sembrava non aspettare altro da tempo.

Mi fa sdraiare a pancia in su, porta la faccia in fondo e lo prende in bocca. Succhia famelica, un bel pompino.

La prendo per i fianchi spingendola a mettersi a 69 su di me. Mentre continua a pompare le sfilo i pantaloni. Mi ritrovo in faccia il suo culo messo a 90 su di me.

Indossa un perizoma bianco. Una visione stupenda, la parte centrale è già bagnata e si intravede il pelo che mi aspetterà sotto.

Sfilo il perizoma, le sue labbra cercano la mia bocca prima che lo faccia io. La mia lingua trova tutto già bagnato e pieno di umori e al primo colpo di lingua inizia a gemere di piacere.

Continuiamo così per un buoni 5 minuti poi lei si gira e si mette a cavalcioni su di me, prende il cazzo in mano, lo accompagna verso le sue labbra e inizia a strusciarlo sulla figa bagnata. Lo scorre lungo il clitoride e geme di piacere guardandomi con una voglia assurda.
-Prendi il preservativo, voglio farlo-.

Allungo le mani verso i pantaloni per prendere il portafoglio mentre lei continua a strusciarsi il cazzo sulla figa con dolci suoni di godimento.

Lo apro, niente. Cerco in un’altra tasca, niente ancora. Lo ribalto da cima a fondo ma nulla. Porca troia che cazzone, ma la prima cosa da fare stamattina era controllare di avere i goldoni, ma che coglione.
-Mi spiace cazzo me li sono dimenticati-. Lei è visivamente delusa e si ferma.

Non voglio che la cosa muoia così, prendo il cazzo e comincio a ripassarglielo sulla figa. È ancora fradicia. Riprende a gemere.
-smettila dai non resisto-
-non voglio che resisti, facciamolo senza, sto attento-
- no, così non me la sento, si continua-

Lo riprende lei in mano e inizia nuovamente a passarlo sulla figa, mi sbrodola sopra abbondantemente, sentirlo scivolare così tra il clito e le labbra è una goduria.

Poi lentamente allunga il percorso facendolo scivolare oltre la figa. In pochi minuti se lo sta passando dal clitoride fino al culo, avanti e indietro continuando a gemere, continuando a dirmi che mi vuole, che vuole scopare.

Il suo culo piano piano si bagna a furia di passarlo con la mia cappella che trasporta gli umori raccolti qualche centimetro prima sulla figa ormai completamente slabbrata.

Continua così per cinque minuti, gode, penso si stia masturbando con il mio cazzo e la lascio fare. Poi ad un certo punto inizia a soffermarsi un po’di più con la cappella appoggiata sull’ano, finché mi guarda e dice
– ti va di mettermelo nel culo?-.

Io sono un po’ basito
-ma sei sicura?-
- si ti voglio dentro di me-.
Sono un po’ insicuro, penso ' cioè veramente pur di fare qualcosa oggi vuoi farti sverginare il culo prima della figa? E da me che onestamente dai lo sappiamo che fra qualche mese ci molliamo’
-sicura, sicura?-,
se lo passa intorno all’ano
-si, proviamo-.

Non abbiamo nemmeno lubrificanti. Penso un attimo. Ricordo la prima esperienza anale con la mia prima fidanzata. Nella foga le avevo sverginato il culo a pecorina. Trovando opposizione avevo spinto forte e l’avevo letteralmente sfondata. Aveva cacciato un urlo e non aveva più voluto rifarlo.

Le dico di sdraiarsi a pancia sotto e di cercare di tenere i muscoli morbidi. Il cazzo è pieno dei suoi umori, lo bagno ancora un po’con la saliva che passo un po’anche intorno al suo stupendo buchino. Spero che basti per non farle male.

Appoggio il cazzo sul buco. Lascio andare il peso del corpo su di lei . Il cazzo la penetra. Sono dentro per un terzo quando con le mani stringe il lenzuolo e fa una smorfia di dolore. Ma ormai io sono troppo eccitato e continuo la penetrazione finché non arrivo in fondo.

Lei è sofferente, fa qualche lieve lamento. -mi fermo?-
- no vai avanti-.

Ne viene fuori una cosa davvero eccitante. Io inizio un lento e dolce su e giù godendomi appieno quel buchetto strettissimo. Lei fa piccoli gemiti di dolore e smorfie ma non mi dice mai di fermarmi come se quella piccola sofferenza quasi la desiderasse. Alla fine sembra quasi iniziare ad avere un piccolo godimento.

Le vengo copiosamente sul sedere. Ci laviamo e ci rivestiamo. Ne parliamo un po’. Mi dice che le ha fatto male ma che voleva a tutti i costi avermi dentro di sé e mi conferma che verso la fine quando scivolava più fluidamente aveva anche iniziato a godere. Io mi sento un po’ una merda sapendo in cuore mio di non avere alcun interesse oltre all’attrazione fisica ma poi a casa penso ‘sticazzi me lo ha chiesto lei’.

Stiamo insieme per un po’, mi pare 4/5 mesi. Tutto sommato relazione piacevole anche dal punto di vista non sessuale, finché è durata. Abbiamo avuto diversi doposcuola insieme in cui ovviamente non ho mai più dimenticato il preservativo. Spesso ma non sempre abbiamo ripetuto l’anale.

Verso la fine dell’anno l’ho lasciata, la cosa si stava facendo lunga e io non volevo prenderla in giro. Lei poi ha cambiato scuola dall’anno dopo. Negli anni successivi è capitato di rincontrarsi per via di amicizie comuni ma sempre più di rado.
 
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Captain Achab

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CAPITOLO 6 – DANIELA

Ultimo capitolo di questo secondo volume concentrato sugli anni del liceo, l’ho lasciato in fondo perché dal mio punto di vista è stata l’esperienza migliore. Beh per iniziare bisogna fare un passo indietro e tornare all’inizio del capitolo 3…

Sono seduto al bar del liceo insieme a Niccolò, il mio migliore amico. Arrivano due ragazze insieme e lui a bassa voce mi fa
-ecco le due troie della scuola-.

La prima, una sua compagna di classe, si chiamava Daniela. La seconda, Francesca era una mia compagnia di classe, protagonista appunto del terzo capitolo.

Daniela era una ragazza molto carina. Alta circa 1.70, capelli lisci castani, occhi verdi e un bel fisico con una terza di seno.

Beh siamo li al bar e dopo avermi raccontato le storie che girano a scuola su Francesca, Niccolò passa a quelle su Daniela. Tra le varie mi dice giri voce che abbia un tatuaggio sul pube con la scritta ‘game room’ e che una volta si fosse trovata in vacanza in un hotel dove c’era una squadra giovanile di pallavolo in ritiro e che si fosse scopata tutta la squadra. Quest’ultima storia mi sembrava davvero esagerata ma Niccolò era un suo compagno di classe e amico, un fondo di verità doveva esserci.

Passano le settimane e la festa di compleanno di Francesca e un giorno verso fine di novembre arrivo al bar della scuola e trovo a un tavolino Niccolò e Daniela. Mi siedo con loro. Stanno organizzando di passare capodanno insieme a Praga, solo loro due perché tutti gli altri nel gruppo di amici sono già impegnati. Mi vedono interessato e mi propongono di unirmi. Accetto volentieri e nei giorni successivi organizziamo il viaggio, partenza il pomeriggio del 29 dicembre e ritorno la mattina del 2 gennaio.

Arriva il giorno della partenza e sono molto gasato perché è uno dei primi viaggi che faccio da solo. Non ho veramente in testa nulla di sessuale, la situazione non mi sembra ideale in realtà mi aspetto però di divertirmi molto e questo basta.

Partiamo da Malpensa e in tarda serata arriviamo nell’appartamento che abbiamo affittato a Praga. Fin dal viaggio l’atmosfera è piacevole, Niccolò è un grande amico e con Daniela mi trovo bene.

Appena arrivati lasciamo i bagagli e raggiungiamo il centro città. Già al secondo angolo della via principale veniamo fermati da 2 ragazzi italiani che ci offrono fumo e ci lasciano la brochure di una piccola ‘spa’ nel centro città. Vedendoci con una ragazza spingono molto perché andiamo il giorno dopo alla spa, offrendoci mega sconti e promettendoci trattamenti di favore. Compriamo un po’di roba da fumare ma rifiutiamo gentilmente l’invito alla spa.

Facciamo un giro in centro, beviamo una birra e torniamo a casa. Come primo contatto va bene così.

La casa è un monolocale con un letto matrimoniale e uno singolo. Io e Niccolò dormiamo insieme nel matrimoniale. Il clima è rilassato, al momento di metterci a letto tutti e 3 giriamo per l’appartamento e per il bagno in intimo senza problema. Daniela ha un gran bel fisichino e senza dare troppo nell’occhio me lo gusto per bene.

Il primo giorno facciamo una classica giornata di turismo, visita al centro, il campanile, la cattedrale, qualche museo. Rimaniamo fuori la sera, aperitivo, qualche canna e birra a fiumi dopo cena.

Torniamo a casa abbastanza brilli, ci mettiamo a letto e parliamo ancora un po’. Qualche inibizione è un po’saltata e ad un certo punto guardo Daniela
– ma è vero che una volta ti sei scopata un' intera squadra di pallavolo?-.
Lei non prende male la domanda e mi racconta che era in vacanza con la sua famiglia e che si annoiava a morte. Passava le giornate a leggere chiusa in camera in hotel. Dopo qualche giorno era arrivata a fare una specie di ritiro questa squadra di ragazzi della nostra età. L’avevano notata in sala da pranzo e un paio di loro l’avevano avvicinata. Lei, che mi rendevo conto era un po’una mia versione al femminile, cioè una che scopare le piaceva proprio e che cercava dove ne vedeva la possibilità di creare l’occasione per farlo, alla fine dopo qualche giorno di conoscenza aveva proposto ai ragazzi di scopare con tutti. Ci tenne però a specificare che non tutti in una volta ma che per farsi passare appunto quei giorni noiosissimi, come fosse una escort aveva schedulato un programma di appuntamenti con i ragazzi e da quel momento fino alla fine della vacanza ,uno alla volta aveva scopato con tutti e 12.

Dopo quel racconto mi trovai improvvisamente col cazzo in tiro. Comincia a pensare. Non potevo stare 4 giorni a Praga con una del genere e non scoparci, dall’altra parte non volevo rovinare l’atmosfera, c’era anche Niccolò e se si fosse creata qualche incomprensione i giorni seguenti sarebbero stati difficili. Risolvo andando in bagno a farmi una sega, mi immagino lei, però nella mia immaginazione i ragazzi sono 12 tutti insieme e uno sono io. Faccio quello che devo fare e mi metto a dormire.

La mattina dopo ci svegliamo abbastanza presto perché il programma prevede di rientrare a casa la sera per prepararci per il Capodanno. La giornata trascorre serena, visitiamo il museo del sesso dove Daniela è molto interessata ai diversi giochini esposti e come da programma torniamo nel nostro appartamento.

Io sono sempre stato fin da ragazzino un tipo abbastanza elegante. Mi metto tutto in tiro con camicia e giacca. Niccolò indossa invece una tuta sportiva.
-dai Nico non vorrai mica fare capodanno in tuta?-
- fidati che con questa si scopa sempre-
-sarà…-.
Esce dal bagno Daniela, uno schianto, vestito aderente nero, sopra accollato ma sotto cortissimo che risalta il suo bel fisico.

Andiamo in centro, cena in un ristorante in cui ormai eravamo di casa, pub, fuochi d’artificio sul ponte e poi a ballare in una enorme discoteca su più piani.

Ci dividiamo perdendoci di vista, ognuno esplora i diversi piani e le sale. Incredibile ma ad un piano becco anche il figlio del proprietario del locale del paesino in montagna dove facevamo le feste con Ludovica e Michela (volume 1) anche lui li a fare capodanno con degli amici. Parliamo un po’poi mi metto a rigirare.

Trovo Daniela, è in mezzo ad una pista molto affollata con un ragazzo. La squadro meglio. Si stanno baciando e lui ha una mano infilata sotto il vestito di lei. Dalle espressioni la sta palesemente masturbando.

Ottimo, target perso. Il mio dubbio si è risolto da solo non facendo un cazzo e perdendola. Coglione.

Vabbè è andata così, cerco Niccolò e lo trovo che parla con due ragazze molto carine. Grande Nico e la sua tuta. Sono brasiliane, di quelle chiaramente di origine europee, bionde e con la carnagione chiara. Parliamo, balliamo. Niccolò ne bacia una ma io sono come bloccato. Non sono concentrato sulla situazione. Continuo a pensare a daniela che sarà da qualche parte a scopare con quello e che invece vorrei scoparmi io.

A notte inoltrata ci ritroviamo fuori. Daniela è con il ragazzo con cui l’avevo vista. È israeliano, si chiama Natan e non si presenta bene dato che mi fa la classica battuta del cazzo
– italiano eh? Pizza e mafia eh?-
penso ‘non mi fai ridere per un cazzo coglione’ ma faccio una risatina fintissima.

Si riprende poi nel corso delle ore rivelandosi tutto sommato simpatico. Vive a Praga da 4 anni e lavora per un locale ma quella sera ha il turno libero. Ci porta in un pub dove rimaniamo fino a mattina. Salutiamo le brasiliane e poi lui e torniamo a casa. Sul tragitto del ritorno cercando di non mostrare il mio disappunto chiedo a Daniela se è successo qualcosa tra loro.
– abbiamo scopato in un bagno. E voi con le due ragazze?-
- ehm niente, Nico ne ha baciata una, io nulla-.
Tra virgolette ‘perchè sono un coglione che pensava a te mentre tu ti facevi sbattere da quello in un bagno’.

Il giorno dopo ci alziamo che sono le quattro del pomeriggio. Daniela dice che ha ricevuto un messaggio da Natan, che ci invita a fare la serata dopocena nel locale dove lavora.

Ci vestiamo, io più o meno sulla falsa riga della sera prima, anche Niccolò più elegante mentre Daniela mette dei jeans a vita molto bassa e una semplice maglietta aderente che lascia la pancia un po’scoperta.

Andiamo ancora fuori a cena e poi in una birreria. Verso la mezzanotte andiamo verso il locale indicatoci da Natan.

Arrivati lì fuori ci rendiamo conto trattasi di un night club. Daniela ci dice che lo sapeva e che aveva immaginato per noi non fosse un problema. Ovviamente no e c’è da chiederlo? Poi ci guarda con un sorriso malizioso
– dai che vi faccio entrare e consumare gratis tutta la sera-.

In effetti Natan viene a prenderci fuori e ci fa entrare saltando la cassa, ci indica un tavolino e ci fa arrivare dei drink. Il locale è particolare non è un puro night ma lo chiamerei più una disco night.

Da una parte c’è un palco con spogliarelliste che fanno spettacoli, ma dalla parte opposta un pista da ballo normalissima con un dj e clienti che si divertono e ballano totalmente disinteressati delle spogliarelliste. Ci sono anche diverse ragazze .

Beviamo, usciamo a fumare una canna, beviamo ancora e ci ritroviamo tutti e tre a ballare e divertirci in mezzo alla pista.

Verso le due arriva Natan, dice che ha finito il suo turno e si mette li a divertirsi con noi.

Le cose tra lui e Daniela si scaldano, cominciano a baciarsi. Daniela è palesemente su di giri, ubriaca marcia.

Si baciano, si toccano, lui inizia in mezzo alla pista a toccarle vistosamente le tette finché lei come fosse la cosa più normale del mondo si toglie la maglietta rimanendo li in reggiseno.

In men che non si dica l’attenzione della pista è su di lei che inizia a ballare con movenze sensuali e mandare sorrisi non solo a Natan.

Ancora una volta mi rendo conto della sua indole. Per fare una cosa del genere è palesemente ubriaca, altrimenti non riuscirebbe a rompere le inibizioni così facilmente ma si sta anche divertendo. Le piace che l’attenzione sia su di lei, le piace che gli altri intorno la vedano come una preda sessuale.

Continua a ballare per qualche minuto finché non comincia a giocare con le spalline del reggiseno. Io penso ‘non lo fa, no non lo fa, dai non lo farà mai… cazzo lo ha fatto', si slaccia il reggiseno e rimane con le tette di fuori. Belle, sode come le hanno a diciotto anni, con un bel capezzolo perfettamente tondo che sembra disegnato.

Scattano gli ululati della gente, i fischi, penso che forse si sta esagerando poi mi dico ‘sticazzi divertiti e non rompere i coglioni', mi rilasso e mi godo lo spettacolo.

Lei continua a ballare con i ragazzi che ormai la circondano. Ad un certo punto Natan la prende per mano e la fa salire sul palco dove ci sono le spogliarelliste.

Lei con una naturalezza incredibile inizia un balletto sexy. Le ragazze sul palco si fermano e la guardano applaudendo e incitandola.

Si slaccia i pantaloni e li lascia cadere. Indossa un perizoma verde che è veramente un filo sottilissimo. Balla lì per un po’ facendo sguardi ammiccanti al suo pubblico che ormai comprende buona parte della popolazione maschile del locale.

Dopo qualche minuto cambia la musica, si ferma e scende. Raccoglie i vestiti e va verso un bagno. Ritorna vestita e si siede al nostro tavolo dove magicamente compaiono 3 drink.

Ci mettiamo li, ci complimentiamo per lo spettacolo, lei ride. Durante la serata diversi ragazzi vengono al nostro tavolo cercando di abbordarla ma lei lascia intendere che la festa è finita. Anche Natan viene convinto di riscuotere una ricompensa replicando la scopata della notte prima ma lei lo rimbalza e ce ne andiamo.

Arriviamo a casa siamo ancora tutti e 3 molto su di giri. Ci mettiamo nel letto matrimoniale a chiacchierare e bere da una bottiglia di gin. Ad un certo punto Nico le fa
-beh bello spettacolo che hai fatto, potresti concederci il bis-
- non so se ve lo meritate-.
Intervengo io
– beh se lo meritavano tutti quelli del locale per noi che siamo amici un piccolo privè potresti farlo in effetti-.

Lei si alza, si mette di fronte al letto e ricomincia a ballare con movenze sensuali. Ci guarda, si morde le labbra, si spoglia fino a rimanere ancora in perizoma.

Balla ancora un po’ poi si ferma, fa per riprendere i vestiti ma ormai sono entrato in modalità bomber. Questo è un gol a porta vuota, non posso sbagliarlo.
– fino a qui sei arrivata anche al locale, per noi potresti fare qualcosa di più-

Lei ci guarda con fare da porca, come a dire ‘accetto la sfida’ e fissandoci si sfila il perizoma.

È lì che lo vedo, la figa completamente rasata e curatissima e il tatuaggio ‘game room’.

Riprende il balletto, si gira e si mette a fare una specie di lento twerk, prima ancora che il termine fosse coniato, mostrandoci perfettamente entrambi i suoi buchi.

Niccolò si alza, la prende alle spalle, la abbraccia, bacia il collo e le prende le tette. Con lo sguardo mi fa segno di venire. Mi avvicino, la bacio e le infilo una mano tra le gambe iniziando a massaggiare il clitoride. Lei inizia a gemere subito di piacere.

Ci spogliamo e senza neanche rendermene conto mi ritrovo sul letto con lei che mi sta cavalcando il cazzo mentre spompina Niccolò.

Una vera macchina da sesso, era lei la padrona della situazione che ci guidava e ci diceva cosa farle.

Proviamo di tutto, dall’anale, ai due cazzi insieme nella figa, sopra, sotto a pecorina. Un’ora circa di gran sesso. Lei orgasma un paio di volte poi io le vengo in faccia e qualche minuto dopo anche Niccolò fa lo stesso.

Ci addormentiamo veramente sfiniti.

La mattina dopo ci svegliamo tardissimo e riusciamo a prendere il volo di ritorno per un pelo.

Finisce il liceo e non ci si vede più molto. Niccolò va a studiare a Los Angeles mente Daniela in Olanda. So che oggi vive ancora lì.
 

sormarco

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CAPITOLO 6 – DANIELA

Ultimo capitolo di questo secondo volume concentrato sugli anni del liceo, l’ho lasciato in fondo perché dal mio punto di vista è stata l’esperienza migliore. Beh per iniziare bisogna fare un passo indietro e tornare all’inizio del capitolo 3…

Sono seduto al bar del liceo insieme a Niccolò, il mio migliore amico. Arrivano due ragazze insieme e lui a bassa voce mi fa
-ecco le due troie della scuola-.

La prima, una sua compagna di classe, si chiamava Daniela. La seconda, Francesca era una mia compagnia di classe, protagonista appunto del terzo capitolo.

Daniela era una ragazza molto carina. Alta circa 1.70, capelli lisci castani, occhi verdi e un bel fisico con una terza di seno.

Beh siamo li al bar e dopo avermi raccontato le storie che girano a scuola su Francesca, Niccolò passa a quelle su Daniela. Tra le varie mi dice giri voce che abbia un tatuaggio sul pube con la scritta ‘game room’ e che una volta si fosse trovata in vacanza in un hotel dove c’era una squadra giovanile di pallavolo in ritiro e che si fosse scopata tutta la squadra. Quest’ultima storia mi sembrava davvero esagerata ma Niccolò era un suo compagno di classe e amico, un fondo di verità doveva esserci.

Passano le settimane e la festa di compleanno di Francesca e un giorno verso fine di novembre arrivo al bar della scuola e trovo a un tavolino Niccolò e Daniela. Mi siedo con loro. Stanno organizzando di passare capodanno insieme a Praga, solo loro due perché tutti gli altri nel gruppo di amici sono già impegnati. Mi vedono interessato e mi propongono di unirmi. Accetto volentieri e nei giorni successivi organizziamo il viaggio, partenza il pomeriggio del 29 dicembre e ritorno la mattina del 2 gennaio.

Arriva il giorno della partenza e sono molto gasato perché è uno dei primi viaggi che faccio da solo. Non ho veramente in testa nulla di sessuale, la situazione non mi sembra ideale in realtà mi aspetto però di divertirmi molto e questo basta.

Partiamo da Malpensa e in tarda serata arriviamo nell’appartamento che abbiamo affittato a Praga. Fin dal viaggio l’atmosfera è piacevole, Niccolò è un grande amico e con Daniela mi trovo bene.

Appena arrivati lasciamo i bagagli e raggiungiamo il centro città. Già al secondo angolo della via principale veniamo fermati da 2 ragazzi italiani che ci offrono fumo e ci lasciano la brochure di una piccola ‘spa’ nel centro città. Vedendoci con una ragazza spingono molto perché andiamo il giorno dopo alla spa, offrendoci mega sconti e promettendoci trattamenti di favore. Compriamo un po’di roba da fumare ma rifiutiamo gentilmente l’invito alla spa.

Facciamo un giro in centro, beviamo una birra e torniamo a casa. Come primo contatto va bene così.

La casa è un monolocale con un letto matrimoniale e uno singolo. Io e Niccolò dormiamo insieme nel matrimoniale. Il clima è rilassato, al momento di metterci a letto tutti e 3 giriamo per l’appartamento e per il bagno in intimo senza problema. Daniela ha un gran bel fisichino e senza dare troppo nell’occhio me lo gusto per bene.

Il primo giorno facciamo una classica giornata di turismo, visita al centro, il campanile, la cattedrale, qualche museo. Rimaniamo fuori la sera, aperitivo, qualche canna e birra a fiumi dopo cena.

Torniamo a casa abbastanza brilli, ci mettiamo a letto e parliamo ancora un po’. Qualche inibizione è un po’saltata e ad un certo punto guardo Daniela
– ma è vero che una volta ti sei scopata un' intera squadra di pallavolo?-.
Lei non prende male la domanda e mi racconta che era in vacanza con la sua famiglia e che si annoiava a morte. Passava le giornate a leggere chiusa in camera in hotel. Dopo qualche giorno era arrivata a fare una specie di ritiro questa squadra di ragazzi della nostra età. L’avevano notata in sala da pranzo e un paio di loro l’avevano avvicinata. Lei, che mi rendevo conto era un po’una mia versione al femminile, cioè una che scopare le piaceva proprio e che cercava dove ne vedeva la possibilità di creare l’occasione per farlo, alla fine dopo qualche giorno di conoscenza aveva proposto ai ragazzi di scopare con tutti. Ci tenne però a specificare che non tutti in una volta ma che per farsi passare appunto quei giorni noiosissimi, come fosse una escort aveva schedulato un programma di appuntamenti con i ragazzi e da quel momento fino alla fine della vacanza ,uno alla volta aveva scopato con tutti e 12.

Dopo quel racconto mi trovai improvvisamente col cazzo in tiro. Comincia a pensare. Non potevo stare 4 giorni a Praga con una del genere e non scoparci, dall’altra parte non volevo rovinare l’atmosfera, c’era anche Niccolò e se si fosse creata qualche incomprensione i giorni seguenti sarebbero stati difficili. Risolvo andando in bagno a farmi una sega, mi immagino lei, però nella mia immaginazione i ragazzi sono 12 tutti insieme e uno sono io. Faccio quello che devo fare e mi metto a dormire.

La mattina dopo ci svegliamo abbastanza presto perché il programma prevede di rientrare a casa la sera per prepararci per il Capodanno. La giornata trascorre serena, visitiamo il museo del sesso dove Daniela è molto interessata ai diversi giochini esposti e come da programma torniamo nel nostro appartamento.

Io sono sempre stato fin da ragazzino un tipo abbastanza elegante. Mi metto tutto in tiro con camicia e giacca. Niccolò indossa invece una tuta sportiva.
-dai Nico non vorrai mica fare capodanno in tuta?-
- fidati che con questa si scopa sempre-
-sarà…-.
Esce dal bagno Daniela, uno schianto, vestito aderente nero, sopra accollato ma sotto cortissimo che risalta il suo bel fisico.

Andiamo in centro, cena in un ristorante in cui ormai eravamo di casa, pub, fuochi d’artificio sul ponte e poi a ballare in una enorme discoteca su più piani.

Ci dividiamo perdendoci di vista, ognuno esplora i diversi piani e le sale. Incredibile ma ad un piano becco anche il figlio del proprietario del locale del paesino in montagna dove facevamo le feste con Ludovica e Michela (volume 1) anche lui li a fare capodanno con degli amici. Parliamo un po’poi mi metto a rigirare.

Trovo Daniela, è in mezzo ad una pista molto affollata con un ragazzo. La squadro meglio. Si stanno baciando e lui ha una mano infilata sotto il vestito di lei. Dalle espressioni la sta palesemente masturbando.

Ottimo, target perso. Il mio dubbio si è risolto da solo non facendo un cazzo e perdendola. Coglione.

Vabbè è andata così, cerco Niccolò e lo trovo che parla con due ragazze molto carine. Grande Nico e la sua tuta. Sono brasiliane, di quelle chiaramente di origine europee, bionde e con la carnagione chiara. Parliamo, balliamo. Niccolò ne bacia una ma io sono come bloccato. Non sono concentrato sulla situazione. Continuo a pensare a daniela che sarà da qualche parte a scopare con quello e che invece vorrei scoparmi io.

A notte inoltrata ci ritroviamo fuori. Daniela è con il ragazzo con cui l’avevo vista. È israeliano, si chiama Natan e non si presenta bene dato che mi fa la classica battuta del cazzo
– italiano eh? Pizza e mafia eh?-
penso ‘non mi fai ridere per un cazzo coglione’ ma faccio una risatina fintissima.

Si riprende poi nel corso delle ore rivelandosi tutto sommato simpatico. Vive a Praga da 4 anni e lavora per un locale ma quella sera ha il turno libero. Ci porta in un pub dove rimaniamo fino a mattina. Salutiamo le brasiliane e poi lui e torniamo a casa. Sul tragitto del ritorno cercando di non mostrare il mio disappunto chiedo a Daniela se è successo qualcosa tra loro.
– abbiamo scopato in un bagno. E voi con le due ragazze?-
- ehm niente, Nico ne ha baciata una, io nulla-.
Tra virgolette ‘perchè sono un coglione che pensava a te mentre tu ti facevi sbattere da quello in un bagno’.

Il giorno dopo ci alziamo che sono le quattro del pomeriggio. Daniela dice che ha ricevuto un messaggio da Natan, che ci invita a fare la serata dopocena nel locale dove lavora.

Ci vestiamo, io più o meno sulla falsa riga della sera prima, anche Niccolò più elegante mentre Daniela mette dei jeans a vita molto bassa e una semplice maglietta aderente che lascia la pancia un po’scoperta.

Andiamo ancora fuori a cena e poi in una birreria. Verso la mezzanotte andiamo verso il locale indicatoci da Natan.

Arrivati lì fuori ci rendiamo conto trattasi di un night club. Daniela ci dice che lo sapeva e che aveva immaginato per noi non fosse un problema. Ovviamente no e c’è da chiederlo? Poi ci guarda con un sorriso malizioso
– dai che vi faccio entrare e consumare gratis tutta la sera-.

In effetti Natan viene a prenderci fuori e ci fa entrare saltando la cassa, ci indica un tavolino e ci fa arrivare dei drink. Il locale è particolare non è un puro night ma lo chiamerei più una disco night.

Da una parte c’è un palco con spogliarelliste che fanno spettacoli, ma dalla parte opposta un pista da ballo normalissima con un dj e clienti che si divertono e ballano totalmente disinteressati delle spogliarelliste. Ci sono anche diverse ragazze .

Beviamo, usciamo a fumare una canna, beviamo ancora e ci ritroviamo tutti e tre a ballare e divertirci in mezzo alla pista.

Verso le due arriva Natan, dice che ha finito il suo turno e si mette li a divertirsi con noi.

Le cose tra lui e Daniela si scaldano, cominciano a baciarsi. Daniela è palesemente su di giri, ubriaca marcia.

Si baciano, si toccano, lui inizia in mezzo alla pista a toccarle vistosamente le tette finché lei come fosse la cosa più normale del mondo si toglie la maglietta rimanendo li in reggiseno.

In men che non si dica l’attenzione della pista è su di lei che inizia a ballare con movenze sensuali e mandare sorrisi non solo a Natan.

Ancora una volta mi rendo conto della sua indole. Per fare una cosa del genere è palesemente ubriaca, altrimenti non riuscirebbe a rompere le inibizioni così facilmente ma si sta anche divertendo. Le piace che l’attenzione sia su di lei, le piace che gli altri intorno la vedano come una preda sessuale.

Continua a ballare per qualche minuto finché non comincia a giocare con le spalline del reggiseno. Io penso ‘non lo fa, no non lo fa, dai non lo farà mai… cazzo lo ha fatto', si slaccia il reggiseno e rimane con le tette di fuori. Belle, sode come le hanno a diciotto anni, con un bel capezzolo perfettamente tondo che sembra disegnato.

Scattano gli ululati della gente, i fischi, penso che forse si sta esagerando poi mi dico ‘sticazzi divertiti e non rompere i coglioni', mi rilasso e mi godo lo spettacolo.

Lei continua a ballare con i ragazzi che ormai la circondano. Ad un certo punto Natan la prende per mano e la fa salire sul palco dove ci sono le spogliarelliste.

Lei con una naturalezza incredibile inizia un balletto sexy. Le ragazze sul palco si fermano e la guardano applaudendo e incitandola.

Si slaccia i pantaloni e li lascia cadere. Indossa un perizoma verde che è veramente un filo sottilissimo. Balla lì per un po’ facendo sguardi ammiccanti al suo pubblico che ormai comprende buona parte della popolazione maschile del locale.

Dopo qualche minuto cambia la musica, si ferma e scende. Raccoglie i vestiti e va verso un bagno. Ritorna vestita e si siede al nostro tavolo dove magicamente compaiono 3 drink.

Ci mettiamo li, ci complimentiamo per lo spettacolo, lei ride. Durante la serata diversi ragazzi vengono al nostro tavolo cercando di abbordarla ma lei lascia intendere che la festa è finita. Anche Natan viene convinto di riscuotere una ricompensa replicando la scopata della notte prima ma lei lo rimbalza e ce ne andiamo.

Arriviamo a casa siamo ancora tutti e 3 molto su di giri. Ci mettiamo nel letto matrimoniale a chiacchierare e bere da una bottiglia di gin. Ad un certo punto Nico le fa
-beh bello spettacolo che hai fatto, potresti concederci il bis-
- non so se ve lo meritate-.
Intervengo io
– beh se lo meritavano tutti quelli del locale per noi che siamo amici un piccolo privè potresti farlo in effetti-.

Lei si alza, si mette di fronte al letto e ricomincia a ballare con movenze sensuali. Ci guarda, si morde le labbra, si spoglia fino a rimanere ancora in perizoma.

Balla ancora un po’ poi si ferma, fa per riprendere i vestiti ma ormai sono entrato in modalità bomber. Questo è un gol a porta vuota, non posso sbagliarlo.
– fino a qui sei arrivata anche al locale, per noi potresti fare qualcosa di più-

Lei ci guarda con fare da porca, come a dire ‘accetto la sfida’ e fissandoci si sfila il perizoma.

È lì che lo vedo, la figa completamente rasata e curatissima e il tatuaggio ‘game room’.

Riprende il balletto, si gira e si mette a fare una specie di lento twerk, prima ancora che il termine fosse coniato, mostrandoci perfettamente entrambi i suoi buchi.

Niccolò si alza, la prende alle spalle, la abbraccia, bacia il collo e le prende le tette. Con lo sguardo mi fa segno di venire. Mi avvicino, la bacio e le infilo una mano tra le gambe iniziando a massaggiare il clitoride. Lei inizia a gemere subito di piacere.

Ci spogliamo e senza neanche rendermene conto mi ritrovo sul letto con lei che mi sta cavalcando il cazzo mentre spompina Niccolò.

Una vera macchina da sesso, era lei la padrona della situazione che ci guidava e ci diceva cosa farle.

Proviamo di tutto, dall’anale, ai due cazzi insieme nella figa, sopra, sotto a pecorina. Un’ora circa di gran sesso. Lei orgasma un paio di volte poi io le vengo in faccia e qualche minuto dopo anche Niccolò fa lo stesso.

Ci addormentiamo veramente sfiniti.

La mattina dopo ci svegliamo tardissimo e riusciamo a prendere il volo di ritorno per un pelo.

Finisce il liceo e non ci si vede più molto. Niccolò va a studiare a Los Angeles mente Daniela in Olanda. So che oggi vive ancora lì.
Praticamente avete perso due notti di scopate pazze
 
OP
C

Captain Achab

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VOLUME 3 – LE TARDONE

In questo volume racconterò due esperienze con donne più grandi di me. Il primo capitolo sarà molto soft. Il secondo invece racconta di una vacanza di una settimana e lo pubblicherò diviso in sezioni.

CAPITOLO 1 – BEATRICE OVVERO LA PROF

Beatrice è stata la mia prof di italiano e latino dalla terza alla quinta liceo.

Aveva circa 55 anni ma ne dimostrava tranquillamente dieci di meno. Bionda, occhi nocciola, sempre abbronzata, aveva un gran bel fisico per la sua età.

Era la classica prof che vuole essere amica degli studenti. Ai cambi d’ora ci andavamo a fare una sigaretta insieme. Abitava nella mia zona e qualche volta mi aveva addirittura accompagnato a casa in macchina.

Finito il liceo capita che un giorno camminando per la zona la incontro. Ci fermiamo a parlare, mi chiede come sta andando l’università. Ci risalutiamo.

Qualche giorno dopo mi suona il telefono, è il suo numero. Rispondo e si scusa per il disturbo. Mi dice di essere a casa malata e che doveva necessariamente portare un pacco da spedire in posta. Si scusa nuovamente dicendomi che poiché abitavo li vicino a lei le ero venuto in mente. Onestamente non ho un cazzo di voglia di mettermi in coda alla posta ma non sto facendo nulla e non voglio essere scortese. Accetto e mi dirigo verso casa sua.

Quando arrivo mi apre la porta e trovo una visione pazzesca. Indossa una vestaglia di lino a fiori che le da un aspetto molto sensuale. Mi chiede se voglio un caffè. Accetto e lei va in cucina a prepararlo. Quando torna e si piega per passarmelo mi rendo conto che sotto la vestaglia non indossa nulla. La vestaglia è legata molto morbida e per qualche istante dalla scollatura vedo chiaramente le tettine completamente nude. Belle, una terza, chiaramente non come quelle a cui ero abituato delle mie coetanee, un po’raggrinzite ma comunque me le sarei leccate volentieri.

Beviamo il caffè poi lei mi dice di aspettarla che va in camera sua a prendere il pacco.

Dopo un minuto ancora non torna, allora mi alzo e vado verso la camera.

Trovo la porta socchiusa e vedo lei su una scaletta che armeggia per prendere il pacco sopra un armadio. Nel momento in cui arrivo è riuscita a prenderlo quindi non entro.

Tutto avviene in un secondo. Il pacco le scivola a terra, lei scende velocemente dalla scala, si piega per prenderlo e in quei movimenti il laccio della vestaglia che era solo chiuso ma non legato si slaccia.

Quando si rialza la vestaglia si apre lasciando il lato A completamente scoperto.

Era la prima volta che vedevo il corpo nudo di una donna molto più grande di me dal vivo. Me la ricordo ancora bellissima. Non aveva segno del costume sulle tette e anche la figa mostrava che fosse solita indossare costumi molto piccoli. Aveva un boschetto molto curato. Un corpo magro ma chiaramente segnato dal tempo che mi eccitò come pochi. Ancora adesso a ricordarmelo mi viene duro.

Non so se fu tutto un incidente o se fu organizzato, lei sembrava convinta che nessuno la stesse guardando (o forse convinta che la stessi guardando). Non si chiuse subito. Prese un foglio, penna, forbice e scotch. Compilò l’etichetta, la incollò al pacco, tutto questo con la vestaglia aperta.

Finito si chiuse la vestaglia e prese il pacco. A passo svelto ma senza farmi sentire tornai in sala.

Apparve lei
– scusa se ci ho messo un po’-
- nessun problema prof-.

Presi il pacco, andai in posta e quando fu il mio turno le mandai un messaggio di conferma dell’invio. Lei mi rispose ringraziandomi.

Tornato a casa e per i giorni seguenti le tributai una quantità di seghe infinita.

Non seppi mai se fu un incidente o se lo fece apposta. Forse è stata la più grande occasione persa della mia vita. Forse no. È andata così, in quel momento mi mancò il coraggio e la prontezza di reazione. Non era da me, ma è successo.
 

leofuoco

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CAPITOLO 6 – DANIELA

Ultimo capitolo di questo secondo volume concentrato sugli anni del liceo, l’ho lasciato in fondo perché dal mio punto di vista è stata l’esperienza migliore. Beh per iniziare bisogna fare un passo indietro e tornare all’inizio del capitolo 3…

Sono seduto al bar del liceo insieme a Niccolò, il mio migliore amico. Arrivano due ragazze insieme e lui a bassa voce mi fa
-ecco le due troie della scuola-.

La prima, una sua compagna di classe, si chiamava Daniela. La seconda, Francesca era una mia compagnia di classe, protagonista appunto del terzo capitolo.

Daniela era una ragazza molto carina. Alta circa 1.70, capelli lisci castani, occhi verdi e un bel fisico con una terza di seno.

Beh siamo li al bar e dopo avermi raccontato le storie che girano a scuola su Francesca, Niccolò passa a quelle su Daniela. Tra le varie mi dice giri voce che abbia un tatuaggio sul pube con la scritta ‘game room’ e che una volta si fosse trovata in vacanza in un hotel dove c’era una squadra giovanile di pallavolo in ritiro e che si fosse scopata tutta la squadra. Quest’ultima storia mi sembrava davvero esagerata ma Niccolò era un suo compagno di classe e amico, un fondo di verità doveva esserci.

Passano le settimane e la festa di compleanno di Francesca e un giorno verso fine di novembre arrivo al bar della scuola e trovo a un tavolino Niccolò e Daniela. Mi siedo con loro. Stanno organizzando di passare capodanno insieme a Praga, solo loro due perché tutti gli altri nel gruppo di amici sono già impegnati. Mi vedono interessato e mi propongono di unirmi. Accetto volentieri e nei giorni successivi organizziamo il viaggio, partenza il pomeriggio del 29 dicembre e ritorno la mattina del 2 gennaio.

Arriva il giorno della partenza e sono molto gasato perché è uno dei primi viaggi che faccio da solo. Non ho veramente in testa nulla di sessuale, la situazione non mi sembra ideale in realtà mi aspetto però di divertirmi molto e questo basta.

Partiamo da Malpensa e in tarda serata arriviamo nell’appartamento che abbiamo affittato a Praga. Fin dal viaggio l’atmosfera è piacevole, Niccolò è un grande amico e con Daniela mi trovo bene.

Appena arrivati lasciamo i bagagli e raggiungiamo il centro città. Già al secondo angolo della via principale veniamo fermati da 2 ragazzi italiani che ci offrono fumo e ci lasciano la brochure di una piccola ‘spa’ nel centro città. Vedendoci con una ragazza spingono molto perché andiamo il giorno dopo alla spa, offrendoci mega sconti e promettendoci trattamenti di favore. Compriamo un po’di roba da fumare ma rifiutiamo gentilmente l’invito alla spa.

Facciamo un giro in centro, beviamo una birra e torniamo a casa. Come primo contatto va bene così.

La casa è un monolocale con un letto matrimoniale e uno singolo. Io e Niccolò dormiamo insieme nel matrimoniale. Il clima è rilassato, al momento di metterci a letto tutti e 3 giriamo per l’appartamento e per il bagno in intimo senza problema. Daniela ha un gran bel fisichino e senza dare troppo nell’occhio me lo gusto per bene.

Il primo giorno facciamo una classica giornata di turismo, visita al centro, il campanile, la cattedrale, qualche museo. Rimaniamo fuori la sera, aperitivo, qualche canna e birra a fiumi dopo cena.

Torniamo a casa abbastanza brilli, ci mettiamo a letto e parliamo ancora un po’. Qualche inibizione è un po’saltata e ad un certo punto guardo Daniela
– ma è vero che una volta ti sei scopata un' intera squadra di pallavolo?-.
Lei non prende male la domanda e mi racconta che era in vacanza con la sua famiglia e che si annoiava a morte. Passava le giornate a leggere chiusa in camera in hotel. Dopo qualche giorno era arrivata a fare una specie di ritiro questa squadra di ragazzi della nostra età. L’avevano notata in sala da pranzo e un paio di loro l’avevano avvicinata. Lei, che mi rendevo conto era un po’una mia versione al femminile, cioè una che scopare le piaceva proprio e che cercava dove ne vedeva la possibilità di creare l’occasione per farlo, alla fine dopo qualche giorno di conoscenza aveva proposto ai ragazzi di scopare con tutti. Ci tenne però a specificare che non tutti in una volta ma che per farsi passare appunto quei giorni noiosissimi, come fosse una escort aveva schedulato un programma di appuntamenti con i ragazzi e da quel momento fino alla fine della vacanza ,uno alla volta aveva scopato con tutti e 12.

Dopo quel racconto mi trovai improvvisamente col cazzo in tiro. Comincia a pensare. Non potevo stare 4 giorni a Praga con una del genere e non scoparci, dall’altra parte non volevo rovinare l’atmosfera, c’era anche Niccolò e se si fosse creata qualche incomprensione i giorni seguenti sarebbero stati difficili. Risolvo andando in bagno a farmi una sega, mi immagino lei, però nella mia immaginazione i ragazzi sono 12 tutti insieme e uno sono io. Faccio quello che devo fare e mi metto a dormire.

La mattina dopo ci svegliamo abbastanza presto perché il programma prevede di rientrare a casa la sera per prepararci per il Capodanno. La giornata trascorre serena, visitiamo il museo del sesso dove Daniela è molto interessata ai diversi giochini esposti e come da programma torniamo nel nostro appartamento.

Io sono sempre stato fin da ragazzino un tipo abbastanza elegante. Mi metto tutto in tiro con camicia e giacca. Niccolò indossa invece una tuta sportiva.
-dai Nico non vorrai mica fare capodanno in tuta?-
- fidati che con questa si scopa sempre-
-sarà…-.
Esce dal bagno Daniela, uno schianto, vestito aderente nero, sopra accollato ma sotto cortissimo che risalta il suo bel fisico.

Andiamo in centro, cena in un ristorante in cui ormai eravamo di casa, pub, fuochi d’artificio sul ponte e poi a ballare in una enorme discoteca su più piani.

Ci dividiamo perdendoci di vista, ognuno esplora i diversi piani e le sale. Incredibile ma ad un piano becco anche il figlio del proprietario del locale del paesino in montagna dove facevamo le feste con Ludovica e Michela (volume 1) anche lui li a fare capodanno con degli amici. Parliamo un po’poi mi metto a rigirare.

Trovo Daniela, è in mezzo ad una pista molto affollata con un ragazzo. La squadro meglio. Si stanno baciando e lui ha una mano infilata sotto il vestito di lei. Dalle espressioni la sta palesemente masturbando.

Ottimo, target perso. Il mio dubbio si è risolto da solo non facendo un cazzo e perdendola. Coglione.

Vabbè è andata così, cerco Niccolò e lo trovo che parla con due ragazze molto carine. Grande Nico e la sua tuta. Sono brasiliane, di quelle chiaramente di origine europee, bionde e con la carnagione chiara. Parliamo, balliamo. Niccolò ne bacia una ma io sono come bloccato. Non sono concentrato sulla situazione. Continuo a pensare a daniela che sarà da qualche parte a scopare con quello e che invece vorrei scoparmi io.

A notte inoltrata ci ritroviamo fuori. Daniela è con il ragazzo con cui l’avevo vista. È israeliano, si chiama Natan e non si presenta bene dato che mi fa la classica battuta del cazzo
– italiano eh? Pizza e mafia eh?-
penso ‘non mi fai ridere per un cazzo coglione’ ma faccio una risatina fintissima.

Si riprende poi nel corso delle ore rivelandosi tutto sommato simpatico. Vive a Praga da 4 anni e lavora per un locale ma quella sera ha il turno libero. Ci porta in un pub dove rimaniamo fino a mattina. Salutiamo le brasiliane e poi lui e torniamo a casa. Sul tragitto del ritorno cercando di non mostrare il mio disappunto chiedo a Daniela se è successo qualcosa tra loro.
– abbiamo scopato in un bagno. E voi con le due ragazze?-
- ehm niente, Nico ne ha baciata una, io nulla-.
Tra virgolette ‘perchè sono un coglione che pensava a te mentre tu ti facevi sbattere da quello in un bagno’.

Il giorno dopo ci alziamo che sono le quattro del pomeriggio. Daniela dice che ha ricevuto un messaggio da Natan, che ci invita a fare la serata dopocena nel locale dove lavora.

Ci vestiamo, io più o meno sulla falsa riga della sera prima, anche Niccolò più elegante mentre Daniela mette dei jeans a vita molto bassa e una semplice maglietta aderente che lascia la pancia un po’scoperta.

Andiamo ancora fuori a cena e poi in una birreria. Verso la mezzanotte andiamo verso il locale indicatoci da Natan.

Arrivati lì fuori ci rendiamo conto trattasi di un night club. Daniela ci dice che lo sapeva e che aveva immaginato per noi non fosse un problema. Ovviamente no e c’è da chiederlo? Poi ci guarda con un sorriso malizioso
– dai che vi faccio entrare e consumare gratis tutta la sera-.

In effetti Natan viene a prenderci fuori e ci fa entrare saltando la cassa, ci indica un tavolino e ci fa arrivare dei drink. Il locale è particolare non è un puro night ma lo chiamerei più una disco night.

Da una parte c’è un palco con spogliarelliste che fanno spettacoli, ma dalla parte opposta un pista da ballo normalissima con un dj e clienti che si divertono e ballano totalmente disinteressati delle spogliarelliste. Ci sono anche diverse ragazze .

Beviamo, usciamo a fumare una canna, beviamo ancora e ci ritroviamo tutti e tre a ballare e divertirci in mezzo alla pista.

Verso le due arriva Natan, dice che ha finito il suo turno e si mette li a divertirsi con noi.

Le cose tra lui e Daniela si scaldano, cominciano a baciarsi. Daniela è palesemente su di giri, ubriaca marcia.

Si baciano, si toccano, lui inizia in mezzo alla pista a toccarle vistosamente le tette finché lei come fosse la cosa più normale del mondo si toglie la maglietta rimanendo li in reggiseno.

In men che non si dica l’attenzione della pista è su di lei che inizia a ballare con movenze sensuali e mandare sorrisi non solo a Natan.

Ancora una volta mi rendo conto della sua indole. Per fare una cosa del genere è palesemente ubriaca, altrimenti non riuscirebbe a rompere le inibizioni così facilmente ma si sta anche divertendo. Le piace che l’attenzione sia su di lei, le piace che gli altri intorno la vedano come una preda sessuale.

Continua a ballare per qualche minuto finché non comincia a giocare con le spalline del reggiseno. Io penso ‘non lo fa, no non lo fa, dai non lo farà mai… cazzo lo ha fatto', si slaccia il reggiseno e rimane con le tette di fuori. Belle, sode come le hanno a diciotto anni, con un bel capezzolo perfettamente tondo che sembra disegnato.

Scattano gli ululati della gente, i fischi, penso che forse si sta esagerando poi mi dico ‘sticazzi divertiti e non rompere i coglioni', mi rilasso e mi godo lo spettacolo.

Lei continua a ballare con i ragazzi che ormai la circondano. Ad un certo punto Natan la prende per mano e la fa salire sul palco dove ci sono le spogliarelliste.

Lei con una naturalezza incredibile inizia un balletto sexy. Le ragazze sul palco si fermano e la guardano applaudendo e incitandola.

Si slaccia i pantaloni e li lascia cadere. Indossa un perizoma verde che è veramente un filo sottilissimo. Balla lì per un po’ facendo sguardi ammiccanti al suo pubblico che ormai comprende buona parte della popolazione maschile del locale.

Dopo qualche minuto cambia la musica, si ferma e scende. Raccoglie i vestiti e va verso un bagno. Ritorna vestita e si siede al nostro tavolo dove magicamente compaiono 3 drink.

Ci mettiamo li, ci complimentiamo per lo spettacolo, lei ride. Durante la serata diversi ragazzi vengono al nostro tavolo cercando di abbordarla ma lei lascia intendere che la festa è finita. Anche Natan viene convinto di riscuotere una ricompensa replicando la scopata della notte prima ma lei lo rimbalza e ce ne andiamo.

Arriviamo a casa siamo ancora tutti e 3 molto su di giri. Ci mettiamo nel letto matrimoniale a chiacchierare e bere da una bottiglia di gin. Ad un certo punto Nico le fa
-beh bello spettacolo che hai fatto, potresti concederci il bis-
- non so se ve lo meritate-.
Intervengo io
– beh se lo meritavano tutti quelli del locale per noi che siamo amici un piccolo privè potresti farlo in effetti-.

Lei si alza, si mette di fronte al letto e ricomincia a ballare con movenze sensuali. Ci guarda, si morde le labbra, si spoglia fino a rimanere ancora in perizoma.

Balla ancora un po’ poi si ferma, fa per riprendere i vestiti ma ormai sono entrato in modalità bomber. Questo è un gol a porta vuota, non posso sbagliarlo.
– fino a qui sei arrivata anche al locale, per noi potresti fare qualcosa di più-

Lei ci guarda con fare da porca, come a dire ‘accetto la sfida’ e fissandoci si sfila il perizoma.

È lì che lo vedo, la figa completamente rasata e curatissima e il tatuaggio ‘game room’.

Riprende il balletto, si gira e si mette a fare una specie di lento twerk, prima ancora che il termine fosse coniato, mostrandoci perfettamente entrambi i suoi buchi.

Niccolò si alza, la prende alle spalle, la abbraccia, bacia il collo e le prende le tette. Con lo sguardo mi fa segno di venire. Mi avvicino, la bacio e le infilo una mano tra le gambe iniziando a massaggiare il clitoride. Lei inizia a gemere subito di piacere.

Ci spogliamo e senza neanche rendermene conto mi ritrovo sul letto con lei che mi sta cavalcando il cazzo mentre spompina Niccolò.

Una vera macchina da sesso, era lei la padrona della situazione che ci guidava e ci diceva cosa farle.

Proviamo di tutto, dall’anale, ai due cazzi insieme nella figa, sopra, sotto a pecorina. Un’ora circa di gran sesso. Lei orgasma un paio di volte poi io le vengo in faccia e qualche minuto dopo anche Niccolò fa lo stesso.

Ci addormentiamo veramente sfiniti.

La mattina dopo ci svegliamo tardissimo e riusciamo a prendere il volo di ritorno per un pelo.

Finisce il liceo e non ci si vede più molto. Niccolò va a studiare a Los Angeles mente Daniela in Olanda. So che oggi vive ancora lì.
2 cazzi in fica è davvero pesante!
 

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