Esperienza reale LE SPORCHE STORIE: LA FAMIGLIA NO VAX

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Questi racconti facenti parte delle “Sporche storie” sono basati su avvenimenti reali che mi sono stati raccontati da utenti del forum, da amici o che ho vissuto personalmente. Per garantire al massimo la privacy dei protagonisti si tratta di storie che poi sono state romanzate, con i nomi dei protagonisti e i luoghi che sono di fantasia. Essendo in alcuni casi delle vicende che hanno avuto risvolti giudiziari e mediatici, voglio ribadire che ogni commento è ben gradito ma evitate in ogni caso di fare nomi oppure di fare dei riferimenti - come purtroppo avvenuto in passato - perché altrimenti poi sarei costretto a chiedere di rimuovere il racconto. Buona lettura, Patrulla.

Prima parte

Sono stato a lungo indeciso sul raccontarvi o meno quello che mi è accaduto sotto la pandemia anche perché - e lo dico con grande amarezza - un po’ me ne vergogno vista l’umiliazione che sono stato costretto a subire, esperienze che mi porterò dietro per sempre e che a fatica sto provando a lasciarmi alle spalle.

Il mio nome è Silvio e quando è scoppiata la pandemia avevo 30 anni. Sono un tipo di corporatura media, ricciolino e con degli occhi a detta di molti belli, con dei lineamenti molto carini e delicati. Da ragazzo giocavo a pallamano e sono sempre stato in forma, ma ora senza dubbio sono un po’ più appesantito.

Sono un ragazzo molto gentile e tranquillo, laureato in Economia e dopo un po’ di gavetta ora sono stato assunto da una grande azienda. Ho sempre vissuto a Roma prima con i miei e poi solo con mia madre dopo che si è separata da mio padre.

Lui aveva un piccolo negozio e una volta, avevo tipo 15 anni, andai da lui ma l’ingresso era chiuso. Entrai così dal retro e, senza essere visto, lo trovai che si sbatteva a pecora una ragazza che da poco faceva la commessa per lui.

Per me fu uno shock e quando mia madre, di fronte a innumerevoli tradimenti, decise di lasciarlo, iniziai a odiarlo per il male che stava facendo a mamma. Io e lei iniziammo così a essere ancora più legati, non accorgendomi di quanto fosse soffocante nei miei confronti.

Circa due anni prima del Covid in una riunione di un collettivo di sinistra che frequentavo dai tempi dell’università mi capitò di approfondire la conoscenza di Giulia, mia coetanea che da tempo avevo “adocchiato”.

Entrambi venivamo dalla fine di due esperienze importanti: lei è stata per 10 anni fidanzata e si era mollata da poco in quanto a sua detta erano diventati fratelli più che fidanzati, mentre io avevo rotto un annetto prima alla fine per colpa di mia madre.

La mia ex, bella e intelligente, aveva trovato un importante lavoro a Londra e mi ha chiesto di seguirla, tanto che già avevo trovato alcuni lavori anche io. Mia madre terrorizzata dalla mia partenza fece di tutto per ostacolarla, con io che alla fine decisi di restare a Roma: risultato due mesi dopo ero single.

Alla fine io e Giulia ci fidanzammo poco dopo e lei, di carattere molto forte, subito capì la natura tossica del rapporto con mia madre. Mi propose così di andare a vivere insieme e questa volta convinsi mia madre, anche perché in fondo mi spostavo solo di qualche isolato.

Mi innamorai subito di Giulia e mi sentivo ricambiato. Lei è laureata in Lingue e lavorava per una società di traduzioni, mentre fisicamente è molto arrapante anche se quasi sempre non valorizzava il suo corpo vestendosi da “zecca”.

Non molto alta - sul metro e sessanta - da ragazza ha fatto per anni ginnastica e le sono rimaste delle gambe grosse e muscolose, con un culo enorme ma incredibilmente sodo. La vita invece è strettissima e il seno praticamente inesistente, con i capelli castani e mossi ad altezza collo che incorniciavano due splendidi occhioni celesti.

A letto mi sono innamorato anche dei suoi pompini, passionali ma anche profondi tanto che me lo prendeva tutto in gola (sono normodotato, anzi forse qualcosa in meno), ma soprattutto spesso schizza come una fontana quando viene.

Col cazzo è capitato solo quando è lei a cavalcami e a gestire i movimenti, mentre con la lingua e con le dita la facevo squirtare spesso: amavo sprofondare la faccia in quel fichino curato e profumato, con le labbra liscio e sopra un bel pelo curato.

Visto che i miei migliori amici avevano entrambi avuto figli piccoli uscivamo soprattutto con i suoi amici, un gruppo con cui legai subito. A lavoro invece strinsi un rapporto stretto con Luca, un nerd obeso che invece aveva solo me come grande amico.

La convivenza andò subito bene con lei che mise una regola: tua madre a casa non la voglio vedere. Loro due fin da subito si sono odiate senza mandarsele a dire, ma questa volta non volevo che mamma rovinasse anche questa storia che per me era quella giusta.

“Ma perché tua madre non si trova uno che se la scopa invece che rompere le palle a te?” mi ripeteva spesso Giulia quando mia madre la faceva incazzare. Del resto termini a parte non aveva tutti i torti, visto che a 51 anni era ancora molto piacente.

Alta circa 1,65, mora mediterranea con i capelli corti, il volto magro e il naso un po’ irregolare, grazie alla ginnastica ha mantenuto delle gambe magre e un sedere piccolo ma ben fatto. In pancia però qualche chiletto di troppo si vedevano che però si sposavano perfettamente con delle tettone grandi e morbide, una quinta che con gli anni è diventata una settima.

Quante seghe mi sono fatto su di lei? Tante. Quante volte l’ho spiata mentre si cambiava o in bagno? Tante. Le sue tettone venose con i capezzoli enormi e scuri mi hanno sempre fatto impazzire, e ammetto che sono stato geloso quando per un periodo ha frequentato un tipo di 70 anni, molto distinto ma anche un po’ decrepito, con la storia durata qualche anno ma finita due anni prima del covid non so per quale motivo.

Io e Giulia avevamo preso in affitto un appartamento non molto grande di un edificio industriale: al piano strada c’era un negozio di idraulica, mentre sopra due appartamenti che una volta erano uniti ma che il proprietario ha diviso con un muro praticamente di cartone per incassare due affitti.

Come vicinati non fummo particolarmente fortunati: Raul, un 45enne noto per le sue simpatie neofasciste e per i suoi traffici poco legali. Non che noi due disdegnassimo le canne o della coca quando capitava, ma lo facevamo solo in casa.

Raul è un po’ più basso di me, moro con il doppio taglio da giovane è stato un pugile e ora gestiva una sorta di palestra dove insegnava pugilato. Tutto tatuato e muscoloso, i rapporti con lui sono sempre stati pessimi perché Giulia di certo non le gli mandava a dire le cose.

Le nostre camere erano divise da cartone praticamente e noi sentivamo tutto, sia quando scopava a lungo sia quando spacciava oppure si sballava con amici poco raccomandabili come lui. Giulia più volte si è lamentata per il rumore anche a notte fonda, lamentandosi con il proprietario che però è un suo amico e sostanzialmente non gli diceva un cazzo.

Una notte che all’1 ancora c’era musica a palla, Giulia chiamò i carabinieri e non mi dimenticherò mai lo sguardo di odio che ci rivolse mentre assistevamo alla scena del loro arrivo dal pianerottolo.
 
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Seconda parte

Arrivò poi il Covid che ci costrinse tutti a casa. Entrambi abbiamo continuato a lavorare dal pc e andò tutto abbastanza bene, anche se Giulia era letteralmente furiosa nella convinzione che fosse tutto un complotto dei poteri occulti.

Mia madre era preoccupatissima, mi telefonava due volte al giorno e da buona boomer su facebook si leggeva tutto quello che trovava postato. Quando terminò il lockdown Giulia mi costrinse ad andare a un sit-in di protesta contro le misure restrittive.

E chi c’era a organizzarlo?? Raul ovviamente insieme ad altri trogloditi. Il Covid è riuscito a mettere sulla stessa frequenza l’estrema destra (Raul) e l’estrema sinistra (Giulia), uniti dal’idea del complotto e del colossale fake di tutta la pandemia.

Quando ci vide Raul si avvicinò “siete venuti per chiamare le guardie anche oggi?”, allora Giulia piccata “no, c’era scritto che era una manifestazione aperta a tutti ma se sapevo che c’eri tu di certo stavo a casa”. L’uomo ride e ci lasciò un volantino che la mia ragazza lesse e mise in borsa.

Una sera lui ci suonò alla porta e ci lasciò un altro volantino, con Giulia che poi iniziò a seguire un canale Telegram gestito dal gruppo di Raul. Passarono i mesi e arrivò il momento di potersi prenotare per il vaccino.

Nel mio ufficio avevano già iniziato a far rientrare in sede e così mi prenotai subito per farlo anche perché non ne vedevo il motivo per non farlo. Giulia invece era contrarissima, provai a convincerla ma nulla. Anche mia madre idem, influenzata da una cogliona che abita di fianco a lei e da tutte le cazzate che leggeva in rete.

Quando feci il vaccino stetti male un paio di giorni e poi mi passò, ma soprattutto iniziò a non drizzarmi più il cazzo. Giulia mi succhiava alla grande ma niente, e alla fine sentenziò “è colpa del vaccino, ti sei messo in corpo quella merda”.

A ritroso ora ho la certezza che la colpa di quella disfunzione invece è stata degli ansiolitici che avevo iniziato a prendere, visto che la mia dottoressa mi liquidò subito con una ricetto come gli scrissi delle mie ansie.

Circa un mese Raul suonò alla porta e questa volta Giulia lo fece entrare. Lui stava organizzando una manifestazione no vax e la mia ragazza gli aveva preparato delle traduzioni di alcuni articoli per fare un comunicato.

“Noi stiamo per mangiare, ceni con noi” gli fece per educazione, Giulia confermò l’invito e lui accettò. A conoscerlo meglio era abbastanza simpatico, anche se le sue idee erano da coglione. Bevemmo del vino e poi lui disse che aveva una sorpresa e andò nel suo appartamento. Quando tornò aveva del fumo veramente buono e una bottiglia di vodka da importazione.

Fumammo un paio di canne, bevemmo un paio di short e iniziai a non sentirmi molto bene per quanto stavo sballato. Raul vide che ero ko e fece scherzando “non lo reggi eh, non è che è colpa del vaccino”. Giulia che era ancora più fuori di me rispose ridendo “fosse solo quello, da quando si è fatto la puntura manco il cazzo gli funziona più”.

Lui scoppiò a ridere e, da che stava sul divano di fianco a lei, si alzò in piedi e tirandosi già la tuta e le mutande mostrò un cazzo duro ma non molto grande, diciamo un pò più lungo e largo del mio ma con delle palle molto grosse.

“Invece io niente vaccino e guarda qua” fece mostrandoci a entrambi la sua erezione. Il ricordo successivo che ho è di loro due sul divano, lei che lo sega mentre limonavano e lui che alzato il vestitino estivo che portava le palpava le cosce.

“Leccala leccala…” ansimava lei quando si misero a 69 sul divano incuranti che io fossi lì, presente e immobile. Lei quasi lo soffocava col suo culone mentre leccava il cazzo duro per poi cuicciarlo forte e per tutta la sua lunghezza.

Rual poi la spogliò tutta e la mise a pecora sul divano, iniziando a leccare tutta da dietro. Vide poi una crema per le mani su un tavolino, la prese e iniziò a spalmarla sul suo buchino penetrandola con le dita.

“No fermati lì no” fece Giulia tutta paonazza, del resto il culo non l’aveva mai voluto dare a nessuno. Lui diceva solo “che culo che hai… mi fa impazzire… ha la fica che gocciola”. Poi di colpo si sputò un paio di volte sulle mani, lubrificò il cazzo e la inculò di colpo.

Io ero immobile e offuscato dal fumo e dall’alcool, con Raul che dopo un paio di minuti già spingeva forte nel culo di Giulia che gridava come un ossessa “maiale mi sfondi cazzo, piano fai piano” ma lui andava sempre più veloce.

“Te lo sfondo sto culo puttanella, è duro sto cazzo è duro??” poi non sentendo risposta si fermò, le prese il viso e ripetette la domanda “si è duro cazzo, è durissimo…” e allora lui riprese a pomparla.

Dopo un po’ lei venne toccandosi iniziando come a pisciare dalla fica, mentre il suo culo era tutto sporco di merda e di crema. Lui si accorse che era tutto sporco di merda e la prese per un braccio potandola in bagno.

“Dai forza caca troia” le disse mettendola sulla tazza mentre lui si puliva in doccia. “Silvio cazzo hai visto che mi sta facendo, ma non dici niente” fece lei ridendo tutta sballata mentre stava cacando. Raul poi disse di entrare con lei in doccia. Pomiciavano e si lavavano a vicenda, poi io passai ai due gli asciugamani e lui con l’aiuto del sapone riprese a incularla a pecora con lei in piedi appoggiata sul lavandino.

“Spaccami tutta, mi sfondi il culo maiale, brutto porco mi sfondi” urlava lei mentre lui la sbatteva come se fosse in fica. A me venne il cazzo duro e come d’istinto mi avvicinai a Giulia mettendoglielo in bocca. “Ma allora ti viene duro frocetto, ti piace vederla eh mentre la inculo” e poco dopo venni in faccia alla mia ragazza.

Qualche altro e anche Raul versò una quantità incredibile di sborra sul volto della mia ragazza, con lei che poi gli ripulì la cappella. “Sei proprio una troia, grazie di tutto ci vediamo alla manifestazione” fece lui che tornò on sala, si rivestì riprese fumo e vodka e andò a casa sua.

Il mattino prima della sveglia furono le urla di Giulia a svegliarmi “Silvio come cazzo fai a dormire, non ti ricordi quello che è successo ieri?”. Lei diceva di essere stata violentata da lui che in qualche modo l’aveva stordita prima, lamentandosi di avere il culo in fiamme.

Io le dissi che ricordavo poco, che dopo aver fumato e bevuto la vodka mi si è annebbiato tutto. “Io invece ricordo che invece che fermarlo hai fatto pure tu i porci comodi, quando vuoi ti si rizza eh?!?!”. Le chiesi se voleva denunciarlo e lei “no non servirebbe a nulla” e per un giorno non mi parlò.

Poi discutemmo della cosa, ci riappacificammo e lei disse che non sarebbe andata alla manifestazione. Io però ero tormentato dai flash di lei inculata da Raul. Una decina di giorni dopo poi uscimmo con degli amici: era sabato e c’eravamo fatti diversi bicchieri e qualche canna.

Lei aveva un bel vestitino e, tornati a casa, iniziammo a baciarci e a toccarci tuffandoci a letto, ma il mio cazzo non dava nessun segno nonostante il suo pompino. In quel momento sentimmo Raul rincasare e parlare al telefono, lei continuava a ciucciarmelo poi si alzò di scatto “Ah Silvio e che cazzo, io ho voglia di scopare devo farmi inculà di nuovo da n0altro pè fattelo drizzà??”.

Così dicendo si rimise solo lo striminzito perizoma che indossava, infilò i tacchi che portava e aprì la porta di casa e suonò al nostro vicino. Mi rivestii e come mi affacciai sul pianerottolo c’era giulia in ginocchio che sbocchinava Raul che stava in piedi sulla porta di casa sua “ciao frocetto, ci si rivede eh”.
Dopo un po’ lui entrò in casa e uscì con un tubetto di lubrificante in mano e le chiavi di casa. Entrammo tutti e tre in casa e subità Raul iniziò a preparle il culo, per poi incularla di nuovo a pecora. “Cazzo piano maiale pianooo” ma lui anche questa volta inziiò subito a marterlarla, facendola godere così tanto che dovette prendere il mocio per non scivolare.

“Ti sfondo puttana, zecca del cazzo ti piace prenderlo nel culo eh, altro che quel frocetto con lo straccio in mano”. Mi prese poi per un braccio e mi obbligò a leccarle la fica e gli umori, mentre lui andò in bagno a pulirsi il cazzo.

Quando tornò si mise sul divano e si fece fare un pompino che non può essere chiamato tale: le prendeva la testa e la muoveva su e giù per tutta la lunghezza come se fosse una bambola gonfiabile, con lei che quando le alzava la testa tirava fuori la lingua facendo capire che gradiva quel trattamento.

I rumori erano osceni e mi venne duro, così mi oliai il cazzo e presi a incularla pure io. “Cazzo amore, si bravo così spingi spingi non ti fermare” mi fece lei prima che il vicino le rificcasse il cazzo in gola.

L’eccitazione era tanta e durai qualche minuto poi le sborrai dentro al culo, con Raul che allora la mise a gambe larghe sul divano e da davanti riprese a incularla senza pietà con lei che si sgrillettava e ogni tanto zampillava dalla fica.

Mi rivenne duro e glielo misi in bocca: vedevo il suo volto stravolto dal piacere, con il trucco colato e tutta saliva che colava dal mento e dalle tettine. Quando Raul le venne in faccia inondandola di nuovo schizzai anche io, con lei che ridendo disse “credo di aver bisogno di una doccia…”, andò e l’altro come se nulla fosse si rivestì, riprese il lubrificante e e mi salutò con una pacca “ciao frocetto, infame e cornuto”.

Questa volta il giorno dopo dormimmo fino a tardi, poi nessuno aveva coraggio di proferire parola. “Silvio io ho delle esigenze - esordì di colpo lei - a te sto vaccino ti ha reso impotente, ti ecciti solo quando mi vedi con lui… io non voglia che tu soffra, mi sento una merda”.

“Non dire così” dissi io abbracciandola “in fondo meglio così che se tu lo facessi di nascosto”. Il mio timore era che diventasse un’abitudine, che lui me la scopasse tutti i giorni, invece tutto tornò quasi normale.

La domenica l’altra mia madre piombò di mattina a casa come al solito “ho preso della pasta fresca, pensavo la volevate” e io la invitai a fermarsi a pranzo come lei sperava e come Giulia invece detestava.

Mentre pranzavamo suonò Raul che doveva portarci del fumo: come vide mia madre disse che sarebbe ripassato ma Giulia lo invitò a pranzare con noi. Il discorso subito finì su temi no vax con mia madre che dava ragione alle tesi di Raul e Giulia.

Vedevo che il mio vicino spesso fissava le tettone di mia madre, invitandola poi a unirsi ad alcuni gruppi social e Telegram di “gente che la pensa come noi”. Chiacchierarono a lungo poi mia madre se ne andò. Raul allora ci dette il fumo, noi lo pagammo e poi Giualia gli fece “perché non prendi un po’ di quella tua vodka e poi torni qui a farci compagnia?”.

Lui non se lo fece ripetere due volte e poco dopo aveva il cazzo piantano nel culone della mia ragazza. La vedevo a pecora in una posizione oscena, con le chiappone che vibravano sotto i colpi dell’uomo. Ci volle un po’ ma poi mi unii anche io, sempre e soltanto inculandola.

Finito il primo round ci facemmo una canna sul divano con Giulia tutta sballata che fece “Silvio hai visto che tua madre quando è tornata dal bagno ha lasciato un bottone della camicetta aperto? Come ci teneva a farsi guardare le tette da Raul..”.

“Tua madre è proprio una manza, quindi è divorziata?”. Io balbettai di si e Giulia gli fece al vicino “dai scrivile che è stato bello fare la sua conoscenza, secondo me te la scopi subito a quella vecchia troia, chissà da quanto non prende un cazzo duro”.

Io non dissi nulla e poco dopo la scena fu la seguente: lui che scriveva a mia madre, la mia ragazza che gli succhiava il cazzo staccandosi solo per dirgli tutta divertita cosa scrivere e io che con il cazzo moscio ero sprofondato nella poltrona.

Raul così invitò mia madre a una riunione del loro gruppo nella sua palestra che era chiusa per le misure restrittive, dicendole che ci saremmo stati anche io e Giulia. Mamma così mi scrisse subito per chiedere conferma e io costretto dai due le scrissi di sì.

Avuta la conferma della nostra presenza lei accettò l’invito poi mi telefonò “ma è illegale??”. Io le dissi di no ma che doveva entrare dal retro, mentre Raul e Giulia trattenendo le risate facevano gesti volgari mimando una scopata e delle tettone. CONTINUA…
 
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Terza parte

n.b. scusate per i refusi, ma scrivo di getto e davvero non ho tempo e modo di rileggere.


Provate a immaginare qual era il mio stato emotivo. Già avevo delle ansie per il lavoro - ero in un’azienda con la A maiuscola ma c’era grande competitività e io sono troppo buono per ricambiare le coltellate che ricevevo dai colleghi -, poi il Covid, poi il cazzo che non mi si drizzava più, poi la mia ragazza inculata fino a farle uscire la merda dal culo da un coatto-fascista-spacciatore, che ora voleva pure scoparsi mia madre con la complicità della mia ragazza.

In più continuavo a bere e fumare nonostante i farmaci e spesso andavo in blackout. Stavo uno straccio ma fortunatamente arrivarono le ferie: Giulia non le aveva in estate e così restammo a Roma. In sincerità riuscivo a sopportare il fatto che Raul si scopasse la mia ragazza, del resto era l’unico momento in cui mi veniva duro, ma il solo pensiero che sfiorasse mia madre…

Io però fui ancora più coglione perché reggevo il gioco a quei due stronzi, rassicurando mia madre ogni volta che mi chiedeva informazioni su quel gruppo e su Raul. Mi toccò anche andare a quella riunione: una ventina di trogloditi, con mia madre che si presentò con un bel tacco - da sempre una sua passione -, pantaloni leggeri e una bella camicetta che un po’ celava le tettone. Poi come sempre trucco pesante e capello curato.

Sentire tutte quelle cazzate mi innervosiva ancora di più, Raul moderava insieme al suo socio - Santo - e poi invitò a parlare mia madre presentandola agli altri. Lei imbarazzatissima ripetette qualche cazzata che aveva letto in chissà quale post social e gli altri la applaudirono, con lei che poi si rimise a sedere tutta felice.

Finita la riunione alcuni avevano portato pizze e birre, mangiammo e poi mia madre chiese di riaccompagnarla a casa. Era tutta euforica di quel gruppo, continuando a discutere con Giulia di come fosse tutto un gran complotto (...).

Un paio di sere dopo Raul venne a cena da noi. Vedevo Giulia truccarsi in bagno e mettersi delle mutande a filo tra le chiappe, ma prima intuii che provò a svuotarsi l’intestino. Io decisi di non bere e non fumare, visto che le ultime volte dopo un po’ mi si annebbiava tutto.

Il vicino aveva scritto a mia madre dopo la riunione, complimentandosi per l’intervento. Lei tutta gentile ricambiò i complimenti, aggiungendo che dovevano continuare a lottare contro questa colossale presa in giro. Il discorso poi era passato sul personale, con l’uomo che le chiedeva della sua vita privata.

Mia madre gli disse che è divorziata, che ha avuto una storia poi ma che è single da diversi anni. Allora lui ha sviolinato tutta una serie di banalità che solo mia madre si poteva bere: ma come può essere che una donna così bella sia senza un uomo, che mio padre è un coglione etc…

Iniziarono a scriversi anche quella sera: Raul e Giulia bevevano e fumavano tutti divertiti, io ero nero e in silenzio seduto distante, come invisibile. La mia ragazza poi gli strappò il cellulare di mano e iniziò a scrivere lei a mia madre per conto suo.

Raul allora andò in bagno e tornò senza pantaloncini, sedendosi sul divano con il cazzo già quasi duro. Giulia gli si avvicinò e gli fece “ti ho rimediato un aperitivo per domani sera”, poi iniziò a succhiarli il cazzo.

Ero furioso ma quando vidi Giulia, in una riminiscenza del suo passato da ginnasta, con entrambe dietro la nuca in una posizione oscena in cui veniva inculata selvaggiamente dal nostro vicino, mi esplose il cazzo e mi avvicinai per sborrarle in faccia.

Il giorno dopo ero tesissimo, avevo il terrore che dopo l’aperitivo mia madre potesse scopare con Raul, ma lui tornò a casa poco dopo le 8 con Giulia che subito volle un resoconto andando a bussargli. “Si è messa un bel vestitino” fece lui, spiegando che poi hanno parlato un bel po’, lei gli ha detto che era molto tempo che non usciva con un uomo e lui che si sentiva onorato per questo motivo.

“Non ho affondato però, sono stato un gentleman” disse dandomi un buffetto “ho altri piani”. “No, non esiste, questo no vi prego” dissi come Raul spiegò a cosa aveva pensato, ma Giulia subito fece “e tu vuoi negarmi questa cosa? Non esiste…”.

Non riconoscevo più la mia ragazza, l’avrei mollata in quell’istante se non fosse stato per il fatto che non volevo lasciare mia madre totalmente in balia di quei due. “Come sistemo sta cosa la mollo” mi dissi tra me e me.

Il giorno della riunione successiva volevo sprofondare. Raul in precedenza aveva scritto a mia madre che avrebbe voluto invitarla a casa sua quando hanno fatto l’aperitivo, ma come pensava Caty (il nome di mia madre) disse che era lusingata, anche a lei sarebbe piaciuto ma mai sarebbe venuta nell’appartamento di fianco a quello del figlio.

“Dopo la prossima riunione rimani un po’ di più, ti accompagno io poi” fece lui, e mia madre “ma cosa dico a mio figlio??”, “che fai due passi per tornare a casa, con questo caldo…” e lei accettò con una serie di faccine.

Quando mia madre arrivò aveva delle scarpe rosse con un bel tacco, una gonna poco sopra il ginocchia bianca e una camicetta rossa abbastanza trasparente che faceva intravedere un reggiseno bianco molto curato.

“Guarda come si è messa in tiro tua madre” mi sussurrò Giulia ridendo, poi le solite cazzate della riunione e il solito rinfresco molto modesto. Quando salutammo tutti per andarcene Giulia mi portò in una sala adiacente dove c’era il ring per gli incontri ed entrammo in una sorta di gabbiotto che aveva una particolarità: fuori vetri a specchio ma da dentro vedevi tutto.

Eravamo al buio, faceva caldissimo e dopo un po’ si accese una luce: rimasti soli Raul e mia madre entrarono ridendo e l’uomo le fece “aspettami qui”. Poco dopo tornò con un vino bianco fresco e due bicchieri.

Fecero un brindisi, bevettero un po’ poi lui le tolse il bicchiere e iniziò a baciarla subito ricambiato. Ero pietrificato, lui quasi le strappò la camicetta e immerse la faccia nelle sue tettone: me le ricordavo più piccole, ora erano ancora più grandi anche se più cadendi, enormi e venose.

Giulia rideva e si tappava la bocca, Raul invece spogliò mia madre e la fece stendere sul ring aprendole le gambe e iniziando a leccarle la fica pelosa ma curata. Mia madre gemeva mentre Giulia aveva iniziato a tastarmi i pantaloni.

Il mio vicino allora si spogliò anche lui e con il cazzo duro iniziò a scopare mia madre nella stessa posizione in cui era. Vedevo sostanzialmente il culo dell’uomo muoversi non molto veloce, chinandosi spesso per leccare le tettone.

“Sei stretta eh??” fece lui ridendo e allora mia madre “ahahah, diciamo che anche questa è una riaperturaaaa”. Raul allora si sdraiò sopra di lei, si muoveva piano ma con decisione, fino a che vidi mia madre prenderlo per le chiappe ed esplodere in un fragoroso orgasmo mentre lo teneva ben piantato dentro di lei.

Il romanticismo dell’uomo finì lì. La prese e le fece appoggiare le mani proprio contro il gabbiotto, iniziando ora a scoparla furiosamente da dietro. Mia madre era a pochi centimetri da me, dietro solo un vetro, con la faccia stravolta dal piacere e le tettone ballonzolanti mentre Raul le pompava la fica.

“Ti piace eh, ti piace essere scopata così vero?” e mia madre con un filo di voce “siiii”, poi dopo un po’ si mise a sedere su una sedia e la fece salire a cavalcioni sul suo cazzo, leccandole e martorandole le tettone.

Intanto il mio cazzo di era fatto duro, Giulia me lo tirò fuori e poco dopo le sborrai in mano. Lei mi guardò come si guarda un perdente, leccò la sborra e mi dette come una spinta per allontanarmi.

Mia madre venne di nuovo e allora Raul si sdraiò sul ring e la fece mettere di fianco a succhiarli il cazzo in posizione frontale alla nostra. “Dai bella signora fammi godere a me adesso” fece lui e mia madre iniziò a segarlo furiosamente premendoli il cazzo sulle tette, succhiandogli ogni tanto la cappella.

L’uomo poi iniziò a irrigidirsi e se lo prese in mano prendendo mia madre per i capelli con l’altra mano. “Ahhhhhh” ululò e vidi partire almeno sei copiosi fiotti di sborra che finirono sul viso e le tette di mia madre.

Lei si mise a ridere “ma quanta ne avevi..” e lui “il merito è tuo che sei troppo arrapante..”. Ripresero i vestiti e andarono in bagno, poi quando lui ci mando un messaggio uscimmo e tornammo anche noi a casa. Avrebbero riscopato già il giorno dopo se a mia madre non fosse tornato il ciclo “ma per la prossima riunione dovrei essere ok”.

A quel punto cercai in separata sede di convincere mia madre che quello era un gruppo di coglioni, di vaccinarsi e di lasciare perdere ste cazzate. Di colpo però io ero passato come in secondo piano per lei: per me la misura era colma, dovevo fare qualcosa.

In quei giorni Giulia e Raul mi bullizzavano, io fingevo di stare al gioco preparando una sorta di exit strategy. La riunione seguente stessa pantomima, io e Giualia nel gabbiotto e mia madre che poco dopo arrivò insieme a Raul già baciandosi.

Rispetto alla settimana precedente lei aveva rasato completamente la fica, iniziando poi subito a scopare sul ring. Dopo un quarto d’ora con lei già a quota un orgasmo si sentirono dei rumori e nella sala entrò Santo, il socio di Raul.

Naturalmente era tutto un piano del mio vicino, con Giulia che rideva mentre mia madre goffamente cercava i vestiti per coprirsi. “Guarda che non devi mica andartene” fece Raul “Santo per me è come un fratello vedrai che possiamo divertirci anche in tre”.

Mia madre provò a protestare ma si ritrovò subito i due addosso che la palpavano, accettando dopo poco quella situazione con Raul che le sussurrava parole dolci all’orecchio. Santo è alto come Raul ma con una decina di anni in più, pelato e tarchiato, i muscoli non mancano così come la pancia. Due occhi chiari e piccoli lo rendevano comunque piacente, con il cazzo che era bello lungo e largo, dritto e ricurvo verso l’alto sicuramente grazie al viagra.

Questa volta Giulia neanche mi sfiorò mentre i due si sbattevano mia madre sul ring alternandosi nella sua fica. La vedevo tutta sudata, con le tette lucide dal sudore come la fica che veniva martellata senza pietà dai due.

I due le davano della troia e della zoccola, mia madre era impacciata nel succhiare i cazzi e Santo - molto autoritario come tipo - che le fece “adesso ti insegno io come si succhia un cazzo”, e giù a spingerle la testa sul cazzo fino a farla quasi soffocare.

Non le dettero tregua per un’ora buona: se uno sborrava era l’altro a fottersela con foga inudita. Mamma aveva il viso e le tette tutte piene di sperma e Raul ancora una volta me la spiaccicò contro il vetro.

Santo poi se la riportò sul ring e la fece salire sopra di lui. Raul così prese un tubetto e si lubrificò il cazzo, salì sul ring e provò a mettere anche il suo nella fica di mia madre che cacciò un urlò bestiale.

“No cazzo è troppo ahhhh” ma loro due niente la pompavano in sincrono portandola a un orgasmo impetuoso. Tutto finito? Macchè, Raul si staccò un attimo e senza pietà glielo mise nel culo con mia madre che aveva la testa sprofondata nel petto di Santo ed emetteva una sorta di rantolio continuo.

Il mio vicino poco dopo le sborrò nel culo e Santo approfittò di quella sorta di lubrificante naturale per incularla anche lui andando però molto piano. Quando le avvicinò il cazzo alla bocca per sborrare questo era sporco di merda e mia madre si scanzò.

Zoccola è merda tua, fammi sborrare con le tette allora” e lei iniziò una spagnola tenendo la testa girata fino a farlo venire. i due poi iniziarono a essere più gentili, andarono a pulirsi e poi giù di complimenti.

“Ti è piaciuto?” chiese Raul mentre le dava una bottiglietta d’acqua, “si ma non alla fine, non era colpa mia se mi è uscita della cacca dal sedere”. I due le chiesero se avesse gradito anche l’anal e lei “con mio marito lo facevamo spesso, o meglio era lui che lo pretendeva, non è una cosa che mi dispiace”.

La mia umiliazione era completa, ma per prima pagai un consulto online con uno specialista che subito mi spiegò che il mio problema era dovuto ai farmaci, così dissi alla mia dottoressa che volevo smettere e lei mi dette un piano per scalare gradualmente: poco dopo il mio cazzo era come prima.

Due giorni dopo poi tornando a casa dal lavoro vidi la polizia che portava via Raul: aveva gonfiato uno per un debito di droga e si era poi rintanato in casa, ma le guardie ci hanno messo poco a trovarlo.

Colsi la palla al balzo così e mandai a fanculo Giulia, presi le mie cose e tornai a casa da mia madre. Lei era shoccata per l’arresto del suo amante e speravo che quella cosa servisse ad allontanarla da quel giro.

Lei invece iniziò a frequentare Santo, portandoselo pure in casa. Dovevo dare un taglio a tutto questo, cos’ quando Luca - il mio collega nerd - mi parlò di una società a Stoccolma che stava cercando persone subito colsi la palla al balzo e tutti e due fummo assunti.

Questa volta mia madre non protestò, anzi, ma io ero ancora più felice di dare un taglio a tutta quella merda. Tornai solo una volta a Natale e Giulia, informata da mia madre, mi scrisse per prendere un caffè ma io dissi che non ne avevo voglia.

Dopo un po’ mi mandò un video con scritto “pensi di essere superiore? Guarda quella troia di tua madre”, con il video che mostrava mia madre con un push-up che rendeva le sue tettone gigantesche con ai lati due giovani teste rasate che venivano segati da lei, poi un altro video di Santo che se lo faceva succhiare fino a sborrarle in faccia.

“La miseria è tutta la vostra, che brutta fine che hai fatto, ma io vi trapasso…” le scrissi, rifeci la valigia e tornai a Stoccolma e da quel giorno non sono più tornato in Italia. FINE
 

slap

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n.b. scusate per i refusi, ma scrivo di getto e davvero non ho tempo e modo di rileggere.


Provate a immaginare qual era il mio stato emotivo. Già avevo delle ansie per il lavoro - ero in un’azienda con la A maiuscola ma c’era grande competitività e io sono troppo buono per ricambiare le coltellate che ricevevo dai colleghi -, poi il Covid, poi il cazzo che non mi si drizzava più, poi la mia ragazza inculata fino a farle uscire la merda dal culo da un coatto-fascista-spacciatore, che ora voleva pure scoparsi mia madre con la complicità della mia ragazza.

In più continuavo a bere e fumare nonostante i farmaci e spesso andavo in blackout. Stavo uno straccio ma fortunatamente arrivarono le ferie: Giulia non le aveva in estate e così restammo a Roma. In sincerità riuscivo a sopportare il fatto che Raul si scopasse la mia ragazza, del resto era l’unico momento in cui mi veniva duro, ma il solo pensiero che sfiorasse mia madre…

Io però fui ancora più coglione perché reggevo il gioco a quei due stronzi, rassicurando mia madre ogni volta che mi chiedeva informazioni su quel gruppo e su Raul. Mi toccò anche andare a quella riunione: una ventina di trogloditi, con mia madre che si presentò con un bel tacco - da sempre una sua passione -, pantaloni leggeri e una bella camicetta che un po’ celava le tettone. Poi come sempre trucco pesante e capello curato.

Sentire tutte quelle cazzate mi innervosiva ancora di più, Raul moderava insieme al suo socio - Santo - e poi invitò a parlare mia madre presentandola agli altri. Lei imbarazzatissima ripetette qualche cazzata che aveva letto in chissà quale post social e gli altri la applaudirono, con lei che poi si rimise a sedere tutta felice.

Finita la riunione alcuni avevano portato pizze e birre, mangiammo e poi mia madre chiese di riaccompagnarla a casa. Era tutta euforica di quel gruppo, continuando a discutere con Giulia di come fosse tutto un gran complotto (...).

Un paio di sere dopo Raul venne a cena da noi. Vedevo Giulia truccarsi in bagno e mettersi delle mutande a filo tra le chiappe, ma prima intuii che provò a svuotarsi l’intestino. Io decisi di non bere e non fumare, visto che le ultime volte dopo un po’ mi si annebbiava tutto.

Il vicino aveva scritto a mia madre dopo la riunione, complimentandosi per l’intervento. Lei tutta gentile ricambiò i complimenti, aggiungendo che dovevano continuare a lottare contro questa colossale presa in giro. Il discorso poi era passato sul personale, con l’uomo che le chiedeva della sua vita privata.

Mia madre gli disse che è divorziata, che ha avuto una storia poi ma che è single da diversi anni. Allora lui ha sviolinato tutta una serie di banalità che solo mia madre si poteva bere: ma come può essere che una donna così bella sia senza un uomo, che mio padre è un coglione etc…

Iniziarono a scriversi anche quella sera: Raul e Giulia bevevano e fumavano tutti divertiti, io ero nero e in silenzio seduto distante, come invisibile. La mia ragazza poi gli strappò il cellulare di mano e iniziò a scrivere lei a mia madre per conto suo.

Raul allora andò in bagno e tornò senza pantaloncini, sedendosi sul divano con il cazzo già quasi duro. Giulia gli si avvicinò e gli fece “ti ho rimediato un aperitivo per domani sera”, poi iniziò a succhiarli il cazzo.

Ero furioso ma quando vidi Giulia, in una riminiscenza del suo passato da ginnasta, con entrambe dietro la nuca in una posizione oscena in cui veniva inculata selvaggiamente dal nostro vicino, mi esplose il cazzo e mi avvicinai per sborrarle in faccia.

Il giorno dopo ero tesissimo, avevo il terrore che dopo l’aperitivo mia madre potesse scopare con Raul, ma lui tornò a casa poco dopo le 8 con Giulia che subito volle un resoconto andando a bussargli. “Si è messa un bel vestitino” fece lui, spiegando che poi hanno parlato un bel po’, lei gli ha detto che era molto tempo che non usciva con un uomo e lui che si sentiva onorato per questo motivo.

“Non ho affondato però, sono stato un gentleman” disse dandomi un buffetto “ho altri piani”. “No, non esiste, questo no vi prego” dissi come Raul spiegò a cosa aveva pensato, ma Giulia subito fece “e tu vuoi negarmi questa cosa? Non esiste…”.

Non riconoscevo più la mia ragazza, l’avrei mollata in quell’istante se non fosse stato per il fatto che non volevo lasciare mia madre totalmente in balia di quei due. “Come sistemo sta cosa la mollo” mi dissi tra me e me.

Il giorno della riunione successiva volevo sprofondare. Raul in precedenza aveva scritto a mia madre che avrebbe voluto invitarla a casa sua quando hanno fatto l’aperitivo, ma come pensava Caty (il nome di mia madre) disse che era lusingata, anche a lei sarebbe piaciuto ma mai sarebbe venuta nell’appartamento di fianco a quello del figlio.

“Dopo la prossima riunione rimani un po’ di più, ti accompagno io poi” fece lui, e mia madre “ma cosa dico a mio figlio??”, “che fai due passi per tornare a casa, con questo caldo…” e lei accettò con una serie di faccine.

Quando mia madre arrivò aveva delle scarpe rosse con un bel tacco, una gonna poco sopra il ginocchia bianca e una camicetta rossa abbastanza trasparente che faceva intravedere un reggiseno bianco molto curato.

“Guarda come si è messa in tiro tua madre” mi sussurrò Giulia ridendo, poi le solite cazzate della riunione e il solito rinfresco molto modesto. Quando salutammo tutti per andarcene Giulia mi portò in una sala adiacente dove c’era il ring per gli incontri ed entrammo in una sorta di gabbiotto che aveva una particolarità: fuori vetri a specchio ma da dentro vedevi tutto.

Eravamo al buio, faceva caldissimo e dopo un po’ si accese una luce: rimasti soli Raul e mia madre entrarono ridendo e l’uomo le fece “aspettami qui”. Poco dopo tornò con un vino bianco fresco e due bicchieri.

Fecero un brindisi, bevettero un po’ poi lui le tolse il bicchiere e iniziò a baciarla subito ricambiato. Ero pietrificato, lui quasi le strappò la camicetta e immerse la faccia nelle sue tettone: me le ricordavo più piccole, ora erano ancora più grandi anche se più cadendi, enormi e venose.

Giulia rideva e si tappava la bocca, Raul invece spogliò mia madre e la fece stendere sul ring aprendole le gambe e iniziando a leccarle la fica pelosa ma curata. Mia madre gemeva mentre Giulia aveva iniziato a tastarmi i pantaloni.

Il mio vicino allora si spogliò anche lui e con il cazzo duro iniziò a scopare mia madre nella stessa posizione in cui era. Vedevo sostanzialmente il culo dell’uomo muoversi non molto veloce, chinandosi spesso per leccare le tettone.

“Sei stretta eh??” fece lui ridendo e allora mia madre “ahahah, diciamo che anche questa è una riaperturaaaa”. Raul allora si sdraiò sopra di lei, si muoveva piano ma con decisione, fino a che vidi mia madre prenderlo per le chiappe ed esplodere in un fragoroso orgasmo mentre lo teneva ben piantato dentro di lei.

Il romanticismo dell’uomo finì lì. La prese e le fece appoggiare le mani proprio contro il gabbiotto, iniziando ora a scoparla furiosamente da dietro. Mia madre era a pochi centimetri da me, dietro solo un vetro, con la faccia stravolta dal piacere e le tettone ballonzolanti mentre Raul le pompava la fica.

“Ti piace eh, ti piace essere scopata così vero?” e mia madre con un filo di voce “siiii”, poi dopo un po’ si mise a sedere su una sedia e la fece salire a cavalcioni sul suo cazzo, leccandole e martorandole le tettone.

Intanto il mio cazzo di era fatto duro, Giulia me lo tirò fuori e poco dopo le sborrai in mano. Lei mi guardò come si guarda un perdente, leccò la sborra e mi dette come una spinta per allontanarmi.

Mia madre venne di nuovo e allora Raul si sdraiò sul ring e la fece mettere di fianco a succhiarli il cazzo in posizione frontale alla nostra. “Dai bella signora fammi godere a me adesso” fece lui e mia madre iniziò a segarlo furiosamente premendoli il cazzo sulle tette, succhiandogli ogni tanto la cappella.

L’uomo poi iniziò a irrigidirsi e se lo prese in mano prendendo mia madre per i capelli con l’altra mano. “Ahhhhhh” ululò e vidi partire almeno sei copiosi fiotti di sborra che finirono sul viso e le tette di mia madre.

Lei si mise a ridere “ma quanta ne avevi..” e lui “il merito è tuo che sei troppo arrapante..”. Ripresero i vestiti e andarono in bagno, poi quando lui ci mando un messaggio uscimmo e tornammo anche noi a casa. Avrebbero riscopato già il giorno dopo se a mia madre non fosse tornato il ciclo “ma per la prossima riunione dovrei essere ok”.

A quel punto cercai in separata sede di convincere mia madre che quello era un gruppo di coglioni, di vaccinarsi e di lasciare perdere ste cazzate. Di colpo però io ero passato come in secondo piano per lei: per me la misura era colma, dovevo fare qualcosa.

In quei giorni Giulia e Raul mi bullizzavano, io fingevo di stare al gioco preparando una sorta di exit strategy. La riunione seguente stessa pantomima, io e Giualia nel gabbiotto e mia madre che poco dopo arrivò insieme a Raul già baciandosi.

Rispetto alla settimana precedente lei aveva rasato completamente la fica, iniziando poi subito a scopare sul ring. Dopo un quarto d’ora con lei già a quota un orgasmo si sentirono dei rumori e nella sala entrò Santo, il socio di Raul.

Naturalmente era tutto un piano del mio vicino, con Giulia che rideva mentre mia madre goffamente cercava i vestiti per coprirsi. “Guarda che non devi mica andartene” fece Raul “Santo per me è come un fratello vedrai che possiamo divertirci anche in tre”.

Mia madre provò a protestare ma si ritrovò subito i due addosso che la palpavano, accettando dopo poco quella situazione con Raul che le sussurrava parole dolci all’orecchio. Santo è alto come Raul ma con una decina di anni in più, pelato e tarchiato, i muscoli non mancano così come la pancia. Due occhi chiari e piccoli lo rendevano comunque piacente, con il cazzo che era bello lungo e largo, dritto e ricurvo verso l’alto sicuramente grazie al viagra.

Questa volta Giulia neanche mi sfiorò mentre i due si sbattevano mia madre sul ring alternandosi nella sua fica. La vedevo tutta sudata, con le tette lucide dal sudore come la fica che veniva martellata senza pietà dai due.

I due le davano della troia e della zoccola, mia madre era impacciata nel succhiare i cazzi e Santo - molto autoritario come tipo - che le fece “adesso ti insegno io come si succhia un cazzo”, e giù a spingerle la testa sul cazzo fino a farla quasi soffocare.

Non le dettero tregua per un’ora buona: se uno sborrava era l’altro a fottersela con foga inudita. Mamma aveva il viso e le tette tutte piene di sperma e Raul ancora una volta me la spiaccicò contro il vetro.

Santo poi se la riportò sul ring e la fece salire sopra di lui. Raul così prese un tubetto e si lubrificò il cazzo, salì sul ring e provò a mettere anche il suo nella fica di mia madre che cacciò un urlò bestiale.

“No cazzo è troppo ahhhh” ma loro due niente la pompavano in sincrono portandola a un orgasmo impetuoso. Tutto finito? Macchè, Raul si staccò un attimo e senza pietà glielo mise nel culo con mia madre che aveva la testa sprofondata nel petto di Santo ed emetteva una sorta di rantolio continuo.

Il mio vicino poco dopo le sborrò nel culo e Santo approfittò di quella sorta di lubrificante naturale per incularla anche lui andando però molto piano. Quando le avvicinò il cazzo alla bocca per sborrare questo era sporco di merda e mia madre si scanzò.

Zoccola è merda tua, fammi sborrare con le tette allora” e lei iniziò una spagnola tenendo la testa girata fino a farlo venire. i due poi iniziarono a essere più gentili, andarono a pulirsi e poi giù di complimenti.

“Ti è piaciuto?” chiese Raul mentre le dava una bottiglietta d’acqua, “si ma non alla fine, non era colpa mia se mi è uscita della cacca dal sedere”. I due le chiesero se avesse gradito anche l’anal e lei “con mio marito lo facevamo spesso, o meglio era lui che lo pretendeva, non è una cosa che mi dispiace”.

La mia umiliazione era completa, ma per prima pagai un consulto online con uno specialista che subito mi spiegò che il mio problema era dovuto ai farmaci, così dissi alla mia dottoressa che volevo smettere e lei mi dette un piano per scalare gradualmente: poco dopo il mio cazzo era come prima.

Due giorni dopo poi tornando a casa dal lavoro vidi la polizia che portava via Raul: aveva gonfiato uno per un debito di droga e si era poi rintanato in casa, ma le guardie ci hanno messo poco a trovarlo.

Colsi la palla al balzo così e mandai a fanculo Giulia, presi le mie cose e tornai a casa da mia madre. Lei era shoccata per l’arresto del suo amante e speravo che quella cosa servisse ad allontanarla da quel giro.

Lei invece iniziò a frequentare Santo, portandoselo pure in casa. Dovevo dare un taglio a tutto questo, cos’ quando Luca - il mio collega nerd - mi parlò di una società a Stoccolma che stava cercando persone subito colsi la palla al balzo e tutti e due fummo assunti.

Questa volta mia madre non protestò, anzi, ma io ero ancora più felice di dare un taglio a tutta quella merda. Tornai solo una volta a Natale e Giulia, informata da mia madre, mi scrisse per prendere un caffè ma io dissi che non ne avevo voglia.

Dopo un po’ mi mandò un video con scritto “pensi di essere superiore? Guarda quella troia di tua madre”, con il video che mostrava mia madre con un push-up che rendeva le sue tettone gigantesche con ai lati due giovani teste rasate che venivano segati da lei, poi un altro video di Santo che se lo faceva succhiare fino a sborrarle in faccia.

“La miseria è tutta la vostra, che brutta fine che hai fatto, ma io vi trapasso…” le scrissi, rifeci la valigia e tornai a Stoccolma e da quel giorno non sono più tornato in Italia. FINE
Ciao, bel racconto. Gradisci che, come ho fatto altre volte, pubblichi il pdf/epub?
 
OP
patrulla

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Non so creare un sondaggio, ho altri due racconti in cantiere:

- Dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna
- 28cm di cazzo nero per mia moglie

A voi la scelta
 

mitcho

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Tutti e due non contemporaneamente però . Scrivi bene bravo, riesci a trasmettere sentimenti e fa la differenza
 
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