patrulla
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Questi racconti facenti parte delle “Sporche storie” sono basati su avvenimenti reali che mi sono stati raccontati da utenti del forum, da amici o che ho vissuto personalmente. Per garantire al massimo la privacy dei protagonisti si tratta di storie che poi sono state romanzate, con i nomi dei protagonisti e i luoghi che sono di fantasia. Essendo in alcuni casi delle vicende che hanno avuto risvolti giudiziari e mediatici, voglio ribadire che ogni commento è ben gradito ma evitate in ogni caso di fare nomi oppure di fare dei riferimenti - come purtroppo avvenuto in passato - perché altrimenti poi sarei costretto a chiedere di rimuovere il racconto. Buona lettura, Patrulla.
Prima parte
Sono stato a lungo indeciso sul raccontarvi o meno quello che mi è accaduto sotto la pandemia anche perché - e lo dico con grande amarezza - un po’ me ne vergogno vista l’umiliazione che sono stato costretto a subire, esperienze che mi porterò dietro per sempre e che a fatica sto provando a lasciarmi alle spalle.
Il mio nome è Silvio e quando è scoppiata la pandemia avevo 30 anni. Sono un tipo di corporatura media, ricciolino e con degli occhi a detta di molti belli, con dei lineamenti molto carini e delicati. Da ragazzo giocavo a pallamano e sono sempre stato in forma, ma ora senza dubbio sono un po’ più appesantito.
Sono un ragazzo molto gentile e tranquillo, laureato in Economia e dopo un po’ di gavetta ora sono stato assunto da una grande azienda. Ho sempre vissuto a Roma prima con i miei e poi solo con mia madre dopo che si è separata da mio padre.
Lui aveva un piccolo negozio e una volta, avevo tipo 15 anni, andai da lui ma l’ingresso era chiuso. Entrai così dal retro e, senza essere visto, lo trovai che si sbatteva a pecora una ragazza che da poco faceva la commessa per lui.
Per me fu uno shock e quando mia madre, di fronte a innumerevoli tradimenti, decise di lasciarlo, iniziai a odiarlo per il male che stava facendo a mamma. Io e lei iniziammo così a essere ancora più legati, non accorgendomi di quanto fosse soffocante nei miei confronti.
Circa due anni prima del Covid in una riunione di un collettivo di sinistra che frequentavo dai tempi dell’università mi capitò di approfondire la conoscenza di Giulia, mia coetanea che da tempo avevo “adocchiato”.
Entrambi venivamo dalla fine di due esperienze importanti: lei è stata per 10 anni fidanzata e si era mollata da poco in quanto a sua detta erano diventati fratelli più che fidanzati, mentre io avevo rotto un annetto prima alla fine per colpa di mia madre.
La mia ex, bella e intelligente, aveva trovato un importante lavoro a Londra e mi ha chiesto di seguirla, tanto che già avevo trovato alcuni lavori anche io. Mia madre terrorizzata dalla mia partenza fece di tutto per ostacolarla, con io che alla fine decisi di restare a Roma: risultato due mesi dopo ero single.
Alla fine io e Giulia ci fidanzammo poco dopo e lei, di carattere molto forte, subito capì la natura tossica del rapporto con mia madre. Mi propose così di andare a vivere insieme e questa volta convinsi mia madre, anche perché in fondo mi spostavo solo di qualche isolato.
Mi innamorai subito di Giulia e mi sentivo ricambiato. Lei è laureata in Lingue e lavorava per una società di traduzioni, mentre fisicamente è molto arrapante anche se quasi sempre non valorizzava il suo corpo vestendosi da “zecca”.
Non molto alta - sul metro e sessanta - da ragazza ha fatto per anni ginnastica e le sono rimaste delle gambe grosse e muscolose, con un culo enorme ma incredibilmente sodo. La vita invece è strettissima e il seno praticamente inesistente, con i capelli castani e mossi ad altezza collo che incorniciavano due splendidi occhioni celesti.
A letto mi sono innamorato anche dei suoi pompini, passionali ma anche profondi tanto che me lo prendeva tutto in gola (sono normodotato, anzi forse qualcosa in meno), ma soprattutto spesso schizza come una fontana quando viene.
Col cazzo è capitato solo quando è lei a cavalcami e a gestire i movimenti, mentre con la lingua e con le dita la facevo squirtare spesso: amavo sprofondare la faccia in quel fichino curato e profumato, con le labbra liscio e sopra un bel pelo curato.
Visto che i miei migliori amici avevano entrambi avuto figli piccoli uscivamo soprattutto con i suoi amici, un gruppo con cui legai subito. A lavoro invece strinsi un rapporto stretto con Luca, un nerd obeso che invece aveva solo me come grande amico.
La convivenza andò subito bene con lei che mise una regola: tua madre a casa non la voglio vedere. Loro due fin da subito si sono odiate senza mandarsele a dire, ma questa volta non volevo che mamma rovinasse anche questa storia che per me era quella giusta.
“Ma perché tua madre non si trova uno che se la scopa invece che rompere le palle a te?” mi ripeteva spesso Giulia quando mia madre la faceva incazzare. Del resto termini a parte non aveva tutti i torti, visto che a 51 anni era ancora molto piacente.
Alta circa 1,65, mora mediterranea con i capelli corti, il volto magro e il naso un po’ irregolare, grazie alla ginnastica ha mantenuto delle gambe magre e un sedere piccolo ma ben fatto. In pancia però qualche chiletto di troppo si vedevano che però si sposavano perfettamente con delle tettone grandi e morbide, una quinta che con gli anni è diventata una settima.
Quante seghe mi sono fatto su di lei? Tante. Quante volte l’ho spiata mentre si cambiava o in bagno? Tante. Le sue tettone venose con i capezzoli enormi e scuri mi hanno sempre fatto impazzire, e ammetto che sono stato geloso quando per un periodo ha frequentato un tipo di 70 anni, molto distinto ma anche un po’ decrepito, con la storia durata qualche anno ma finita due anni prima del covid non so per quale motivo.
Io e Giulia avevamo preso in affitto un appartamento non molto grande di un edificio industriale: al piano strada c’era un negozio di idraulica, mentre sopra due appartamenti che una volta erano uniti ma che il proprietario ha diviso con un muro praticamente di cartone per incassare due affitti.
Come vicinati non fummo particolarmente fortunati: Raul, un 45enne noto per le sue simpatie neofasciste e per i suoi traffici poco legali. Non che noi due disdegnassimo le canne o della coca quando capitava, ma lo facevamo solo in casa.
Raul è un po’ più basso di me, moro con il doppio taglio da giovane è stato un pugile e ora gestiva una sorta di palestra dove insegnava pugilato. Tutto tatuato e muscoloso, i rapporti con lui sono sempre stati pessimi perché Giulia di certo non le gli mandava a dire le cose.
Le nostre camere erano divise da cartone praticamente e noi sentivamo tutto, sia quando scopava a lungo sia quando spacciava oppure si sballava con amici poco raccomandabili come lui. Giulia più volte si è lamentata per il rumore anche a notte fonda, lamentandosi con il proprietario che però è un suo amico e sostanzialmente non gli diceva un cazzo.
Una notte che all’1 ancora c’era musica a palla, Giulia chiamò i carabinieri e non mi dimenticherò mai lo sguardo di odio che ci rivolse mentre assistevamo alla scena del loro arrivo dal pianerottolo.
Prima parte
Sono stato a lungo indeciso sul raccontarvi o meno quello che mi è accaduto sotto la pandemia anche perché - e lo dico con grande amarezza - un po’ me ne vergogno vista l’umiliazione che sono stato costretto a subire, esperienze che mi porterò dietro per sempre e che a fatica sto provando a lasciarmi alle spalle.
Il mio nome è Silvio e quando è scoppiata la pandemia avevo 30 anni. Sono un tipo di corporatura media, ricciolino e con degli occhi a detta di molti belli, con dei lineamenti molto carini e delicati. Da ragazzo giocavo a pallamano e sono sempre stato in forma, ma ora senza dubbio sono un po’ più appesantito.
Sono un ragazzo molto gentile e tranquillo, laureato in Economia e dopo un po’ di gavetta ora sono stato assunto da una grande azienda. Ho sempre vissuto a Roma prima con i miei e poi solo con mia madre dopo che si è separata da mio padre.
Lui aveva un piccolo negozio e una volta, avevo tipo 15 anni, andai da lui ma l’ingresso era chiuso. Entrai così dal retro e, senza essere visto, lo trovai che si sbatteva a pecora una ragazza che da poco faceva la commessa per lui.
Per me fu uno shock e quando mia madre, di fronte a innumerevoli tradimenti, decise di lasciarlo, iniziai a odiarlo per il male che stava facendo a mamma. Io e lei iniziammo così a essere ancora più legati, non accorgendomi di quanto fosse soffocante nei miei confronti.
Circa due anni prima del Covid in una riunione di un collettivo di sinistra che frequentavo dai tempi dell’università mi capitò di approfondire la conoscenza di Giulia, mia coetanea che da tempo avevo “adocchiato”.
Entrambi venivamo dalla fine di due esperienze importanti: lei è stata per 10 anni fidanzata e si era mollata da poco in quanto a sua detta erano diventati fratelli più che fidanzati, mentre io avevo rotto un annetto prima alla fine per colpa di mia madre.
La mia ex, bella e intelligente, aveva trovato un importante lavoro a Londra e mi ha chiesto di seguirla, tanto che già avevo trovato alcuni lavori anche io. Mia madre terrorizzata dalla mia partenza fece di tutto per ostacolarla, con io che alla fine decisi di restare a Roma: risultato due mesi dopo ero single.
Alla fine io e Giulia ci fidanzammo poco dopo e lei, di carattere molto forte, subito capì la natura tossica del rapporto con mia madre. Mi propose così di andare a vivere insieme e questa volta convinsi mia madre, anche perché in fondo mi spostavo solo di qualche isolato.
Mi innamorai subito di Giulia e mi sentivo ricambiato. Lei è laureata in Lingue e lavorava per una società di traduzioni, mentre fisicamente è molto arrapante anche se quasi sempre non valorizzava il suo corpo vestendosi da “zecca”.
Non molto alta - sul metro e sessanta - da ragazza ha fatto per anni ginnastica e le sono rimaste delle gambe grosse e muscolose, con un culo enorme ma incredibilmente sodo. La vita invece è strettissima e il seno praticamente inesistente, con i capelli castani e mossi ad altezza collo che incorniciavano due splendidi occhioni celesti.
A letto mi sono innamorato anche dei suoi pompini, passionali ma anche profondi tanto che me lo prendeva tutto in gola (sono normodotato, anzi forse qualcosa in meno), ma soprattutto spesso schizza come una fontana quando viene.
Col cazzo è capitato solo quando è lei a cavalcami e a gestire i movimenti, mentre con la lingua e con le dita la facevo squirtare spesso: amavo sprofondare la faccia in quel fichino curato e profumato, con le labbra liscio e sopra un bel pelo curato.
Visto che i miei migliori amici avevano entrambi avuto figli piccoli uscivamo soprattutto con i suoi amici, un gruppo con cui legai subito. A lavoro invece strinsi un rapporto stretto con Luca, un nerd obeso che invece aveva solo me come grande amico.
La convivenza andò subito bene con lei che mise una regola: tua madre a casa non la voglio vedere. Loro due fin da subito si sono odiate senza mandarsele a dire, ma questa volta non volevo che mamma rovinasse anche questa storia che per me era quella giusta.
“Ma perché tua madre non si trova uno che se la scopa invece che rompere le palle a te?” mi ripeteva spesso Giulia quando mia madre la faceva incazzare. Del resto termini a parte non aveva tutti i torti, visto che a 51 anni era ancora molto piacente.
Alta circa 1,65, mora mediterranea con i capelli corti, il volto magro e il naso un po’ irregolare, grazie alla ginnastica ha mantenuto delle gambe magre e un sedere piccolo ma ben fatto. In pancia però qualche chiletto di troppo si vedevano che però si sposavano perfettamente con delle tettone grandi e morbide, una quinta che con gli anni è diventata una settima.
Quante seghe mi sono fatto su di lei? Tante. Quante volte l’ho spiata mentre si cambiava o in bagno? Tante. Le sue tettone venose con i capezzoli enormi e scuri mi hanno sempre fatto impazzire, e ammetto che sono stato geloso quando per un periodo ha frequentato un tipo di 70 anni, molto distinto ma anche un po’ decrepito, con la storia durata qualche anno ma finita due anni prima del covid non so per quale motivo.
Io e Giulia avevamo preso in affitto un appartamento non molto grande di un edificio industriale: al piano strada c’era un negozio di idraulica, mentre sopra due appartamenti che una volta erano uniti ma che il proprietario ha diviso con un muro praticamente di cartone per incassare due affitti.
Come vicinati non fummo particolarmente fortunati: Raul, un 45enne noto per le sue simpatie neofasciste e per i suoi traffici poco legali. Non che noi due disdegnassimo le canne o della coca quando capitava, ma lo facevamo solo in casa.
Raul è un po’ più basso di me, moro con il doppio taglio da giovane è stato un pugile e ora gestiva una sorta di palestra dove insegnava pugilato. Tutto tatuato e muscoloso, i rapporti con lui sono sempre stati pessimi perché Giulia di certo non le gli mandava a dire le cose.
Le nostre camere erano divise da cartone praticamente e noi sentivamo tutto, sia quando scopava a lungo sia quando spacciava oppure si sballava con amici poco raccomandabili come lui. Giulia più volte si è lamentata per il rumore anche a notte fonda, lamentandosi con il proprietario che però è un suo amico e sostanzialmente non gli diceva un cazzo.
Una notte che all’1 ancora c’era musica a palla, Giulia chiamò i carabinieri e non mi dimenticherò mai lo sguardo di odio che ci rivolse mentre assistevamo alla scena del loro arrivo dal pianerottolo.