Esperienza reale Lidia-la mia dominatrice-3^ puntata

andujar91

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Proseguo nel racconto di quell'eroticissimo sabato sera 22 giugno nel discopub del nostro gruppo. Dunque ero appena tornato dal bagno dove mi ero tirato fuori dagli slip palle e cazzo perché non ce la facevo più a tenerli dentro alla vista di Lidia, della quale ripropongo alcune foto, e mi ero seduto avendo i coglioni contro la patta e il cazzo duro lunghissimo appoggiato sulla coscia destra, coperto appena dai bermuda attillati, dai quali, però, se fossimo stati in piedi, mi avrebbe visto il netto rigonfiamento. pensavo di resisterle.

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Ero convinto di resisterle, nonostante quel suo sguardo, quei suoi capelli biondi fluenti, quelle tette che le fuoriuscivano dalla minicanotta ultratop e ultraattillata, e quei tanga di jeans attillatissimi e scosciatissimi. Invece quando Lidia mi si piazzò col mento appoggiato al pugno destro, fissandomi con i suoi occhi e il suo sguardo truce e sexy non solo sparì quella convinzione, ma mi fuoriuscì subito il glande di ulteriori due-tre centimetri, e fuoriusciva anche dall'orlo dei bermuda, ed ebbi una contrazione tale ai coglioni che pensai di venire lì, davanti a lei, in quel momento. Ma subito la mia circoncisione mi venne in aiuto: e noi circoncisi difficilmente veniamo. Perciò riacquistai un po' di fiducia. Non sarei mai venuto davanti a lei. Ma la contrazione ai coglioni fu così forte che la stretta degli slip mi fece male: a stento soffocai in gola un rantolo. E dal male pensai e, per un momento, volli chiederle pietà. E pensai per un attimo a quel "povero" suo professore di università. Posto qui sotto due foto. Guardate il volto sorridente di Lidia, e combinatelo col mini top nero che indossava dal quale le fuoriuscivano le tette.

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Come avrei potuto resisterle a questo sorriso e a questo sguardo? A due occhi che scintillavano di una bellezza erotica che mi trapassava i miei? A quei denti bianchissimi madidi di saliva che le avrei voluto leccare? Al suo pugno e al suo braccio bianchissimi e muscolosi? Volevo baciarle quel meraviglioso pugno da pugilatrice. Ansimai: ero sudatissimo, e guardai Lidia con un'espressione di sofferenza. Speravo lei pensasse, da come ero sudato, che avevo caldo, e non che la mia fosse sofferenza sessuale. Non saprò mai cosa stesse pensando. Sta di fatto che mi rispose con un sorriso sexy e uno sguardo erotico che mi divorò letteralmente e che mi colpì direttamente nelle palle: i coglioni mi si contrassero di nuovo, li sentii ingrossarsi a dismisura, come il cazzo. Dovetti stringere i denti per soffocare il rantolo. Il risultato di questa contrazione terribile ai genitiali provocatami da Lidia fu un'abbondantissima colata di liquido preseminale che mi uscì dal glande e mi colò lungo il retro del polpaccio sinistro: - E' tutta tua, Lidia... sei grande... te la dedico... e ora pietà!! Pietà, ti suppplico!! - le dissi fra me e me. Mentre io facevo fatica persino a respirare e il mio cuore batteva a mille, il discorso andò sul caldo.Lidia tolse il suo sguardo su di me. Le ragazze iniziarono a chiedersi come avrebbero fatto a dormire la notte. Lidia: "Io non ho nemmeno il condizionatore...". "E come fai?" le chiesero. "Eeeh, dormo nuda"."Nuda!?", feci io un po' di sbotto. Lidia mi guardò ancora fulmindandomi con quei suoi meravigliosi occhi: "Certo! completamente! Perchè? D'altra parte, il reggiseno stringe troppo ed è fastidiosissimo... e le mutandine a che mi servono? E anche così sono in un lago di sudore che tu nemmeno ti immagini". "E i tuoi non ti dicono niente?" le chiesi. "Io vivo in un appartamento mio". "Ah...". Vedendomi perplesso Lidia insistette: "Scusa, che problema c'è?". "Dormi con le finestre aperte?". "Certo, sennò cuocio". "Lidia... se entrasse un ladro mentre tu dormi, e ti vede completamente nuda e senza mutandine, non hai paura che decida di violentarti?". "No. Guarda che io faccio pugilato. E' lui che dovrebbe avere paura di me. In ogni caso spero che sia bello". "Perchè?" le chiesi. Lidia mi guardò un po' truce: "Perchè io non chiamerò la polizia per denunciarlo e vederlo fuori dopo pochissimo. Sarò io la sua poliziotta. Capisci?". Io in estasi le chiesi: "Che cosa gli farai?". "Quello che lui vuole fare a me. Lo violento, lo stupro, lo sodomizzo e lo scopo facendolo urlare per tutta la notte, tanto abito in campagna. E poi... indovina cosa gli farò". La domanda me la fece in modo sexy. Io ansimai. Sospirai, e poi le chiesi: "Cosa?". "Lo castro. Capisci perchè voglio che sia bello da morire? Sarebbe così sexy per me!". Due colate di sperma mi inondarono il polpaccio. "Legittima difesa", disse una. "Certo!", replicò lei. E aggiunse: "E dovrà ringraziarmi, perchè comunque gli ho offerto l'ultima notte erotica della sua vita". Le dissi: "Non proverà più desiderio per nessun'altra ragazza". "No, io sarò stata l'ultima". E per apparirle gentile le dissi: "La più bella". Lidia rispose dura e netta: "Ovvio. La più bella. La più hot. E la più stellare che abbia mai avuto. Hai qualche dubbio?". "No, io sarò stata l'ultima". E per apparirle gentile: "La più bella". Lidia rispose dura e netta: "Ovvio. La più bella. E la più hot. Hai qualche dubbio?". "Neanche per idea" le risposi. Iniziò la musica. Tutti andarono a ballare. Lidia però disse: "No, andate voi, a me non va", e mi chiese: "Mi fai compagnia?". "Certo!". Rimanemmo soli. Ci guardammo. Lidia tornò ad appoggiare il meno al suo pugno. Altra colata di liquido preseminale sul mio polpaccio sinistro. Per rompere il ghiaccio, ultraeccitato le chiesi: "Davvero saresti capace di castrare un uomo?". "Certo. Mi basta un pugno.Ma lLi hai visti i miei muscoli?". Io degluttii. "Si..." le dissi. "E pensi che la parte più debole, anche se più virile del vostro corpo possa resistere a un pugno dei miei?". "No". "Appunto, e così succederà a lui. Forse, e me lo chiederà strisciando ai miei piedi, gli concederò l'ultima sborrata della sua vita. Non mi dimenticherà mai". "Lo credo! Una poliziotta così...!". "Vero?". E Lidia incalzò: "Senti, visto che siamo un po' in argomento, mi togli una curiosità?". "Se... se posso...". "A te davvero non viene duro a vedere una bella ragazza?". Me lo disse divorandomi ancora eroticamente con gli occhi. Il glande mi fuoriuscì ancora dal cazzo, tanto che ormai dai bermuda usciva di un paio di centimetri, e lo si vedeva, se qualcuno avesse guardato. E la colatura di liquido preseminale si fece più continua. "Alludi alla mia circoncisione?". "Certo... è davvero un problema per te?". Le risposi: "Il problema non è che non mi viene duro...". Lidia mi anticipò: "Ma non hai l'erezione, giusto?". "Difficilmente, perché il glande perennemente scoperto sbava sperma in continuazione, e mi bagno le mutande". "Ce l'hai l'orgasmo?". "Praticamente mai, Lidia. Il glande è già fuori, non ho il prepuzio che lo stimola. Per questo ho solo al massimo abbondanti colature di sperma. Devo… devo avere di fronte una ragazza veramente strabella per venire". "Ci soffri?". "Si, tanto. Vedi, io mi eccito dieci volte di più degli altri per via di questa menomazione, e per la pratica impossibilità di avere un orgasmo... quando ho davanti una bella ragazza non hai idea di quanto questo mi fa soffrire" e aggiunsi: "Lidia, tu non hai idea del mal di palle che ho!". E qui glielo dissi proprio con enfasi e sofferenza, perchè stavo dicendole la verità: mi facevano un male cane. C'era musica intorno a noi, ma è come se dopo quelle mie parole fra me e Lidia calasse un silenzio e un calore torrido carico di sesso. Ci guardammo per qualche istante. Io guardavo Lidia un po' imbarazzato e sofferente. Lidia guardava me sempre col mento appoggiato al pugno destro mangiandomi eroticamente con gli occhi. "Ti è mai capitato di andare in orgasmo per una ragazza?". "Si, ma... solo perchè me l'hanno provocato... due volte in tutta la mia vita". "Questo ti fa sessualmente un duro... e una ragazza strabella, strasexy e strahot che ti ha mandato in orgasmo c'è mai stata?". Il "Come te?" era sulle mie labbra, e forse Lidia lo aveva detto. Le risposi facendo il carino: "Beh..." e sorrisi. "Che c'è?". "No, niente...". "No, dài, che c'è?". "No... mi era venuto in mente una cosa dopo quello che avevi detto tu che...". "Dìlla". "No, è meglio di no". "Dài, dìlla". "No...". "Dìlla!". "Lidia, non è il caso", "Dìlla o ti castro lì dove sei". "NO, PIETA!!!" mi scappò di dirle serio. Scommetto che Lidia lì capì qualcosa. "Dìlla" mi ridisse lenta, imperiosa, minacciosa, sexy. "Okay, la dico, ma non castrarmi, ti prego". "Non ti castro, ma tu dìlla". "Okay... stavo dicendo che forse potrei avere un'erezione e un orgasmo... vedendo te nuda completamente a letto". Mi sentii trapassato dal suo sguardo truce. "Davvero?" mi chiese piano, bollente, sexy. Ora l'atmosfera non era solo bollente, ma scintillante di erotismo.Vidi, infatti, i denti di Lidia contrarsi e indurirsi, e nella sua bocca c'era parecchia saliva. "Davvero", le risposi piano. Lidia avvampava, era sempre più hot, e io quasi piegato sul tavolino dal mal di palle. Lidia mi chiese netta: "Te l'ho fatto venire duro?". "Eeeh!?", feci io. Ma Lidia subito mi ordinò: "Allarga le gambe". "Nnohoh..." sibilai. "Allarga le gambe", ripeté, e aggiunse: "E siediti sul bordo della sedia... voglio controllare quanto è grande la mia bellezza". Ebbi paura che scoprisse che avevo tutto fuori. Perciò cedetti: "No, mi arrendo! Si, me l'hai fatto diventare duro" e con un sospiro le dissi tutto d'un fiato: "Me l'hai fatto diventare duro appena ti ho vista entrare, camminare verso di me scintillante ed esplosiva, perchè sei una ragazza bellissima, con due occhi meravigliosi, penetranti, uno sguardo che fin dal primo momento ha infilzato il mio, affilato come una spada, dei capelli splendidi, che riflettono i raggi del sole, e fluenti come una cascata di diamanti, e...". "E...?". "E un corpo veramente sexy e mozzafiato!". Avevo il cazzo che mi vibrava, e il liquido preseminale colava senza più smettere lungo tutto il mio polpaccio sinistro. "Wooowww!!!!!", fece Lidia, ma con un tono non da innamorata, ma da eroticamente eccitata, e con due occhi scintillanti. Calò qualche istante di silenzio: io ero, ormai, distrutto, bagnato di sudore. Lidia mi chiese mangiandomi ancora con gli occhi: "Cos'è... devo prenderla come una dichiarazione d'amore?". Non ebbi il coraggio di risponderle. Sibilai solo: "Oh, Lidia...". "Amore!!!!!" fece lei. E aggiunse vedendomi soffrire: "Certo che avere come ragazzo un circonciso deve essere molto sexy... Il problema è che non sei alla mia altezza... passionale ed erotica come sono non voglio ragazzi con pezzi di pene. Comunque, okay, vediamo, prendo atto che sei cotto di me". e mi ordinò: "Ora allarga subito le gambe e siediti sul bordo della sedia... voglio sentire le tue palle...". "No...". "Non ci vedrà nessuno... allungherò la gamba sotto il tavolo e te le palperò, voglio solo sentire quanto sono duri...". "Lidia... Lidia, ascoltami... hai il tacco dodici, vero?". "Si, di ferro". "Ti prego, non lo fare... ti supplico... non hai idea di quanto mi fanno male... è come se mi stessero scoppiando... non vedi come sono sudato dal male?". Lidia mi chiese: "Ti fanno così male?". "Non hai idea quanto. E' da quando ti ho vista che sono così, e che soffro.Io... Io ti scongiuro, in nome del cielo, non farlo... se me li tocchi, con quel tacco me li infilzi, mi faresti urlare dal male, mi uccideresti come uomo ... si, io non sono alla tua altezza, sono debole come loro, ti scongiuro, non farlo!". Lidia un po' annoiata mi disse: "Okay, non te le toccherò, te lo prometto, però aprile lo stesso e siediti sul bordo, da adesso in avanti voglio averti davanti a me con le gambe aperte". "Si, si... comunque, ce le ho aperte fin da quando mi sono seduto dal male che mi fanno". "Devi aprirle al massimo... più che puoi". "Si, okay". E mi "controllò" mettendomi i suoi piedi accanto ai miei. "Okay", e li tolse, "Ora siediti sul bordo, forza". E mi sedetti sul bordo. "Bravo... non ti muovere per nessun motivo, resta fermo così".Lidia continuò con le domande bollenti. Stavolta con un tono molto più da dura. Più che domande era un'interrogatorio. Più che un interrogatorio erano ordini. "Com'è il cazzo di un circonciso?". "E' senza il prepuzio". "Questo me l'hai già detto, scemo!... descrivimi com'è il tuo cazzo ora... ora che è in tiro per me". Ce l'avevo sotto i bermuda. Glielo potevo descrivere dal vivo, diciamo: "Si... si.... E' duro, grosso e lungo, duro come l'acciaio, credimi...". "Quanto". "Quanto cosa?". "Sei un tunisino hai detto, vero?". "Si". "Dìmmi quanto". "Ma quanto cosa?". "Quanto te l'ho fatto diventare lungo?". "Strabella come sei il massimo: un paio di volte mi sono sentito sull'orlo dell'orgasmo...". "QUANTO!". "Venti centimetri... una quindicina di circonferenza... ho il glande fuori di almeno cinque centimetri, e cola sperma da un'ora. E ho un mal di palle che tu non hai idea". Ci fu un istante di silenzio. Con un tono più dolce e sensuale mi disse: "Tutto per me?". "Tutto per te, Lidia". E aggiunsi sperando di poter giocare tutte le mie carte: "Lidia, sei meravigliosa". Ero ansimante davanti a lei.Lidia abbassò un attimo lo sguardo, poi mi ritrafisse guardandomi negli occhi e mi disse: "Sono orgogliosa di averti provocato tutto questo in una sola ora...". "Fai bene. Ti giuro che è la prima volta... che una ragazza mi riduce così...". "Grazie... e ti ringrazio per le parole bellissime che mi hai detto... davvero... si vede che sei proprio cotto di me". Ormai che tutte le carte erano scoperte, a parte quella dei miei genitali fuori dagli slip, le chiesi esplicitamente: "Lidia, col cazzo che sanguina sperma per te... te lo chiedo ufficialmente... posso essere il tuo ragazzo? Ti supplico...". "SCHERZI!? Ma nemmeno se me lo chiedi in ginocchio!". "Non ti era piaciuta la mia dichiarazione?". "Certo che mi è piaciuta", e diede una scossa ia capelli, "Nessun ragazzo mi ha detto o scritto parole meravigliose come le tue". "Che cos'è che mi manca, allora?". "Cioè, mi chiedi cosa ti manca? Innanzitutto, non sei un bel ragazzo. poi, scusa, ma ti sei visto? Sono più alta di te di almeno una ventina di centimetri, mi arrivi a malapena al petto. Ho un fisico doppio del tuo, che pure sei un maschio. Ho dei bicipiti che te li sogni, il doppio dei tuoi, e se facciamo braccio di ferro ti spezzo le tue braccine. A letto, al primo amplesso ti spezzo le ossa... secondo te?... Guarda, l'unica cosa eccitante e che mi manda fuori di testa sono i tuoi coglioni e il tuo cazzo, anche se tagliato... nessun maschio ce li ha come i tuoi... Sei più stallone di un toro. Mi dispiace, veramente, ma tra me e te non potrà esserci mai niente". "Sei di un altro pianeta". "Si. Immagino che mi penserai". "Si. Sempre". "E ti diventerà duro". "Senza speranza di orgasmo. E con un mal di palle allucinante". "Mi dispiace. Comunque, se tu penserai a me, io penserò sempre alle tue palle". Io la guardavo ansimante, col viso ormai sfigurato dal male. Stavolta la contrazion e fu dolorosa, ed emisi un rantolo. "Uaahahaaghhhh...." e mi piegai davanti a lei. "Scusami, Lidia...", le dissi. "Non ce la fai più, vero?", mi chiese. "No". "Ti fanno così male?". "Si... è il problema di non riuscire ad avere l'orgasmo... diventa uno stillicidio... aaahhh...". Lidia ammirava col suo solito ghigno la sua azione "distruttiva": io, piegato e sofferente, davanti a lei. "Se vuoi, posso risolverti il problema", mi disse piano. "Si, ti prego, se riesci a farmi venire...". "MA SEI SCEMO!? Qui davanti a tutti?". "Ma no... andiamo in bagno... ti prego, mi scoppiano...". "Col cazzo! Ma per chi mi hai preso!? No, io intendevo in un altro modo... più definitivo, diciamo. E in un modo, diciamo, "legalmente" pulito. La forza ce l'ho, te l'ho detto"."Come?" le chiesi quasi impazzendo dal male e col glande sempre colante completamente fuori dai bermuda.. "Qual è il tuo indirizzo instagram?". Glielo dissi. Passarono alcuni istanti di silenzio. E Lidia mi disse dura: "Ti farò sapere in direct quando inizierò a dormire nuda la notte". "Tuaaahhh...." rantolai sentendomi le palle squarciare. "Entrerai dalla finestra come uno stupratore, ma non dirmi quando verrai... rovineresti la mia eccitazione. Sarò la tua poliziotta. Finalmente vedrò i tuoi coglioni e il cazzo di un circonciso in tiro. Ti prometto che ti farò passare una notte erotica stellare, la tua ultima notte erotica con la ragazza più bella che hai mai visto. Sarà una notte intera di mia sex domination su di te. Sarò la tua poliziotta e la tua stupratrice. Ti scoperò e ti stuprerò fino a farti urlare pietà. Ti farò avere l'ultimo orgasmo della tua vita, e poi con un pugno ti castrerò: non ti preoccupare, perchè ho muscoli a sufficienza per distruggere anche dei coglioni come i tuoi. L'unico rapporto fra me e te, che varrà per tutta la vita. Poi non soffrirai più così"."Sei pazza? A parte il resto, come la mettiamo con la gente e la polizia?". "Sono in aperta campagna... e con la polizia, ti prometto che non ti denuncerò, stai tranquillo. Te l'ho detto: sarò io la tua poliziotta, la tua stupratrice, e la tua catratrice". E aggiunse: "Non darmi una risposta ora... Pensaci... ti conviene... mi ringrazierai per tutta la vita". Ormai ero al limite. Passarono alcuini istanti e le dissi: "Lidia... ho un'ultima cosa da chiederti...". "Dìmmi". "Vorrei baciarti". "MA SEI FUORI!? SCORDATELO!". "No, non sulla bocca! Scegli tu, e nel modo più nascosto... è l'ultimo mio desiderio, ti prego... guardami come sono ridotto". Lidia, forse un po' impietosita, ma forse anche eccitata dalla possibilità di farmi soffrire ancora di più non rispose nulla, si guardò in giro, avvicinò al mio viso il gomito sul quale poggiava il mento, poi mi disse: "Ti offro un anticipo di quello che ti offrirò la notte che verrai da me... guardami". Lidia si tirò fuori la lingua, strapiena di saliva schiumante, e si leccò avidamente il pugno destro sul quale appoggiava il mento, facendoselo passare sulla lingua lentamente, con violentissima pressione, da destra verso sinistra. poi ci sputò sopra, e si rimise il mento sul pugno mostrandomi il pugno completamente colante della sua saliva, serrandolo ancora di più: "E ora baciami", mi disse piano, sensuale, ma a mo' di ordine. Per fortuna che tutti erano in pista a ballare. Io le presi delicatamente il gomito alla base, affondai il mio naso sul suo pugno insalivato, inspirai l'odore supersexy della sua saliva, gli diedi un primo bacio, intanto che lei mi diceva: "Ti castrerò con questo pugno". Successe il miracolo: arrivò l'orgasmo. Il primo getto di sperma sentii che mi squarciò quasi i coglioni: "Ttuaaahhh..." rantolai dal male, e il getto fu violentissimo: non so fin dove arrivò, poi ne arrivarono altri violentissimi, dolorosissimi: il mio colpo sobbalzava a ogni getto. Continuavo a rimanere avvinghiato al pugno di Lidia. In pieno spasmo, la implorai: "Taahaahhh... Lidia... Lidia, aiutami, ti prego". La vidi sempre ghignante. Per me fu un inferno di dolore e un paradiso di sensazione. Si sentivano distintamente le autentiche innaffiate di sperma che arrivavano sul pavimento: SCIAAFFFF!!! SCIAAAFFFF!!! SCIAAAFFFF!!! Con circa quindici centimetri di circonferenza, il mio cazzo era come un rubinetto che si apriva al massimo e si chiudeva. Il tutto per almeno una ventina di getti. Finalmente l'orgasmo finì. Distrutto, inalai e baciai il pugno insalivato di Lidia come mai avevo fatto fino a quel momento. Tremavo tutto: il mio viso, le mie labbra sul suo pugno, il mio corpo. Le diedi un ultimo intensissimo bacio. La guardai, e Lidia mi chiese quasi ironica: "Cioè... sei venuto?". io annuii senza rispondere. "TI HO FATTO VENIRE?" chiese stupita. "Sei... sei stata grande..." le dissi. Le lasciai il gomito, tornammo seduti normali, ma Lidia nell'appoggiarsi sulla sedia, abbassò lo sguardo e vide il pavimento tutto bagnato e schizzato anche oltre la sua sedia. "Che cazzo è successo?". Anch'io mi ritrassi indietro con la sedia immediatamente. Lidia guardò sotto il tavolo. E vide, come vidi io, un autentico lago di sperma, biancastro e pure schiumante. Non c'era praticamente spazio per mettere i piedi. "Ma tu...." mi disse Lidia, "tu ce li avevi fuori". "Dall'inizio" le dissi, "scusami, avevo vergogna, non li tenevo più negli slip". "Sei un maiale, cazzo! Ma guarda qua... che schifo... però wow, quanto ce ne avevi". "Devo andare in bagno". "Non muoverti di qui o ti sputtano e poi ti stacco il cazzo davanti a tutti , lo sai che ne sono capace!". "Okay, non mi muovo, ma non mi sputtanare". "Tanto per cominciare una bella foto di questo bel lago" e con lo smartphone scattò una foto del mio lago di sperma: "Il tuo sperma sarà il mio screenshot per sempre". E continuò: "Cazzo, ma sei un mito... non ti muovere o questa sarà l'ultima sborrata della tua vita". Si abbassò e toccò il lago di sperma: "Minchia, ma è bollente..." e mi guardò, "Sei più virile di un toro". "Tu non hai avuto dubbi su questo". "No, non avevo dubbi. Sei un africano purosangue". Poi aggiunse: "Vienici a casa mia, sarai il mio mandingo... ho anche una frusta, sai?". Finì la musica. Vedemmo gli altri tornare. "Lidia, io devo andare in bagno". "Si, vacci subito e risistemati... qui abbiamo rovesciato uno spritz, okay?". "Okay". Quasi corsi in bagno con i coglioni indolenziti. Entrai nel bagno dei maschi, e al cesso mi abbassai bermuda e slip togliendo la strozzatura alla base dello scroto, mi sembrò di respirare. Ebbi dal glande altre due colate poderose di sperma, quasi minterminabili. mi sedetti sul cesso, ero distrutto, ed erano ancora troppo grossi per starci negli slip. Avevo ancora negli occhi lei, e sul naso l'odore ultrasexy della sua saliva. Non riuscivo a capacitarmi di come mi restavano grossi e duri. Non mi era mai successo. Rimasi fermo per quasi dieci minuti. Non mi si smollavano. Mi alzai. Me li palpai. Fu in quel momento che ebbi subito un secondo orgasmo. Feci appena in tempo ad aprire il cesso, e ci sborrai dentro. Nè Giulia, né Valentina, né Annapaola, né Monica erano stati capaci di tanto. Né Martina, la ragazza del Frecciarossa. Fu un orgasmo meno devastante del precedente, ma lo vissi pensando intensamente a lei, inalando più che potevo l'odore della sua saliva rimastomi sul naso. Poi ebbi un'idea. Tirai l'acqua del cesso e mi passai quell'acqua sul cazzo e sulle palle. Finalmente si smollarono e io potei infilarmi slip e bermuda. Tornai al tavolo, Lidia mi accolse con un gran sorriso. Mi sedetti e dovetti calpestare il mio sperma, come tutti del resto. Ma Lidia non mi aveva tradito. SAtavamo per andarcene, quando Lidia fermò tutti e guardandomi col ghigno disse: "No, aspettate. C'è una cosa che voglio fare prima di andare. Voglio sfidare il vostro amichetto tunisino a braccio di ferro". Tutti acconsentirono entusiasti. Dissi a Lidia: "Mi vuoi umiliare". ""Ti voglio devastare", e aggiunse "Dài, fammi vedere quanto sono duri i muscoli di un africano". "Fai pugilato, io no", le dissi. "Tu sei un uomo, io una donna" e mise il gomito sul tavolo: "Dài!". I suoi occhi scintillavano. Non avevo scelta. Misi anch'io il gomito sul tavolo. Lidia disse: "Rosy, dai tu il via". La mano di Lidia che avevo avvinghiato era quella che si era leccata. "VIA!" fece Rosy. Giuro, misi tutto me stesso. Fu stellare. Guadagnai subito 45 gradi su Lidia, dopodiché lei mi guardò come una pantera, non riuscii più a piegare il suo braccio: pareva di ferro. Eravamo inchiodati in quella posizione. A un certo punto, io colavo sudore, e il mio braccio iniziò a vibrare, segno che stavo esaurendo le forze. "IAAHH!!!!" fece Lidia. Mi devastò con una forza sovrumana. Rimise nonostante la mia resistenza le braccia alla pari, poi lentamente iniziò a piegare il mio. Tentai uno scatto di orgoglio, ma Lidia diede uno strappo che fu la mia fine: "IIAAAHAHHH!!!" e di colpo schiacciò il mio pugno sul tavolo. Vidi il suo bicipite di ferro, strasexy. Lidia mi disse: "Ora sai chi è il più forte, e che fine farà il mio aspirante stupratore". Pensai che si riferisse alla proposta drammatica che mi aveva fatto. Ci alzammo e ci dirigemmo verso l'uscita. Il saluto fra me e lei fu ovviamente fugace: "Ciao, e a presto" mi disse stringendomi la mano. "Ciao, Lidia", risposi io. Tornai a casa col pensiero se accettare o no la sua proposta. Ma quella notte feci davvero fatica a dormire. Pensai a lei ininterrottamente. Ero innamorato cotto di lei. Ma era amore o solo attrazione sessuale? Certo che un miracolo era accaduto quella sera. Tra me e Lidia c'era stato qualcosa di molto, molto particolare. Lidia è una ragazza bellissima. Mi sono chiesto se sarei riuscito a innamorarmi di un'altra ragazza, visto che lei non mi voleva come suo ragazzo. Immaginai di no. E allora forse conveniva veramente andare da lei e farla finita. Se non altro, le avrei fatto vedere quanto un "tunisino africano", come mi chiamava lei, sa dare. Sessualmente, visto che a Lidia interessava solo quello.
Così è finita quella serata. Ma a questa storia c'è una prosecuzione, che racconterò un'altra volta.
 

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