Esperienza reale L’inizio

Gustavmahler

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Eravamo giovani e belli. Come tutte le coppie di ventenni che scoprono l'Amore, quello vero, per la prima volta. Prima di essere coppia eravamo stati amici - ottimi amici.

Ci trovavamo a passare intere settimane, insieme al nostro gruppo studio composto da altri colleghi dell'università, a preparare esami. Ci vedevamo talmente tanto che la presenza di ognuno era diventata ormai scontata all'interno della nostra vita.
Quando iniziammo a studiare Chloe era fidanzata, ed io invece sperimentavo dopo un anno di fidanzamento, la libertà dei venti anni. Che meraviglia!
Scoprire che si potesse far sesso con il solo scopo di farlo mi aveva proiettato in quello che ricorderò come uno dei periodi più felici della vita.
Passavo da una "relazione" all'altra, senza dover trovare le parole giuste per farlo. Succedeva.

Finita la preparazione dell'esame, continuammo a frequentarci, da amici. Diventammo inseparabili. La gelosia del ragazzo di Chloe era diventata tale da trasformarlo irrimediabilmente in un ex.

Concerti, cinema, discoteca e persino vacanze. Mai un bacio, neanche da ubriachi.
Fino a quella sera.

Una sera di giugno ci trovammo ad una festa di laurea di una nostra compagna di corso. Chloe indossava un vestito molto corto, la guardavano tutti. Per la prima volta mi resi conto che era irresistibile.
Non indossava reggiseno, il turgore dei suoi capezzoli sotto la sottile stoffa del suo tubino verde era diventato il dettaglio più erotico che i miei occhi avessero mai carpito in una donna.
Ero eccitato, come mai.
Durante tutta la serata era stata avvicinata da diversi ragazzi, di alcuni non nego di non essere stato geloso. Sapevo chi tra tutti i ragazzi presenti in quella festa aveva avuto un'avventura con lei.
Da quando era tornata single, era entrata in quello che lei stessa definiva "periodo troia".
Aveva avuto in pochi mesi decine di amanti, conoscevo i pregi e i difetti di ognuno di loro. Mi raccontava tutto, come d'altronde anche io facevo con lei.
Ne avevo riconosciuti tre con cui aveva avuto un'avventura tutte più corte di una settimana Quella sera ogni volta che li guardavo pensavo alle sue mani intorno ai loro cazzi.
Il pensiero mi turbava, ma contemporaneamente faceva incrementare la mia eccitazione.

Andammo sul balcone a prendere un po' d'aria e anche per liberarla dall'orda di ragazzi che con un banale "abbiamo frequentato lo stesso corso di..." cercavano di abbordarla.
L'aria esterna era piacevole, leggermente pungente. Il balcone sembrava lontano anni luce dalla calca che riempiva il locale.
"Sbaglio o si stanno inturgidendo ancora di più?" chiesi ridendo indicando i suoi capezzoli.
"Lo sai cosa mi comporta averti così vicino" rispose lei sorridendo e mostrandomi il suo dito medio.
Ridemmo assaporando le sigarette che avevamo acceso.
"Oggi ti trovo irresistibile" tuonai con una calma da golfista al tiro decisivo. Credo ancora adesso, a distanza di anni, che fu proprio la mia calma a turbarla piuttosto che ciò che dissi.
Il suo sguardo divenne prima interrogativo e poi imbarazzato. Ma sorrideva. Sorrideva eccome.
"Forse dovrei chiederti scusa e dare la colpa al rum e cola che ho bevuto, ma non ne ho voglia. Anzi ti dico che sono stato anche geloso quando Mario è venuto a salutarti."
"Tu geloso?"
"Sarà sicuramente il rum"
Mario era uno degli invitati con cui era uscita. Dei tre presenti era certamente il migliore. Bellissimo ragazzo, di famiglia borghese, estremamente educato. Lo conoscevo dal primo anno e devo dire, nonostante la gelosia provata un attimo prima, che era molto simpatico. Per un periodo avevamo fatto parte della stessa compagnia, ma poi come spesso accade a quell'età le nostre strade si separarono, anche se ogni tanto ci affrontavamo su qualche campo di calcetto. Vederlo sotto la doccia era motivo di vergogna per tutti, compagni ed avversari! Oltre ad avere un fisico asciutto e ben definito, aveva un sesso fuori dalla norma. Era una statua greca, ma bene dotata. Il suo cazzo oltre ad essere di una misura sopra la media, era bellissimo. Larghezza e lunghezza erano proporzionate alla perfezione. Fu un particolare di cui parlammo molto con lei.
"Sai quando ho capito che aveva il cazzo così grande, in cucina a prendere l'acqua. Avevamo già fatto tutto. Lui è arrivato e mi ha abbracciata, eravamo entrambi nudi e lui ancora eccitato. Sentivo la punta che mi arrivava quasi tra le tette!"
Questa battuta mi tornò in mente quando li vidi parlare.

"Smettila, e dimmi la verità. Non hai trovato nessuna di tuo gradimento con cui tentare un approccio e ripieghi su di me?"
"No. Non so come dirtelo, ma stasera sei una calamita per i miei occhi. Sei stranamente eccitante".
La mia schiettezza non la sconvolse, la provocò, "Vuoi baciarmi?"
"Da impazzire..." a quel punto mi si avvinghiò baciandomi con una passione mai provata prima. La sua lingua mi entrava in profondità, quasi in gola. Era un bacio strano, sicuramente il bacio più eccitante mai ricevuto. La sua lingua mi stava penetrando la bocca. Mi faceva sentire passivo. Era uno di quei baci in cui ti ritrovi avvinghiato con le mani che cercano varchi nei vestiti, curiose. Mentre le toccavo le tette, sode e perfettamente tonde, lei mi accarezzava da sopra la patta dei miei pantaloni. Si staccò dal bacio solo per dirmi che la strada che aveva intrapreso la mia mano non portava da nessuna parte, "Ho il ciclo".
Subito dopo aver dato la triste notizia sentì le sue aprirmi la patta e tirarmi fuori il cazzo durissimo.
"Mmmm, che grosso..." disse tra un bacio e un altro forse per tranquillizzarmi, forse si rese conto di avermi raccontato troppi particolari del suo "periodo troia".
Ero pietrificato, mi stava segando la mia migliore amica, la persona con cui non avevo segreti, la persona di cui conoscevo tutto.
Era una sega da professionista. Aveva smesso di baciarmi per guardare la sua mano muoversi su e giù sul mio cazzo. Aveva la situazione in mano, in tutti i sensi. Poteva decidere quando farmi venire, non è una cosa da tutte.
Nel giro di qualche minuto aumentò fino a farmi schizzare giù dal balcone.

Un istante prima di venire una domanda squarciò la mia mente a tal punto da nesplodere "chissà come guardava il cazzo di Mario mentre lo segava la prima volta".
Ancora non lo sapevo, ma in quel momento cambiò per sempre la mia concezione del piacere e del sesso...
 

Turex07

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Eravamo giovani e belli. Come tutte le coppie di ventenni che scoprono l'Amore, quello vero, per la prima volta. Prima di essere coppia eravamo stati amici - ottimi amici.

Ci trovavamo a passare intere settimane, insieme al nostro gruppo studio composto da altri colleghi dell'università, a preparare esami. Ci vedevamo talmente tanto che la presenza di ognuno era diventata ormai scontata all'interno della nostra vita.
Quando iniziammo a studiare Chloe era fidanzata, ed io invece sperimentavo dopo un anno di fidanzamento, la libertà dei venti anni. Che meraviglia!
Scoprire che si potesse far sesso con il solo scopo di farlo mi aveva proiettato in quello che ricorderò come uno dei periodi più felici della vita.
Passavo da una "relazione" all'altra, senza dover trovare le parole giuste per farlo. Succedeva.

Finita la preparazione dell'esame, continuammo a frequentarci, da amici. Diventammo inseparabili. La gelosia del ragazzo di Chloe era diventata tale da trasformarlo irrimediabilmente in un ex.

Concerti, cinema, discoteca e persino vacanze. Mai un bacio, neanche da ubriachi.
Fino a quella sera.

Una sera di giugno ci trovammo ad una festa di laurea di una nostra compagna di corso. Chloe indossava un vestito molto corto, la guardavano tutti. Per la prima volta mi resi conto che era irresistibile.
Non indossava reggiseno, il turgore dei suoi capezzoli sotto la sottile stoffa del suo tubino verde era diventato il dettaglio più erotico che i miei occhi avessero mai carpito in una donna.
Ero eccitato, come mai.
Durante tutta la serata era stata avvicinata da diversi ragazzi, di alcuni non nego di non essere stato geloso. Sapevo chi tra tutti i ragazzi presenti in quella festa aveva avuto un'avventura con lei.
Da quando era tornata single, era entrata in quello che lei stessa definiva "periodo troia".
Aveva avuto in pochi mesi decine di amanti, conoscevo i pregi e i difetti di ognuno di loro. Mi raccontava tutto, come d'altronde anche io facevo con lei.
Ne avevo riconosciuti tre con cui aveva avuto un'avventura tutte più corte di una settimana Quella sera ogni volta che li guardavo pensavo alle sue mani intorno ai loro cazzi.
Il pensiero mi turbava, ma contemporaneamente faceva incrementare la mia eccitazione.

Andammo sul balcone a prendere un po' d'aria e anche per liberarla dall'orda di ragazzi che con un banale "abbiamo frequentato lo stesso corso di..." cercavano di abbordarla.
L'aria esterna era piacevole, leggermente pungente. Il balcone sembrava lontano anni luce dalla calca che riempiva il locale.
"Sbaglio o si stanno inturgidendo ancora di più?" chiesi ridendo indicando i suoi capezzoli.
"Lo sai cosa mi comporta averti così vicino" rispose lei sorridendo e mostrandomi il suo dito medio.
Ridemmo assaporando le sigarette che avevamo acceso.
"Oggi ti trovo irresistibile" tuonai con una calma da golfista al tiro decisivo. Credo ancora adesso, a distanza di anni, che fu proprio la mia calma a turbarla piuttosto che ciò che dissi.
Il suo sguardo divenne prima interrogativo e poi imbarazzato. Ma sorrideva. Sorrideva eccome.
"Forse dovrei chiederti scusa e dare la colpa al rum e cola che ho bevuto, ma non ne ho voglia. Anzi ti dico che sono stato anche geloso quando Mario è venuto a salutarti."
"Tu geloso?"
"Sarà sicuramente il rum"
Mario era uno degli invitati con cui era uscita. Dei tre presenti era certamente il migliore. Bellissimo ragazzo, di famiglia borghese, estremamente educato. Lo conoscevo dal primo anno e devo dire, nonostante la gelosia provata un attimo prima, che era molto simpatico. Per un periodo avevamo fatto parte della stessa compagnia, ma poi come spesso accade a quell'età le nostre strade si separarono, anche se ogni tanto ci affrontavamo su qualche campo di calcetto. Vederlo sotto la doccia era motivo di vergogna per tutti, compagni ed avversari! Oltre ad avere un fisico asciutto e ben definito, aveva un sesso fuori dalla norma. Era una statua greca, ma bene dotata. Il suo cazzo oltre ad essere di una misura sopra la media, era bellissimo. Larghezza e lunghezza erano proporzionate alla perfezione. Fu un particolare di cui parlammo molto con lei.
"Sai quando ho capito che aveva il cazzo così grande, in cucina a prendere l'acqua. Avevamo già fatto tutto. Lui è arrivato e mi ha abbracciata, eravamo entrambi nudi e lui ancora eccitato. Sentivo la punta che mi arrivava quasi tra le tette!"
Questa battuta mi tornò in mente quando li vidi parlare.

"Smettila, e dimmi la verità. Non hai trovato nessuna di tuo gradimento con cui tentare un approccio e ripieghi su di me?"
"No. Non so come dirtelo, ma stasera sei una calamita per i miei occhi. Sei stranamente eccitante".
La mia schiettezza non la sconvolse, la provocò, "Vuoi baciarmi?"
"Da impazzire..." a quel punto mi si avvinghiò baciandomi con una passione mai provata prima. La sua lingua mi entrava in profondità, quasi in gola. Era un bacio strano, sicuramente il bacio più eccitante mai ricevuto. La sua lingua mi stava penetrando la bocca. Mi faceva sentire passivo. Era uno di quei baci in cui ti ritrovi avvinghiato con le mani che cercano varchi nei vestiti, curiose. Mentre le toccavo le tette, sode e perfettamente tonde, lei mi accarezzava da sopra la patta dei miei pantaloni. Si staccò dal bacio solo per dirmi che la strada che aveva intrapreso la mia mano non portava da nessuna parte, "Ho il ciclo".
Subito dopo aver dato la triste notizia sentì le sue aprirmi la patta e tirarmi fuori il cazzo durissimo.
"Mmmm, che grosso..." disse tra un bacio e un altro forse per tranquillizzarmi, forse si rese conto di avermi raccontato troppi particolari del suo "periodo troia".
Ero pietrificato, mi stava segando la mia migliore amica, la persona con cui non avevo segreti, la persona di cui conoscevo tutto.
Era una sega da professionista. Aveva smesso di baciarmi per guardare la sua mano muoversi su e giù sul mio cazzo. Aveva la situazione in mano, in tutti i sensi. Poteva decidere quando farmi venire, non è una cosa da tutte.
Nel giro di qualche minuto aumentò fino a farmi schizzare giù dal balcone.

Un istante prima di venire una domanda squarciò la mia mente a tal punto da nesplodere "chissà come guardava il cazzo di Mario mentre lo segava la prima volta".
Ancora non lo sapevo, ma in quel momento cambiò per sempre la mia concezione del piacere e del sesso...
Un inizio davvero interessante, complimenti per scrittura. Attendo il prosieguo.
 

Shamoan

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Per quello ci pensiamo noi ahahahahahahahahahahah
Forse è grazie a questa tua iniziativa che i rompicoglioni stanno piano piano desistendo, lasciando finalmente spazio a chi ha voglia di condividere e narrare le proprie esperienze!
 

Penetrator

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Eravamo giovani e belli. Come tutte le coppie di ventenni che scoprono l'Amore, quello vero, per la prima volta. Prima di essere coppia eravamo stati amici - ottimi amici.

Ci trovavamo a passare intere settimane, insieme al nostro gruppo studio composto da altri colleghi dell'università, a preparare esami. Ci vedevamo talmente tanto che la presenza di ognuno era diventata ormai scontata all'interno della nostra vita.
Quando iniziammo a studiare Chloe era fidanzata, ed io invece sperimentavo dopo un anno di fidanzamento, la libertà dei venti anni. Che meraviglia!
Scoprire che si potesse far sesso con il solo scopo di farlo mi aveva proiettato in quello che ricorderò come uno dei periodi più felici della vita.
Passavo da una "relazione" all'altra, senza dover trovare le parole giuste per farlo. Succedeva.

Finita la preparazione dell'esame, continuammo a frequentarci, da amici. Diventammo inseparabili. La gelosia del ragazzo di Chloe era diventata tale da trasformarlo irrimediabilmente in un ex.

Concerti, cinema, discoteca e persino vacanze. Mai un bacio, neanche da ubriachi.
Fino a quella sera.

Una sera di giugno ci trovammo ad una festa di laurea di una nostra compagna di corso. Chloe indossava un vestito molto corto, la guardavano tutti. Per la prima volta mi resi conto che era irresistibile.
Non indossava reggiseno, il turgore dei suoi capezzoli sotto la sottile stoffa del suo tubino verde era diventato il dettaglio più erotico che i miei occhi avessero mai carpito in una donna.
Ero eccitato, come mai.
Durante tutta la serata era stata avvicinata da diversi ragazzi, di alcuni non nego di non essere stato geloso. Sapevo chi tra tutti i ragazzi presenti in quella festa aveva avuto un'avventura con lei.
Da quando era tornata single, era entrata in quello che lei stessa definiva "periodo troia".
Aveva avuto in pochi mesi decine di amanti, conoscevo i pregi e i difetti di ognuno di loro. Mi raccontava tutto, come d'altronde anche io facevo con lei.
Ne avevo riconosciuti tre con cui aveva avuto un'avventura tutte più corte di una settimana Quella sera ogni volta che li guardavo pensavo alle sue mani intorno ai loro cazzi.
Il pensiero mi turbava, ma contemporaneamente faceva incrementare la mia eccitazione.

Andammo sul balcone a prendere un po' d'aria e anche per liberarla dall'orda di ragazzi che con un banale "abbiamo frequentato lo stesso corso di..." cercavano di abbordarla.
L'aria esterna era piacevole, leggermente pungente. Il balcone sembrava lontano anni luce dalla calca che riempiva il locale.
"Sbaglio o si stanno inturgidendo ancora di più?" chiesi ridendo indicando i suoi capezzoli.
"Lo sai cosa mi comporta averti così vicino" rispose lei sorridendo e mostrandomi il suo dito medio.
Ridemmo assaporando le sigarette che avevamo acceso.
"Oggi ti trovo irresistibile" tuonai con una calma da golfista al tiro decisivo. Credo ancora adesso, a distanza di anni, che fu proprio la mia calma a turbarla piuttosto che ciò che dissi.
Il suo sguardo divenne prima interrogativo e poi imbarazzato. Ma sorrideva. Sorrideva eccome.
"Forse dovrei chiederti scusa e dare la colpa al rum e cola che ho bevuto, ma non ne ho voglia. Anzi ti dico che sono stato anche geloso quando Mario è venuto a salutarti."
"Tu geloso?"
"Sarà sicuramente il rum"
Mario era uno degli invitati con cui era uscita. Dei tre presenti era certamente il migliore. Bellissimo ragazzo, di famiglia borghese, estremamente educato. Lo conoscevo dal primo anno e devo dire, nonostante la gelosia provata un attimo prima, che era molto simpatico. Per un periodo avevamo fatto parte della stessa compagnia, ma poi come spesso accade a quell'età le nostre strade si separarono, anche se ogni tanto ci affrontavamo su qualche campo di calcetto. Vederlo sotto la doccia era motivo di vergogna per tutti, compagni ed avversari! Oltre ad avere un fisico asciutto e ben definito, aveva un sesso fuori dalla norma. Era una statua greca, ma bene dotata. Il suo cazzo oltre ad essere di una misura sopra la media, era bellissimo. Larghezza e lunghezza erano proporzionate alla perfezione. Fu un particolare di cui parlammo molto con lei.
"Sai quando ho capito che aveva il cazzo così grande, in cucina a prendere l'acqua. Avevamo già fatto tutto. Lui è arrivato e mi ha abbracciata, eravamo entrambi nudi e lui ancora eccitato. Sentivo la punta che mi arrivava quasi tra le tette!"
Questa battuta mi tornò in mente quando li vidi parlare.

"Smettila, e dimmi la verità. Non hai trovato nessuna di tuo gradimento con cui tentare un approccio e ripieghi su di me?"
"No. Non so come dirtelo, ma stasera sei una calamita per i miei occhi. Sei stranamente eccitante".
La mia schiettezza non la sconvolse, la provocò, "Vuoi baciarmi?"
"Da impazzire..." a quel punto mi si avvinghiò baciandomi con una passione mai provata prima. La sua lingua mi entrava in profondità, quasi in gola. Era un bacio strano, sicuramente il bacio più eccitante mai ricevuto. La sua lingua mi stava penetrando la bocca. Mi faceva sentire passivo. Era uno di quei baci in cui ti ritrovi avvinghiato con le mani che cercano varchi nei vestiti, curiose. Mentre le toccavo le tette, sode e perfettamente tonde, lei mi accarezzava da sopra la patta dei miei pantaloni. Si staccò dal bacio solo per dirmi che la strada che aveva intrapreso la mia mano non portava da nessuna parte, "Ho il ciclo".
Subito dopo aver dato la triste notizia sentì le sue aprirmi la patta e tirarmi fuori il cazzo durissimo.
"Mmmm, che grosso..." disse tra un bacio e un altro forse per tranquillizzarmi, forse si rese conto di avermi raccontato troppi particolari del suo "periodo troia".
Ero pietrificato, mi stava segando la mia migliore amica, la persona con cui non avevo segreti, la persona di cui conoscevo tutto.
Era una sega da professionista. Aveva smesso di baciarmi per guardare la sua mano muoversi su e giù sul mio cazzo. Aveva la situazione in mano, in tutti i sensi. Poteva decidere quando farmi venire, non è una cosa da tutte.
Nel giro di qualche minuto aumentò fino a farmi schizzare giù dal balcone.

Un istante prima di venire una domanda squarciò la mia mente a tal punto da nesplodere "chissà come guardava il cazzo di Mario mentre lo segava la prima volta".
Ancora non lo sapevo, ma in quel momento cambiò per sempre la mia concezione del piacere e del sesso...
ben scritto complimenti! :)
 
OP
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Gustavmahler

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Ci fidanzammo dopo essere rientrati dalle vacanze. A differenza degli anni precedenti in cui le trascorrevamo insieme con gli amici e qualche volta anche con fidanzati e amichette. Quell'anno, dopo la festa che ci fece cambiare visione sulla nostra amicizia ci sembrò giusto prenderci i nostri tempi per elaborare l'accaduto.
Tornati dalle rispettive ferie, la prima cosa fu quella di cercarci e subito dopo chiuderci in camera da letto in attesa dell'inizio delle lezioni in ateneo.
Furono giorni estremamente sudati. Sperimentammo ogni posizione, più volte al giorno.
I nostri amici ormai ci avevano dato per dispersi.
Ovunque andassimo, cinema, treni, autobus, università, ristoranti, dappertutto, sentivamo il bisogno di procurare e provare piacere.
Il letto però era il nostro luogo preferito. Lì facevamo tutto, dall'amore, allo studio, al cincischiare.
Fu infatti un sabato mattina, che tornando a casa dalla palestra, trovai lì, in bilico, il suo pc.
Prendendolo in mano, mi resi conto che stava guardando una festa di diciotto anni. Mi soffermai riflettendo a come si era evoluta la moda rispetto alle nostre feste per la maggiore età.

Le invitate erano tutte vestite con abiti che ai miei tempi non erano neanche pensabili per ragazze così giovani. I dieci anni che separavano i nostri diciotto anni dai loro sembravano una distanza siderale, provavo quasi imbarazzo ad ammirare scollature e gambe.
Assicurando il pc sul comodino, mi spoglia e raggiunsi Chloe in doccia. Adoravo farmi insaponare.
Entrando le dissi scherzando che la festa dei cuginetti le sarebbe costata cara se non fossi tornato io a salvare il computer dal pavimento.
Lei mi ringraziò ridendo insaponandomi il cazzo, lentamente.
Le disse che quella repentina eccitazione era dovuta a quelle giovani ragazze che avevo visto sul suo pc. Con tono da sbruffone dissi che per una donna non era facilmente comprensibile gli istinti che potevano scatenare corpi così giovani su un uomo.
Solo dopo capì che fu forse una delle frasi più stupide che pronunciai mai nelle mia vita.
Mantenendo la presa salda sul mio cazzo ormai duro disse: "Pensi che le donne non subiscano il fascino dei giovani? Cos'è che te lo fa pensare?"
A quel punto mi balenò nella testa lo stesso brivido che provai la prima volta che mi fece una sega, e in automatico le chiesi cosa intendesse.
"Sei sicuro di volerlo sapere?" disse riniziando ad andare su e giù lungo la mia asta.
Riuscii solo ad annuire.

Alla fine della sessione estiva con quattro compagne di corso si catapultarono in agenzia di viaggio cercando una vacanza last minute e soprattutto economica. Oltre ogni loro aspettativa trovarono ciò che cercavano. Due giorni dopo partirono per la Sardegna.
La struttura era un villaggio di quelle che probabilmente negli anni 80-90 avrebbero fatto impazzire la tipica famiglia italiana. Piscina, campo da tennis e teatro.
Il mare si trovava ad una quindicina di minuti a piedi. Insomma era un buon compromesso.
I clienti del villaggio erano soprattutto famiglie con figli piccoli e squadre di adolescenti, probabilmente ritiri sportivi o colononie estive.
Il paese più vicino era nell'entroterra, e soprattutto non era il massimo in fatto di divertimento.
Il posto isolato faceva sì che le spiagge erano poco affollante, anzi, erano riuscite ad impossessarsi di una caletta dove poter passare le giornate spalmate a prendere il sole tra un bagno e una foto da postare su facebook.
La sera il villaggio offriva un'animazione più adatta ai bambini che agli adulti, quindi durante l'ora dell'aperitivo i vari bar del villaggio si riempivano di adolescenti sfrenati e che assaporavano forse la loro prima vacanza lontana dai genitori. Gli spriz volavano.
Chole e le ragazze non si presero per vinte, lo spritz gratis era la loro salvezza.
La quarta sera sentirono provenire da un tavolo vicino al loro, ma abbastanza lontano da occhi indiscreti un'odore familiare. Qualcuno stava fumando una canna.
Guardandosi negli occhi, un po' per fare qualcosa di diverso un po' per passare la serata si avvicinarono a quel tavolo.
Era un gruppetto composto da cinque ragazzi dell'età in cui una canna la si fuma di nascosto.
Le ragazze dopo aver tranquillizzato i ragazzi chiesero se era possibile fare qualche tiro,
i quali, ovviamente , fecero a gara a chi doveva passare quello scettro di trasgressione.
Alla fine la spuntò quello che sembrava il più grande o quanto meno più avanti nello sviluppo.
Le ragazze dopo qualche tiro, ringraziando tornarono al loro tavolo ridendo dell'accaduto.
Da quel momento Chloe si sentì addosso gli occhi del ragazzo che aveva passato loro la canna. Manuel.
Un paio di sere dopo, sprezzante della vergogna, Manuel andò da Chloe per invitare lei e le altre ad un falò sulla spiaggia.
Le altre ragazze risero della situazione, essere invitate ad un falò da un adolescente. Le immaginavano leggermente diverse le loro ferie. Il giovane arrossì vistosamente a causa della reazione delle ragazze. Chole provò una tale tenerezza che gli accarezzò il viso accettando l'invito!
Le altre declinando l'invito continuarono a ridere.
Salutando con il dito medio Chole prese sottobraccio Manuel e si diresse verso il sentiero che portava alla spiaggia.
Durante i primi passi il ragazzo restò muto, neanche nella sua più florea aspettativa aveva immaginato di ritrovarsi solo con Chole.
Fu così che lei lo tolse dall'imbarazzo facendo le tipiche domande che si fanno ad uno studente. Promosso? Cosa vorresti fare da grande? Fidanzato?
All'ultima domanda Manuel si fermò e cercò di baciarla.
Pur essendo giovane il suo corpo era vigoroso. L'attività sportiva aveva allargato le sue spalle e definito i suoi muscoli.
Chole istintivamente schivò il bacio dando il via a due minuti di totale e imbarazzante silenzio, interrotto solo dalle scuse di Manuel. Disse che desiderava farlo sin dal primo istante in cui la vide in aeroporto. Aveva cercato in tutti i modi di mettersi dietro di lei al check-in, di aver barattato il suo posto con quello di un compagno pur di starle vicino in aereo.
La sua tenerezza portò Chloe ha dirgli che gli concedeva solo un bacio. Uno e uno solo.
Ovviamente non andò così.

La lingua di Manuel era un impeto. Le forti braccia la stringevano a sé. Fu un bacio lungo, bagnato.

Dalla doccia ci eravamo spostati sul letto. Avevamo messo un telo per non bagnare troppo le coperte e lei da dietro mi continuava a masturbare, sussurrandomi il suo racconto all'orecchio. Sentivo che potevo venire da un momento all'altro.


Il bacio dalle labbra passò sul collo di Manuel e le mani subito sulla sua patta.
Manuel indossava una canottiera e dei bermuda di jeans. Chloe sentiva l'eccitazione del ragazzo spingere sulla chiusura a bottoni. In attimo, senza considerare minimamente la differenza di età la slacciò con una mossa degna di lei.


Iniziai ad ansimare più forte, così lei rallentò. Non voleva che io venissi. "Vuoi sapere come ce l'aveva?".
Per la seconda volta le parole mi si strozzarono in gola, riuscii solo ad annuire.

"Era duro come solo a diciott'anni è duro un cazzo. Era largo, molto largo. Non aveva molte vene ed era dritto."

I muscoli della mia pancia iniziarono ad avere degli spasmi, ero eccitatissimo.

"Volevo solo segarlo, ma sentivo che aveva iniziato a spingermi in basso. Voleva un pompino. Non ero neanche certa che mi entrasse in bocca. Ero molto curiosa. piegandomi sulle ginocchia mi trovai di fronte a quel bellissimo cazzo depilato."

Stavo impazzendo, mi sentivo esplodere. Ma trovai la forza per chiederle l'unica cosa che mi martellava nella testa. "Era più grosso e più bello del mio?"

"Devo rispondere sinceramente, ne sei sicuro?" disse Chloe.
....[continua]
.
 

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I dieci anni che separavano i nostri diciotto anni dai loro sembravano una distanza siderale, provavo quasi imbarazzo ad ammirare scollature e gambe.
quindi avevate 28 anni? ma facevate il master o l'università?

Alla fine della sessione estiva con quattro compagne di corso si catapultarono in agenzia di viaggio cercando una vacanza last minute e soprattutto economica. Oltre ogni loro aspettativa trovarono ciò che cercavano. Due giorni dopo partirono per la Sardegna.
questo è successo quindi dopo il primo bacio?
 

Shamoan

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Caspita che svolta!
Attendo il seguito!
E comunque non dare peso a chi dice che il racconto è inventato o chiede foto, fottitene!!!
Tanto comunque nessuno potrà mai confutare la tua storia, che poi non mi sembra nemmeno così inverosimile.
 
OP
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Caspita che svolta!
Attendo il seguito!
E comunque non dare peso a chi dice che il racconto è inventato o chiede foto, fottitene!!!
Tanto comunque nessuno potrà mai confutare la tua storia, che poi non mi sembra nemmeno così inverosimile.
è eccitante scriverle perché sono reali, diversamente non proverei questo piacere
 

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