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Capitolo 1: Bar Mario
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Mia cognata Laura. Storia Vera.
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<blockquote data-quote="marcopollo" data-source="post: 5736749" data-attributes="member: 47210"><p>Quanto tempo e' passato? </p><p>Ma se non c'era nulla da scrivere perche' avrei dovuto inventarmi una storia? </p><p>Oggi c'e' l'occasione per raccontare una bella novita'. Nulla di piccante e pruriginoso ma vale la pena di essere raccontato poiche' si presta alle vostre fantasie (che spero rimarranno tali).</p><p>Franco, mio cognato, per chi non lo sapesse e' architetto e spesso nella sua attivita' lavorativa ha delle occasioni immobiliari notevoli, in pratica essendo nel campo, viene a conoscenza di vendite di immobili di vera occasione. Ed e' stata una sera, invitati a cena a casa loro che invece di giocare a carte come da prassi dopo cena, ha tirato fuori il PC e carte alla mano ci ha mostrato le foto di un graziosa casetta di montagna. La metratura non e' grandissima, ha solo due stanze e un bagno, un bel soggiorno cucina e una terrazza rivolta a sud con vista mozzafiato. In un contesto abbastanza isolato e intimo praticamente restaurata a nuovo. Il prezzo ahime', per luogo e finiture non e' alla mia portata ma sia Franco che Laura si sono subito espressi in tale senso. Lo acquistiamo in societa' 50/50...loro lo pagano totalmente e io con calma posso pagare loro senza farmi nessun mutuo in banca e senza sentirmi impiccato. Caterina gia' quella sera avrebbe detto di sì, mentre io per carattere piu' riflessivo e meno impulsivo di lei, ho ringraziato per l'offerta e mi sono riservato di pensarci una settimana. Franco, abituato e del mestiere, ha detto che pensarci era una scelta corretta ma visto il prezzo, la posizione e l'occasione, questo affare andava fatto molto velocemente. Prima di congedarsi Franco mi ha messo una mano sulla spalla e fraternamente mi ha assicurato che avermi come socio in una casina in montagna gli sarebbe piaciuto, anche per la piacevole compagnia e intimita' che tra noi era venuta con il tempo a crearsi. Tanto piu' non dovevo assolutamente preoccuparmi dei pagamenti. Loro non avevano particolari esigenze economiche e lo faceva essenzialmente perche' Caterina e Laura potessero stare assieme in montagna sapendo che a tutte e due, la montagna piaceva sia d'estate che d'inverno. </p><p>Quella sera tornati a casa ne parlammo con Caterina che, in qualita' di donna, riusci in due minuti ad estorcermi una promessa mentre con una mano mi toccava il pene e con la lingua assaggiava il mio orecchio destro. Il giorno dopo chiamai Franco e accettai una vista perlustrativa al nuovo affare. Il sabato successivo eravamo di buon'ora davanti alla casina di Heidi con la bocca spalancata e gli occhi sgranati ad ammirare a fantasticare un soggiorno estivo o invernale nella nostra casina. </p><p>Se per fuori era bellissima, internamente era ancora piu' carina e fruibile. Un bel soggiorno con una terrazza vista montagne con nulla e nessuno davanti. Due stanze da letto comode e ahime' un solo bagno, grande, moderno ma unico. Caterina a quell'unico bagno storceva un po' il naso ma ne fece di ragion virtu' e obnubilata da altri particolari piacevoli non ci diede particolarmente peso.</p><p>Caterina e Laura passarono il resto della giornata a progettare l'arredamento. Io e Franco a berci una birra in terrazza e a goderci il panorama e la gioia delle nostre rispettive mogli. </p><p>Dopo due giorni avevamo gia' firmato il preliminare e le donne iniziarono una fitta ricerca dell'arredamento che spaziava dalle tovaglie ai bicchieri, dal porta spazzolino ai piumoni del letto.</p><p>E fu cosi che i primi weekend li passammo tutti assieme nella nostra nuova casina ma poi, per impegni di lavoro sia miei che di Franco, dovemmo accettare di buon grado che Cate e Laura rimanessero da sole o che in mancanza di Franco io rimanessi con loro e in mancanza mia, Franco le accompagnasse e si fermasse li per due tre giorni in loro compagnia. (segue)</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="marcopollo, post: 5736749, member: 47210"] Quanto tempo e' passato? Ma se non c'era nulla da scrivere perche' avrei dovuto inventarmi una storia? Oggi c'e' l'occasione per raccontare una bella novita'. Nulla di piccante e pruriginoso ma vale la pena di essere raccontato poiche' si presta alle vostre fantasie (che spero rimarranno tali). Franco, mio cognato, per chi non lo sapesse e' architetto e spesso nella sua attivita' lavorativa ha delle occasioni immobiliari notevoli, in pratica essendo nel campo, viene a conoscenza di vendite di immobili di vera occasione. Ed e' stata una sera, invitati a cena a casa loro che invece di giocare a carte come da prassi dopo cena, ha tirato fuori il PC e carte alla mano ci ha mostrato le foto di un graziosa casetta di montagna. La metratura non e' grandissima, ha solo due stanze e un bagno, un bel soggiorno cucina e una terrazza rivolta a sud con vista mozzafiato. In un contesto abbastanza isolato e intimo praticamente restaurata a nuovo. Il prezzo ahime', per luogo e finiture non e' alla mia portata ma sia Franco che Laura si sono subito espressi in tale senso. Lo acquistiamo in societa' 50/50...loro lo pagano totalmente e io con calma posso pagare loro senza farmi nessun mutuo in banca e senza sentirmi impiccato. Caterina gia' quella sera avrebbe detto di sì, mentre io per carattere piu' riflessivo e meno impulsivo di lei, ho ringraziato per l'offerta e mi sono riservato di pensarci una settimana. Franco, abituato e del mestiere, ha detto che pensarci era una scelta corretta ma visto il prezzo, la posizione e l'occasione, questo affare andava fatto molto velocemente. Prima di congedarsi Franco mi ha messo una mano sulla spalla e fraternamente mi ha assicurato che avermi come socio in una casina in montagna gli sarebbe piaciuto, anche per la piacevole compagnia e intimita' che tra noi era venuta con il tempo a crearsi. Tanto piu' non dovevo assolutamente preoccuparmi dei pagamenti. Loro non avevano particolari esigenze economiche e lo faceva essenzialmente perche' Caterina e Laura potessero stare assieme in montagna sapendo che a tutte e due, la montagna piaceva sia d'estate che d'inverno. Quella sera tornati a casa ne parlammo con Caterina che, in qualita' di donna, riusci in due minuti ad estorcermi una promessa mentre con una mano mi toccava il pene e con la lingua assaggiava il mio orecchio destro. Il giorno dopo chiamai Franco e accettai una vista perlustrativa al nuovo affare. Il sabato successivo eravamo di buon'ora davanti alla casina di Heidi con la bocca spalancata e gli occhi sgranati ad ammirare a fantasticare un soggiorno estivo o invernale nella nostra casina. Se per fuori era bellissima, internamente era ancora piu' carina e fruibile. Un bel soggiorno con una terrazza vista montagne con nulla e nessuno davanti. Due stanze da letto comode e ahime' un solo bagno, grande, moderno ma unico. Caterina a quell'unico bagno storceva un po' il naso ma ne fece di ragion virtu' e obnubilata da altri particolari piacevoli non ci diede particolarmente peso. Caterina e Laura passarono il resto della giornata a progettare l'arredamento. Io e Franco a berci una birra in terrazza e a goderci il panorama e la gioia delle nostre rispettive mogli. Dopo due giorni avevamo gia' firmato il preliminare e le donne iniziarono una fitta ricerca dell'arredamento che spaziava dalle tovaglie ai bicchieri, dal porta spazzolino ai piumoni del letto. E fu cosi che i primi weekend li passammo tutti assieme nella nostra nuova casina ma poi, per impegni di lavoro sia miei che di Franco, dovemmo accettare di buon grado che Cate e Laura rimanessero da sole o che in mancanza di Franco io rimanessi con loro e in mancanza mia, Franco le accompagnasse e si fermasse li per due tre giorni in loro compagnia. (segue) [/QUOTE]
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