Racconto di fantasia MICHELA SANTOBONI MI CASTRA

andujar91

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Il mio sogno di stanotte. Ho deciso di scriverlo.

Arrivai in ufficio puntualissimo, alle 6,30, come lei pretendeva. Michela doveva fidarsi molto di me. Eravamo sempre soli, io e lei a quell'ora, e lei voleva sempre farsi prima visionare la scaletta. Il problema è che a quell'ora del mattino il mio testosterone è a mille e vederla mi provocava un'erezione incontenibile, anche se con me era estremamente autoritaria. La detestavo, ma la amavo perchè era troppo erotica. Quella mattina decisi di sfidarla, come una sorta di ribellione: non ne potevo più di soffrire quel mal di palle allucinante che mi provocavano i genitali in tensione imprigionati nei miei slip strettissimi. Appena all'ascensore, me li tirai fuori dagli slip. Avevo il cazzo in tiro, ma il rigonfiamento non era eccessivo: non se ne sarebbe accorta. Ma quando entrai nel suo ufficio, la vidi così.

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Ebbi un'esplosione ormonale. Sentii i miei testicoli diventare sfere d'acciaio, e il mio pene dievantera un tubo di 5 cm di diametro e lungo fino al ginocchio. Il rigonfiamento era plateale e vidi Michela che me lo fulminò con un rapido sguardo. Mi si seccò la lingua. Michela mi disse con voce alterata piena di sesso: "Chiudi la porta!". Era la prima volta che me lo chiedeva. E non aveva senso, perchè c'eravamo solo io e lei. La chiusi. Poi mi disse: "Siediti!". Non mi salutò nemmeno come le altre volte. Fu secca, dura, tagliente. "Firma subito la scaletta", e mi diede la penna. Io firmai. Posai la penna. Michela appoggiò la schiena allo schienale della sua sedia e mi chiese: "E ora dìmmi tutto, Roby". "Cosa... cosa dovrei dirti?". "Non hai niente da dirmi?". "No". "No?". "No". "Okay". Le venne da starnutire. Si portò il pugno destro alla bocca e ci starnutì sopra: EEEETTTSSSCCCCCHHHHHHHHHHH!!!!!! Una valanga di saliva uscì dalla bocca di Mchela e andò a ricoprirle il pugno. Mi disse: "Oh, Roby, non ho il fazzoletto... mi asciughi tu?". Mi accorsi di non avere il fazzoletto. Glielo dissi: "Nemmeno io ce l'ho". Michela distese il braccio verso di me e mise il suo pugno insalivato davanti al mio viso: "Asciugami", mi disse perentoriamente. Io già sentivo l'odore strasexy della mia saliva innalzarsi dal suo pugno. Le risposi: "Io ho solo le mie labbra". "E il profumo della mia saliva è puro: non ho fatto colazione né ho lavato i denti da quando mi sono svegliata. Asciugami con le tue labbra e poi baciami. Sono la tua capa, Rby". "Si, come vuoi", le risposi servilmente, ma anche avidamente. Dopotutto lo desideravo da matti. Ora che me lo ordinava avevo l'alibi per non sfigurare. Le presi delicatamente il pugno, vi appoggiai le labbra e il naso inalando profondamente l'odore strasexy della sua saliva. Era così strasexy che ebbi un crampo di contrazione ai coglioni. Per il dolore serrai ancora di più le labbra sul suo pugno, e glielo asciugai. "Bravissimo", mi disse Michela, "E ora bacia la tua padrona". Le baciai il pugno con tutta l'intensità erotica che avevo. Terminato il baico, Michela mi tolse il pugno dalle mani, afferrò la scrivania, scostò indietro la sedia e mi disse: "E ora alzati". Si alzò, e mi alzai anch'io. Michela a passi lenti ma decisi si avvicinava a me. 6,30 del mattino! Fuyori era tutto buio, come se fosse notte. Nel suo ufficio, era accesa la luce della sua lampada da scrivania, ma sufficiente per illuminarci. E Michela era sfavillante, scintillante nella sua bellezza e sensualità, nell'incedere verso di me. E io avevo nel naso ancora l'odore della sua saliva, e un mal di palle da piangere. Proprio in quel momento una goccia poderosa di precum fuoriuscì dal mio glande scappellato e mi colò sul ginocchio e sulla caviglia macchiando con una riga i miei pantaloni e impregnando il bordo delle mie calze. Quando fu vicina a me mi chiese: "Ti è piaciuta?". Io le risposi: "Tantissimo". "Vediamo", e mi iazzò la sua mano contro il pacco, praticamente contro i miei genitali, e mi diede una palpata lenta, micidiale, profonda. Già mi facevano male. Vidi le stelle e quasi urlai: "TTUUAAAAGGHHH!!!!" e le presi d'istinto i fianchi per aggrapparmi a lei, dicendole: "Ti prego!!!!... Mi fanno male...!!". "Da quanto tempo ti seghi su di me?". "No...", feci io. Michela affondò un'altra palpata. Io urlai ancora: "TTTUAAAHAAGGHHH!!!! Basta, ti prego!!!" e crollai col viso proprio in mezzo ai suoi seni. Ci ansimai sopra. Sollevai il viso. Ci guardammo, io ansimante, Michela truce, che mi disse: "Lo sai che gli uomini adorano i miei seni superbi?". "Sssiihhh...". "Ho fatto delle foto nuda su onlyfans, sai?". "Sssihh, le ho viste di sfroso". "Tu hai la fortuna di averli davanti. Ti piacerebbe baciarmeli?". "Siiih, non hai idea quanto". "IMPLORAMI!!!!", mi gridò. "Ti imploro!!!". "Io ho un nome, Roby...". "Ti imploro, Michela!". "Okay, aspetta", e sputò sulle sue tette: ttssssfuhhhh!!!!, "Visto che ti piace la mia saliva... baciami i seni, Roby... baciameli" e io immersi subito naso e labbra in quei suoi seni enormi, bollenti, inalando il profumo sexy della sua saliva e impazzendo dal mal di palle. "Baciameli... Baciameli, Roby... baciameli con la stessa intensità con cui mi hai baciato la mano prima...". Intanto mi slacciò la cintura dei pantaloni, mi abbassò la cerniera e me li abbassò: "Sai, Roby, solo Augusto ha avuto questo privilegio fino ad oggi, il mio ex fidanzato". "Ex?". "Si, ex. Ci siamo lasciati. L'ho completamente svuotato. Non ha più una goccia di sperma, ma siccome non voleva lasciarmi perchè glielo facevo comunque venire duro, la settimana scorsa l'ho castrato, e ora non prova più niente per me. Le tue, invece, sono strapiene, infuocate e dure come l'acciaio", e me le afferrò, con la sua mano destra bollente. Le dissi: "Piano... sono al limite". "Oh, ma tu non verrai. Le tue palle sono mie, e io sono più forte di loro: te le stroncherò anche se sono d'acciaio. E perciò verrai solo se e quando vorrò io" e per darmene una dmostrazione me le strinse violentemente: "TTUUAAAAAAAAHHHH!!!!!!!", urlai io. "Capito?", mi fece Michela.Io alzai il viso, appoggiai il mento ai suoi seni, la guardai implorante e le dissi: "Si... si, ho capito". "Bravo. Anche le tue palle l'hanno capito che sono la loro padrona. Ma vedi, le tue palle non sono l'unica differenza tra te e il mio ex. Ce ne sono almeno altre due fra te e lui. La prima è che tu non sei mio fidanzato ma un mio dipendente, e la seconda è che Augusto aveva il mio permesso per segarsi, tu no", mi diede due lenti palpate alle palle e aggiunse: "A noi due, Roby", e mi strinse violentissimamente i coglioni. Io urlai: "TTUUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!!!", le lasciai i fianchi e disperato dal male mi staccai dai suoi seni e dal suo corpo e le presi delicatamente l'avambraccio della mano con la quale la Santoboni mi stava stritolando le palle: "Bastaaahhh... pietaaahhhh...." le rantolai. Michela allentò in parte la morsa. "Quante volte ti sei segato su di me?". "Tutte le volte che ti ho vista". "E davanti a me?". Io esitai perchè pensavo che intendesse proprio questo con la prima domanda. "QUANTE!!!" e mi stritolò ancora i coglioni: "TTUUUAAAAHHHHHHH!!!!!", urlai. Lei allentò ancora la morsa, e le dissi: "TUTTE!!!". "Maiale... cioè, tutte le volte che venivi qui, ti sedevi davanti a me, ti segavi?". "SWi, senza farmi vedere, ma l'ho sempre fatto, e non perchè sono un maiale, ma perchè tu sei irresitibileeeh", dissi quasi piangendo e con voce già quasi femminile. "Hai anche eiaculato?". "Si...". "Quante volte?". "Non sempre". "QUANTE VOLTE!!!!" e mi stritolò ancora le palle: "TTUUAAAAAAAAAHHHH!!!","DEVI ESSERE PRECISO QUANDO PARLI CON ME!!! QUANTE!!!". "Qua... quattro volte!". "SOLO QUATTRO!? Mi hai detto che sono così irresistibile e mi dici che ti ho provocato solo quattro eiaculazioni?". "No! No! Aspetta, ti spiego". "Attento a come lo fai... potrei anche offendermi, Roby". "La verità è che non è mai stato facile per me venire. Ci riuscivo solo quando mi tenevi a parlare più lungamente, allora io potevo masturbarmi più lungamente, ma quando mi facevi firmare le cose in tutta fretta o tu mi liquidavi in pochi minuti non ce la facevo, ma non perchè non sei irresistibile, ma perchè non avevo il tempo materiale di toccarmi!". "Una come me dovrebbe farti eiaculare senza toccarti". "E infatti appena fuori venivo regolarmente". "Quindi tutte le volte che ti avevo davanti avevo davanti anche il tuo cazzo e i tuoi testicoli". "Quelli solo oggi". "Non ti credo!". "Che ragione avrei di mentirti!? Quelli solo oggi". "E perchè solo oggi?". "Perchè non ne potevo più di sopportare il dolore di tenermi tutto dentro davanti a te". "Avresti fatto meglio a continuare come avevi sempre fatto". "No, Michela. Il punto è un altro. E' che oggi sei più esplosiva che mai". "Okay, mi basta" e mi lasciò finalmente le palle. "Ora non ti muovere". "No, stai tranquilla". E iniziò a slacciarsi ancheggiando sensualmente il cinturone: "Roby, ce l'hai una ragazza?". "No, non l'ho mai avuta". Si tolse il centurone. "Hai mai fatto sesso con una donna?". "No, sono vergine". "Giuralo!". "Te lo giuro", si portò il cinturone alla bocca e se lo leccò. "Ti piacerebbe fare sesso con me?" e si leccò ancora il cinturone. "Muoio dalla voglia di farlo". "Però devi avere le palle per fare sesso con me. Io li prosciugo e li massacro gli uomini a letto, e quando non mi soddisfano più, li riduco a miei eunuchi. Augusto ne sa qualcosa". "Come... come l'0hai castrato?". "Glieli ho infilzati con una spada, qui in questo ufficio, poi l'ho evirato e poi glieli ho tagliati". Intanto Michela si avvicinò ancora a me e mi avvolse attorno allo scroto il suo cinturone leccato: "E mentre lo castravo mi ha detto il più del "ti amo" che avevo mai sentito da un uomo. Sono state le sue ultime parole da maschio". Con uno strattone, legò il suo cinturone strettissimo allo scroto facendomi rantolare dal male: "UUAAAGGHHH!!!!!". I miei genitali avevano dimensioni ancora più spaziali, ma così tesi bastava anche solo toccarli per vedere le stelle. Mi prese le spalle e mi disse: "Davvero sogni così tanto di fare sesso con me?". "Si... ti prego". "Roby, segati col tuo sogno, finché potrai": caricò la gamba destra e mi diede una violentissima ginocchiata che mi centrò i coglioni. Se ne sentì l'eco per tutto l'ufficio: SSSSOOOOOOOCCCCCKKKKKKKKK!!!!!! Mi fece così male che il grido di dolore mi si strozzò in gola: "Uuurrgghhh...!!!". Michela si precipitò alla scrivania. Io mi piegai in due e caddi in posizione fetale tenendomi i coglioni tra le mani. Improvvisamente sentii Michela gridarmi: "FERMO!!!!!". La guardai. Stendendo le sue braccia, puntava una pistola verso di me. "Tirati su!". Io mi tirai su. "In ginocchio!". E mi misi in ginocchio. Mi lanciò un pezzo di carta e una penna e mi ordinò: "E ORA SCRIVI!". "Si..." e tolsi il cappuccio alla penna. "SCRIVI!!!". "Si, dimmi". E mi dettò: "Io... Roberto B... giuro... che Michela Santoboni... mi ha provocato... un godimento e delle eiaculazioni... che non ho mai provato... in tutta la mia vita...". E aggiunse: "Data e firma". Io datai e firmai. "Butta qua", e io buttai a lei il pezzo di carta e la mia penna. "Perfetto. E ora allarga le gambe...". Io le allargai. "Bene. Roby, esprimi il tuo ultimo desiderio di uomo". "In... in che senso?". "Roby, io ho sei colpi, e tu due testicoli", e tirò su il cane della pistola puntandola sulle mie palle, "... indovina dove tirerò il primo colpo?". "No... No, Michela, no...". "ZITTO!!!!... Tu non ti dovevi permettere di fare quello che hai fatto. Te l'ho detto. Eri solo un mio dipendente, non avevi il mio permesso. Ora non rpoverai più niente per me. Dìmmi il tuo desiderio, e poi magari ti farò scegliere se preferisci che ti faccia esplodere il coglione sinistro o quello destro". "Il mio desiderio, Michela, è battermi con te. Come il tuo fidanzato. Dammi una speranza, ti prego. E' vero, ti ho mancata di rispetto, ma oggi sono stato anche molto dolce con te, lo hai riconosciuto tu". Michela pensò un attimo, poi mi disse: "Si, è vero. Questo te lo devo. Alzati e tirati su i pantaloni, ma i tuoi genitali restano fuori". "Ma... come faccio a...". "Ti giuro sulla mia figa che non li colpirò fino a quando non ti avrò strappato i vestiti. Tu, del resto, avrai davanti i miei seni". Io decisi di fidarmi, e mi infilai i pantaloni abbotonandoli con relativa cintura, ma lasciando i genitali fuori dagli slip. Michela prese le due spade e me ne lanciò una, che presi. Mi disse: "Se vincerai tu, mi scoperai, se vincerò io, ti castrerò come ho fatto con Augusto". Ci mettemmo in guardia: "Al Tre!", disse Michela, e iniziò a contare: "Uno... Due... TRE!!!!" e si lanciò suibito come una furia contro di me: "IIAAAAAHHH!!!!", fui devastato da Michela e sebbene parai la sua moltitudine di colpi, e lì sbattei con la schiena, e Michela con fendente mi tagliò longitudinalmente la parte anteriore della camicia e della maglietta intima. Poi arretrò. Pérovai allora io ad aggredirla: mi lanciai verso di lei, ma Michela si scansò, e con un altro fendente mi tagliò la camica e la maglietta intima nella parte posteriore: mi afferrò per le spalle e me le strappò di dosso. Si allontanò da me, io mi girai e la guardai. Michela con l'indice sinistro mi fece cenno di andare da lei. Io mi lanciai su di lei, ma MIchela si abbassò, mi diede una gomitata allo stomaco: SSOOOOCCKKK!!!, io mi piegai in due dal male, Michela andò dietro di me e con la spada tagliò la cintura e me la strappò di dosso. "AHAHAHAHAHAHA!", rise e arretrò fino alla sua scrivania. Io mi voltai. Michela mi disse: "Ti restano solo i pantaloni". Michela si gettò subito contro di me: "IIAAAAAHHH!!!!", io misi la spada davanti, che Michela colpì tre volte in orizzontale, e poi con un fendente tremendo dall'alto in basso me la fece saltare di mano. La spada cadde a terra a Michela mi puntò la sua contro il pacco. "ORA SEI MIO!!!", mi ringhò Michela. "No, ti prego, striscio ai tuoi piedi se vuoi!". Michela mi fece saltare i bottoni dei pantaloni che caddero a terra. I miei genitali erano davanti a lei. Michela si leccò il pugno destro e me lo distese davanti: "Baciami", mi ordinò. Io immesri ancora il mio naso, inalai l'odore strasexy della sua saliva e glielo baciai. Quindi lei con quella mano mi prese le palle e mi diede cinque intensissime masturbate. Io urlai dal male: "PFFUAAHHH!!! PPFFUAAHH!!! PFUAAAHHH!!! PFUAAAHH!!! PFUAAAHH!!! Così vengooo..." e Michela si staccò da me. Sentivo l'orgasmo arrivare, Michela mi disse: "Prendi la spada" e andò alla scrivania. Io la presi. "MIcky... Mickcy, sto venendo...". Michela si tolse il vestito rosso rimanendo completamente nuda, coi seni esplosivi in primo piano. "Roby, implorami di non farlo!". "Tti... ttti imploro!!! Non farlo, ti imploro, MIchela!!!". Michela si leccò la lama della spada dall'elsa alla punta. Io intanto sentivo l'orgasmo inarrestabile arrivare: "Micky, sto venendo, aiutami...". "Non ti preoccupare, non farai in tempo... Roby, giurami che quando te lli trapasserò anche tu mi dirai che mi ami... GIURAMELO!!!!". "Te lo giuro...". Michela partì esattamente quando partì il mio orgasmo: "IIAAAAAHHH", ruggì la Santoboni. "Micky, vengooo...". Partì la mia prima eiaculazione che le macchiò le gambe. Io, in preda all'orgasmo anche perchè avevo ancora l'odore strasexy della sua saliva alle narici, non ruscivo a muovermi: misi la spada avanti. Michela con un colpo la spostò: CLANNGGG!! e proprio mentre stava per partire la seconda eiaculazione mi trapassò i coglioni: "IIAAAHHHH!!!", TTTTZZOOOOOOOOOCCCKKKK!!!!, me li trapassò da parte e parte affondando la spada fino all'elsa, stroncandomi così l'ultimo orgasmo della mia vita: "TTUUUOOOOAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAGGGGGGHHHHHHHHH!!!!!!!", urlai piegato in due dal male. Lasciai cadere la spada. La guardai, nuda come l'avevo sempre sognata, con nel naso ancora l'odore della sua saliva strasexy. Le dissi: "Ti amooo...". E Michela mi disse: "Dìmmi che mi adori". "Ti adoro, Michela". Michela prese la mia spada per terra, mi evirò con un solo colpo: TZZOOOCCKKK!!!! "TUUOOOHHHHHH!!!!", poi puntò la sua con la quale ancora mi trafiggeva i coglioni al mio scroto, io le presi l'avambracciato implorante, ma lei spietata con un taglio mi castrò: TZZOOCCKK!!!"TTUUOOHHOOHHOHHH!!!!". I miei genitali finirono sul pavimento, trapassati dalla sua spada. Quei genitali che avevo tirato fuori dagli slip per masturbarmi davanti a lei, quei genitali che Michela aveva palpato e masturbato, quei genitali che tante volte avevano eiaculato davanti a lei, ora non li avevo più. Michela mi disse: "Mi dispiace, non dovevi fare quello che hai fatto. Ora sei licenziato. Il tuo posto lo prenderà il mio eunuco, Augusto".
 

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