Esperienza reale Pene e delizie al chiaro di luna

Vonk

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Questa estate, in un'isola del Mediterraneo.
È sera, fa caldo. Stiamo cenando. Guardo il pesce nel mio piatto, ma non va giù. Sono più un carnivoro che un amante del pesce. E poi stasera ho troppo caldo.
- Non mangi? Non ti piace? – chiede mia moglie.
La guardo e vorrei dirle che ho fame di ben altro, ma devo limitarmi. A tavola ci sono anche figli e suoceri.
- No amore, è che sto morendo di caldo. Ho voglia di uscire e provare a rinfrescarmi un po'. Che ne dici se andiamo a ponente?
- Oddio – fa lei – ci stavo pensando. Magari troviamo un po' di refrigerio -.
L'isola sale verso occidente di qualche centinaio di metri ed è abitata solo nella parte orientale. Di solito tira un bel venticello che protegge dalla calura estiva. E forse è anche l'occasione per stare un po' da soli.
- Bambini voi venite? – ecco. Appunto. Col cazzo che staremo un po' da soli.
- No, dai mamma. Vogliamo stare qui a giocare con gli amici!
Io non fiato, ma la nonna si offre di stare con loro mentre noi facciamo una passeggera. Santa donna. Non me lo faccio ripetere e mi alzo dicendo di andare a fare una doccia. Amo i miei figli, ma a volte ho proprio bisogno di staccare un attimo.
Mi faccio la doccia. Mentre l'acqua scorre e mi passo le mani sul cazzo non posso fare a meno di pensare a mia moglie. Piccolina, capelli scuri, ma in parte schiariti dal parrucchiere di turno. labbra carnose, anche se lei cerca sempre di non metterle in evidenza. Col tempo e con le gravidanze qualche chilo si è accumulato, ma in linea di massima sui punti giusti e non mi dispiace. E poi due tette da sballo. Una terza, coppa d bella piena che non perdo occasione di toccare, baciare, leccare, mordere. Mi viene duro e comincio a muovere la mano su e giù, ma mi fermo. Mi aiuto con un getto d'acqua fredda ed esco dalla doccia. Indosso una polo, poi ci penso su e decido di mettere solo un paio di pantaloncini sportivi. Senza mutande.
Torno in sala e aspetto che anche lei si prepari. I bambini sono già per strada a giocare e scambio qualche chiacchiera distratta con i suoceri. Dopo poco arriva. Anche lei vestita in maniera molto casual. Un semplice vestitino chiaro, leggero, con due bretelline sottili sulle spalle e corto appena sopra il ginocchio. Sotto si capisce che ha il reggiseno. Peccato, ma anche così è un gran bel bocconcino. Saluti e via verso l'auto. Ovviamente approfitto della stradina buia per palparle il culo. Lei si lamenta, ma so che le fa piacere.
Per la vacanza ho affittato un'utilitaria, ma l’ho presa cabrio. Saliamo in auto e ci avviamo a fare un giro con le stelle sulla testa. Attraversiamo il paese. Lei parla, non so bene di cosa. Non la ascolto. Penso che ho voglia di scopare. Non faccio che guardare le sue cosce abbronzate che ha lasciato scoperte. Finalmente ci lasciamo il paese alle spalle. Non so cosa mi stesse dicendo, ma la interrompo bruscamente.
- Levati le mutande!
- Ma che sei scemo? – fa lei. È sempre stata un tipo riservato. Mi guarda cercando di capire se faccio sul serio.
- Levatele. Ti faccio godere mentre arriviamo su. – ormai l’eccitazione ha preso possesso di me. Ragiono col cazzo. La fisso come volessi scoparla con gli occhi e credo che lei capisca la voglia che ho. Mi fa un mezzo sorriso mordendosi il labbro inferiore e se le toglie. Non so perché noto che ha indossato un paio di mutandine di pizzo nero. Ora sono sul fondo dell'auto.
Allungo una mano tra le sue cosce, che si schiudono. Comincio ad accarezzare il ciuffo di peli sul pube prima di scendere a sfiorare le labbra. Mi guarda, ma capisco che comincia a perdere il controllo.
- Se ci vedono? – mi dice con voce roca, ma io la ignoro.
Continuo a sfiorare le labbra con le dita e le sento dischiudersi. Neanche a dirlo il mio cazzo è diventato di marmo. Un'auto ci incrocia la strada. Non credo possa vederci, ma sento le sue cosce aprirsi leggermente di più. La troietta comincia a prenderci gusto. Una sua mano raggiunge il mio cazzo e comincia a palparlo da sopra i pantaloncini. Le mie dita affondano appena nella sua figa, ormai aperta, e le ritiro cariche di umori vischiosi. La guardo e mi lecco le dita. Geme. Mi stringe il cazzo più forte. La mia mano torna tra le sue cosce. Le infilo un dito nella figa e comincio a muoverlo dentro e fuori dolcemente. Ogni volta che passo su quell' angolino rugoso dentro di lei premo leggermente. Comincia a gemere a voce alta. Incrociamo una coppia in scooter. Dallo specchietto retrovisore vedo la passeggera che si volta a guardarci. Poi il buio. C'è solo lo spicchio di strada illuminata dai miei fari e le stelle. Si sente solo la mia donna che geme sempre più e il rumore dell'auto ancora in seconda.
- L'auto in seconda? Ma che cazzo va a pensare in un momento come questo! – mi do dell' idiota e poi accosto e fermo l'auto.
- Che fai? Cosa è successo? – chiede lei con lo sguardo perso al cielo.
Non rispondo. Mi tiro giù i pantaloncini e riparto. Mi sta piacendo. Mi afferra il cazzo e comincia a segarmi mentre io riprendo il lavoretto di prima. I suoi movimenti sono convulsi, lo sento da come me lo stringe. Le infilo un altro dito nella figa e muovo la mano cercando di accarezzare il clitoride sempre più intensamente. Ormai lo sento gonfio e pulsante. Le dita producono il classico ciaffettio di una figa bagnata. Mette un piede sul parabrezza per aprirsi meglio.
- Aaah! Sto bagnando tutto il sedile! – poi continuano quelle che ormai sono diventate urla.
I movimenti sul mio cazzo sono sempre più convulsi e anche io sono eccitato da morire. Aumento il ritmo. E lei in risposta aumenta la stretta sul cazzo. Le sue urla si spezzano.
- Cazzo. Se continui così non resisto. Godo. Godo. GODOOOOO! –
Poi lancia un urlo che l'avranno sentita chissà dove. La mia mano si muove sempre più velocemente. Sento le contrazioni della figa sulle dita. Mi stritola il cazzo e ci affonda le unghie, ma ormai è talmente duro che è quasi un sollievo che me lo tratti così. Poi dopo lunghi, interminabili e meravigliosi momenti tutto si allenta. Lei si rilassa, la presa sul cazzo diventa delle carezze quasi tenere. La mano ancora sulla figa. Ogni tanto ha dei sussulti. Gli occhi chiusi e il sorriso sulle labbra di chi ha appena goduto. Gliele riempirei di sborra quelle labbra. Lo so, non è romantico, ma io sono eccitato da morire e ho il cazzo che mi tira.
Continuiamo così per qualche altro chilometro, lei che sorride mentre dolcemente mi accarezza il cazzo turgido e io che, guida permettendo, le lancio sguardi idioti del maschio tronfio che ha fatto godere la sua donna.
Finalmente arriviamo. C'è uno slargo non illuminato da cui si diparte una piccola viuzza. Mi sembra un buon posto dove non passerà nessuno e dove godere in pace. Parcheggio nella viuzza accanto ad un muretto a secco e a non so che arbusto che copre in parte la vista della macchina.
Io sono ancora a cazzo dritto e con i pantaloni abbassati. Lei si rimette le mutande. Mi stendo. Guardo un meraviglioso cielo stellato. Qui si vede come in città neanche ce lo sognano. Riesco a distinguere anche la via lattea. Lei continua a muovere la mano con una lentezza estenuante. Sono piccole carezze appena sfiorate. Io mi sento il cazzo come se volesse esplodermi, ma mi rendo conto che lei ora è rilassata ed ha voglia di giocare.
- Sai, io ti farei pure venire. Ma non si vede molto e non abbiamo neanche dei fazzolettini. Rischiamo di sporcare tutto. – la sadica stronzetta ora si vuole divertire.
Penso – sai che cazzo me ne frega di sporcare - . Sto per dirle qualcosa quando scorgo al buoi il suo sguardo da stronza ed il sorrisino divertito. I suoi movimenti si fanno più decisi. Colgo l'occasione e la invito a prenderlo in bocca.
- Se mi fai godere in bocca non sporco nulla! – non risponde. Muove la mano su e giù in una dolcissima tortura. Poi si abbassa sul mio sedie.
Avvicina le labbra. Mi da qualche bacetto sul glande. Poi comincia con veloci guizzi di lingua. Sa come farmi impazzire e ci si sta impegnando. Alzo lo sguardo al cielo mentre sento che apre la bocca e avvolge dentro di lei tutta la mia cappella. Comincia a scorrere con la bocca sul cazzo e a succhiare, mentre con una mano gioca con le mie palle. Ormai sono al limite. La testa reclinata sul sedile a guardare le stelle, mentre l'orgasmo mi monta nelle palle come un'onda. Vedo una stella cadente ed esprimo il mio desiderio. Voglio godere così, voglio che continui fino a che non le esplodo in gola. Sento l'orgasmo che monta. Voglio che ….. lo sapevo che la storia dei desideri e delle stelle cadenti era una stronzata!
Improvvisamente si interrompe. Sentiamo il rumore di motori che si avvicinano. Poi vediamo le luci. Mi copre il cazzo con la maglietta. Due ragazze su due scooter ci passano vicino e poi vanno a parcheggiarsi li intorno, non vediamo dove. Io vorrei che mia moglie continuasse. Ormai ho gli spermatozoi che mi nuotano negli occhi, ma lei non è più fuori controllo come prima. Allora mi ricopro ed esco dall'auto. Ho bisogno di muovermi. Il cazzo mi fa male per quanto è duro. Anche lei scende e va a sedersi sul muretto a secco li accanto.
Passa qualche minuto. Le ragazze non se ne vanno. Da dove siamo non riesco a vederle, ma sento le loro voci squillanti. Secondo me sono anche un po' alticce. Non nascondo che il fatto che possano vederci aggiunge eccitazione alla mia situazione ormai critica. Decido. Mi avvicino alla mia donna e mi tiro giù i pantaloni. Le metto il cazzo dritto davanti agli occhi.
- Senti. Se non le vedo io anche loro non vedono me! – le faccio - e poi sono eccitato da morire. E poi … -
Ma lei non mi da modo di continuare. Prima guarda questo cazzo che si scuote davanti al suo volto e poi lo afferra. Mi guarda e mi dice – e poi? Magari ti eccita se ci vedono? -. La mano comincia a muoversi. L'altra mi afferra un gluteo e me lo strizza con forza. Io non ho già più la forza di reagire. Porta entrambe le mani sul cazzo. Prima comincia piamo, delicatamente. Poi il ritmo aumenta, quasi a diventare convulso. Una mano si muove velocemente sull' asta mentre l'altra mi strofina in malo modo il glande. È un trattamento quasi doloroso, ma mi stravolge i sensi. Sento le palle contrarsi mentre si preparano a schizzare tutti fuori. Sento ridere le due ragazze. Forse ci stanno guardando. Il mio cazzo punta sulla faccia di mia moglie. Ora vengo e la riempio tutta di me. Lo sento ….. Noooooo.
Auto in avvicinamento. Sentiamo i rumori e poi vediamo i fari. Mi ricopro, poi mi accascio distrutto sul muretto. Si susseguono diverse auto che arrivano lì, fanno inversione e vanno via senza neanche fermarsi. Ma che razza di idiota si fa 10 chilometri in auto per arrivare in uno slargo deserto dell'Isola per girarsi e tornare indietro. Eppure diversi lo fanno. Maledetti. Io devo sborrare!!!! Non mi va di tornare a casa per andarmi a fare una sega di nascosto. Ho troppa voglia. Intanto le due ragazze mettono in moto e vanno via. Un pick-up ci passa persino davanti, diretto verso il nulla. Poi tutto torna quiete.
Ho voglia, ma è evidente che anche lei ha voglia di farmi sborrare perché mi prende per mano e mi porta tra l'auto e il muretto. Mi tira giù i pantaloncini mentre mi guarda negli occhi. Sa che quello sguardo mi scoglie i lombi. Si tira giù una spallina e si scopre un seno, poi comincia a segarmi. Sa che io non posso resistere alle sue tette. Mi guardo questa meraviglia tonda, leggermente pesante. La pelle è abbronzata, ma il segno del costume disegna un'area candida che, con la luce della luna, mette in evidenza un capezzolo grande e sapientemente disegnato. La palpo, la stringo, la bacio mentre li sotto le sue mani mi portano sempre più vicino. Sento le dita che scorrono lungo l'asta, che accarezzano la cappella, poi a tratti stringono e aumentano la velocità, per poi tornare subito dopo a rallentare. Io mi contraggo sempre più. Lei si inginocchia davanti al mio cazzo. Una mano mi tocca le palle, le strizza appena, le tira. L'altra mi sega velocemente mentre dirige il cazzo verso la sua bocca aperta. Ogni tanto se ,o mette in bocca, lo succhia un po' e poi riprende a segarlo velocemente. Vuole farmi sborrare e vuole prenderla in bocca. Io non resisto più e non voglio neanche resistere. Le mie gambe si contraggono, in un movimento incontrollato alzo la testa al cielo e chiudo gli occhi. Sto per venire…
Il tocco si ferma, sparisce e sento lei che dice concitatamente
- Copriti! Copriti! copriti!!! Arriva qualcuno. –
Io non ci capisco niente. Apro gli occhi al colmo della frustrazione, come se mi avessero riportato indietro a metà orgasmo. Ci metto qualche secondo a riprendere lucidità e a capire che mia moglie è in ginocchio davanti a me, che cerca di coprirmi in qualche modo ed io me ne sto a cazzo dritto in piedi mentre il pick-up di prima ci illumina passandoci davanti, di ritorno dal nulla del cazzo.
La mia frustrazione è pari solo alla mia voglia e al dolore delle mie palle. Lei mi guarda e sorride.
- Mi sta piacendo – dice – devo farlo più spesso. Ti porto fin lì e poi non ti faccio godere. Senti che cazzo duro! – e nel frattempo me lo prende in mano e lo strizza.
- Sai, se mi chinassi sul cofano e me lo mettessi dentro verresti in due secondi! – sghignazza.
È evidente che si diverte a prendermi per il culo. Io ormai non ho la forza di reagire. Voglio solo godere, ma intuisco che anche lei ne ha avuto abbastanza. Senza dire una parola o aspettare altro si china di nuovo e ricomincia a lavorarmi il cazzo. Le mani sono dovunque, la bocca pure. Ormai non capisco più neanche cosa mi fa. Ho flash di lei che mi sega velocemente mentre mi strizza le palle, poi di lei che me lo succhia mentre mi guarda negli occhi. Non so come le infilo una mano sotto le mutandine e sento che è fradicia. Provo a toccarla, ma lei mi allontana la mano. Porta la bocca intorno al glande e succhia forte, mentre con una mano continua a massaggiarmi le palle e l'altra si muove sempre più velocemente sul cazzo. Ormai per me è l'oblio. Lo sento scorrere attraverso il mio corpo. Ogni muscolo si contrae mentre le vene sul cazzo mi stanno scoppiando. Finalmente arrivano le contrazioni. Sto venendo. Prima la sua bocca resta a succhiare la cappella, poi la sento allontanarsi e sento la mano scorrere lungo tutto il cazzo. Le contrazioni continuano e io sto sparando sborra a tutta forza. Non so se le ho riempito la bocca e in questo momento non me ne frega un cazzo. Sento solo le palle svuotarsi, il cazzo, ancora durissimo, sparare sborra prepotente e la mano della mia donna che continua a stringerlo e a muoversi mentre lei se la ride. Non so quanto è andato avanti, ma è stato uno degli orgasmi più lunghi e liberatori che ho avuto in vita mia.
Finalmente finisco. Lei mi lascia il cazzo, ancora abbastanza duro, che fa su e giù nella sua caratteristica danza, ma finalmente appagato. La vedo toccarsi le labbra, ma la luce non mi consente di capire se si stava pulendo da qualcosa. Stiamo li un po' a guardarci. Mi rivesto, il cazzo ormai tornato a dimensioni solite. Lei mi bacia. Un bacio lungo e appassionato con le nostre lingue che si cercano e danzano. Poi si stacca, mi guarda maliziosa con quel suo sguardo che non immagina quanto sia da maiala, e dice
- Ora guido io, così ricambio.
Io non oso rispondere, ma lui, nei pantaloncini, ha un nuovo sussulto.
 

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