Racconto di fantasia Pettorale 69: tributo a Laura di KS

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Era autunno, Laura volle partecipare a questo Trail per vedere come andava la gamba. Veniva da un periodo di scarso allenamento prima e da una frenetica attività invece a ridosso della gara. Scelse la distanza intermedia, i 50 k, per il lungo da 80 non era pronta e i 30 le sembravano modesti per vedere come andava. Il problema principale era il tempo: pioggia i giorni precedenti e pioggia la mattina della partenza. Il tracciato lo conosceva bene, era la terza volta che vi partecipava, e poi i 3 punti ITRA le facevano comodo in previsione dell’anno prossimo. Alla partenza tanta gente, bello e divertente, ma lei pensava soltanto alla gara. Andava tutto liscio, faticoso per via del terreno pesante, non un tempo eccezionale, ma si stava divertendo e questo era già tanto. Quasi a fine gara, mancavano oramai 4-5 km il ritmo era buono, adesso una lunga discesa in mezzo al bosco, ripida e scivolosa ma il grande era oramai fatto. Sul sentiero davanti a Lei scorge un ragazzo che la precede, non va tanto veloce, in pochi metri lo dovrebbe prendere, stanno correndo su due ritmi diversi. Infatti quando appena gli arriva dietro lui si ferma e la lascia passare con un saluto cordiale, tra runner succede sempre, tra runner educati. Il pettorale è quello della 30, è partito dopo ed è prossimo anche lui all’arrivo. Questo pensiero distrae Laura che all’improvviso perde la gamba d’appoggio e scivola con un capitombolo fuori dal tracciato giù per un piccolo dirupo. Accidenti pensa subito, perderò il ritmo e proprio quando c’è qualcuno che mi guarda!!!. Non sarà soltanto questo: un graffio si apre sulla gamba in fallo , all’altezza della coscia, e anche la botta non è da meno. Il ragazzo si preoccupa subito di verificare le sue condizioni, le porge una mano e la sua borraccia per aiutarla e per pulire alla meglio quella ferita che si è aperta, superficiale ma aperta. Laura rimane un pò cosi, non le succede spesso di cadere. Oggi si, il terreno è molto scivoloso, non è colpa sua. Ad aggiungersi a questo, mentre cerca di rimettersi in piedi e di lavar via il poco sangue che esce ecco che arriva la Susy che con il suo passo da runner d’esperienza si volatizza velocemente verso il traguardo. E pensare che l’aveva superata qualche km indietro sull’ultima dura salita. La cosa la fa innervosire ancora di più, restituisce la borraccia e parte anche lei per finire la gara. Il ritmo però non è più quello di prima, arriverà ad una ventina di secondi dalla Susy che chiude al terzo posto assoluto di categoria, proprio davanti a Laura.

L’umore non è dei migliori, era vicina a godersi una bella gara e alla fine ha raccolto niente, questo è il suo pensiero. Non vede l’ora di tornare a casa, forse faceva meglio anche a non partecipare. Questi sono i suoi pensieri. Ritira il suo borsone e corre a fare la doccia. Non va agli spogliatoi della palestra comunale, oggi ci sono anche altri spogliatoi al campetto per il fatto che erano attesi tanti corridori. Lei non vuole vedere nessuno, li saranno in pochi. Arriva, a destra squadra locale spogliatoio degli uomini, a sinistra quello delle donne dove di solito ci sono gli ospiti. E’ la prima, le luci sono ancora spente, il locale non le piace. Al centro un’altra porta, lo spogliatoio degli arbitri. Prova a vedere, la porta è aperta, due panche una di fronte all’altra, due docce e il bagno separato. Meglio, ambiente più ristretto e solitario.

Si spoglia, toglie scarpe, calzettoni, pantaloncini, mutandine e maglia. Apre l’acqua della doccia e poi si dirige verso il bagno. Una lunga pisciata liberatoria accompagna i suoi pensieri, rivede nella mente la sua gara, gli ultimi chilometri che hanno trasformato la giornata da bella ad un fallimento che non si aspettava. Alla vigilia immaginava una conclusione diversa, ma sempre più spesso la realtà è differente da come si immaginava e programmava il futuro.

Tira lo sciacquone, esce verso la doccia e rimane di stucco. Lei tutta nuda con soltanto il top tecnico ancora addosso si trova di fronte sotto la doccia il ragazzo che un’oretta prima aveva incontrato sul sentiero di gara. Tutto nudo lui, con un gran bel fisico (scoprirà dopo essere un triatleta) che la guarda e con espressione molto naturale le porge il bagnoschiuma dicendo: prima ti ho aiutato io adesso mi aiuti tu.

Laura rimane senza parole, le sembra impossibile questa situazione. Le pareva di aver chiuso la porta a chiave (scoprirà dopo di no invece e che adesso è chiusa a chiave ma da lui), vuole rispondere ma nessuna parola le esce dalla bocca. E’ sorpresa, non imbarazzata e neanche arrabbiata. Solo sorpresa. Rimane alcuni secondi a guardarlo, guardarlo bene: non è depilato tutto come spesso anche gli uomini lo sono, i muscoli sono ben disegnati e armoniosi. Il cazzo che gli vede non è a riposo come spesso succede agli uomini dopo le competizioni. Non è grandissimo, sembra normale o poco più ma è grosso, anche a riposo sembra grosso.

Come ipnotizzata si muove verso di lui, prende il sapone e come se fosse la cosa più naturale del mondo inizia a lavarlo, inizia a fare quello che lui le ha ordinato più che chiesto: lo aiuta a lavarsi. Inizia dalla testa, poi il viso e le spalle, fino a scendere. Fa prima le gambe, di fronte, Deve sfregare bene, il fango si è attaccato alla pelle e bisogna andare pesanti per toglierlo bene. Lo vede, è come aveva intuito prima: non è lunghissimo ma molto grande, largo. Alla base è molto largo, poi verso la cappella diminuisce un po ma è grande. Lo insapona e quindi lo sente duro, lo sente caldo. Sente la sua eccitazione. Lui di volta e Laura ricomincia ad insaponare il suo lato B. Le spalle, la schiena muscolosa, il culo. Prova ad accarezzarlo fra le chiappe, a stimolare il suo buchetto prima con le mani e poi con le dita. Sente dei mugolii di piacere. Lui allarga le gambe per favorire questo massaggio. Laura allora da dietro gli prende il cazzo in mano, a fatica gli sta nella mano aperta e inizia un lento e godurioso movimento avanti e indietro. Appoggia il capo alla sua schiena e da dietro lo sta segando. Con destra sempre sul cazzo, con la sinistra alterna movimenti in contemporanea sul cazzo a massaggi sull’interno coscia, sul perineo e sul culo. Sente i suoi battiti con l’orecchio appoggiato, li sente accelerare e allora accelera anche lei. Quando poi il respiro trattenuto e un calore diverso fra le mani arrivano, sa che è arrivata anche la sua venuta. Prosegue il suo movimento, le piace sentirlo ancora duro ma non come prima, continua fino a quando lui le scappa, scappa dalle sue carezze, scappa perché diventato troppo sensibile. Anche Laura ha i battiti a mille, quando fa sborrare un uomo è sempre soddisfatta.

Lui allora si gira verso di lei, la prende dolcemente e l’appoggia con la schiena al muro. L’acqua calda nel frattempo continua a scendere, a bagnare i loro corpi, a scaldare i loro corpi. Con le mani le chiude gli occhi, le sussurra all’orecchio che adesso tocca a Lui e poi sorprendentemente le da un bacio in fronte. Anche questo Laura non se lo aspettava, come non si aspettava quello che dà li a poco sarebbe successo. Per i minuti successivi, alternando momenti di delicatezza a momenti di vera e autentica foga animale, la sua lingua percorrerà tutto il corpo di Laura, dai capelli alle caviglie. Subito dopo il bacio in fronte Laura sente la sua lingua che le lecca il viso, le orecchie, prima la destra poi la sinistra. La lingua entra e si muove dappertutto: la usa per lavare il suo corpo. All’inizio è una senzazione strana, ma più prosegue e più diventa piacevole, terribilmente piacevole. Sentirla sulle orecchie, infilarsi dentro, esplorarla dentro le fa venire brividi d’eccitazione. Passa poi al collo, alle pieghe della pelle fra il capo e il torace. Quando poi le solleva il top per toglierlo e iniziare una lunga e goduriosa leccata delle sue ascelle Laura è già ad uno stato d’eccitazione altissimo. Come le piace sentirlo muovere su quella pelle delicata, lei con le braccia alzate quasi in segno di resa e lui che si nutre dei suoi sapori, dei suoi odori. Scende poi al seno, prima uno e poi l’altro, alternando bocca e mani in contemporanea. Laura ha i capezzoli durissimi, li sente tesi dall’eccitazione. Anche se sotto la doccia si sente la bocca asciutta, è elettrica in tutto il corpo. Scende ancora, prima la pancia, poi l’ombelico e poi arriva alla fica. Anche qui però il suo movimento della lingua non è il movimento di chi vuol far godere la donna che sta leccando. No, lui usa la lingua per lavarla: prima le grandi labbra, poi aprendola anche dentro ma non per portarle piacere ma solo per pulirla. Prosegue poi verso le gambe fino alle ginocchia. Laura sente il calore nella fica. La sente gonfia, la sente chiedere di essere accarezzata, di essere riempita.

Lui allora si rialza in piedi facendole sentire la sua eccitazione, ha il cazzo ancora duro che la sfiora ad ogni movimento. La fa girare, appoggiata alla parete con le braccia e ricomincia a leccarla dappertutto. Ancora dietro le orecchie, ancora alle ascelle, in mezzo alla schiena, lentamente ma senza smettere un istante.

Arriva quindi in fondo alla schiena, alla zona lombare. Laura sente un calore grandissimo fra le gambe, sente la sua fica umida e vogliosa. Lui la ignora, passa alle gambe e in particolate al retro delle ginocchia. Laura sente la sua instancabile lingua che adesso risale, percorre le cosce e arriva alle chiappe. Le sente aprire con le mani, lui usa tutte e due le mani per aprirle e affondare la lingua prima in una leccata da sotto a sopra e poi concentrandosi sul suo buchetto. Laura si sente aperta, esposta, le piace essere leccata nel culo ma anche la sua fica reclama, il suo clitoride vuole essere accarezzato. Ci pensa lei, che con una mano scende lasciando l’altra come appoggio. Lei che si accarezza, lei che si sditalina e lui dietro che con la lingua disegna dei movimenti rotatori sul suo buco del culo che tanto piacere regala spesso a lei. Alterna leccate lente e profonde con leccate più veloci e ripetitive, La sta scopando con la lingua anche se la sua impressione è che lui più che piacere a lei cerchi il proprio piacere. Quando poi sente sulle caviglie il calore della sua sborra capisce ed ha la conferma di questo.

Senza dire una parola la lascia li sotto la doccia e si ritira verso lo spogliatoio.

Laura oltre che senza parole è anche senza pensieri: di avventure ne ha vissuto parecchie ma come questa mai. Di uomini ne ha conosciuto tanti, ma come questo mai.

Al termine della doccia Laura rientra anche lei nello spogliatoio e lo trova sulla panca quasi pronto per uscire. Indossa pantaloni della tuta con le scarpe, una giacca sportiva e la guarda intensamente, ma in silenzio. Laura nel suo accappatoio di microfibra e infradito si va a sedere di fronte a lui, anche lei in silenzio. L’atmosfera è strana, Laura lo capisce ma non sa come interpretare l’attimo e gli attimi passati. Si asciuga i capelli con un panno e mentre lo fa l’accappatoio si slaccia lasciando alla vista il suo corpo splendido e atletico, oggi con quella greca sulla coscia frutto della rovinosa caduta. Laura si asciuga i capelli con gli occhi chiusi e intanto ripensa ai minuti prima sotto alla doccia, ripensa alla sua lingua su tutto il corpo, alla sua lingua che tintillava nel suo buco del culo, al suo cazzo, al suo grosso cazzo.

Lei è ancora su di giri, non ha sfogato la sua eccitazione. Instintivamente muove la mano verso la fica, la sua fica che vuole essere accarezzata. La sente ancora pulsante, ancora vogliosa, ancora bagnata. Il suo clitoride vuole sentire il contatto con le dita, vuole essere stimolato, vuole donare piacere. Lui di fronte a lei a quel punto si abbassa leggermente il pantalone e inizia a masturbarsi guardando Laura alternativamente negli occhi e verso la sua fica. Lei seduta con le gambe aperte si tocca, lui anche. Laura allora le allarga ancora di più, ostenta la sua fica aperta e bagnata, gliela offre, lo sfida. Lui accetta questa sfida, con un passo è da lei, le apre e solleva leggermente il bacino e dopo essersi lubrificato la cappella con un pò di saliva affonda dentro di lei. Non in fica ma nel culo. Prima piano, lentamente. Laura lo sente, era grosso in mano e lo sente grosso anche in culo. Lui continua ad entrare, lentamente, esce e poi rientra sempre più in profondità. Laura è eccitatissima, la fica è bagnata, la sua mano alterna tocchi del clitoride con carezze alle labbra. Affonda anche due dita in fica, se non la penetra lui ci pensa da sè. Lui intanto continua avanti e indietro, tenendola ben aperta con le mani e arriva fino in fondo. Laura è scomoda, seduta quasi di schiena su quella panca di legno e lui che con affondi duri e riempitivi la sta scopando. Viene all’improvviso, l’orgasmo la colpisce come una secchiata d’acqua gelida. Un solo lungo brivido la percorre dai piedi ai capelli, la fa tremate tutta. Lui non si scompone, continua a entrare e uscire dal suo culo senza interruzioni e senza esitazioni. L’eccitazione di Laura non è finita, la situazione la fa godere ancora, non vuole che lui smetta. Lo sente duro, lo sente caldo dentro di sè. Ne vorrebbe ancora di più, anche se il suo cazzo la riempie tanto. Adesso lei con una mano di sgrilletta e con l’altra affonda due dita in fica, si scopa lei la fica in cerca del punto di piacere interno. I respiri si fanno accelerati, i suoi colpi diventano più potenti e più lunghi. Sta per venire, anzi viene. LE sborra tutto in culo, Laura sente il calore dello sperma che la riempie il culo e nel frattempo viene anche lei, ancora, come qualche minuto prima. È bellissimo, era da tempo che non godeva così.

Lui esce, prende un asciugamano e si pulisce il cazzo lasciando Laura con le gambe ancora aperte e in quella posizione strana sulla panca. Laura si sente un po svuotata, il suo cazzo grande la riempiva bene fino a qualche secondo prima. Deve lavarsi, deve pulire quel liquido che lui le ha scaricato dentro. Ritorna in doccia.

Quando rientra dopo pochi istanti c’è solo lei nello spogliatoio, lui non c’è più, la panca è vuota. C’è soltanto rimasto un piccolo oggetto di plastica, il suo pettorale, pettorale numero 69.
 

Strady2

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Bello! bravo... molto molto bello.
Ammetto che in questo caso mi ci sono immedesimanto molto bene... adoro leccare una donna anche io... i piedini magari.
 
K

ks421

Guest
...e comunque non nascondo una certa curiosità sul seguito, su come Laura viene immaginata e descritta.
Rileggendo più volte quanto sopra non posso che dire che le similitudini sono
sorprendentemente coerenti con il personaggio. Una cosa quasi prodigiosa.
 
OP
Grandel

Grandel

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Laura raccolse il pettorale con un po' di curiosità e sospetto: sul retro era riportato un numero di cellulare scritto a penna. Lo sapevo!! Pensò mentre con cura lo mise al sicuro.

Dopo soltanto qualche giorno però la sua curiosità prese il sopravvento e senza troppi fronzoli decise di chiamare quel numero e senza neanche presentarsi decise di andare subito al punto: sabato hai dimenticato un paio di cose nello spogliatoio, di salutarmi e il tuo pettorale gli disse tutta d’un fiato. Dall’altra parte della linea, dopo un attimo di silenzio e un sorriso che si capiva in modo evidente, la risposta fu semplice e altrettanto diretta: ci vediamo per un aperitivo? Così potrai portarmelo e facciamo anche due chiacchiere. A proposito, complimenti per il quarto posto, quasi sul podio!!Aggiunse con un tono neutro che Laura non riuscì ad interpretare se sincero oppure se vagamente da presa per i fondelli. Sta di fatto che adesso l’attimo di silenzio fu la prima risposta di Laura a cui seguì un sintetico -Ti scrivo!!- e chiuse la comunicazione. La curiosità era tanta ma dopo quelle parole riemersero anche rabbia e delusione per l’ultima gara conclusa.

Comunque l’appuntamento fu programmato per un paio di giorni dopo, in un Irish pub nella piazza della città, un aperitivo senza grandi pretese. Lui accettò senza problemi.

Anche questo evento fu per Laura fonte di nervosismo, un non so che le rodeva i pensieri e come conseguenza la scelta dell’abito sembrava un ostacolo insuperabile. Scelse alla fine un taileur con la gonna, molto corta, calze nere con la riga, scarpe tacco 12 e camicia bianca sotto la giacca coordinata.

All’appuntamento Laura arrivò prima del ragazzo, anche questo segno evidente del suo nervosismo. Lui appena dopo, ma con tutta la tranquillità del mondo la salutò come fossero vecchi amici, triplo bacio sulla guancia e sorriso d’ordinanza. La prima cosa che Laura fece appena seduta fu quella di tirare fuori il pettorale e metterlo sul tavolino in mezzo a loro, come se quello fosse l’oggetto della discussione nei minuti seguenti. Lui lo guardò e poi guardò Lei e con naturalezza le disse: mi sa che ti devo qualche spiegazione!!!

Ordinarono, un Testarossa “la Versa” per lui e un semplice crodino per Laura. E la spiegazione ebbe inizio.

Andrea, lui si chiama Andrea, è un professionista nel ramo amministrazione, abitava in città e quindi relativamente vicino a Laura ed era un triatleta per passione. Quel Week end di gara era stato accuratamente programmato da Lui per incontrarLa come poi è stato. Il fatto che si fossero “incrociati” quasi a fine gara era tutto previsto, lui da diversi minuti aveva rallentato in attesa del suo arrivo. Quello non previsto era il suo infortunio. Infatti la sua idea sarebbe stata quella di affiancarla per l’ultimo tratto in modo di correre insieme, poi i programmi sono saltati ma da quel fatto ne è nata poi un’opportunità.

Infatti, il ritrovarsi poi nello stesso spogliatoio è stata un’improvvisazione del momento. Andrea aveva visto Laura muoversi verso il campetto e dopo qualche esitazione rinchiudersi dentro da sola. Il fatto poi che la porta fosse aperta ha favorito la serie di avvenimenti di cui conosciamo già la storia.

Andrea voleva conoscere Laura, la voleva conoscere sul suo terreno, attraverso un finto gareggiare spalla a spalla in gara. Laura sembrava sconvolta e sorpresa nello stesso momento. Lei non avrebbe immaginato una dinamica di questo tipo, mai immaginato. Andrea si spiegò meglio: confessò che questa sua voglia nacque perché un conoscente in comune gli aveva parlato di questa ragazza, bellissima, sia di fisico che di cervello, che andava forte sia nelle gare di corsa che nelle competizioni di letto. E avevano scommesso che sarebbe riuscito a conoscerla, fino in fondo.

Ecco quindi che Laura, ancora una volta come già in passato, è stata l’oggetto involontario di sfide meschine e puerili di maschi infantili e affamati.

Scommessa vinta quindi? Fu l’intercalare di Laura mentre sorseggiava lentamente il suo aperitivo. Divertito? Divertiti? Aggiunse.

La cosa dal punto di vista di Andrea sembrava assolutamente innocente e quasi normale.

No, scommessa non ancora vinta e Si, mi sono divertito…ma spero sia soltanto l’inizio. Il tutto senza battere ciglio, guardandola negli occhi e sorridendole con un sorriso che assomigliava più a un ghigno.

Fu veloce anche a cambiare argomento, chiedendole delle sue gare prossime, dei circoli che lui frequentava e che Laura aveva frequentato in passato, delle altre amicizie in comune, ecc.

Poi improvvisamente le chiese sui suoi allenamenti, ritmi, orari, frequenza, ecc. Lui, triatleta per passione si lamentava del fatto che con l’inverno diventava difficile se non impossibile continuare regolari sessioni. Per Laura è tutto più semplice, un paio di scarpe, una strada, la voglia e l’allenamento è servito.

Gli disse che a casa sua, in quella che in tante case doveva essere la taverna, lui aveva allestito una palestra. Attrezzi per la corsa a piedi e in bici, area relax con sauna e idromassaggio completavano l’ambiente. Le domandò a bruciapelo se le fosse piaciuto allenarsi insieme a lui in quel WE, visto che le previsioni erano di pioggia e freddo.

In quel momento gli squillò il telefono ad Andrea, un rapido sguardo allo schermo a cui seguì un rapido saluto: devo scappare, chiamami!! Le disse e in un paio di secondi se ne andò.

Ancora una volta Laura era rimasta sola, senza possibilità di replica e con ancora il pettorale che come un documento fondamentale era li su quel tavolino ma ancora in mano non al legittimo proprietario.

Il tempo era effettivamente molto brutto e anche per quello Laura lo chiamò e insieme concordarono per il sabato successivo qualche ora di allenamento insieme a casa di Andrea.

Laura si presentò in perfetto orario, lui la accolse già in tenuta da bici: sarebbe stata per Lei un’oretta sul tapis roulant e per lui invece sui rulli. Aggiunse anche che a breve sarebbe arrivato un suo compagno e amico per una sessione di soli pesi. La notizia non la colse troppo di sorpresa, ma non le diede neanche l’importanza che forse Andrea si aspettava.

Dunque, i locali erano effettivamente molto attrezzati, zona pesi, zona “movimento” per allenamento di bici e di corsa e zona relax e poi un piccolo spogliatoio che Laura però non utilizzò. Li davanti a lui si tolse la tuta rimanendo in pants ultrasgambati e top neri e si mise subito a correre.

Lui completò alcune cose ma dopo qualche minuto salì in sella e iniziò la sua “fatica”, simulazione del tratto finale di una tappa del Tour de France dell’anno passato. L’amico, avendo le chiavi, sarebbe arrivato per i fatti suoi. Tempo di poco che ecco effettivamente entrare Massimo, cosi si chiamava il suo compagno d’allenamenti, che salutando cordialmente si mise anche lui al lavoro. Anche Massimo come Andrea aveva un fisico ben scolpito e proporzionato, quasi lo stesso fisico fra i due, stesso taglio di capelli, stessa barba modaiola e stesso timbro di voce. Sembravano quasi gemelli, anche se Laura scoprirà dopo che la differenza fra i due c’era ed era notevole.

Laura corse tranquilla per più di un’ora, come anche i suoi compagni di seduta. Uno, in bici con gli auricolari, era concentrato a pedalare e basta, l’altro con gli esercizi le lanciava spesso occhiate che lei catturava con curiosità sempre maggiore.

Scaduti i suoi 70 minuti previsti Laura rallentò e nel breve fu in piedi e ferma a rilassarsi un attimo. Andrea le disse che ne aveva ancora per qualche minuto e che se voleva rilassarsi la sauna e l’idro erano a sua disposizione che poi loro l’avrebbero raggiunta. Il programma di quel pomeriggio cominciava a prendere forma e Laura non si fece pregare per vedere in quale direzione si sarebbero mossi. Con tutta la naturalezza di cui Lei è maestra si tolse mutandine e top li davanti a loro e con passo leggiadro entrò in cabina sauna lasciando Massimo con la bocca aperta e statico nell’esercizio che stava facendo mentre Andrea manco si accorse della cosa.

La curiosità di Laura stava sempre più crescendo, voleva proprio capire il progetto pensato da Andrea. Era certa che tutto fosse stato programmato in modo preciso e decise di stare a quel gioco.

Arrivarono in sauna anche Andrea e Massimo, tutti nudi come prassi, quando oramai per lei era tempo di uscire per non correre il rischio di cadere come una pera cotta. Soltanto pochi secondi per vedere e cogliere la grande differenza fisica fra i due. Se per tante caratteristiche erano simili, quasi uguali, la grande differenza fra i due era nei loro cazzi: se quello di Andrea era grosso, come si ricordava bene, quello di Massimo era lungo, straordinariamente lungo. A riposo sembrava sottile ma pendeva fra le sue gambe come un piccolo serpentello. Pettorale 25 le venne da pensare come soprannome per quel che stava vedendo.

Sconvolta da quella visione corse a rilassarsi nella grande vasca idromassaggio circolare che avrebbe potuto contenere tranquillamente fino a 8-10 persone. Una serie di strane sensazioni la colsero, con il corpo a mollo fra l’acqua tiepida e le bolle, il pensiero a quello che aveva appena visto e alla sua prima conoscenza con Andrea. Non riusciva ad indovinare dove sarebbero arrivati insieme, Andrea e Massimo, dove volevano andare a parare. Sapeva soltanto che sarebbe stata una bella lotta e Lei era pronta a lottare. Fino in fondo e fino alla fine.

Mentre si lasciava cullare dalla leggerezza dell’acqua e dell’aria i due ragazzi la raggiunsero e si misero a suoi fianchi. Laura con gli occhi chiusi si lasciava accarezzare dalle bolle ma ben presto anche dalle gambe dei due che spinte dalla pressione sempre più spesso si intrecciavano con le sue. Erano scariche di elettricità, di eccitazione. Sembrava che questo fosse quello che Laura attendeva, un contatto, un contatto con quei corpi. Andrea introdusse Massimo alla sua esperienza con Laura al trail, raccontò all’amico tutto il dopo gara, particolare per particolare e Massimo facendo finta di non sapere nulla fingeva anche sorpresa passo dopo passo. Laura sempre con gli occhi chiusi ma con un sorriso annuiva alle parole di Andrea e quando la loro presenza si fece più audace diede inizio alla battaglia aprendo gli occhi e guardando i due amici con sfida. Le sue mani catturarono i loro cazzi, cosi diversi nella forma ma così uguali nella durezza. Iniziò a segarli sott’acqua e subito loro approfittarono di quel corpo per esplorarlo con le mani e con la bocca. Ad ogni lato aveva una fonte di piacere, bocche che le sfioravano il collo, la bocca stessa, le tette. Mani che cercavano la sua fica e il suo culo, lo stesso seno e tutto il suo corpo.

La fecero appoggiare al bordo col la pancia, Massimo sotto di lei con la bocca le leccava la fica umida e calda e Andrea Aprendole le chiappe esplorava con la lingua il suo culo. Li sentiva insieme, dentro di lei le due lingue, umide, veloci. Li sentiva ansimare, sentiva anche se stessa ansimare. Era la prima volta che la leccavano in due contemporaneamente, erano bravi e in aggiunta alla sua voglia la fecero venire in breve. Come godeva, come le era piaciuto, come ne voleva ancora.

Adesso erano loro due seduti sul bordo e Laura in mezzo, ancora nella vasca che li segava entrambi. Con la destra Andrea, su e giù facendo quasi fatica a tenerlo in mano da quanto grosso. Con la sinistra il cazzo di Massimo, che anche se sottile era lungo e quindi stringeva dalla metà in su, concentrandosi sulla cappella.

Le sue mani furono sostituite dalla sua bocca, anche se a fatica riusciva a fare un pompino decente ad entrambi. Troppo diversi i loro cazzi e troppo complicato lavorarli con la bocca.

Lo capivano anche loro, infatti senza problemi da issarono fuori dall’acqua e Andrea, senza troppe parole de disse: fatti scopare adesso.

Fu lui il primo ad entrare, in fica. Laura lo accolse con un sospiro, era grande anche per la fica. Subito prese un buon ritmo, alla missionaria mentre Laura con la bocca continuava il pompino a Massimo. Qualche minuto e si cambiarono i ruoli, Massimo si mise fra le sue gambe e Andrea volle le attenzioni della bocca di Laura. Le difficoltà aumentarono: lei non riusciva a prenderlo tutto in bocca, si limitava a lavoralo con la lingua e soltanto sulla cappella. Massimo sotto, anche se sottile voleva spingere fino in fondo ma la cosa risultava dolorosa sulle spinte più profonde. Laura soffriva e godeva, godeva e soffriva. Il risultato era che più bagnata, più eccitata di cosi con si era mai sentita.

I due sopra di lei sembravano animali, pretendevano il loro piacere in modo rude e secco: Laura era un corpo da usare, solamente questo.

Massimo ad un certo punto si fermò, un rapido scambio di sorrisi con Andrea e girando sulle ginocchia Laura le disse in tono informativo ma perentorio: adesso il culo.

Laura appoggiata sulle ginocchia e i gomiti senti Andrea aprirle le chiappe da davanti mentre Massimo con una spinta poderosa le entro tutto dentro. Dovette tenere il respiro per un attimo: se in fica sembrava lungo come era, in culo era ancora peggio. Tutto, voleva entrare tutto. Laura si senti aprire, non come quando veniva inculata in altre occasioni. Si sentiva riempire dentro, in profondità. Quello era un cazzo lungo, molto lungo e Massimo non aveva nessuna voglia di rendergli l’esperienza piacevole. Voleva godere e basta. Godere lui e basta

Laura adesso ,messa a 4 zampe, si trovava Andrea davanti che esigeva la sua bocca e Massimo dietro che pretendeva il suo culo. Spingevano ognuno verso di lei, facendole venire brividi di dolore e di piacere. Esistevano solo i loro cazzi, caldi, duri e pulsanti. I loro cazzi che lei sentiva bene come percepì molto bene quando l’accelerazione delle spinte di Massimo annunciarono la sua venuta nel suo culo, Furono le spinte più dure, più difficili, più potenti. Spinte associate al calore del suo sperma caldo dentro di lei. Massimo nel venire urlava parole incomprensibili, animalesche quasi.

Una furia si era calmata ma subito una nuova si stava mettendo all’opera. Adesso era il turno di Andrea. Rapidamente si scambiarono i posti e i ruoli. Senza un attimo di tregua le fu dietro e tenendola per i fianchi la penetrò senza pazienza e senza pietà. La inculò senza pazienza e senza pietà . Soltanto che lui era grande, molto grande. La sua spinta fu davvero dolorosa, la prima almeno. Aperta, adesso si sentiva aperta e riempita quasi all’impossibile. Andrea spingeva, voleva farsi sentire tutto e Laura lo sentiva tutto. Tutto il suo cazzo, tutto duro come non mai e tutto dentro. Ed era eccitata, più spingeva e più le piaceva, ogni colpo un brivido, ogni colpo un sussurro, ogni colpo il piacere.

Massimo al suo fianco rideva, con un ghigno complice. Rideva del trattamento che Andrea le stava facendo. Non era violenza, era sesso grezzo, animalesco, fatto soltanto per il proprio piacere. E a Laura piaceva, piaceva tanto. Quello che non le piacevano erano appunto quei ghigni fra i due maschi, fra i due compagni che la stavano usando. Andrea dietro e Massimo con la mano a solleticare e tintinnare il suo bottoncino.

Questo non le piaceva. Voleva essere lei la protagonista, voleva godere secondo le sue di regole e non secondo quelle loro. Si sistemò meglio con le mani sul pavimento, palmi aperti e culo più in alto. Voleva farsi inculare Lei, non essere inculata da Andrea. Inizio quindi a spingere, lui in avanti e lei ancora più forte all’indietro. Lo voleva lei, voleva lei dettare il ritmo, dettare la profondità, dettare la forza. Adesso era Laura che si faceva impalare da quel cazzo, era lei che stava scopando lui. E come sempre pensiero e carne fecero la magia: un orgasmo le sconquassò tutto il ventre, i denti le tremarono dal piacere, i capelli quasi vibrarono dal godere, dal piacere, dal bello che la colpì. Le sue urla, i suoi tremiti, la sua forza fecero capitolare anche Andrea, che quasi intimorito le scaricò tutta la sua sborra nel culo ma in silenzio e con poche e residuali spinte.

Adesso si che era contenta, Laura era contenta della pressione fisica appena ricevuta.

Andrea usci da Lei e sorprendentemente battè un cinque a Massimo, un segno d’intesa che la disse lunga sui traguardi raggiunti in quel pomeriggio. Sul fatto che il loro programma, basato su Laura, fosse o meno risolto. Sembrava fosse stato un affare solo fra loro due e basta.

Laura, spettatrice disgustata, alla vista di quella scena maschilista e provocatoria senza una parola si vesti rapidamente e altrettanto rapidamente corse fuori, allontanando i pensieri e la sua persona da quel pomeriggio molto intenso.
 
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Dopo quell’intenso pomeriggio Laura ripensò parecchie volte a quanto accaduto. Da un lato la voglia di ripetere un’esperienza cosi piena la eccitava come non mai, all’opposto invece il rivedere i sorrisi che Andrea e Massimo si scambiavano durante l’’incontro la faceva infuriare e non poco.

L’inverno trascorse velocemente senza grandi avvenienti. Ogni tanto Andrea la invitava a ritornare ad allenarsi a casa sua, quando voleva Lei, sola o con compagnia. Laura dapprima rifiutava senza spiegazioni, mentre agli ultimi messaggi neanche aveva dato seguito. Il suo pensiero però ritornava spesso a quelle sensazioni e il suo corpo anche.

Fu cosi che ad inizio primavera, all’ennesimo invito di Andrea per un training condiviso rispose di si. La proposta era differente da tutte le precedenti. Si trattava di ritrovarsi in uno spiazzo poco lontano dalla città e salire sulla collinetta fino al Santuario di chisseloricorda santo. Un percorso che Laura conosceva bene perché spesso lo percorreva come allenamento. Pochi chilometri, tutti in salita, ma buoni per testare gambe, fiato e mente. Specialmente se fatti a tutta velocità.

Laura accettò soprattutto per verificare se il rivedere Andrea le avrebbe scatenato ancora o meno quella serie di pensieri e sensazioni di voglia e repulsione che da qualche mese l’accompagnavano.

Fu fissato il giorno, un’anonima mattinata di metà settimana, quando probabilmente non avrebbero incontrato nessuno a differenza invece del weekend dove la zona diventava meta di camminatori e amanti della natura, soprattutto.

Laura arrivò a piedi all’appuntamento, una passeggiata fin li come riscaldamento. All’orario stabilito arrivò anche Andrea col suo van, accompagnato, e qui prima improvvisa sorpresa, dall’amico Massimo. “Non ti dispiace vero Laura? Appena l’ha saputo, Massimo ha insistito per esserci” aggiunse Andrea appena scesi insieme dal mezzo.
Il van di Andrea era un furgoncino attrezzato per le gare di triathlon che insieme facevano. Dentro era una piccola officina per i mezzi, ma c’era anche un piccolo salottino/divanetto per rapidi riposetti post gara.

Scaricate le loro mountain bike la seconda sorpresa per Laura. Allenamento di corsa per Lei e in bici per loro. Andrea lo propose a mo di scommessa: chi prima arrivava in cima avrebbe deciso cosa fare. La solita sfida, Donna contro Uomo, Donna contro Uomini in questo caso. Subito un brivido la colse. Troppo facile sembrava la cosa. Infatti la strada da percorrere in bici per arrivare in cima era molto ma molto più lunga del sentiero che, anche se impervio avrebbe fatto Laura. Troppo facile in apparenza e i sorrisi espressi dai due confermavano la cosa.

“Hai paura di perdere?” buttò li Massimo.

“Sarà una passeggiata per una come te, abitata a sfide dure e di resistenza!!” aggiunse Andrea.

Laura non se lo fece ripetere, fece scattare il cronometro sull’orologio e rispondendo con un “OK ci vediamo di sopra” partì a tutta birra, col cuore a mille senza aver percorso neanche un metro.

In quei metri su quel sentiero sulla salita diede il massimo. Le gambe le bruciavano per lo sforzo, il fiato anche se regolare, corto per l’energia che stava consumando, passo dopo passo. Non l’aveva mai fatta così in velocità quel percorso, voleva e doveva arrivare prima, a tutti i costi. Con un unico pensiero che le frullava in testa: cosa c’era dietro a tutto questo!!!

Arrivò in prossimità della chiesetta, senza più energia e senza più fiato. Arrivò prima di quello che immaginava mentre la stava percorrendo quella salita. Ma arrivò dopo di loro. Andrea e Massimo erano già li, arrivati poco prima di Lei e apparentemente neanche stanchi.

Impossibile fu il primo pensiero, ma possibile visto che la realtà era quella.

Il mistero fu subito svelato, i due amici avevano usato bici elettriche e con queste avevano risalito la collina ad una velocità impossibile e cosi arrivati per primi adesso avevano il diritto di scegliere qualsiasi cosa da fare o da far fare a Laura.

“Spostiamoci sul retro sotto alla tettoia del viandante” disse rapido Andrea, indicando il piccolo rifugio per i pellegrini che stava dal lato opposto e che riparato era più consono alle idee che stavano nascendo o che erano già programmate da tempo.

Laura obbedì in silenzio, i mille pensieri che aveva in testa aspettavano di essere conditi dalla sorpresa e curiosità.

“Devo fare la pipi” disse Andrea e cosi dicendo si abbassò i pantaloncini e iniziò ad urinare sul prato, li davanti a Massimo e Laura senza vergogna o pudore. La vista di quel cazzo, del cazzo che tanto aveva pensato nelle ultime settimane mosse l’eccitazione di Laura, che ancora in silenzio guardava la scena apparentemente senza stimoli.

Fu Massimo allora che intervenendo buttò li la frase “ Forse Laura ha sete e gradisce……vero Laura che gradisci?” e cosi la invitò ad inginocchiarsi e a prendere fra le labbra e le mani la pioggia dorata che Andrea stava producendo. L’odore dell’urina, l’eccitazione della scena e l’invito di Massimo fecero breccia: Laura obbedì, con piacere intimo e velocemente. Sentire il calore su di se, la trasgressione della cosa e del luogo fecero il resto. Massimo si calò i pantaloncini anche lui e iniziò a masturbarsi. Ricordava anche il suo di cazzo, lungo e sottile. Diverso da quello di Andrea, più corto ma grosso, molto grosso.

Il getto fini in fretta, ma subito Andrea senza chiedere permesso infilò il suo cazzo in bocca a Laura pretendendo un pompino senza se e senza ma. Laura questo se lo aspettava e aspettava anche con avidità e piacere che lo facesse.

Adesso si spostarono sul tavolo in muratura, Laura distesa sopra e loro due ai lati che in alternanza godevano della sua lingua. Sentiva il sapore del maschio di ognuno di loro,, di Andrea misto a pipi, di Massimo misto a bagnoschiuma. Erano duri e vogliosi loro, era vogliosa e vorace Laura. Le abbassarono calzoncini e mutandine fino al ginocchio e mentre Lei si esibiva in questo doppio pompino loro la accarezzavano insieme. Le dita sulla fica, sul culo dentro alla fica dentro al culo. Non erano tanto delicati e la cosa eccitava Laura ancora di più. Venne quasi subito, con un gemito che rimase soffocato dal cazzo di Andrea in bocca. Voleva chiudere le gambe nel momento di estasi ma gliele tenevano aperte a forza continuando il loro massaggio.

Massimo esplose per primo, all’improvviso, quando neanche era in bocca a Laura. Troppa voglia probabilmente e troppo brava Lei. Le venne sul viso e buona parte sul nulla li attorno. Neanche di un facial decente era stato capace.

Era scomoda però decise di scendere per finire con Andrea che invece si stava godendo quel pompino con mugolii e inviti a pompare di più, sempre di più. Le parole eccitavano ancora Laura che voleva toccarsi, toccare con le sue dita e come sapeva Lei per arrivare a godere ancora. Invece per far sborrare Andrea queste sue mani le usò su di lui: cazzo in bocca che andava su e giù e con la lingua gli stimolava bene la cappella, mano sinistra a tenerlo fermo e destra con l’indice e il medio a stimolare il suo buchetto. Un massaggio prostatico improvvisato che dava piacere ad entrambi. Andrea la scopava in bocca e si faceva scopare in culo da quel dito che sentiva bene dentro e che gli dava sensazioni che conosceva bene.

Esplose come un animale sia nei versi gutturali e sia nei modi. Prese La testa di Laura e la premette sul suo pube. Lei quasi soffocata dallo sperma che Andrea le riversava in bocca tentava di liberarsi ma lui con forza la costringeva. Quanta goduria sia per Andrea sia per Laura. Il primo per esercitare la sua mascolina prepotenza, lei, Laura, per ricevere un trattamento che le dava piacere, tanto piacere. L’essere “usata” la faceva godere, godere tanto.

Qualche secondo per riprendere l’equilibrio esistenziale e Andrea Le fece una proposta nuova.

“Ritorna giù al van, abbiamo la possibilità di rinfrescarci e di bere qualcosa di caldo”. Anche adesso una proposta apparentemente banale poteva e doveva nascondere altro.

“Si, ok” le parole di Laura, le prime due parole pronunciate da quando aveva lasciato lo spiazzo per la risalita. Le stesse parole di quando era partita.

“Non cosi però” aggiunse Massimo,” Ma così senza pantaloncini” e mentre lo diceva Le sfilò i sottili tessuti da corsa lasciandola soltanto in mutandine a perizoma che Laura si rimise dalla posizione a mezza gamba in cui erano rimaste.

Iniziò quindi la discesa, partendo come in precedenza a tutta birra. Eccitata per quanto successo, eccitata per quanto stava succedendo ed eccitata per quanto sarebbe successo. Di incontrare qualcuno non si preoccupava tanto, si domandava invece come aveva fatto a non ribellarsi a quanto fino ad ora le avevano chiesto.

Semplicemente le piaceva, le piaceva tanto, tantissimo. Era un vero godimento per Lei essere a loro disposizione. Per tutto e per tutte le loro voglie.

Voglie che adesso erano diventate la sua voglia, tanta voglia di loro, dei loro cazzi delle loro presenze su di Lei.

Arrivò in poco tempo al parcheggio e Andrea e Massimo erano gia li col portellone aperto che aspettavano. Laura non aveva tempo, aveva quella voglia totale che spesso la prendeva.

“Devo pisciare” gli disse e cosi facendo si tolse il perizoma e si accovacciò davanti a loro senza pudore e vergogna. La vista del liquido caldo che usciva prepotentemente dal suo corpo eccitò i due amici. I cazzi nei pantaloncini aderenti subito divennero duri.

Laura appena terminato, senza aggiungere altro Sali a bordo del furgoncino scaldato da una piccola stufetta a kerosene. Vestita solo delle scarpe, dopo essersi liberata di maglia e reggiseno si offri a gambe larghe alle loro bocche invitandoli al banchetto della sua fica. Sentire le loro lingue percorrere tutti gli anfratti più intimi del suo corpo la eccitava ancora di più. Andrea si dedicò dapprima alle tette, passando poi alle ascelle e al collo. Massimo si fiondò sulla fica ancora umida del piscio e dell’eccitazione e con voracità sembrava volesse mangiare tutto quello che Laura gli offriva.

Li sentiva ansimare per come si dedicavano a Lei, al suo corpo, a leccarlo a toccarlo. La misero in piedi e poi insieme uno davanti e uno dietro, con le lingue la torturavano di un piacere immenso. Sentirne una che tentava di entrare nel buchetto e l’altra tintillarle il clitoride la fece esplodere in un orgasmo umido e prolungato. Tremava, quasi piangeva dal piacere. Era questo che voleva e lo voleva da tempo.

Però voleva di più, voleva tutto, li voleva tutti e due , insieme.

Fece sdraiare Andrea, il “grosso” sul divanetto e gli si impalò sopra. Di prepotenza, di voglia. Poi, allargandosi le chiappe ordinò a Massimo, il “lungo” di uncularla. Cosi, tutti e tre insieme si muovevano per il piacere dei tre insieme ma per la goduria estrema di Laura in particolare. Lei alternava il movimento verso il basso per impalarsi su Andrea e quello all’indietro per farsi sfondare la Massimo. Ansimava Lei per lo sforzo e ansiavano loro per lo sforzo.

Laura era una furia, bagnata come non mai si sentiva riempita, il dolore dei due cazzi insieme era nulla rispetto al piacere. Venne una prima volta, una seconda di li a poco quando i due amici per breve spinsero insieme le loro verghe dentro di lei. Ce ne fosse stato un terzo di cazzo lo avrebbe soddisfatto sicuramente, e il pensiero la sfiorò anche. Si sentiva porca, troia, puttana ma solo per arrivare al piacere solo per quello.

Li fece uscire da Lei, doveva “respirare” dopo il secondo orgasmo.

Li fece mettere carponi uno di fianco all’altro e da dietro cominciò a masturbarli, insieme. Con la bocca e la lingua a stimolare il loro buchetto, un rimming umido, vorace e penetrativo anche il suo.

Andrea e Massimo non capivano quello che stava succedendo. Da masters ecco diventati strumento di piacere di Laura. Lei con la lingua affondava dentro i loro sfinteri baciava e mordeva le loro chiappe, disegnava percorsi di goduria fra testicoli e ano in alternanza senza fatica alcuna in apparenza ma con tanta voglia sempre e godimento.

Voglia e godimento che stavano crescendo ancora in Lei. Laura sapeva che dopo la venuta su al santuario i due avrebbero resistito ancora e per tanto. Ma voleva la loro sborra la voleva sentire addosso, di getto, calda, tutta per Lei.

Si mise seduta quindi a gambe larghe sul divanetto e iniziandosi a masturbare nel modo più naturale e osceno che esista invitò Andrea e Massimo a segarsi per Lei e a venirle addosso. Lei che con una mano si sditalinava e con l’altra si penetrava il culo, bagnata, aperta. Una femmina in preda ad una mistica voglia di godere. Loro due con la bava alla bocca, lo sguardo su quella fica che li ipnotizzava, andavano velocemente su e giù nel movimento maschile per antonomasia. Vennero sorprendentemente insieme Laura con un piccolo getto che bagnò di più le sue mani e Andrea e Massimo che scaricarono il loro carico di sperma su tutto il suo corpo ampliando gli effetti dell’orgasmo complessivo con tremori e brividi.

Le goccie arrivate al viso furono subito assaggiate da Laura quelle sul corpo spalmate come nelle più classiche scene da film. L’odore di sesso era nell’aria, l’odore di maschio era sul corpo di Laura e questo faceva ancor di più crescere il suo godimento.

Pochi istanti di riposo, con qualche scottex Laura si ripuli alla meglio, si rivesti molto in fretta e guardando negli occhi Andrea pronunciò soltanto tre parole: “Non chiamarmi più”!!!!!

E usci da quel van, da quella mattinata, da questa storia………

PS
La Laura della storia è cosi....... [000761].jpg
 
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ks421

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Che dire... una saga ispirata a Laura dove fatico a trovare differenze con l' originale.
Per me qui si va oltre lo scrivere bene, perché hai capito il personaggio per davvero.
Le ambientazioni sono chiaramente da Laura, è proprio lei. Leggendo la vedo scena per scena.
Non mi resta che dire: buon proseguimento!
 
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Grandel

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Che dire... una saga ispirata a Laura dove fatico a trovare differenze con l' originale.
Per me qui si va oltre lo scrivere bene, perché hai capito il personaggio per davvero.
Le ambientazioni sono chiaramente da Laura, è proprio lei. Leggendo la vedo scena per scena.
Non mi resta che dire: buon proseguimento!
Grazie, ho soltanto fantasticato le emozioni che si provano leggendo della Laura vera e guardando qua e là la Laura vera. Emozioni e qualche desiderio.....
 

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Pochi istanti di riposo, con qualche scottex Laura si ripuli alla meglio, si rivesti molto in fretta e guardando negli occhi Andrea pronunciò soltanto tre parole: “Non chiamarmi più”!!!!!

E usci da quel van, da quella mattinata, da questa storia………

PS
La Laura della storia è cosi...

Che dire... una saga ispirata a Laura dove fatico a trovare differenze con l' originale.
Per me qui si va oltre lo scrivere bene, perché hai capito il personaggio per davvero.
Le ambientazioni sono chiaramente da Laura, è proprio lei. Leggendo la vedo scena per scena.
Non mi resta che dire: buon proseguimento!

Grazie, ho soltanto fantasticato le emozioni che si provano leggendo della Laura vera e guardando qua e là la Laura vera. Emozioni e qualche desiderio.....

Ho riletto la storia "originale" di Laura e, se non lo sapessi e non ne avessi discusso in altro thread, non riuscirei a capire chi sia il vero autore originale delle storie narrate.
Si, stili diversi, costruzione della frase diversa ma medesime atmosfere e, mi par di capire, caratterizzazione del personaggio.
Il fatto che @ks421 ti abbia fatto i suoi complimenti, poi, è tutto un programma.

Complimenti Maestro!
 
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ks421

Guest
Ho riletto la storia "originale" di Laura e, se non lo sapessi e non ne avessi discusso in altro thread, non riuscirei a capire chi sia il vero autore originale delle storie narrate.
Si, stili diversi, costruzione della frase diversa ma medesime atmosfere e, mi par di capire, caratterizzazione del personaggio.
Il fatto che @ks421 ti abbia fatto i suoi complimenti, poi, è tutto un programma.

Complimenti Maestro!

Chiaramente sottoscrivo ogni parola.
Ha centrato perfettamente, e sottolineo perfettamente, personaggio, suggestioni e contesto.
Sono molto curioso su quelle che potrebbero essere le prossime mosse, e immagino di non essere il solo.
Infine non è un caso che quando Grandel scrive: " la Laura della storia è cosi..." la foto ritragga proprio Laura, quella vera!
 
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Grandel

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Ho riletto la storia "originale" di Laura e, se non lo sapessi e non ne avessi discusso in altro thread, non riuscirei a capire chi sia il vero autore originale delle storie narrate.
Si, stili diversi, costruzione della frase diversa ma medesime atmosfere e, mi par di capire, caratterizzazione del personaggio.
Il fatto che @ks421 ti abbia fatto i suoi complimenti, poi, è tutto un programma.

Complimenti Maestro!
Grazie, grazie per i complimenti che fanno sempre piacere e che in questo caso sono anche eccessivi.
Ma soprattutto grazie per aver letto, perché per capire bisogna prima leggere e poi leggere bene.
Leggo anch’io il post a cui sto rispondendo e dico che “Complimenti” era sufficiente, senza il proseguo......grazie davvero
 

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