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<blockquote data-quote="Ripper79" data-source="post: 17575695" data-attributes="member: 352608"><p>Fra le poche presenze che vivevano nella mia contrada, quella che più mi "stimolava " era una Sara, 20 anni superfiga, neanche lontanamente avvicinabile per quei livelli di bellezza, top model mancata: alta, bionda, fisico da dea. Scontato che fosse supercorteggiata. Ebbi la possibilità di quantomeno frequentarla in quanto decise di imparare a suonare la chitarra è mi offrii di insegnarle qualcosa, almeno le basi: aveva anche una bella voce...magari in un futuro un bel duetto ci poteva stare!</p><p>Quando si poteva, per le lezioni andavo a casa sua. Non avendo benché minima speranza di fare colpo, rimanevo tranquillo accontentandomi di ammirare la sua straordinaria bellezza era già il massimo che potessi desiderare: non facendomi "cattivi pensieri" acquistai la sua fiducia, la sua amicizia. </p><p>La molla, comunque scattò, tempo dopo, ma non nei confronti di Sara, ma bensì nei confronti della madre: 45 anni , rossa capelli corti, non alta e bellacome la figlia ma tozza e formosa, molto desiderabile...aveva il suo fascino da milf, specie agli occhi di in diciasettenne arrapato.</p><p>Come accennato, per un po' la signora passò inosservata dal sottoscritto, non so perché.</p><p>Un giorno,di pomeriggio, come da programma, mi diressi a casa di Sara con la mia chitarra. La signora, Matilde, si affaccio' e mi disse di attendere un po' in quanto Sara era appena entrata in doccia. Mi venne comunque incontro scendendo e facendomi accomodare intorno a un tavolo sotto il pergolato dinanzi casa dove noi abitualmente ci strimpellavamo. Uscì Sara per salutarmi: "scusami ancora un po'...dovrei fare una telefonata abbastanza urgente..."</p><p>"Fai...tranquilla...abbiamo tempo"risposi.</p><p>A quello si aggiunse Matilde dicendo che aprofittare per preparare il caffè che io accettai. </p><p>La signora tornò con il vassoio e tre tazzine: non aspettammo la ragazza per bevercelo. </p><p>Fu allora che "scatto la molla": Matilde indossava una gonna larga fin su al ginocchio e una canottiera bianca facendo notare, specie per la vicinanza, che non indossava reggiseno, le tette erano abbastanza libere e appese. Erano abbastanza grosse, ma la larga canotta le rendevano più esplosive. Non so come, sbadatamente, si rovescio' addosso dell' acqua mentre stava bevendo dal bicchiere, andando ad inumidirle uno dei promontori: gli occhi mi uscirono dalle orbite al notare l'enorme aureola che comparse sotto il capo bagnato. Cercai di rimanere tranquillo, la stessa cosa la fece lei, non curandosi della cosa: questo fu strano per me, specie dopo che reagendo all' acqua fresca, comparse anche il turgido capezzolo. Al momento pensai che l'avesse fatto apposta. Appena arrivò Sara notando che si copriva l'enorme chiazza sul petto. Inutile dire che rimasi pietrificato per un bel po'. </p><p>La settimana successiva, sempre per l'ora di svago/lezione tornai a casa di Sara. Era una giornata piovosa perciò ci accomodammo in salotto sulla poltrona: Matilde assisteva alla nostra sessione. Inutile dire che mi sentivo distratto, mi sembrò che lei se ne fosse accorta, specie dopo che si chino' per raccogliere qualcosa per terra esibendo un décolleté spaventoso. Mi passò per la testa che lo fece apposta, mi stava provocando. </p><p>Anche le volte successive, dinamiche diverse si, ma sempre col fine della provocazione: era evidente. Ci fantasticavo, diventando un chiodo fisso delle mie seghe. </p><p>Pensai che sarebbe stato troppo eccessivo un mio primo passo, comunque era imbarazzante per me, specie quando si entrò più in confidenza: io sempre più impacciato e la signora quasi ci si divertiva.</p><p></p><p>Una sera, tornato a casa mi telefono' Sara:" hai dimenticato il registratore portatile qui da me..."</p><p>" ora vado di fretta...ho un impegno. Passerò domani a riprenderlo " risposi.</p><p>Cosi feci la mattina del giorno dopo.</p><p>Arrivato a casa di Sara, la madre mi aprì e mi fece accomodare. Gli spiegai il motivo della mia visita e lei rispose che si stava preparando il caffè, volendomelo offrire. Accettai. Sara non era in casa.</p><p>Un po' di social time. Pensai che fosse un occasione per fare un passo avanti: la signora mi anticipò. " ultimamente to vedo un po' distratto. Non è che voi due nascondete qualcosa?"</p><p>"No...assolutamente...signora che dice! Sara è una brava ragazza ed è pure fidanzata!"</p><p>"Ti piace?"</p><p>"È bellissima...complimenti alla mamma"</p><p>Arrossi' ringraziandomi " ma io sono vecchia"</p><p>"Ma cosa dice... è una donna molto affascinante..." dicendo questo, quasi involontariamente abbassai lo sguardo sul suo petto.</p><p>"Giovane... Non ci starai provando con me?"</p><p>Furbamente non risposi, come per confermarlo. </p><p>"Mi piace il cazzo...scopare tanto... te sei troppo giovane per me "</p><p>Quelle parole mi eccitarono parecchio: lo sentivo svegliarsi tra le gambe mentre la signora nuovamente con ancora attacchi provocatori e senza mezzi termini: " scommetto che e già bello durello la' sotto... ti seghi o ti scopi qualcuna?" Era sempre più volgare e sfrontata, mi colse totalmente impreparato, non me lo aspettavo. Mi feci coraggio e dissi:" si, lo faccio nel mondo dei sogni... con lei signora!"</p><p>"Sei un pervertito se ti seghi così...senza motivo"</p><p>"Un motivo c'è e come...anzi sono due" risposi fissando maliziosamente la sua balconata. Notando questo ci rise su e se le sollevò come per pesarle "...scordatele".</p><p>Il cazzo era completamente duro e mi martellava nei pantaloni. Aspettai un altra battuta di lei che non tardo' ad arrivare:" ti scoperesti anche mia figlia, eh?</p><p>" ...è bella e desiderabile come lei, signora"</p><p>"...ma non ha le tette come le mie..."</p><p>"...eh già... infatti..."</p><p>"...allora preferisci me?"</p><p>" Si..."</p><p>"...dimenticalo...torna a casa e fatti una sega"</p><p>Assecondai quella sfrontataggine di lei rispondendo di averlo fatto sicuro e mi alzai non curando il fatto del mio pacco gonfio che lei puntò immediatamente. </p><p>"Dove pensi di andare in quel modo!"</p><p>"Non ci posso fare niente..." risposi </p><p>"Allora fallo qui..."</p><p>"Mah...sicura!"</p><p>"Certo... Non mi da fastidio"</p><p>Con una certa titubanza mi avviai a sbottonarmi i pantaloni. "Aspetta "disse "non pensare che mi interessi vederti come sei" si alzò andando dall' altra parte della casa tornando con un asciugamano. </p><p>"Siediti sulla sedia e masturbati...coperto da questo "disse porgendomi quell' asciugamano. Paonazzo lo feci , comprendomi la mia parte bassa fino alle ginocchia, sfilandomi i pantaloni mentre lei guardava con totale indifferenza. </p><p>"Allora...che aspetti alla sega?"</p><p>Mi masturbai, inevitabile il movimento della mano sotto il telo, sotto la sua stretta osservazione. Sborrai. Mi ripulii con lo stesso telo che poi lei prese andando via senza abbassare lo sguardo a me nel momento che mi scoprii essendo ancora a calzoni calati.</p><p>Tornò che ero sistemato: "ora puoi andare...". Uscìi da quella casa come una mummia.</p><p>Non capivo tutto questo: tanta sfacciataggine per niente. Si prendeva gioco di me ed era l'unica risposta plausibile.</p><p>[automerge]1611666782[/automerge]</p><p>Ci pensai a fondo alla cosa: Matilde aveva tutte le carte in regola per essere definita un zoccolone, se non lo era sapeva mentire benissimo. Nulla tolse che almeno psicologicamente cercai di prepararmi e andare oltre: dopotutto lei mi provocò. Sapevo gli orari più o meno, e approfittando che Matilde fosse sola in casa, senza figlia e marito, un giorno, preso coraggio, gli feci visita con una scusa.</p><p>La signora non ci mise tempo a capire la farsa: " hai un bel po' di coraggio, giovanotto!"</p><p>"E' inevitabile..."risposi "Mi ha catturato, signora mia"</p><p>"Signora tua? Smettila di fare il lecchino cascamorto! Tu hai bisogno di figa, ma non della mia. Ripeto che non hai speranze "</p><p>Insistevo e per cercare un contatto mi avvivinai un po' a lei: se ne accorse e si voltò come per allontanarsi. Rapidamente allungai una mano per sfiorargli il culo: reagì come una tiranna dicendomene di tutti i colori. Scappai via vergognandomi: forse avevo esagerato.</p><p>Le volte successive che mi incontravo con Sara cercai di evitare la signora, per vergogna: ma lei dava l'impressione che non fosse offesa o arrabbiata. Infatti una volta, trovata l'occasione della momentanea assenza della figlia me lo disse:" forse abbiamo esagerato un pochetto, mi dispiace aver reagito così con te"</p><p>"È colpa mia " risposi "Non lo farò più "</p><p>"No è colpa mia, ti ho provocato tanto... e mi piace farlo" disse facendomi l'occhiolino "Mi piace essere al centro dell'attenzione, dei pensieri di voi maschietti, l'artefice di tutta la sborra che producete". Inevitabile la reazione a irriggidire il cazzo a quelle parole.</p><p>Da quel momento le sue provocazioni diventavano sempre più hot: scollature e scosciamenti vari. Cercavo un appiglio ma lei prontamente chiudeva le porte. </p><p>Ero comunque deciso a riprovarci e approfittando sempre di fargli visita con una scusa, per diverse occasioni mi presentai a casa sua ma senza successo diventando sempre più insolente. Sembravano due persone diverse: in presenza della figlia focosa e provocante mentre a Quattrocchi viscida e ripugnante. </p><p>Le speranze andavano a svanirsi quando un giorno, per una mia incomprensione andai a casa di Sara per la solita strimpellata, una mezz' oretta di anticipo. Matilde comunque mi fece accomodare dicendomi che la figlia stava facendo il suo riposino pomeridiano. Chiesi di lasciarla riposare perche' ero comunque in anticipo. Non mi attivai in nessuna cosa: la presenza di Sara in casa e perdere il controllo su certe cose poteva essere dannoso per tutti e tre. Ma il mio buon senso venne meno, alimentato dal vestiario della signora: vestitino con gonna larga, molto esotico, con inevitabile décolleté esplosivo. </p><p>Cercai di rimanere calmo e silenzioso, ma il pantaloncino non poteva nascondere la proboscide che mi si stava creando. Venne notata da Matilde: " Non dorme mai..."disse ironicamente </p><p>"Scherzi" risposi palpandolo </p><p>"Se vuoi, puoi calmarlo un po'...se arriva Sara penserà male!"</p><p>"Posso veramente?"</p><p>"Si...e fallo in fretta..."</p><p>Non esitai a tirarlo fuori, arrapato com' ero. Non se lo aspettava, forse per la determinazione o forse per le dimensioni, non eccessive ma nella norma: rispose con un "perbacco".</p><p>Me lo accarezzai delicatamente per poi masturbarmi fissandola, lei non alzava gli occhi dalla mia ceppa dura, spensierata e disponibile come spettatrice. Cercavo di fargli capire con i miei sguardi che la ispezionavano gambe e corpo sue, di desiderare oltre: sembra che lo capì e sorridendoci su sollevò leggermente la gonna liberando una coscia sollevandola leggermente. Stava al gioco e mi eccitai sempre più. </p><p>"Ma non era il mio seno che ti interessava?"</p><p>Spalancai gli occhi accellerando il ritmo della sega per confermarlo. </p><p>Abbassò una delle spalline del vestito facendo fuoriuscire una delle coppe del colorato reggiseno che indossava e lentamente ne liberò una di tettona. Sborrai quasi immediatamente alla vista di quella grossa aureola rosa e grossa quasi come un cd: sporcai non poco con il mio sperma qua e là, aiutandomi lei a pulire.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Ripper79, post: 17575695, member: 352608"] Fra le poche presenze che vivevano nella mia contrada, quella che più mi "stimolava " era una Sara, 20 anni superfiga, neanche lontanamente avvicinabile per quei livelli di bellezza, top model mancata: alta, bionda, fisico da dea. Scontato che fosse supercorteggiata. Ebbi la possibilità di quantomeno frequentarla in quanto decise di imparare a suonare la chitarra è mi offrii di insegnarle qualcosa, almeno le basi: aveva anche una bella voce...magari in un futuro un bel duetto ci poteva stare! Quando si poteva, per le lezioni andavo a casa sua. Non avendo benché minima speranza di fare colpo, rimanevo tranquillo accontentandomi di ammirare la sua straordinaria bellezza era già il massimo che potessi desiderare: non facendomi "cattivi pensieri" acquistai la sua fiducia, la sua amicizia. La molla, comunque scattò, tempo dopo, ma non nei confronti di Sara, ma bensì nei confronti della madre: 45 anni , rossa capelli corti, non alta e bellacome la figlia ma tozza e formosa, molto desiderabile...aveva il suo fascino da milf, specie agli occhi di in diciasettenne arrapato. Come accennato, per un po' la signora passò inosservata dal sottoscritto, non so perché. Un giorno,di pomeriggio, come da programma, mi diressi a casa di Sara con la mia chitarra. La signora, Matilde, si affaccio' e mi disse di attendere un po' in quanto Sara era appena entrata in doccia. Mi venne comunque incontro scendendo e facendomi accomodare intorno a un tavolo sotto il pergolato dinanzi casa dove noi abitualmente ci strimpellavamo. Uscì Sara per salutarmi: "scusami ancora un po'...dovrei fare una telefonata abbastanza urgente..." "Fai...tranquilla...abbiamo tempo"risposi. A quello si aggiunse Matilde dicendo che aprofittare per preparare il caffè che io accettai. La signora tornò con il vassoio e tre tazzine: non aspettammo la ragazza per bevercelo. Fu allora che "scatto la molla": Matilde indossava una gonna larga fin su al ginocchio e una canottiera bianca facendo notare, specie per la vicinanza, che non indossava reggiseno, le tette erano abbastanza libere e appese. Erano abbastanza grosse, ma la larga canotta le rendevano più esplosive. Non so come, sbadatamente, si rovescio' addosso dell' acqua mentre stava bevendo dal bicchiere, andando ad inumidirle uno dei promontori: gli occhi mi uscirono dalle orbite al notare l'enorme aureola che comparse sotto il capo bagnato. Cercai di rimanere tranquillo, la stessa cosa la fece lei, non curandosi della cosa: questo fu strano per me, specie dopo che reagendo all' acqua fresca, comparse anche il turgido capezzolo. Al momento pensai che l'avesse fatto apposta. Appena arrivò Sara notando che si copriva l'enorme chiazza sul petto. Inutile dire che rimasi pietrificato per un bel po'. La settimana successiva, sempre per l'ora di svago/lezione tornai a casa di Sara. Era una giornata piovosa perciò ci accomodammo in salotto sulla poltrona: Matilde assisteva alla nostra sessione. Inutile dire che mi sentivo distratto, mi sembrò che lei se ne fosse accorta, specie dopo che si chino' per raccogliere qualcosa per terra esibendo un décolleté spaventoso. Mi passò per la testa che lo fece apposta, mi stava provocando. Anche le volte successive, dinamiche diverse si, ma sempre col fine della provocazione: era evidente. Ci fantasticavo, diventando un chiodo fisso delle mie seghe. Pensai che sarebbe stato troppo eccessivo un mio primo passo, comunque era imbarazzante per me, specie quando si entrò più in confidenza: io sempre più impacciato e la signora quasi ci si divertiva. Una sera, tornato a casa mi telefono' Sara:" hai dimenticato il registratore portatile qui da me..." " ora vado di fretta...ho un impegno. Passerò domani a riprenderlo " risposi. Cosi feci la mattina del giorno dopo. Arrivato a casa di Sara, la madre mi aprì e mi fece accomodare. Gli spiegai il motivo della mia visita e lei rispose che si stava preparando il caffè, volendomelo offrire. Accettai. Sara non era in casa. Un po' di social time. Pensai che fosse un occasione per fare un passo avanti: la signora mi anticipò. " ultimamente to vedo un po' distratto. Non è che voi due nascondete qualcosa?" "No...assolutamente...signora che dice! Sara è una brava ragazza ed è pure fidanzata!" "Ti piace?" "È bellissima...complimenti alla mamma" Arrossi' ringraziandomi " ma io sono vecchia" "Ma cosa dice... è una donna molto affascinante..." dicendo questo, quasi involontariamente abbassai lo sguardo sul suo petto. "Giovane... Non ci starai provando con me?" Furbamente non risposi, come per confermarlo. "Mi piace il cazzo...scopare tanto... te sei troppo giovane per me " Quelle parole mi eccitarono parecchio: lo sentivo svegliarsi tra le gambe mentre la signora nuovamente con ancora attacchi provocatori e senza mezzi termini: " scommetto che e già bello durello la' sotto... ti seghi o ti scopi qualcuna?" Era sempre più volgare e sfrontata, mi colse totalmente impreparato, non me lo aspettavo. Mi feci coraggio e dissi:" si, lo faccio nel mondo dei sogni... con lei signora!" "Sei un pervertito se ti seghi così...senza motivo" "Un motivo c'è e come...anzi sono due" risposi fissando maliziosamente la sua balconata. Notando questo ci rise su e se le sollevò come per pesarle "...scordatele". Il cazzo era completamente duro e mi martellava nei pantaloni. Aspettai un altra battuta di lei che non tardo' ad arrivare:" ti scoperesti anche mia figlia, eh? " ...è bella e desiderabile come lei, signora" "...ma non ha le tette come le mie..." "...eh già... infatti..." "...allora preferisci me?" " Si..." "...dimenticalo...torna a casa e fatti una sega" Assecondai quella sfrontataggine di lei rispondendo di averlo fatto sicuro e mi alzai non curando il fatto del mio pacco gonfio che lei puntò immediatamente. "Dove pensi di andare in quel modo!" "Non ci posso fare niente..." risposi "Allora fallo qui..." "Mah...sicura!" "Certo... Non mi da fastidio" Con una certa titubanza mi avviai a sbottonarmi i pantaloni. "Aspetta "disse "non pensare che mi interessi vederti come sei" si alzò andando dall' altra parte della casa tornando con un asciugamano. "Siediti sulla sedia e masturbati...coperto da questo "disse porgendomi quell' asciugamano. Paonazzo lo feci , comprendomi la mia parte bassa fino alle ginocchia, sfilandomi i pantaloni mentre lei guardava con totale indifferenza. "Allora...che aspetti alla sega?" Mi masturbai, inevitabile il movimento della mano sotto il telo, sotto la sua stretta osservazione. Sborrai. Mi ripulii con lo stesso telo che poi lei prese andando via senza abbassare lo sguardo a me nel momento che mi scoprii essendo ancora a calzoni calati. Tornò che ero sistemato: "ora puoi andare...". Uscìi da quella casa come una mummia. Non capivo tutto questo: tanta sfacciataggine per niente. Si prendeva gioco di me ed era l'unica risposta plausibile. [automerge]1611666782[/automerge] Ci pensai a fondo alla cosa: Matilde aveva tutte le carte in regola per essere definita un zoccolone, se non lo era sapeva mentire benissimo. Nulla tolse che almeno psicologicamente cercai di prepararmi e andare oltre: dopotutto lei mi provocò. Sapevo gli orari più o meno, e approfittando che Matilde fosse sola in casa, senza figlia e marito, un giorno, preso coraggio, gli feci visita con una scusa. La signora non ci mise tempo a capire la farsa: " hai un bel po' di coraggio, giovanotto!" "E' inevitabile..."risposi "Mi ha catturato, signora mia" "Signora tua? Smettila di fare il lecchino cascamorto! Tu hai bisogno di figa, ma non della mia. Ripeto che non hai speranze " Insistevo e per cercare un contatto mi avvivinai un po' a lei: se ne accorse e si voltò come per allontanarsi. Rapidamente allungai una mano per sfiorargli il culo: reagì come una tiranna dicendomene di tutti i colori. Scappai via vergognandomi: forse avevo esagerato. Le volte successive che mi incontravo con Sara cercai di evitare la signora, per vergogna: ma lei dava l'impressione che non fosse offesa o arrabbiata. Infatti una volta, trovata l'occasione della momentanea assenza della figlia me lo disse:" forse abbiamo esagerato un pochetto, mi dispiace aver reagito così con te" "È colpa mia " risposi "Non lo farò più " "No è colpa mia, ti ho provocato tanto... e mi piace farlo" disse facendomi l'occhiolino "Mi piace essere al centro dell'attenzione, dei pensieri di voi maschietti, l'artefice di tutta la sborra che producete". Inevitabile la reazione a irriggidire il cazzo a quelle parole. Da quel momento le sue provocazioni diventavano sempre più hot: scollature e scosciamenti vari. Cercavo un appiglio ma lei prontamente chiudeva le porte. Ero comunque deciso a riprovarci e approfittando sempre di fargli visita con una scusa, per diverse occasioni mi presentai a casa sua ma senza successo diventando sempre più insolente. Sembravano due persone diverse: in presenza della figlia focosa e provocante mentre a Quattrocchi viscida e ripugnante. Le speranze andavano a svanirsi quando un giorno, per una mia incomprensione andai a casa di Sara per la solita strimpellata, una mezz' oretta di anticipo. Matilde comunque mi fece accomodare dicendomi che la figlia stava facendo il suo riposino pomeridiano. Chiesi di lasciarla riposare perche' ero comunque in anticipo. Non mi attivai in nessuna cosa: la presenza di Sara in casa e perdere il controllo su certe cose poteva essere dannoso per tutti e tre. Ma il mio buon senso venne meno, alimentato dal vestiario della signora: vestitino con gonna larga, molto esotico, con inevitabile décolleté esplosivo. Cercai di rimanere calmo e silenzioso, ma il pantaloncino non poteva nascondere la proboscide che mi si stava creando. Venne notata da Matilde: " Non dorme mai..."disse ironicamente "Scherzi" risposi palpandolo "Se vuoi, puoi calmarlo un po'...se arriva Sara penserà male!" "Posso veramente?" "Si...e fallo in fretta..." Non esitai a tirarlo fuori, arrapato com' ero. Non se lo aspettava, forse per la determinazione o forse per le dimensioni, non eccessive ma nella norma: rispose con un "perbacco". Me lo accarezzai delicatamente per poi masturbarmi fissandola, lei non alzava gli occhi dalla mia ceppa dura, spensierata e disponibile come spettatrice. Cercavo di fargli capire con i miei sguardi che la ispezionavano gambe e corpo sue, di desiderare oltre: sembra che lo capì e sorridendoci su sollevò leggermente la gonna liberando una coscia sollevandola leggermente. Stava al gioco e mi eccitai sempre più. "Ma non era il mio seno che ti interessava?" Spalancai gli occhi accellerando il ritmo della sega per confermarlo. Abbassò una delle spalline del vestito facendo fuoriuscire una delle coppe del colorato reggiseno che indossava e lentamente ne liberò una di tettona. Sborrai quasi immediatamente alla vista di quella grossa aureola rosa e grossa quasi come un cd: sporcai non poco con il mio sperma qua e là, aiutandomi lei a pulire. [/QUOTE]
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