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<blockquote data-quote="Ripper79" data-source="post: 17580521" data-attributes="member: 352608"><p>Passava il tempo e mi confidò tante di quelle storie nascoste e addirittura di aver girato un filmino amatoriale, non con il marito: riuscito ad ottenere questo, ero soddisfatto di tutte le informazioni ricevute.</p><p>Inevitabile che giunse il momento di scambiarci i relativi numeri di telefono, non potevo fare a meno di togliere la maschera: una volta scoperto me ne disse di tutti i colori, non mi limito neanche io definendola zoccola e quant'altro. Era fatta, la potevo avere in pugno.</p><p>Cominciai ad assillarla con messaggi provocatori: stupidamente mi bloccò la chat. Decisi che dal vivo avrebbe fatto un altro effetto e potevo approfittare che tra giorni, per occasione del suo compleanno, Sara stava organizzando una festicciola a casa e io sarei stato presente.</p><p>Proprio quella sera della festa, inutile dire i sguardi incazzati e fulminanti che mi mandava Matilde: se poteva mi avrebbe ammazzato di botte, si capiva. Io rispondevo con strafottenza. Nell' attimo che ci ritrovammo a quattrocchi, incazzata me senza farsi notare dai presenti disse:" cosa vuoi!"</p><p>"Lo sai benissimo..." risposi abbassando lo sguardo alle sue parti basse. </p><p>"Sei uno stronzo...Non ti facevo così "</p><p>"Neanche io..." continuavo a beffeggiarla </p><p>" ti darei una sberla per come sto incazzata"</p><p>"...e io non ci metto niente a mandare tutto il materiale che ho a tua figlia, signora mia!"</p><p>"Bastardo..."era furiosissima ma non poté sfogarsi oltre.</p><p>"Lunedì mattina vieni da me..."</p><p>"Ci sarò sicuramente!"risposi e mi allontanai da lei.</p><p></p><p>Ero soddisfatto e eccitato solo al pensiero ma mi venne anche il pensiero di fare una cosa non splendida e contro la mia natura: quello di ricattare per ottenere qualcosa. Andai a fondo comunque. </p><p>Il lunedì arrivò e al top dell' euforia mi diressi a casa della signora. Era fuori a stendere la biancheria ad asciugare quando arrivai. A malapena mi rivolse lo sguardo mentre mi avvicinavo e rispose con un mezzo ciao al mio buongiorno. Rimasi impalato a osservare quello che stava facendo, entrambi senza dire nulla.</p><p>[automerge]1611855888[/automerge]</p><p>Appena finita la faccenda Matilde mi disse di seguirla, che lo feci come un cagnolino, fino a sotto una tettoia di lato alla casa dove tra varie cianfrusaglie , legna accastonata e un lavabo, vi erano delle cassette di ortaggi, raccolti probabilmente nella mattinata, pronte per essere portate da qualche parte, forse al mercato. </p><p>Mi fissò per un attimo, sempre col broncio e ciglia arricciate per poi voltarsi e andare fino a un vecchio tavolo posto su un lato e ci si appoggiò con i gomiti mostrandosi di spalle a me chinata. Non reagivo rimanendo immobile e lei disse:"sai quello che devi fare...spero!"</p><p>Con una certa titubanza, ormai quello che è fatto è fatto, mi ci avvicinai. Lei, immobile in quella posizione. </p><p>"Dobbiamo fare notte? Hai fatto tutto questo casino...e ora?".</p><p>Inutile che ci giravo intorno, mi stava salendo un senso di colpa, ma comunque le posai le mani sulle chiappe ancora coperta dalla larga gonna che indossava. Mi bloccai ad altri movimenti, quasi impanicato quando lei furiosamente si voltò verso di me:" ma te la vuoi dare una mossa? Ho tempo da perdere con un coglione come te?". Detto questo, tornò nella posizione iniziale. Si mise le mani sotto alzandosi la gonna e abbassarsi le mutandine, raggomilitata la gonna sulla schiena si mostrò completamente a chiappe all' aria, rimanendo passiva e aspettando la mia mossa. Era troppo, stava facendo una forzatura e nonostante quella bellissima visione, il lume della ragione ebbe il sopravvento: stavo andando contro i miei stessi principi. Rifiutai la sicura offerta andandomene via: quando lei realizzò ero già distante diversi metri beffeggiandomi e dicendo che ero un buono a nulla. Non mi curai minimamente di quello che diceva e me ne andai</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Ripper79, post: 17580521, member: 352608"] Passava il tempo e mi confidò tante di quelle storie nascoste e addirittura di aver girato un filmino amatoriale, non con il marito: riuscito ad ottenere questo, ero soddisfatto di tutte le informazioni ricevute. Inevitabile che giunse il momento di scambiarci i relativi numeri di telefono, non potevo fare a meno di togliere la maschera: una volta scoperto me ne disse di tutti i colori, non mi limito neanche io definendola zoccola e quant'altro. Era fatta, la potevo avere in pugno. Cominciai ad assillarla con messaggi provocatori: stupidamente mi bloccò la chat. Decisi che dal vivo avrebbe fatto un altro effetto e potevo approfittare che tra giorni, per occasione del suo compleanno, Sara stava organizzando una festicciola a casa e io sarei stato presente. Proprio quella sera della festa, inutile dire i sguardi incazzati e fulminanti che mi mandava Matilde: se poteva mi avrebbe ammazzato di botte, si capiva. Io rispondevo con strafottenza. Nell' attimo che ci ritrovammo a quattrocchi, incazzata me senza farsi notare dai presenti disse:" cosa vuoi!" "Lo sai benissimo..." risposi abbassando lo sguardo alle sue parti basse. "Sei uno stronzo...Non ti facevo così " "Neanche io..." continuavo a beffeggiarla " ti darei una sberla per come sto incazzata" "...e io non ci metto niente a mandare tutto il materiale che ho a tua figlia, signora mia!" "Bastardo..."era furiosissima ma non poté sfogarsi oltre. "Lunedì mattina vieni da me..." "Ci sarò sicuramente!"risposi e mi allontanai da lei. Ero soddisfatto e eccitato solo al pensiero ma mi venne anche il pensiero di fare una cosa non splendida e contro la mia natura: quello di ricattare per ottenere qualcosa. Andai a fondo comunque. Il lunedì arrivò e al top dell' euforia mi diressi a casa della signora. Era fuori a stendere la biancheria ad asciugare quando arrivai. A malapena mi rivolse lo sguardo mentre mi avvicinavo e rispose con un mezzo ciao al mio buongiorno. Rimasi impalato a osservare quello che stava facendo, entrambi senza dire nulla. [automerge]1611855888[/automerge] Appena finita la faccenda Matilde mi disse di seguirla, che lo feci come un cagnolino, fino a sotto una tettoia di lato alla casa dove tra varie cianfrusaglie , legna accastonata e un lavabo, vi erano delle cassette di ortaggi, raccolti probabilmente nella mattinata, pronte per essere portate da qualche parte, forse al mercato. Mi fissò per un attimo, sempre col broncio e ciglia arricciate per poi voltarsi e andare fino a un vecchio tavolo posto su un lato e ci si appoggiò con i gomiti mostrandosi di spalle a me chinata. Non reagivo rimanendo immobile e lei disse:"sai quello che devi fare...spero!" Con una certa titubanza, ormai quello che è fatto è fatto, mi ci avvicinai. Lei, immobile in quella posizione. "Dobbiamo fare notte? Hai fatto tutto questo casino...e ora?". Inutile che ci giravo intorno, mi stava salendo un senso di colpa, ma comunque le posai le mani sulle chiappe ancora coperta dalla larga gonna che indossava. Mi bloccai ad altri movimenti, quasi impanicato quando lei furiosamente si voltò verso di me:" ma te la vuoi dare una mossa? Ho tempo da perdere con un coglione come te?". Detto questo, tornò nella posizione iniziale. Si mise le mani sotto alzandosi la gonna e abbassarsi le mutandine, raggomilitata la gonna sulla schiena si mostrò completamente a chiappe all' aria, rimanendo passiva e aspettando la mia mossa. Era troppo, stava facendo una forzatura e nonostante quella bellissima visione, il lume della ragione ebbe il sopravvento: stavo andando contro i miei stessi principi. Rifiutai la sicura offerta andandomene via: quando lei realizzò ero già distante diversi metri beffeggiandomi e dicendo che ero un buono a nulla. Non mi curai minimamente di quello che diceva e me ne andai [/QUOTE]
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