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Racconto di fantasia diviso in vari capitoli. Spero che vi intrighi.
* * *
PROLOGO
Cinque anni fa ho conosciuto Sabrina e dopo poco, sono diventato uno dei suoi vari amanti.
Il nostro è un rapporto saltuario per nostra volontà in quanto io sposato, ma principalmente perché la Sabrina non vuole essere vincolata a nessuno. Accettando pienamente la sua volontà da “tromba amico saltuario” ho avuto il piacere, presentandomi come Matteo, un ex collega di lavoro, di essere introdotto anche nella sua cerchia di amici e conoscenti.

Sabrina e Paola, amiche di vecchia data, circa tre anni fa erano in attesa di essere ricevute dal loro medico di base per alcune ricette. Stavano pigramente sfogliando una rivista, leggendo i vari titoli che riportavano le notizie glossip dei vari personaggi di dominio pubblico quando Paola si soffermò sulla rubrica “vita di coppia”, incuriosita dal test: “Sapete ravvivare l’intesa intima con il partner: sempre, spesso o solamente qualche volta?”. Lo fece notare all’amica e furtivamente strappò il foglio che l’interessava mettendolo in borsa per poterlo leggere con calma a casa. Poi furono ricevute dal loro dottore.
Rientrate a casa di Paola, mostrandogli il foglio rubacchiato poco prima disse a Sabrina:
“Dai facciamo questo test e vediamo se siamo brave a coinvolgere bene sessualmente i nostri mariti."
Sabrina accettò e fecero entrambi il test con il risultato di “a volte” per entrambe. Non soddisfatte dal responso, ritenendosi delle brave seduttrici, Paola stava per gettare via il foglio quando fu attratta da una lettera inviata alla rubrica che recitava: “A volte, quando vivo l’intimità con mio marito e non riesco a raggiungere il piacere, inizio a pensare di fare l’amore con un negro superdotato. Questo pensiero mi rende di nuovo passionale e raggiungo subito il piacere. Vorrei dirlo a mio marito perché mi sento in colpa per questi miei pensieri ma no so se faccio bene. Che cosa mi consiglia?”
La risposta del sessuologo era che le fantasie intime sono una risorsa importante per una intesa di coppia e dopo una breve esposizione terminava di ben riflettere prima di rischiare il benessere della coppia con una intrigante fantasia.
Sembrava tutto una normalissima mattinata tra amiche, ma Sabrina pensandoci su disse all'amica:
“Certo un bel fusto nero per noi abbastanza mature ci farebbe proprio ringiovanire un poco. Conoscendo i nostri mariti chissà le loro reazioni. Forse Enzo non la prenderebbe bene e si sentirebbe umiliato e al tuo Franco, per quanto mi hai detto, forse gli farebbe piacere. A te non ti stuzzica l’idea?”
Paola immaginando la scena sorrise al pensiero ma subito ribadì che lei non lo avrebbe fatto perché madre e moglie innamorata del marito. Sabrina invece sostenne che una bella trasgressione dopo tanti anni di Franco poteva anche farla. A lei, l’idea di scoparsi un bel negro gli garbava e gli propose che se trovavano un buon soggetto magari potevano farselo entrambe singolarmente o insieme come quando facevano l’amore con i loro fidanzati nella stessa auto da vent’anni. Il discorso cadde lì quel giorno, ma per capire come quello stupido test fece maturare la voglia di mettere in pratica la proposta di Sabrina credo bisogna andare con ordine descrivendo singolarmente le storie pregresse delle due amiche, sulla base della mia conoscenza e da quanto riferitomi confidenzialmente da Sabrina nei vari incontri che abbiamo avuto.
* * *
PAOLA

La Signora Paola è una bella donna di 48 anni molto ben portati, sposata da 20 anni con Franco, un piccolo imprenditore edile e una figlia Sara, di 14 anni. Lavora in banca e dalle scuole medie è stata amica di Sabrina, condividendo con lei le prime esperienze e le complicità di donne.
In fatto di sesso, ha avuto numerose avventure adolescenziali, cominciate con i primi toccamenti spinti per poi passare ai primi pompini e giungere al primo rapporto a 18 anni durante una vacanza al mare. Ha cambiato molti ragazzi saggiandolo in tutti i suoi buchetti e ha provato anche alcune esperienze con due uomini in contemporanea.
Da sposata ha messo la testa a posto e tranne qualche velato corteggiamento non aveva avuto situazioni scabrose, tranne una che descrivo adesso partendo dal principio.
Franco, la prima volta che la vide fu immediatamente rapito da Paola. Se ne innamorò subito, riuscì a conoscerla e dopo alcuni anni di fidanzamento la sposò. Paola con sincerità aveva raccontato delle sue precedenti relazioni che il marito accettò però molto a malincuore avendo desiderato una moglie vergine o almeno
non aperta in tutti i suoi orifizi e non troia dedita anche al menage a trois.
Dopo circa dieci anni di matrimonio, purtroppo, loro tranquilla vita di media borghesia venne incrinata da una imprevista situazione finanziaria. Avevano un pesante mutuo per la casa, le rate della macchina e molti debiti contratti dalla attività di Franco che da un anno circa era in crisi economica e nonostante fossero in due a lavorare, il loro conto corrente era costantemente in rosso.
L’unica cosa positiva era che si volevamo bene. Eravamo felici di amarsi e di fare l’amore. Anzi nei momenti d’intimità si divertivamo a raccontarsi cosine piccanti e a immaginare giochi di scambio, coinvolgendo nelle loro fantasie sia sconosciuti che persone di conoscenza.
Per Paola era solo un gioco erotico ma per Franco era diventata una ossessione perché, inconsciamente non avendo accettato le passate avventure di sua moglie, ardentemente desiderava farlo nella realtà.

In quel periodo, Paola una sera avvisò che sarebbe rientrata tardi. Franco allora preparò la cena per lui e la figlia Sara, mettendo da parte la razione di sua moglie. Quando lei rientrò, dopo un veloce saluto, Franco notò subito che era strana, nervosa e triste.
Gli chiese: “Va tutto bene?”
Paola rispose di si ma distogliendo lo sguardo disse:
“Vado a farmi una doccia” .
Franco la sentì entrare in bagno, poi lo scroscio dell’acqua.
Poco dopo bussò alla porta: “Posso entrare?”
“Certo” rispose Paola.
“Scusa volevo lavarmi i denti”.
“Fai pure” disse Paola mentre usciva dalla doccia, per avvolgersi in un accappatoio.
Franco allora si avvicinò per abbracciarla e gli richiese se davvero andasse tutto bene.
Lei non rispose, ma si avvicinò a lui e velocemente mettendo mano alla cintura gli sbottonò i pantaloni.
Franco reagì di scatto come per fermarla, “C’e Sara!” disse, ma Paola, inginocchiatesi gli aveva già imboccato il pene e lo stava risucchiando come volesse mangiarlo. Cominciò un lussurioso pompino e voleva il sapore del suo sperma. Lui rimase immobile, come impietrito, non parla e solo dopo qualche minuto gli sfuggì un gemito strozzato mentre, con il pene non del tutto rigido, venne riempiendogli la bocca e la gola.
Lei ingoiò e gli leccò dolcemente il pene, si alzò in piedi, chiuse l’accappatoio e uscì dal bagno quasi di corsa, poi in camera da letto si sedette sul letto con un’area affranta e disperata. “Cosa c’è?” chiese Franco.
“Oggi è successa una cosa terribile nell’agenzia dove sono stata!...Non so come la prenderai e non so come devo comportarmi, io ti amo, ti rispetto, il nostro è un bellissimo rapporto e non so se quello che adesso ti dirò rovinerà la nostra unione, me ne vergogno ma l’ho fatto anche per tutti noi”.
Preoccupato a quelle parole e conoscendo il suo carattere e la sua sensibilità Franco cercò di rasserenarla invitandola a dirgli cosa era accaduto..
Allora, con gli occhi pieni di lacrime e disperata, con voce rauca, Paola cominciò a raccontare:
“La direzione stamattina mi ha inviato, per sostituire il capo cassiere, all’agenzia, dove fino a qualche anno fa ho lavorato e dove abbiamo i nostri conti. Tu sai che il direttore è quell’antipatico con la faccia da porco che mi aveva fatto delle proposte e aveva tentato di baciarmi in archivio beccandosi uno schiaffone. Bene, lui era ancora lì e per questo dopo un formale saluto ho cercato di evitarlo.
Tutto stava andando bene e alla chiusura avevo quadrato subito.
Ero pronta ad andare via con gli altri impiegati, quando il responsabile del commerciale che fa anche da vicedirettore mi ha invitato a salire su nell’ufficio del suo capo perché mi volevano parlare.
Poco dopo anche la guardia giurata andò via e rimanemmo in agenzia solo noi tre.
Il direttore, senza neanche farmi accomodare, cominciò chiedendomi cosa si diceva in sede dopo gli ultimi avvicendamenti ai vertici della banca, poi mi chiese quando potevo versare almeno qualcosa per saldare i debiti e a pagare qualche rata del mutuo se non volevo che ci segnassero come cattivi pagatori e alla fine ci pignorassero la casa.
Mi sentivo imbarazzata a dovermi giustificare proprio davanti a lui sapendo benissimo che sul conto non avevamo disponibilità immediata.
A quel punto subentrò il vice che mostrandomi un tuo assegno in scadenza mi disse che l’avrebbe protestato se non saldato entro due giorni.
Gli ho chiesto se potevano attendere ancora, il tempo necessario per trovare la liquidità necessaria ma lui è stato irremovibile.
Si erano innervositi e stavano diventando ostili e aggressivi nei miei confronti. Poi dopo un attimo di silenzio il direttore con un sorriso malizioso e malvagio mi disse: “Veramente una soluzione temporanea la potremmo trovare”.
“Ad esempio ci potresti pagare le tue ultime rate del mutuo in natura” aggiunse il vice”.
“Sai che ci piaci tanto, quando lavoravi con noi, ti sei sempre negata e fatta desiderare” continuò il direttore.
“Ora possiamo accordarci, noi ti paghiamo l’assegno e una rata del mutuo e tu ci fai godere!” disse il vice con voce lasciva.
“Sai quante volte in quest’ufficio ci siamo segati per te pensando al tuo corpo e a quanto sarebbe stato bello scoparti in tutti i modi? Se fai la brava e ci soddisfi beneficiamo tutti, altrimenti mi dispiace ma tu e la tua famiglia sarete rovinati” disse il direttore.
Poi mi hanno cominciato a fare proposte oscene e mi hanno cominciato a toccare.
Ho cercato di farli smettere, ho minacciato di gridare ma loro ridendo hanno continuato dicendomi che quella era l’unica alternativa e che era meglio collaborare se volevo risollevare un poco la nostra rovinosa situazione economica.
Disorientata e disperata li ho scongiurati di farmi andare via, ma loro mi hanno fatto sedere con violenza su una sedia e mi hanno mostrato il mio compenso: una busta con cinquemila euro.
Non avevo altre possibilità! Avrebbero certamente abusato di me. Poi ho passato in rassegna le varie volte che avevamo fantasticato insieme situazioni del genere e arrendendomi alla vista di quelle banconote, ho detto: "Ok!...Ditemi cosa devo fare!".
Allora mi hanno fatto inginocchiare e paratesi davanti, hanno tirato fuori i loro arnesi, me li hanno messi davanti alla bocca per farseli succhiare, dandomi della troia. Io con gli occhi chiusi glieli ho presi in mano e ho cominciato a pomparli, con la speranza che tutto finisse quanto prima.
Puttana ti piace ciucciare i nostri cazzi eh? Sei anche tu una zoccola come quella del commerciale e le altre che ci sono passate per mano. Ti sei fatta desiderare ma anche tu sei come le altre! Una puttana!” Mi disse il direttore, ormai infoiato e rosso come un peperone!
A queste parole sentii una scarica elettrica attraversare il mio corpo, mi stavo inconsciamente eccitando, ho aumentato il ritmo e senza ritegno ho cominciato a segare le due verghe che avevo di fronte leccandoli e ciucciandoli alternativamente.
Amore, capisci che in questa situazione perversa stavo godendo? Ora mi sento zozza, ma non potevo tenerti nascosta una cosa così. Amore mio, giudicami male se vuoi, lasciami non ti merito più, anche se costretta, sono stata vittima della libidine, non avrei mai fatto una cosa del genere. Non sono degna di te, anche se continuerò ad amarti”.
A sentire quello che Paola gli stava dicendo, Franco era completamente inebetito, un misto di rabbia e di avvilimento lo stava prendendo, lo stomaco si rivoltava dentro, la testa mi batteva forte e le mani erano diventate di ghiaccio. Non riusciva a parlare e con un cenno della mano gli chiese di continuare..
Paola, allora ,si avvolse con la coperta del letto e riprese:
“A quel punto il direttore mi ha detto: “Ma vuoi vedere che questa troia si è anche bagnata?".
Il capo del commerciale, allora ha allungato una mano sotto la gonna, e subito si accorse che stavo grondando umori come un rubinetto rotto ed esclamò: "Questa puttana gode come una scrofa! Fottiamocela!".
Avevo ormai perso qualsiasi controllo, non avevo più freni inibitoti, mi sono girata e mi sono offerta a quattro zampe.
Senza tanti preamboli, il vice mi ha sollevato la gonna, e dopo avermi spostato la mutandina mi ha infilato rudemente il cazzo nella passera.
Scossa da un brivido di piacere ho cominciato a gemere sentendomi penetrata quasi con rabbia dal suo coso mentre il direttore mi metteva il cazzo in bocca.
Dopo pochi minuti anche il direttore ha voluto la sua parte, mi ha sollevato di peso e mi ha messo sopra il cazzo a smorza candela mentre il vice, con il cazzo ancora sbrodolante dei miei umori, senza pensarci su due volte mi ha messo la sua verga tra le chiappe. Ho protestato, ma lui mi ha tenuta ferma e con calma mi ha fatto entrare la sua cappella nell'ano. Ero bloccata dal direttore e non potevo reagire mentre il vice mi sprofondava dentro. Ho trattenuto il fiato dal dolore poi ho cominciato a gemere e a godere. Ero presa tra i due che mi stavano abusando ed io godevo di piacere. Poi quasi supplicandoli ho gridato: "Scopatemi bastardi vi pago tutti i debiti che volete, porci!". A questo punto il vice mi è venuto nel sedere urlando "troia maiala ti riempio il culo!";
Il direttore invece voleva di più, mi ha messo di nuovo in ginocchio e mi ha chiesto di farsi leccare i coglioni poi subito dopo mi è venuto sul viso e in bocca.
Soddisfatto nel vedermi così grondante, paonazzo in viso mi ha detto: "Bene hai pagato un assegno e una rata, adesso ce ne sono altre 4, il mese prossimo se tu o quel cornuto di tuo marito non pagate, ti aspetta un nuovo pagamento in natura!"
Io ero esausta, mi avevano scopata vestita, avevo bocca, viso e capelli pieni della sborra del direttore mentre dal culo mi colava quella del vice, uno schizzo mi aveva bagnato tutta la camicetta e le mutandine erano zuppe di altra sborra e dei miei umori. Mi sentivo usata e presa la busta con le banconote, come una puttana di strada, sono corsa a casa.
Dovevo togliermi l’odore di quei due da dosso e sentirmi pulita per questo appena rientrata sono andata a farmi una doccia e subito dopo ti ho desiderato come non mai, volevo il tuo sperma quasi per sentirmi marcata da te. Ora che sai tutto, la busta sta sul mio comodino, decidi cosa vuoi fare, se lo ritieni giusto puoi anche cacciarmi da casa!”.
Paola, dopo quest’ultima frase scoppiò a singhiozzare e si coprì il volto dalla vergogna.
Franco era sconvolto, avevamo fantasticato con lei situazioni come questa, addirittura scene di violenza, ma di fronte alla realtà si sentiva molto a disagio e sapere che sua moglie aveva goduto con quei porci lo irritava terribilmente ma mi eccitava nello stesso tempo. Quei due avevano di certo organizzato tutto e l’avevano ricattata. Il bisogno inoltre l’aveva fatta cedere e l’aveva fatta cedere per lui e Sara.
Franco allora prese tra le braccia sua moglie e accarezzandola le disse che per lui contava solo il suo amore e che non l’avrebbe mai lasciata. Cercava di consolarla dicendogli che quanto accaduto, non doveva rovinare la loro unione e anche se traumatico, dovevamo considerare tutto come la realizzazione di una nostra fantasia.
La abbracciò e la baciò, la sentii rilassarsi poi stringendola a se i loro corpi si unirono in uno splendido delicato amplesso.
Quanto successo, per quanto strano a capirsi, dopo quella sera cominciò ad eccitare entrambi. Tanto che Paola con il consenso di Franco, saldò nello stesso modo altre 5 rate del mutuo risollevando la disastrosa situazione finanziaria e da allora, facendo sesso, introducevano spesso quei due maiali nelle loro fantasie.

(continua)
 

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SABRINA
Sabrina invece è una donna di 49 anni. Laureata e colta con una piccola pecca, che scopriremo presto. Certamente con il suo fisico; alta, una pancia appena abbozzata, non avendo voluto avere figli, gambe lunghe, un bel sedere e un seno magnifico, non passa assolutamente inosservata e nonostante sia sposata anch’essa, come la sua amica Paola, da circa venti anni, qualche scappatella l’ha fatta approfittando che Enzo, suo marito, spesso per lavoro si deve assentare da casa. Anche lei lavora: E’ stata insegnate di lettere per alcuni anni e attualmente è la responsabile delle risorse umane di una grossa azienda meccanica.
Da ragazza, per il suo carattere disinvolto, ha avuto molte storie con dei ragazzi che hanno avuto il piacere di godersi oltre ai suoi meravigliosi pompini, la figa e il suo culetto. Da sposata, sempre all’insaputa di Enzo, considerandosi sempre una donna libera, si è presa spesso qualche svago godendo pienamente in tutti i buchi e assaporando tanta sborra di cui ne va matta.
Certamente è un tipo molto interessante e avendo avuto modo di essere uno dei suoi amanti e confidente posso raccontarne delle belle..
A lei le mura di casa erano anguste, per questo, l’ insegnamento era il modo per non restare a casa e godere di quella libertà, non solo economica, che gli permetteva di soddisfare la sua piccola trasgressione. Scopare!
Quando la conobbi, quale dirigente dei servizi amministrativi dell’istituto dove Sabri insegnava non conoscevo la sua particolare inclinazione.
Sabrina per me era una donna di sani principi, quindi difficilmente abbordabile. Ma mi piaceva tantissimo e ogni volta che la vedevo passare per la sala dei professori o in segreteria, mi incantavo nell’osservare le sue forme e la spogliavo con gli occhi, immaginando le sue tette, le cosce, quel culo e quelle labbra che mi facevano fare tanti pensieri!

Una mattina che ero in ferie ero andato a fare un po’ di corsa in un parco vicino l’istituto. Erano poco più di dieci minuti che correvo quando passando per un vialetto isolato, vidi due ombre dietro una folto cespuglio. Pensai subito a una coppietta e incuriosito mi avvicinai per vedere cosa facessero. Spiai da dietro un albero e vidi una cosa che mi lasciò sbalordito. La prof. Sabrina era intenta a fare un pompino ad un uomo di una certa età. Mi ritrassi immediatamente nella paura che lei mi scoprisse, quasi come se fossi stato io ad essere colto in fallo.
La giorno dopo, nel controllare l’elenco dei docenti notai che due classi dove Sabrina doveva tenere lezione il giorno prima erano rimaste scoperte e lei non aveva segnalato la sua assenza.
Era una grossa occasione per soddisfare il mio desiderio ed ebbi subito in mente, ben chiara, la strategia da seguire.
Verso le 11, notai la prof in sala professori, mi avvicinai e le chiesi di seguirmi ufficio.
Lì gli mostrai il registro dei docenti e gli dissi: “Lei sa benissimo che si è assentata senza giustificato motivo? Poi due classi scoperte! Questa purtroppo è una grave mancanza che devo rappresentare al preside ".
Lei mi fissò come volesse fulminarmi mentre io proseguii: "Senta, prima di portare il registro in presidenza con la nota di rilievo, per il momento lo trattengo io, almeno fino a domattina”.
"No la scongiuro, non mi faccia una cosa del genere!."
"Non sia esagerata, certo avrà un rimprovero scritto, Poi sono certo non capiterà più”
"Forse lei non conosce com’è rigoroso il preside, non è per la mancanza, la prego mi aiuti, so di aver sbagliato, ma le giuro che è la prima volta che capita".
"Senta voglio pensarci su, facciamo così questo pomeriggio verso le 17 venga in segreteria e vedremo se si può rimediare in qualche modo. Ma, la prego, pensi bene a quello che le ho detto" le dissi congedandola.
Durante tutto il giorno attesi con ansia il momento dell'appuntamento, feci in modo di sbrigare le pratiche più urgenti, ma soprattutto di liberare tutto il personale dell'ufficio.

continua
 
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Alle 17 in puntò mi ritrovai davanti a me Sabri più bella che mai. Forse era quella 'espressione impaurita che la rendeva più desiderabile. Aveva una gonna appena sopra il ginocchio e una magliettina bianca aderente coperta da un leggero foulard.
"Venga professoressa, entri pure, andiamo nel mio ufficio."
La feci accomodare sulla poltrona di fronte alla mia scrivania, mentre mi ponevo in piedi vicino a lei in modo da dominare psicologicamente ancora di più la prof.
“Allora mi racconti tutto."
"Che, che cosa vuol sapere."
"Innanzitutto perché si è arbitrariamente assentata dalla scuola.."
"Beh ecco è una questione privata"
"Questo lo avevo intuito, ma perché si è assentata senza avvisare?"
Mentre pronunciavo queste parole, non potei fare a meno di notare che forse anche per l'agitazione che la prof aveva addosso, il respiro le si era fatto più veloce e il seno si muoveva ritmicamente in su e in giù e quel movimento mi ipnotizzava.
"Ehm sono andata a far visita ad una amica ammalata"
Allora per dare maggiore peso alle mie affermazioni passai al tu: "Ascoltami non sono qui per farmi raccontare delle panzane voglio la verità"
"Ecco, c'era da portargli una medicina che non era reperibile in zona quindi dopo averla trovata nella farmacia qui vicino, ho attraversato il parco e mi sono affrettata a consegnargliela”.
" E devo crederci?."
Sabrina diventò rossa nel viso senza riuscire a pronunciare una sola parola.
"Ti ho visto mentre facevi un pompino a un tizio nel parco"
"Mi ha costretta io non volevo!" Disse d’istinto.
"Però lo hai fatto e oltretutto hai lasciato delle classi scoperte senza sostituzione. Come la mettiamo con il signor preside?"
Silenzio. Poi con voce suadente dissi:
"Diciamo che se sarà carina con me potrei cercare di dimenticare tutto".
"Ma per chi mi ha presa? Disse risentita. “E, cosa intende per carina?".
"Dai che ha capito benissimo!." Gli dissi, passando al tue avvicinandomi a lei gli presi il mento tra le mani:
"Hai un bel visino, una bella bocca." E feci scorrere il dito indice sulle labbra di lei inserendolo leggermente dentro tanto da andare a toccare quasi impercettibilmente la lingua.
Poi scendendo con la mano andai a sfiorargli il seno. Il respiro Sabrina nel frattempo era diventato più affannoso.
"Guarda come ti si inturgidiscono i capezzoli, chissà come sono duri, fammeli sentire!
Così dicendo, infilai la mano dentro la maglietta e scomparve all'interno del reggiseno fino ad andare a palpare per bene quelle stupende tette e a strizzare i capezzoli tra pollice indice.
"Hai così mi fa male.."
"Scusa ma sono così belle! .E dimmi, ti è piaciuto fare quel pompino nel parco?"
"No! Beh forse un po' si. No, no” rispose di getto stupita ed imbarazzata
Mentre era ancora seduta gli tolsi allora la maglietta e la feci alzare.
"Vieni qui, voglio assaporare queste stupende labbra"
Subito la mia bocca si incollò a quella di Sabri e le nostre lingue si intrecciarono e si succhiarono a vicenda.
La attirai ancora di più a me, tanto da fargli sentire per bene la mia erezione tra le gambe e mentre continuavo a baciarla, con la mano sollevai la gonna e presi ad accarezzare per bene quel meraviglioso sedere infilandogli la mano nel solco e cercando di attirarla ancora più a me.
"Spogliati ti voglio nuda"
"No non voglio, mi vergogno e poi qui in istituto. Se entra qualcuno". “Non ci siamo che noi in tutto l’istituto e poi in un luogo pubblico non ti vergognavi di fare certe cose! Ascoltami, non sei nella situazione di poter dettare delle condizioni devi solo fare quello che ti dico, ricordati cosa rischi".
La prof allora, in silenzio iniziò a spogliarsi. Si tolse le scarpe,.la gonna, reggiseno.
"Fermati, voglio prima ammirarti così, girati su te stessa".
Si girò lentamente in modo che la potessi osservare ogni parte del suo corpo.
"Perfetto, sei stupenda, adesso vieni qui". "Che tette stupende!" E presi a succhiarle dolcemente.
"Adesso via le mutande” Gliele calai mentre lei con un movimento quasi meccanico si portò le mani davanti al pube.
"Che fai! Vuoi nascondere questa meraviglia della natura?"
Gli tolsi le mani e rimasi a contemplare quel bellissimo triangolino di peli rasati e curati che gli coprivano la figa prima di accarezzargliela.
Lei si inarcò quasi inconsciamente, voleva che quella mano la penetrasse.
"Ti piace?
"Si"
"E allora fammi sentire quanto sei accogliente" Dissi introducendogli un dito nella brugna .
"Aaahhhh"
"Senti come ti stai bagnando! Ti piace eh ".
"Si! Si!"
Mentre la masturbavo presi nuovamente a baciarla.
"Voglio vederti il sedere, appoggiati alla scrivania.
Sabri si piegò a novanta gradi appoggiando il busto sopra la scrivania. Era stupenda! Aveva un culo magnifico!
Lentamente presi con due dita ad andare in su e in giù nel solco cercando ogni tanto di far pressione sul buchetto..
"Ahi! Ma che fai! Lì no."
"Hai un sedere stupendo e un buchetto invitante, lasciami fare."
Avvicinai il viso a quel culo meraviglioso e iniziai a leccargli il buchetto, ogni tanto con la lingua la penetravo per quanto possibile all'interno e dagli ansimi della prof si capiva che la cosa non le dispiaceva.
"Ti piace eh! "
"Aaahh! Si, mmm, che bello!."
Alternavo la leccata del buchetto posteriore a quello della figa che nel frattempo era diventata un lago. Poi all'improvviso, con un fremito che le scosse tutto il corpo Sabri raggiunse l'orgasmo.
"Aahhh, si, dai, ancora!."
Continuai per qualche altro minuto poi gli dissi: "Adesso tocca a te farmi godere."
La presi per un braccio e la feci inginocchiare davanti a me..
"Voglio un pompino fatto come si deve, voglio sentire quelle stupende labbra e la tua lingua"
Sabrina allora prese con una mano il cazzo, lo infilò in bocca e prese a leccarlo in tutta la sua lunghezza.
"Brava così, fammi sentire per bene la lingua."
La testa della prof andava in su e in giù mentre la mia eccitazione era quasi al culmine. Sabrina si accorse che ero vicino all'orgasmo e da esperta accelerò il ritmo finché una serie di fiotti di sperma le riempirono la bocca. Lei cercò di ingoiare tutto ma un poco le colò fuori dalle labbra.
Con un dito presi lo sperma che le colava e feci in modo che Sabri ingoiasse anche quello.
"Adesso puliscimi per bene il cazzo! " Lo avvicinai nuovamente alle sue labbra e lei prese a leccarlo in tutta la sua lunghezza.
"Brava, sei fantastica con la bocca! Ti è piaciuto quello che abbiamo fatto oggi?"
"Si " disse lei.
"Bene vorrei tanto che tu adesso diventassi la mia troietta” Le dissi mentre con le mani gli strizzavo nuovamente le tette.
Sabri annuì maliziosa, poi si ricompose un poco e andò via.
Ero molto soddisfatto, forse avevo trovato di nuovo una donna vogliosa e porcella come io desideravo.

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Il giorno successivo, fu la prof Sabrina che mi chiamò in sala professori: "Buongiorno dottore".
"Buongiorno professoressa cosa desidera?"
"Beh niente, era per chiederle un chiarimento su queste ultime circolari."
"Va bene mi dica cosa non le è chiaro." Dissi avvicinandomi e quando fui certo che nessuno sentisse, gli chiesi: "Dimmi la verità, cosa volevi realmente?”
"Beh niente. Io ripensavo a ieri."
"E ti è piaciuto."
"Beh! Si"
“Potremmo rifarlo oggi alla stessa ora in ufficio da me, quando sono tutti via”.
"Ok. Va bene, ma non posso assolutamente trattenermi molto."
Alle 17 in punto Sabri entrò nella segreteria, si recò nel mio ufficio e appena mi vide mi baciò.
Si vedeva benissimo che era eccitata e abbracciandomi spingeva la sua figa sul mio pene.
"Ahi adesso basta! Tiralo fuori e succhiamelo per bene!." Gli comandai
Non chiedeva di meglio! Sabrina aveva voglia di assaporare nuovamente il cazzo in bocca.
Prese a leccarlo e a succhiarlo con una foga incredibile.
"Si succhiamelo tutto, brava, fammi sentire la lingua! Ecco, preparati a gustare tutta la… Aaahhhh! Vengo!!!."
Sabrina era pronta e non appena i primi fiotti di sperma le inondarono la lingua, aprì ancora di più la bocca in modo da non perdere neppure una goccia di quel nettare.
"Brava.. Vedo che sei pratica, assaporalo per bene."
La prof ingoiò tutto e poi da provetta pompinara si passò la lingua intorno alle labbra per dimostrare quanto aveva gradito.
Una volta ricomposti nel salutarci gli dissi: "Ti aspetto domani alla solita ora qui in ufficio, cerca di avere più tempo a disposizione e preparati perché ti farò godere come non puoi minimamente immaginare"
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L’indomani, allo scoccare della fatidica ora 17 la prof Sabrina entrò nel mio ufficio dove la stavo attendendo con impazienza.
Era ancora sulla soglia quando l'attrassi a me baciandola, mentre le mani andarono subito a palparle i seni e successivamente il suo bellissimo culo.
Lei si limitò a strusciare la sua figa sulla patta.
"In questi due giorni per poco non mi facevi impazzire! Sei una vera troia, fammi sentire quanto sei bagnata!." Le sussurrai mentre le infilavo una mano su per le cosce, le scostai le mutandine e poi presi a palpargli la brugna".
"Ahhh. Sii! Finalmente, toccami! Sii! Dai, aspettavo questo momento, ho voglia di sentirmi il tuo cazzo dentro" mi disse Sabrina.
"Vieni andiamo sul divano"
Mi sedetti e immediatamente cominciai a frugarla tra le cosce mentre lei si abbandonò lasciandosi fare.
"Si toccami tutta! Voglio sentire le tue mani su tutto il corpo"
Ormai completamente nuda, la osservai per qualche attimo quella meraviglia della natura prima di tuffarmi tra le sue cosce e iniziare a succhiargli la figa. Sabrina con le due mani mi spingeva la testa verso il suo pube, quasi che volesse farla entrare dentro di lei, sentiva la mia lingua percorrerle tutta la fessura, sentiva che gli succhiavo il clitoride, sentiva un tremolio nelle gambe, preludio ad un godimento a cui non poteva più resistere e venne con un orgasmo che la squassò tutta.
"Oh si!...Che bello, dai succhiami ancora," Mi supplicò.
"E no bella, adesso tocca a me. Voglio godere anch'io"
Sabrina a stento, tanto le tremavano ancora le gambe, si alzò pronta per farmi come le volte precedenti un pompino.
"No, oggi ho voglia di scoparti" gli dissi “e ti assicuro che ce ne saranno altre volte. Vieni qui e allarga per bene queste belle gambe".
La feci sdraiare supina sul divano, le divaricai le cosce e iniziai a frugarla tra le gambe con le dita.
"Senti, sei già bagnata, dimmi quanto lo desideri il mio cazzo."
"Si lo voglio dammelo, però promettimi di non essere brutale”
Allora cominciai a strusciargli il cazzo già duro sulla figa di Sabri,
"Lo senti com'è grosso ora ti poggio la cappella all'entrata! Ecco, adesso sta per entrare sto per sfondarti troia!"
Detti un'altra spinta e il cazzo sprofondò all'interno della sua figa.
Sabrina inarcò la schiena, lo voleva sentire tutto dentro, godeva e voleva sentirsi il cazzo tutto dentro con le gambe mi avvinghiò la schiena, voleva che lo spingessi dentro quanto più possibile.
"Si dai,. Scopami, lo voglio tutto, dai ancora!"
"Lo sapevo che eri una porca! Lo vuoi? E allora ecco!."
Cominciai a scoparla con una foga tremenda, facevo uscire completamente il cazzo fuori dalla figa per poi sbatterlo nuovamente dentro con violenza .ancora qualche spinta e poi Sabri venne scossa da dei fremiti improvvisi, stava godendo!
"Aahhh! Si godo, dai continua"
Continuai a scoparla per qualche altro istante poi raggiunsi l'orgasmo, tirai fuori il cazzo e gli sborrai sul pube.
Lei era stupenda, esausta sul divano con la figa semichiusa e tutta impiastricciata dallo sperma.
Con due dita ne raccolsi un poco e glielo porsi sulle labbra che immediatamente succhiarono avide quel nettare.
"Sei stupenda."
Gli misi una mano sulla pancia e iniziai a fargli un leggero massaggio, e gli spalmai la sborra rimasta sui peli del pube.
"Mmm, che bello! " borbottò Sabri a quel contatto e inarcò la schiena per goderselo di più.
"Cazzo che troietta che sei! Dì la verità ne hai ancora voglia.."
"Sii, lo voglio ancora."
"Cosa vuoi? Me lo devi chiedere."
"Voglio ancora il tuo bigol"
Allora presi in mano il cazzo ormai semirigido e lo avvicinai alle labbra della prof che immediatamente lo fece sparire in bocca. Dopo un po' che lo succhiava, ripresi a toccargli la figa finché con la mano non scesi più giù, fino a strusciargli il buchetto del culo.
Per un attimo smise di succhiare.
"Ma che vuoi fare? Li mi fai male"
"Però quando te lo lecco ti piace"
"Si ..ma con il dito mi fai male"
"A me invece eccita, guarda me lo hai fatto diventare nuovamente di marmo, ora girati"
La girai mettendola prona sul divano.
"No, ma che vuoi fare! Non voglio!"
"Non lo hai ancora capito? Te lo voglio mettere in quel bel culetto"
"No, li no ti prego, mi farai malissimo con quel bastone che ti ritrovi! No, tutto ma quello no".
"Ti conviene rilassarti capito?! Si vede benissimo che ti hanno già rotto il culo"
E insalivato due dita gliele infilai nel buchetto-
"Ahi così mi fai male, basta!"
"E allora allarga bene questo culetto tanto nel culo oggi lo prendi comunque."
Le allargai per bene le natiche e mi tuffai con il viso prendendo a leccare e insalivare per bene quell’orifizio grinzoso. Al contatto della lingua, un brivido percorse la schiena di Sabrina che emise un sospiro di godimento, il buchetto ora cominciava a pulsare e la lingua penetrava sempre più in profondità.
"Aahhh! Così mi piace, dai!" disse.
Continuai ancora per un po', le insalivai per bene il culo poi, iniziai a strusciargli il cazzo tra le natiche.
"Lo senti come è duro? E’ pronto per entrare in quel tuo bel culetto. E' dalla prima volta che ti ho visto che ho voglia di sfondartelo, Ecco, ci siamo."
Puntai la cappella sul tenero buchetto e iniziai a fare una leggera pressione..
"Ahi, ti prego fa piano".
Quando sentì che la cappella gli era entrata nell’orifizio anale notai due lacrime che le stavano scendendo dagli occhi rigandole le guance. "Eccolo lo senti! È entrato! Cazzo quanto sei stretta."
"Ahhh, che male, fai piano, aspetta un po'"
"Ok ma al tre te lo infilo tutto dentro. Respira forte! Uno, due e tre!” Con un colpo secco fui completamente nel suo culo.
"Ahiii! "
"Ecco, il peggio è passato, lo senti come ti sto inculando, rilassati, ce l'hai tutto dentro adesso, com’è bello! Godi anche tu"
"Aspetta! Fai piano"
Le sensazioni di dolore adesso stavano cedendo a favore di quelle del piacere.
Lentamente, afferrando saldamente Sabri per i fianchi, iniziai a muovermi in su e in giù, sentendomi il cazzo completamente fasciato nel sedere, era una sensazione stupenda.
Mentre la inculavo gli titillavo il clitoride, lei come impazzita, stava cominciando a godere, gemeva, urlava e voleva essere sbattuta con forza.
Raggiunse l'orgasmo con un urlo strozzato. Anch'io, ormai prossimo, detti ancora qualche spinta, poi mi ritrassi e gli sborrai tra le chiappe.
Sabrina allora volle che glielo rimettessi nel culo fino a quando non si rimpicciolì del tutto, poi me lo baciò con passione e si accucciò tra le mie braccia.

continua
 
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Mi sto rendendo conto che il racconto è molto lungo, quasi un piccolo romanzo erotico.
Sono indeciso se tagliare alcuni capitoli o troncarlo qui.
Consigliatemi.
 
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Dopo i primi incontri nel mio ufficio, Sabrina divenne la mia “amante saltuaria", nel senso che ci si vedeva in media solo una volta o due al mese, senza un legame vincolante.
A differenza di quanto avevo immaginato prima di conoscerla, lei era molto aperta ai piaceri del sesso e citandolo scrittore Pietro Chiara "libera di scegliere e di farsi scegliere". Di certo, non incontrava solo me ma, comprendendo le sue esigenze, il suo modo di pensare e di vivere la vita, mi adeguai condividendo le sue scelte.
Di lei volli conoscere tutto, dalla volta che la sorpresi nel parco, alle sue molteplici avventure.
Un pomeriggio che ci incontrammo, Sabri cominciò a raccontarmi:
“ Sai, Matteo, voglio svelarti una delle mie più scabrose avventure di sesso che ho vissuto.
Tu sai che il sesso mi ha sempre attratto. Ricordo che sin da piccola sbirciavo mio padre quando si faceva il bagno e provavo un piacere immenso nel vederlo completamente nudo. Non ti dico le volte che mi sono masturbata e l’invidia che provavo verso mia madre che poteva averlo tutto per se.
Nel frattempo crescevo, l’attrazione verso mio padre diminuiva mentre cominciavo ad interessarmi ai ragazzi più grandi di me. Ricorderai che negli anni 90 era difficile trovare un poco di intimità per noi giovani, ma io ero intraprendente e appena era possibile mi facevo delle magnifiche limonare con il ragazzo di turno e ho imparato a fare dei pompini meravigliosi“.
"Lo so Sabrina. Quando me lo prendi in bocca è un piacere favoloso, sei stupenda!”. Gli dissi.
Sorrise maliziosa, poi riprese:
"Adoravo anche farmi palpare e leccare dovunque e non mi ricordo più quanti ragazzini ho avuto.
Il primo amore, lo ebbi intorno i 16 anni. Un bel 23 enne di nome Fabio. Un ragazzo magnifico, bello e dotato. Me ne innamorai e fu lui a cogliere la mia verginità e "non solo quella". Il nostro amore durò poco più di due anni e quando lui mi lasciò per un’altra per me fu un trauma. Mi sentivo tradita e lo odiavo.
Lo sai però come ho reagito dopo qualche settimana di sconforto?”
“No, dimmi cara, sono curioso di sapere”.
“Bene, un sabato, decisi! Mi preparai con una gonna abbastanza corta, camicetta semitrasparente, tacchi alti, trucco marcato con rossetto rosso e presa la macchina di mio padre, andai in una discoteca con il preciso scopo di farmi rimorchiare e applicare la ricetta: chiodo schiaccia chiodo. Volevo vendicarmi dell’affronto subito comportandomi da puttanella e provare cose nuove.
Ebbene, sai quella sera con quanti ragazzi sono stata?”.
“Tre?” dissi.
“Pochi, pochi, aumenta, dai”.
“Cinque?”
“Di più di più”
“Sette?”
“Undici e qualcuno ha fatto anche il bis”
Disse Sabrina quasi compiaciuta.
“Cazzo!!!” esclamai.
E lei:
“I primi due ragazzi conosciuti dopo un drink mi portarono nei bagni della discoteca, ma erano inesperti e tesi, ricordo che vennero appena gli presi il cazzo in mano e cominciai a leccarli. Poi dopo aver fatto un pompino ad un ragazzo che non ricordo neanche il viso su un divano appartato nella sala, incontrai di nuovo i ragazzi con cui ero stata nei bagni. Loro mi offrirono da bere un alcolico e mi presentarono altri due loro amici a cui avevano raccontato la storia, quindi anche loro vollero essere spompinati nel parcheggio della discoteca.
Con il mio comportamento cercavo di esorcizzare l'abbandono di Fabio, ma non bastava, non ero abbastanza troia e poco dopo proposi al barista una pompa se mi offriva una coca. Lui accettò subito, mi portò nel deposito delle bibite, mi fece inginocchiare e tirato fuori un membro grosso e lungo cominciò a menarmelo sul viso e sulle labbra. Dopo mi prese per la nuca e cominciò a chiavarmi in bocca. Lo sentivo fino in gola, mi soffocava, ma dopo aver represso qualche conato di vomito, cominciai a godere e quando venne, ingoiai tutto.
Mi sentivo addosso una eccitazione come non mi era mai successa. Bevvi la coca che mi ero guadagnata e dopo essermi tolta il sapore di sborra, mi scatenai a ballare.
La musica mi stonava e le luci mi inebriavano i sensi, non ricordo come ma mi accorsi che ballavo circondata da altri cinque ragazzi che mi misero in mezzo e cominciarono a toccarmi. Mi piaceva la sensazione di tante mani addosso e forse per effetto anche dell’alcool ridevo felice. Mi girava la testa e senza rendermene conto mi feci guidare da loro e mi ritrovai nel deposito delle bibite. Ricordo una tettoia di eternit, tanti scatoloni, delle casse di birra vuote e alcuni materassi a terra. I cinque a quel punto mi circondarono e in un attimo mi spogliarono. Mi sentivo mani che mi strizzavano le zinne e altre che mi frugavano tra le cosce, poi qualcuno cominciò a tirare fuori il cazzo e a farselo toccare.
Ci credi che mi sembra di sentire ancora la sensazione di quei cazzi stretti tra le mani? … Bene, ormai l’ambiente era surriscaldato abbastanza, mi inginocchiai sui materassi e cominciai segare e ciucciare tutti i cazzi che mi passavano davanti. Ma quelli non volevano solo pompini. Qualcuno si stese e io mi trovai impalata da un grosso cazzo mentre altri, mi scopavano in bocca. Poi mi misero a pecora. Mi scopavano a turno e dopo che almeno due di loro mi erano venuti dentro, qualcuno me lo mise dietro. Anche se lo avevo già fatto con Fabio, sentii dolore e gridai forte. Solo un grido e mi ritrovai un altro cazzo in bocca che mi soffocava.
Mi sentivo trattata da zoccola e questa situazione mi eccitava. Loro mi stavano usando per il loro piacere e io godevo usando loro. Il godimento di sentirli dentro di me mi procurava ripetuti orgasmi. Ero esausta e quando mi accasciai su quei luridi materassi tutti i cinque si masturbarono inondandomi con la loro sborra dai capelli ai piedi. Rimasi cosi sola, nuda e piena di sperma per quasi dieci minuti poi raccolsi tutti i miei abiti tranne le mutandine che erano sparite e tornai a casa.”
continua
 

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