Quella che vi vado a raccontare è un'esperienza capitatami qualche settimana fa.
La mia famiglia ha una casa in Cadore (zona montana veneta) dove andiamo a passare le vacanze o semplicemente qualche weekend di svago. Alcune settimane fa, come vi dicevo, parto per staccare qualche giorno e per sistemare la casa in vista delle vacanze estive.
La prima sera esco a mangiarmi una pizza e ne approfitto per continuare le mie "manovre di avvicinamento" nei confronti della cameriera che punto da mesi (con scarsi risultati... ma non demordo!), nel frattempo cazzeggio con il cellulare tra Instagram e Tinder.
Rincasato, convinto di aver fatto un ulteriore passo verso la conquista della mi ambita preda, Tinder mi notifica un match. A pochi km da dove mi trovavo c'era Silvia, ventitreenne, capelli castano biondi, fisico da scalatrice (magra, culo sodo e perfetto e un seno piccolo) e un viso normale. Iniziamo a scambiarci le solite frasi di rito, mi racconta che Tinder lo stava usando da poco e perché era stata una sua amica ad iscriverla (oh, il 70% dice questa CAZZATA) e che era solo curiosa di capire come funzionava (CAZZATA NUMERO 2), mi racconta del suo lavoro e del com'è vivere in quelle zone montate dodici mesi l'anno, dei limiti di quelle zone ma di come non le cambierebbe mai con nessun altro posto, vista l'aria pulita, il verde, i ritmi della vita ecc.
Ci scriviamo per tutta la sera/notte e il giorno seguente, cosa non scontata con Tinder, riprende da dove avevamo lasciato. Ragazza piacevolissima ma... Non ero in cerca di un'amica di penna, perciò decido di velocizzare le cose. Verso l'ora di pranzo, al centesimo messaggio, le scrivo: "hai impegni per questa sera? Ti va di vederci?" e, dopo il suo: "molto volentieri", abbiamo iniziato ad accordarci su orari, luoghi ecc. Non essendo pratico quanto lei della zona ho nascosto in una battuta un ulteriore passo dove volevo arrivare: "tu sei più pratica di me della zona, proponi tu un posto carino. Fammi solo sapere se per il posto va bene un outfit normale o se conti di metterti giù da gara - ahahahah - così mi preparo psicologicamente", dopo qualche battuta sul vestiario e vedendo che non mi fa capire come si vestirà, avendo altre cose da sistemare a casa, chiudo la nostra conversazione con un "ora finisco di sistemare qui, ci vediamo questa sera... ti riconoscerò perché sarai la biondina in gonna corta e fisico da scalatrice" (visto che dalla sera prima facevo battute sulla mia vita sedentaria e il suo essere amante delle scalate).
Arriva l'ora dell'appuntamento. Il posto è una pizzeria, birreria (non ci sono tante altre opzioni in quelle zone) a metà strada tra me e lei. Dopo qualche minuto di attesa fuori dal posto, arriva. Scende da una Dacia nera una biondina con coda alta, un gubbino in pelle, una gonna abbastanza corta e uno stacco di gamba imperiale che finisce in uno stivaletto appena sopra la caviglia. Ci sorridiamo e penso "madonna, questa la spacco". Passiamo la serata bevendo birra e mangiano patatine e polpettine di carne. Lei nel più totale imbarazzo, io che do del mio meglio per farla ridere e sentire a suo agio. Sotto il gubbino in pelle aveva un maglioncino leggero e una camicetta bianca e, più passavano i minuti, più mi immaginavo come sarebbe stata nuda.
Passiamo nel locale un'infinità di ore e Silvia beve più di me (strano avendo un fisico così asciutto). Ma più beve, più si lascia andare e più si lascia andare, più mi lascia spazio di manovra per fare il mio gioco.
A fine serata sappiamo tutto di noi e si è creato un feeling quasi da coppia di neo fidanzati, tanto che usciamo dal locale presi per mano senza nemmeno quasi accorgercene.
Arrivati dalla macchina, prima che mi scappasse a casa, l'avvicino a me e la bacio. Lei parte con un gioco di lingua da inaspettata porca. Dopo qualche secondo di sorpresa per questo cambio di personalità, provo ad allungare le mani e vedo che lascia fare tranquillamente. Le alzo la gonna e, mentre con una mano cerco di farmi strada sotto il maglione, con l'altra stringo il suo culo marmoreo.
Andiamo avanti per qualche minuto e mi ferma dicendomi "basta, qui ci vedono quelli della pizzeria!". La guardo e le dico "è un basta o un basta qui perché ci possono vedere"... "basta qui" la sua risposta.
Non faccio molta fatica a convincerla a seguirmi in auto fino a casa mia. Una volta entrati, ci metto sul divano e la tiro a me. Lei si mette a cavalcioni e ricominciamo a baciarmi. Le sfilo il maglione e le apro la camicetta, mentre la bacio sul collo. Scendo e scosto il suo reggiseno. Un piccolo capezzolo turgido su una seconda scarsa che inizio a leccare e succiare, mentre lei stringe a se la sua testa e si muove con il bacino per strusciarsi sull'erezione che ancora soffocata dai miei jeans. Le tolgo la camicia, il reggiseno e, mentre si toglie calze e gonna, io mi levo maglione, maglia e pantaloni. Riprendiamo la stessa posizione di prima, ma completamente nudi. Mentre ci baciamo le mie mani sono sul suo culo, mentre lei inizia a segarmi. Ci sa fare. Ci sa assolutamente fare. Il modo da porca, i tempi non da assatanata ma nemmeno da impacciata. Allungo una mano e prendo un profilattico mentre mi fa "ti stavo per chiedere se lo avevi, bene". Lo metto, lei si alza leggermente e lo guida con una mano. Dopo poco inizia a muoversi alternando su e già a movimenti vari, mentre mi bacia con passione. Le mie mani sul suo culo, cercano la strada per il suo secondo buco e, trovato, lo iniziano a stuzzicare. Lei si lascia andare in un "daiii" tra il "lascia stare" e il "sono così eccitata che va bene tutto anche se non vorrei". La prendo e la stendo sul divano, iniziando io questa volta a muovermi e dettare il ritmo. Stesa sotto di me si lascia fare di tutto, le alvo le gambe e le appoggio sulle mie spalle dando colpi secchi per qualche minuto, poi la facci mettere in ginocchio sul divano, con le braccia appoggiate sullo schienale e la prendo da dietro, mentre una mia mano le stringe il collo e l'altra un seno. Ansima lievemente e si morde il labbro, tenendo gli occhi chiusi. Io mi sfilo e provo ad entrare dietro, li mi blocca e dice "no, lì no", la giro nuovamente e la torno a limonare. Così, faccia a faccia, la prendo in bracci e la porto in camera. Stesa sul letto, faccia a faccia, ricomincio a penetrarla, mentre lei avvolge le sue gambe intorno a me. Nuda era uno spettacolo. Asciutta, pelle chiara, un culo da aprire e un piccolo seno sul quale venire.
Continuiamo per qualche altro minuto poi, quasi in contemporanea veniamo. Prima lei, qualche secondo dopo è il mio turno, esco da lei, mi sfilo il profilattico e le dico "dove vuoi che venga?", "dove vuoi". Non me lo faccio ripetere e punto al pompino. Giusto due affondi, un suo gioco di lingua e le riempio la bocca. Lei ingoia, lecca tutto e ancora ingoia. Lo lascio lì, davanti al suo volto e lascio che lo lecchi qualche altro momento, poi mi stendo accanto a lei, soddisfatto e stremato.
Dopo una mezzoretta di chiacchiere e battuTe per stemperare l'imbarazzo ed una doccia, si è rivestiate ed è tornata a casa.
Da quella sera, abbiamo avuto altri incontri, che magari vi racconterò in seguito.
La mia famiglia ha una casa in Cadore (zona montana veneta) dove andiamo a passare le vacanze o semplicemente qualche weekend di svago. Alcune settimane fa, come vi dicevo, parto per staccare qualche giorno e per sistemare la casa in vista delle vacanze estive.
La prima sera esco a mangiarmi una pizza e ne approfitto per continuare le mie "manovre di avvicinamento" nei confronti della cameriera che punto da mesi (con scarsi risultati... ma non demordo!), nel frattempo cazzeggio con il cellulare tra Instagram e Tinder.
Rincasato, convinto di aver fatto un ulteriore passo verso la conquista della mi ambita preda, Tinder mi notifica un match. A pochi km da dove mi trovavo c'era Silvia, ventitreenne, capelli castano biondi, fisico da scalatrice (magra, culo sodo e perfetto e un seno piccolo) e un viso normale. Iniziamo a scambiarci le solite frasi di rito, mi racconta che Tinder lo stava usando da poco e perché era stata una sua amica ad iscriverla (oh, il 70% dice questa CAZZATA) e che era solo curiosa di capire come funzionava (CAZZATA NUMERO 2), mi racconta del suo lavoro e del com'è vivere in quelle zone montate dodici mesi l'anno, dei limiti di quelle zone ma di come non le cambierebbe mai con nessun altro posto, vista l'aria pulita, il verde, i ritmi della vita ecc.
Ci scriviamo per tutta la sera/notte e il giorno seguente, cosa non scontata con Tinder, riprende da dove avevamo lasciato. Ragazza piacevolissima ma... Non ero in cerca di un'amica di penna, perciò decido di velocizzare le cose. Verso l'ora di pranzo, al centesimo messaggio, le scrivo: "hai impegni per questa sera? Ti va di vederci?" e, dopo il suo: "molto volentieri", abbiamo iniziato ad accordarci su orari, luoghi ecc. Non essendo pratico quanto lei della zona ho nascosto in una battuta un ulteriore passo dove volevo arrivare: "tu sei più pratica di me della zona, proponi tu un posto carino. Fammi solo sapere se per il posto va bene un outfit normale o se conti di metterti giù da gara - ahahahah - così mi preparo psicologicamente", dopo qualche battuta sul vestiario e vedendo che non mi fa capire come si vestirà, avendo altre cose da sistemare a casa, chiudo la nostra conversazione con un "ora finisco di sistemare qui, ci vediamo questa sera... ti riconoscerò perché sarai la biondina in gonna corta e fisico da scalatrice" (visto che dalla sera prima facevo battute sulla mia vita sedentaria e il suo essere amante delle scalate).
Arriva l'ora dell'appuntamento. Il posto è una pizzeria, birreria (non ci sono tante altre opzioni in quelle zone) a metà strada tra me e lei. Dopo qualche minuto di attesa fuori dal posto, arriva. Scende da una Dacia nera una biondina con coda alta, un gubbino in pelle, una gonna abbastanza corta e uno stacco di gamba imperiale che finisce in uno stivaletto appena sopra la caviglia. Ci sorridiamo e penso "madonna, questa la spacco". Passiamo la serata bevendo birra e mangiano patatine e polpettine di carne. Lei nel più totale imbarazzo, io che do del mio meglio per farla ridere e sentire a suo agio. Sotto il gubbino in pelle aveva un maglioncino leggero e una camicetta bianca e, più passavano i minuti, più mi immaginavo come sarebbe stata nuda.
Passiamo nel locale un'infinità di ore e Silvia beve più di me (strano avendo un fisico così asciutto). Ma più beve, più si lascia andare e più si lascia andare, più mi lascia spazio di manovra per fare il mio gioco.
A fine serata sappiamo tutto di noi e si è creato un feeling quasi da coppia di neo fidanzati, tanto che usciamo dal locale presi per mano senza nemmeno quasi accorgercene.
Arrivati dalla macchina, prima che mi scappasse a casa, l'avvicino a me e la bacio. Lei parte con un gioco di lingua da inaspettata porca. Dopo qualche secondo di sorpresa per questo cambio di personalità, provo ad allungare le mani e vedo che lascia fare tranquillamente. Le alzo la gonna e, mentre con una mano cerco di farmi strada sotto il maglione, con l'altra stringo il suo culo marmoreo.
Andiamo avanti per qualche minuto e mi ferma dicendomi "basta, qui ci vedono quelli della pizzeria!". La guardo e le dico "è un basta o un basta qui perché ci possono vedere"... "basta qui" la sua risposta.
Non faccio molta fatica a convincerla a seguirmi in auto fino a casa mia. Una volta entrati, ci metto sul divano e la tiro a me. Lei si mette a cavalcioni e ricominciamo a baciarmi. Le sfilo il maglione e le apro la camicetta, mentre la bacio sul collo. Scendo e scosto il suo reggiseno. Un piccolo capezzolo turgido su una seconda scarsa che inizio a leccare e succiare, mentre lei stringe a se la sua testa e si muove con il bacino per strusciarsi sull'erezione che ancora soffocata dai miei jeans. Le tolgo la camicia, il reggiseno e, mentre si toglie calze e gonna, io mi levo maglione, maglia e pantaloni. Riprendiamo la stessa posizione di prima, ma completamente nudi. Mentre ci baciamo le mie mani sono sul suo culo, mentre lei inizia a segarmi. Ci sa fare. Ci sa assolutamente fare. Il modo da porca, i tempi non da assatanata ma nemmeno da impacciata. Allungo una mano e prendo un profilattico mentre mi fa "ti stavo per chiedere se lo avevi, bene". Lo metto, lei si alza leggermente e lo guida con una mano. Dopo poco inizia a muoversi alternando su e già a movimenti vari, mentre mi bacia con passione. Le mie mani sul suo culo, cercano la strada per il suo secondo buco e, trovato, lo iniziano a stuzzicare. Lei si lascia andare in un "daiii" tra il "lascia stare" e il "sono così eccitata che va bene tutto anche se non vorrei". La prendo e la stendo sul divano, iniziando io questa volta a muovermi e dettare il ritmo. Stesa sotto di me si lascia fare di tutto, le alvo le gambe e le appoggio sulle mie spalle dando colpi secchi per qualche minuto, poi la facci mettere in ginocchio sul divano, con le braccia appoggiate sullo schienale e la prendo da dietro, mentre una mia mano le stringe il collo e l'altra un seno. Ansima lievemente e si morde il labbro, tenendo gli occhi chiusi. Io mi sfilo e provo ad entrare dietro, li mi blocca e dice "no, lì no", la giro nuovamente e la torno a limonare. Così, faccia a faccia, la prendo in bracci e la porto in camera. Stesa sul letto, faccia a faccia, ricomincio a penetrarla, mentre lei avvolge le sue gambe intorno a me. Nuda era uno spettacolo. Asciutta, pelle chiara, un culo da aprire e un piccolo seno sul quale venire.
Continuiamo per qualche altro minuto poi, quasi in contemporanea veniamo. Prima lei, qualche secondo dopo è il mio turno, esco da lei, mi sfilo il profilattico e le dico "dove vuoi che venga?", "dove vuoi". Non me lo faccio ripetere e punto al pompino. Giusto due affondi, un suo gioco di lingua e le riempio la bocca. Lei ingoia, lecca tutto e ancora ingoia. Lo lascio lì, davanti al suo volto e lascio che lo lecchi qualche altro momento, poi mi stendo accanto a lei, soddisfatto e stremato.
Dopo una mezzoretta di chiacchiere e battuTe per stemperare l'imbarazzo ed una doccia, si è rivestiate ed è tornata a casa.
Da quella sera, abbiamo avuto altri incontri, che magari vi racconterò in seguito.