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<blockquote data-quote="patrulla" data-source="post: 18359058" data-attributes="member: 293014"><p>Roba da ricchi - prima parte</p><p></p><p>Mi chiamo Livio e finora posso dire di aver vissuto cinque vite. Le prime visto che non credo vi possano interessare molto ve le descriverò brevemente soffermandomi invece in maniera più approfondita in quelle parti della mia esistenza più appropriate per un racconto erotico. Se però non vi spiegherei bene tutto fin dall'inizio, sarebbe per voi difficile comprendere molte sfumature di questa incredibile storia.</p><p></p><p>La prima vita è quella che ho vissuto dalla mia nascita fino al momento in cui non ho incontrato Giada, mia moglie. Sono figlio unico, i miei genitori fanno parte dell'aristocrazia romana, benestante ma assolutamente decadente. Negli anni ho visto mio padre dilapidare due patrimoni, il suo e quello di mia madre, in puttane, gioco e vizi vari. Mia madre invece da sempre me la ricordo imbottita di farmaci, in perenna cura dallo psicologo e con una sigaretta in bocca. L'unico suo piacere era quello di andare a giocare a Burraco al circolo con le amiche.</p><p></p><p>Nonostante tutto il rapporto migliore ce l'ho con mio padre che, a modo suo, è sempre stato il genitore che più mi ha seguito e dedicato del tempo: non si è mai perso una mia partita di tennis o di calcio, a meno che non fosse fuori Roma per lavoro. Nonostante le nostre finanze di famiglie si andavano sempre più aggravando, ho sempre vissuto nel lusso frequentando la Roma bene dei quartieri del Nord della città.</p><p></p><p>Chi ha subito intuito la situazione è stato mio nonno materno che, in quanto suo unico nipote, mi ha intestato una casa in provincia e un appartamento in città prima che i miei si vendessero anche quelli per coprire i debiti. Nonostante l'agio non è stato facile crescere in quell'ambiente e credo che tutte le mie devianze sessuali siano un prodotto della mia adolescenza. Sono cresciuto spiando mio padre e suo cugino, che per me è zio Massi, scoparsi la nostra domestica anche insieme. Zio Massi in particolare per me è sempre stato una sorta di fratellone maggiore, che appena compiuto 18 anni mi portava nei vari night del Centro.</p><p></p><p>A differenza dei miei amici non ho scoperto il sesso in modo spontaneo con ragazze della mia età, ma subito nelle sue forme più perverse. Mai fidanzato con nessuna, anche con le mie coetanee cercavo solo il sesso spinto, tanto da essermi fatto una nomea di porco. In più la mia dotazione (ho un cazzo lungo quasi 20cm con una grossa cappella quasi sproporzionata rispetto al tronco) facevano di me il perfetto amante più che fidanzato.</p><p></p><p>Pochi amici ma buoni, arrivato all'università iniziai a fare un alto consumo di cocaina che mi portò ad abbandonare o sport. Per fortuna invece l'università riuscivo a portala avanti, anche perché a scuola sono sempre stato molto bravo. Iscritto ad economia, anche grazie al mio bell'aspetto tutte le più carine del mio corso sono riuscito a scoparmele ma di questo adesso non voglio parlare.</p><p></p><p>Arrivato a un passo dalla laurea i soldi a casa erano praticamente finiti, così iniziai a spacciare per potermi permettere i vizi. Fu mio zio ad avvisarmi che la polizia mi seguiva, così mi consigliò di tagliare la corda per un po' e di concentrarmi sulla tesi. Decisi così di andare nell'abitazione in provincia che era mia, una piccola villa con terreno in un paese distante una cinquantina di chilometri da Roma.</p><p></p><p>Lì ci ero andato solo poche volte da bambino, non conoscevo nessuno ma la casa era tenuta bene visto che ogni tanto ci andavano i miei nonni. All'epoca avevo 25 anni ed era tarda primavera. Fu in quel paese che ho conosciuto Giada: lei all'epoca aveva 18 anni e lavorava nel bar/tabacchi/alimentari della famiglia, in pratica l'unico posto della zona dove poter fare spesa. Lei era alla cassa e dopo un paio di volte che andavo a fare spesa attaccai bottone. All'epoca Giada era molto diversa di come è ora, quasi un'altra persona, ma comunque era una bella ragazza mora e riccia, con occhi marroni profondi e delle belle cosce e un culone da favola.</p><p></p><p>Da come mi guardava e mi rispondeva si capiva che le piacevo, così le chiesi il sabato sera così si facesse di bello al paese. Mi portò così in una pizzeria insieme ai sui amici e, dopo diverse birre, quando le dissi se la potevo accompagnare a casa in macchina lei mi rispose raggiante di sì. Ero abbastanza ubriaco e l'unica cosa a cui pensavo er quello di scoparmi in ogni modo quella bella cavalla di campagna.</p><p></p><p>In macchina così feci la piacevole scoperta di Giada: ci baciammo appena saliti, poi le dissi di indicarmi la strada per una frasca. Nel frattempo l'avevo tirato fuori e lei mi segava. Quando ha iniziato a succhiarmelo ripeteva che era il cazzo più grande che aveva mai visto, poi quando scopai la sua fica pelosissima lei era un autentico lago e venne a ripetizione. Da quel giorno come poteva veniva a casa e ci facevamo gran scopate.</p><p></p><p>Lei si capiva che era innamorata persa ma a me colpiva la sua maialaggine: amava masturbarsi sfogliando i giornali porno che vendeva al suo bar, nonostante l'età aveva già preso tanti cazzi tra amici e fornitori vari. Fatto sta che mentre stavo per tormarmene a Roma, anche perché di lì a breve avrei dato la tesi, lei mi disse che era incinta: probabilmente lo aveva fatto apposta a dirmi di venire dentro nonostante fosse proprio nei giorni dell'ovulazione, così all'inizio mi incazzai.</p><p></p><p>Raccontai tutto a mio zio e lui fu molto lungimirante "Livio non non abbiamo più un soldo, per questa ragazza sei una sorta di divinità e in più è figlia unica e ha una bella attività. Attacca il cappello con lei, prendi in mano le redini del posto e poi quando puoi torna a farti i cazzi tuoi". Così la "perdonai" e subito la sua famiglia mi accolse come un figlio, anche perchè gongolavano al pensiero che uno della mia famiglia potesse sposare la loro figlia.</p><p></p><p>Qui ha inizio la mia seconda vita, più di venti anni passati a fare il padre (dopo il primo figlio subito dopo abbiamo fatto una figlia) e a gestire le finanze dell'attività. Con gli anni il nostro bar/tabacchi/alimentari era diventato una sorta di autogrill vista la posizione strategica. Facevamo soldi a palate e una parte li investivo in Borsa con successo per la grande gioia dei genitori di giada che avevano una fiducia massima in me.</p><p></p><p>Pian piano anche io mi innamorai di Giada, del resto lei è sempre stata eccezionale: una madre impareggiabile, una moglie che mi venerava e soprattutto una gran porca a letto. Di giorno quando i bambini erano a scuola, ogni tanto lei mi raggiungeva a casa dove avevo il mio studio e ci facevamo scopate colossali, tanto che a volte poi non riusciva a stare in cassa per quanto lo aveva preso nel culo. </p><p></p><p>In più era ossessionata dai film porno, non faceva altro che ripetermi che le sarebbe piaciuto vedermi scopare altre, che voleva provare a fare sesso con una donna e con più uomini insieme. Facemmo così una promessa: come i figli erano sistemati, avremmo venduto tutto e saremmo andati a vivere a Roma godendoci i soldi fatti e dedicandoci alla lussuria più sfrenata. Quando degli investitori del sud ci fecero una offerta monstre per tutto il comprensorio, compreso dove vivevamo che volevano farci una sorta di albergo, vendemmo tutto facendo un incasso incredibile.</p><p></p><p>I miei suoceri andarono a vivere nel mio villino dedicandosi alla terra, il figlio più grande era a studiare a Milano e quella minore a Londra. Così come si liberò dall'inquilino decidemmo di trasferirci nel mio appartamento romano che è un magnifico attico in zona Trastevere. Da quel momento per me è iniziata quella che considero la mia terza vita.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="patrulla, post: 18359058, member: 293014"] Roba da ricchi - prima parte Mi chiamo Livio e finora posso dire di aver vissuto cinque vite. Le prime visto che non credo vi possano interessare molto ve le descriverò brevemente soffermandomi invece in maniera più approfondita in quelle parti della mia esistenza più appropriate per un racconto erotico. Se però non vi spiegherei bene tutto fin dall'inizio, sarebbe per voi difficile comprendere molte sfumature di questa incredibile storia. La prima vita è quella che ho vissuto dalla mia nascita fino al momento in cui non ho incontrato Giada, mia moglie. Sono figlio unico, i miei genitori fanno parte dell'aristocrazia romana, benestante ma assolutamente decadente. Negli anni ho visto mio padre dilapidare due patrimoni, il suo e quello di mia madre, in puttane, gioco e vizi vari. Mia madre invece da sempre me la ricordo imbottita di farmaci, in perenna cura dallo psicologo e con una sigaretta in bocca. L'unico suo piacere era quello di andare a giocare a Burraco al circolo con le amiche. Nonostante tutto il rapporto migliore ce l'ho con mio padre che, a modo suo, è sempre stato il genitore che più mi ha seguito e dedicato del tempo: non si è mai perso una mia partita di tennis o di calcio, a meno che non fosse fuori Roma per lavoro. Nonostante le nostre finanze di famiglie si andavano sempre più aggravando, ho sempre vissuto nel lusso frequentando la Roma bene dei quartieri del Nord della città. Chi ha subito intuito la situazione è stato mio nonno materno che, in quanto suo unico nipote, mi ha intestato una casa in provincia e un appartamento in città prima che i miei si vendessero anche quelli per coprire i debiti. Nonostante l'agio non è stato facile crescere in quell'ambiente e credo che tutte le mie devianze sessuali siano un prodotto della mia adolescenza. Sono cresciuto spiando mio padre e suo cugino, che per me è zio Massi, scoparsi la nostra domestica anche insieme. Zio Massi in particolare per me è sempre stato una sorta di fratellone maggiore, che appena compiuto 18 anni mi portava nei vari night del Centro. A differenza dei miei amici non ho scoperto il sesso in modo spontaneo con ragazze della mia età, ma subito nelle sue forme più perverse. Mai fidanzato con nessuna, anche con le mie coetanee cercavo solo il sesso spinto, tanto da essermi fatto una nomea di porco. In più la mia dotazione (ho un cazzo lungo quasi 20cm con una grossa cappella quasi sproporzionata rispetto al tronco) facevano di me il perfetto amante più che fidanzato. Pochi amici ma buoni, arrivato all'università iniziai a fare un alto consumo di cocaina che mi portò ad abbandonare o sport. Per fortuna invece l'università riuscivo a portala avanti, anche perché a scuola sono sempre stato molto bravo. Iscritto ad economia, anche grazie al mio bell'aspetto tutte le più carine del mio corso sono riuscito a scoparmele ma di questo adesso non voglio parlare. Arrivato a un passo dalla laurea i soldi a casa erano praticamente finiti, così iniziai a spacciare per potermi permettere i vizi. Fu mio zio ad avvisarmi che la polizia mi seguiva, così mi consigliò di tagliare la corda per un po' e di concentrarmi sulla tesi. Decisi così di andare nell'abitazione in provincia che era mia, una piccola villa con terreno in un paese distante una cinquantina di chilometri da Roma. Lì ci ero andato solo poche volte da bambino, non conoscevo nessuno ma la casa era tenuta bene visto che ogni tanto ci andavano i miei nonni. All'epoca avevo 25 anni ed era tarda primavera. Fu in quel paese che ho conosciuto Giada: lei all'epoca aveva 18 anni e lavorava nel bar/tabacchi/alimentari della famiglia, in pratica l'unico posto della zona dove poter fare spesa. Lei era alla cassa e dopo un paio di volte che andavo a fare spesa attaccai bottone. All'epoca Giada era molto diversa di come è ora, quasi un'altra persona, ma comunque era una bella ragazza mora e riccia, con occhi marroni profondi e delle belle cosce e un culone da favola. Da come mi guardava e mi rispondeva si capiva che le piacevo, così le chiesi il sabato sera così si facesse di bello al paese. Mi portò così in una pizzeria insieme ai sui amici e, dopo diverse birre, quando le dissi se la potevo accompagnare a casa in macchina lei mi rispose raggiante di sì. Ero abbastanza ubriaco e l'unica cosa a cui pensavo er quello di scoparmi in ogni modo quella bella cavalla di campagna. In macchina così feci la piacevole scoperta di Giada: ci baciammo appena saliti, poi le dissi di indicarmi la strada per una frasca. Nel frattempo l'avevo tirato fuori e lei mi segava. Quando ha iniziato a succhiarmelo ripeteva che era il cazzo più grande che aveva mai visto, poi quando scopai la sua fica pelosissima lei era un autentico lago e venne a ripetizione. Da quel giorno come poteva veniva a casa e ci facevamo gran scopate. Lei si capiva che era innamorata persa ma a me colpiva la sua maialaggine: amava masturbarsi sfogliando i giornali porno che vendeva al suo bar, nonostante l'età aveva già preso tanti cazzi tra amici e fornitori vari. Fatto sta che mentre stavo per tormarmene a Roma, anche perché di lì a breve avrei dato la tesi, lei mi disse che era incinta: probabilmente lo aveva fatto apposta a dirmi di venire dentro nonostante fosse proprio nei giorni dell'ovulazione, così all'inizio mi incazzai. Raccontai tutto a mio zio e lui fu molto lungimirante "Livio non non abbiamo più un soldo, per questa ragazza sei una sorta di divinità e in più è figlia unica e ha una bella attività. Attacca il cappello con lei, prendi in mano le redini del posto e poi quando puoi torna a farti i cazzi tuoi". Così la "perdonai" e subito la sua famiglia mi accolse come un figlio, anche perchè gongolavano al pensiero che uno della mia famiglia potesse sposare la loro figlia. Qui ha inizio la mia seconda vita, più di venti anni passati a fare il padre (dopo il primo figlio subito dopo abbiamo fatto una figlia) e a gestire le finanze dell'attività. Con gli anni il nostro bar/tabacchi/alimentari era diventato una sorta di autogrill vista la posizione strategica. Facevamo soldi a palate e una parte li investivo in Borsa con successo per la grande gioia dei genitori di giada che avevano una fiducia massima in me. Pian piano anche io mi innamorai di Giada, del resto lei è sempre stata eccezionale: una madre impareggiabile, una moglie che mi venerava e soprattutto una gran porca a letto. Di giorno quando i bambini erano a scuola, ogni tanto lei mi raggiungeva a casa dove avevo il mio studio e ci facevamo scopate colossali, tanto che a volte poi non riusciva a stare in cassa per quanto lo aveva preso nel culo. In più era ossessionata dai film porno, non faceva altro che ripetermi che le sarebbe piaciuto vedermi scopare altre, che voleva provare a fare sesso con una donna e con più uomini insieme. Facemmo così una promessa: come i figli erano sistemati, avremmo venduto tutto e saremmo andati a vivere a Roma godendoci i soldi fatti e dedicandoci alla lussuria più sfrenata. Quando degli investitori del sud ci fecero una offerta monstre per tutto il comprensorio, compreso dove vivevamo che volevano farci una sorta di albergo, vendemmo tutto facendo un incasso incredibile. I miei suoceri andarono a vivere nel mio villino dedicandosi alla terra, il figlio più grande era a studiare a Milano e quella minore a Londra. Così come si liberò dall'inquilino decidemmo di trasferirci nel mio appartamento romano che è un magnifico attico in zona Trastevere. Da quel momento per me è iniziata quella che considero la mia terza vita. [/QUOTE]
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