Racconto di fantasia Tra lavoro e famiglia

Ryo Saeba

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Primo racconto mai scritto, accetto consigli, critiche e se qualcuno ha avuto esperienze simili e vuole raccontarmele potrebbero essere dei buoni spunti per continuare. Buona lettura e fatemi sapere.

E anche oggi mi son dovuta fermare fino alle 8, sono ormai due settimane che non riesco a tornare a casa ad un orario decente. Che giornata, il nuovo capo ci farà morire sul lavoro. Finalmente a casa, ma come mai tutte le luci sono spente? Eppure Carlo dovrebbe essere a casa, sarà come al solito in camera sua davanti al PC. Mentre sto per aprire la porta della sua camera per salutarlo sento dei mugolii inconfondibili e mi blocco, sarà con una ragazza? Sarebbe anche ora, ha 21 anni e non l’ho mai visto con una ragazza. Meglio lasciarli in pace, e poi adesso ho proprio bisogno di una doccia.

Appena entro in camera da letto a prendere l’accappatoio noto che c’è il cassetto della biancheria aperto, strano, solitamente prima di andare a lavoro lascio sempre la camera in ordine. Mi butto sotto la doccia e ripenso alla giornata di oggi, che tormento il nuovo capo, un ragazzetto arrogante di 35 anni che pensa di stravolgere tutto perché lui ha studiato negli States e noi non siamo abbastanza “smart”. Lavoro da ormai 24 anni in quella società e sicuramente ne so più di lui, forse è arrivato il momento di cercarsi un altro lavoro, già solo l’idea di partecipare a quegli inutili corsi di coaching che ha organizzato per noi dipendenti mi deprime. Certo che cambiare lavoro a 49 anni non è semplice, poi se non trovo niente come faremo a vivere io e Carlo? Speriamo che almeno quest’anno sia l’anno buono per prendersi questo maledetto diploma. Mentre faccio tutti questi pensieri sotto la doccia sento un rumore dietro la porta, urlo: “Carlo sei tu?”. Nessuna risposta. Mi asciugo, indosso l’accappatoio e vado in camera da letto, adesso il cassetto della biancheria è chiuso, ma allora Carlo è entrato qui.

Metto su una t-shirt senza reggiseno, uno slip e il pantalone del pigiama e vado in cucina dove trovo Carlo che traffica nel frigo. “Hey, com’è andata oggi a scuola? Eri con qualcuno prima in camera tua?”, Carlo imbarazzato: “a scuola tutto bene, no, ero da solo, perché?”, “ah no, mi era sembrato di sentire delle voci…”, carlo diventa tutto rosso e chiede cosa c’è da mangiare. Quindi se era da solo si stava sicuramente masturbando, prima o poi dovremo parlare della sua situazione sentimentale. Mangiamo e parliamo delle solite cose, poi mi ricordo di dover mandare un messaggio e vado a prendere il cellulare in camera, passando vedo la camera di Carlo aperta, butto un occhio e per terra noto le mie mutandine. Non faccio in tempo a prenderle che sento Carlo arrivare ed entro trafelata in camera mia. Ho il cuore in gola, mi sembra di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma è lui quello che ha preso le mie mutandine, non capisco perché mi sto agitando così tanto. Adesso dovrei parlargli? Per dirgli cosa? Di non prendere più le mie mutandine per farsi le seghe? Non penso di riuscire a dirgli una cosa del genere, da domani chiuderò la camera da letto prima di andare a lavoro e spero che trovi altri passatempi.

Carlo è tornato in camera sua, io vado a lavarmi i denti e mentre sto per entrare in bagno scivolo e lancio un urlo, Carlo subito esce dalla sua stanza e mi chiede cos’è successo. Io cerco di rialzarmi mettendo una mano per terra e tocco della roba appiccicaticcia, sicuramente la causa della mia caduta, “ma che cos’è sta roba???”, Carlo rossissimo in volto balbetta e dice che sarà l’acqua caduta quando mi sono fatta la doccia. Poi mi dà una mano a rialzarmi e ri-sparisce in camera sua. Altro che acqua, questa è sborra.
Vado a letto e ripenso a tutto quello che è successo questa sera, Carlo si stava segando con la mia biancheria e quando ha sentito che sono rientrata mi ha spiato e ha sborrato vicino la porta del bagno. Dovrei parlarci, ma come? È troppo chiuso e adesso dovrebbe concentrarsi solo sul prendersi finalmente il diploma. Domani intanto chiuderò la mia camera da letto, poi dovrò trovare una soluzione. E mi addormento con questi pensieri.
 

boyachimolla

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Beh, io personalmente il rapporto madre-figlio l'ho sempre visto come "sacro". Non ho mai osato fare una cosa del genere, nemmeno pensarla.
 

bionno

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non credo si possa definire un racconto erotico, però io lo ho trovato scritto bene.
se il tema non finisce sull'incesto ti continuerò a leggere di sicuro
 
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Ryo Saeba

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non credo si possa definire un racconto erotico, però io lo ho trovato scritto bene.
se il tema non finisce sull'incesto ti continuerò a leggere di sicuro

Diciamo che è un'anteprima, non si va subito al sodo. L'idea è comunque di mantenere un doppio binario casa - lavoro e vedere poi "cosa succede", il tutto nella maniera più realistica possibile. Non è detto che ci sia incesto.
 
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Ryo Saeba

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CAPITOLO 2

Mi sveglio e come tutte le mattine preparo la colazione per me e Carlo, solo che questa mattina il dormiglione non s’è ancora alzato, vado a chiamarlo, apro la porta della sua camera e trovo Carlo ancora addormentato con solo le mutande addosso e il cazzo duro che gli esce di fuori. Per un attimo mi blocco shockata, ma torno in me e mi rendo conto che è normale per un ragazzo trovarsi al mattino in quello stato, decido di coprirlo col lenzuolo e poi gli do una scrollata per svegliarlo.

Dopo aver fatto le solite quattro chiacchiere con mio figlio mi preparo e corro a lavoro, prima di uscire mi ricordo di chiudere a chiave la mia stanza, mentre lo faccio ho un flash del suo pene duro visto poco prima e mi ritrovo a pensare che ha un bell’arnese, salvo poi ricordarmi che è mio figlio e sentirmi in colpa dandomi della stupida.

Arrivata a lavoro non faccio in tempo ad entrare in ufficio che la mia segretaria mi si para davanti e mi dice “Giulia, il grande capo vuole vederti subito”, ci guardiamo negli occhi e poi aggiunge a bassa voce “auguri”. Già, gli auguri temo siano proprio necessari, cosa vorrà da me? Da quando è arrivato ho ricevuto sue comunicazioni solo tramite email e alle riunioni di gruppo, spero non voglia darmi altro lavoro che è la volta buona che mi licenzio.

Mi stringo nelle spalle, vado verso il suo ufficio e con passo un po’ agitato entro nell’anticamera dove mi accoglie la sua segretaria, che mi fa cenno di poter entrare. Appena dentro non faccio in tempo a dire una parola che vengo travolta dal suo entusiasmo “Giulia, diamoci pure del tu. Immagino ti starai chiedendo il perché di questo incontro, molto semplice, ho bisogno di te”. Wow, dritto al punto e mister so tutto io avrebbe bisogno di me? Per fare cosa? “In queste due settimane ho apportato dei cambiamenti come ben sai e ho studiato un po’ tutti i dipendenti per creare una riorganizzazione anche nei ruoli. Dalle informazioni che ho raccolto mi sono convinto che tu sei la persona giusta per aiutarmi a cambiare questa società, sei qui da molto tempo e tutti apprezzano le tue qualità, non solo quelle lavorative”, dopo aver detto questo mi ha fatto uno strano sorriso e poi ha ripreso “quello che voglio proporti è di fare squadra con me e aiutarmi con la tua esperienza a capire come migliorare la società, ci stai?”, rimango interdetta e praticamente ho smesso di ascoltarlo quando ha parlato delle mie qualità non lavorative, cosa intendeva? E poi quel sorriso… “allora, accetti la mia proposta?”, mi risveglio dai miei pensieri e riesco a dire solo “si”.

Sono passate due settimane dal mio avanzamento di carriera, adesso lavoro fianco a fianco con Giorgio, il grande capo, e nonostante i miei pregiudizi iniziali devo dire che è in gamba, anche se c’è qualcosa di lui che mi inquieta sempre, a volte pare ti stia spogliando con gli occhi, ma poi cambia subito atteggiamento e diventa serissimo.

Per festeggiare l’approvazione del progetto a cui abbiamo lavorato in queste due settimane Giorgio mi ha invitata a cena in un ristorante di gran classe, quindi sono uscita un’ora prima per poter fare alcuni acquisti e adesso finalmente sono a casa. Appena entro vado verso la stanza di Carlo per dirgli che sono tornata, ma sento che sta parlando con qualcuno, allora faccio che andare via, ma quando sento “tua mamma se la vorrebbero scopare tutti, dai non è possibile che non abbia un uomo” mi blocco e resto ad ascoltare, era la voce di Alex, un compagno di classe di Carlo, spesso viene da noi e si chiude in stanza con Carlo a giocare alla play.

“Non so se si vede con qualcuno, lei dice di stare bene da sola, poi a te non piacevano tettone? Mia madre ha solo una terza” dice Carlo, ma subito Alex ribatte “scherzi? Tua madre è uno schianto, si, non ha le tette enormi, ma hai visto che culo? Bello grosso, ma anche sodo. E poi si vede che è una a cui piace scopare, sicuro scopa con qualcuno e tu non sai niente”, Carlo allora decide di buttare la palla nel campo avversario “e a tua madre non piace scopare? Dici sempre che senti scopare i tuoi la sera”, adesso Alex si mette sulla difensiva “ultimamente lo fanno meno e poi… dai adesso però torniamo a giocare alla play”. Carlo nota che l’amico è stranamente a disagio, solitamente quando si parla di sua mamma va avanti per ore.

Entro nella mia stanza con una gran confusione in testa, non pensavo che dei ragazzini potessero avere certi pensieri sulle loro mamme e poi da cosa si vedrebbe che mi piace scopare? Non vedo un uomo da parecchio, e forse sarebbe anche il caso di trovarmi qualcuno. Devo trovare il modo di parlare con Carlo, ma forse è meglio prima chiedere un consiglio a mia sorella, d’altronde lei ha 3 figli maschi e magari può darmi una mano. I discorsi dei ragazzi mi hanno un po’ eccitata però, meglio farmi una doccia e prepararmi per la serata con Giorgio.

Come andrà la cena? Come si dovrà comportare Giulia col figlio e l'amico? Se avete consigli, spunti per continuare o esperienze da condividere scrivetemi.
 
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Ryo Saeba

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CAPITOLO 3

Questa doccia mi serviva proprio, ora vediamo cosa mettermi, non amo particolarmente i vestiti e ancora meno i tacchi, ma visto il tipo di locale sarò costretta ad indossarli. Per fortuna ho trovato sia il vestito che l’intimo adatto nello stesso negozio, così mi sono evitata mille giri, ma adesso che me lo vedo meglio addosso non mi piace molto, troppo corto e le spalle troppo scoperte, non vorrei mettere strane idee in testa a Giorgio. Potrei mettermi quel vestito comprato anni fa e mai messo, ma si, vediamo se lo trovo, eccolo. Chiaro, lungo e con le spalle coperte, anche se c’è una vistosa apertura sulla schiena, e mi sa che mi va anche stretto, uff, così si vede sia il reggiseno blu abbinato all’altro vestito che il segno dello slip visto che stringe. Cosa faccio? Per mettere questo vestito dovrei indossarlo senza reggiseno e senza slip. Certo non lo noterebbe nessuno, per fortuna il seno è ancora tonico e sicuramente nessuno andrà a guardare cosa c’è sotto il vestito. Ok, facciamo questa pazzia, niente intimo.

Si, penso di aver fatto bene, a parte l’assenza dell’intimo il vestito sta benissimo e non è eccessivo, era tanto che non mi preparavo con così tanta cura, vediamo cosa ne pensano i due ragazzini arrapati.

Grido: “Hey c’è qualcuno in casa?”, appena i due escono dalla stanza e mi vedono restano praticamente di stucco, Alex non riesce a trattenersi e spara un “che figa”, salvo poi aggiungere “scusi signora”, io sorrido e benevolmente gli dico che non ha bisogno di scusarsi e che ho apprezzato il complimento. Carlo è invece rimasto in silenzio, al che gli dico “Carlo, non dici niente? Sto male?”, come se le mie parole l’avessero svegliato da un sonno ecco che Carlo ritorna in sé e risponde “no no, mamma sei bellissima e che non ti avevamo sentita rientrare e adesso vestita cosi sei uno spettacolo, dove devi andare? Hai una riunione di lavoro?”. “Questa sera esco con Giorgio, il nuovo capo di cui ti ho parlato, mi ha invitata in un ristorante di classe per festeggiare un successo lavorativo e quindi ho pensato di rendermi presentabile, ci sono riuscita?”, i due annuiscono e mi fanno altri complimenti, poi Alex aggiunge: “signora allora se lei stasera non c’è Carlo può venire a stare da me? Così continuiamo a fare i compiti…”, non credo minimamente alla storia dei compiti, ma do il via libera a Carlo, mentre intanto suona il citofono, vado ad aprire e mi sento gli occhi di entrambi i ragazzi attaccati al culo, che in coro a bassa voce dicono “mamma mia”. Sorrido e scendo.

Appena scesa mi viene incontro Giorgio con delle rose, è vestito di tutto punto, e mentre mi viene incontro mi soffermo a pensare che è veramente un bel ragazzo, forse un po’ troppo impostato, alto, capelli corti, mascella forte, niente barba, fisico sportivo, se non ricordo male aveva fatto nuoto agonistico alle superiori. Prendo le rose, saliamo in macchina e Giorgio continua a riempirmi di complimenti e occhiate a tutto tondo, penso di aver scelto il look giusto.

Il ristorante è splendido e il servizio impeccabile, il cibo squisito e di vino ne scorre fin troppo, la serata passa velocemente, si parla poco di lavoro e tanto di noi. Non pensavo di avere così sintonia con un ragazzo di 14 anni in meno di me, lui è sicuramente molto sicuro di sé e questa sera mi pare proprio che ci stia provando, anche se devo ammettere di non essere particolarmente lucida, l’ultimo bicchiere probabilmente l’avrei dovuto evitare.

Usciamo dal ristorante, io ormai rido senza motivo, lui invece pare decisamente più sobrio, mi chiede di fare una passeggiata, anche per smaltire un po’ di alcol, prima di accompagnarmi a casa, ed io accetto. Ad un certo punto ci sediamo ed io, forte dell’alcol bevuto, lo guardo negli occhi e decido di fargli una domanda, che probabilmente da sobria non gli avrei fatto “Giorgio, quando mi hai convocata nel tuo ufficio, mi hai detto che tutti apprezzano le mie qualità, non solo lavorative. Quali sono le mie qualità non lavorative che tutti apprezzano?”, Giorgio preso alla sprovvista mi guarda per un attimo e poi mi dice “beh mi riferivo al tuo carattere, sei una donna decisa, pratica, pronta a tutto”, io lo guardo in silenzio e allora aggiunge “perché? Tu a quali qualità pensavi mi riferissi?”, a quel punto io balbetto qualcosa e lui ancora “si, è vero, anche il fatto che sei una bella donna, con un culo spettacolare e che tutti vorrebbero scoparti è una qualità”, io sto per ribattere, ma non ne ho il tempo perché lui mi bacia.

Faccio resistenza per pochi secondi e poi mi lascio andare ad un bacio caldo ed intenso, le nostre lingue danzano per un tempo indefinito e le mani di Giorgio cercano di infilarsi sotto il vestito. Io però lo fermo e dico di riaccompagnarmi a casa.

Non so cosa mi sia preso, sarà che sta succedendo tutto troppo in fretta e non sono pronta o che forse è meglio evitare di mischiare lavoro e rapporti privati, sta di fatto che tra una riflessione e l’altra arriviamo sotto casa mia.

Giorgio sta per parlare, ma a questo punto decido di gettare il cuore oltre l’ostacolo e sono io a baciarlo, un bacio furioso, gli levo la giacca e parzialmente la camicia e comincio a baciargli il petto, poi lui mi rovescia sul mio sedile e mi scopre il seno, comincia a baciarmi i capezzoli e mi dice che sono settimane che sognava di farlo, intanto mi infila una mano sotto il vestito, si ferma ed esclama: “ma sei senza mutande!”. Io mi metto a ridere e dico “ti dispiace?”, e lui “direi proprio di no”. Continua a dedicarsi ai miei capezzoli e sta per infilarmi un dito nella figa, quando lo fermo e gli dico: “aspetta, mio figlio è dal suo amico, ho la casa libera, saliamo?”. Lui: “ti scoperei anche in strada, andiamo”. Rido, intanto ci ricomponiamo e saliamo in casa con l’eccitazione a mille.
 
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Ryo Saeba

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Non vedo l'ora di sentire il continuo, magari con tuo figlio o l'amico che vi becca

E' un racconto di fantasia, sono un uomo :) Scrivo in prima persona interpretando una donna perchè la maggior parte dei racconti sono dal punto di vista maschile, mi piaceva fare qualcosa di diverso dal solito.
 
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Ryo Saeba

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CAPITOLO 4

Mi sento su di giri, mi pare di essere tornata indietro nel tempo, prendiamo l’ascensore e limoniamo come due ragazzini, sento le sue mani ovunque sul mio corpo e anche io non manco di toccarlo dappertutto. Le sue mani si concentrano però soprattutto sul mio lato B, me lo sta letteralmente impastando, allora decido anche io di tastare il suo e devo ammetterlo: ha delle chiappe d’acciaio.

Entriamo in casa avvinghiati l’uno all’altra, tutte le luci sono spente, ci buttiamo sul divano e continuiamo a baciarci e toccarci, ho la figa che è un lago, io ho ancora il vestito addosso, mentre lui ha solo più i pantaloni con un evidente bozzo all’altezza del cavallo. Vorrei portarlo in camera da letto, ma lui mi ha già alzato il vestito e mi sta divinamente leccando la patatina, non riesco a controllarmi, gli dico che è un dio, che mi sta facendo godere e proprio mentre raggiungo l’orgasmo mi comincia a leccare il buchetto del culo, io sono senza forze e lo lascio fare, poi si ferma e dice “amo il tuo culo, lo leccherei per ore, ma voglio scoparti”, io mi metto seduta sul divano e proprio in quell’istante vedo nella penombra del corridoio Carlo e Alex che mi fissano, cosa cazzo ci fanno qui???

Ci fissiamo per qualche istante, io sono sorpresa e incazzata allo stesso tempo, mi sento violata nella mia intimità, cosa avranno visto? Non credo molto, visto che c’era la spalliera del divano a coprire la loro visuale. Mentre faccio questi pensieri, vedo che Giorgio si sta togliendo i pantaloni, gli dico di fermarsi, che devo andare un attimo al bagno, nel frattempo faccio scendere il vestito a coprirmi il pube e vado verso il corridoio. A bassa voce e rossa in viso: “Cosa diavolo ci fate qua??? Perché non avete detto di essere a casa???”, Alex prende la parola “Scusi signora è che abbiamo fatto tardi a giocare alla play e abbiam pensato di ordinare delle pizze qui, abbiamo ancora i cartoni di là, è vero!”, sembra davvero mortificato e anche Carlo aggiunge “si si, mamma è vero, poi non ti abbiamo sentita rientrare e quando siamo venuti qua ti abbiamo vista, ma non l’abbiamo fatto apposta”. Mentre parlano mi accorgo che entrambi hanno chiaramente il cazzo duro, si vede che la scena di prima li ha eccitati parecchio, allora chiedo: “Da quanto tempo ci stavate guardando?”, Carlo sta per rispondere, ma Alex lo anticipa e dice “pochi secondi, non abbiamo visto niente, ci scusi ancora”.

A questo punto non so cosa fare, non posso certo scopare con mio figlio e il suo amico in casa, col rischio che vengano di nuovo a spiarmi e non posso neanche mandare via Giorgio così. Cerco di sorridere e dico “Va bene ragazzi, non preoccupatevi, adesso però andate in camera di Carlo, che saluto il mio capo e vado a letto anche io che è tardi”, i due vanno verso la camera, sempre a cazzo duro ed io entro in bagno.

Eccomi davanti allo specchio, il vestito un po’ sgualcito, il trucco regge ancora, i capelli un disastro, li sistemo un po’ e intanto penso a cosa fare con Giorgio. Io ho goduto e non è giusto lasciarlo andare cosi, ma non posso scoparci. Esco dal bagno e avvicino l’orecchio alla porta dei ragazzi:

Alex: “Hai visto che roba??? Te l’avevo detto che tua madre scopava con qualcuno, addirittura col suo capo, dimmi adesso se non è una a cui piace scopare”, Carlo ribatte “avrà bevuto, non ha mai portato uomini a casa e poi comunque non c’ha fatto sesso!”, Alex tutto eccitato “solo perché ci ha visto, avremmo dovuto nasconderci e avremmo visto una grandissima scopata, chissà adesso che stanno combinando”, Carlo decide di chiudere la discussione con un pizzico di rabbia “non ti deve interessare cosa fa mia madre, adesso andiamo a dormire”. Se avevo ancora qualche dubbio, dopo aver ascoltato le parole di Alex e Carlo non ne ho più, non posso scopare con Giorgio.

Torno nel salone, Giorgio è seduto sul divano nudo col cazzo in mano, e mi chiede se c’è qualcosa che non va, allora io gli dico che non me la sento di fare sesso stasera, che non voglio correre troppo, lui dice che non c’è problema, ma è chiaro che, a sentire queste parole, rimane molto deluso. Sta per alzarsi per rivestirsi quando decido di ricambiargli almeno il favore, “resta seduto e rilassati”, mi inginocchio sul tappeto in modo da essere coperta da eventuali spiate, mi abbasso il vestito e gli dico “ti piacciono anche le mie tette o solo il mio culo?”, intanto gli afferro saldamente il cazzo con la mano e lui “tu mi piaci tutta e un giorno mi piacerebbe dimostrartelo”. Continuo con la sega, ha un cazzo bello da vedere, non grosso, ma sembra perfetto, decido di assaggiarlo, prima gli do dei piccoli bacetti e poi quando l’ho fatto soffrire abbastanza prendo la cappella in bocca e comincio un pompino magistrale, era da parecchio che non ne facevo, spero di non aver perso il tocco. Lui continua a farmi complimenti e a toccarmi quando capisco che sta per raggiungere il limite e gli dico “sborrami sulle tette”, lui non se lo fa ripetere due volte e con un urlo mi scarica un sacco di sborra sulle tette. Gli do un bacio sul cazzo e prendo delle salviettine, intanto mi chiedo se i ragazzi hanno sentito l’urlo di Giorgio. Congedato Giorgio vado finalmente a letto, che serata.
 
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Ryo Saeba

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CAPITOLO 5

Saranno passate un paio d’ore da quando mi sono addormentata, ma vengo svegliata dai fortissimi rumori di un temporale, sembra una di quelle tempeste che durano un’oretta e poi si placano. Mentre fuori imperversa la tempesta ripenso alla serata appena passata, ho un po’ di mal di testa, forse non avrei dovuto bere così tanto, ma questa serata sembrava magica. Io, lui, un locale stupendo, non pensavo fosse veramente interessato a me, forse per la differenza d’età o forse perché è troppo tempo che non uscivo con un uomo. Adesso però come devo comportarmi a lavoro? Non voglio che quello che è successo stasera cambi la mia situazione lavorativa e men che meno voglio che i colleghi sappiano anche minimamente del nostro rapporto. Forse è stato meglio non andare fino in fondo e forse è il caso di chiuderla qui. Mentre faccio tutti questi pensieri prendo il cellulare per vedere che ore sono e mi accorgo che c’è un messaggio whatsapp di un’ora fa, “E’ GIORGIO” dico ad alta voce, eccitata come una ragazzina: “Giulia, stai già dormendo? Perché io non riesco proprio a prendere sonno, continuo a pensarti. Stasera sei stata fantastica. Anzi, lo sei sempre. Ho ancora voglia di te”, mi ha mandato anche una foto. Sto per cliccare per scaricare la foto, ma un tuono tremendo si abbatte sulla casa e poi sento Carlo ed Alex chiamarmi a gran voce.

Appena sento le urla dei ragazzi scendo immediatamente dal letto e corro in camera loro. La scena che mi si presenta è tragicomica, due ragazzi in mutande che cercano di tenere una finestra penzolante, con l’acqua che entra a fiumi. Mi soffermo un attimo a guardarli e devo dire che mentre Carlo sembra già un uomo, alto, robusto, anche se dovrebbe perdere qualche kg, e con un po’ di barba, Alex è il classico ragazzino, bassino, magrolino, senza quasi nessun pelo sul corpo. Mi accorgo di avere ancora il cellulare in mano, allora lo poso sul comodino di Carlo e vado a dare loro una mano.

Dopo qualche minuto riusciamo finalmente a tirare nella camera la finestra, ma la pioggia ci ha completamente inzuppati e continua ad entrare, cosi dico ai ragazzi di andare tutti in salotto, proprio il salotto che poche ore prima ha visto protagonisti me e Giorgio. Mentre andiamo verso il salotto noto che Carlo e Alex mi guardano con insistenza il seno, cosi abbasso lo sguardo e vedo che le mie tette sono completamente esposte, infatti la camicia da notte è fradicia e non copre più niente. Sto per dire qualcosa ma poi mi accorgo che i due ragazzi sono di nuovo a cazzo duro e per evitare nuovi imbarazzi non dico niente e vado in camera mia a mettermi qualcosa addosso.

È notte fonda, la camera di Carlo è inagibile, quindi dovremo arrangiarci tra camera mia e il divano, il divano è troppo piccolo per ospitare due persone, quindi nel mio letto matrimoniale o dormiamo io e Carlo, come quando lui era piccolo, oppure lo lascio ai ragazzi ed io mi aggiusto sul divano. Decido di lasciare il letto matrimoniale ai ragazzi, ma Alex non è di questa idea: “No, signora, non possiamo farla dormire sul divano. Anche mio padre ci dorme diverse volte quando litiga con mia madre e il giorno dopo a stento riesce a camminare, possiamo stringerci io e Carlo, non si preoccupi”, Alex ha ragione sulla scomodità del divano, ci ho dormito anche io qualche volta e il giorno dopo la schiena era a pezzi, però non possono stare in 2 qua sopra, è veramente troppo piccolo, “no Alex, apprezzo il tuo gesto, ma non posso farvi stare in 2 qua sopra, e poi la schiena farebbe male a me come farebbe male a voi”, allora Alex ribatte “beh, ma perché non dormiamo tutti e 3 nel letto matrimoniale? Lo spazio c’è, io e lei siamo piccolini, Il grosso dello spazio se lo prenderebbe Carlo, ma sono sicuro che ci staremmo”.

A questa proposta rimango interdetta, non posso farli dormire sul divano e l’idea di dormirci io non mi alletta per niente, d’altra parte però dopo quello che è successo non credo sia una buona idea condividere il letto. Carlo capisce che sono in difficoltà e mi viene in soccorso “Dai Alex non fare la bambina, noi veri uomini possiamo dormire anche per terra, che vuoi che sia una notte sul divano? Grazie mamma, ma il letto è tuo ed è giusto che ci dormi tu, noi possiamo mettere dei cuscini sul divano e poi è solo per poche ore”. Appena sento le parole di Carlo tutti i dubbi svaniscono, faccio un grande sospiro e poi tutto d’un fiato dico “Va bene ragazzi, dormiamo tutti e 3 nel lettone”. Alex e Carlo non possono credere alle loro orecchie e in effetti neanche io riesco a credere a quello che ho detto, ma il discorso di Carlo mi è sembrato cosi maturo che ho rimosso tutti gli eventi precedenti. Spero di non dovermene pentire.

Per calmare i bollenti spiriti però metto subito in chiaro: “Ragazzi così però a letto non venite, vi dovete mettere il pigiama”, Carlo “ma, mamma si muore dal caldo”, allora io sorridendo “preferisci dormire sul divano… da solo?” a far intendere che avrei dormito da sola con Alex, Carlo allora subito ribatte “il pigiama non è un problema”, a questo punto Alex però “per me invece è un problema, non ce l’ho dietro, posso dormire in mutande?”, Alex pensa di essere più furbo di quello che è, infatti lo fulmino subito dicendo “te ne presta uno Carlo, anche se ti starà grande, per questa notte andrà bene”.

I ragazzi vanno in camera di Carlo a mettersi il pigiama, io vado in camera mia e indosso anche io un pigiama, mentre sto per chiamarli mi ricordo di aver lasciato il cellulare sul comodino di Carlo, quindi dico loro di aspettarmi in camera e vado a prendere il cellulare, subito compare la foto del cazzo di Giorgio, è in piena erezione, vuol dire che si stava segando pensando a me, ma chi ha scaricato la foto? Ricordo bene di non averla scaricata, è stato Carlo o Alex? Quei 2 mi faranno impazzire.

Vado in camera da letto e vedo che stanno parlottando, li interrompo bruscamente “allora, di cosa si parla?”, subito Alex sorridendo “ci chiedevamo come metterci, vuole stare lei in mezzo?”, chiaramente stavano parlando di altro, ma effettivamente non ci avevo pensato prima, come ci sistemiamo?

- - - Aggiornato - - -

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Sarebbe eccitante se fosse in mezzo e durante la notte sente L'erezione di Alex contro il culo e le mani di giorgio involontariamente sulle tette
 
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Ryo Saeba

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Io una volta spiando mia mamma in bagno ho sborrato davvero per terra. Di corsa a pulire prima che uscisse. Per fortuna non é successo niente
 
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Ryo Saeba

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Io una volta spiando mia mamma in bagno ho sborrato davvero per terra. Di corsa a pulire prima che uscisse. Per fortuna non é successo niente

L'idea del mio racconto è di scrivere qualcosa di realistico, di plausibile, il fatto che a te sia successo veramente mi fa piacere perchè vuol dire che ci sto riuscendo :)
 

redig

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Complimenti [MENTION=281402]Ryo Saeba[/MENTION]; ! Racconto molto coinvolgente ed eccitante e scritto bene. Spero proprio di leggere il seguito, quando riesci.
 

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