Racconto di fantasia Tradimento in vacanza in Calabria

D

Dave35

Guest
Il mare ha sempre rappresentato una delle mie passioni più grandi: sono innamorata del sole e delle acque cristalline. In netto contrasto, mio marito non ne condivide l'entusiasmo; evita la spiaggia e predilige trascorrere il tempo in un bar, lontano dalla sabbia, immerso nella lettura del giornale.
Quest'anno ho deciso di trascorrere l'estate in Calabria, attratta sia dalla convenienza che dalla magnificenza delle sue coste. Come consuetudine annuale, ho affittato un lettino e un ombrellone. Accanto a me, sotto un altro ombrellone, c'erano due donne, circa della mia età, accompagnate dai loro bambini. Devo ammettere che inizialmente non ero entusiasta della loro presenza, dato che i piccoli possono essere rumorosi e io adoro la tranquillità. Dall'accento, intuii che erano locali e, essendo domenica, immaginai che fossero abituate a trascorrere le domeniche al mare.
Dopo qualche ora, un uomo sui sessanta si è avvicinato al loro ombrellone. Era equipaggiato con maschera, pinne, un pugnale e una rete piena di ricci di mare. I bambini e le donne esplodero in esclamazioni di gioia: "Ecco nonno con i ricci di mare! Evviva!". L'uomo, imponente nella statura e completamente calvo, aveva un aspetto affascinante. Mentre cercava di placare l'entusiasmo dei bambini che volevano assaporare i ricci, si è seduto, trovandosi di fronte a me. Notando la mia presenza, mi ha osservato attentamente. Devo dire che non sono rimasta indifferente: ho sempre trovato affascinante l'attenzione degli uomini più maturi e lui aveva un certo fascino.
Guardandomi negli occhi, chiese ai suoi nipoti di rimanere tranquilli e di non disturbarmi. Gli risposi con un sorriso, cercando di rassicurarlo che non mi davano fastidio, sebbene internamente non fosse proprio così. Con le sue mani robuste e callose, aprì con destrezza uno dei molluschi e lo offrì a uno dei nipoti. Fece lo stesso per gli altri due nipoti e per le loro madri. Notando il mio sguardo fisso sulle sue mani, si scusò e mi offrì uno dei molluschi. Declinai l'offerta, spiegando che non avevo mai assaporato quel tipo di cibo e non ero certa su come mangiarlo. Lui, in modo rassicurante, ne aprì uno per me. Vedendo la mia esitazione nel prenderlo, mi offrì gentilmente il suo aiuto, al quale acconsentii. Quando mi offrì il mollusco, un'impulsiva reazione fece sì che involontariamente accettassi in modo un po' inusuale. Mi resi conto dell'imbarazzo generale, specialmente il suo, anche se le sue figlie sembravano non aver notato nulla. Sorridendo maliziosamente, ci scambiammo uno sguardo che denotava una certa complicità.

Verso mezzogiorno, le figlie si allontanarono dalla spiaggia, lasciando solo Antonio. Immediatamente, iniziò a farmi diverse domande alle quali risposi con piacere. Parlando di mio marito, gli indicai dove si trovava, sotto lo chalet, immerso nella lettura di un giornale. Spiegai che lui non era un grande amante del mare e preferiva approfittare delle mattine per riposare piuttosto che godersi l'aria fresca della spiaggia.
Dal canto suo, Antonio mi raccontò che amava trascorrere le prime ore del giorno in barca, lontano dalla costa, e talvolta immergersi alla ricerca di ricci di mare. Scherzosamente, fece un commento riguardo al riccio che avevo "così apprezzato". Infine, mi offrì la possibilità di unirsi a lui per un giro in barca il giorno successivo. Accettai volentieri e concordammo di incontrarci sulla spiaggia alle 7 del mattino seguente.
La mattina, puntualissimo, mi ha aiutata a salire in barca, senza mancare di fare apprezzamenti su di me, lo ringraziai e remò fino a una scogliera dove si fermò in una piccola insenatura e guardandomi negli occhi, mi disse: “… ora ti faccio assaggiare un’altra specialità della zona...”; si tirò giù il costume rimanendo con il cazzo in bella vista, lo avvicinò alle mie labbra e me lo ficcò in bocca, glielo ciucciai con piacere fin, quando non si distese su di me e mi penetrò con la sua verga grossa. Mi scopò con tale decisione che urlai ad ogni suo affondo e fino a quando non mi ebbe riempito la figa della sua calda sborra. Dopo esserci data una sistemata, ritornò a riva dove cominciavano ad arrivare i primi bagnanti. Rimasi veramente soddisfatta fino alla mattina seguente, quando mi scopò su di un tavolo che stava nel magazzino del bar. Divenne un appuntamento fisso per qualche giorno, poi mi disse che le figlie sarebbero partite il giorno successivo e che potevo andare a casa sua.
A quel punto ero stanca di quelle sveltine, volevo godermelo a dovere quel maschio e così decisi di raccontare tutto a mio marito che, per l’eccitazione, non resistette alla tentazione di farsi fare un pompino con ingoio che tanto gli piace.
Ad Antonio raccontai che mio marito sarebbe stato fuori tutto il giorno successivo e che quindi potevo essere sua per tutta la giornata.
Il giorno seguente, a casa di Antonio, mi presentai vestita con una mini elasticizzata rossa e un top dello stesso colore. Antonio non resistette alla tentazione e stringendomi a lui mi fece sentire tutta la consistenza del suo cazzo e le intenzioni che aveva. Mi lasciai stringere a lui e mi strusciai contro il suo membro duro che nel frattempo era uscito dall’accappatoio svettando fiero tra le cosce, avevo una voglia matta di essere presa. Glielo presi in mano e lo segai con dolcezza, mentre lui infilò le mani sotto la minigonna e quando si accorse che ero nuda sotto, mi sussurrò che al solo pensiero che qualcuno avrebbe potuto vedermi così combinata da zoccola lo faceva impazzire. Mi ritrovai stesa a pecora sul tavolo con lui che mi montava da dietro, spingeva forte e continuava a darmi della zoccola, ebbi non so quanti orgasmi prima che si decise a mollare la presa per farselo prendere in bocca, dopo quell’aperitivo finimmo a letto dove mi fece impalare su di lui di schiena e mentre mi faceva andare su e giù sul suo cazzo, continuava a schiaffeggiarmi le chiappe fino a farmele diventare rosse. Infine per la prima volta da quando scopavo con lui mi fece il culo inondandolo di una copiosa sborrata.
Tornata a casa, raccontai al mio cornuto tutto quello che era successo nei minimi particolari, come mi aveva trattata, come mi aveva presa. Si eccitò così tanto che se lo tirò fuori e se lo segò da solo fino a venire in pochi secondi e mentre lo faceva, mi supplicava di farmi fottere ancora da quel vecchio porco.
Il giorno seguente venne con me in spiaggia e rimase a parlare con Antonio da buon vicino di ombrellone, quando mio marito Marco andò a fare il bagno, Antonio mi confidò che era arrapante l’idea di stare lì a parlare con mio marito, quando lui mi aveva fottuta per giorni. Gli sorrisi e gli annunciai che lo avrebbe potuto fare ancora se fosse stato solo a casa perché Marco sarebbe andato via per un paio di giorni. Mugugnò di soddisfazione alla notizia e quando mio marito ritornò dopo aver fatto il bagno, Antonio ci invitò al bar a prendere un aperitivo. Allo chalet stavamo seduti al tavolo e Antonio continuava a strusciarsi a me, approfittando della tovaglietta del tavolo abbastanza lunga, infilai la mano sotto al tavolo e gli presi il cazzo, era duro come il travertino e lo segai fino a farlo sborrare, lo fece con una veemenza impressionante, dovuta all’eccitazione della presenza di mio marito che faceva il distratto. Ad un certo punto mio marito si alzò, si scusò e disse che non ce la faceva più a stare a quelle temperature, doveva tornare al residence. Appena si allontanò tirai fuori la mano imbrattata di sperma e la leccai davanti allo sguardo di Antonio che mi disse: “…lo sai che sei una gran puttana? E, se continui così mi farai venire un infarto, ma domani ti farò vedere io quello che ti combino…”.
Ero curiosa di vedere cosa mi avrebbe combinato, impaziente come una verginella al primo incontro d’amore attesi il giorno seguente. Arrivai a casa di Antonio vestita con una maglietta scollata e corta in vita senza reggiseno sotto e una minigonna di jeans. A casa di Antonio mi avvinghiai subito a lui vogliosa senza rendermi conto che sul divano c’era seduto un altro uomo, che rivolto all’amico Antonio disse: “…però, ti tratti bene… le puttanelle che ti fai tu le scegli giovani, bone, sposate e arrapate come cagne…”. Volevo andare via, ma mi fermò dicendomi: “… dove scappi, vieni qua, abbiamo tutta la notte per divertirci tutti e tre insieme…”. Gli dissi che non volevo, ma lui mi costrinse a baciare in bocca il suo amico che mi toccava dappertutto nonostante io mi dibattevo dicendo che non volevo farlo con lui e più mi dimenavo, più sentivo che il cazzo gli diventava duro. In realtà volevo e come che mi scopassero in due, ma volevo farli arrapare ancora di più per farli diventare più aggressivi più violenti. Infatti, mi ritrovai completamente nuda tra quei due energumeni che mi violentarono letteralmente. Fu una notte di fuoco mi scoparono insieme e singolarmente in tutti buchi e mi riempirono di sborra in ogni dove. La mattina al risveglio l’amico di Antonio mi ha scopata di nuovo e ha voluto che bevessi tutta la sua abbondante e sostanziosa sborrata.
Sono tornata da mio marito che ero ancora tutta piena del seme di quei vecchi porconi che mio marito ha annusato prima di scoparmi anche lui dopo il racconto della notte trascorsa con i due maialoni.
Dopo quella notte non ho più rivisto i due fino al giorno della mia partenza che è avvenuta tre giorni dopo, durante i quali quel cornuto di mio marito ha continuato a chiedermi di ripetergli nei particolari quello che era accaduto e di segarlo.

PS: Grazie per aver letto questo racconto. Se avete voglia di condividere le vostre idee o esperienze per racconti futuri, non esitate a contattarmi in privato.
 

Top Bottom