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<blockquote data-quote="Grandel" data-source="post: 19852725" data-attributes="member: 291303"><p><strong><strong><span style="font-size: 22px">Un Lavoro particolare</span></strong></strong></p><p></p><p></p><p></p><p>Dopo qualche anno nel “suo” settore Laura era abbastanza conosciuta e per i pochi che ancora non la conoscevano spesso Mr. Wolfe la segnalava o le segnalava potenziali clienti.</p><p></p><p>Fu cosi che un giorno ricevette una lettera, scritta magnificamente a mano dalla Baronessa Laura Von Zicker dove, insieme alle solite frasi di rito e alla descrizione del come era arrivata a lei, veniva invitata presso la sua dimora a Vienna per un “expertise” un pochino particolare. La Baronessa voleva una stima di una collezione più che centenaria di fotografie, passione di famiglia, risalenti dalla fine del 1800 fino a circa gli anni ’70 del secolo scorso. Nonostante non fosse proprio quello il ramo di sua competenza la cosa la incuriosiva non poco. Per diversi motivi.</p><p></p><p>La segnalazione era stata fatta esplicitamente dallo Svizzero e già questo poteva essere occasione non banale, ma inoltre, da rapide ricerche fatte, Laura trovò diverse informazioni interessanti sulla famiglia Von Zicker. La Baronessa era l’ultima discendente di questa nobile casata asburgica che negli ultimi 300-400 anni aveva contribuito a scrivere la storia della capitale asburgica in diversi settori, militare, artistico, finanziario e non ultimo in quello filantropico. Non tante le informazioni ma abbastanza sicure e certe che si trattava di una delle famiglie meglio inserite nei mutamenti avvenuti negli anni della storia e per questo ancora impegnate a scriverla questa storia. Anche se in maniera meno evidente del passato, quasi timidamente ma senza dubbio con grandi risultati.</p><p></p><p>Accettò senza neanche pensarci troppo, la curiosità e una nuova opportunità furono le leve.</p><p></p><p>L’incontro e l’attività di consulenza si svolsero nella tenuta Von Zicker, una villa settecentesca immersa in un vasto parco sulle colline poco distanti dalla capitale austriaca. La baronessa, una splendida sessantenne, la accolse con semplicità ma con classe, chiedendole fin da subito di accorciare le distanze fra di loro e quindi di passare al Tu e di lasciare i mille formalismi fra Cliente e Consulente fuori da quella splendida casa.</p><p></p><p>Il lavoro. Si trattava, le spiegò la Baronessa, di valutare la collezione di famiglia, un archivio forse meglio come descrizione. La fotografia era stata ed era tuttora la grande passione di famiglia. Fin dai primi momenti in cui nacque questa arte i Von Zicker ne avevano sposato la teoria e la pratica. Centinaia, migliaia di foto costituivano parte del patrimonio e costituivano parte dell’attività filantropica che ancora Laura V. Z. portava avanti. Alcuni dei “ritratti” dei reali, come dei costumi dell’Austria di fine secolo erano stati scattati dalle mani dei suoi antenati. Fotografie che erano nei libri di storia, fotografie che in alcuni casi erano diventate vere e proprie icone e che ancora testimoniavano quanto conosciamo.</p><p></p><p>Non erano però queste le foto che la Baronessa voleva sottoporre al lavoro di Laura.</p><p></p><p>Accanto alle foto pubbliche c’era un vasto, vastissimo archivio di foto private, fotografie che costituivano una branca della passione dei Von Zicker: foto di nudi e oltre….</p><p></p><p>La Baronessa voleva una stima per poi poterle mettere sul mercato, un mercato particolare in previsione del fatto che lei era l’ultima Von Zicker e che nulla doveva essere ricondotto alla sua famiglia in un domani prossimo…</p><p></p><p>La raccolta comprendeva anche in questo caso migliaia di scatti. Ogni foto era catalogata per <em>data</em>, e si andava dal 1880 circa fino al 1970, <em>per categoria</em>, nudi artistici, nudi esplicitamente sessuali fino a quelli che si possono definire nudi pornografici e nudi per feticisti, <em>per tema</em>, mestieri, paesi, popoli, sport, ecc ecc. Per ogni foto c’era la sua storia, il formato definitivo con spesso alcuni provini a corredo e la pellicola originale o negativo come si vuol intendere.</p><p></p><p>Le foto erano tutte in bianco e nero e bianchi e neri erano anche i modelli e i personaggi che le costituivano. Donne di etnia caucasica e uomini di etnia africana. Questa era una costante, in tutte le fotografie.</p><p></p><p>L’archivio in se era ben fatto e la catalogazione ne rese semplice il lavoro. Quello che stupi Laura furono soprattutto altre costanti di tutta quella serie di immagini. Le Ragazze e le Donne erano tutte di una bellezza limpida, accecante perfino. Sicuramente fra le più belle mai viste. Gli uomini nella stessa maniera con una caratteristica che li distingueva dalla massa maschile conosciuta: le dimensioni del pene. Erano tutti superdodati e in maniera estremamente naturale. Nessun gioco a correggere al rialzo, si trattava di modelli con cazzi fuori dall’ordinario e le fotografie, da quelle più artistiche a quelle più peccaminose, lo mettevano in evidenza.</p><p></p><p>Laura non è mai stata una donna eccitata o per meglio dire troppo eccitabile con le immagini, ma in questo caso il vedere e ammirare il modo in cui arte ed erotismo, sesso e fisicità si fondevano non la lasciavano indifferente.</p><p></p><p>La Baronessa era sempre al suo fianco e serviva da aiuto per contestualizzare l’archivio ogni qualvolta servivano informazioni e dati per meglio catalogare e inventariare gli oggetti.</p><p></p><p>La Baronessa era anch’essa fotografa, come da tradizione e fu cosi che fra una pausa e l’altra del lavoro chiese a Laura, in funzione della sua evidente bellezza, se le sarebbe piaciuto posare per qualche scatto.</p><p></p><p>Domanda molto imbarazzante li per li. Imbarazzo che fu subito spazzato via quando le fu presentato il modello che al momento era al servizio. Si trattava del suo assistente personale, un ragazzo chiaramente di origini africane, dell’alto Egitto in particolare.</p><p></p><p>Il “lavoro” si modificò in brevissimo tempo. Giusto qualche minuto per andare in una stanza appositamente strutturata, uno studio vero e proprio.</p><p></p><p>Laura fu invitata a spogliarsi in un elegante camerino come altrettanto fece Lucas, l’assistente della Baronessa. Quest’ultima tutta eccitata da questa svolta fu subito lesta a preparare luci e ambientazione. Il set sostanzialmente.</p><p></p><p>Quando Laura si presentò a disposizione, la Baronessa le spiegò che aveva intenzione di terminare una serie di scatti che lei stessa aveva intitolato “Oggetti di piacere” e le propose di indossare un paio di manette classiche, di metallo, quelle più simili se non uguali alla realtà .</p><p></p><p>Lucas entrò in scena anche Lui e come da tradizione di quanto Laura aveva visto in tutti gli scatti era accompagnato da un cazzo che nella sua mente stimolava una sola parola: mostruoso. Era già in erezione e particolare non indifferente era in piena erezione, vincente contro la gravità nonostante le dimensioni.</p><p></p><p>Laura non riusciva a togliere lo sguardo da quell’oggetto, sembrava calamitata su quel bastone di carne, con lo sguardo, con il pensiero e con il desiderio.</p><p></p><p>La Baronessa fece sostanzialmente un’unica raccomandazione. Di essere i più naturali possibile in quello che modella e modello avrebbero fatto. Cioè quello che avrebbero voluto.</p><p></p><p>Il set era un divano e basta. Le luci posizionate a dovere e tutto era pronto.</p><p></p><p>Laura ottenne il permesso di indossare una mascherina in pelle per mantenere una certa riservatezza se le foto fossero uscite nel futuro, Lucas no. Il suo sguardo era anch’esso calamitato dal corpo di Laura, ma si leggeva nei suoi occhi il desiderio tipico maschile ma poco professionale…</p><p></p><p>E cosi fu, fu un set poco professionale. Dopo alcune foto iniziali dove la Baronessa suggeriva pose più o meno plastiche ecco che la voglia, il desiderio e la fame di femmina di Lucas presero il sopravvento.</p><p></p><p>Fu semplice il passaggio, la sua eccitazione non scendeva di un millimetro. Anzi. Nei momenti in cui i loro corpi erano a contatto Laura aveva percepito una durezza quasi inimmaginabile. Nell’aria si stavano diffondendo profumi e odori di eccitazione. Maschio e femmina si fondevano.</p><p></p><p>Lo ordino’, non lo chiese. Lucas ordinò a Laura di prenderglielo in bocca e lei lo fece, obbediente. Con le mani ammanettate dietro la schiena le veniva scomodo il pompino. Le dimensioni del suo cazzo erano davvero enormi. Lucas le prese la testa e mentre lei era inginocchiate iniziò a scoparla in bocca facendole mancare il respiro e causandole conati che poi si traducevano in saliva che usciva dalla bocca che subito quel cazzo riprendeva nel suo movimento fra le labbra. Lacrime di sforzo e di goduria scendevano lungo le guance di Laura. Un calore intenso e conosciuto si diffondeva fra le sue gambe. L’umido, il bagnato dell’eccitazione fu subito verificato dalle mani e dalle dita di Lucas. Due , tre, quattro dita andarono ad esplorarla senza gentilezza. Era un maschio che voleva una femmina e la voleva secondo le sue regole e le sue voglie.</p><p></p><p>Laura era una femmina che voleva quelle voglie e le voleva a quella maniera. Non se lo fece chiedere. Si inginocchiò accanto alla seduta del divano e guardando negli occhi Lucas gli disse “fuck me…”. Neanche un secondo dopo era dentro di lei, quasi tutto dentro di lei. La riempiva come poche altre volte qualcuno lo aveva fatto. Mai nessuno cosi grande e cosi duro contemporaneamente. Era un continuo. Subito dentro e subito forte.</p><p></p><p>Soltanto gli scatti della Baronessa rompevano i gemiti dei due. Gemiti di piacere e di dolore per entrambi. Laura venne in pochissimo, mentre Lucas si preparava ad una vigorosa spinta. Venne gridando, venne in senso liberatorio, venne per dimostrare che il piacere era più grande del dolore. Ma era solo all’inizio.</p><p></p><p>Luca la girò sulla schiena anche se le braccia ammanettate le dolevano per la posizione. Sali a cavalcioni sul suo viso e “lick my ass..” furono le parole che Laura senti prima di iniziare a muovere la lingua lungo il perineo e dentro al suo culo. La soffocava col suo peso, voleva sentirla con la faccia fra i suoi glutei, era per Lui il suo strumento di piacere.</p><p></p><p>In quella posizione Laura percepì allora una nuova presenza. La Baronessa in mezzo alla sue gambe aveva iniziato a leccarla e ad accarezzarla. Con un pochino più di delicatezza di Lucas ma sempre in modo intenso e voglioso. Sembrava voler bere tutto il nettare di Laura, tutto quanto Lei era in grado di produrre.</p><p></p><p>La lingua di Laura si spostava dalle palle al culo di Lucas. La lingua della Baronessa si spostava dal clitoride al culo di Laura. Sembravano andare insieme. Laura venne ancora, questa volta improvvisamente quando nella sua testa vide quel cazzo entrarle nel culo.</p><p></p><p>Era questo che voleva ed era questo che stava preparando la Baronessa. E fu questo che Lucas le regalò…</p><p></p><p>Questa volta entrò piano, non per bontà copulatoria ma perché le dimensioni lo facevano diventare faticoso l’ingresso. Colpo dopo colpo fu in Lei. Quello che fino ad allora Laura aveva conosciuto come sodomizzazione non era stato nulla al confronto. Qui si sentiva riempita totalmente, sentiva una massa dura e calda che si muoveva dentro di Lei. Sentiva il suo culo come centro di tutte le sue sensazioni….</p><p></p><p>Le braccia legate, le gambe piegate neanche esistevano più. C’era quel cazzo che la stava perforando e che le stava dando sensazioni mai avute prima. Dentro e fuori che poi era un fuori relativo. Andava avanti e indietro senza mai uscire, si muoveva in lei, prima piano e poi sempre più velocemente.</p><p></p><p>L’accelerazione del suo movimento e del suo respiro furono i segnali del suo godimento. Furono i segnali anche del godimento di Laura che venne per la terza volta insieme a Lucas, quando ne percepì il primo fiotto di seme caldo dentro il suo culo. Sembrava di essere fuori dal tempo e dallo spazio. Esistevano soltanto il suo cazzo e il suo culo. Ed erano il centro del piacere.</p><p></p><p>Dopo qualche spinta Lucas usci e Laura fece un sospiro….Insieme a quel cazzo sembrava fosse uscita una parte di Lei tanto si sentiva svuotata…</p><p></p><p>La Baronessa nel frattempo aveva ripreso la reflex e immortalava tutti i particolari che quella unione stava producendo. Il culo aperto di Laura con la sborra che le colava fuori, la sua figa bagnata ed eccitata ancora per l’esperienza vissuta… Il mascara colato oltre la maschera e che si fondeva con il resto del trucco oramai devastato dall’esperienza del sesso animale appena vissuta..</p><p></p><p>Proprio per questo Lucas fu invitato a “pulire” il viso di Laura. Ancora con la sua incredibile erezione in posizione attiva posizionò il suo cazzo vicino al suo viso e le scaricò addosso, dalla bocca agli occhi, dalle orecchie ai capelli, tutto un carico di calda urina.</p><p></p><p>Laura cercava di bere per non soffocare, ma ancora senza l’uso della mani legate era in balia della “forza” dell’uomo e della sua animalità .</p><p></p><p>Soltanto qualche minuto di riposo e a Laura fu concesso un bagno e una sistemata necessari.</p><p></p><p>A cena avrebbero discusso di questo set, dell’arte che avevano creato e dei programmi del giorno dopo…..</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Grandel, post: 19852725, member: 291303"] [B][B][SIZE=6]Un Lavoro particolare[/SIZE][/B][/B] Dopo qualche anno nel “suo” settore Laura era abbastanza conosciuta e per i pochi che ancora non la conoscevano spesso Mr. Wolfe la segnalava o le segnalava potenziali clienti. Fu cosi che un giorno ricevette una lettera, scritta magnificamente a mano dalla Baronessa Laura Von Zicker dove, insieme alle solite frasi di rito e alla descrizione del come era arrivata a lei, veniva invitata presso la sua dimora a Vienna per un “expertise” un pochino particolare. La Baronessa voleva una stima di una collezione più che centenaria di fotografie, passione di famiglia, risalenti dalla fine del 1800 fino a circa gli anni ’70 del secolo scorso. Nonostante non fosse proprio quello il ramo di sua competenza la cosa la incuriosiva non poco. Per diversi motivi. La segnalazione era stata fatta esplicitamente dallo Svizzero e già questo poteva essere occasione non banale, ma inoltre, da rapide ricerche fatte, Laura trovò diverse informazioni interessanti sulla famiglia Von Zicker. La Baronessa era l’ultima discendente di questa nobile casata asburgica che negli ultimi 300-400 anni aveva contribuito a scrivere la storia della capitale asburgica in diversi settori, militare, artistico, finanziario e non ultimo in quello filantropico. Non tante le informazioni ma abbastanza sicure e certe che si trattava di una delle famiglie meglio inserite nei mutamenti avvenuti negli anni della storia e per questo ancora impegnate a scriverla questa storia. Anche se in maniera meno evidente del passato, quasi timidamente ma senza dubbio con grandi risultati. Accettò senza neanche pensarci troppo, la curiosità e una nuova opportunità furono le leve. L’incontro e l’attività di consulenza si svolsero nella tenuta Von Zicker, una villa settecentesca immersa in un vasto parco sulle colline poco distanti dalla capitale austriaca. La baronessa, una splendida sessantenne, la accolse con semplicità ma con classe, chiedendole fin da subito di accorciare le distanze fra di loro e quindi di passare al Tu e di lasciare i mille formalismi fra Cliente e Consulente fuori da quella splendida casa. Il lavoro. Si trattava, le spiegò la Baronessa, di valutare la collezione di famiglia, un archivio forse meglio come descrizione. La fotografia era stata ed era tuttora la grande passione di famiglia. Fin dai primi momenti in cui nacque questa arte i Von Zicker ne avevano sposato la teoria e la pratica. Centinaia, migliaia di foto costituivano parte del patrimonio e costituivano parte dell’attività filantropica che ancora Laura V. Z. portava avanti. Alcuni dei “ritratti” dei reali, come dei costumi dell’Austria di fine secolo erano stati scattati dalle mani dei suoi antenati. Fotografie che erano nei libri di storia, fotografie che in alcuni casi erano diventate vere e proprie icone e che ancora testimoniavano quanto conosciamo. Non erano però queste le foto che la Baronessa voleva sottoporre al lavoro di Laura. Accanto alle foto pubbliche c’era un vasto, vastissimo archivio di foto private, fotografie che costituivano una branca della passione dei Von Zicker: foto di nudi e oltre…. La Baronessa voleva una stima per poi poterle mettere sul mercato, un mercato particolare in previsione del fatto che lei era l’ultima Von Zicker e che nulla doveva essere ricondotto alla sua famiglia in un domani prossimo… La raccolta comprendeva anche in questo caso migliaia di scatti. Ogni foto era catalogata per [I]data[/I], e si andava dal 1880 circa fino al 1970, [I]per categoria[/I], nudi artistici, nudi esplicitamente sessuali fino a quelli che si possono definire nudi pornografici e nudi per feticisti, [I]per tema[/I], mestieri, paesi, popoli, sport, ecc ecc. Per ogni foto c’era la sua storia, il formato definitivo con spesso alcuni provini a corredo e la pellicola originale o negativo come si vuol intendere. Le foto erano tutte in bianco e nero e bianchi e neri erano anche i modelli e i personaggi che le costituivano. Donne di etnia caucasica e uomini di etnia africana. Questa era una costante, in tutte le fotografie. L’archivio in se era ben fatto e la catalogazione ne rese semplice il lavoro. Quello che stupi Laura furono soprattutto altre costanti di tutta quella serie di immagini. Le Ragazze e le Donne erano tutte di una bellezza limpida, accecante perfino. Sicuramente fra le più belle mai viste. Gli uomini nella stessa maniera con una caratteristica che li distingueva dalla massa maschile conosciuta: le dimensioni del pene. Erano tutti superdodati e in maniera estremamente naturale. Nessun gioco a correggere al rialzo, si trattava di modelli con cazzi fuori dall’ordinario e le fotografie, da quelle più artistiche a quelle più peccaminose, lo mettevano in evidenza. Laura non è mai stata una donna eccitata o per meglio dire troppo eccitabile con le immagini, ma in questo caso il vedere e ammirare il modo in cui arte ed erotismo, sesso e fisicità si fondevano non la lasciavano indifferente. La Baronessa era sempre al suo fianco e serviva da aiuto per contestualizzare l’archivio ogni qualvolta servivano informazioni e dati per meglio catalogare e inventariare gli oggetti. La Baronessa era anch’essa fotografa, come da tradizione e fu cosi che fra una pausa e l’altra del lavoro chiese a Laura, in funzione della sua evidente bellezza, se le sarebbe piaciuto posare per qualche scatto. Domanda molto imbarazzante li per li. Imbarazzo che fu subito spazzato via quando le fu presentato il modello che al momento era al servizio. Si trattava del suo assistente personale, un ragazzo chiaramente di origini africane, dell’alto Egitto in particolare. Il “lavoro” si modificò in brevissimo tempo. Giusto qualche minuto per andare in una stanza appositamente strutturata, uno studio vero e proprio. Laura fu invitata a spogliarsi in un elegante camerino come altrettanto fece Lucas, l’assistente della Baronessa. Quest’ultima tutta eccitata da questa svolta fu subito lesta a preparare luci e ambientazione. Il set sostanzialmente. Quando Laura si presentò a disposizione, la Baronessa le spiegò che aveva intenzione di terminare una serie di scatti che lei stessa aveva intitolato “Oggetti di piacere” e le propose di indossare un paio di manette classiche, di metallo, quelle più simili se non uguali alla realtà . Lucas entrò in scena anche Lui e come da tradizione di quanto Laura aveva visto in tutti gli scatti era accompagnato da un cazzo che nella sua mente stimolava una sola parola: mostruoso. Era già in erezione e particolare non indifferente era in piena erezione, vincente contro la gravità nonostante le dimensioni. Laura non riusciva a togliere lo sguardo da quell’oggetto, sembrava calamitata su quel bastone di carne, con lo sguardo, con il pensiero e con il desiderio. La Baronessa fece sostanzialmente un’unica raccomandazione. Di essere i più naturali possibile in quello che modella e modello avrebbero fatto. Cioè quello che avrebbero voluto. Il set era un divano e basta. Le luci posizionate a dovere e tutto era pronto. Laura ottenne il permesso di indossare una mascherina in pelle per mantenere una certa riservatezza se le foto fossero uscite nel futuro, Lucas no. Il suo sguardo era anch’esso calamitato dal corpo di Laura, ma si leggeva nei suoi occhi il desiderio tipico maschile ma poco professionale… E cosi fu, fu un set poco professionale. Dopo alcune foto iniziali dove la Baronessa suggeriva pose più o meno plastiche ecco che la voglia, il desiderio e la fame di femmina di Lucas presero il sopravvento. Fu semplice il passaggio, la sua eccitazione non scendeva di un millimetro. Anzi. Nei momenti in cui i loro corpi erano a contatto Laura aveva percepito una durezza quasi inimmaginabile. Nell’aria si stavano diffondendo profumi e odori di eccitazione. Maschio e femmina si fondevano. Lo ordino’, non lo chiese. Lucas ordinò a Laura di prenderglielo in bocca e lei lo fece, obbediente. Con le mani ammanettate dietro la schiena le veniva scomodo il pompino. Le dimensioni del suo cazzo erano davvero enormi. Lucas le prese la testa e mentre lei era inginocchiate iniziò a scoparla in bocca facendole mancare il respiro e causandole conati che poi si traducevano in saliva che usciva dalla bocca che subito quel cazzo riprendeva nel suo movimento fra le labbra. Lacrime di sforzo e di goduria scendevano lungo le guance di Laura. Un calore intenso e conosciuto si diffondeva fra le sue gambe. L’umido, il bagnato dell’eccitazione fu subito verificato dalle mani e dalle dita di Lucas. Due , tre, quattro dita andarono ad esplorarla senza gentilezza. Era un maschio che voleva una femmina e la voleva secondo le sue regole e le sue voglie. Laura era una femmina che voleva quelle voglie e le voleva a quella maniera. Non se lo fece chiedere. Si inginocchiò accanto alla seduta del divano e guardando negli occhi Lucas gli disse “fuck me…”. Neanche un secondo dopo era dentro di lei, quasi tutto dentro di lei. La riempiva come poche altre volte qualcuno lo aveva fatto. Mai nessuno cosi grande e cosi duro contemporaneamente. Era un continuo. Subito dentro e subito forte. Soltanto gli scatti della Baronessa rompevano i gemiti dei due. Gemiti di piacere e di dolore per entrambi. Laura venne in pochissimo, mentre Lucas si preparava ad una vigorosa spinta. Venne gridando, venne in senso liberatorio, venne per dimostrare che il piacere era più grande del dolore. Ma era solo all’inizio. Luca la girò sulla schiena anche se le braccia ammanettate le dolevano per la posizione. Sali a cavalcioni sul suo viso e “lick my ass..” furono le parole che Laura senti prima di iniziare a muovere la lingua lungo il perineo e dentro al suo culo. La soffocava col suo peso, voleva sentirla con la faccia fra i suoi glutei, era per Lui il suo strumento di piacere. In quella posizione Laura percepì allora una nuova presenza. La Baronessa in mezzo alla sue gambe aveva iniziato a leccarla e ad accarezzarla. Con un pochino più di delicatezza di Lucas ma sempre in modo intenso e voglioso. Sembrava voler bere tutto il nettare di Laura, tutto quanto Lei era in grado di produrre. La lingua di Laura si spostava dalle palle al culo di Lucas. La lingua della Baronessa si spostava dal clitoride al culo di Laura. Sembravano andare insieme. Laura venne ancora, questa volta improvvisamente quando nella sua testa vide quel cazzo entrarle nel culo. Era questo che voleva ed era questo che stava preparando la Baronessa. E fu questo che Lucas le regalò… Questa volta entrò piano, non per bontà copulatoria ma perché le dimensioni lo facevano diventare faticoso l’ingresso. Colpo dopo colpo fu in Lei. Quello che fino ad allora Laura aveva conosciuto come sodomizzazione non era stato nulla al confronto. Qui si sentiva riempita totalmente, sentiva una massa dura e calda che si muoveva dentro di Lei. Sentiva il suo culo come centro di tutte le sue sensazioni…. Le braccia legate, le gambe piegate neanche esistevano più. C’era quel cazzo che la stava perforando e che le stava dando sensazioni mai avute prima. Dentro e fuori che poi era un fuori relativo. Andava avanti e indietro senza mai uscire, si muoveva in lei, prima piano e poi sempre più velocemente. L’accelerazione del suo movimento e del suo respiro furono i segnali del suo godimento. Furono i segnali anche del godimento di Laura che venne per la terza volta insieme a Lucas, quando ne percepì il primo fiotto di seme caldo dentro il suo culo. Sembrava di essere fuori dal tempo e dallo spazio. Esistevano soltanto il suo cazzo e il suo culo. Ed erano il centro del piacere. Dopo qualche spinta Lucas usci e Laura fece un sospiro….Insieme a quel cazzo sembrava fosse uscita una parte di Lei tanto si sentiva svuotata… La Baronessa nel frattempo aveva ripreso la reflex e immortalava tutti i particolari che quella unione stava producendo. Il culo aperto di Laura con la sborra che le colava fuori, la sua figa bagnata ed eccitata ancora per l’esperienza vissuta… Il mascara colato oltre la maschera e che si fondeva con il resto del trucco oramai devastato dall’esperienza del sesso animale appena vissuta.. Proprio per questo Lucas fu invitato a “pulire” il viso di Laura. Ancora con la sua incredibile erezione in posizione attiva posizionò il suo cazzo vicino al suo viso e le scaricò addosso, dalla bocca agli occhi, dalle orecchie ai capelli, tutto un carico di calda urina. Laura cercava di bere per non soffocare, ma ancora senza l’uso della mani legate era in balia della “forza” dell’uomo e della sua animalità . Soltanto qualche minuto di riposo e a Laura fu concesso un bagno e una sistemata necessari. A cena avrebbero discusso di questo set, dell’arte che avevano creato e dei programmi del giorno dopo….. [/QUOTE]
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