Racconto di fantasia TRIBUTI a Laura di Ks421

Grandel

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Intanto una doverosa precisazione, TRIBUTI LETTERARI a Laura di @ks421.
L’input e’ arrivato Quando mi è arrivata una storia, quella che seguirà, da parte di un fan di questa Ragazza, Laura, che da qualche anno stimola la fantasia e la curiosità di molti. La mia in particolare poi si è esplicitata con qualche racconto da Lei stimolato e che qualcuno se vuole può leggere nelle pagine di questa sezione.
Evidentemente non sono l’unico e questa discussione ha la pretenziosità di fare da raccoglitore di queste fantasie, di quelle che si ha voglia di esprimere, di farle conoscere e di farle ricordare. Brevi racconti, rapidi sogni, proibiti desideri. Tutto è ammesso, purché parta dalle avventure narrate dal cantore @ks421 e poi arricchite da ognuno che da quelle storie è stato toccato e che quelle storie non vorrebbe finissero mai.
Si inizia dunque con il primo a cui personalmente tributo un ringraziamento perché l’autore ha ammesso di essersi ispirato alla Laura dei miei racconti. Lo assolvo, la colpa non è grave e spero di “istigare a delinquere nello scrivere” tanti altri. So che Laura è entrata in tante menti......e tante fantasie.....



L’uomo che guarda​



Chiamatemi Ismaele.
O ks421. E’ lo stesso.
La voce narrante di questi episodi, di questi scorci di interni ginevrini, lì dove il Lemano ridiventa Rodano.

Accompagnai Laura da Herr Wolfe, il curatore degli investimenti d’arte di un gruppo di istituti di credito elvetici. Era stata convocata in un giorno di novembre a Ginevra, presso lo studio al 29 di Quai des Bergues, sulla sponda destra del fiume.
La zona era dalla parte opposta della zona commerciale delle grandi firme, dove avevo accompagnato Laura in mattinata per una passeggiata in attesa dell’orario dell’appuntamento. Una zona relativamente tranquilla, fuori dal caos ordinato delle zone centrali, quasi fronte lago, dove un signore di mezz’età, intabarrato in un paltò grigio di cachemire con i revers di velluto scuro, borsa portadocumenti in pelle nera, lobbia grigia e vestito grigio fumo si sarebbe mescolato assieme a centinaia di suoi simili, con corporatura simile, stessa postura, stesso abbigliamento, stesso comportamento né schivo né guardingo: semplicemente, riservato.
Come riservati erano i locali del suo ufficio.
Un palazzo anonimo, senza targhe se non quelle di qualche studio legale di secondo piano e di un paio di altrettanto anonime rappresentanze commerciali. Rappresentanze di abbigliamento, o di libri, o di armi, per quel che era dato sapere. O rappresentanze d’arte.
Si, perché al primo piano dell’edificio c’era lo studio di Herr Wolfe.
In un primo momento Laura mi aveva proposto di rimanere ad attenderla in albergo, poi decise di farsi accompagnare.
Non che avesse paura, figuriamoci. Abituata a duri allenamenti di arti marziali, ad affrontare pericoli di ogni genere rappresentati da porci travestiti da uomini potenti, non era certo Heer Wolfe a spaventarla.
“È che vorrei che fossi presente, questa volta” mi disse stringendomi il braccio ed appoggiandovi la testa, una buona spanna sotto la mia.

Suonammo al citofono. L’etichetta riportava solo E.W., le iniziali di Einrich Wolfe. Nessuna targa sul portone, nessuna indicazione.
“Primo piano di fronte alla scala” rispose una voce femminile con pesante accento misto tra tedesco e francese, probabilmente alsaziano ed aprì il contatto elettrico del portone.

Entrammo nell’androne, salimmo i tre scalini coperti da una pesante guida stesa sul pavimento di marmo e fissata da lucidissime bacchette di ottone, per arrivare all’ammezzato. Una sorta di corridoio definito con delle passamanerie invitava a prendere l’ascensore al centro del classico scalone contornato da una balaustra in ferro battuto con dettagli in ottone. La cabina si trovava già al piano, aprimmo ed entrammo in quel ambiente odoroso di legno, cera e pelle color cuoio di cui erano rivestiti i battenti delle porte ed il sedile. La pulsantiera di ottone riportava un’etichetta in carattere helvetica nero (ma guarda un po’).
“E.W.”, il primo pulsante in basso.
Lo premetti e con un piccolo sussulto l’ascensore silenziosamente iniziò la salita verso il piano nobile. Altro piccolo sussulto all’arrivo al piano, aprii le porte della cabina ed immediatamente una figura femminile, vestita di grigio e con i capelli grigi ci spalancò la porta esterna.

“Madame Laura, era attesa da sola” disse rivolgendosi a Laura mentre chiudeva alle mie spalle, dopo avermi fatto uscire dalla cabina, la porta dell’ascensore. Ci fece accomodare in un ampio ingresso, appena illuminato, nel quale erano presenti tre porte. Una sola era leggermente aperta e dava su una sorta di salottino d’attesa arredato con un paio di poltrone in cuoio grigio ed un divanetto per due in tessuto scuro; al centro, un tavolo basso con piano in marmo grigio simile al pavimento ricoperto da uno spesso tappeto. Sul tavolo, riviste ordinatamente impilate in due colonne, da una parte cataloghi d’arte, dall’altra le classiche pubblicazioni edite da banche e assicurazioni.

Attendez içì, s’il vous plait” ci disse indicandoci il salottino. Poi, come fummo dentro, chiuse la porta alle nostre spalle.
“Che ne pensi?” chiesi a Laura.
“Non se l’aspettava” rispose.
“Ma come faceva a sapere che eravamo in due?”
“Ci ha visto dal sistema di videosorveglianza. Guarda sopra la porta, senza fare cenni, e scommetto che ce n’è una dietro la lampada, dietro di me” aggiunse.
Per un attimo ebbi timore di essermi infilato in una situazione poco gestibile, ma Laura mi tranquillizzò subito.
“Non ti preoccupare, è solo un mercante d’arte. Almeno lui così dice di essere” e mi sorrise con un ghigno di sfida.
“Non ha il coraggio di fare nulla senza essere autorizzato. Alla fine, crede di potersi muovere liberamente ma è solo un burattino i cui fili sono mossi da altri” mi sussurrò all’orecchio mettendo la mano di fronte alla bocca per non far capire il labiale.
“Vedrai che tra qualche secondo si apre la porta. Cinque, quattro, tre, due…”
Herr Wolfe vous atténd, Madame et Monsieur” la segretaria disse subito dopo aver aperto la porta. Si fermò sulla soglia ed attese che ci alzassimo in piedi, poi ci precedette verso la porta opposta, la aprì e ci immise in un largo corridoio al cui termine c’era un’altra porta di legno a tutta altezza. Lungo il corridoio, una teoria di foto in bianco e nero di mani di donne. Mani candide, mani ruvide, mani fresche di manicure o mal curate. Tutte mani, tranne una foto: quella di un pugno. Il suo pugno. Il pugno di Laura. Incorniciato con una cornice semplice della stessa essenza e foggia delle altre, ma contornato dalle altre, il suo pugno, al centro dell’attenzione delle altre mani.

La segretaria bussò alla porta con due tocchi, attese due secondi e aprì entrambe le ante facendoci entrare in un sontuoso studio al cui centro troneggiava una scrivania di legno fin de siecle.

Due poltroncine in velluto broccato erano posizionate di fronte, a circa un metro di distanza dal tavolo e a due metri l’una dall’altra.
“Prego, accomodatevi!”. Herr Wolfe si alzò in piedi e ci accolse per salutarci. Baciò la mano di Laura e strinse la mia “Monsieur ks421, immagino!” guardandomi di sottecchi dal basso in alto. Ero almeno quindici centimetri più alto di lui, e sicuramente molto, molto più prestante. Avrei potuto affermare di sovrastarlo fisicamente, eppure quell’uomo non mi piacque, mi infastidiva.
“Si, sono io” risposi stringendogli con forza la sua mano, quasi a fargli male. Fu un gesto pressoché istintivo, non riuscii a frenarmi. Herr Wolfe fece finta di nulla e continuò a scuotere lentamente la mano stretta nella morsa della mia, continuando a scrutarmi negli occhi. Fortunatamente Laura si accorse di tutto e si mise a sedere scoprendo la gamba inguainata da una calza di seta dalla balza ricamata ed indossata, come era evidente, con il reggicalze.

Mi accomodai anch’io, lasciando la mano del nostro ospite.
“Madame, sono molto contento di rivederla. Ovviamente, sono felice che anche lei sia qui, Messieur. Era molto tempo che desideravo conoscerla. Sono certo che sarà una gradevole esperienza” disse rivolto a me.
“Einrich, ci davamo del tu, mi pare!” intervenne Laura.
Oh mais oui, ma chère amie!” rispose soddisfatto il ginevrino.

Era un ometto quasi insignificante, grigio come il suo vestito, i suoi capelli, gli occhi. Grigio cenere, grigio spento. Solo lo sguardo era acceso, di una luce bestiale, ferina, da grande predatore. Ebbi quasi paura a sostenere quello sguardo.
Mi girai a dare uno sguardo allo studio.
Le pareti erano coperte da una boiserie intercalata agli scaffali fino al soffitto pieni di libri, per lo più d’arte, molti antichi o almeno, di duecento anni fa. Al centro dei pannelli, alcune cornici di quadri illuminati da lampade specificatamente puntate a valorizzarli. Riconobbi un Tempesta, un altro di scuola fiamminga, forse di Bruegel il giovane, un martirio di san Sebastiano. Al centro di una delle pareti, un arazzo Aubusson, uno dei più belli mai visti, di certo anch’esso di scuola fiamminga.
Alla parete opposta, solitario al centro, illuminato da un faretto nascosto chissà dove sul soffitto, un piccolo quadro. Era abbastanza vicino a me per riconoscere la mano di Rubens. Quasi di fronte, messa ad angolo, una bergère dello stesso tessuto broccato delle poltroncine. Accanto, un tavolinetto d’appoggio e subito dietro, una lampada da lettura. A fianco, un pouf reggi piedi anch’esso ricoperto in broccato di velluto.
Nulla da dire, a Herr Wolfe piaceva il fiammingo. In realtà, gli piaceva tutto ciò che era bello.
Infatti, gli piaceva Laura.

“Allora, Madame, anche quest’anno è stato foriero di grandi opportunità, per me e per lei, bien sûr” iniziò lo svizzero dopo essersi seduto alla sua poltrona, dietro la sua scrivania.
Aprì un cassetto e ne trasse una busta in carta paglierina. Assieme alla busta, un telecomando.
Si sporse tendendo la busta a Laura avendo cura di mostrarle bene il piccolo comando.
Laura si sporse a sua volta e trasalì un attimo. Poi prese la busta e si riaccomodò sulla poltroncina, appoggiando la schiena allo schienale.
Accavallò le gambe scoprendo l’altra coscia e mostrando anche buona parte del reggicalze.
Con fare rilassato, quasi disinteressato aprì la busta e ne trasse fuori metà del contenuto, un assegno; giusto il necessario per leggere l’importo. Nonostante non volesse mostrare sorpresa, anche questa volta fu colpita. Era molto di più di quanto avesse immaginato, pur avendo avuto la medesima esperienza, in precedenza. Sollevò brevemente il sopracciglio, giusto un istante, per poi richiudere la busta con la stessa studiata nonchalance, più interessata al telecomando che all’assegno.
Herr Wolfe ebbe un ghigno demoniaco, lo sguardo divenne color rubino, le mani parvero divenire adunchi artigli mentre premette in sequenza due o tre tasti sul piccolo telecomando.
Laura ebbe una contrazione, si mise la mano tra le gambe che poi le serrò violentemente, scossa da piacere misto a fastidio.
“Vedo che madame ha seguito pedissequamente le mie istruzioni” esclamò beffardamente il ginevrino. Poi si volse verso di me e, con sguardo e tono falsamente gentile, quasi imperioso: “Sicuramente M’sieur vuol sedersi in poltrona per godersi la situazione, n'est ce pas?” indicandomi la bergère ad un paio di metri dalla scrivania. Solo allora notai come fosse stata posizionata per permettere a chi vi si sedeva di assistere ad uno spettacolo in primissima fila.

Muto, guardai interrogativamente Laura negli occhi, che mi rispose con un cenno di assenso. Il suo sguardo non era assolutamente remissivo. C’era una luce, nei suoi occhi, che avevo visto solo quando avemmo un paio di esperienze di dominazione e di bondage alla quale mi sottomisi volontariamente per amor suo. Lo stesso sguardo che aveva quando mi raccontava di come avesse distrutto fisicamente e psicologicamente con il sesso due bull che pensavano di dominarla a suon di schiaffi sul culo e pizzichi sulle tette.
Mi alzai pertanto dalla mia poltroncina, feci tre passi e mi accomodai nella bergère, decisamente più comoda e rilassante.

Herr Wolfe girò attorno alla scrivania dalla parte opposta alla mia, prese il telecomando in mano e si sedette sulla poltroncina di fronte alla mia. Poi si rialzò, la sollevò e la girò in modo da poter osservare Laura quasi di fronte. Si sistemò sul bordo del cuscino e puntò con entrambe le mani il telecomando verso Laura, quasi a volerla infilzare con una lancia.
La mia donna ebbe un sussulto, strinse ancora le cosce e si portò una mano alla bocca quasi per silenziare uno strillo che non uscì.
Poi allargò le cosce verso di lui, sollevò una gamba appoggiandola sul bracciolo della poltroncina e gli mostrò il suo sesso, il Lush3 inserito nella sua vagina perfettamente depilata e già turgida.
Bravò, Laura. Sono molto felice. Ora cortesemente, levati la gonna, girati e mettiti in ginocchio sulla poltroncina, s’il vous plait
Laura eseguì. Si alzò in piedi e si slacciò la gonna che cadde a terra. Sollevò prima uno e poi l’altro piede per uscirne fuori, si chinò la raccolse e la piegò con diligenza poggiandola sulla scrivania all’angolo. Poi si mise in ginocchio sulla poltroncina, che nel frattempo Herr Wolfe aveva girato a suo e a mio vantaggio.
Dalla sua vulva usciva il pennacchio del vibratore, con il led che lampeggiava discretamente indicando di essere acceso ed in attesa di ordini.
Einrich si voltò e prese dalla scrivania una scatolina discreta, lunga una quindicina di centimetri e larga sei o sette. La aprì sfilando il coperchio dall’altro e ne tirò fuori un plug anale di color nero in materiale che sembrava silicone.
“Ora Laura se vuoi cortesemente inserire questo nel tuo ano…” le disse porgendogli il plug. Non era il più grosso che avesse usato, ma di certo era sufficiente a provocare un’ampia dilatazione.
Laura lo prese e se lo mise in bocca, lo leccò, lo bagnò accuratamente poi, divaricando i glutei con una mano, con l’altra lo introdusse nel suo sfintere lentamente ma con decisione, non senza una serie di sospiri e gemiti.
Terminata l’inserzione, un piccolo led si accese alla base e lampeggiò brevemente. Poi, subito dopo, una serie di lampeggii con frequenza ed intensità variabile concentrati in poco tempo. Laura si scosse, si agitò ed iniziò a mugolare.
“NON …TO…CCARTI!” scandì seccamente Herr Wolfe.
Trasalii anch’io. Non era la prima volta che vedevo Laura oggetto della lussuria altrui, avevo già visto alcuni filmati girati dai suoi allenatori/master, ma era la prima volta che vi assistevo dal vivo. E la cosa mi faceva male. Avrei voluto alzarmi, strappare il telecomando dalle mani di quel bastardo, ficcargli in culo ed in bocca quei cazzo di giochi e farlo svenire a suon di scariche di calci e schiaffoni. Strinsi con forza le mani sui braccioli della poltrona, mi sollevai con il busto ma subito una voce metallica mi avvisò.
M’sieur, si rilassi e stia tranquillo. Si goda lo spettacolo. Lei non vuole che sua moglie subisca dei danni, no?

No, certo che no. Non era la voce di una segretaria. Era la voce di un uomo, con pronuncia vagamente slava. Avrei detto bulgaro, o russo, ma più probabilmente serbo. La stessa influenza che avevo sentito più volte a Belgrado, diversa dal croato che avevo nell’orecchio o dal russo che sentivo spesso in Riviera.
Era una voce che tradiva cattiveria, malvagità. Immaginai un uomo vestito di nero, una giacca di pelle nera, occhiali da sole, una Tokarev 7.62 di produzione serba appoggiata sul tavolo, un bicchiere di whiskey ed un pacchetto di sigarette accanto al portacenere già pieno di cicche, attento ad osservare la scena dai monitor di sorveglianza.

Mi girai attorno con lo sguardo alla ricerca delle videocamere, ma non riuscii ad individuarne nemmeno una. Dovevano averle nascoste bene. Peraltro i servizi serbi – BIA - lavoravano a stretto contatto con il SVR e con il FSB russi, ed i russi erano i maghi della maskirovka in tutti i modi, sia in grande che in piccolo.

Mi riscossi, mi stavo facendo un film su un qualcosa che era già successo altre volte.
Era una parte di Laura che, alla fine, chiedeva di provare quelle sensazioni forti, una continua verifica della sua forza fisica e della sua tempra morale, messe alla prova da tante situazioni avverse e da tante gare sportive condotte fino allo sfinimento. Oggi Laura era molto più forte psicologicamente di tantissimi uomini. Sarebbe stata un’agente segreta perfetta, un misto tra Dominika Egorova di Red Sparrow e Evelyn Salt, con i tratti di freddezza e decisione di Natasha Romanoff la Vedova Nera.

Mi concentrai su quanto stava accadendo di fronte a me.
Einrich Wolfe era quasi in ginocchio dietro Laura, mentre giocava con il telecomando. Poi lo poggiò con un gesto di stizza e prese un cellulare, scorse nervosamente le app fino a che trovò quella che stava cercando.
Si concentrò e dopo qualche secondo Laura proruppe in una serie di ansimi e di gemiti che lentamente lasciarono il posto a grida di godimento e di piacere.
Iniziò a contrarre il bacino, cercava di mantenere all’interno dello sfintere il plug che parte di lei voleva fuori, parte dentro.
Poi, uno strillo intenso ed un getto di liquido uscì dalla sua vulva bagnando la costosissima poltrona.
Herr Wolfe aggrottò il sopracciglio, incerto se punire Laura per questo gesto o continuare a farla godere.
Decise di farla girare, facendole appoggiare le gambe divaricate sulla sua scrivania.

Ancora ansimi, gemiti, Laura si dibatte, vorrebbe toccarsi ma non può. Conosce le regole del gioco, forse ha ricevuto istruzioni stringenti. Sta di fatto che gode, ma vorrebbe godere differentemente.
Per un momento mi guarda, i nostri sguardi si incrociano. Sono pronto a guadagnare la porta a suon di spallate, posso schiantare in tre secondi il crucchetto, se solo lei me lo chiedesse.
Un lieve cenno di diniego con la testa, ha capito, ho capito.

Mi rimetto seduto comodamente, riappoggiandomi con la schiena alla poltrona, la gamba accavallata, le braccia piegate ed appoggiate ai braccioli a sostenere la mia testa.
Sono l’uomo che guarda.
 
K

ks421

Guest
"Si inizia dunque con il primo a cui personalmente tributo un ringraziamento perché l’autore ha ammesso di essersi ispirato alla Laura dei miei racconti. Lo assolvo, la colpa non è grave e spero di “istigare a delinquere nello scrivere” tanti altri. So che Laura è entrata in tante menti......e tante fantasie....."

Come già successo in passato ho letto più volte quanto sopra e poi ho estrapolato un pezzo.
Non mi abituo alla sorpresa di leggere cose altrui su Laura.
Come già specificato altrove, ho iniziato per caso e su input altrui, a raccontare una storia che secondo me era giusto raccontare.
Questo tipo di iniziativa mi costringe a prendere atto che sono andato molto oltre l' intenzione originale...
In ogni caso grazie a Mr Grandel e anche all' autore. È piacevole e sorprendente leggere di colei che qui viene chiamata "Laura".
Il racconto è superlativo per chi legge, per me l' effetto è amplificato.
La colpa di Mr Grandel non è grave, anzi è un merito.
E ne lui ne è ben consapevole...
 
OP
Grandel

Grandel

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E bravo, @Grandel che vuole rubare lo scettro di @timassaggio come vate di Phica!
Grazie per la fiducia, ma nella realtà ho soltanto dato il la’ a qualcosa che forse serve da “completamento” in questa sezione per far raggiungere a Laura, la Laura che conosciamo Noi la dimensione, la giusta dimensione che forse merita.
In che modo? Lasciando ognuno di Noi, attraverso una storia ad esempio, la testimonianza di come la vediamo, di come la interpretiamo, di come la vorremmo conoscere e capire. Spesso con la fantasia ci si avvicina molto di più alla realtà delle persone e delle cose che non con la realtà stessa.
Insomma, ognuno si senta libero, con il permesso di @ks421 ben inteso, di disegnare la Laura che immagina e desidera. Perché immaginazione e desiderio non hanno limiti.......
 

Durello81

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Leggo solo ora e con grandissimo piacere questo tuo racconto, caro @Grandel.
Lo trovo proprio ben scritto e molto coinvolgente, davvero bello ed emozionante leggere quanto sei bravo e quanto @ks421 sia riuscito a trasmetterti con i suoi racconti ed immagini della bella e brava vera Laura.

Da come è terninato immagino ci possa essere un proseguimento... e se ci fosse me lo leggerei con entusiasmo.
 
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Leggo solo ora e con grandissimo piacere questo tuo racconto, caro @Grandel.
Lo trovo proprio ben scritto e molto coinvolgente, davvero bello ed emozionante leggere quanto sei bravo e quanto @ks421 sia riuscito a trasmetterti con i suoi racconti ed immagini della bella e brava vera Laura.

Da come è terninato immagino ci possa essere un proseguimento... e se ci fosse me lo leggerei con entusiasmo.
Grazie anche a Te caro @Durello81 , ma questo primo racconto di questa discussione non l’ho scritto io ma un ben più talentuoso e meritevole di essere citato “Maestro della penna”. Se vorrà potrà spiegare lui stesso quali sono state le sensazioni e i sentimenti alla base del componimento, perché ci sono sempre stimoli che spingono la fantasia a proporsi in idee prima e realtà scritte poi.
Mi aggiungo ancora una volta ai complimenti dovuti, spero ci saranno numerose occasioni per reiterarli......
 
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ks421

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VateR suona meglio, per quel che mi riguarda... :rolleyes:

Non ne sarei così sicuro...
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Leggo solo ora e con grandissimo piacere questo tuo racconto, caro @Grandel.
Lo trovo proprio ben scritto e molto coinvolgente, davvero bello ed emozionante leggere quanto sei bravo e quanto @ks421 sia riuscito a trasmetterti con i suoi racconti ed immagini della bella e brava vera Laura.

Da come è terninato immagino ci possa essere un proseguimento... e se ci fosse me lo leggerei con entusiasmo.

Condivido, per ovvie ragioni, l' entusiasmo per aggiornamenti futuri...


Grazie anche a Te caro @Durello81 , ma questo primo racconto di questa discussione non l’ho scritto io ma un ben più talentuoso e meritevole di essere citato “Maestro della penna”. Se vorrà potrà spiegare lui stesso quali sono state le sensazioni e i sentimenti alla base del componimento, perché ci sono sempre stimoli che spingono la fantasia a proporsi in idee prima e realtà scritte poi.
Mi aggiungo ancora una volta ai complimenti dovuti, spero ci saranno numerose occasioni per reiterarli......

Vero! Qualche dritta dell' autore sarebbe graditissima, capire come ha immaginato la scena, come abbia colto l' occasione di un input altrui, cosa apprezza del personaggio ecc ecc...
 

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timassaggio

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Non ne sarei così sicuro...
Condivido, per ovvie ragioni, l' entusiasmo per aggiornamenti futuri...

Vero! Qualche dritta dell' autore sarebbe graditissima, capire come ha immaginato la scena, come abbia colto l' occasione di un input altrui, cosa apprezza del personaggio ecc ecc...
... a proposito di Vate...
...un aneddoto che non tutti conoscono.
Mussolini a D'Annunzio (personaggio peraltro molto scomodo al regime per via delle sue diatribe con Balbo e delle sue intemperanze varie):
"Salve, o alato fante!", riferendosi ai trascorsi del vate come pilota (vedasi il volo su Vienna per lanciare volantini).
D'Annunzio a Mussolini, ex bersagliere: "Salve a te, o lesto fante".
E poi aggiunse, riferendosi ai gerarchi che lo accompagnavano: "E costoro? fur fanti anch'essi?".
Parrebbe che Mussolini avesse poi in separata sede affermato: "D'Annunzio è come un dente malato: per curarlo o lo si estirpa o lo si ricopre d'oro".
E D'Annunzio fu letteralmente ricoperto d'oro, mentre sputtaneggiava al Vittoriale completamente ristrutturato con i fondi del governo...

Lo so, non c'entra una mazza con Laura.
Ma mi è venuto in mente vedendo la foto del Vate (quello vero!).
Anche se... :unsure:
 
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ks421

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Era diventato scomodo quasi ingombrante..

Lo era sempre stato...
Il vero nemico di Mussolini non era Balbo, come molti pensano.
Quello più pericoloso era D' Annunzio.
Infatti Balbo fu fatto fuori senza conseguenze, con il "Comandante" ci sarebbero state e molto pesanti. E mi riferisco anche a rivolte armate fatte da chi le armi le sapeva usare.
 

luxi

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Ma non sottovaluto la potenzialità di Balbo
Che Mussolini temeva anche fisicamente
E ha avuto in alcuni momenti
Una popolarità altissima, tra le squadre prima e in Italia e nl mondo dopo le trasvolate.
In aggiunta a ciò non era antisemita o filotedesco..è fantapolitica ma immaginiamo un ' Italia fascista fuori dalla guerra, col regime in piedi,attaccata dai tedeschi..se avessimo perso,come probabile, i fascisti sarebbero stati i Resistenti
 

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Concordo
Ma non sottovaluto la potenzialità di Balbo
Che Mussolini temeva anche fisicamente
E ha avuto in alcuni momenti
Una popolarità altissima, tra le squadre prima e in Italia e nl mondo dopo le trasvolate.
In aggiunta a ciò non era antisemita o filotedesco..è fantapolitica ma immaginiamo un ' Italia fascista fuori dalla guerra, col regime in piedi,attaccata dai tedeschi..se avessimo perso,come probabile, i fascisti sarebbero stati i Resistenti
Non fantapolitica, ma ucronia.
Sarebbe bello scrivere un qualcosa di simile a quanto fatto da Robert Harris in Fatherland, ambientato in un'Italia che, dapprima neutrale, poi schierata con gli Alleati, vince la guerra sotto la guida del Duce del Fascismo Italo Balbo...
...anche se credo che sarebbe un attacco continuo dai savianisti ..."bruciate i libri fascisti! Impiccate per i piedi a testa in giù gli scrittori!"
 

luxi

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A Saviano preferisco Flaiano..
Comunque i canali di comunicazione sono sempre e da sempre stati aperti,tra intellettuali soprattutto ma non solo

Pensiamo al Vate a Fiume e al suo statuto del lavoro
Pensiamo a Mussolini che voleva nel suo primo dicastero Errico Malatesta
Pensiamo ai giorni nostri,a Pasolini e Pound
 
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Grandel

Grandel

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Il Massaggio Thailandese

Laura era ad Anversa da due giorni. Quel pomeriggio la sua “missione”,quella affidatagli da Mr Wolfe si era conclusa, positivamente. Era un piacere personale che lo svizzero le aveva chiesto, un lavoro fuori dalla sua normale attività. Doveva “ritirare” un libro antico, un pezzo unico che sarebbe andato all’asta ma che il collezionista ginevrino voleva aggiudicarsi a tutti i costi senza problemi di sorta. Laura, con la sua rete di conoscenze, nelle settimane precedenti aveva sondato la possibilità di diciamo una vendita privata e passo dopo passo era riuscita in questo intento: oggetto delistato dal catalogo ufficiale e acquisto diretto. In contanti e di persona.
Adesso il prezioso tomo era già in viaggio per il suo nuovo rifugio e Laura abbastanza provata da questo ultimo lavoro con piena soddisfazione e tanta stanchezza varcava la porta della suite dell’Adrien in pieno centro.
Sul tavolino al centro della camera la accolse un gran mazzo di rose rosse e un biglietto scritto stranamente a mano da Wolfe in persona: complimenti e grazie Laura.
Il post scrittum poi la invitava ad andare a rilassarsi al “Baymoon” , un centro benessere thai li in centro. Tutto offerto dal suo committente. Il post post scrittum aggiungeva di chiedere del trattamento “gold”con Rose, la Masseuse più brava del centro.
Laura li per li era indecisa se andare o meno. C’era da trascorrere ancora la seconda metà del pomeriggio, la serata e solo al mattino dopo la partenza per l’Italia.
Non ci pensò oltre, senza neanche cambiarsi di abito riprese in spalla la Vuitton e decise di andare a rilassarsi, come l’invito indicava.
Il centro benessere era in realtà un centro massaggi che si presentava come di gran classe. Era posto al piano interrato di un palazzo settecentesco della zona pedonale. Al suo ingresso fu accolta come se la Stessero attendendo.
Evidentemente Mr Wolfe non aveva neanche preventivato che Laura potesse rifiutare il suo invito. Il trattamento “gold” le spiegarono era un percorso fatto di un bagno preparatorio seguito da un robusto massaggio e da un terzo tempo estremamente rilassante. Rose le dissero che l’attendeva per la seconda e terza parte. Per la prima fu affidata a due giovani ragazze del paese che ride che insieme la condussero direttamente al trattamento.
L’atmosfera era quella di un centro molto bello e riservato. Musica tipica in sottofondo, candele profumate illuminavano e incensi profumavano gli ambienti.
A Laura fu chiesto solamente di liberare la sua mente da tutti i pensieri. Al resto avrebbero pensato loro. A cominciare dal fatto che le due thai iniziarono a spogliarla appena varcata la soglia della stanza. Delicatamente ma decise, capo dopo capo, liberarono il suo corpo, lasciandola tutta nuda. Una grande vasca con una doccia enorme già pronta accolsero lei e le due giovani per il rito del lavaggio. Anche loro si spogliarono rivelando due corpi tonici e delicati. Le 4 mani iniziarono allora a percorrere il suo corpo con abilità e destrezza. Schiuma e spugne venivano usate per lavare tutta la sua pelle, ogni anfratto. Delicatamente ma in modo preciso e piacevole. Prima in piedi e poi seduta su un piccolo sgabello percorsero tutta la sua epidermide. Le sollevarono le braccia per una depilazione accurata della piccola ricrescita alle ascelle e,come sempre delicatamente, le aprirono le gambe per fare lo stesso con il suo pube e sempre minuziosamente con il suo ano. Non le era mai successo. Era in balia della loro professionalità e contemporaneamente della loro capacità di eccitarla per quando delicate e gentili. Era la prima volta ma si sentiva bene anche se sorpresa. Nulla era malizioso però, piacevole, eccitante ma non malizioso.
Terminati i lavaggi fu con la stessa gentilezza e delicatezza asciugata e poi cosparsa di un profumo alla vaniglia. Il preferito da Rose le dissero....
Fu poi invitata a coricarsi su un ampio fouton sollevato da terra e coperta con un telo in seta. Si congedarono la Lei annunciando l’arrivo di Rose da lì a pochi minuti.
E Rose arrivò dopo qualche istante. Una bellezza thailandese fuori dall’ordinario. Benché vestita con la tipica divisa thai da massaggi, si intuiva un fisico davvero notevole: spalle larghe, seno armonioso con la linea dei fianchi, sedere sporgente il giusto per bilanciare la curva del petto e poi un viso che da solo rivelava quanto magnifiche fossero le Donne di quel paese, anche di quel paese.
La accolse con un doppio bacio e sul secondo si soffermò ad aspirare il profumo con il quale Laura era stata appena bagnata.
Le tolse il telo e invitandola alla posizione supina iniziò il trattamento. Prima i piedi, poi la schiena e le spalle. Poi le braccia e le gambe. Le mani di Rose si muovevano sul corpo di Laura con movimenti precisi, regolari. Usava forza e pressione. Forza e pressione che stupirono Laura in quanto non pensava che un corpo e mani così delicate potessero essere tenutarie di tale energia. Olio ben caldo veniva distribuito su tutto il corpo. I passaggi in alcuni tratti erano quasi dolorosi, in altri molto leggeri. C’era questa alternanza, forze e delicatezza, energia e leggerezza. La stessa Rose in certi movimenti sembrava un bulldozer, in altri una piacevole farfalla. La parte da supini si concluse con alcuni tiraggi tipici thai, quelli che ti fanno scoprire l’esistenza di alcuni muscoli che neanche ricordavi di avere.
Stessa cosa sul lato A poi, stesso canovaccio.
Qui Rose fece indossare a Laura una mascherina per coprire gli occhi. In perfetto inglese le disse che doveva concentrarsi sul suo corpo e sulle sensazioni che da lì le sarebbero arrivate e che sarebbero nate man mano che il massaggio proseguiva nel suo sviluppo.
Dopo altri tiraggi come in precedenza, Rose sussurrò all’orecchio di Laura l’inizio della terza parte. Il silenzio della stanza fu rotto soltanto dal lieve rumore di abiti che venivano tolti. Rose evidentemente si stava spogliando e la cosa fu subito chiara quando Laura senti in suo corpo che le si appoggiava proprio sopra, in un contatto pressoché totale dalla testa ai piedi.
Rose abbracciò dapprima Laura, guancia contro guancia, respiro contro respiro. Seno contro seno braccia su braccia, gambe su gambe e con grande sorpresa di Laura, pube contro pube. Solo che Rose non presentava la tipica liscezza femminile li. no , Rose era dotata di un cazzo che benche a riposo e benché fosse bendata, Laura riconobbe subito al tatto. E non era neanche troppo piccolo si mise anche a pensare. Rose quindi non era una Lei o meglio era una creatura che in quel paese forse più che in altri è diventata parte della società e come tale rispettata. Rose era un “Kathoey” e come tale diede inizio a quella che doveva essere la parte più particolare del massaggio.
Rose party con un bodymassage a tutto corpo. Utilizzava i suoi seni e il suo cazzo per massaggiare il corpo di Laura. Sentiva le sue tette con i capezzoli rigidi percorrere il lungo e in largo la sua pelle. Sentiva quel membro oramai rigido fare altrettanto. Il calore del suo corpo e il particolare calore del suo cazzo la stavano eccitando. All’improvviso si senti prendere in mano le sue tette e stringere i capezzoli rigidi fra le dita. Una scossa la percorse, un calore improvviso fra le gambe la stava invadendo. Rose le sollevo’ le gambe verso il petto e divaricandole entro il Lei senza preavviso alcuno. La trovò ben pronta però. Laura era un lago di eccitazione e voglia. Dapprima si mosse lentamente, dentro e fuori, piano piano. Poi accelerò dando spinte più profonde e quando con la bocca le prese a leccare le dita di un piede ecco che Laura fu colta dal primo e intenso orgasmo. Voleva abbracciare e contemporaneamente allontanare quel corpo femminile da lei ma che di femminile non aveva la voglia di scopare che ci stava mettendo. Uscì da Lei appena i battiti del suo cuore stavano tornando alla normalità. La fece girare con la pancia all’ingiù e dopo averl sposato delicatamente un cuscino sotto ritornò a penetrarla. Ancora più in profondità, ancora più forte e potentemente. Favorita dalla posizione ed evidentemente anche dalla voglia. Con le mani le allargò le chiappe e senza chiedere nulla come prima entrò nel suo ano con un colpo deciso e solitario.
Laura lo voleva, se lo aspettava quasi. Lo desiderava. Da quando l’aveva girata voleva essere inculata. I massaggi di prima l’avevano blandamente stimolata, il passaggio sul suo corpo di quel cazzo l’aveva invece eccitata di brutto. Adesso Lei, la Laura di tante voglie e tante avventure era li su quel fouton e si stava facendo sodomizzare da un’altra “Donna” che probabilmente avrebbe avuto altrettanto avventure da narrare e raccontare. Era una sensazione nuova ma molto piacevole. Rose non era femmina ma non era maschio. Aveva la delicatezza dell’una e la forza dell’altro. Era piacevolissimo. Era una sensazione mai provata prima e liberando la mente come le avevano detto arrivò il secondo e più potente orgasmo di quel pomeriggio. Il corpo le tremava, la voce le tremava. Il suo corpo produceva calore e nettare che fuoriuscivano dalla fica. La stessa Rose senti queste vibrazioni stringerle il cazzo ancora profondo dentro Laura. Qualche secondo di calma e la magnifica Thai uscì dal suo ano e molto dolcemente si posizionò a fianco di Laura. Mentre le toglieva la mascherina dagli occhi le propose il suo cazzo alla bocca. Era un invito al pompino che sembrava più un ordine.
Laura lo accolse tutto, senza usare le mani le dava piacere. Rose la scopava in bocca come aveva fatto poco prima, sia in fica che in culo. Piano piano all’inizio e poi sempre più velocemente.
Intanto con le mani, con una mano era entrata con tre dita in fica e col pollice stimolava il clitoride a Laura. La zona rugosa interna fu subito individuata e quando pompino e ditalino andarono allo stesso ritmo ecco che in pochi minuti Laura esplose nel terzo e più devastante orgasmo mentre Rose le scaricava in gola e in viso tutto il suo carico di sperma. Rimasero qualche minuto l’una sull’altra. Gli orgasmi avevano tolto l’energia ad entrambe. Laura appena si riprese fece in tempo ad ammirare quel magnifico corpo nudo di quella magnifica creatura.
Il terzo orgasmo le aveva davvero risucchiato tutte le energie. Ci volle l’intervento e l’aiuto delle due ragazze thai per aiutarla a lavarsi, a vestirsi e a prendere congedo da quella avventura, da quel centro e da quella esperienza.
Una volta ritornata in suite prima di addormentarsi stremata una domanda le si presentò alla mente: chissà quale delle foto viste nell’ufficio a Ginevra era quella della mano di Rose?
 

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Laura era ad Anversa da due giorni. Quel pomeriggio la sua “missione”,quella affidatagli da Mr Wolfe si era conclusa, positivamente. Era un piacere personale che lo svizzero le aveva chiesto, un lavoro fuori dalla sua normale attività. Doveva “ritirare” un libro antico, un pezzo unico che sarebbe andato all’asta ma che il collezionista ginevrino voleva aggiudicarsi a tutti i costi senza problemi di sorta. Laura, con la sua rete di conoscenze, nelle settimane precedenti aveva sondato la possibilità di diciamo una vendita privata e passo dopo passo era riuscita in questo intento: oggetto delistato dal catalogo ufficiale e acquisto diretto. In contanti e di persona.
Adesso il prezioso tomo era già in viaggio per il suo nuovo rifugio e Laura abbastanza provata da questo ultimo lavoro con piena soddisfazione e tanta stanchezza varcava la porta della suite dell’Adrien in pieno centro.
Sul tavolino al centro della camera la accolse un gran mazzo di rose rosse e un biglietto scritto stranamente a mano da Wolfe in persona: complimenti e grazie Laura.
Il post scrittum poi la invitava ad andare a rilassarsi al “Baymoon” , un centro benessere thai li in centro. Tutto offerto dal suo committente. Il post post scrittum aggiungeva di chiedere del trattamento “gold”con Rose, la Masseuse più brava del centro.
Laura li per li era indecisa se andare o meno. C’era da trascorrere ancora la seconda metà del pomeriggio, la serata e solo al mattino dopo la partenza per l’Italia.
Non ci pensò oltre, senza neanche cambiarsi di abito riprese in spalla la Vuitton e decise di andare a rilassarsi, come l’invito indicava.
Il centro benessere era in realtà un centro massaggi che si presentava come di gran classe. Era posto al piano interrato di un palazzo settecentesco della zona pedonale. Al suo ingresso fu accolta come se la Stessero attendendo.
Evidentemente Mr Wolfe non aveva neanche preventivato che Laura potesse rifiutare il suo invito. Il trattamento “gold” le spiegarono era un percorso fatto di un bagno preparatorio seguito da un robusto massaggio e da un terzo tempo estremamente rilassante. Rose le dissero che l’attendeva per la seconda e terza parte. Per la prima fu affidata a due giovani ragazze del paese che ride che insieme la condussero direttamente al trattamento.
L’atmosfera era quella di un centro molto bello e riservato. Musica tipica in sottofondo, candele profumate illuminavano e incensi profumavano gli ambienti.
A Laura fu chiesto solamente di liberare la sua mente da tutti i pensieri. Al resto avrebbero pensato loro. A cominciare dal fatto che le due thai iniziarono a spogliarla appena varcata la soglia della stanza. Delicatamente ma decise, capo dopo capo, liberarono il suo corpo, lasciandola tutta nuda. Una grande vasca con una doccia enorme già pronta accolsero lei e le due giovani per il rito del lavaggio. Anche loro si spogliarono rivelando due corpi tonici e delicati. Le 4 mani iniziarono allora a percorrere il suo corpo con abilità e destrezza. Schiuma e spugne venivano usate per lavare tutta la sua pelle, ogni anfratto. Delicatamente ma in modo preciso e piacevole. Prima in piedi e poi seduta su un piccolo sgabello percorsero tutta la sua epidermide. Le sollevarono le braccia per una depilazione accurata della piccola ricrescita alle ascelle e,come sempre delicatamente, le aprirono le gambe per fare lo stesso con il suo pube e sempre minuziosamente con il suo ano. Non le era mai successo. Era in balia della loro professionalità e contemporaneamente della loro capacità di eccitarla per quando delicate e gentili. Era la prima volta ma si sentiva bene anche se sorpresa. Nulla era malizioso però, piacevole, eccitante ma non malizioso.
Terminati i lavaggi fu con la stessa gentilezza e delicatezza asciugata e poi cosparsa di un profumo alla vaniglia. Il preferito da Rose le dissero....
Fu poi invitata a coricarsi su un ampio fouton sollevato da terra e coperta con un telo in seta. Si congedarono la Lei annunciando l’arrivo di Rose da lì a pochi minuti.
E Rose arrivò dopo qualche istante. Una bellezza thailandese fuori dall’ordinario. Benché vestita con la tipica divisa thai da massaggi, si intuiva un fisico davvero notevole: spalle larghe, seno armonioso con la linea dei fianchi, sedere sporgente il giusto per bilanciare la curva del petto e poi un viso che da solo rivelava quanto magnifiche fossero le Donne di quel paese, anche di quel paese.
La accolse con un doppio bacio e sul secondo si soffermò ad aspirare il profumo con il quale Laura era stata appena bagnata.
Le tolse il telo e invitandola alla posizione supina iniziò il trattamento. Prima i piedi, poi la schiena e le spalle. Poi le braccia e le gambe. Le mani di Rose si muovevano sul corpo di Laura con movimenti precisi, regolari. Usava forza e pressione. Forza e pressione che stupirono Laura in quanto non pensava che un corpo e mani così delicate potessero essere tenutarie di tale energia. Olio ben caldo veniva distribuito su tutto il corpo. I passaggi in alcuni tratti erano quasi dolorosi, in altri molto leggeri. C’era questa alternanza, forze e delicatezza, energia e leggerezza. La stessa Rose in certi movimenti sembrava un bulldozer, in altri una piacevole farfalla. La parte da supini si concluse con alcuni tiraggi tipici thai, quelli che ti fanno scoprire l’esistenza di alcuni muscoli che neanche ricordavi di avere.
Stessa cosa sul lato A poi, stesso canovaccio.
Qui Rose fece indossare a Laura una mascherina per coprire gli occhi. In perfetto inglese le disse che doveva concentrarsi sul suo corpo e sulle sensazioni che da lì le sarebbero arrivate e che sarebbero nate man mano che il massaggio proseguiva nel suo sviluppo.
Dopo altri tiraggi come in precedenza, Rose sussurrò all’orecchio di Laura l’inizio della terza parte. Il silenzio della stanza fu rotto soltanto dal lieve rumore di abiti che venivano tolti. Rose evidentemente si stava spogliando e la cosa fu subito chiara quando Laura senti in suo corpo che le si appoggiava proprio sopra, in un contatto pressoché totale dalla testa ai piedi.
Rose abbracciò dapprima Laura, guancia contro guancia, respiro contro respiro. Seno contro seno braccia su braccia, gambe su gambe e con grande sorpresa di Laura, pube contro pube. Solo che Rose non presentava la tipica liscezza femminile li. no , Rose era dotata di un cazzo che benche a riposo e benché fosse bendata, Laura riconobbe subito al tatto. E non era neanche troppo piccolo si mise anche a pensare. Rose quindi non era una Lei o meglio era una creatura che in quel paese forse più che in altri è diventata parte della società e come tale rispettata. Rose era un “Kathoey” e come tale diede inizio a quella che doveva essere la parte più particolare del massaggio.
Rose party con un bodymassage a tutto corpo. Utilizzava i suoi seni e il suo cazzo per massaggiare il corpo di Laura. Sentiva le sue tette con i capezzoli rigidi percorrere il lungo e in largo la sua pelle. Sentiva quel membro oramai rigido fare altrettanto. Il calore del suo corpo e il particolare calore del suo cazzo la stavano eccitando. All’improvviso si senti prendere in mano le sue tette e stringere i capezzoli rigidi fra le dita. Una scossa la percorse, un calore improvviso fra le gambe la stava invadendo. Rose le sollevo’ le gambe verso il petto e divaricandole entro il Lei senza preavviso alcuno. La trovò ben pronta però. Laura era un lago di eccitazione e voglia. Dapprima si mosse lentamente, dentro e fuori, piano piano. Poi accelerò dando spinte più profonde e quando con la bocca le prese a leccare le dita di un piede ecco che Laura fu colta dal primo e intenso orgasmo. Voleva abbracciare e contemporaneamente allontanare quel corpo femminile da lei ma che di femminile non aveva la voglia di scopare che ci stava mettendo. Uscì da Lei appena i battiti del suo cuore stavano tornando alla normalità. La fece girare con la pancia all’ingiù e dopo averl sposato delicatamente un cuscino sotto ritornò a penetrarla. Ancora più in profondità, ancora più forte e potentemente. Favorita dalla posizione ed evidentemente anche dalla voglia. Con le mani le allargò le chiappe e senza chiedere nulla come prima entrò nel suo ano con un colpo deciso e solitario.
Laura lo voleva, se lo aspettava quasi. Lo desiderava. Da quando l’aveva girata voleva essere inculata. I massaggi di prima l’avevano blandamente stimolata, il passaggio sul suo corpo di quel cazzo l’aveva invece eccitata di brutto. Adesso Lei, la Laura di tante voglie e tante avventure era li su quel fouton e si stava facendo sodomizzare da un’altra “Donna” che probabilmente avrebbe avuto altrettanto avventure da narrare e raccontare. Era una sensazione nuova ma molto piacevole. Rose non era femmina ma non era maschio. Aveva la delicatezza dell’una e la forza dell’altro. Era piacevolissimo. Era una sensazione mai provata prima e liberando la mente come le avevano detto arrivò il secondo e più potente orgasmo di quel pomeriggio. Il corpo le tremava, la voce le tremava. Il suo corpo produceva calore e nettare che fuoriuscivano dalla fica. La stessa Rose senti queste vibrazioni stringerle il cazzo ancora profondo dentro Laura. Qualche secondo di calma e la magnifica Thai uscì dal suo ano e molto dolcemente si posizionò a fianco di Laura. Mentre le toglieva la mascherina dagli occhi le propose il suo cazzo alla bocca. Era un invito al pompino che sembrava più un ordine.
Laura lo accolse tutto, senza usare le mani le dava piacere. Rose la scopava in bocca come aveva fatto poco prima, sia in fica che in culo. Piano piano all’inizio e poi sempre più velocemente.
Intanto con le mani, con una mano era entrata con tre dita in fica e col pollice stimolava il clitoride a Laura. La zona rugosa interna fu subito individuata e quando pompino e ditalino andarono allo stesso ritmo ecco che in pochi minuti Laura esplose nel terzo e più devastante orgasmo mentre Rose le scaricava in gola e in viso tutto il suo carico di sperma. Rimasero qualche minuto l’una sull’altra. Gli orgasmi avevano tolto l’energia ad entrambe. Laura appena si riprese fece in tempo ad ammirare quel magnifico corpo nudo di quella magnifica creatura.
Il terzo orgasmo le aveva davvero risucchiato tutte le energie. Ci volle l’intervento e l’aiuto delle due ragazze thai per aiutarla a lavarsi, a vestirsi e a prendere congedo da quella avventura, da quel centro e da quella esperienza.
Una volta ritornata in suite prima di addormentarsi stremata una domanda le si presentò alla mente: chissà quale delle foto viste nell’ufficio a Ginevra era quella della mano di Rose?
Mi era stato preannunciato, ma non avrei mai immaginato quanto ho letto.
Che dire: complimenti.

Io passo. Non posso competere.
Non con te, Maestro.
 

Durello81

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Laura era ad Anversa da due giorni. Quel pomeriggio la sua “missione”,quella affidatagli da Mr Wolfe si era conclusa, positivamente. Era un piacere personale che lo svizzero le aveva chiesto, un lavoro fuori dalla sua normale attività. Doveva “ritirare” un libro antico, un pezzo unico che sarebbe andato all’asta ma che il collezionista ginevrino voleva aggiudicarsi a tutti i costi senza problemi di sorta. Laura, con la sua rete di conoscenze, nelle settimane precedenti aveva sondato la possibilità di diciamo una vendita privata e passo dopo passo era riuscita in questo intento: oggetto delistato dal catalogo ufficiale e acquisto diretto. In contanti e di persona.
Adesso il prezioso tomo era già in viaggio per il suo nuovo rifugio e Laura abbastanza provata da questo ultimo lavoro con piena soddisfazione e tanta stanchezza varcava la porta della suite dell’Adrien in pieno centro.
Sul tavolino al centro della camera la accolse un gran mazzo di rose rosse e un biglietto scritto stranamente a mano da Wolfe in persona: complimenti e grazie Laura.
Il post scrittum poi la invitava ad andare a rilassarsi al “Baymoon” , un centro benessere thai li in centro. Tutto offerto dal suo committente. Il post post scrittum aggiungeva di chiedere del trattamento “gold”con Rose, la Masseuse più brava del centro.
Laura li per li era indecisa se andare o meno. C’era da trascorrere ancora la seconda metà del pomeriggio, la serata e solo al mattino dopo la partenza per l’Italia.
Non ci pensò oltre, senza neanche cambiarsi di abito riprese in spalla la Vuitton e decise di andare a rilassarsi, come l’invito indicava.
Il centro benessere era in realtà un centro massaggi che si presentava come di gran classe. Era posto al piano interrato di un palazzo settecentesco della zona pedonale. Al suo ingresso fu accolta come se la Stessero attendendo.
Evidentemente Mr Wolfe non aveva neanche preventivato che Laura potesse rifiutare il suo invito. Il trattamento “gold” le spiegarono era un percorso fatto di un bagno preparatorio seguito da un robusto massaggio e da un terzo tempo estremamente rilassante. Rose le dissero che l’attendeva per la seconda e terza parte. Per la prima fu affidata a due giovani ragazze del paese che ride che insieme la condussero direttamente al trattamento.
L’atmosfera era quella di un centro molto bello e riservato. Musica tipica in sottofondo, candele profumate illuminavano e incensi profumavano gli ambienti.
A Laura fu chiesto solamente di liberare la sua mente da tutti i pensieri. Al resto avrebbero pensato loro. A cominciare dal fatto che le due thai iniziarono a spogliarla appena varcata la soglia della stanza. Delicatamente ma decise, capo dopo capo, liberarono il suo corpo, lasciandola tutta nuda. Una grande vasca con una doccia enorme già pronta accolsero lei e le due giovani per il rito del lavaggio. Anche loro si spogliarono rivelando due corpi tonici e delicati. Le 4 mani iniziarono allora a percorrere il suo corpo con abilità e destrezza. Schiuma e spugne venivano usate per lavare tutta la sua pelle, ogni anfratto. Delicatamente ma in modo preciso e piacevole. Prima in piedi e poi seduta su un piccolo sgabello percorsero tutta la sua epidermide. Le sollevarono le braccia per una depilazione accurata della piccola ricrescita alle ascelle e,come sempre delicatamente, le aprirono le gambe per fare lo stesso con il suo pube e sempre minuziosamente con il suo ano. Non le era mai successo. Era in balia della loro professionalità e contemporaneamente della loro capacità di eccitarla per quando delicate e gentili. Era la prima volta ma si sentiva bene anche se sorpresa. Nulla era malizioso però, piacevole, eccitante ma non malizioso.
Terminati i lavaggi fu con la stessa gentilezza e delicatezza asciugata e poi cosparsa di un profumo alla vaniglia. Il preferito da Rose le dissero....
Fu poi invitata a coricarsi su un ampio fouton sollevato da terra e coperta con un telo in seta. Si congedarono la Lei annunciando l’arrivo di Rose da lì a pochi minuti.
E Rose arrivò dopo qualche istante. Una bellezza thailandese fuori dall’ordinario. Benché vestita con la tipica divisa thai da massaggi, si intuiva un fisico davvero notevole: spalle larghe, seno armonioso con la linea dei fianchi, sedere sporgente il giusto per bilanciare la curva del petto e poi un viso che da solo rivelava quanto magnifiche fossero le Donne di quel paese, anche di quel paese.
La accolse con un doppio bacio e sul secondo si soffermò ad aspirare il profumo con il quale Laura era stata appena bagnata.
Le tolse il telo e invitandola alla posizione supina iniziò il trattamento. Prima i piedi, poi la schiena e le spalle. Poi le braccia e le gambe. Le mani di Rose si muovevano sul corpo di Laura con movimenti precisi, regolari. Usava forza e pressione. Forza e pressione che stupirono Laura in quanto non pensava che un corpo e mani così delicate potessero essere tenutarie di tale energia. Olio ben caldo veniva distribuito su tutto il corpo. I passaggi in alcuni tratti erano quasi dolorosi, in altri molto leggeri. C’era questa alternanza, forze e delicatezza, energia e leggerezza. La stessa Rose in certi movimenti sembrava un bulldozer, in altri una piacevole farfalla. La parte da supini si concluse con alcuni tiraggi tipici thai, quelli che ti fanno scoprire l’esistenza di alcuni muscoli che neanche ricordavi di avere.
Stessa cosa sul lato A poi, stesso canovaccio.
Qui Rose fece indossare a Laura una mascherina per coprire gli occhi. In perfetto inglese le disse che doveva concentrarsi sul suo corpo e sulle sensazioni che da lì le sarebbero arrivate e che sarebbero nate man mano che il massaggio proseguiva nel suo sviluppo.
Dopo altri tiraggi come in precedenza, Rose sussurrò all’orecchio di Laura l’inizio della terza parte. Il silenzio della stanza fu rotto soltanto dal lieve rumore di abiti che venivano tolti. Rose evidentemente si stava spogliando e la cosa fu subito chiara quando Laura senti in suo corpo che le si appoggiava proprio sopra, in un contatto pressoché totale dalla testa ai piedi.
Rose abbracciò dapprima Laura, guancia contro guancia, respiro contro respiro. Seno contro seno braccia su braccia, gambe su gambe e con grande sorpresa di Laura, pube contro pube. Solo che Rose non presentava la tipica liscezza femminile li. no , Rose era dotata di un cazzo che benche a riposo e benché fosse bendata, Laura riconobbe subito al tatto. E non era neanche troppo piccolo si mise anche a pensare. Rose quindi non era una Lei o meglio era una creatura che in quel paese forse più che in altri è diventata parte della società e come tale rispettata. Rose era un “Kathoey” e come tale diede inizio a quella che doveva essere la parte più particolare del massaggio.
Rose party con un bodymassage a tutto corpo. Utilizzava i suoi seni e il suo cazzo per massaggiare il corpo di Laura. Sentiva le sue tette con i capezzoli rigidi percorrere il lungo e in largo la sua pelle. Sentiva quel membro oramai rigido fare altrettanto. Il calore del suo corpo e il particolare calore del suo cazzo la stavano eccitando. All’improvviso si senti prendere in mano le sue tette e stringere i capezzoli rigidi fra le dita. Una scossa la percorse, un calore improvviso fra le gambe la stava invadendo. Rose le sollevo’ le gambe verso il petto e divaricandole entro il Lei senza preavviso alcuno. La trovò ben pronta però. Laura era un lago di eccitazione e voglia. Dapprima si mosse lentamente, dentro e fuori, piano piano. Poi accelerò dando spinte più profonde e quando con la bocca le prese a leccare le dita di un piede ecco che Laura fu colta dal primo e intenso orgasmo. Voleva abbracciare e contemporaneamente allontanare quel corpo femminile da lei ma che di femminile non aveva la voglia di scopare che ci stava mettendo. Uscì da Lei appena i battiti del suo cuore stavano tornando alla normalità. La fece girare con la pancia all’ingiù e dopo averl sposato delicatamente un cuscino sotto ritornò a penetrarla. Ancora più in profondità, ancora più forte e potentemente. Favorita dalla posizione ed evidentemente anche dalla voglia. Con le mani le allargò le chiappe e senza chiedere nulla come prima entrò nel suo ano con un colpo deciso e solitario.
Laura lo voleva, se lo aspettava quasi. Lo desiderava. Da quando l’aveva girata voleva essere inculata. I massaggi di prima l’avevano blandamente stimolata, il passaggio sul suo corpo di quel cazzo l’aveva invece eccitata di brutto. Adesso Lei, la Laura di tante voglie e tante avventure era li su quel fouton e si stava facendo sodomizzare da un’altra “Donna” che probabilmente avrebbe avuto altrettanto avventure da narrare e raccontare. Era una sensazione nuova ma molto piacevole. Rose non era femmina ma non era maschio. Aveva la delicatezza dell’una e la forza dell’altro. Era piacevolissimo. Era una sensazione mai provata prima e liberando la mente come le avevano detto arrivò il secondo e più potente orgasmo di quel pomeriggio. Il corpo le tremava, la voce le tremava. Il suo corpo produceva calore e nettare che fuoriuscivano dalla fica. La stessa Rose senti queste vibrazioni stringerle il cazzo ancora profondo dentro Laura. Qualche secondo di calma e la magnifica Thai uscì dal suo ano e molto dolcemente si posizionò a fianco di Laura. Mentre le toglieva la mascherina dagli occhi le propose il suo cazzo alla bocca. Era un invito al pompino che sembrava più un ordine.
Laura lo accolse tutto, senza usare le mani le dava piacere. Rose la scopava in bocca come aveva fatto poco prima, sia in fica che in culo. Piano piano all’inizio e poi sempre più velocemente.
Intanto con le mani, con una mano era entrata con tre dita in fica e col pollice stimolava il clitoride a Laura. La zona rugosa interna fu subito individuata e quando pompino e ditalino andarono allo stesso ritmo ecco che in pochi minuti Laura esplose nel terzo e più devastante orgasmo mentre Rose le scaricava in gola e in viso tutto il suo carico di sperma. Rimasero qualche minuto l’una sull’altra. Gli orgasmi avevano tolto l’energia ad entrambe. Laura appena si riprese fece in tempo ad ammirare quel magnifico corpo nudo di quella magnifica creatura.
Il terzo orgasmo le aveva davvero risucchiato tutte le energie. Ci volle l’intervento e l’aiuto delle due ragazze thai per aiutarla a lavarsi, a vestirsi e a prendere congedo da quella avventura, da quel centro e da quella esperienza.
Una volta ritornata in suite prima di addormentarsi stremata una domanda le si presentò alla mente: chissà quale delle foto viste nell’ufficio a Ginevra era quella della mano di Rose?
Bel racconto e sorpresa nella sorpresa con l'introduzione di Rose, davvero coinvolgente. Sei riuscito anche ad inserire la passione dei massaggi.
Una lettura piacevole, bella @Grandel 👏🏻
 
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K

ks421

Guest
Non ha tutti i torti chi ha scritto che non è possibile competere, anche se chi lo ha affermato non è in quella condizione.
Altra storia cucita su misura, come già successo, la Laura 2.0 è indistinguibile dall' originale.
Ambientazione, trama e sviluppo sono gestiti nel migliore dei modi. È proprio lei.
Il ritmo è incalzante, ancora più che in passato, segno che chi scrive ci ha preso gusto...
Per certi versi, la distanza che divide un cronista da uno scrittore è imbarazzante.
Il seguito che si intuisce ha personaggi e ambienti nuovi da rimescolare e, ovviamente, non esclude altro.
Bel colpo!
 
OP
Grandel

Grandel

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Jerusalem’s Lot
Grazie delle belle parole. Se gli ingredienti sono quelli giusti il dolce viene bene sicuramente. Laura, la Laura di @ks421 e’ un “ingrediente” prelibato e prezioso e quindi concorre a creare ,con un po’ di fantasia e immaginazione, scenari che soddisfano in primis chi li immagina e poi, da quanto letto anche i suoi estimatori. Una Donna così sembra rara nel reale, facciamola diventare unica anche nel virtuale.....
 

Durello81

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Grazie delle belle parole. Se gli ingredienti sono quelli giusti il dolce viene bene sicuramente. Laura, la Laura di @ks421 e’ un “ingrediente” prelibato e prezioso e quindi concorre a creare ,con un po’ di fantasia e immaginazione, scenari che soddisfano in primis chi li immagina e poi, da quanto letto anche i suoi estimatori. Una Donna così sembra rara nel reale, facciamola diventare unica anche nel virtuale.....
ciao darwin applausi GIF by SuperGuidaTv
 

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