Esperienza reale Un estate in Liguria da 19enne

Thebassist

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Al quinto anno di superiori mi fidanzai con una mia compagna di classe (che chiameremo Giulia per comodità), una ragazza per cui avevo avuto una cotta per un sacco. A quanto pare ero anche ricambiato ma rimanemmo a lungo solo amici convinti, entrambi, di poter essere niente di più per l’altro.
Lei era una ragazza molto dolce, intelligente ma abbastanza “facile”, capelli tinti di rosso, due occhioni scuri incredibili e un fisico abbastanza nella norma. Ero pazzo di lei e lei mi fece scoprire cosa vuol dire scoparsi una che vuole essere scopata. Fu un anno di continuo sesso in camporella, in motel o in qualsiasi casa libera avessimo. Chiunque mi disse, e mi dirà a posteriori, che aveva la faccia da porca: era vero e non mi dispiaceva.

Dopo la maturità decidemmo di trascorrere due settimane in una località di mare in cui lei era solita andare e in cui aveva la sua cerchia di amici. I primi giorni trascorsero, come da copione per due adolescenti, a scopare e fare il bagno al mare. Eravamo parecchio infoiati e “battezzammo” ogni stanza del piccolo monolocale nelle prime tre ore di permanenza, nei successivi giorni successe anche in luoghi meno appartati ma queste vicende le terremo per i racconti a venire.

Passati i primi giorni iniziammo più spesso a frequentare la sua compagnia del posto, ragazzi e ragazze normalissimi a cui lei era legata dall’infanzia.
Una sera, con lei abbastanza brilla, a letto ruppe il silenzio con questa domanda: - Anche a te piace Miriam? Tutti le sbavano dietro… - e io: -Vabbè, tutti le sbaveranno dietro ma lei è fidanzata con Luca no? Ogni giorno tornano a casa insieme e lui si carica in spalla ombrellone e borsette!- Giulia rise:-Ma va ahahahha! Lui vorrebbe come tutti ma lei non se lo fila di pezza.
Rimanemmo un attimo in silenzio, attimo che mi bastò per pensare che si, Miriam era effettivamente una gran figa (e purtroppo non sarà co protagonista del racconto).
Lei a questo punto se ne uscì con un:-Che poi tanto a Luca il primo pompino lo ho fatto io e sarà sempre lei la seconda.
Si a quanto pare tra le due c’era abbastanza rivalità.
Nei minuti successi lei mi confessò di essersi passata praticamente ogni ragazzo della compagnia ma di non aver mai scopato con nessuno di questi. Io non ho mai avuto tendenze cuck e la questione iniziava abbastanza a mettermi a disagio ma poi lei se ne uscì con una frase: -Che poi la roba più divertente è sempre quello che combiniamo io e la Lalla.
Lalla è il diminutivo di Laura, una ragazza più piccola di un anno, bassina, col fisico incredibilmente tonico e un culotto perfetto, un faccino vispo e, in generale, davvero una bella ragazza.
Giulia e Laura pare avessero l’abitudine di limonare furiosamente sulla pista della discoteca per far arrapare i ragazzi e godersi gli sguardi lascivi. Giulia iniziò poi a raccontarmi che un paio di volte quei baci si erano trasformati in masturbazioni reciproche una volta giunte a casa dato che avevano l’abitudine di dormire insieme dopo la discoteca. Abbracciati a cucchiaio iniziai a strusciarmi sul suo culo mentre lei raccontava, si inarcò in modo da facilitarmi l’entrata: infilai il cazzo dentro la sua figa che scoprì essere già bagnata e iniziai a pompare lentamente. Mi muovevo piano ma costantemente mentre mi raccontava della prima sera in cui successe qualcosa con la sua amica, di come fossero tornate sbronze e con Laura depressa perché un ragazzo che le piaceva aveva preferito fare il filo tutta sera a Miriam piuttosto che guardare lei. Io continuavo a scoparla dolcemente mentre con le mani strizzavo le sue belle tette e lei mi disse di come, una volta a letto, Laura la avesse abbracciata innocentemente e le avesse detto:- La prossima volta mi limonerai come al solito così quel coglione vedrà cosa si è perso. La mia ragazza iniziò a muovere i fianchi, cercando di farsi scopare più forte, io le tirai indietro la testa dai capelli e le sussurrai all’orecchio che, se voleva il cazzo per bene, doveva prima finire il racconto. Lei ridacchiò e ansimando:- Porco questo ti eccita però eh.
Le diedi qualche botta più rapida, come fossero un segnale affermativo e poi ricominciai con lo stesso lento ritmo. Mentre la scopavo lasciandole un succhiotto dietro l’altro sul collo lei mi disse di come il profumo di Lalla, l’alcool e l’essere digiune le spinse a “fare le prove per la successiva serata”, di come si fossero baciate per un po’ e poi avessero iniziato a farsi confidenze sessuali. Lalla le aveva confidato di quanto fosse insicura della sua figa e la mia ragazza non aveva potuto fare altro che toccargliela per rassicurarla che tutto fosse nella norma. Mentre la chiavavo mi disse di come ovviamente le cose fossero precipitate in sesso orale reciproco e ditalini furiosi. L’ultima cosa che le sentì dire fu un:- Però effettivamente Lalla ha una figa enorme. A quel punto ero troppo eccitato, la girai di tre quarti e iniziai a scoparla forte mentre la sgrillettavo con una mano. Lei gemeva e urlava, era una ragazza molto “vocale”. Continuai a scoparla e sfregarle il clitoride finché non iniziai a sentirmi la gamba e l’inguine bagnato: la mia Giulia aveva squirtato allagando tutto e, dopo qualche altra botta, si irrigidì lasciando andare un gemito acuto e sommesso. Finalmente anche io mi lasciai andare, sborrandole dentro senza troppi preamboli. Rimanemmo un po’ ancora attaccati, tutti e due a pancia in su e lei sdraiata sopra di me, io ancora dentro la sua figa che le baciavo il collo e le accarezzavo l’inguine coi peli intrisi di umori. Alla fine ci girammo e ci addormentammo profondamente come solo dopo le belle scopate, su quelle lenzuola bagnate ed entrambi gocciolanti sperma.

Dopo quella sera il discorso non fu toccato per un po’, continuammo la spensierata vita di adolescenti innamorati, senza pensieri e in vacanza da soli: mare, sesso, qualche bevuta. Ripenso con nostalgia alla sensazione fantastica di essere sotto al sole con accanto la ragazza che ho sempre voluto e che quasi ostenta i succhiotti che ogni notte le lasciavo sul collo e sul seno.
Nonostante tutto spesso mi interrogavo su quella frase, su quel:- Effettivamente Lalla ha una figa enorme. Ero morbosamente incuriosito e spesso guardavo quella ragazza in costume chiedendomi cosa nascondesse tra le cosce, sotto quello striminzito costume a brasiliana che tanto le valorizzava il culo.

Avevo fantasticato a lungo su ciò che sarebbe successo la prima volta che saremmo andati a ballare tutti insieme, sul fatto che Laura si sarebbe fermata a dormire da noi certamente e… beh fantasticavo come chiunque farebbe.
La vita però mi riservò una sorpresa: un pomeriggio di pioggia rimanemmo in casa da soli io, Lalla e Giulia. Loro due, intime come sorelle, erano in mutande del costume e maglietta sul divano, praticamente abbracciate, a giocare ad un gioco scemo sul cellulare. Io, seduto sul tavolo da pranzo, fingendomi annoiato, me le rimiravo. Giulia, quei capelli tinti di rosso mi avevano fatto impazzire per un anno, non aveva un fisico da modella ma compensava con la porcaggine. Sotto la maglietta, praticamente trasparente, si intuivano le forme del seno. Una seconda non particolarmente abbondante, due tette dure e dalla forma conica, non esattamente le tette perfette ma tanto eccitanti per quelle areole tonde e sproporzionatamente grosse centrate da piccoli capezzoli. A dirla tutta pensai che fossero piuttosto brutte la prima volta che la vidi nuda ma ora mi ero ricreduto, da ciucciare erano magnifiche.
Accanto l’amica, un faccino perfetto, occhi verdi e un nasino all’insù. Durante il giorno li teneva legati ma la sera sfoggiava dei capelli riccissimi, castani e voluminosi che le contornavano il viso…fasciata dentro un vestitino che le faceva risaltare quel culo abbondante e tonico era davvero un bel vedere. Non era comunque da meno ora, trasandata per la giornata al mare.
Dopo qualche minuto a fissarle, perso in potete immaginare quali pensieri, entrambe iniziarono a lanciarmi occhiate e ridacchiare tra di loro. Una serie di bisbigli mi ridestarono dai miei pensieri e mi accorsi di essere bello duro e che il costume poteva dissimularlo molto poco.
Giulia a quel punto mi chiese cosa avessi per essere così “allegro”. Tentennai, imbarazzato. Lalla intervenne con un:- Guarda come è innamorato se gli fai questo effetto- e io, quasi automaticamente, sputai fuori un:-No beh è che a vedervi insieme riesco a pensare solo ad una cosa.
A quel punto il viso di Giulia prese fuoco per l’imbarazzo e Laura le urlò contro, indispettita:- Giu ma che cazzo gli hai raccontato?!-
La mia ragazza iniziò a spiegarle e io rimasi abbastanza sconvolto perché, anziché liquidare il discorso velocemente, iniziò un racconto dettagliato della scopata di qualche sera prima, quella durante la quale mi aveva descritto dei loro trascorsi saffici.
Lalla sul volto aveva un’espressione indefinibile, un misto di imbarazzo, incredulità e tensione sessuale.
Sotto la sua maglietta sottile iniziavano a fare capolino due capezzoli duri che cercò, poco dopo, di nascondere con finta disinvoltura sotto le mani.
Il discorso finì ma Giulia omise un particolare, quello che aveva alimentato la mia curiosità negli ultimi giorni; orami ero in ballo e mi sembrò naturale vuotare il sacco nel modo più candido e spontaneo possibile:-Lalla ma che vuol dire che hai la figa enorme?-
Laura ormai era abbastanza sotto shock e non ebbe la reazione che mi aspettavo, si limitò a guardarmi incredula e poi fissare la sua amica che rideva. Giulia cercò i miei occhi, come a chiedere conferma, mi vide eccitato e, senza troppi preamboli, mise una mano tra le gambe dell’amica e scostò a lato il costume.
Io stavo praticamente trattenendo il fiato, il cuore mi batteva nelle orecchie e avevo il cazzo che pulsava.
Giulia, come nulla fosse, sembrava a suo agio, era fronte a fronte con l’amica e si guardavano fisse. Laura, dopo un sospiro, cercava quasi di nascondere il viso al mio sguardo ma allargò le gambe lascivamente.
A quel punto potei vedere. Una fregna lunga, tra clitoride e buco del culo ci saranno state almeno 5 dita. Davvero, grossa era la parola giusta ed era stupenda: un clitoride evidente e delle piccole labbra lunghe che le dita della mia ragazza avevano giĂ  aperto. Le grandi labbra erano relativamente sottili. Quella figa era aperta, invitante e si, lo ripeto, era grossa.
Mi avvicinai e mi sedetti, io, Lalla in mezzo e la mia ragazza che, guardandomi, mi disse di non muovermi troppo.
Io, attonito, ammiravo: tre dita della mia ragazza erano già dentro e, poco dopo, la quarta le seguì. La mia ragazza sembrava scavare dentro quel fregnone e Lalla stava gemendo timidamente tirandosi un capezzolo da sopra la maglietta. Giulia tirò fuori le dita e me le mise in bocca. Succhiai avidamente gli umori e lei mi osservava compiaciuta ma con la bocca aperta per lo stupore. Avevo il cazzo in mano e lei aveva ripreso a masturbare l’amica con la mano di traverso. Dopo poco la mia ragazza si alzò e, per mano, portò entrambi in camera sul lettone: dietro io e Laura inebetiti e trascinati come due cagnolini. Giulia prese il nostro lubrificante si unse tutta la mano nonostante le deboli proteste di Laura; un attimo dopo capì: Laura a cosce aperte e la mia ragazza che pian piano infilava l’intera mano dentro quel figone. Io, accanto al letto, guardavo inebetito. Le stava scopando la figa con l’intero pugno e il rumore sciacquato che ne usciva lo ricordo ancora oggi. Dopo un minuto di quel trattamento Laura inarcò la schiena e con una serie di gemiti lasciò che la sua figa sbrodolasse abbondantemente sulle lenzuola. Giulia uscì dall’amica e io potei osservare quel sesso grosso, rosso e spalancato, magnifico.
Mentre Laura boccheggiava io presi la mia ragazza lì com’era, a pecorina, le tirai giù il costume e iniziai a leccarla. Non capivo più molto e, dopo una abbondante spruzzata di lubrificante sull’ano, glielo misi in culo.
Ero durissimo e la stavo inculando senza troppa cortesia, lei per non sentire troppo male si tirò su in modo che la scopassi da dietro ma non troppo a fondo. Le sfilai la maglietta e guardai Laura tornare in se, spogliarsi a sua volta scoprendo due piccole tettine sode ma con lunghi capezzoli e iniziare a baciare la mia ragazza e accarezzarle la figa. Andammo avanti così per un po’, la mia ragazza bloccata tra il mio corpo e quello della sua amica, tutti incredibilmente eccitati. Giulia, molto meno timida dell’amica, godeva urlando. Le mie mani stringevano insieme le sue tette, come per offrirle a Laura che le succhiava pur tenendo le mani fisse sul clitoride della mia lei. Sempre nella stessa posizione “a panino” afferrai le fantastiche chiappe di Laura e le usai come appiglio per fottere più forte la mia ragazza. Stavo impazzendo, il cazzo dentro quel culo, il mio corpo schiacciato contro quel corpo che conoscevo bene ma le mani che ne esploravano uno nuovo. Avevo la faccia a mezzo centimetro da quella delle due ragazze che si baciavano. Durai ancora poco, i respiri delle due mi mandavano fuori di testa e sborrai come poche altre volte.
Rimanemmo così ancora un po’ e, praticamente nella stessa posizione, ci accasciammo sul letto sul fianco.
Dopo un po’ di coccole ci addormentammo in quella posizione. Mi svegliai per primo, mi alzai per andare in bagno ma rimasi qualche minuto a contemplare, con parecchia ammirazione, quelle due ragazze.

Se dovesse piacere avrei almeno un altro paio di cose da raccontare su quella vacanza. Nulla che riguardi ancora Laura dato che non successe altro ma comunque roba interessante...
 

Grandel

"Level 7"
Élite Fase 1
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Posizione
Jerusalem’s Lot
Al quinto anno di superiori mi fidanzai con una mia compagna di classe (che chiameremo Giulia per comodità), una ragazza per cui avevo avuto una cotta per un sacco. A quanto pare ero anche ricambiato ma rimanemmo a lungo solo amici convinti, entrambi, di poter essere niente di più per l’altro.
Lei era una ragazza molto dolce, intelligente ma abbastanza “facile”, capelli tinti di rosso, due occhioni scuri incredibili e un fisico abbastanza nella norma. Ero pazzo di lei e lei mi fece scoprire cosa vuol dire scoparsi una che vuole essere scopata. Fu un anno di continuo sesso in camporella, in motel o in qualsiasi casa libera avessimo. Chiunque mi disse, e mi dirà a posteriori, che aveva la faccia da porca: era vero e non mi dispiaceva.

Dopo la maturità decidemmo di trascorrere due settimane in una località di mare in cui lei era solita andare e in cui aveva la sua cerchia di amici. I primi giorni trascorsero, come da copione per due adolescenti, a scopare e fare il bagno al mare. Eravamo parecchio infoiati e “battezzammo” ogni stanza del piccolo monolocale nelle prime tre ore di permanenza, nei successivi giorni successe anche in luoghi meno appartati ma queste vicende le terremo per i racconti a venire.

Passati i primi giorni iniziammo più spesso a frequentare la sua compagnia del posto, ragazzi e ragazze normalissimi a cui lei era legata dall’infanzia.
Una sera, con lei abbastanza brilla, a letto ruppe il silenzio con questa domanda: - Anche a te piace Miriam? Tutti le sbavano dietro… - e io: -Vabbè, tutti le sbaveranno dietro ma lei è fidanzata con Luca no? Ogni giorno tornano a casa insieme e lui si carica in spalla ombrellone e borsette!- Giulia rise:-Ma va ahahahha! Lui vorrebbe come tutti ma lei non se lo fila di pezza.
Rimanemmo un attimo in silenzio, attimo che mi bastò per pensare che si, Miriam era effettivamente una gran figa (e purtroppo non sarà co protagonista del racconto).
Lei a questo punto se ne uscì con un:-Che poi tanto a Luca il primo pompino lo ho fatto io e sarà sempre lei la seconda.
Si a quanto pare tra le due c’era abbastanza rivalità.
Nei minuti successi lei mi confessò di essersi passata praticamente ogni ragazzo della compagnia ma di non aver mai scopato con nessuno di questi. Io non ho mai avuto tendenze cuck e la questione iniziava abbastanza a mettermi a disagio ma poi lei se ne uscì con una frase: -Che poi la roba più divertente è sempre quello che combiniamo io e la Lalla.
Lalla è il diminutivo di Laura, una ragazza più piccola di un anno, bassina, col fisico incredibilmente tonico e un culotto perfetto, un faccino vispo e, in generale, davvero una bella ragazza.
Giulia e Laura pare avessero l’abitudine di limonare furiosamente sulla pista della discoteca per far arrapare i ragazzi e godersi gli sguardi lascivi. Giulia iniziò poi a raccontarmi che un paio di volte quei baci si erano trasformati in masturbazioni reciproche una volta giunte a casa dato che avevano l’abitudine di dormire insieme dopo la discoteca. Abbracciati a cucchiaio iniziai a strusciarmi sul suo culo mentre lei raccontava, si inarcò in modo da facilitarmi l’entrata: infilai il cazzo dentro la sua figa che scoprì essere già bagnata e iniziai a pompare lentamente. Mi muovevo piano ma costantemente mentre mi raccontava della prima sera in cui successe qualcosa con la sua amica, di come fossero tornate sbronze e con Laura depressa perché un ragazzo che le piaceva aveva preferito fare il filo tutta sera a Miriam piuttosto che guardare lei. Io continuavo a scoparla dolcemente mentre con le mani strizzavo le sue belle tette e lei mi disse di come, una volta a letto, Laura la avesse abbracciata innocentemente e le avesse detto:- La prossima volta mi limonerai come al solito così quel coglione vedrà cosa si è perso. La mia ragazza iniziò a muovere i fianchi, cercando di farsi scopare più forte, io le tirai indietro la testa dai capelli e le sussurrai all’orecchio che, se voleva il cazzo per bene, doveva prima finire il racconto. Lei ridacchiò e ansimando:- Porco questo ti eccita però eh.
Le diedi qualche botta più rapida, come fossero un segnale affermativo e poi ricominciai con lo stesso lento ritmo. Mentre la scopavo lasciandole un succhiotto dietro l’altro sul collo lei mi disse di come il profumo di Lalla, l’alcool e l’essere digiune le spinse a “fare le prove per la successiva serata”, di come si fossero baciate per un po’ e poi avessero iniziato a farsi confidenze sessuali. Lalla le aveva confidato di quanto fosse insicura della sua figa e la mia ragazza non aveva potuto fare altro che toccargliela per rassicurarla che tutto fosse nella norma. Mentre la chiavavo mi disse di come ovviamente le cose fossero precipitate in sesso orale reciproco e ditalini furiosi. L’ultima cosa che le sentì dire fu un:- Però effettivamente Lalla ha una figa enorme. A quel punto ero troppo eccitato, la girai di tre quarti e iniziai a scoparla forte mentre la sgrillettavo con una mano. Lei gemeva e urlava, era una ragazza molto “vocale”. Continuai a scoparla e sfregarle il clitoride finché non iniziai a sentirmi la gamba e l’inguine bagnato: la mia Giulia aveva squirtato allagando tutto e, dopo qualche altra botta, si irrigidì lasciando andare un gemito acuto e sommesso. Finalmente anche io mi lasciai andare, sborrandole dentro senza troppi preamboli. Rimanemmo un po’ ancora attaccati, tutti e due a pancia in su e lei sdraiata sopra di me, io ancora dentro la sua figa che le baciavo il collo e le accarezzavo l’inguine coi peli intrisi di umori. Alla fine ci girammo e ci addormentammo profondamente come solo dopo le belle scopate, su quelle lenzuola bagnate ed entrambi gocciolanti sperma.

Dopo quella sera il discorso non fu toccato per un po’, continuammo la spensierata vita di adolescenti innamorati, senza pensieri e in vacanza da soli: mare, sesso, qualche bevuta. Ripenso con nostalgia alla sensazione fantastica di essere sotto al sole con accanto la ragazza che ho sempre voluto e che quasi ostenta i succhiotti che ogni notte le lasciavo sul collo e sul seno.
Nonostante tutto spesso mi interrogavo su quella frase, su quel:- Effettivamente Lalla ha una figa enorme. Ero morbosamente incuriosito e spesso guardavo quella ragazza in costume chiedendomi cosa nascondesse tra le cosce, sotto quello striminzito costume a brasiliana che tanto le valorizzava il culo.

Avevo fantasticato a lungo su ciò che sarebbe successo la prima volta che saremmo andati a ballare tutti insieme, sul fatto che Laura si sarebbe fermata a dormire da noi certamente e… beh fantasticavo come chiunque farebbe.
La vita però mi riservò una sorpresa: un pomeriggio di pioggia rimanemmo in casa da soli io, Lalla e Giulia. Loro due, intime come sorelle, erano in mutande del costume e maglietta sul divano, praticamente abbracciate, a giocare ad un gioco scemo sul cellulare. Io, seduto sul tavolo da pranzo, fingendomi annoiato, me le rimiravo. Giulia, quei capelli tinti di rosso mi avevano fatto impazzire per un anno, non aveva un fisico da modella ma compensava con la porcaggine. Sotto la maglietta, praticamente trasparente, si intuivano le forme del seno. Una seconda non particolarmente abbondante, due tette dure e dalla forma conica, non esattamente le tette perfette ma tanto eccitanti per quelle areole tonde e sproporzionatamente grosse centrate da piccoli capezzoli. A dirla tutta pensai che fossero piuttosto brutte la prima volta che la vidi nuda ma ora mi ero ricreduto, da ciucciare erano magnifiche.
Accanto l’amica, un faccino perfetto, occhi verdi e un nasino all’insù. Durante il giorno li teneva legati ma la sera sfoggiava dei capelli riccissimi, castani e voluminosi che le contornavano il viso…fasciata dentro un vestitino che le faceva risaltare quel culo abbondante e tonico era davvero un bel vedere. Non era comunque da meno ora, trasandata per la giornata al mare.
Dopo qualche minuto a fissarle, perso in potete immaginare quali pensieri, entrambe iniziarono a lanciarmi occhiate e ridacchiare tra di loro. Una serie di bisbigli mi ridestarono dai miei pensieri e mi accorsi di essere bello duro e che il costume poteva dissimularlo molto poco.
Giulia a quel punto mi chiese cosa avessi per essere così “allegro”. Tentennai, imbarazzato. Lalla intervenne con un:- Guarda come è innamorato se gli fai questo effetto- e io, quasi automaticamente, sputai fuori un:-No beh è che a vedervi insieme riesco a pensare solo ad una cosa.
A quel punto il viso di Giulia prese fuoco per l’imbarazzo e Laura le urlò contro, indispettita:- Giu ma che cazzo gli hai raccontato?!-
La mia ragazza iniziò a spiegarle e io rimasi abbastanza sconvolto perché, anziché liquidare il discorso velocemente, iniziò un racconto dettagliato della scopata di qualche sera prima, quella durante la quale mi aveva descritto dei loro trascorsi saffici.
Lalla sul volto aveva un’espressione indefinibile, un misto di imbarazzo, incredulità e tensione sessuale.
Sotto la sua maglietta sottile iniziavano a fare capolino due capezzoli duri che cercò, poco dopo, di nascondere con finta disinvoltura sotto le mani.
Il discorso finì ma Giulia omise un particolare, quello che aveva alimentato la mia curiosità negli ultimi giorni; orami ero in ballo e mi sembrò naturale vuotare il sacco nel modo più candido e spontaneo possibile:-Lalla ma che vuol dire che hai la figa enorme?-
Laura ormai era abbastanza sotto shock e non ebbe la reazione che mi aspettavo, si limitò a guardarmi incredula e poi fissare la sua amica che rideva. Giulia cercò i miei occhi, come a chiedere conferma, mi vide eccitato e, senza troppi preamboli, mise una mano tra le gambe dell’amica e scostò a lato il costume.
Io stavo praticamente trattenendo il fiato, il cuore mi batteva nelle orecchie e avevo il cazzo che pulsava.
Giulia, come nulla fosse, sembrava a suo agio, era fronte a fronte con l’amica e si guardavano fisse. Laura, dopo un sospiro, cercava quasi di nascondere il viso al mio sguardo ma allargò le gambe lascivamente.
A quel punto potei vedere. Una fregna lunga, tra clitoride e buco del culo ci saranno state almeno 5 dita. Davvero, grossa era la parola giusta ed era stupenda: un clitoride evidente e delle piccole labbra lunghe che le dita della mia ragazza avevano giĂ  aperto. Le grandi labbra erano relativamente sottili. Quella figa era aperta, invitante e si, lo ripeto, era grossa.
Mi avvicinai e mi sedetti, io, Lalla in mezzo e la mia ragazza che, guardandomi, mi disse di non muovermi troppo.
Io, attonito, ammiravo: tre dita della mia ragazza erano già dentro e, poco dopo, la quarta le seguì. La mia ragazza sembrava scavare dentro quel fregnone e Lalla stava gemendo timidamente tirandosi un capezzolo da sopra la maglietta. Giulia tirò fuori le dita e me le mise in bocca. Succhiai avidamente gli umori e lei mi osservava compiaciuta ma con la bocca aperta per lo stupore. Avevo il cazzo in mano e lei aveva ripreso a masturbare l’amica con la mano di traverso. Dopo poco la mia ragazza si alzò e, per mano, portò entrambi in camera sul lettone: dietro io e Laura inebetiti e trascinati come due cagnolini. Giulia prese il nostro lubrificante si unse tutta la mano nonostante le deboli proteste di Laura; un attimo dopo capì: Laura a cosce aperte e la mia ragazza che pian piano infilava l’intera mano dentro quel figone. Io, accanto al letto, guardavo inebetito. Le stava scopando la figa con l’intero pugno e il rumore sciacquato che ne usciva lo ricordo ancora oggi. Dopo un minuto di quel trattamento Laura inarcò la schiena e con una serie di gemiti lasciò che la sua figa sbrodolasse abbondantemente sulle lenzuola. Giulia uscì dall’amica e io potei osservare quel sesso grosso, rosso e spalancato, magnifico.
Mentre Laura boccheggiava io presi la mia ragazza lì com’era, a pecorina, le tirai giù il costume e iniziai a leccarla. Non capivo più molto e, dopo una abbondante spruzzata di lubrificante sull’ano, glielo misi in culo.
Ero durissimo e la stavo inculando senza troppa cortesia, lei per non sentire troppo male si tirò su in modo che la scopassi da dietro ma non troppo a fondo. Le sfilai la maglietta e guardai Laura tornare in se, spogliarsi a sua volta scoprendo due piccole tettine sode ma con lunghi capezzoli e iniziare a baciare la mia ragazza e accarezzarle la figa. Andammo avanti così per un po’, la mia ragazza bloccata tra il mio corpo e quello della sua amica, tutti incredibilmente eccitati. Giulia, molto meno timida dell’amica, godeva urlando. Le mie mani stringevano insieme le sue tette, come per offrirle a Laura che le succhiava pur tenendo le mani fisse sul clitoride della mia lei. Sempre nella stessa posizione “a panino” afferrai le fantastiche chiappe di Laura e le usai come appiglio per fottere più forte la mia ragazza. Stavo impazzendo, il cazzo dentro quel culo, il mio corpo schiacciato contro quel corpo che conoscevo bene ma le mani che ne esploravano uno nuovo. Avevo la faccia a mezzo centimetro da quella delle due ragazze che si baciavano. Durai ancora poco, i respiri delle due mi mandavano fuori di testa e sborrai come poche altre volte.
Rimanemmo così ancora un po’ e, praticamente nella stessa posizione, ci accasciammo sul letto sul fianco.
Dopo un po’ di coccole ci addormentammo in quella posizione. Mi svegliai per primo, mi alzai per andare in bagno ma rimasi qualche minuto a contemplare, con parecchia ammirazione, quelle due ragazze.

Se dovesse piacere avrei almeno un altro paio di cose da raccontare su quella vacanza. Nulla che riguardi ancora Laura dato che non successe altro ma comunque roba interessante...
Interessa, interessa, Grazie
 

gleezer

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Wow, fantastico questo racconto. Hai scritto e descritto molto bene.
Io non so come hai fatto a resistere, glielo avrei leccato quel fregnone, altroché.

Se hai altro racconta perché sono sicuro non sarà niente male
 
OP
Thebassist

Thebassist

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La sera di ferragosto, complice la mia poca propensione per il ballo e i costi proibitivi della zona, l’intero gruppo decise, fortunatamente per me, di accontentarsi di una classica pizza in spiaggia con conseguente sbronza di gruppo piuttosto che infilarsi in qualche discoteca.
Fu una serata normalissima senza, fino a quel momento, particolari degni di nota. La casa in cui alloggiavamo era in realtĂ  dei genitori di Giulia che, ovviamente, ci avevano raggiunti per ferragosto.
Consci che avremmo fatto tardi e alzato il gomito ci eravamo accordati con un ragazzo per dormire a casa sua, noi e un’altra ragazza del gruppo.

Raggiunta casa ad un orario indegno, dopo aver davvero fatto il pieno di scemenze dette, ci infilammo a letto. Come molte case al mare anche questo era un piccolo appartamento. Io e Giulia dormivamo sul divano letto del soggiorno, il proprietario di casa ed Elisa (l’altra ragazza ospite) avrebbero condiviso il letto matrimoniale dopo mille raccomandazioni della ragazza circa il:- Se mi sfiori mi metto ad urlare.
Si, il ragazzo non era particolarmente affascinante e aveva un po’ la nomea di “maniaco” (in un modo abbastanza innocente ovviamente).


Ci infilammo a letto tutti e, poco dopo, ci sembrò di sentire le voci degli altri due acquietarsi. Eravamo entrambi parecchio brilli ed eccitati e le bastarono pochi strusciamenti del suo culo sul mio pacco per farmi diventare bello duro e invogliato. Cercando di essere più silenziosi possibile ci sfilammo i vestiti e io mi misi sopra di lei. Le leccai il collo, la baciai con tutto l’amore che provavo per lei in quei giorni, scesi a ciucciare quelle grosse e lisce areole tenendole una mano sulla bocca per non farla ansimare. Lei mi fermò lì, alle tette, senza permettermi di leccarle la figa: mi sussurrò che mi voleva dentro e io non mi feci pregare.
Aveva la figa fradicia e il corpo bollente, ci eravamo tirati il lenzuolo fin sopra la testa convinti che bastasse a nasconderci; sotto quel lenzuolo l’atmosfera era satura dell’odore dei nostri corpi e di quello dell’alcool che ottundeva il giudizio di entrambi. Iniziai a pompare nella sua figa cercando di fare meno rumore possibile mentre lei mi succhiava il collo con forza nel tentativo di non lasciarsi andare a gemiti improvvisi.
Ad ogni botta il letto cigolava, lei mugolava e il mio respiro si appesantiva: era così tanto bagnata (e forse io ubriaco) che quasi non la sentivo, scivolavo dentro e fuori senza alcun attrito ed ero fradicio dei suoi umori fino alle palle. Lei iniziò ad incitarmi, all’orecchio e sottovoce, di farla venire: mi misi dritto e dopo qualche altra botta l'unghiata che mi diede su una gamba mi fece capire che era venuta.

Mi accasciai su di lei ancora insoddisfatto ma anche consapevole che non fosse il caso di fare altro rumore: avevo già in mente di potermi accontentare di una sega e di sborrarle in bocca ma lei, ancora scossa dall’orgasmo, mi disse:- Ho finito, ora fammi come ti pare.
Mi faceva uscire di testa quel carta bianca, quel poterle fare ciò che mi passava per la testa.
Mi sfilai e lei si girò sul fianco, convinta che forse non avessi più voglia. Io mi sputai sulla mano e iniziai a lubrificarle il buco del culo con la mia saliva e i dolci umori della sua figa. Lei iniziò con una finta protesta:- Ehi ma che fai?! Ma sei matto?!- ridacchiando mentre sporgeva il culo verso di me allargandosi le chiappe con una mano.
Puntellai il mio cazzo al suo buco del culo e, con una certa calma, iniziai a scoparla anche analmente. Pian piano il culo si abituò e presi a stantuffare con maggior vigore. Più pompavo e più mi indurivo e mi sentivo pronto ad esplodere, al limite dell’orgasmo uscii dal suo culo per “rifiatare” qualche secondo e, nel rientrare, entrai per sbaglio in fica. Mi sembrò che lei non avesse rimostranze e iniziai così un divertente balletto: una decina di botte nella figa e una decina di botte nel culo, culo e figa e poi figa e culo. Eravamo di nuovo sotto il lenzuolo, faceva un caldo pazzesco e io pensavo di stare impazzendo: ad ogni botta il cazzo sembrava voler esplodere, continuavo ad alternare buchi con sempre maggior frequenza per ritardare il più possibile l'orgasmo. Fica e culo, culo e fica, di continuo, senza pietà per i suoi orifizi. Continuai così per non so quanto, lei mordeva il cuscino per non fare rumore e io la fottevo e le sussuravo di quanto i suoi buchi da troia mi facessero godere. La girai a pecorina, con la faccia nel cuscino e io in piedi dietro di lei: ripresi con quel trattamento e, a quel punto, le premure per non fare rumore si rivelarono del tutto inutili. I buchi di lei, dilatati come poche altre volte, iniziarono a “scoreggiare”: quando le scopavo il culo le usciva aria dalla figa e viceversa. Io ero fin troppo eccitato dalla cosa per smettere e lei stava godendo troppo per rendersi conto. Eravamo, soprattutto lei e il suo corpo, uno spettacolo osceno: ci stavamo accoppiando come animali, incuranti che solo un sottile muro di cartongesso ci separasse dai nostri amici. Far durare il più possibile quel godimento era la nostra unica preoccupazione. Continuai a scoparla facendole scoreggiare i buchi finche sentii la sua fichetta avere una serie di convulsioni interne; mi lasciai andare anche io, la tirai ben bene contro di me e le schizzai sperma tenendomi a contatto con il fondo della sua vagina. La tratenni dai fianchi per un po’ in quella posizione in modo da far finire le pulsazioni del mio cazzo e da scaricarle dentro tutto: avevo sotto gli occhi il suo buco del culo dilatatissimo e, così per divertimento, iniziai a lasciarci cadere dentro della saliva dalla mia bocca e ficcarci dentro con facilità tre dita.

Cercammo, per quanto possibile, di ricomporci e ci mettemmo a letto. Sapevamo di aver fatto un casino pazzesco ma eravamo troppo stanchi ed soddisfatti per interessarcene.

Il pomeriggio, al risveglio, i due nostri temporanei coinquilini fecero per il primo momento finta di niente.
Tornando a casa Giulia decise di accompagnare Elisa per l’ulteriore pezzetto di strada che lei aveva da fare.
Elisa non aspettava altro: dopo poche insistenze le confessò di come ovviamente fossero entrambi svegli, avessero ridacchiato per qualche momento ma poi si fossero praticamente sentiti in imbarazzo per quanto la cosa si era fatta “animalesca”. Giulia mi raccontò di come il rossore in viso di Elisa tradisse l'imbarazzo che aveva provato ma anche di quanto sembrasse "ammirata" della prestazione animale di cui era stata involontaria spettatrice.
A detta di Elisa il nostro padrone di casa, alla fine della performance, avrebbe aspettato qualche minuto per poi andarsi a chiudere in bagno per qualche decina di minuti; lei, e noi tutti, siamo certi che una bella sega se la sia tirata.


Con questa finiscono le esperienze più “hardcore” tra me e Giulia, almeno per quanto riguarda quell’estate; circa quei giorni avrei ancora una cosa che riguarda la mamma di lei ma non fatevi chissà quali fantasie: le cose che racconto sono reali quindi non aspettatevi che una donna quasi cinquantenne e sposata si scopi il fidanzatino 19enne della figlia. Il racconto riguarderebbe roba molto più “mentale” mia (ovviamente del sesso c’è).
Proprio perché sono cose successe veramente mi sento in dovere di raccomandare ai lettori (magari coetanei del me dell’epoca) di non emulare la pratica dell’alternare i buchi: per quanto sia stato molto eccitante lei si è fatta qualche giorno di infiammazione vaginale e io mezz’ora di:“ Sei un porco, ragioni col cazzo e poi a me tocca andare dalla farmacista a spiegarle i perché e i percome”.
Inoltre, nonostante Phica non mi sembri il posto, vorrei specificare che nonostante fossimo ENTRAMBI sbronzi eravamo anche ENTRAMBI consenzienti. Non vorrei mai che qualche baizuo dei giorni nostri si senta in dovere di vedere violenze in una scopata adolescenziale.
 

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