Racconto di fantasia Un giovane in Erasmus

Gando94

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Mi chiamo Mara, ho da poco superato i quarant'anni ed a questa età credevo che la vita non mi avrebbe piu riservato sorprese.
Ho ancora un fisico piacente, la mia quarta di seno su un vitino da vespa ha sempre attirato gli sguardi degli uomini e nonostante le avance e le occasioni, non avevo alcuna intenzione di tradire mio marito ed ero sicura che mai lo avrei fatto.
Mi sbagliavo.
Sono sposata da vent'anni con Aldo, abbiamo due figli, Luisa di venti e Luca di diciotto.
Abbiamo una vita serena, pochi problemi economici ed ho sempre ritenuto la mia vita più che soddisfacente, nonostante aver avuto i figli molto giovane probabilmente mi ha precluso di fare quelle esperienze che avrei voluto.
Anche la nostra vita sessuale, nonostante stiamo insieme da così tanto tempo ed ormai i rapporti sono ridotti ad una o due volte al mese, la ritenevo appagante.
Tutto questo lo pensavo fino all'arrivo di Pedro, ma andiamo per ordine.
Luisa ci comunicò che aveva fatto richiesta all'università per uno scambio di ospitalità, una formula che prevedeva che sarebbe stata ospite di una famiglia a Lisbona e che noi avremmo dovuto fare altrettanto a Milano con la persona che ci sarebbe stata assegnata.
Voleva migliorare il suo portoghese, studia lingue, ed andare per sei settimane a vivere lì era il metodo migliore.
Mio marito, oltre ad essere tremendamente attaccato a lei, mosse diverse obiezioni, sopratutto perché odiava le novità e certamente non può dirsi un tipo ospitale ed aperto al prossimo.
Erano infinite le discussioni tra lui e Luisa, lei cosmopolita e solidale, lui chiuso ed, a dire il vero, anche un po' razzista.
Alla fine ovviamente capitolammo al desiderio di mia figlia e quando la accompagnai all'aereoporto, rimasi un'ora ad aspettare il volo che lo stesso giorno avrebbe portato Pedro nella nostra vita.
Mi sentivo tremendamente stupida con il cartello in mano all'uscita degli arrivi internazionali, ma il mio imbarazzo si trasformò in stupore quando si avvicinò un ragazzo mulatto alto un metro e ottanta con un fisico bestiale che mi disse, in un discreto italiano, di essere Pedro.
Cercai di ricompormi dallo sbigottimento iniziale e gli dissi che eravamo felici di averlo qui, anche se tra me e me ero preoccupata per la reazione che avrebbe avuto mio marito.
Non solo doveva ospitare in casa sua un estraneo per un mese e mezzo, ma sicuramente la pigmentazione di Pedro gli avrebbe causato un'ulteriore irritazione.
Mentre viaggiavamo verso casa, Pedro capí qualcosa, perché ci tenne a precisare che era stato adottato in Brasile dai suoi attuali genitori e che sperava, visto quello che gli avevano raccontato alcuni suoi amici, che l'Italia non fosse diventata il Paese razzista che dicevano.
Trattenni un sorriso e gli dissi di stare tranquillo, appoggiando la mia mano sulla sua.
Voleva essere un gesto affettuoso, materno, verso un ragazzo lontano da casa come lo era mia figlia, ma lui la presa tra le sue e la bacio con quelle meravigliore labbra carnose.
Lo ammetto, mi stupí quella reazione, ma non gli diedi peso, anche se notai che ogni tanto sbirciava verso le mie cosce forzatamente scoperte dalla postura in macchina.
Non nascondo che mi fece piacere che le mie gambe attirassero ancora lo sguardo di un ventenne che, bello com'era, non doveva avere problemi a trovare ragazze della sua età molto compiacenti.
Arrivammo a casa, mentre Pedro socializzava con Luca, avvisai mio marito della sorpresa che avevo avuto in aereoporto e gli raccomandai di comportarsi da buon ospite, mi promise di sforzarsi di digerire la cosa, ma di non farmi troppe illusioni.
Preparai la cena dopo aver fatto vedere al nostro ospite dove trovare asciugamani che gli permettessero di fare una doccia.
Notai uno sguardo molto particolare dopo che involontariamente mi ero piegata di fronte a lui per prendergli un plaid in una cassettiera.
Lo notai, e mi piacque.
Aldo purtroppo non fece nulla a cena per nascondere la sua ostilità, per fortuna sia io che Luca cercavamo con qualche battuta e facendo domande a Pedro sul Portogallo di mitigare la situazione.
Quella sera litigai con Aldo per il suo atteggiamento, mi rispose che a casa sua credeva di avere il diritto di ospitare o meno chi volesse e che non sopportava che quel "negro" dormisse in camera di nostra figlia.
Gli sguardi di Pedro mi avevano scatenato gli ormoni, ma dopo la lite non avevo assolutamente voglia di fare sesso con quello stronzo di Aldo.
Trascorse una settimana dall'arrivo di Pedro, la mattina seguiva dei corsi all'università ed al pomeriggio era spesso impegnato con Luca che lo portava in giro con il suo scooter per fargli conoscere un po' Milano.
Aldo continuava con il suo atteggiamento ostile, cosa che Pedro accettò parlandomene un pomeriggio dinanzi ad un caffè.
- Mara tu sei una bella persona, mi hai fatto subito sentire a casa, ma non piaccio ad Aldo, forse perché sono troppo "nero" per i suoi gusti?
- Ma no, Pedro, cosa vai a pensare, è solo che gli manca Luisa.
- Io non credo che sia per questo, ma a me non importa, a me importa di piacere a te.
Così dicendo mi accarezzò la mano e mi guardò intensamente negli occhi sorridendo.
Ebbi un leggero capogiro e cercai di nascondere l'imbarazzo dicendogli che era un bravo ragazzo ed era molto simpatico.
Ero appoggiata al lavello mentre parlavo, lui si alzó, si avvicinó a me ed appoggiando le sue gambe contro le mie mi baciò sul collo e mi disse
- Lo sai cosa io dico a te, non fare, come dite voi italiani, la gnorri.
Si mise a ridere e mi lasciò lì, sbigottita ed eccitata con la figa che aveva inondato le mie mutandine di umori.
Un'ora dopo mi chiamarono dal lavoro, era saltata una commessa importante e mi chiesero se volessi smaltire un po' di ferie.
Accettai subito, un po' perché sentivo di aver bisogno di riposo, un po' perché una parte di me voleva trovare l'occasione per verificare se quello che immaginavo corrispondesse al vero.
Quella sera Aldo mi disse che l'indomani sarebbe partito per un viaggio di lavoro, io non gli dissi che sarei rimasta a casa qualche giorno.
Ero ancora arrabbiata con lui, ma nonostante questo, dopo cena ero carica di voglia e lasciai che mi scopasse, ma solo dopo avermela mangiata per una mezz'oretta.
In qualche modo dovevo fargliela pagare, o no?!?
L'indomani preparai la colazione per i ragazzi, Aldo era già partito molto presto.
Luca chiese a Pedro se volesse un passaggio per l'università, ma lui rispose che era un po' raffreddato e che si sarebbe presto rimesso a letto.
Ma lo disse fissandomi ed era incredibile come ogni volta che mi guardasse, mi facesse bagnare.
Mentre sparecchiavo la tavola Luca mi disse che avrebbe pranzato da Emma, la sua ragazza, poi andò via.
In casa restavamo io e Pedro e devo ammettere che la mia eccitazione era alle stelle.
Ero in pigiama, niente di sexy, mentre piegata caricavo la lavastoviglie sentii Pedro appoggiarsi sulle mie natiche con il suo bacino.
Fu un attimo, ma sentii nel solco delle mie natiche la sua meravigliosa erezione.
Scattai in piedi, volevo voltarmi ed allontanarlo, ma tenendomi ferme le mani e restando dietro di me appoggiato al mio corpo iniziò a baciarmi sul collo.
- Io so che anche tu vuoi questo Mara, lasciati andare, lascia che io faccio felice te.
- Pedro no, io amo mio marito, hai capito male.
Nel frattempo la sua erezione spingeva sul mio culetto.
- Tuo marito è un stronzo, non merita donna bella come te.
La mia figa era ormai un lago, iniziai ad accarezzargli le mani che mi tenevano ferme, lui a quel punto mi liberò dalla presa e mi permise di girarmi per baciarlo.
La sua lingua iniziò a roteare insieme alla mia, mentre le sue mani scendevano dalla schiena fino a massaggiarmi le chiappe.
Mi staccai da lui, lo presi per mano e lo condussi nella mia camera da letto.
Volevo quel ragazzo così giovane dentro di me, lo volevo con tutta me stessa.
Mi sedetti sul letto, lui in piedi di fronte a me mi guardava dall'alto in basso e sorrideva.
Indossava una tuta, si tolse la felpa che usava in casa e subito mi si presentò un meraviglioso torace color caffellatte con degli addominali scolpiti.
Inizia a baciarli, mentre lui mi accarezzava i capelli.
Dal bozzo che aveva in mezzo alle gambe, capii che quello sarebbe stato il cazzo più grosso che avessi mai visto.
Lo volevo.
Gli abbassai i pantaloni della tuta, sotto non portava gli slip, quando scesero alle ginocchia quasi mi schiaffeggiò con il cazzo.
Era lungo almeno una ventina di centimetri ed era largo il doppio di quello di mio marito.
- Hai un cazzo stupendo
Gli dissi con la voce roca mentre lo scappellavo ed ammiravo.
- È tutto per te Mara, io voglio felice te.
Mi sfiló la parte sopra del mio pigiama di seta, sotto non avevo intimo e le mie grosse tette erano alla sua vista, con i capezzoli duri come chiodi.
Mentre iniziava a soppesarle e stuzzicarle aprii la bocca più che potevo per assaggiare quel bastone nero che inconsapevolmente tanto avevo desiderato.
Aveva un sapore molto forte, quasi selvatico, ma dopo quattro o cinque pompate non ci feci più caso ed iniziai davvero a godere nel succhiare quel cazzone enorme.
Ogni tanto lui spingeva in avanti il bacino e mi sembrava quasi di soffocare, ma non volevo farlo uscire dalla mia bocca.
Ormai era lucido e coperto dalla mia saliva, duro come l'acciaio e dritto come il pirellone.
Mi sollevò per le ascelle e mi adagiò delicatamente sul letto, in un colpo solo mi sfiló il pantaloncino e gli slip.
Non depilavo mai la mia patatina, ad Aldo piaceva cosí, e dallo sguardo di Pedro compresi che anche lui la apprezzava nature.
Iniziò a mordicchiarmi l'interno cosce, dal ginocchio a salire, brividi di piacere mi sconquassavano tutta.
Quando affondó la faccia in mezzo alle mie cosce oscenamente aperte, baciando la mia fica come fosse una bocca, ebbi il primo orgasmo.
Continuava a mangiarmela alternando piccoli morsi alle cosce fino a succhiarmi il clitoride che non avevo mai sentito cosí ingrossato.
- Cosí Pedro...bravo...cosi siiii....cazzo mi stai facendo morire....ti prego....fottimi.....scopami....sventrami.....
Mi prese per le caviglie e mi avvicinó a se iniziando a strofinarmi quell'enorme cappella sulla mia figa fradicia.
Quando capí che non ne potevo piú me lo infiló dentro fino alle palle, scivoló dentro con una facilità che non avrei mai immaginato.
Lo sentivo tutto dentro, duro e rovente, mi arpionai con le gambe ai suoi fianchi mentre lui mi sbatteva e mi mordeva le tette.
Ebbi un altro, violentissimo orgasmo, tanto che lui si fermò per chiedermi se era tutto ok.
- sto....benissimo.....mi stai.....sfondando.....ma....non.....fermarti.....ti prego.... sbattimi....ancora....ancora....
Mi fece girare con la pancia in giù, mi chiuse le gambe con le sue e me lo ficcó di nuovo dentro.
Lo sentivo andare avanti ed indietro nel mio utero ormai slabbrato, era ancora duro come all'inizio, non accennava a smosciarsi mentre io con le mani stringevo il copriletto e continuavo a venire copiosamente.
- La tua vagina è fantastica Mara, stretta come quella di sedicenne.
A me non sembrava , ma il fatto che mi fottesse e mi facesse anche i complimenti lo trovai molto carino.
In realtà la figa cominciava a farmi male, forse fu più per questo che per riconoscenza che gli chiesi di sfilarlo e lasciare che lo spompinassi ancora.
Lui a malincuore lo tiró fuori e fradicio dei miei umori me lo passó in mezzo alle natiche.
Capii le sue intenzioni e mi spostai di scatto, era impensabile prendere un cazzo di quelle dimensioni nel mio culo vergine.
Lui fece una smorfia dispiaciuta, che trasformai in un'espressione di godimento prendendogli il cazzo in bocca.
Pedro inizió a parlare in portoghese, mentre mi prendeva la testa e la faceva andare su e giù sul suo palo di carne.
Credo di aver capito qualcosa come "succhia puttana italiana" quando un fiume di sborra mi invase la bocca.
Iniziai a buttarla giù come fosse un nettare, il suo sapore era stranamente dolce e salato insieme, ma era troppa ed iniziai a tossire e sputarla fuori.
Lui iniziò a ridere, probabilmente per la mia espressione, risi anch'io, mentre imbrattata sulle tette, continuavo a leccare quel cazzo meraviglioso che mi aveva fatto godere come mai nella mia vita....
 

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Bello!
Continua
Mi chiamo Mara, ho da poco superato i quarant'anni ed a questa età credevo che la vita non mi avrebbe piu riservato sorprese.
Ho ancora un fisico piacente, la mia quarta di seno su un vitino da vespa ha sempre attirato gli sguardi degli uomini e nonostante le avance e le occasioni, non avevo alcuna intenzione di tradire mio marito ed ero sicura che mai lo avrei fatto.
Mi sbagliavo.
Sono sposata da vent'anni con Aldo, abbiamo due figli, Luisa di venti e Luca di diciotto.
Abbiamo una vita serena, pochi problemi economici ed ho sempre ritenuto la mia vita più che soddisfacente, nonostante aver avuto i figli molto giovane probabilmente mi ha precluso di fare quelle esperienze che avrei voluto.
Anche la nostra vita sessuale, nonostante stiamo insieme da così tanto tempo ed ormai i rapporti sono ridotti ad una o due volte al mese, la ritenevo appagante.
Tutto questo lo pensavo fino all'arrivo di Pedro, ma andiamo per ordine.
Luisa ci comunicò che aveva fatto richiesta all'università per uno scambio di ospitalità, una formula che prevedeva che sarebbe stata ospite di una famiglia a Lisbona e che noi avremmo dovuto fare altrettanto a Milano con la persona che ci sarebbe stata assegnata.
Voleva migliorare il suo portoghese, studia lingue, ed andare per sei settimane a vivere lì era il metodo migliore.
Mio marito, oltre ad essere tremendamente attaccato a lei, mosse diverse obiezioni, sopratutto perché odiava le novità e certamente non può dirsi un tipo ospitale ed aperto al prossimo.
Erano infinite le discussioni tra lui e Luisa, lei cosmopolita e solidale, lui chiuso ed, a dire il vero, anche un po' razzista.
Alla fine ovviamente capitolammo al desiderio di mia figlia e quando la accompagnai all'aereoporto, rimasi un'ora ad aspettare il volo che lo stesso giorno avrebbe portato Pedro nella nostra vita.
Mi sentivo tremendamente stupida con il cartello in mano all'uscita degli arrivi internazionali, ma il mio imbarazzo si trasformò in stupore quando si avvicinò un ragazzo mulatto alto un metro e ottanta con un fisico bestiale che mi disse, in un discreto italiano, di essere Pedro.
Cercai di ricompormi dallo sbigottimento iniziale e gli dissi che eravamo felici di averlo qui, anche se tra me e me ero preoccupata per la reazione che avrebbe avuto mio marito.
Non solo doveva ospitare in casa sua un estraneo per un mese e mezzo, ma sicuramente la pigmentazione di Pedro gli avrebbe causato un'ulteriore irritazione.
Mentre viaggiavamo verso casa, Pedro capí qualcosa, perché ci tenne a precisare che era stato adottato in Brasile dai suoi attuali genitori e che sperava, visto quello che gli avevano raccontato alcuni suoi amici, che l'Italia non fosse diventata il Paese razzista che dicevano.
Trattenni un sorriso e gli dissi di stare tranquillo, appoggiando la mia mano sulla sua.
Voleva essere un gesto affettuoso, materno, verso un ragazzo lontano da casa come lo era mia figlia, ma lui la presa tra le sue e la bacio con quelle meravigliore labbra carnose.
Lo ammetto, mi stupí quella reazione, ma non gli diedi peso, anche se notai che ogni tanto sbirciava verso le mie cosce forzatamente scoperte dalla postura in macchina.
Non nascondo che mi fece piacere che le mie gambe attirassero ancora lo sguardo di un ventenne che, bello com'era, non doveva avere problemi a trovare ragazze della sua età molto compiacenti.
Arrivammo a casa, mentre Pedro socializzava con Luca, avvisai mio marito della sorpresa che avevo avuto in aereoporto e gli raccomandai di comportarsi da buon ospite, mi promise di sforzarsi di digerire la cosa, ma di non farmi troppe illusioni.
Preparai la cena dopo aver fatto vedere al nostro ospite dove trovare asciugamani che gli permettessero di fare una doccia.
Notai uno sguardo molto particolare dopo che involontariamente mi ero piegata di fronte a lui per prendergli un plaid in una cassettiera.
Lo notai, e mi piacque.
Aldo purtroppo non fece nulla a cena per nascondere la sua ostilità, per fortuna sia io che Luca cercavamo con qualche battuta e facendo domande a Pedro sul Portogallo di mitigare la situazione.
Quella sera litigai con Aldo per il suo atteggiamento, mi rispose che a casa sua credeva di avere il diritto di ospitare o meno chi volesse e che non sopportava che quel "negro" dormisse in camera di nostra figlia.
Gli sguardi di Pedro mi avevano scatenato gli ormoni, ma dopo la lite non avevo assolutamente voglia di fare sesso con quello stronzo di Aldo.
Trascorse una settimana dall'arrivo di Pedro, la mattina seguiva dei corsi all'università ed al pomeriggio era spesso impegnato con Luca che lo portava in giro con il suo scooter per fargli conoscere un po' Milano.
Aldo continuava con il suo atteggiamento ostile, cosa che Pedro accettò parlandomene un pomeriggio dinanzi ad un caffè.
- Mara tu sei una bella persona, mi hai fatto subito sentire a casa, ma non piaccio ad Aldo, forse perché sono troppo "nero" per i suoi gusti?
- Ma no, Pedro, cosa vai a pensare, è solo che gli manca Luisa.
- Io non credo che sia per questo, ma a me non importa, a me importa di piacere a te.
Così dicendo mi accarezzò la mano e mi guardò intensamente negli occhi sorridendo.
Ebbi un leggero capogiro e cercai di nascondere l'imbarazzo dicendogli che era un bravo ragazzo ed era molto simpatico.
Ero appoggiata al lavello mentre parlavo, lui si alzó, si avvicinó a me ed appoggiando le sue gambe contro le mie mi baciò sul collo e mi disse
- Lo sai cosa io dico a te, non fare, come dite voi italiani, la gnorri.
Si mise a ridere e mi lasciò lì, sbigottita ed eccitata con la figa che aveva inondato le mie mutandine di umori.
Un'ora dopo mi chiamarono dal lavoro, era saltata una commessa importante e mi chiesero se volessi smaltire un po' di ferie.
Accettai subito, un po' perché sentivo di aver bisogno di riposo, un po' perché una parte di me voleva trovare l'occasione per verificare se quello che immaginavo corrispondesse al vero.
Quella sera Aldo mi disse che l'indomani sarebbe partito per un viaggio di lavoro, io non gli dissi che sarei rimasta a casa qualche giorno.
Ero ancora arrabbiata con lui, ma nonostante questo, dopo cena ero carica di voglia e lasciai che mi scopasse, ma solo dopo avermela mangiata per una mezz'oretta.
In qualche modo dovevo fargliela pagare, o no?!?
L'indomani preparai la colazione per i ragazzi, Aldo era già partito molto presto.
Luca chiese a Pedro se volesse un passaggio per l'università, ma lui rispose che era un po' raffreddato e che si sarebbe presto rimesso a letto.
Ma lo disse fissandomi ed era incredibile come ogni volta che mi guardasse, mi facesse bagnare.
Mentre sparecchiavo la tavola Luca mi disse che avrebbe pranzato da Emma, la sua ragazza, poi andò via.
In casa restavamo io e Pedro e devo ammettere che la mia eccitazione era alle stelle.
Ero in pigiama, niente di sexy, mentre piegata caricavo la lavastoviglie sentii Pedro appoggiarsi sulle mie natiche con il suo bacino.
Fu un attimo, ma sentii nel solco delle mie natiche la sua meravigliosa erezione.
Scattai in piedi, volevo voltarmi ed allontanarlo, ma tenendomi ferme le mani e restando dietro di me appoggiato al mio corpo iniziò a baciarmi sul collo.
- Io so che anche tu vuoi questo Mara, lasciati andare, lascia che io faccio felice te.
- Pedro no, io amo mio marito, hai capito male.
Nel frattempo la sua erezione spingeva sul mio culetto.
- Tuo marito è un stronzo, non merita donna bella come te.
La mia figa era ormai un lago, iniziai ad accarezzargli le mani che mi tenevano ferme, lui a quel punto mi liberò dalla presa e mi permise di girarmi per baciarlo.
La sua lingua iniziò a roteare insieme alla mia, mentre le sue mani scendevano dalla schiena fino a massaggiarmi le chiappe.
Mi staccai da lui, lo presi per mano e lo condussi nella mia camera da letto.
Volevo quel ragazzo così giovane dentro di me, lo volevo con tutta me stessa.
Mi sedetti sul letto, lui in piedi di fronte a me mi guardava dall'alto in basso e sorrideva.
Indossava una tuta, si tolse la felpa che usava in casa e subito mi si presentò un meraviglioso torace color caffellatte con degli addominali scolpiti.
Inizia a baciarli, mentre lui mi accarezzava i capelli.
Dal bozzo che aveva in mezzo alle gambe, capii che quello sarebbe stato il cazzo più grosso che avessi mai visto.
Lo volevo.
Gli abbassai i pantaloni della tuta, sotto non portava gli slip, quando scesero alle ginocchia quasi mi schiaffeggiò con il cazzo.
Era lungo almeno una ventina di centimetri ed era largo il doppio di quello di mio marito.
- Hai un cazzo stupendo
Gli dissi con la voce roca mentre lo scappellavo ed ammiravo.
- È tutto per te Mara, io voglio felice te.
Mi sfiló la parte sopra del mio pigiama di seta, sotto non avevo intimo e le mie grosse tette erano alla sua vista, con i capezzoli duri come chiodi.
Mentre iniziava a soppesarle e stuzzicarle aprii la bocca più che potevo per assaggiare quel bastone nero che inconsapevolmente tanto avevo desiderato.
Aveva un sapore molto forte, quasi selvatico, ma dopo quattro o cinque pompate non ci feci più caso ed iniziai davvero a godere nel succhiare quel cazzone enorme.
Ogni tanto lui spingeva in avanti il bacino e mi sembrava quasi di soffocare, ma non volevo farlo uscire dalla mia bocca.
Ormai era lucido e coperto dalla mia saliva, duro come l'acciaio e dritto come il pirellone.
Mi sollevò per le ascelle e mi adagiò delicatamente sul letto, in un colpo solo mi sfiló il pantaloncino e gli slip.
Non depilavo mai la mia patatina, ad Aldo piaceva cosí, e dallo sguardo di Pedro compresi che anche lui la apprezzava nature.
Iniziò a mordicchiarmi l'interno cosce, dal ginocchio a salire, brividi di piacere mi sconquassavano tutta.
Quando affondó la faccia in mezzo alle mie cosce oscenamente aperte, baciando la mia fica come fosse una bocca, ebbi il primo orgasmo.
Continuava a mangiarmela alternando piccoli morsi alle cosce fino a succhiarmi il clitoride che non avevo mai sentito cosí ingrossato.
- Cosí Pedro...bravo...cosi siiii....cazzo mi stai facendo morire....ti prego....fottimi.....scopami....sventrami.....
Mi prese per le caviglie e mi avvicinó a se iniziando a strofinarmi quell'enorme cappella sulla mia figa fradicia.
Quando capí che non ne potevo piú me lo infiló dentro fino alle palle, scivoló dentro con una facilità che non avrei mai immaginato.
Lo sentivo tutto dentro, duro e rovente, mi arpionai con le gambe ai suoi fianchi mentre lui mi sbatteva e mi mordeva le tette.
Ebbi un altro, violentissimo orgasmo, tanto che lui si fermò per chiedermi se era tutto ok.
- sto....benissimo.....mi stai.....sfondando.....ma....non.....fermarti.....ti prego.... sbattimi....ancora....ancora....
Mi fece girare con la pancia in giù, mi chiuse le gambe con le sue e me lo ficcó di nuovo dentro.
Lo sentivo andare avanti ed indietro nel mio utero ormai slabbrato, era ancora duro come all'inizio, non accennava a smosciarsi mentre io con le mani stringevo il copriletto e continuavo a venire copiosamente.
- La tua vagina è fantastica Mara, stretta come quella di sedicenne.
A me non sembrava , ma il fatto che mi fottesse e mi facesse anche i complimenti lo trovai molto carino.
In realtà la figa cominciava a farmi male, forse fu più per questo che per riconoscenza che gli chiesi di sfilarlo e lasciare che lo spompinassi ancora.
Lui a malincuore lo tiró fuori e fradicio dei miei umori me lo passó in mezzo alle natiche.
Capii le sue intenzioni e mi spostai di scatto, era impensabile prendere un cazzo di quelle dimensioni nel mio culo vergine.
Lui fece una smorfia dispiaciuta, che trasformai in un'espressione di godimento prendendogli il cazzo in bocca.
Pedro inizió a parlare in portoghese, mentre mi prendeva la testa e la faceva andare su e giù sul suo palo di carne.
Credo di aver capito qualcosa come "succhia puttana italiana" quando un fiume di sborra mi invase la bocca.
Iniziai a buttarla giù come fosse un nettare, il suo sapore era stranamente dolce e salato insieme, ma era troppa ed iniziai a tossire e sputarla fuori.
Lui iniziò a ridere, probabilmente per la mia espressione, risi anch'io, mentre imbrattata sulle tette, continuavo a leccare quel cazzo meraviglioso che mi aveva fatto godere come mai nella mia vita....
 

strady3.0

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Molto bello, ben scritto...
mi auguro vivamente sia il primo round, e il primo capitolo del lungo erasmus...
continua a scrivere per noi . grazie
 

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