Passarono molti mesi dove accadde poco o nulla, putroppo l'avvento del Covid aveva rallentato sia la divertente vita sessuale mia e di J., sia ovviamente tutto il resto.
Avevamo programmato piu' volte il ritorno di S. a casa nostra, per poter stare un po' insieme, e non solo chiacchierare a distanza quasi quotidianamente come fa con mia moglie, conversazione che termina puntualmente con i miei saluti e baci ricambiati.
Ogni volta pero' si presentava qualche problema, per svariati motivi, che impediva che cio' potesse accadere, seppure ancora al tempo vedevo l'arrivo di S. come una cosa si piacevole, ma che alla fine era piu' un supporto per mia moglie, che viveva lontana da famiglia ed amici, che altro.
Una sera, era un martedi e lo ricordo bene perche' stavo per uscire in direzione calcetto con gli amici, videochiama S. ed inizia a parlare con J. delle solite cose, credo, d'altronde capisco si e no il 10% di quello che dicono, e seduta sul divano accanto a me, mi cade l'occhio sul telefono.
S. indossava solo quella famosa vestaglietta bianca indossata a casa mia mesi prima, solo che in questo caso era del tutto aperta.
Copriva a stento il seno che nel frattempo era diventato sempre piu' generoso, sicuramente aveva preso qualche kg, ma pensavo le stesse bene visto quanto magra fosse prima.
Dimenticai immediatamente che dovevo ancora finire di fare la borsa ed inizia, con una scusa, a chiedere di poterla salutare.
Non so se J. capi' subito il mio intento, ma non ci badai molto, ero solo attratto da quella visione e ne volevo di piu' e quanto piu vicino possibile.
S. mi vide e non si scompose di un muscolo se non per lanciarmi baci ed epiteti nella sua lingua, ed ogni tanto facendo il gesto della mano che lancia il bacio, lasciava intravedere qualcosina, ma difficile dirlo vista la visuale sullo schermo di un telefono non nelle mie mani.
Ripresero a parlare e mi resi conto che stavo facendo tardi, percio' mi affrettai a prendere le mie cose e fiondarmi fuori di casa.
Non fu semplice giocare quella partita con il cazzo barzotto e per evitare figure pessime, fui costretto a farmi la doccia a casa e la sotto sfogarmi come si deve. Non ce la facevo davvero piu'!
L'indomani mattina, con tutta la delicatezza che mi appartiene, dopo il caffe' domandai a J. se avesse notato l'indifferenza con la quale S. indossava a malapena quella camicetta, e lei, che mi conosce ormai da due lustri, sorrise sorniona ed annui' con la testa, dandomi del solito
maiale, ma che comunque lei stessa non era rimasta indifferente a quell'effetto di vedo-nonvedo.
E' una gran porcella J. ed io l'ho sposata per questo. Quante cose le ho visto fare, e se avessimo la possibilita' quante gliene organizzerei ancora. Nonostante gli anni passino, resta ancora una gran bella Phica. E non lo dico per piaggeria.
Piu' volte nei mesi successivi chiesi a J. di richiamare S. la sera, sperando di ritrovarla nella medesima condizione e di godermi un po' lo spettacolo. A queste affermazioni non dava la sensazione di esser gelosa, come sempre, o che le desse fastidio, ma rispetto al solito dove mi fomentava, manteneva un atteggiamento parzialmente distaccato.
Putroppo per mille motivi, non ebbi mai la fortuna di godere di nuovo dello stesso spettacolo di qualche settimana prima, ma tenace come mio solito, ebbi quella che di fatto si rivelo' essere un'idea brillante giusto qualche giorno piu' avanti.
E qui veniamo ad i fatti piu' recenti, nello specifico Febbraio di questo anno.
Alla vigilia del mio compleanno, dove di solito J. organizza quando possibile qualcosa di piccante, essendo impossibilitati nel farlo, le chiedo come unico piccolo pensiero, di chiedere ad S. se per farmi gli auguri, mi conceda la gioia di avere una sua foto con quella camicetta bianca.
"Ardito" - pensai tra me e me "forse anche troppo"
Eppure J. rise come fa sempre quando si ricorda di che razza di
maiale abbia sposato, e mi lapido' con un semplice: "OK!"
Fui piu' felice di non averla fatta stranire che al pensiero esistessa una sola possibilita' che cio' potesse accadere.
Tanto che mi dimenticai durante la giornata di festeggiamenti, fra familiari ed amici, e lasciai la giornata procedesse fra un bicchiere e l'altro, spegnendo candeline e scartando regali.
La sera, tornati a casa, J. stanchissima mi disse sarebbe andata a dormire, mentre io avevo piacere nel restare sul divano a cazzeggiare un po' davanti alla tv.
Alle 00.21, quando ormai il mio compleanno e' passato, ricevo un messaggio su whatsapp da S. che si scusava per il ritardo, era desolata, ma che mi augurava uno splendido compleanno e non vedeva l'ora di rivedermi.
La ringraziai e le dissi che non c'era problema, poteva capitare avendo tante ore di differenza di fuso orario, e che non doveva preoccuparsi affatto, ero felice come sempre si fosse ricordata di me. E salutai.
Il bello pero' arrivo' giusto qualche secondo dopo, quando il mio telefono mi avverti' che S. mi aveva mandato una foto.
Poi due.
Poi tre.
N.d.r.
-Come gia' detto, non iniziate a chiedere foto, che mettero' a piacimento se e quando mi andra'.