Mimmo
Prima di tutto mi presento: io sono Mimmo, ho 46 anni e sono brutto e cattivo, in ogni senso, tanto che quando è scoppiata la pandemia mi trovavo in carcere con il cazzo che mi esplodeva al solo pensiero delle due situazioni che avevo in ballo se il giudice avesse acconsentito a farmi trascorrere gli ultimi 6 mesi della mia pena ai domiciliari.
Ero in carcere da oltre quattro anni, per una condanna per estorsione e lesioni aggravate ma di questo vi parlerà poi. Se mi incontrate per prima cosa credo vi possa colpire la mia bruttezza. Sono alto quasi 1,90cm, stempiato con un naso enorme e dei denti fortemente irregolari. Fisicamente però sono un toro e ho sempre campato grazie ai miei muscoli e al mio cazzo, un tronco di 28cm misurati che parte da una cappella normale fino ad allargarsi alla base raggiungendo il diametro di una lattina.
Sono romano de Roma anche se grande tifoso della Lazio, nato povero in borgata dove la scuola la vedevo solo quando andavo al campetto a giocare a pallone. Fin da ragazzino ho sempre fatto il delinquente, tanto da finire in riformatorio per diversi furti. A me non frega noente di nulla, non ho pietà per nessuno anche se non ho mai ucciso un uomo se questo vi state chiedendo. Però a molti gli ho fatto male, molto male.
C'è stato un periodo però che ho provato a rigare dritto, quando mi sono sposato con l'unica donna che abbia mai amato e quando è nato mio figlio, l'unico essere al mondo di cui in questo momento mi importi. La mia ex moglie è una brava donna, non bellissima ma è l'unica che mi ha voluto bene a patto che cambiassi vita. Io ci ho provato, veramente, a lavorare come tutti gli altri ma non è per me così, quando capì che ero tornato nella banda, mi mollò portando con lei il bambino.
Da quel momento la mia vita finì nella degenerazione morale e sessuale più assoluta: per vivere facevo il picchiatore, mi prostituivo con uomini ricchi (mai preso nel culo in vita mia o mai ciucciato il cazzo di un altro) e ho girato anche alcuni film porno, sia gay (qui ho dovuto baciare qualche uomo ma penso che il più schifato era l'altro) che etero. Del resto sono brutto ma sono anche un cazzone, che ce l'ha costantemente duro e che ti può scopare anche per un ora di filo senza fare una pausa.
Deluso dalla mia ex moglie le donne le ho cominciato a trattare male, malissimo. Prima che mi portassero al gabbio, avevo un annuncio su dei siti di scambisti dove mi offrivo come singolo: oltre alle foto dove mostravo i miei muscoli e la mia mazza, premettevo di essere molto brutto e che cercavo coppie, anche con lui bsx passivo, che volevano essere dominate in maniera brutale, prendere o lasciare altre cose non mi interessavano anche se le lei erano strafighe.
In generale negli ultimi anni mi attizzava più la sottomissione totale della donna che la sua bellezza. Del passato e di come ho conosciuto don Diego vi racconterò poi, ma adesso vi voglio dire cosa mi successe appena uscito di carcere giusto per farvi capire che persona spregevole sono e come vivo il sesso.
Poco dopo che ero finito in galera venne a colloquio da me Franco, il marito di Anna la sorella della mia ex moglie. Lui credo che vada per 60 anni mentre la moglie ne ha dieci di meno: Franco ha sempre fatto l'operaio e la moglie le pulizie, hanno un figlio all'epoca poco più ventenne e che era andato a studiare al Nord avendo vinto una borsa di studio.
Con Franco ho sempre avuto un buon rapporto, lui è un tipo senza veri amici di statura normale, quasi calvo con i capelli bianchi e con il fisico appesantito, e da quando la ditta con cui lavorava ha iniziato ad avere problemi è andato un po' fuori di testa. Anna quando ero entrato in carcere era una donna non bella, con i capelli rossi tinti fino alle spalle, il viso deturpato da troppi nei e da un naso irregolare ma il fisico era ok: terza abbondante e bel culone, una donna con qualche chiletto ma assolutamente non in carne.
Franco mi disse che aveva perso il lavoro e che non potevano più permettersi il loro affitto. Mi chiese se potevano andare a casa mia (un appartamento acquistato grazie a dei corrotti per cui ho fatto dei lavori che si trova in un grasso palazzo popolare in un quartiere però abbastanza centrale di Roma. Gli dissi certo a patto che quando uscivo lo rivolevo libero.
Una settimana prima del pronunciamento del giudice mi venne a trovare Franco. Era poco prima del carnevale 2020 e gli dissi che forse uscivo ai domiciliari. Lui lo trovavo sempre peggio, non aveva trovato un nuovo lavoro stabile e il suo stato psichico mi sembrava molto precario. Mi disse che non sapevano dove andare allora gli feci una proposta "senti brutto pezzente, voi potete anche restare tanto ci sono due camere, ma quando torno tu devi mettere le tue cose nella cameretta perchè io vado nella camera grande con tua moglie, che finché restate a casa sarà la mia di moglie dentro le mura di casa".
Lui sbiancò, balbettò qualcosa e se ne andò. Raccontai la cosa a Giacomo, il mio compagno di cella, che mi dette del matto. Ben attento a non far rumore gli misi le mani al collo "non ti preoccupare che con questo cazzo riesco a far godere lei e tua moglie, perché te lo ricordi bene qual è il nostro patto vero??".
Giacomo è un altro poveraccio, quasi sulla cinquantina e che è finito dentro per aver fatto da prestanome, unico modo che aveva per apparare i debiti che aveva fatto con un suo negozio andato in malora. In questi anni l'ho totalmente sottomesso, inculandolo e facendomi sbocchinare, non lesinando mai le mazzate. La moglie Katia, una bella donna di poco più piccola di lui, adesso era costretta a scoparsi parecchia gentaccia per poter andare avanti, così il marito le ha detto che come uscivo sarebbe dovuta essere gentile con me altrimenti lo avrei massacrato di botte.
Quando il giudice disse che potevo andare ai domiciliari, la pandemia era già scoppiata e non potevo ricevere visite. Come mi ridettero il cellulare mandai un messaggio a Franco dicendo che tempo due ore e ero a casa. Non sapevo se erano ancora a casa o se avevano accettato il mio diktat. Lui mi rispose solo ok e quando gli sbirri mi portarono fino alla porta, quando aprii li trovai dentro "sono miei parenti, abitano qui" dissi alle guardie.
Anna mi sembrò subito migliorata, sia in viso che nel fisico (le tette mi parevano più generose). Era vestita normale pantalni e maglione, il trucco e i capelli la miglioravano. La squadrai subito con aria vogliosa e lei arrossì e scappò in cucina. Nessuno disse niente, così mi diressi subito nella camera matrimoniale per posare le mie cose.
"Mimmo io le mie cose lo ho spostate ma sii ragionevole, c'è il lockdown dove possiamo andare?". Posai le valigie e andai in soggiorno. "Anna vieni qui" e lei arrivò a testa bassa. "Io ora prendo le mie cose e voglio farmi una doccia di un secolo... se quando esco siete ancora qui, allora dovrete stare alle mie regole".
Accesi la radio per non sentire quello che dicevano, volevo gustarmi la sorpresa e avevo il cazzo durissimo. Nonostante fossi uno abituato anche nei film a venire a comando, mi feci una sega per quanto ero eccitato: il gabbio poteva farsi sentire... Dopo mezz'ora uscii dal bagno e li trovai ancora a casa... così senza dire nulla mi avvicinai ad Anna e con un mossa veloce le presi i capelli e iniziai a baciarla con le che teneva la bocca serrata. Le palpai le tette morbidi e abbondanti poi mi staccai "cosa c'è per pranzo?" Anna tutta paonazza disse "Ppppensavo un po' di carbonara" "Aggiudicata" le dissi dandole una pacca sul culo, ma "voglio che ti vai a vestire da
troia, che cucina così vestita e poi che mangì così, se non ti vesti da
troia vi faccio vedere quanto posso essere cattivo".
Lei scoppiando a piangere andò in camera, mentre io presi a chiacchierare della situazione sanitaria con Franco. Lui era impietrito, chisi se avevano della birra e iniziammo a bere. Dopo un po' tornò Anna: aveva messo dei bei tacchi, un collant nero e un completo intimo di pizzo bianco che evidenziava un seno sicuramente passato alla quarta misura "iiiooo non ho altro, siamo persone semplici noi" mi disse a testa bassa "vai benissimo, ma ora cucina che ho fame" e ripresi a parlare con Franco che era sempre più stordito.
Quando fu pronto ci mettemmo a tavola ma prima mi avvicinai a lei e la baciai di nuovo riuscendo questa volta a cacciarle la lingua in bocca. Feci i complimenti che gli spaghetti erano ottimi, poi chiesi" dimmi un po' Anna, ogni quando scopate tu e Franco". Silenzio. Poi la incalzai e lei fece "non è un momento facile, i problemi di lavoro poi sto cavolo di coronavirus...".
"Quanto tempo!" incalzai e lei balbettando "2-3.... anni credo, non ricordo proprio". "Franco, ti sei scopato tua moglie qui a casa mia??", "Si, due volte...". "O brutto coglione, non sei in grado di campare la tua famiglia e neanche di scopare sta bella moglie??". Silenzio e imbarazzo. "Non ti preoccupare Anna, ora è cambiato l'uomo di casa...".
Nell'imbarazzo generale iniziai a commentare le notizie del tg, prima a tavola e poi sul divano insieme a Franco mentre Anna sparecchiava e riordinava. Quando ebbe finito la invitai a sedersi vicino a me, dicendo al marito di alzarsi. Avevo il cazzo duro che svettava dalla tuta, lei lo notò e così le presi la sua mano e la misi sopra la patta.
Franco fissava la scena, poi la presi e la portai in camera. La buttai sul letto poi le saltai addosso, girava il volto rifiutando la lingua e mi disse "giura che non lo dirai mai a mia sorella", così presi a leccarle le tette morbide e generose. Le strappai il collant, tirai fuori il cazzo duro e spostata la mutanda provai a penetrarla ma nulla, sembrava che ci fosse un tappo. Presi così a leccarla penetrandola con le mie grosse dita.
Vidi poi una crema corpo sul suo comodino e me la spalmai sul cazzo. Piano piano un po' iniziò a entrare "ma che sei vergine?? da quando non ti scopa quel frocetto... ma ci penso io a te". Lei digrignava i denti e stringeva le coperte con le mani, poi dopo qualche minuto mi buttai sopra di lei, le allargai le chiappe e spinsi forte facendolo entrare quasi tutto.
Cacciò un urlo fortissimo, che divenne continuo come iniziai a pomparla con più foga. Dopo un paio di minuti iniziò a fare "pausa per piacere pausa" e così mi fermai "abbiamo appena cominciato ma che pausa..." lei mi fissò stravoltà e paonazza così mi lanciai su di lei e presi a pomiciarla. Questa volta mise la lingua anche lei e io le presi la mano e la misi sul mio cazzo.
Mi segò per un po' ogni tanto riguardandolo mentre io le leccavo le tette. "Ora succhiamelo" le dissi e lei prese in bocca la cappella iniziando pian piano a muovere la mano. Probabilmente il peggior pompino della mia vita, così le insegnai: "Più veloce la mano, prendilo fino a dove riesci e ogni tanto leccalo". Lei ci si mise con più impegno e le cose migliorarono.
Rimisi altra crema e la penetrai di nuovo alla missionaria. Anche qui ci volle un po' prima di farlo entrare tutto. Questa volta se la godeva anche lei di più, ma le urla erano sempre più quasi di dolore che di godimento anche perché stavo andando forte. Dopo un po' la sentii irrigidirsi e raggiunse un orgasmo fortissimo tanto da graffiarmi la schiena, e fu lei a prendere e baciarmi.
Mi staccai di colpo e aprii di scatto la porta della camera. Dietro c'era Franco che subito corse via. Lo raggiunsi ancora con il cazzo tutto duro "hai sentito come si fa godere una
troia come tua moglie?? la prossima volta che provi a disturbarci ti gonfio". Tornai da lei che stava rimettendosi il reggiseno "ehi mica abbiamo finito, vuoi godere solo tu??".
La spagnola fu meglio del pompino, ma quando le chiesi di aprire la bocca di fronte al suo rifiuto dovette darle un bel ceffone prima di sborrarle in faccia e un po' in bocca, visto che sputò subito. "Vedrai se non ti faccio imparare a far godere un vero uomo" le dissi, poi me ne andai a fare una doccia.