Aspettai un pomeriggio in cui eravamo soli in casa. Chiara era come sempre chiusa nella sua camera ad ascoltare musica e smanettare sullo smartphone. La chiamai.
Indossava una canottiera bianca, larga e lunga che lasciava intravedere praticamente tutto. A piedi scalzi raggiunse il soggiorno. Avevo poggiato sul tavolo la cifra necessaria per l'acquisto del biglietto. Chiara li vide subito.
Sorrise e si avvicinò al divano dove ero seduto. Senza dire una parola si inginocchiò tra le mie gambe e mise il viso all'altezza della mia patta mordendo leggermente il cazzo ancora coperto da slip e pantaloncini.
Non resistevo più, tolsi tutto e restai col cazzo duro e dritto a pochi centimetri dalla sua faccia.
"Succhiamelo", le ordinai ormai completamente stravolto dall'eccitazione.
Chiara uscì la lingua e la passò per tutta la lunghezza dell'asta, scendendo fino alle palle che lasciò entrare nella sua bocca spalancata, succhiandole.
Quindi iniziò il pompino. Era brava. Molto. Forse troppo per avere compiuto 18 anni solo da qualche mese.
"A quanti l'hai succhiato eh..." mi lasciai sfuggire mentre le tenevo la testa con le mani spingendola contro il mio cazzo.
Chiara lasciò un attimo la presa: "Non hai idea....porco....che c'è? Lo succhio già meglio di mamma, vero?" mi rispose con tono di sfida leccandomi il prepuzio.
Era troppo. Le presi la testa letteralmente tra le mani e le misi per intero il mio cazzo in bocca, scopandogliela per qualche secondo finché non liberai tutto il mio piacere tra le sue labbra.
Chiara rimase quasi senza respiro e fu costretta a ingoiare ogni goccia. Quando finalmente mollai la presa, dalle labbra le colava un mix di saliva e sperma. Il mio sperma.
Si rialzò senza dire una parola, afferrò i soldi da sopra il tavolo e corse veloce in camera lasciandomi nudo, appagato e stravolto sul divano del soggiorno.
Chiara rimase negli USA un mese, mentre io passai l'estate a cercare di calmare sua madre che aveva acconsentito non certo di buon grado a lasciarla partire. A farla ulteriormente infuriare fu sua figlia, che al ritorno in Italia le annunciò la scelta di prendersi un anno sabbatico dopo il diploma.
Anche stavolta, ovviamente, toccò a me cercare di mediare. Lo facevo perché amavo Laura, certo. Ma anche perché Chiara mi piaceva. Tanto. In fondo la sua irrequietezza e quel carattere spavaldo, al limite della maleducazione, mi intrigavano parecchio. E sempre più spesso mi ritrovavo quasi senza accorgermene col cazzo in mano ripensando a quanto era successo tra noi.
Mi sarebbe piaciuto ripetere quell'esperienza, non potevo negarlo. Ma riuscirci mi sembrava un'impresa quasi impossibile. A meno che...sapevo che Chiara amava fare shopping. E sapevo che la paghetta della madre non le bastava mai.
Fu così che un pomeriggio, mentre era chiusa nella sua stanza, la raggiunsi e le feci cenno di togliere le cuffie dalle orecchie. Chiara era sdraiata sul letto. Solita canotta, gambe nude, perizoma in vista.
"Che c'è?"
"Ti devo parlare"
"Uff...ok ma fai presto che tra poco ho una videochiamata con Claudia"
Si era fatta un mese negli USA con i miei soldi eppure continuava a trattarmi di merda. Non so perché, ma questa cosa invece di farmi incazzare mi eccitava da pazzi.
"Senti....che ne diresti di arrotondare un po' la tua paghetta?" le sparai a bruciapelo.
Chiara si mise seduta sul letto: "E come?....". Rimasi in silenzio qualche secondo.
Quindi mi guardò e sorrise beffarda: "Lascia stare...ho già capito...quanto?"
"100 al mese"
Chiara scoppiò a ridere: "Puoi continuare a farti le seghe".
Era proprio stronza. E mi piaceva sempre di più.
"Okok, dimmi tu...."
"200 solo pompini, se poi vuoi altro..."
Altro? Avevo capito bene? Chiara era disposta a concedermi altro?
"Altro cosa?" provai a chiederle
"Dai, non fare quello che non capisce, lo sappiamo entrambi che vuoi scoparmi"
Era vero. Ma la domanda era: potevo? Ora sembrava di sì
Chiara si alzò dal letto e girò lo smartphone nella mia direzione: "La vedi questa? Se me la regali puoi farmi ciò che vuoi"
Era una borsa Prada, colore oro, prezzo 2000 euro. Praticamente più di uno stipendio.
La guardai..."Tutto ciò che voglio?"
"Tutto", rispose guardandomi negli occhi.
"Ci sto"