Esperienza reale La mia cognata acquisita

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Pek181

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bello il racconto, ma quello che stuzzica di più la mia fantasia è questa donna: vorrei saperne di più e capire come mai ha tutti questi bisogni nonostante fosse sposata, talmente tanti bisogni da ringraziare!
Verrà spiegato tutto... abbi un po' di pazienza....
 
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Pek181

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Mancava poco alla fine della mia vacanza, tra pochi giorni sarei dovuto rientrare a lavoro ma non passava minuto senza che io cercassi il modo di restare solo con A. L'occasione capitò un giovedì sera, quando uno dei pochi amici con cui ero rimasto in contatto, mi invitò all'inaugurazione del PUB che aveva rilevato da poco.

Ovviamente, all'inizio dissi a tutti che sarei andato da solo, che non era il caso di uscire di sera io e A da soli, che era sposata ed io fidanzato, cosa potevano pensare e altre cazzate varie. A. capii il mio gioco e fece finta di restarci male ma confermava il mio ragionamento.

Fu ancora una volta la moglie di mio padre a dirci di smetterla di dire cazzate e praticamente obbligarmi a uscire con A.

La sera scesi prima in auto con la scusa di chiamare la tipa a cui, ovviamente, oltre a nascondere cosa era successo in bagno, non dissi nemmeno che quella sera sarei andato in un PUB a bere con la mia cognata.

A scese una mezzoretta dopo, vestita con un tubino nero a mezza coscia, spalle scollate e un reggiseno push up che faceva sembrare le tette almeno di una misura più grande. Aveva anche dei collant, e questo particolare mi fece pensare che non avesse voglia di farsi nemmeno toccare da me.

Arrivammo al Pub da M, a cui spiegai subito il nostro grado di parentela, giusto forse per sentirmi un po' meno in colpa. M, che conosceva il mio scarsissimo dono con le donne, mi disse "G, ascolta un amico: bevi un drink giusto per bere, poi prendila e portala sul monte a vedere il panorama. Se resti qui, qualcuno te la scopa".

Quelle parole di M mi fecero riflettere e capire che quella era davvero la mia unica occasione per poterci provare.

Bevemmo un Cuba Libre, abbastanza forte, dopo di che chiesi ad A se avesse preferito prendere un po' di fresco e andare a vedere dall'alto la città di notte. Non so se capì subito le mie intenzioni, ma la vidi sollevata quando le prospettai l'idea di andar via da quel posto pieno di ragazzi che, essendo un'estranea, la spogliavano con gli occhi.

Risalimmo in auto e fu solo allora, mentre si sistemava il tubino, che notai con mia grandissima gioia, che le calze che A indossava non erano "casti" collant, ma molto molto più invitanti calze autoreggenti. Il cazzo si gonfiò in un lampo, e fu difficile guidare 15 minuti per raggiungere il punto panoramico.

In auto non facemmo mai cenno a quanto successo sul lungomare e in bagno, io non sapevo davvero come iniziare il discorso e anche A, solitamente loquace, sembrava più interessata alla strada che stavamo percorrendo che a noi.

Il posto era davvero magnifico. La sera era tiepida, non una nuvola. Dove eravamo non erano presenti luci artificiali, quindi il cielo puntellato di stelle era sopra di noi splendido. Sotto, la città brillava di bianco e arancio, tutta la piana era illuminata da una miriade di punti luminosi tremolanti.

Come tremolante fu la mia voce quando, scesi dall'auto e uno di fianco all'altra a guardare il panorama, fui io a prendere l'iniziativa dicendole "vorrei fare l'amore con te".

Mi guardò come se avessi detto una cosa stupida. E forse lo era. Si avvicinò a me, mi baciò profondamente e a lungo e dopo mi disse "Bugiardo. Tu vuoi scoparmi". Come darle torto.

Salimmo sui sedili posteriori. Lei seduta sopra di me, ci baciammo a lungo. Con fatica trovai la cerniera del tubino e lo feci scendere, portando alla luce quelle dolci tettine strizzate nel reggiseno push up. A mi fermò, dicendo di non andare oltre "Non voglio che tu le veda, sono orribili".

Anche se sono attratto dalle tette grandi, in quel momento non me ne sbatteva un cazzo di come fossero davvero le sue tette. Volevo vederle, succhiarle i capezzoli e farle provare un po' di piacere, forse per restituirle quanto aveva fatto a me. Provai ad insistere, ma mi fermava quando cercavo di abbassare le spalline e tirar fuori le tette.

Le sue mani invece aprirono agilmente la cintura e sbottonarono i pantaloni, tirando rapidamente fuori il mio cazzo che era praticamente duro da una buona mezzora. "Mi sembrava più piccolo ieri" mi disse A, e questa frase lo fece pulsare ancora. "E perché vuole restituirti tutto il piacere dell'altra notte" mi venne da risponderle, anche se il mio pensiero era fisso su quelle tette che non riuscivo a vedere.

Iniziò a segarmi il cazzo, mentre continuavamo a baciarci in bocca, sul collo, dietro le orecchie. Senza farmi accorgere, riuscii a sganciare il reggiseno e provai a toglierlo ma A, visibilmente incazzata, si bloccò dicendo "Se è No, vuol dire NO".

Siccome ho un carattere di merda, conscio del fatto che mi stavo giocando la scopata della mia vita (se era stata così brava coi pompini, immaginavo lo fosse anche a scopare), si impadronì di me quell'atteggiamento da bambino viziato e da minchione che ogni tanto a tutti capita e me ne uscì con sta frase: "O me le fai vedere o rientriamo".

Ecco, la mia serata finisce qui, pensai. Ora mi schiaffeggia e rientriamo ed io, come al solito, perdo l'occasione di scopare.

Invece A mi guardò fissa negli occhi e capendo che non stavo scherzando si mise a raccontare che dopo la gravidanza, la bambina ha voluto restarle attaccata al seno per molto tempo, praticamente distruggendole il seno. (Ha una bambina? Non me lo avevano detto. O se lo avevano fatto, nemmeno me ne ero ricordato..) Le chiesi dov'era la piccola, per cercare di stemperare un po' la situazione e mi disse che facevano a turno col padre, in cui in quel momento stavano cercando ci capire se fosse il caso di continuare. parlò per un po', ma io stavo pensando alle tette e a non perdere l'eccitazione. Mi importava poco della sua vita privata, ma se quel parlare mi conduceva a scoparla, poteva pure parlare tutta notte.

Poco dopo, si tolse il reggiseno e mi mostrò quelle tettine piccole che un tempo dovevano essere sode e puntate verso il cielo ma che ora se ne stavano li mezze flosce. Ora, come vi ho già detto, io impazzisco per le tette grandi. Ma sinceramente non mi sarei fatto sfuggire quella scopata manco a pagare, quindi con tutto il falso che poteva esserci in me, la riempii di complimenti, dicendole che non mi interessava come fossero, a me piacevano.

Erano comunque sensibilissime, perché appena avvicinai la lingua, i capezzoli divennero subito durissimi e A inarcò la schiena, palesando il piacere che quei piccoli seni le regalavano. Finii di tirarle su il tubino, mostrando un bel paio di autoreggenti nere con una piccola fascia di simil pizzo e un paio di mutandine bianche candide minuscole che anche al buio in macchina mostrvano la macchia di umido che si stava allargando.
 

domy69424

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Mancava poco alla fine della mia vacanza, tra pochi giorni sarei dovuto rientrare a lavoro ma non passava minuto senza che io cercassi il modo di restare solo con A. L'occasione capitò un giovedì sera, quando uno dei pochi amici con cui ero rimasto in contatto, mi invitò all'inaugurazione del PUB che aveva rilevato da poco.

Ovviamente, all'inizio dissi a tutti che sarei andato da solo, che non era il caso di uscire di sera io e A da soli, che era sposata ed io fidanzato, cosa potevano pensare e altre cazzate varie. A. capii il mio gioco e fece finta di restarci male ma confermava il mio ragionamento.

Fu ancora una volta la moglie di mio padre a dirci di smetterla di dire cazzate e praticamente obbligarmi a uscire con A.

La sera scesi prima in auto con la scusa di chiamare la tipa a cui, ovviamente, oltre a nascondere cosa era successo in bagno, non dissi nemmeno che quella sera sarei andato in un PUB a bere con la mia cognata.

A scese una mezzoretta dopo, vestita con un tubino nero a mezza coscia, spalle scollate e un reggiseno push up che faceva sembrare le tette almeno di una misura più grande. Aveva anche dei collant, e questo particolare mi fece pensare che non avesse voglia di farsi nemmeno toccare da me.

Arrivammo al Pub da M, a cui spiegai subito il nostro grado di parentela, giusto forse per sentirmi un po' meno in colpa. M, che conosceva il mio scarsissimo dono con le donne, mi disse "G, ascolta un amico: bevi un drink giusto per bere, poi prendila e portala sul monte a vedere il panorama. Se resti qui, qualcuno te la scopa".

Quelle parole di M mi fecero riflettere e capire che quella era davvero la mia unica occasione per poterci provare.

Bevemmo un Cuba Libre, abbastanza forte, dopo di che chiesi ad A se avesse preferito prendere un po' di fresco e andare a vedere dall'alto la città di notte. Non so se capì subito le mie intenzioni, ma la vidi sollevata quando le prospettai l'idea di andar via da quel posto pieno di ragazzi che, essendo un'estranea, la spogliavano con gli occhi.

Risalimmo in auto e fu solo allora, mentre si sistemava il tubino, che notai con mia grandissima gioia, che le calze che A indossava non erano "casti" collant, ma molto molto più invitanti calze autoreggenti. Il cazzo si gonfiò in un lampo, e fu difficile guidare 15 minuti per raggiungere il punto panoramico.

In auto non facemmo mai cenno a quanto successo sul lungomare e in bagno, io non sapevo davvero come iniziare il discorso e anche A, solitamente loquace, sembrava più interessata alla strada che stavamo percorrendo che a noi.

Il posto era davvero magnifico. La sera era tiepida, non una nuvola. Dove eravamo non erano presenti luci artificiali, quindi il cielo puntellato di stelle era sopra di noi splendido. Sotto, la città brillava di bianco e arancio, tutta la piana era illuminata da una miriade di punti luminosi tremolanti.

Come tremolante fu la mia voce quando, scesi dall'auto e uno di fianco all'altra a guardare il panorama, fui io a prendere l'iniziativa dicendole "vorrei fare l'amore con te".

Mi guardò come se avessi detto una cosa stupida. E forse lo era. Si avvicinò a me, mi baciò profondamente e a lungo e dopo mi disse "Bugiardo. Tu vuoi scoparmi". Come darle torto.

Salimmo sui sedili posteriori. Lei seduta sopra di me, ci baciammo a lungo. Con fatica trovai la cerniera del tubino e lo feci scendere, portando alla luce quelle dolci tettine strizzate nel reggiseno push up. A mi fermò, dicendo di non andare oltre "Non voglio che tu le veda, sono orribili".

Anche se sono attratto dalle tette grandi, in quel momento non me ne sbatteva un cazzo di come fossero davvero le sue tette. Volevo vederle, succhiarle i capezzoli e farle provare un po' di piacere, forse per restituirle quanto aveva fatto a me. Provai ad insistere, ma mi fermava quando cercavo di abbassare le spalline e tirar fuori le tette.

Le sue mani invece aprirono agilmente la cintura e sbottonarono i pantaloni, tirando rapidamente fuori il mio cazzo che era praticamente duro da una buona mezzora. "Mi sembrava più piccolo ieri" mi disse A, e questa frase lo fece pulsare ancora. "E perché vuole restituirti tutto il piacere dell'altra notte" mi venne da risponderle, anche se il mio pensiero era fisso su quelle tette che non riuscivo a vedere.

Iniziò a segarmi il cazzo, mentre continuavamo a baciarci in bocca, sul collo, dietro le orecchie. Senza farmi accorgere, riuscii a sganciare il reggiseno e provai a toglierlo ma A, visibilmente incazzata, si bloccò dicendo "Se è No, vuol dire NO".

Siccome ho un carattere di merda, conscio del fatto che mi stavo giocando la scopata della mia vita (se era stata così brava coi pompini, immaginavo lo fosse anche a scopare), si impadronì di me quell'atteggiamento da bambino viziato e da minchione che ogni tanto a tutti capita e me ne uscì con sta frase: "O me le fai vedere o rientriamo".

Ecco, la mia serata finisce qui, pensai. Ora mi schiaffeggia e rientriamo ed io, come al solito, perdo l'occasione di scopare.

Invece A mi guardò fissa negli occhi e capendo che non stavo scherzando si mise a raccontare che dopo la gravidanza, la bambina ha voluto restarle attaccata al seno per molto tempo, praticamente distruggendole il seno. (Ha una bambina? Non me lo avevano detto. O se lo avevano fatto, nemmeno me ne ero ricordato..) Le chiesi dov'era la piccola, per cercare di stemperare un po' la situazione e mi disse che facevano a turno col padre, in cui in quel momento stavano cercando ci capire se fosse il caso di continuare. parlò per un po', ma io stavo pensando alle tette e a non perdere l'eccitazione. Mi importava poco della sua vita privata, ma se quel parlare mi conduceva a scoparla, poteva pure parlare tutta notte.

Poco dopo, si tolse il reggiseno e mi mostrò quelle tettine piccole che un tempo dovevano essere sode e puntate verso il cielo ma che ora se ne stavano li mezze flosce. Ora, come vi ho già detto, io impazzisco per le tette grandi. Ma sinceramente non mi sarei fatto sfuggire quella scopata manco a pagare, quindi con tutto il falso che poteva esserci in me, la riempii di complimenti, dicendole che non mi interessava come fossero, a me piacevano.

Erano comunque sensibilissime, perché appena avvicinai la lingua, i capezzoli divennero subito durissimi e A inarcò la schiena, palesando il piacere che quei piccoli seni le regalavano. Finii di tirarle su il tubino, mostrando un bel paio di autoreggenti nere con una piccola fascia di simil pizzo e un paio di mutandine bianche candide minuscole che anche al buio in macchina mostrvano la macchia di umido che si stava allargando.
Grazie x il tuo racconto!
 
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Pek181

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Grazie x il tuo racconto!
Figurati, contento che la mia esperienza ed il mio racconto vi piacciano e vi tengano incollati qui..
Ho internet giù a casa, il telefono prende a malapena..
Appena possibile vi invio le ultime puntate.. la vacanza è quasi finita, ma il meglio deve ancora arrivare, promesso
 

sim1xxx

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Grazie. Ho ancora problemi di linea internet, vi chiedo di aspettare fino a domani mattina..

Metterò due puntate insieme invece che una ;)
cmq anche le tette flosce non sono da disprezzare....i capezzoli ritti sembrano più grossi e mi sembrano anche più sensibili
 
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Pek181

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Come promesso, due puntate per chiudere la serata in auto...

Nel frattempo ero riuscito ad abbassarmi i pantaloni ed il mio cazzo, finalmente libero, svettava tra noi due duro e pronto all'azione. Mi allungai verso lo sportello, dove avevo appoggiato i preservativi per prenderne uno, ma non feci in tempo a far capire ad A le mie intenzioni. Lei pensò che quel mio movimento fosse per scoparmela quanto prima, e senza nemmeno darmi il tempo di spiegarle, mi ritrovai con tutto il cazzo dentro di lei.

Non pensai a malattie o cazzate del genere, sperai solo che non volesse farsi venire dentro e restare incinta, quindi cercai di ricordarmi di uscire con abbondante anticipo ed evitare guai seri.

Cavalcava che era una meraviglia. Quelle tettine che fino ad un attimo fa, flosce, mi stavano davanti, iniziarono a danzare in maniera meravigliosa sulla mia faccia. Le dissi quanto mi piacessero quelle tette che ballavano, e questa frase la rese ancora più felice perché accelerò il movimento, fino a raggiungere il suo primo orgasmo.

Io ero seduto da un po' ormai, mi iniziava a sudare il culo e non volevo macchiare i sedili che poi avrei dovuto di corsa pulire prima di ripartire da li a pochi giorni. Le dissi che ora volevo scoparla io e scegliemmo una posizione per me più scomoda ma almeno senza il terrore di macchiare qualcosa.

Si sdraiò sul sedile, sfilandosi le mutandine ormai fradice e inutili. Nel buio intuii solo che non era completamente rasata, ma in quel momento tutte le mie preferenze erano state messe da parte e la faceva da padrona la voglia di scoparmela per bene e sentirla godere ancora.

Mi tolsi la maglietta e scivolai dentro di lei senza fatica. Il mio cazzo ci stava benissimo dentro, riuscivo a provare più piacere di quando mi cavalcava. Mi sentivo benissimo, ero felice e godevo davvero tanto. A aveva chiuso e gli occhi e ad ogni colpo che affondavo, lasciava sfuggire un mugolio di piacere che mi dava la carica per quello successivo.

Aprì gli occhi e ci baciammo, un bacio lungo, intenso, passionale, mentre continuavo in maniera ritmica a scoparmi quella bella donna. Il mio ciondolo, una collana un po' lunga tipo simil piastrina militare, iniziava a darmi fastidio perché ogni volta che scendevo per baciarla, finiva sul viso di A e mi infastidiva. Allora mi fermai un secondo, presi la piastrina con la mano e col gesto più naturale del mondo cercai di lanciarla dietro la schiena. "Di nuovo" mi disse A. "Fallo di nuovo e spingilo dentro mentre lo fai".

Io non capii subito e diedi solo una spinta col cazzo. "No" con la voce rotta dal piacere "Sposta la collana e scopami". Allora riportai la collana davanti e mentre facevo il movimento per toglierla dalla faccia lanciandola dietro, spinsi il cazzo dentro di lei, facendole raggiungere l'orgasmo.

"Due a zero" le dissi "non è corretto". A ansimava, ma riuscì a rispondere "Due a uno, stronzo, e ora prendimi da dietro"

.-. .-. .-.

Stupito dalla mia prestazione, di solito resisto davvero poco, finii di spogliare A togliendole tutto di dosso tranne le autoreggenti e la feci girare. Ero talmente ansioso di poter ammirare da vicino e solo per me quel gran bel sedere. Finalmente avevo quel culo davanti agli occhi pronto per essere scopato.

Dal momento che lei era la prima che mi aveva fatto un pompino con ingoio, la prima donna sposata che mi scopavo, la prima mamma che me la dava, provai a fare un ultimo passo verso la (mia) gloria e le appoggiai il cazzo sul buco del culo. "Non ci provare nemmeno" la voce di A aveva perso d'un tratto tutta la carica erotica ed era diventata fredda e categorica. "Scusa, col buio ho calcolato male" riuscii a biasciare, un po' deluso. "Lascia, faccio io allora" Mi prese il cazzo e se lo mise di nuovo dentro. La posizione era per me davvero scomoda, la mia macchina era piccolina per certe posizioni, ma questa scomodità giocò a favore mio, perché riuscii a resistere ancora un po'. A era sempre più eccitata, sentivo il suo respiro accelerare sempre di più, reagire ad ogni mio colpo con gemiti sempre più lunghi e forti. Raggiunse poco dopo il terzo orgasmo, con la faccia schiacciata sul sedile, il respiro affannoso e la voce completamente rotta dal godimento. "Bastardo, sei bravo". I suoi complimenti riuscirono nell'impresa di eccitarmi ancora di più, ma la mia energia stava per esaurirsi.

"Non vorrei smettere mai, ma mi manca davvero poco, dove vuoi fami finire?" chiesi ad A, ormai prossimo a esplodere.

"Dove più preferisci, anche dentro se vuoi, prendo la pillola non preoccuparti" Ecco perché mi fece entrare senza aspettare il preservativo, era abbastanza tranquilla. Ma sinceramente in testa avevo solo un finale per quella serata e le dissi chiaramente quali erano le mie intenzioni.

"No, no, preferisco altro. Che ne dici di farti venire di nuovo in bocca?"

A non rispose, ma mi fece accomodare con la schiena contro lo sportello, una gamba appoggiata sul tappetino e l'altra piegata e poggiata sul sedile. Il suo viso si sposto sul mio cazzo, ma non me lo prese in bocca. Iniziò a segarmi lentamente, spostando il suo sguardo dal cazzo al mio viso, cercando conferma nei miei gemiti al suo operato. Continuò così per un po', masturbandomi e guardando la mia faccia che non desiderava altro che la sua bocca. Quando finalmente le dissi che stavo per venire, prese in bocca solo la cappella, mentre continuava a muovere la mano su e giù.

Fu una bella venuta, mi sentivo completamente svuotato. A ingoiava pian piano, ad ogni schizzo la sentivo mandar giù un po' del mio seme, tenendo sempre solo la cappella dentro la bocca. Ma volevo di più, così feci per spingere col bacino, cercando di far entrare tutto il cazzo dentro. A tolse la mano e lo prese finalmente tutto, facendomi raggiungere livelli di piacere fino a quel momento sconosciuti.

"Tre a due", dissi con la voce tremante.. "Si, ma la prossima volta leccami la figa stronzo, piace anche a me sai" rispose A, avvicinandosi alle mie labbra e baciandomi.

"E' tardi, tu devi chiamare la tua ragazza e poi non dobbiamo far insospettire quei due a casa". Aveva ragione, ci vestimmo in fretta e ancora più in fretta tornammo a casa.

Questa volta fui io a baciarla prima di entrare a casa, ma non le disse "Grazie" ma "La prossima volta ti scopo il culo" e corsi in camera, senza aspettare la risposta di A.

La vacanza non è ancora finita, manca un ultimo piccolo tassello..
 
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Pek181

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Ho cercato su tutto il WEB e ho trovato finalmente il profilo FB di A... io non posso entrarci.. ma grazie al profilo di mia moglie, che ha tra le amicizie la moglie di mio padre, che a sua volta ha A tra gli amici, ho trovato un paio di foto per voi del forum...

Vedo però poco interesse nel racconto, non so se è il caso di condividere anche le immagini...

:devilish::devilish::devilish::devilish::devilish::devilish::devilish:
 

ciccioendrix

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Ho cercato su tutto il WEB e ho trovato finalmente il profilo FB di A... io non posso entrarci.. ma grazie al profilo di mia moglie, che ha tra le amicizie la moglie di mio padre, che a sua volta ha A tra gli amici, ho trovato un paio di foto per voi del forum...

Vedo però poco interesse nel racconto, non so se è il caso di condividere anche le immagini...

:devilish::devilish::devilish::devilish::devilish::devilish::devilish:
A me interessano e come, attendo con ansia foto e nuovo episodio della storia
 

ThatsRickyy

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Ho cercato su tutto il WEB e ho trovato finalmente il profilo FB di A... io non posso entrarci.. ma grazie al profilo di mia moglie, che ha tra le amicizie la moglie di mio padre, che a sua volta ha A tra gli amici, ho trovato un paio di foto per voi del forum...

Vedo però poco interesse nel racconto, non so se è il caso di condividere anche le immagini...

:devilish::devilish::devilish::devilish:
Certoo siamo curiosi di vedere alcune foto!
 

sormarco

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taranto
Ho cercato su tutto il WEB e ho trovato finalmente il profilo FB di A... io non posso entrarci.. ma grazie al profilo di mia moglie, che ha tra le amicizie la moglie di mio padre, che a sua volta ha A tra gli amici, ho trovato un paio di foto per voi del forum...

Vedo però poco interesse nel racconto, non so se è il caso di condividere anche le immagini...

:devilish::devilish::devilish::devilish::devilish::devilish::devilish:
Insieme alle immagini ci devi ancora dire il perché ti ringraziava dopo le tue prime sborrate.
Grazie
 

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