Esperienza reale La prima vacanza trasgressiva - Introduzione

glam892

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selpot ci dovresti dire le date di uscita dei nuovi racconti, generalmente prima erano circa ogni due giorni. L'attesa è snervante :D
 
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selpot

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andromedario

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Ragazzi, avete ragione, ma abbiate pazienza! Quando ho scritto i primi capitoli ero forzatamente a casa, ora purtroppo devo anche lavorare... il tempo non è molto! Penso di farcela per domani!! L'attesa aumenta il piacere...
assolutamente d'accordo. siamo sintonizzati, e Tu, non ti affaticare troppo. Conserva le energie per quando la bella Diana, andrà a spasso nelle spiagge e T dovrai furtivamente osservarla ;)
 

Poncharell

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(...)
Raccolse l'asciugamano dal lettino e lo strinse a sé, avvicinandosi ancora al bagnino. Scoprì nuovamente i seni a pochi centimetri da lui, stringendoli poi lateralmente con l'asciugamano. Il ragazzo era in palese difficoltà: per tastare il giunonico e sfacciato seno di Diana sarebbe bastato allungare le mani di pochissimo, quasi impercettibilmente.
(...)

Selpot asciugamani 2.jpg
(Foto di repertorio, dal web).
 

glam892

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Ragazzi, avete ragione, ma abbiate pazienza! Quando ho scritto i primi capitoli ero forzatamente a casa, ora purtroppo devo anche lavorare... il tempo non è molto! Penso di farcela per domani!! L'attesa aumenta il piacere...

Scherzi a parte, l'avevo immaginato. L'importante è che non ci abbandoni.
 
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selpot

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Il sogno di avvistare lo stabilimento gremito svanì in un baleno: appena la spiaggia si aprì nuovamente ai nostri occhi, notai all'istante che lo scenario non era cambiato affatto rispetto a come lo avevamo lasciato un'ora prima. Diana mi precedeva di qualche passo e orientò leggermente il volto, prima a destra verso lo stabilimento, poi subito a sinistra, in direzione del tratto di spiaggia più affollato. Si soffermò per parecchi secondi con la testa inclinata verso il basso ma con lo sguardo immerso nella folla: il suo era un mirare anomalo, marcatamente analitico, concentrato, come se puntasse qualcuno o qualcosa o memorizzasse il posizionamento millimetrico di ogni singolo individuo. Mi accorsi che anche la sua andatura involontariamente si dirigeva verso la calca. Fui sul punto di ricordarle che avremmo dovuto camminare all'opposto per raggiungere i nostri lettini, sui quali avevamo lasciato borse, asciugamani ed effetti personali, ma fu lei con una drastica virata a cambiare rotta d'improvviso e a girarsi verso lo stabilimento, disorientandomi fino a bloccarmi sul posto, immobile.

"Sembra di stare su due spiagge completamente diverse a seconda del lato di osservazione: da una parte vedo la spiaggia libera piena zeppa di gente e dall'altra lo stabilimento vuoto, desolante... chissà quanto si pagherà per un ombrellone e due lettini in condizioni normali, se le persone sono tutte ammassate a poca distanza, in cento metri di spazio!!! Hai notato però che, nonostante l'assembramento, il mare davanti a loro è molto più pulito? Dove siamo noi invece l'acqua è torbida, forse c'è troppo ristagno e adesso si sente anche un odorino poco gradevole: d'altronde siamo quasi alla fine della spiaggia, vicini a quella specie di scogliera e a due passi dal porticciolo, quindi è normale... ma intanto rilassiamoci un pò sui lettini, così salutiamo Matteo, raduniamo le nostre cose... e poi si vedrà, un ultimo bagno vorrei godermelo prima di andarcene, ma non certo in quest'acqua putrida..."

Il bagnino occupava noiosamente la sua sedia, gli impegni erano davvero ridotti al minimo quel giorno, ma appena ci riconobbe si rianimò. Diana terminò il carburante, proprio davanti a lui, liberandosi dei pantaloncini: "Non ti starai divertendo troppo!? Dovresti essere felice se oggi in pratica non stai lavorando, invece sembri quasi depresso, non sei contento della tua giornata??" Il ragazzo rispose scherzando di aver sentito la nostra mancanza, puntando le tette di Diana, nascoste dal reggiseno giallo... "Ho capito, ho capito, furbacchione...conosco io la medicina per farti guarire" esclamò stuzzicandolo mentre slacciava il reggiseno. Una volta liberato dai nodi, però, lo bloccò a sorpresa sui seni con un avambraccio, per non farlo scivolare via: raggiunse il lettino, si sedette e si piegò in avanti, infilando l'altro braccio nella borsa per riporre i pantaloncini e per cercare la crema solare. La morsa sul reggiseno iniziò distrattamente ad allentare, regalando ai nostri occhi scorci e prospettive mozzafiato delle sue indisciplinate rotondità.

Recuperato il tubetto di crema, Diana lasciò scoprire le sue tettone ribelli senza opporre resistenza, rimanendo in posizione seduta, con i piedi a terra lateralmente al lettino, voltata verso di noi. Ripose il reggiseno giallo in borsa e drizzò la schiena, avanzando il petto in avanti, in tutta la sontuosità possibile. Spalmò la crema sul seno con calma ed arrapante maestria, sperimentando a turno i massaggi e i movimenti più sexy per mostrare le sue tette in versioni sempre più esplosive. Noncurante della nostra ipnosi, tentava di conversare a ruota libera con naturalezza, senza enfatizzare a parole le sue provocazioni, ma lanciando incessanti sguardi carichi di erotismo.

Terminata la spalmatura, si sollevò solo di qualche centimetro senza rialzarsi, afferrò sui fianchi i suoi slip gialli e li sfilò repentinamente tornando a sedersi, senza accennare alla minima richiesta di riposizionarci adeguatamente per coprirla da sguardi indiscreti. Fummo io e Matteo, d'istinto, ad incollarci ancora l'un l'altro per formare un minimo di barriera protettiva. Diana si voltò all'indietro allargando le gambe e protese la mano verso il perizoma, lasciato ad asciugare prima del pranzo all'angolo destro del lettino. La vedemmo ritrarre la mano con uno scatto "Uffa, ancora è umido... ma se rimanessi così per un po' cosa accadrebbe?" Soggiogati dallo stupore, non trovammo la forza di replicare nemmeno con la più scontata delle battute. "Voi copritemi, da bravi... e io prendo il sole, solo qualche minuto, è una sensazione che voglio provare una volta nella vita: nel frattempo il mio costume finisce di asciugarsi". Senza alzarsi, sollevò i piedi, li strofinò reciprocamente con energia per pulirli dalla sabbia, piegò le gambe e ruotò, distendendosi sul lettino, completamente nuda. Rimase per qualche secondo con gli occhi chiusi, poi girò il viso verso di noi, aprendo un solo occhio e ridendo: "Pensi che ti licenzierebbero se si accorgessero di me?" Matteo rispose di non sapere nella maniera più assoluta cosa lo aspettasse, era la prima volta che qualcuno sfoggiava un nudo integrale allo stabilimento, ma si dichiarò pronto e deciso a rischiare volentieri il posto di lavoro per una causa del genere...

Mi guardai attorno: per fortuna gli unici ombrelloni ancora occupati erano composti da coppie dormienti o disattente ed a debita distanza, mentre le aristocratiche perbeniste della prima fila avevano abbandonato la loro postazione, lasciando incustoditi i loro asciugamani griffati. Mi girai un attimo verso Matteo per chiedergli se prevedesse altri arrivi: "Non credo, torneranno le vecchie di sicuro, ma dopo le 4, come sempre". Non riuscì a guardarmi in faccia, completamente catturato dal nudo di Diana che aveva sbarrato nuovamente gli occhi. Cominciò ad alternare movimenti di apertura e chiusura delle gambe, molto lenti e regolari: "Che sensazione magnifica sentire il vento che ti accarezza, dovreste provare anche voi, se si potesse; è fantastico, rimarrei così tutto il giorno". Divaricò le gambe ad ampio raggio, consentendo alle labbra della sua passerina depilata di spalancarsi liberamente: "Adesso sento addirittura l'aria penetrarmi, vi assicuro che è un'emozione fortissima". Trascorremmo alcuni minuti inchiodati ai nostri posti, con lo sguardo fisso verso di lei, senza muoverci di un millimetro, fin quando il telefono di Matteo suonò, probabilmente per un SMS ricevuto: il ragazzo dovette spostarsi verso il suo tavolo per recuperarlo, scoprendo di molto la barriera, ma ritornò nella sua posizione a tempo di record, con un balzo felino: "E' Sara, la mia collega, l'ho sostituita finora perché aveva un impegno, ma sta arrivando, mi spiace"... "Diana richiuse in fretta le gambe ed aprì gli occhi, guardandoci con rammarico: "Spiace più a me, si stava così bene": si mise seduta, prese il perizoma e si alzò in piedi, indossandolo più rapidamente del previsto.

"Se tu devi andare via, non penso che mi sentirò a mio agio svestita così davanti ad un bagnino donna" Mi guardò cercando la mia comprensione: "E' meglio se ci spostiamo, ti va?" Risposi che ero perfettamente d'accordo e anche Matteo ci consigliò di trovare un'altra sistemazione: "Sara è un pò acida ed intrattabile ultimamente, non vorrei che si comportasse da maleducata o ti facesse coprire... soprattutto perché è tremendamente invidiosa". Strizzò l'occhiolino a Diana, sorridendole con profonda gratitudine mentre indicava le sue tettone. Liberammo i lettini dagli asciugamani, Diana rovistò in fondo alla borsa per pescare il reggiseno abbinato al perizoma e lo indossò, insieme ai suoi pantaloncini. Poi si congedò da Matteo con estremo trasporto, toccando con decisione uno dei suoi bicipiti e affondando le sue tettone sul petto del bagnino, durante lo scambio del bacio di saluto. Strinsi la mano al ragazzo insieme ad un "grazie di tutto". Lui con un mezzo inchino mi rispose: "No no, grazie a TE di tutto, sarete sempre nei miei pensieri, i miei clienti migliori" disegnando con le mani la sagoma del corpo di Diana. Dopo una fragorosa risata generale ci allontanammo.

"Non tutti i mali vengono per nuocere" ripetè Diana per tre volte scrutando con estrema attenzione l'affollato orizzonte. "Vedrai che ora troveremo un bel posticino per chiudere in bellezza, alla faccia della bagnina nevrotica", affermò guardandomi con aria spavalda. Bello e molto intrigante il reggiseno bianco e blu a righe, che permetteva alle sue tette una evidente libertà di movimento oltre ad una perfetta traspirazione. "Lo avevo detto che volevo farmi un bagno dove l'acqua è più pulita, quindi meglio così, ora potrò raggiungerla facilmente... ho notato qualcuno andarsene, quindi qualche spazio vuoto dovrebbe essersi creato, ma voglio sceglierne uno ADATTO" sostenne guardandomi nuovamente con sguardo provocante. Pensai che di spazi ADATTI in mezzo a quella folla ricca di giovani potevamo enumerarne a decine, magari stringendoci un pò. Con la coda dell'occhio la vidi puntare verso un folto gruppo di giovanotti, che durante la sua passerella precedente sul bagnasciuga si erano letteralmente imbambolati davanti al suo passaggio. Poco più avanti identificai l'uomo di mezza età ed i due ragazzi che "casualmente" avevano raggiunto la battigia, incrociandola a pochi centimetri di distanza prima di tuffarsi. Osservai anche il ragazzo fidanzato davanti al quale Diana si era fermata per consultare il suo telefono. Inoltre notai una comitiva mista che non ricordavo di aver visto prima, oltre ad un'altra coppia piuttosto giovane. Certo, qualche famiglia con bambini era rimasta ed effettivamente non mancavano neppure gli over 60: avvertii uno scetticismo e delle perplessità piuttosto ragguardevoli su un nostro possibile posizionamento in quell'area. In quel momento scommisi su un prolungamento della passeggiata alla ricerca di un posticino più tranquillo. "Mamma mia, che caldo a quest'ora, anche fare due passi diventa un'impresa, mi sono già stancata, tu stai bene?" Risposi che il caldo era davvero insopportabile e che anche il vento sembrava rimasto completamente imprigionato nella sua passerina pochi minuti prima.

Alcuni componenti del gruppo di ragazzi la riconobbero man mano che le distanze si accorciavano: constatai che confabulavano tra loro, prima di puntarla nuovamente con sorrisi stracolmi di desiderio e di gradimento: mi divertii ad immaginare i loro commenti: "Ecco la tettona di prima, che spettacolo" "Faccele vedere di nuovo, che aspetti!?" "Ti prego, non andartene, vieni qui vicino a noi". Per essere un divertimento mi stavo eccitando un po' troppo, solo nell'interpretare i loro sguardi!

Diana rallentò nettamente il passo: "Non ce la faccio più" esclamò con il fiatone. "Fermiamoci appena troviamo un buco, altrimenti rischio di crollare". Riuscimmo a superare a fatica l'area riservata al deposito dei pedalò interdetta alla sosta dei bagnanti, immergendoci nel primo tratto di folla. "Va bene anche vicino a quei ragazzi, che ne dici?" proposi. Lei mi guardò con profonda complicità, replicando di aver pensato esattamente lo stesso...
 

dan_zan

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Divaricò le gambe ad ampio raggio, consentendo alle labbra della sua passerina depilata di spalancarsi liberamente: "Adesso sento addirittura l'aria penetrarmi, vi assicuro che è un'emozione fortissima
Sublime, vedo la scena davanti a me. Non fermarti Diana facci sognare.
 

Grandel

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Il sogno di avvistare lo stabilimento gremito svanì in un baleno: appena la spiaggia si aprì nuovamente ai nostri occhi, notai all'istante che lo scenario non era cambiato affatto rispetto a come lo avevamo lasciato un'ora prima. Diana mi precedeva di qualche passo e orientò leggermente il volto, prima a destra verso lo stabilimento, poi subito a sinistra, in direzione del tratto di spiaggia più affollato. Si soffermò per parecchi secondi con la testa inclinata verso il basso ma con lo sguardo immerso nella folla: il suo era un mirare anomalo, marcatamente analitico, concentrato, come se puntasse qualcuno o qualcosa o memorizzasse il posizionamento millimetrico di ogni singolo individuo. Mi accorsi che anche la sua andatura involontariamente si dirigeva verso la calca. Fui sul punto di ricordarle che avremmo dovuto camminare all'opposto per raggiungere i nostri lettini, sui quali avevamo lasciato borse, asciugamani ed effetti personali, ma fu lei con una drastica virata a cambiare rotta d'improvviso e a girarsi verso lo stabilimento, disorientandomi fino a bloccarmi sul posto, immobile.

"Sembra di stare su due spiagge completamente diverse a seconda del lato di osservazione: da una parte vedo la spiaggia libera piena zeppa di gente e dall'altra lo stabilimento vuoto, desolante... chissà quanto si pagherà per un ombrellone e due lettini in condizioni normali, se le persone sono tutte ammassate a poca distanza, in cento metri di spazio!!! Hai notato però che, nonostante l'assembramento, il mare davanti a loro è molto più pulito? Dove siamo noi invece l'acqua è torbida, forse c'è troppo ristagno e adesso si sente anche un odorino poco gradevole: d'altronde siamo quasi alla fine della spiaggia, vicini a quella specie di scogliera e a due passi dal porticciolo, quindi è normale... ma intanto rilassiamoci un pò sui lettini, così salutiamo Matteo, raduniamo le nostre cose... e poi si vedrà, un ultimo bagno vorrei godermelo prima di andarcene, ma non certo in quest'acqua putrida..."

Il bagnino occupava noiosamente la sua sedia, gli impegni erano davvero ridotti al minimo quel giorno, ma appena ci riconobbe si rianimò. Diana terminò il carburante, proprio davanti a lui, liberandosi dei pantaloncini: "Non ti starai divertendo troppo!? Dovresti essere felice se oggi in pratica non stai lavorando, invece sembri quasi depresso, non sei contento della tua giornata??" Il ragazzo rispose scherzando di aver sentito la nostra mancanza, puntando le tette di Diana, nascoste dal reggiseno giallo... "Ho capito, ho capito, furbacchione...conosco io la medicina per farti guarire" esclamò stuzzicandolo mentre slacciava il reggiseno. Una volta liberato dai nodi, però, lo bloccò a sorpresa sui seni con un avambraccio, per non farlo scivolare via: raggiunse il lettino, si sedette e si piegò in avanti, infilando l'altro braccio nella borsa per riporre i pantaloncini e per cercare la crema solare. La morsa sul reggiseno iniziò distrattamente ad allentare, regalando ai nostri occhi scorci e prospettive mozzafiato delle sue indisciplinate rotondità.

Recuperato il tubetto di crema, Diana lasciò scoprire le sue tettone ribelli senza opporre resistenza, rimanendo in posizione seduta, con i piedi a terra lateralmente al lettino, voltata verso di noi. Ripose il reggiseno giallo in borsa e drizzò la schiena, avanzando il petto in avanti, in tutta la sontuosità possibile. Spalmò la crema sul seno con calma ed arrapante maestria, sperimentando a turno i massaggi e i movimenti più sexy per mostrare le sue tette in versioni sempre più esplosive. Noncurante della nostra ipnosi, tentava di conversare a ruota libera con naturalezza, senza enfatizzare a parole le sue provocazioni, ma lanciando incessanti sguardi carichi di erotismo.

Terminata la spalmatura, si sollevò solo di qualche centimetro senza rialzarsi, afferrò sui fianchi i suoi slip gialli e li sfilò repentinamente tornando a sedersi, senza accennare alla minima richiesta di riposizionarci adeguatamente per coprirla da sguardi indiscreti. Fummo io e Matteo, d'istinto, ad incollarci ancora l'un l'altro per formare un minimo di barriera protettiva. Diana si voltò all'indietro allargando le gambe e protese la mano verso il perizoma, lasciato ad asciugare prima del pranzo all'angolo destro del lettino. La vedemmo ritrarre la mano con uno scatto "Uffa, ancora è umido... ma se rimanessi così per un po' cosa accadrebbe?" Soggiogati dallo stupore, non trovammo la forza di replicare nemmeno con la più scontata delle battute. "Voi copritemi, da bravi... e io prendo il sole, solo qualche minuto, è una sensazione che voglio provare una volta nella vita: nel frattempo il mio costume finisce di asciugarsi". Senza alzarsi, sollevò i piedi, li strofinò reciprocamente con energia per pulirli dalla sabbia, piegò le gambe e ruotò, distendendosi sul lettino, completamente nuda. Rimase per qualche secondo con gli occhi chiusi, poi girò il viso verso di noi, aprendo un solo occhio e ridendo: "Pensi che ti licenzierebbero se si accorgessero di me?" Matteo rispose di non sapere nella maniera più assoluta cosa lo aspettasse, era la prima volta che qualcuno sfoggiava un nudo integrale allo stabilimento, ma si dichiarò pronto e deciso a rischiare volentieri il posto di lavoro per una causa del genere...

Mi guardai attorno: per fortuna gli unici ombrelloni ancora occupati erano composti da coppie dormienti o disattente ed a debita distanza, mentre le aristocratiche perbeniste della prima fila avevano abbandonato la loro postazione, lasciando incustoditi i loro asciugamani griffati. Mi girai un attimo verso Matteo per chiedergli se prevedesse altri arrivi: "Non credo, torneranno le vecchie di sicuro, ma dopo le 4, come sempre". Non riuscì a guardarmi in faccia, completamente catturato dal nudo di Diana che aveva sbarrato nuovamente gli occhi. Cominciò ad alternare movimenti di apertura e chiusura delle gambe, molto lenti e regolari: "Che sensazione magnifica sentire il vento che ti accarezza, dovreste provare anche voi, se si potesse; è fantastico, rimarrei così tutto il giorno". Divaricò le gambe ad ampio raggio, consentendo alle labbra della sua passerina depilata di spalancarsi liberamente: "Adesso sento addirittura l'aria penetrarmi, vi assicuro che è un'emozione fortissima". Trascorremmo alcuni minuti inchiodati ai nostri posti, con lo sguardo fisso verso di lei, senza muoverci di un millimetro, fin quando il telefono di Matteo suonò, probabilmente per un SMS ricevuto: il ragazzo dovette spostarsi verso il suo tavolo per recuperarlo, scoprendo di molto la barriera, ma ritornò nella sua posizione a tempo di record, con un balzo felino: "E' Sara, la mia collega, l'ho sostituita finora perché aveva un impegno, ma sta arrivando, mi spiace"... "Diana richiuse in fretta le gambe ed aprì gli occhi, guardandoci con rammarico: "Spiace più a me, si stava così bene": si mise seduta, prese il perizoma e si alzò in piedi, indossandolo più rapidamente del previsto.

"Se tu devi andare via, non penso che mi sentirò a mio agio svestita così davanti ad un bagnino donna" Mi guardò cercando la mia comprensione: "E' meglio se ci spostiamo, ti va?" Risposi che ero perfettamente d'accordo e anche Matteo ci consigliò di trovare un'altra sistemazione: "Sara è un pò acida ed intrattabile ultimamente, non vorrei che si comportasse da maleducata o ti facesse coprire... soprattutto perché è tremendamente invidiosa". Strizzò l'occhiolino a Diana, sorridendole con profonda gratitudine mentre indicava le sue tettone. Liberammo i lettini dagli asciugamani, Diana rovistò in fondo alla borsa per pescare il reggiseno abbinato al perizoma e lo indossò, insieme ai suoi pantaloncini. Poi si congedò da Matteo con estremo trasporto, toccando con decisione uno dei suoi bicipiti e affondando le sue tettone sul petto del bagnino, durante lo scambio del bacio di saluto. Strinsi la mano al ragazzo insieme ad un "grazie di tutto". Lui con un mezzo inchino mi rispose: "No no, grazie a TE di tutto, sarete sempre nei miei pensieri, i miei clienti migliori" disegnando con le mani la sagoma del corpo di Diana. Dopo una fragorosa risata generale ci allontanammo.

"Non tutti i mali vengono per nuocere" ripetè Diana per tre volte scrutando con estrema attenzione l'affollato orizzonte. "Vedrai che ora troveremo un bel posticino per chiudere in bellezza, alla faccia della bagnina nevrotica", affermò guardandomi con aria spavalda. Bello e molto intrigante il reggiseno bianco e blu a righe, che permetteva alle sue tette una evidente libertà di movimento oltre ad una perfetta traspirazione. "Lo avevo detto che volevo farmi un bagno dove l'acqua è più pulita, quindi meglio così, ora potrò raggiungerla facilmente... ho notato qualcuno andarsene, quindi qualche spazio vuoto dovrebbe essersi creato, ma voglio sceglierne uno ADATTO" sostenne guardandomi nuovamente con sguardo provocante. Pensai che di spazi ADATTI in mezzo a quella folla ricca di giovani potevamo enumerarne a decine, magari stringendoci un pò. Con la coda dell'occhio la vidi puntare verso un folto gruppo di giovanotti, che durante la sua passerella precedente sul bagnasciuga si erano letteralmente imbambolati davanti al suo passaggio. Poco più avanti identificai l'uomo di mezza età ed i due ragazzi che "casualmente" avevano raggiunto la battigia, incrociandola a pochi centimetri di distanza prima di tuffarsi. Osservai anche il ragazzo fidanzato davanti al quale Diana si era fermata per consultare il suo telefono. Inoltre notai una comitiva mista che non ricordavo di aver visto prima, oltre ad un'altra coppia piuttosto giovane. Certo, qualche famiglia con bambini era rimasta ed effettivamente non mancavano neppure gli over 60: avvertii uno scetticismo e delle perplessità piuttosto ragguardevoli su un nostro possibile posizionamento in quell'area. In quel momento scommisi su un prolungamento della passeggiata alla ricerca di un posticino più tranquillo. "Mamma mia, che caldo a quest'ora, anche fare due passi diventa un'impresa, mi sono già stancata, tu stai bene?" Risposi che il caldo era davvero insopportabile e che anche il vento sembrava rimasto completamente imprigionato nella sua passerina pochi minuti prima.

Alcuni componenti del gruppo di ragazzi la riconobbero man mano che le distanze si accorciavano: constatai che confabulavano tra loro, prima di puntarla nuovamente con sorrisi stracolmi di desiderio e di gradimento: mi divertii ad immaginare i loro commenti: "Ecco la tettona di prima, che spettacolo" "Faccele vedere di nuovo, che aspetti!?" "Ti prego, non andartene, vieni qui vicino a noi". Per essere un divertimento mi stavo eccitando un po' troppo, solo nell'interpretare i loro sguardi!

Diana rallentò nettamente il passo: "Non ce la faccio più" esclamò con il fiatone. "Fermiamoci appena troviamo un buco, altrimenti rischio di crollare". Riuscimmo a superare a fatica l'area riservata al deposito dei pedalò interdetta alla sosta dei bagnanti, immergendoci nel primo tratto di folla. "Va bene anche vicino a quei ragazzi, che ne dici?" proposi. Lei mi guardò con profonda complicità, replicando di aver pensato esattamente lo stesso...
Sorprendi e sorprende sempre, un piacere leggerti. Grazie
 

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