R
Redseagull
Guest
Aggiungo alcune precisazioni e considerazioni alla luce degli ultimi interventi:
- io e la mia convivente non ci facciamo “i cazzi nostri” per poi dividere solo i momenti noiosi della vita, abbiamo un bellissimo rapporto fatto di confidenza e aiuto reciproco. In questo contesto il sesso tra noi ha meno importanza perché le nostre pulsioni le sfoghiamo altrove e ci va bene così;
- può darsi che la storia da adolescente di cui ho narrato mi abbia psicologicamente segnato, tutto può essere per carità, ma lo ritengo alquanto improbabile, considerato anche che ricordo bene che dopo poche settimane dalla fine di quella storia me la spassavo allegramente;
- al di là di ciò, non era mio intento metterla sul piano personale facendo intendere che la mia storia è un inevitabile canovaccio per tutte le coppie nella società odierna o un modo più avanzato o intelligente di vivere il rapporto di coppia. Citare la mia storia voleva essere uno spunto per mettere in discussione quello che ancora parrebbe essere un inevitabile obbligo sociale - e morale -, quello della monogamia appunto;
- le mie considerazioni si riferiscono all’evoluzione della società in cui vivo, quella italiana o al massimo quella occidentale;
- ognuno vede quel che vuol vedere, è chiaro, per cui può essere che la mia sensazione che la società stia evolvendo verso un atteggiamento più libero in merito, sia più un mio auspicio che una tendenza reale, anche se quanto osservo attorno a me e le informazioni disponibili al riguardo mi fanno pensare il contrario. Poi magari invece avrà ragione chi sostiene che ci avviamo verso il medioevo prossimo venturo;
- quanto alla mercificazione del proprio corpo nella rete, credo che il problema vada inserito all’interno di una questione ben più grave. L’umanità si è evoluta durante centinaia di migliaia di anni, ma solo da uno o due decenni ha avuto accesso a uno strumento potentissimo, la rete, che non è ancora in grado di gestire o quanto meno a utilizzare in modo intelligente. Da qui tutta una serie di conseguenze deleterie, sulla capacità di gestire le informazioni, sulla sicurezza dei dati, sulle relazioni umane (ad es. facebook che diventa il festival dell’insulto) e non da ultimo anche sugli aspetti cognitivi (si veda a tal proposito il libro “Demenza digitale - come la nuova tecnologia ci rende stupidi” di M. Spitzer)
- io e la mia convivente non ci facciamo “i cazzi nostri” per poi dividere solo i momenti noiosi della vita, abbiamo un bellissimo rapporto fatto di confidenza e aiuto reciproco. In questo contesto il sesso tra noi ha meno importanza perché le nostre pulsioni le sfoghiamo altrove e ci va bene così;
- può darsi che la storia da adolescente di cui ho narrato mi abbia psicologicamente segnato, tutto può essere per carità, ma lo ritengo alquanto improbabile, considerato anche che ricordo bene che dopo poche settimane dalla fine di quella storia me la spassavo allegramente;
- al di là di ciò, non era mio intento metterla sul piano personale facendo intendere che la mia storia è un inevitabile canovaccio per tutte le coppie nella società odierna o un modo più avanzato o intelligente di vivere il rapporto di coppia. Citare la mia storia voleva essere uno spunto per mettere in discussione quello che ancora parrebbe essere un inevitabile obbligo sociale - e morale -, quello della monogamia appunto;
- le mie considerazioni si riferiscono all’evoluzione della società in cui vivo, quella italiana o al massimo quella occidentale;
- ognuno vede quel che vuol vedere, è chiaro, per cui può essere che la mia sensazione che la società stia evolvendo verso un atteggiamento più libero in merito, sia più un mio auspicio che una tendenza reale, anche se quanto osservo attorno a me e le informazioni disponibili al riguardo mi fanno pensare il contrario. Poi magari invece avrà ragione chi sostiene che ci avviamo verso il medioevo prossimo venturo;
- quanto alla mercificazione del proprio corpo nella rete, credo che il problema vada inserito all’interno di una questione ben più grave. L’umanità si è evoluta durante centinaia di migliaia di anni, ma solo da uno o due decenni ha avuto accesso a uno strumento potentissimo, la rete, che non è ancora in grado di gestire o quanto meno a utilizzare in modo intelligente. Da qui tutta una serie di conseguenze deleterie, sulla capacità di gestire le informazioni, sulla sicurezza dei dati, sulle relazioni umane (ad es. facebook che diventa il festival dell’insulto) e non da ultimo anche sugli aspetti cognitivi (si veda a tal proposito il libro “Demenza digitale - come la nuova tecnologia ci rende stupidi” di M. Spitzer)
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