Esperienza reale Le mie memorie

Captain Achab

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Ciao a tutti, mi presento, mi chiamo Francesco e ho 35 anni. Da diversi anni ormai vengo nel forum per leggere i racconti. Finora sono stato sempre passivo. Da qualche tempo mi è venuto il desiderio di raccontare le mie esperienze. Attendevo un momento buono che doveva essere la prossima estate quando rimango solo a casa mia a Milano perché moglie e figli sono in vacanza. Poiché sono in quarantena per via del covid ho deciso di anticipare i tempi.
Quello che farò sarà raccontare, diviso per ambiente del racconto e per ragazza le mie esperienze dall’adolescenza fino a prima di incontrare mia moglie.
Le esperienze sono un buon numero e quindi racconterò qui quelle più significative. Diciamo che da quel punto di vista la fortuna mi ha baciato bene. Sono sempre stato un bel ragazzo e anche economicamente mi è sempre andata bene ed inutile negare che anche questo non conti. A 18 anni i miei amici andavano a prendere le fidanzate con la punto scassata usata di 15 anni, io con la mini Cooper nuova regalatami dal papà. Inoltre in quegli anni avevo una vera e propria passione per il sesso. Rifiutavo qualunque storia seria e cercavo sempre di trovarmi nella situazione per poter scopare. Insomma complici diversi fattori di ragazza ne ho avute.
I racconti saranno assolutamente reali, cambierò ovviamente i nomi delle protagoniste ed i luoghi dove si svolgono. Ma per il resto tutto vero. Non troverete qui scopate da film porno ne santarelline che in 10 giorni si trasformano nelle peggio battone e fanno di tutto.
Vedendo le obiezioni fatte in altri thread metto le mani avanti. Ovviamente non posso ricordare a memoria i dialoghi mi sembra chiaro, ricordo però molto bene il senso di tante cose e quindi riscriverò dialoghi plausibili sulla base dei miei ricordi. Si, tra i 18 e i 28 anni mi sono fatto un sacco di ragazze, i motivi li ho spiegati. Se qualcuno ha avuto esperienze diverse non vuol dire che racconto palle.
Detto questo iniziamo.
VOLUME 1 – IL PAESINO IN MONTAGNA
Sin da bambino tutti gli anni trascorro buona parte delle vacanze in un paesino di montagna dove i miei genitori prendono una casa in affitto. In questo primo volume racconterò le principali esperienze avute li.
CAPITOLO 1 – ALESSANDRA
All’epoca dei fatti Alessandra aveva 21/22 anni. Una ragazza nella norma, carina ma nulla di più. Alta circa 165, capelli lisci castano chiaro tendenti al rossiccio, occhi verdi e lentiggini che si sposavano con la sua carnagione molto chiara. Da tanti era soprannominata ‘mozzarella’. Fisico molto molto magro su cui la sua terza di seno faceva un figurone. Entrambi trascorrevamo le vacanze in quel paesino sin da bambini. Verso i 12/13 anni ci eravamo trovati nella stessa compagnia e da allora era nata una bella amicizia estiva. Si esatto, una amicizia: dieci anni dopo, dieci anni di vacanze insieme, tra me e Alessandra non era successo assolutamente nulla.
Alessandra era una ragazza molto alla mano, simpatica e la nostra amicizia era molto libera anche nel prenderci in giro. Battutine a sfondo sessuale tra me e lei erano all’ordine del giorno, un giochino tra amici che si rispettano e scherzano.
Fatte le premesse andiamo al dunque. Classica estate degli anni dell’Università. Finisco gli esami e alla prima settimana di agosto mi fiondo in vacanza in montagna. Come sempre ritrovo tutta la mia compagnia compresa Alessandra. Le giornate passano normalmente. Io e Alessandra stiamo molto insieme ma era nella normalità. Non saprei spiegarlo, l’attrazione tra me e lei era evidente a tutti, anche a noi stessi, eppure complice poi qualche sua estate da fidanzata, non si era mai concretizzata in nulla.
Al paesino la sera non c’era molto da fare. Tutte le sere ci si trovava intorno al tavolo da biliardo del bar del paese con qualche birra e come sempre anche quella sera eravamo lì. Stavamo giocando una partita, io e Alessandra contro altri due amici. Lei indossava pantaloni rossi aderenti e un maglioncino grigio con collo a V che metteva spesso sapendo che risaltava il suo seno. Mentre giochiamo parte qualche classico siparietto di battutine tra noi che oggi onestamente non ricordo, fatto sta che ad un certo punto lei sta mirando per fare un colpo molto difficile, io la guardo e le dico -ale se metti questo- e con le dita della mano faccio una V e ci passo due volte la lingua in mezzo. Lei mi guarda e mi dice – Fra, se vinciamo la partita- chiude la mano a pugno e le fa fare su e giù vicino alla sua bocca. In realtà quello era uno spingerci oltre. Fino ad allora ci eravamo sempre fatti battute ma mai con una gestualità così esplicita. A me era partita così senza pensarci e la sua risposta mi aveva colpito. Improvvisamente ero conscio di una cosa che in realtà avevo sempre saputo ma non so perché non mi ero mai impegnato perché accadesse. Volevo scoparmela.
Lei sbaglia il colpo e perdiamo pure la partita. Poco male. Le chiedo se viene con me a fumarsi una sigaretta, mi dice di sì. Mettiamo le giacche (la sera in pieno agosto li si arriva tranquillamente a 7/8 gradi) e usciamo dal locale. Piove e cazzo li non c’è una tettoia. C’è un centinaio di metri più avanti all’ingresso di un negozio appartato che da su un parcheggio poco frequentato. Con le giacche sulla testa corriamo fin lì. Ci fumiamo sta sigaretta e io a un certo punto riprendo i nostri toni da battutine sessuali – beh quando vuoi quella leccata di figa fammelo sapere- - ma ho sbagliato il colpo- - vabbè ma non era vincolato al colpo- - Ah ok, beh neanche il mio pompino era vincolato alla vittoria- -beh allora fammelo ora- quest’ultima gliela dico cambiando tono,senza più il nostro classico fare scherzoso. La vedo irrigidirsi un attimo , poi con fare di sfida come a dire ‘adesso ti dimostrò che mi stai prendendo in giro e lo so’ mi fa – prima tu-. Le dico – va bene, appoggiati al muro e mettiti un po’a pecorina- . Lei, secondo me pensando di essere ancora nell’ambito dello scherzo ride ed esegue mettendo in mostra il suo bel culo. Le appoggio una mano sul sedere e glielo tasto,lei continua a ridacchiare, con le mani le cingo la vita da dietro e le slacciò il bottone dei pantaloni, le abbasso la cerniera. Continua a ridacchiare come fosse ancora tutto uno scherzo. È solo quando con un colpo secco le abbasso i pantaloni alle ginocchia lasciandole il culo all’aria che si irrigidisce di nuovo,smette di ridacchiare e realizza che lo sto facendo per davvero. Non dice nulla e non fa nulla per fermarmi. Indossa un perizoma nero. Mi inginocchio, le allargo le gambe e le faccio scivolare alle ginocchia anche il perizoma. La figa ha qualche pelo ben curato e sembra già leggermente umida. Avvicino la bocca e inizio a divorarla. Con la lingua passo dal clitoride fino quasi all’ano più volte. Lei inizia a gemere. Le affondo la lingua dentro e inizio a limonare con la sua figa. Lei geme forte, mi preoccupo che qualcuno possa sentire, poi mi dico ' di qui non passa mai nessuno, saremmo mica noi così sfigati’. La lavoro con la bocca per qualche minuto. Lei muove su e giù il bacino per godere ancora di più fino ad esplodere in un orgasmo che cerca, con scarsi risultati, di rendere silenzioso. Finito mi rialzo. Lei si gira e si tira su perizoma e pantaloni, io le sorrido – tocca a te-. Ora è lei che mi accompagna ad appoggiarmi al muro. Si inginocchia, mi slaccia i pantaloni e insieme ai boxer li abbassa. In un secondo è già con il mio cazzo in bocca. Lo lavora bene, ‘è brava a spompinare’ penso. Dopo qualche minuto sto già per venire così mi ricordo di una volta in cui anni prima mi aveva confessato che odiava i ragazzi che le venivano in bocca senza chiederle prima se potevano. Così quando sento l’orgasmo arrivare… senza dirle un cazzo le prendo la testa e spingo tenendola ferma mentre le inondo la bocca di sperma. Tiro fuori il cazzo, la guardo, lei alza lo sguardo verso di me e mi fa chiaramente vedere che ingoia, poi mi dice -sei uno stronzo-. Rido e la aiuto a rialzarsi, mi aggiusto boxer e pantaloni e come niente fosse torniamo al locale. La vacanza prosegue ma non succede più nulla.
Arriva settembre, è il compleanno di Alessandra e mi invita a festeggiare in un locale a Milano zona navigli. Serata molto normale a parte la noia perché non conosco nessuno dei suoi amici. Ad un certo punto rimaniamo io e lei a parlare. Le do il mio regalo,non ricordo assolutamente cosa fosse, poi non ricordo come parliamo del fatto che settimana successiva sarei dovuto andare a un diciottesimo e che avrei regalato alla mia amica un vibratore, al che lei mi dice -anche io lo voglio un vibratore in regalo- -va bene ma poi lo usi vero?- - certo - - ok te ne regalerò uno-. Non ricordo come finì la conversazione,la serata trascorse e me ne tornai a casa.
Passano mesi,arrivano le vacanze di natale ,io vado a fare capodanno a budapest con gli amici. Il 3 gennaio mentre sto guidando da sei ore di fila, sveglio da 24 in direzione milano, partito da budapest, mentre le altre 4 merde dei miei amici dormono dal km 0, mi chiama lei ‘ciao, i miei non sono andati in montagna queste vacanze e quindi la casa è vuota. Ho invitato un po’di gente del gruppo,vieni anche tu?- - guarda sto tornando ora da budapest e sono sfondato,grazie per l’invito ma passo.- . Arrivo a casa la sera, mi ripiglio e la mattina dopo sono bello pimpante e mi viene voglia di salire. Decido di fare a tutti una sorpresa e di non avvisare. Parto e mentre attraverso la città per andare a prendere l’autostrada passo davanti a un sexy shop e mi ricordo della promessa di settembre. Scendo e compro un vibratore. Cerco una cosa che sia plausibile, non una roba mastodontica per fare il coglione, qualcosa che poi usi per davvero. Ne prendo uno nero che sarà stato sui 20/22 cm e abbastanza largo. Mi rimetto in macchina, qualche ora di viaggio e arrivo. Fuori da casa di Alessandra c’è solo la sua auto. Busso, arriva lei ad aprire, rimane sorpresa ma felice, mi abbraccia e mi ringrazia per la sorpresa. Entro e non c’è nessuno. – Alla fine mi hanno paccata tutti, sei fortunato che sia venuta comunque da sola-. Prepariamo il pranzo e la giornata trascorre tranquilla. Una passeggiata il pomeriggio, la cena e qualche chiacchiera sul divano con una birra dopo cena. Andiamo a dormire tutti e due nel letto matrimoniale dei suoi ma non succede assolutamente nulla. La mattina mi sveglio prima e quando mi accorgo che anche lei si sta svegliando vado a prendere in borsa il suo regalo. -buongiorno, ieri mi sono scordato di darti un pensierino che ti ho preso- le do il sacchetto, lei lo apre e scoppia a ridere – scemo! Ahahah… però non male le dimensioni- rido un po’ anche io poi cambio tono come avevo fatto in estate, la guardo e dico – provalo-, lei un po’imbarazzata – magari stasera quando faccio la doccia- - no, provalo ora, voglio sapere se il regalo ti piace sennò te lo devo cambiare-. Silenzio per qualche secondo, lei capisce che ora sto facendo sul serio e lo fa anche lei. -ok- dice – ha già le pile?- -ovvio-. Accende il vibratore e se lo porta sotto le coperte. La sento un po’armeggiare e anche se non vedo capisco che si è abbassata i pantaloni del pigiama. Dopo qualche secondo la vedo sorridere. Ci guardiamo a vicenda, io non le stacco gli occhi di dosso. I suoi sorrisi poco alla volta diventano smorfie. Si sente solo il rumore del vibratore. Inizia a gemere, poi ansimare sempre più forte. Io mi godo lo spettacolo. Non vedere il suo corpo mi permette di concentrarmi sul suo viso, di gustare ogni minima espressione facciale. Lo trovo molto eccitante. Dopo qualche minuto inizia ad ansimare molto forte e muovere il corpo sotto le coperte. Esplode in un orgasmo pieno di piacere. Si stende sul letto e la lascio lì a riposare mentre vado a preparare la colazione. La giornata trascorre normale, la sera puliamo casa e dandoci appuntamento alle vacanze estive ognuno dei due riparte verso casa.
Arriva l’estate, solito schema esami e poi vacanze. Vado su, passiamo quasi un mese insieme, non succede nulla. L’ultimo sabato sera c’è una festa in un’area fuori dal paese. Andiamo, ci divertiamo e beviamo molto. Alla fine della nostra compagnia io e lei siamo gli ultimi ad andarsene. Ci incamminiamo insieme, ci aspettano una ventina di minuti a piedi fino al centro del paese. Ad un certo punto mi dice che deve pisciare. Ci fermiamo in un area picnic e cerchiamo una zona con degli alberi. Ne approfitto anche io e tutti e due ci mettiamo a pisciare. Ovviamente essendo maschietto sono più rapido e mi metto in un altro punto ad aspettarla. Non mi accorgo che da li avrei potuto vederla perfettamente ma io proprio non ci pensavo e guardavo da un’altra parte. Quando però lei finisce di sistemarsi e si alza mi guarda – ehi ma mi stavi guardando- - ma figurati che dici non ti stavo guardando- - ma come no sei dritto davanti a me- - ma cosa vuoi che mi freghi vederti pisciare. Senti non ti nascondo che non mi dispiacerebbe avere un altro rapporto ravvicinato con la tua figa ma onestamente non mentre pisci, non ho queste perversioni-. Lei li si mette a ridere. – e che tipo di rapporto vorresti?-. Mi avvicino – uno dove la tua fighetta accoglie il mio cazzo- - e perché non c’è mai stato finora questo rapporto?- - me lo sto proprio chiedendo- le rispondo e iniziamo a baciarci. Le mani scorrono veloci, abbiamo aspettato senza sapere perché 10 anni per questo momento. Tutti e due impazziamo dalla voglia . Le abbasso pantaloni e mutandine e la metto seduta su un tavolino in legno dell’areapicnic. Mi abbasso i pantaloni, tiro fuori il cazzo e glielo infilo dentro. Iniziamo a scopare con una foga pazzesca. Lei gode in modo molto rumoroso. Ansima, gridacchia, mi dice di non fermarmi che ne vuole ancora. Qualche minuto, si stacca e mi fa sdraiare sul tavolino. Sale sopra e inizia a cavalcarmi. Le infilo le mani sotto la giacca, cerco le sue tette, le trovo, sono belle sode come le ho sempre immaginate. Lei sta per esplodere, mette le mani in testa, si tiene i capelli e dimena tutto il corpo su di me. Un sussulto e un urlo di godimento nel silenzio totale della notte. Si toglie, la prendo e la faccio mettere a pecorina con le mani appoggiate al tavolo. Spingo il cazzo dentro e inizio a scoparla. Scivola dentro con semplicità ma non senza piacere. – posso venirti dentro?- - si -. Ricomincia a godere anche lei ma non mi interessa, è il mio momento ora. La scopo a pecora violentemente finché non le esplode dentro. Resto lì fermo un paio di minuti. Esco, mi sistemo, prendo dei fazzoletti dalla borsa di lei e glieli porgo. Anche lei si sistema. Torniamo a casa, ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla prossima vacanza. I suoi genitori non hanno più preso la casa in affitto dopo quella vacanza. Quella in realtà fu l’ultima volta che io e Alessandra ci vedemmo.
 

king85

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posso consigliare di lasciare più spazi nel testo? tipo andare a capo tra i periodi? solo per rendere la lettura più facile.
Complimenti per il racconto
 
OP
C

Captain Achab

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CAPITOLO 2 - LUDOVICA

Questo racconto si svolge nell’estate dei miei 19 anni. Per la prima volta vado a fare le vacanze al paesino da patentato sfoggiando a tutti la mia auto nuova. Per me e i miei amici si apre un nuovo capitolo, la sera non siamo più costretti a a stare al bar del paese ma possiamo muoverci liberamente per la valle in cerca di divertimento.

Così veniamo a sapere di una festa che si terrà al paese più su in un locale che farà da disco pub. Gasatissimi io e altri 4 amici partiamo dopo cena per la festa. Arrivati poco dopo ci rendiamo conto che non ci sarà molto pane per i nostri denti. Le ragazze sono tutte locali che ormai conosciamo da anni, insomma niente novità. Eppure dopo un po’ scorgiamo ad un certo punto un gruppetto di 4 ragazze mai viste sino ad allora. Manco il tempo di inquadrarle che due stanno già limonando con dei tipi in mezzo alla pista da ballo.
– Niente raga qui noi parliamo, facciamo tattica e 2 su 4 ce le siamo già giocate-.
Ci rigiriamo e le stesse due ragazze stanno ora limonando con altri tipi. Le osserviamo qualche minuto e ci rendiamo conto che praticamente si stanno passando tutto il locale. Punto un ragazzo che conosco del posto
– ma queste?-
- sono arrivate qui in vacanza da tre o quattro giorni, praticamente stanno facendo rizzare il cazzo a tutta la valle-. Mi siedo su un divanetto e poco dopo vengo approcciato dalla prima. Si presenta dicendomi di chiamarsi Michela e mi dice tranquillamente che sta facendo una gara con la sua amica Ludovica a chi si limona più ragazzi. Onestamente non mi sembra neanche ubriaca. Michela era molto bella: alta circa 165, occhi verdi, capelli lisci biondi e un bel fisico. Mi dice di venire da Imperia e di essere lì in vacanza con la famiglia. Anche io le dico due cazzate su di me e poi limoniamo, prende e se ne va. Passa qualche minuto e arriva Ludovica. Molto alta, sarà stata sopra i 180cm, mora liscia con i capelli fino alle spalle, occhi castani, carnagione olivastra, viso fino e allungato. Molto magra, aveva il classico fisico di quella che fa atletica con il contro che a tette sembrava una tavoletta. Anche con lei due finte chiacchiere per non limonare proprio dopo due secondi e poi stesso copione della precedente. La serata trascorre, beviamo, balliamo e ce ne torniamo a casa.

Il giorno dopo a casa mia parte il piano: dobbiamo trovare quelle ragazze ed entrare nel loro gruppo ad ogni costo. Così il pomeriggio tutti belli infighettati, si parte in missione per il paese di sopra. Obiettivo trovarle e farsele amiche. Non facciamo molta fatica, com’era per il nostro paese anche lì i ragazzi si ritrovano o al bar o al campo sportivo. Le troviamo al campo sportivo. Il gioco è più facile del previsto, scopriamo che si sono inserite in un gruppetto di ragazzi che conosciamo già. Dopo un paio d’ore andiamo a casa di uno di questi e li capisco cosa intendeva il ragazzo della sera prima. Michela e Ludovica danno spettacolo, mettono su la musica, ballano togliendosi la maglietta, abbassano i pantaloni, si baciano tra di loro e si toccano le tette, si gioca al gioco della bottiglia e obbligo o verità, si mettono in bikini e passano il pomeriggio così con la scusa di prendere il sole. Le altre due ragazze sono meno partecipi: una Cristina mi dicono essere molto pudica ma non bigotta, insomma non partecipa ai giochi delle amiche ma non le giudica neanche. La classica ragazza acqua e sapone, biondina, carnagione chiara, sempre tranquilla e a modo. L’altra Nicole, ha capelli castani tagliati corti a caschetto, un po’in carne con una quarta di seno e mi dicono che bisogna farla bere molto perché si scateni come Michela e Ludovica ma che è capitato. Giochiamo a strip poker, le due restano in intimo ma non si va molto oltre. Michela toglie il reggiseno coprendosi con le braccia ma per 5 secondi in croce. Torniamo a casa tutti gasati e il giorno dopo ci ripresentiamo, copione sempre lo stesso e così va avanti per qualche giorno.

Al quarto/quinto pomeriggio che siamo li, quando ancora i miei amici sono con la bava alla bocca ogni volta che Michela o Ludovica parlano e sono ai loro piedi io mi sono già reso conto che le due ragazze parlano parlano ma non combinano un cazzo… ok cioè le cose che fanno sono sexy e intriganti. Non mi spiace certo passare i pomeriggi a fare giochi sexy con due fighe che girano sempre per casa mezze nude, ma alla fine gli scenari da mega orge che io e i miei amici ci eravamo fatti sono l’unico ad accorgersi che non si presenteranno mai. Le due furbette cercano solo molta attenzione dai ragazzi ma nulla di più. Un po’di culo, battutine, qualche scapezzolata ma poi alla fine nei fatti non si fa un cazzo. Così mentre gli altri sono ancora li a farsi prendere per il culo io ho già capito che il piano A (mega orgia) è già andato e che devo puntare al piano B, almeno una scopata tranquilla con una delle due. Mi accorgo osservandole che nell’equilibrio della loro coppia è Michela quella con la mente diabolica che comanda il gioco mentre Ludovica segue l’amica facendosi trascinare. È lei il mio target, più facile da influenzare. Così inizio ad essere carino con lei ma senza eccessi, dirle due parole simpatiche, ogni tanto parlarle a tu per (con enormi difficoltà, di ragazze tanto sceme ne ho conosciute poche), scriverle qualche messaggio e mandarle la buonanotte la sera. Dopo una settimana dal primo incontro, nello stesso locale, è prevista una nuova festa.

Arriviamo e la serata prende subito una bella piega. Il figlio del proprietario del locale è uno del nuovo gruppetto di amici e l’alcol scorre a fiumi al prezzo di carico. Decido per un po’ di non cagarmi Ludovica, di lasciar bollire un po’ la serata. Me la ghigno mentre bevo e fumo a vedere tutti i miei amici fare i simpatici con Michela. Penso tra me ' siete proprio dei coglioni. Michela è sicuramente la più figa delle ragazze, ma quella si fa offrire da bere, ve la fa annusare ma non ve la sgancia mai. Lei è la leonessa e voi le sue prede e non il contrario come pensate’.

Dopo un po’ scorgo Ludovica. È sdraiata a terra su un prato fuori dal locale insieme a Nicole. Le sento ridere e quando mi avvicino capisco che sono ubriache marce. Ludovica indossa jeans blu e una polo aderente bianca, Nicole un vestito lungo a fiori. Provo a intavolare una discussione sensata, cosa già difficile normalmente, ma le due non fanno altro che ridere per ogni cazzata. Penso che forse l’ho fatta bollire anche troppo. Chissà se sarà in grado almeno di alzarsi.

Mi siedo alla destra di Ludovica che quindi sta nel mezzo, con Nicole alla sua sinistra. Finisco il mio gin tonic mentre le ragazze intavolano una discussione su quali attori famosi si scoperebbero. ‘ma io mi volevo fare una scopata e mi ritrovo con ste due ubriache che non stanno neanche in piedi e che discutono su come potrebbero essere i cazzi degli attori. Va bene Francesco bella serata di merda'. Resto comunque li, sai mai che possa aprirsi uno spiraglio e mi ci infilo. Per fortuna ci pensa Ludovica che altro che uno spiraglio mi apre un portone. Parla con Nicole ma inizia a fissarmi senza distogliere lo sguardo
- Sai Niki da chi vorrei farmi proprio scopare?... Da Johnny depp… mi farei scopare proprio cosi’ -
e mentre lo dice continua a fissarmi, si morde il labbro inferiore, alza un po’il bacino da terra e inizia a muoverlo simulando i movimenti come se ci fosse uno sopra di lei a scoparla. Scoppia a ridere, ride anche Nicole che risponde
- io da uno così vorrei proprio farmi ficcare forte-.
Ludovica a questo punto si gira verso di lei e le fa
-come così?-.
Rimango in credulo alla scena successiva dato che fino a pochi minuti prima avevo perso le speranze. Ludovica tira su la gonna di Nicole e le infila una mano nelle mutande, non perde neanche tempo a prepararla un po’, le entra dentro diretta con indice e medio. Nicole inizia ad ansimare. Io mi sporgo e la visione è da favola. La mano di Ludovica ha spostato di lato la mutandina blu elettrico. Vedo le labbra di Nicole circondate da un po’di pelo accogliere calde le dita di Ludovica che fanno ritmicamente dentro e fuori. E’ uno spettacolo vedere la facilità e naturalezza con cui si allargano ad ogni spinta per fare posto alle lunghe dita di Ludovica. Nicole inizia a massaggiarsi le tette e Ludovica va avanti per un paio di minuti mentre la prima continua ad ansimare. Poi Ludovica toglie le dita e me le avvicina alla bocca. Fantastico. Inizio a leccarle le dita cariche e profumate degli umori di Nicole. Dopo avergliele leccate per bene iniziamo a baciarci. Qualche secondo e Nicole si alza
– beh vi lascio a divertirvi-.
Peccato mi stavo già pregustando la cosa a tre ma va beh se va in porto con Ludovica stasera va bene così. Solo la scena precedente è valsa la serata.

Mi sdraio sopra di lei e continuiamo a baciarci, lei inizia ad armeggiare con la mia cintura. Ho un attimo di lucidità. Siamo proprio davanti l’ingresso della discoteca. Ora è vero che in quei paesi d’estate ne ho viste di tutti i colori, ma non volevo diventare il protagonista di qualche leggenda che si sarebbe propagata negli anni a venire sui due che avevano scopato nel prato davanti all’ingresso del locale pieno di gente.

La faccio alzare e la porto sul retro del locale dove so non esserci nessuno ed essere ben coperto da sguardi indiscreti.

Arriviamo, ci baciamo di nuovo, lei procede slacciandomi i pantaloni e abbassandoli. Si inginocchia, tira fuori il cazzo dai boxer e inizia a succhiarmelo. Non il miglior pompino della vita ma se la cava. Si rialza, la faccio appoggiare con la schiena al muro del palazzo. Slacciò il bottone dei jeans, abbasso la zip e le faccio scivolare i pantaloni. Indossa delle mutandine bianche. Gliele sfilo. La trovo completamente depilata. Sul suo corpo super longilineo è un piacere vedere la forma a imbuto raso e perfetto che dall’obelico si incanala fino alla fighetta ornata da un bel clitoride sporgente. Con la mano le accarezzo il monte e scendo fino a cominciare a toccare il clitoride già bello umido. Mi guarda e mi dice
– ti piace?-
- certo-
- prima ce l’avevo pelosa, oggi pomeriggio Michela me l’ha rasata-.

Se già non era abbastanza duro, il pensiero di quelle due che il pomeriggio a casa si rasavano la figa me lo fece diventare un marmo. Pensai anche che Ludovica fosse meno scema di quello che la facevo. Quella si era fatta rasare la fighetta perché aveva già deciso che quella sera avrebbe scopato. Qualche suo gemito ma poi tolgo la mano. Per i miei gusti abbiamo già giocato troppo. Le dico di appoggiarsi bene con la schiena al muro, la prendo sotto le cosce e gliele alzo facendole avvolgere la mia vita con le gambe. Con il cazzo cerco il punto d’ingresso, lo trovo e inizio a spingere. Una bella scopata, lei molto più stretta di quello che immaginassi, sentivo tutto e partecipativa muovendo il bacino mentre gemeva affondando sotto i miei colpi. Dopo un po’comincio a capire che sto per venire. Esco e lei sapientemente legge il momento e si inginocchia facendosi venire un po’ in faccia un po’ in bocca. Sia mai che una ragazza esce dalle mie grinfie senza un orgasmo. La faccio alzare e girare. Le allargo un po’le gambe e infilo una mano massaggiandole la figa a quattro dita con foga. Ci vuole veramente poco perché anche lei abbia un belll’orgasmo. Ci rivestiamo, torniamo nel locale e per il resto della serata facciamo un po’i fidanzatini. Finisce tutto lì. Il giorno dopo il rapporto è già quello di prima. Ci parliamo, nessuno dei due interessato a qualcosa di serio, perfetto, rimaniamo che magari scopiamo ancora ma poi non succede.

Gli anni dopo loro sono ancora lì ma sempre più pudiche e io e i miei amici ci siamo rotto di andargli dietro. Non so più che fine abbia fatto nessuna delle quattro.
 

leofuoco

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CAPITOLO 2 - LUDOVICA

Questo racconto si svolge nell’estate dei miei 19 anni. Per la prima volta vado a fare le vacanze al paesino da patentato sfoggiando a tutti la mia auto nuova. Per me e i miei amici si apre un nuovo capitolo, la sera non siamo più costretti a a stare al bar del paese ma possiamo muoverci liberamente per la valle in cerca di divertimento.

Così veniamo a sapere di una festa che si terrà al paese più su in un locale che farà da disco pub. Gasatissimi io e altri 4 amici partiamo dopo cena per la festa. Arrivati poco dopo ci rendiamo conto che non ci sarà molto pane per i nostri denti. Le ragazze sono tutte locali che ormai conosciamo da anni, insomma niente novità. Eppure dopo un po’ scorgiamo ad un certo punto un gruppetto di 4 ragazze mai viste sino ad allora. Manco il tempo di inquadrarle che due stanno già limonando con dei tipi in mezzo alla pista da ballo.
– Niente raga qui noi parliamo, facciamo tattica e 2 su 4 ce le siamo già giocate-.
Ci rigiriamo e le stesse due ragazze stanno ora limonando con altri tipi. Le osserviamo qualche minuto e ci rendiamo conto che praticamente si stanno passando tutto il locale. Punto un ragazzo che conosco del posto
– ma queste?-
- sono arrivate qui in vacanza da tre o quattro giorni, praticamente stanno facendo rizzare il cazzo a tutta la valle-. Mi siedo su un divanetto e poco dopo vengo approcciato dalla prima. Si presenta dicendomi di chiamarsi Michela e mi dice tranquillamente che sta facendo una gara con la sua amica Ludovica a chi si limona più ragazzi. Onestamente non mi sembra neanche ubriaca. Michela era molto bella: alta circa 165, occhi verdi, capelli lisci biondi e un bel fisico. Mi dice di venire da Imperia e di essere lì in vacanza con la famiglia. Anche io le dico due cazzate su di me e poi limoniamo, prende e se ne va. Passa qualche minuto e arriva Ludovica. Molto alta, sarà stata sopra i 180cm, mora liscia con i capelli fino alle spalle, occhi castani, carnagione olivastra, viso fino e allungato. Molto magra, aveva il classico fisico di quella che fa atletica con il contro che a tette sembrava una tavoletta. Anche con lei due finte chiacchiere per non limonare proprio dopo due secondi e poi stesso copione della precedente. La serata trascorre, beviamo, balliamo e ce ne torniamo a casa.

Il giorno dopo a casa mia parte il piano: dobbiamo trovare quelle ragazze ed entrare nel loro gruppo ad ogni costo. Così il pomeriggio tutti belli infighettati, si parte in missione per il paese di sopra. Obiettivo trovarle e farsele amiche. Non facciamo molta fatica, com’era per il nostro paese anche lì i ragazzi si ritrovano o al bar o al campo sportivo. Le troviamo al campo sportivo. Il gioco è più facile del previsto, scopriamo che si sono inserite in un gruppetto di ragazzi che conosciamo già. Dopo un paio d’ore andiamo a casa di uno di questi e li capisco cosa intendeva il ragazzo della sera prima. Michela e Ludovica danno spettacolo, mettono su la musica, ballano togliendosi la maglietta, abbassano i pantaloni, si baciano tra di loro e si toccano le tette, si gioca al gioco della bottiglia e obbligo o verità, si mettono in bikini e passano il pomeriggio così con la scusa di prendere il sole. Le altre due ragazze sono meno partecipi: una Cristina mi dicono essere molto pudica ma non bigotta, insomma non partecipa ai giochi delle amiche ma non le giudica neanche. La classica ragazza acqua e sapone, biondina, carnagione chiara, sempre tranquilla e a modo. L’altra Nicole, ha capelli castani tagliati corti a caschetto, un po’in carne con una quarta di seno e mi dicono che bisogna farla bere molto perché si scateni come Michela e Ludovica ma che è capitato. Giochiamo a strip poker, le due restano in intimo ma non si va molto oltre. Michela toglie il reggiseno coprendosi con le braccia ma per 5 secondi in croce. Torniamo a casa tutti gasati e il giorno dopo ci ripresentiamo, copione sempre lo stesso e così va avanti per qualche giorno.

Al quarto/quinto pomeriggio che siamo li, quando ancora i miei amici sono con la bava alla bocca ogni volta che Michela o Ludovica parlano e sono ai loro piedi io mi sono già reso conto che le due ragazze parlano parlano ma non combinano un cazzo… ok cioè le cose che fanno sono sexy e intriganti. Non mi spiace certo passare i pomeriggi a fare giochi sexy con due fighe che girano sempre per casa mezze nude, ma alla fine gli scenari da mega orge che io e i miei amici ci eravamo fatti sono l’unico ad accorgersi che non si presenteranno mai. Le due furbette cercano solo molta attenzione dai ragazzi ma nulla di più. Un po’di culo, battutine, qualche scapezzolata ma poi alla fine nei fatti non si fa un cazzo. Così mentre gli altri sono ancora li a farsi prendere per il culo io ho già capito che il piano A (mega orgia) è già andato e che devo puntare al piano B, almeno una scopata tranquilla con una delle due. Mi accorgo osservandole che nell’equilibrio della loro coppia è Michela quella con la mente diabolica che comanda il gioco mentre Ludovica segue l’amica facendosi trascinare. È lei il mio target, più facile da influenzare. Così inizio ad essere carino con lei ma senza eccessi, dirle due parole simpatiche, ogni tanto parlarle a tu per (con enormi difficoltà, di ragazze tanto sceme ne ho conosciute poche), scriverle qualche messaggio e mandarle la buonanotte la sera. Dopo una settimana dal primo incontro, nello stesso locale, è prevista una nuova festa.

Arriviamo e la serata prende subito una bella piega. Il figlio del proprietario del locale è uno del nuovo gruppetto di amici e l’alcol scorre a fiumi al prezzo di carico. Decido per un po’ di non cagarmi Ludovica, di lasciar bollire un po’ la serata. Me la ghigno mentre bevo e fumo a vedere tutti i miei amici fare i simpatici con Michela. Penso tra me ' siete proprio dei coglioni. Michela è sicuramente la più figa delle ragazze, ma quella si fa offrire da bere, ve la fa annusare ma non ve la sgancia mai. Lei è la leonessa e voi le sue prede e non il contrario come pensate’.

Dopo un po’ scorgo Ludovica. È sdraiata a terra su un prato fuori dal locale insieme a Nicole. Le sento ridere e quando mi avvicino capisco che sono ubriache marce. Ludovica indossa jeans blu e una polo aderente bianca, Nicole un vestito lungo a fiori. Provo a intavolare una discussione sensata, cosa già difficile normalmente, ma le due non fanno altro che ridere per ogni cazzata. Penso che forse l’ho fatta bollire anche troppo. Chissà se sarà in grado almeno di alzarsi.

Mi siedo alla destra di Ludovica che quindi sta nel mezzo, con Nicole alla sua sinistra. Finisco il mio gin tonic mentre le ragazze intavolano una discussione su quali attori famosi si scoperebbero. ‘ma io mi volevo fare una scopata e mi ritrovo con ste due ubriache che non stanno neanche in piedi e che discutono su come potrebbero essere i cazzi degli attori. Va bene Francesco bella serata di merda'. Resto comunque li, sai mai che possa aprirsi uno spiraglio e mi ci infilo. Per fortuna ci pensa Ludovica che altro che uno spiraglio mi apre un portone. Parla con Nicole ma inizia a fissarmi senza distogliere lo sguardo
- Sai Niki da chi vorrei farmi proprio scopare?... Da Johnny depp… mi farei scopare proprio cosi’ -
e mentre lo dice continua a fissarmi, si morde il labbro inferiore, alza un po’il bacino da terra e inizia a muoverlo simulando i movimenti come se ci fosse uno sopra di lei a scoparla. Scoppia a ridere, ride anche Nicole che risponde
- io da uno così vorrei proprio farmi ficcare forte-.
Ludovica a questo punto si gira verso di lei e le fa
-come così?-.
Rimango in credulo alla scena successiva dato che fino a pochi minuti prima avevo perso le speranze. Ludovica tira su la gonna di Nicole e le infila una mano nelle mutande, non perde neanche tempo a prepararla un po’, le entra dentro diretta con indice e medio. Nicole inizia ad ansimare. Io mi sporgo e la visione è da favola. La mano di Ludovica ha spostato di lato la mutandina blu elettrico. Vedo le labbra di Nicole circondate da un po’di pelo accogliere calde le dita di Ludovica che fanno ritmicamente dentro e fuori. E’ uno spettacolo vedere la facilità e naturalezza con cui si allargano ad ogni spinta per fare posto alle lunghe dita di Ludovica. Nicole inizia a massaggiarsi le tette e Ludovica va avanti per un paio di minuti mentre la prima continua ad ansimare. Poi Ludovica toglie le dita e me le avvicina alla bocca. Fantastico. Inizio a leccarle le dita cariche e profumate degli umori di Nicole. Dopo avergliele leccate per bene iniziamo a baciarci. Qualche secondo e Nicole si alza
– beh vi lascio a divertirvi-.
Peccato mi stavo già pregustando la cosa a tre ma va beh se va in porto con Ludovica stasera va bene così. Solo la scena precedente è valsa la serata.

Mi sdraio sopra di lei e continuiamo a baciarci, lei inizia ad armeggiare con la mia cintura. Ho un attimo di lucidità. Siamo proprio davanti l’ingresso della discoteca. Ora è vero che in quei paesi d’estate ne ho viste di tutti i colori, ma non volevo diventare il protagonista di qualche leggenda che si sarebbe propagata negli anni a venire sui due che avevano scopato nel prato davanti all’ingresso del locale pieno di gente.

La faccio alzare e la porto sul retro del locale dove so non esserci nessuno ed essere ben coperto da sguardi indiscreti.

Arriviamo, ci baciamo di nuovo, lei procede slacciandomi i pantaloni e abbassandoli. Si inginocchia, tira fuori il cazzo dai boxer e inizia a succhiarmelo. Non il miglior pompino della vita ma se la cava. Si rialza, la faccio appoggiare con la schiena al muro del palazzo. Slacciò il bottone dei jeans, abbasso la zip e le faccio scivolare i pantaloni. Indossa delle mutandine bianche. Gliele sfilo. La trovo completamente depilata. Sul suo corpo super longilineo è un piacere vedere la forma a imbuto raso e perfetto che dall’obelico si incanala fino alla fighetta ornata da un bel clitoride sporgente. Con la mano le accarezzo il monte e scendo fino a cominciare a toccare il clitoride già bello umido. Mi guarda e mi dice
– ti piace?-
- certo-
- prima ce l’avevo pelosa, oggi pomeriggio Michela me l’ha rasata-.

Se già non era abbastanza duro, il pensiero di quelle due che il pomeriggio a casa si rasavano la figa me lo fece diventare un marmo. Pensai anche che Ludovica fosse meno scema di quello che la facevo. Quella si era fatta rasare la fighetta perché aveva già deciso che quella sera avrebbe scopato. Qualche suo gemito ma poi tolgo la mano. Per i miei gusti abbiamo già giocato troppo. Le dico di appoggiarsi bene con la schiena al muro, la prendo sotto le cosce e gliele alzo facendole avvolgere la mia vita con le gambe. Con il cazzo cerco il punto d’ingresso, lo trovo e inizio a spingere. Una bella scopata, lei molto più stretta di quello che immaginassi, sentivo tutto e partecipativa muovendo il bacino mentre gemeva affondando sotto i miei colpi. Dopo un po’comincio a capire che sto per venire. Esco e lei sapientemente legge il momento e si inginocchia facendosi venire un po’ in faccia un po’ in bocca. Sia mai che una ragazza esce dalle mie grinfie senza un orgasmo. La faccio alzare e girare. Le allargo un po’le gambe e infilo una mano massaggiandole la figa a quattro dita con foga. Ci vuole veramente poco perché anche lei abbia un belll’orgasmo. Ci rivestiamo, torniamo nel locale e per il resto della serata facciamo un po’i fidanzatini. Finisce tutto lì. Il giorno dopo il rapporto è già quello di prima. Ci parliamo, nessuno dei due interessato a qualcosa di serio, perfetto, rimaniamo che magari scopiamo ancora ma poi non succede.

Gli anni dopo loro sono ancora lì ma sempre più pudiche e io e i miei amici ci siamo rotto di andargli dietro. Non so più che fine abbia fatto nessuna delle quattro.
Una curiosità. L'hai scopata a pelle?
 
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Captain Achab

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CAPITOLO 3 – MONICA

Come me e Alessandra(volume 1, capitolo1), Monica è cresciuta passando le estati al paesino insieme ai nonni e anche con lei ci conosciamo fin da ragazzini e anche con lei c’è una bella amicizia. Anche se ci si vede solo un mese all’anno il fatto che in vacanza si facciano tante prime esperienze e si passi molto tempo insieme cementifica il rapporto pur poi non vedendosi praticamente mai durante il resto dell’anno. Monica è anche molto amica di Alessandra, le due girano sempre insieme.
Alta circa 170, capelli lisci biondi tenuti appena sopra le spalle, carnagione chiara, seconda di seno, il suo punto forte sono gli occhi azzurro scuro, quasi blu, che ti incantano, il difetto se vogliamo le spalle un po’ larghe di chi ha fatto nuoto a buon livello per tanti anni.
Con Monica frequentiamo anche la stessa università, corsi diversi, per cui capitano anche quelle 2/3 occasioni durante l’anno in cui ci si vede per il pranzo. Con lei mi trovo anche meglio che con Alessandra. È una ragazza più profondo e con più cultura, di cui si può parlare di tante cose. Anche l’attrazione è diversa, per Alessandra ho un’attrazione totalmente fisica mentre Monica è una delle poche ragazze in quegli anni con cui ho pensato mi sarebbe piaciuto ci fosse qualcosa di più.
Una sera di febbraio decidiamo di fare una rimpatriata con anche Alessandra. Prima di uscire faccio una mega litigata con mia madre per cui sono abbastanza nervoso. Usciamo in un locale zona università e le ragazze notano subito il mio stato d’animo. Racconto un po’ i motivi della mia litigata e dico che ora devo mandare qualche messaggio a qualche amico chiedendo se mi ospita per la notte perché non ho voglia di tornare a casa.
Monica interviene dicendo che se voglio posso andare a dormire da lei. Abita in un appartamento molto bello vicino all’università, ha due coinquiline. Mi dice che le due hanno la mattina dopo molto presto un volo da Malpensa e che quindi in mezzo alla notte dovranno uscire di casa facendo un po’di rumore. Se non mi dà fastidio quello mi ospita lei.
La ringrazio molto e accetto l’invito. Passiamo una bella serata tutti e tre insieme poi fatto tardi, in macchina accompagniamo Alessandra, che abita in un paesino dell’hinterland milanese a casa e ci dirigiamo quindi verso l’appartamento di Monica.
Arrivati ci fiondiamo subito in camera sua per non disturbare le coinquiline che dormono e il mattino dopo dovranno alzarsi presto. Ancora non siamo stanchi e ci mettiamo a parlare. Poi lei mi fa – girati che mi metto il pigiama- io mi volto ,la sento armeggiare un po’ poi mi tocca la spalla, mi volto e la trovo in pigiama, niente di arrapante, classico pigiamone invernale. Mi tende una maglietta e dei pantaloni della tuta
-tieni, immagino tu non abbia dietro nulla- - grazie Monica, mi spiace invaderti così-
- ma di che figurati-.
Lei si mette a letto e io non so bene cosa fare. Parto all’attacco? Mi dico di no, già che ti sta ospitando in amicizia stai buono. Mi metto seduto su una poltroncina e le chiedo se ha una coperta da darmi.
-ma che fai stupido? Vieni nel letto con me ci stringiamo un po’. Come fai a dormire lì?-
non me lo faccio ripetere due volte e mi metto nel letto con lei. Siamo veramente stretti, il letto sembra più stretto di un normale letto singolo. I nostri corpi sono per forza attaccati. Spegniamo la luce, riprendiamo a fare 2 chiacchiere e piano piano tutti e due ci addormentiamo.
Veniamo svegliati dalle coinquiline che escono di casa, saranno state le 4 di mattina. Ci ritroviamo appiccicati, sento il suo respiro su di me. Più per una questione di comodità che per provarci sposto un braccio su di lei abbracciandola sul fianco. Trovo la maglietta un po’alzata e la mia mano finisce sulla sua pelle nuda. Comincio a farle qualche grattino, qualche carezza. Lei non reagisce. Passano i minuti e a me prende la voglia. Con la mano scivolo lentamente verso l’inguine, non trovo opposizione. Scivolo dentro i pantaloni del pigiama e presto mi accorgo che non ha mutandine. Le mie dita vengono a contatto con una morbidissima peluria. Al tatto probabilmente si cura accorciando il pelo ma senza raderlo in alcun punto. Lei continua a non avere reazione. Mi chiedo se non si sia riaddormentata e non me ne sia reso conto. Mentre sono in questi pensieri e sto ragionando sul da farsi improvvisamente spalanca le gambe. Io allora scendo giù fino alla fighetta iniziando a massaggiarla con un dito e li scopro la cosa che più mi ha fatto eccitare di Monica, il suo modo di godere. Niente gridolini, ne grida, nessuna parola o gemito ma ansimi lunghi e profondissimi, di pancia come se qualcosa le entrasse nel profondo, nelle viscere anche solo con un dito che le toccava la figa. Ancora oggi è la ragazza che più mi ha eccitato sentire godere.
Non devo fare molti sforzi, prima ancora che provi a infilarle le dita dentro, semplicemente massaggiandole clitoride e labbra per un po’, viene in un orgasmo meraviglioso, sembrava fosse presa da 10 uomini. Penso ‘bene ora viene il mio turno, vediamo come se la cava’ ma lei si gira dall’altra parte e dopo qualche minuto se ne va. Penso sia andata in bagno ma non torna. Mi alzo e la trovo che si è messa a dormire nel letto di una coinquilina. Sono le quattro e mezza, non ho voglia di capire cosa sia successo. Torno a letto.

La mattina dopo la trovo in cucina che mi aspetta per la colazione. Le chiedo se sia tutto ok e allora iniziamo a parlare. Mi spiega che è molto confusa, che sta bene con me, ma non vuole rovinare la nostra amicizia. Io faccio finta di stare dietro ai suoi discorsi ma dentro di me penso ' cara non ti piaccio e non ti interesso, ti sei trovata con la mia mano sulla figa e ti sei lasciata masturbare ma non vuoi nulla di più, basta dirlo in onestà non mi offendo mica’. Niente invece ci perdiamo in discorsi senza senso per aggiustare una situazione che dal mio punto di vista non ha nessun problema. Ci lasciamo come amici e io torno a casa. Sono sereno, le sconfitte fanno parte del gioco, l’importante è scendere in campo e dare il massimo.

Si arriva all’estate. Arrivo al paese e trovo Monica che è già lì da qualche giorno. Le mie sensazioni si confermano: mi piace molto e mi trovo bene con lei. I miei sogni di gloria si fermano però in breve tempo quando mi rendo conto che lei non fa altro che guardare uno dei miei amici, Andrea e che cerca ogni scusa per stare con lui. Andrea è oggettivamente un bel ragazzo, più bello di me. Alto, occhi azzurri e bei lineamenti. Quello che non capisco è la chimica caratteriale su cui io pensavo di vincere a mani basse. Monica è comunque una ragazza che studia, si informa, riflette, con cui puoi parlare anche di grossi temi, mentre Andrea è un cazzone patentato, molto simpatico, è l’anima festaiola del gruppo, ma con cui oltre le minchiate base non puoi parlare di nulla. Evidentemente la ragazza ragiona con la figa, ci sta, incasso la sconfitta, sono sotto 2-0.

Così succede che una sera Andrea arriva al locale con un sorriso stampato che diceva tutto. Prende da parte i ragazzi e racconta che si è scopato Monica. Poco male, sapevo che finiva così. Ricevo però un colpo al cuore quando racconta che lei gli aveva detto di essere vergine e che quella sarebbe stata la sua prima volta. E niente 3-0 secco. L’estate finisce, quelli ogni tanto la sera spariscono a trombare e arrivederci all’anno successivo.

Passa un anno, vado in vacanza al paesino ma Monica non c’è. Le scrivo per chiederle quando arriverà. Mi risponde che quell’estate farà un'esperienza di studio all’estero e una vacanza con gli amici e che non ci sarà. Mi dico dispiaciuto, mi avrebbe fatto piacere vederla, mi risponde che probabilmente verrà il primo weekend di settembre perché ha programmato una scalata con suo padre e suo fratello, se sarò ancora lì potremo vederci. Decido di fermarmi quindi una settimana in più del previsto fino a quel weekend cominciando a studiare per la sessione di settembre da li.

Il venerdì pomeriggio mi scrive che sarebbe arrivata per cena e che avremmo potuto vederci dopocena per una birra senza fare tardi perché il giorno dopo si sarebbe dovuta alzare ancora col buio.
Ci vediamo quindi al bar, facciamo due chiacchiere e lei mi propone di unirmi a loro il giorno dopo. Io ho passato tutte le estati della mia giovinezza in montagna ma non ho mai sviluppato passione per l’alpinismo. Me la cavo, ma non abbastanza per loro che si apprestavano a fare una cosa oggettivamente non alla mia portata, così ringrazio ma declino.

La riaccompagno a casa e nel farlo passiamo di fronte alla casa dove affitta la famiglia di Andrea. Le chiedo com’è finita con lui. Mette giù un viso un po’ triste e mi dice che lui dopo l’estate non si è più fatto sentire e che si è resa conto di essere stata presa in giro, che a lui interessava solo il sesso. Così arriviamo mentre parliamo di questo davanti a casa sua. Mi guarda e mi dice:
-avevo una scelta da fare e l’ho sbagliata-
Boom, colpita e affondata senza fare nulla. Mi avvicino, allungo una mano, le prendo la testa, la porto verso di me e ci baciamo. Limoniamo per dieci minuti poi lei mi dice che è tardi e deve andare.
-Ti chiamo fra 2 giorni quando rientriamo e se ti va ci vediamo a milano-
- ok ci sentiamo lunedì-.

Ma in un anno le cose cambiano, lei era sempre molto carina ma i miei pensieri si erano spostati su altre ragazze, non ero più convinto di volere qualcosa di serio con lei. Con questi pensieri rientro a casa e mi metto a dormire.

La mattina vengo svegliato dalla porta che si apre. Il paesino è ancora uno dei pochi posti sicuri al mondo e tutti sanno che tengo sempre la porta aperta. Io dormo nella veranda che è la prima stanza quando si entra e vedo sbucare Monica.
-buongiorno!-
-ciao, che ci fai qui?-
-condizioni meteo impossibili oggi, ci riproviamo domani, altrimenti dovremo rinunciare-
-cavolo mi spiace, ci tenevi-
- succede fa parte del gioco, sai che può accadere, sono passata al bar a prendere delle brioches-
-grazie sei gentilissima-.

Mi alzo ancora intontito e in pigiama, ci diamo un bacio e vado in cucina a preparare il caffe. Quando è pronto lo porto in veranda con un vassoio. Lei si toglie le scarpe e insieme ci mettiamo a letto a fare colazione.
Monica indossa dei leggins neri, una maglia grigia e un felpa con zip sul davanti bianca.
Ci accoccoliamo, carezze, baci, io inizio a baciarle l’orecchio, poi il collo mentre con le mani faccio scendere la felpa dalle sue spalle. Continuando a baciarla la spoglio pezzo per pezzo. Prima la maglia, poi le tolgo il reggiseno dove scopro due seni bellissimi e sodi che a occhio mi sembrano poco più di una seconda, poco meno di una terza, stupendi, già con i capezzoli duri che mi attendevano. Proseguo sfilando i leggins e poi le mutandine dove finalmente vedo con gli occhi quello che mi ero immaginato, la figa pelosa, ricoperta ma con il pelo tenuto corto e curato. La squadro, senza avere un corpo certo da modella è tutto perfettamente proporzionato e armonioso nell’insieme. Noto inoltre una pelle tesa e liscia su tutto il corpo che contribuisce ad aggiungere valore allo sguardo, sembra porcellana.
Inizio a baciarle un seno, lecco il capezzolo e lei parte con il suo ansimare così intrigante ed eccitante. Ancora sto facendo poco o nulla ma già sembra che un terremoto la stia scuotendo. Lei non fa molto,mi rendo conto subito che evidentemente ha un atteggiamento tendente al passivo. Va bene così. La faccio sdraiare, allargo le gambe e ci entro con la faccia. Porto la lingua sulla figa e inizio dolcemente a leccare con lei che continua con i suoi dolci lamenti che sembrano sgorgare dal punto più profondo del suo corpo. Si rialza ,mi prende e inizia a spogliarmi. Quando ha finito si ristende allargando le gambe per spalancarmi la via. Io mi metto sopra di lei, punto l’ingresso e con un dolce colpo nel profondo la penetro. Lei si avvinghia a me ,mi stringe forte, una scopata di passione vera. Passa un po’, mi stacco, la giro a pecorina. Ha anche un bel culo, non poteva essere che così con quel corpo così sodo. Mi dona uno spettacolo magnifico, con la figa già aperta e gocciolante. Lo appoggio e infilo dentro. Sento perfettamente i suoi muscoli accogliermi e avvolgermi. Un po’ di colpi poi lei si stacca, si rimette sdraiata e mi fa segno di tornare su di lei. Riprendo a scoparla da sopra, lei stavolta alza le gambe e le incrocia su di me stringendo il mio corpo al suo. I suoi sospiri sono sempre più lunghi, sempre più profondi mi stringe, il suo corpo si contrae, i muscoli della faccia si stringono in un volto di godimento pieno e assoluto, esplode con un ansimo profondo, pieno e con una contrazione secca del bacino che mi fa partire l’orgasmo anche a me. Ho la lucidità per fare in tempo all’ultimo ad uscire e venirle sulla coscia. Ci abbracciamo, rimaniamo a letto. Quel giorno lo abbiamo passato li a casa mia. Abbiamo scopato altre 3 volte.

Ci siamo rivisti a Milano, una decina di uscite a settembre, un paio di scopate ma la scintilla non è mai scattata. Ci siamo lasciati con serenità e per qualche tempo siamo rimasti in amicizia .
Oggi Monica vive e lavora a Dublino. Non la vedo più da parecchi anni ormai
 

sormarco

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Ciao a tutti, mi presento, mi chiamo Francesco e ho 35 anni. Da diversi anni ormai vengo nel forum per leggere i racconti. Finora sono stato sempre passivo. Da qualche tempo mi è venuto il desiderio di raccontare le mie esperienze. Attendevo un momento buono che doveva essere la prossima estate quando rimango solo a casa mia a Milano perché moglie e figli sono in vacanza. Poiché sono in quarantena per via del covid ho deciso di anticipare i tempi.
Quello che farò sarà raccontare, diviso per ambiente del racconto e per ragazza le mie esperienze dall’adolescenza fino a prima di incontrare mia moglie.
Le esperienze sono un buon numero e quindi racconterò qui quelle più significative. Diciamo che da quel punto di vista la fortuna mi ha baciato bene. Sono sempre stato un bel ragazzo e anche economicamente mi è sempre andata bene ed inutile negare che anche questo non conti. A 18 anni i miei amici andavano a prendere le fidanzate con la punto scassata usata di 15 anni, io con la mini Cooper nuova regalatami dal papà. Inoltre in quegli anni avevo una vera e propria passione per il sesso. Rifiutavo qualunque storia seria e cercavo sempre di trovarmi nella situazione per poter scopare. Insomma complici diversi fattori di ragazza ne ho avute.
I racconti saranno assolutamente reali, cambierò ovviamente i nomi delle protagoniste ed i luoghi dove si svolgono. Ma per il resto tutto vero. Non troverete qui scopate da film porno ne santarelline che in 10 giorni si trasformano nelle peggio battone e fanno di tutto.
Vedendo le obiezioni fatte in altri thread metto le mani avanti. Ovviamente non posso ricordare a memoria i dialoghi mi sembra chiaro, ricordo però molto bene il senso di tante cose e quindi riscriverò dialoghi plausibili sulla base dei miei ricordi. Si, tra i 18 e i 28 anni mi sono fatto un sacco di ragazze, i motivi li ho spiegati. Se qualcuno ha avuto esperienze diverse non vuol dire che racconto palle.
Detto questo iniziamo.
VOLUME 1 – IL PAESINO IN MONTAGNA
Sin da bambino tutti gli anni trascorro buona parte delle vacanze in un paesino di montagna dove i miei genitori prendono una casa in affitto. In questo primo volume racconterò le principali esperienze avute li.
CAPITOLO 1 – ALESSANDRA
All’epoca dei fatti Alessandra aveva 21/22 anni. Una ragazza nella norma, carina ma nulla di più. Alta circa 165, capelli lisci castano chiaro tendenti al rossiccio, occhi verdi e lentiggini che si sposavano con la sua carnagione molto chiara. Da tanti era soprannominata ‘mozzarella’. Fisico molto molto magro su cui la sua terza di seno faceva un figurone. Entrambi trascorrevamo le vacanze in quel paesino sin da bambini. Verso i 12/13 anni ci eravamo trovati nella stessa compagnia e da allora era nata una bella amicizia estiva. Si esatto, una amicizia: dieci anni dopo, dieci anni di vacanze insieme, tra me e Alessandra non era successo assolutamente nulla.
Alessandra era una ragazza molto alla mano, simpatica e la nostra amicizia era molto libera anche nel prenderci in giro. Battutine a sfondo sessuale tra me e lei erano all’ordine del giorno, un giochino tra amici che si rispettano e scherzano.
Fatte le premesse andiamo al dunque. Classica estate degli anni dell’Università. Finisco gli esami e alla prima settimana di agosto mi fiondo in vacanza in montagna. Come sempre ritrovo tutta la mia compagnia compresa Alessandra. Le giornate passano normalmente. Io e Alessandra stiamo molto insieme ma era nella normalità. Non saprei spiegarlo, l’attrazione tra me e lei era evidente a tutti, anche a noi stessi, eppure complice poi qualche sua estate da fidanzata, non si era mai concretizzata in nulla.
Al paesino la sera non c’era molto da fare. Tutte le sere ci si trovava intorno al tavolo da biliardo del bar del paese con qualche birra e come sempre anche quella sera eravamo lì. Stavamo giocando una partita, io e Alessandra contro altri due amici. Lei indossava pantaloni rossi aderenti e un maglioncino grigio con collo a V che metteva spesso sapendo che risaltava il suo seno. Mentre giochiamo parte qualche classico siparietto di battutine tra noi che oggi onestamente non ricordo, fatto sta che ad un certo punto lei sta mirando per fare un colpo molto difficile, io la guardo e le dico -ale se metti questo- e con le dita della mano faccio una V e ci passo due volte la lingua in mezzo. Lei mi guarda e mi dice – Fra, se vinciamo la partita- chiude la mano a pugno e le fa fare su e giù vicino alla sua bocca. In realtà quello era uno spingerci oltre. Fino ad allora ci eravamo sempre fatti battute ma mai con una gestualità così esplicita. A me era partita così senza pensarci e la sua risposta mi aveva colpito. Improvvisamente ero conscio di una cosa che in realtà avevo sempre saputo ma non so perché non mi ero mai impegnato perché accadesse. Volevo scoparmela.
Lei sbaglia il colpo e perdiamo pure la partita. Poco male. Le chiedo se viene con me a fumarsi una sigaretta, mi dice di sì. Mettiamo le giacche (la sera in pieno agosto li si arriva tranquillamente a 7/8 gradi) e usciamo dal locale. Piove e cazzo li non c’è una tettoia. C’è un centinaio di metri più avanti all’ingresso di un negozio appartato che da su un parcheggio poco frequentato. Con le giacche sulla testa corriamo fin lì. Ci fumiamo sta sigaretta e io a un certo punto riprendo i nostri toni da battutine sessuali – beh quando vuoi quella leccata di figa fammelo sapere- - ma ho sbagliato il colpo- - vabbè ma non era vincolato al colpo- - Ah ok, beh neanche il mio pompino era vincolato alla vittoria- -beh allora fammelo ora- quest’ultima gliela dico cambiando tono,senza più il nostro classico fare scherzoso. La vedo irrigidirsi un attimo , poi con fare di sfida come a dire ‘adesso ti dimostrò che mi stai prendendo in giro e lo so’ mi fa – prima tu-. Le dico – va bene, appoggiati al muro e mettiti un po’a pecorina- . Lei, secondo me pensando di essere ancora nell’ambito dello scherzo ride ed esegue mettendo in mostra il suo bel culo. Le appoggio una mano sul sedere e glielo tasto,lei continua a ridacchiare, con le mani le cingo la vita da dietro e le slacciò il bottone dei pantaloni, le abbasso la cerniera. Continua a ridacchiare come fosse ancora tutto uno scherzo. È solo quando con un colpo secco le abbasso i pantaloni alle ginocchia lasciandole il culo all’aria che si irrigidisce di nuovo,smette di ridacchiare e realizza che lo sto facendo per davvero. Non dice nulla e non fa nulla per fermarmi. Indossa un perizoma nero. Mi inginocchio, le allargo le gambe e le faccio scivolare alle ginocchia anche il perizoma. La figa ha qualche pelo ben curato e sembra già leggermente umida. Avvicino la bocca e inizio a divorarla. Con la lingua passo dal clitoride fino quasi all’ano più volte. Lei inizia a gemere. Le affondo la lingua dentro e inizio a limonare con la sua figa. Lei geme forte, mi preoccupo che qualcuno possa sentire, poi mi dico ' di qui non passa mai nessuno, saremmo mica noi così sfigati’. La lavoro con la bocca per qualche minuto. Lei muove su e giù il bacino per godere ancora di più fino ad esplodere in un orgasmo che cerca, con scarsi risultati, di rendere silenzioso. Finito mi rialzo. Lei si gira e si tira su perizoma e pantaloni, io le sorrido – tocca a te-. Ora è lei che mi accompagna ad appoggiarmi al muro. Si inginocchia, mi slaccia i pantaloni e insieme ai boxer li abbassa. In un secondo è già con il mio cazzo in bocca. Lo lavora bene, ‘è brava a spompinare’ penso. Dopo qualche minuto sto già per venire così mi ricordo di una volta in cui anni prima mi aveva confessato che odiava i ragazzi che le venivano in bocca senza chiederle prima se potevano. Così quando sento l’orgasmo arrivare… senza dirle un cazzo le prendo la testa e spingo tenendola ferma mentre le inondo la bocca di sperma. Tiro fuori il cazzo, la guardo, lei alza lo sguardo verso di me e mi fa chiaramente vedere che ingoia, poi mi dice -sei uno stronzo-. Rido e la aiuto a rialzarsi, mi aggiusto boxer e pantaloni e come niente fosse torniamo al locale. La vacanza prosegue ma non succede più nulla.
Arriva settembre, è il compleanno di Alessandra e mi invita a festeggiare in un locale a Milano zona navigli. Serata molto normale a parte la noia perché non conosco nessuno dei suoi amici. Ad un certo punto rimaniamo io e lei a parlare. Le do il mio regalo,non ricordo assolutamente cosa fosse, poi non ricordo come parliamo del fatto che settimana successiva sarei dovuto andare a un diciottesimo e che avrei regalato alla mia amica un vibratore, al che lei mi dice -anche io lo voglio un vibratore in regalo- -va bene ma poi lo usi vero?- - certo - - ok te ne regalerò uno-. Non ricordo come finì la conversazione,la serata trascorse e me ne tornai a casa.
Passano mesi,arrivano le vacanze di natale ,io vado a fare capodanno a budapest con gli amici. Il 3 gennaio mentre sto guidando da sei ore di fila, sveglio da 24 in direzione milano, partito da budapest, mentre le altre 4 merde dei miei amici dormono dal km 0, mi chiama lei ‘ciao, i miei non sono andati in montagna queste vacanze e quindi la casa è vuota. Ho invitato un po’di gente del gruppo,vieni anche tu?- - guarda sto tornando ora da budapest e sono sfondato,grazie per l’invito ma passo.- . Arrivo a casa la sera, mi ripiglio e la mattina dopo sono bello pimpante e mi viene voglia di salire. Decido di fare a tutti una sorpresa e di non avvisare. Parto e mentre attraverso la città per andare a prendere l’autostrada passo davanti a un sexy shop e mi ricordo della promessa di settembre. Scendo e compro un vibratore. Cerco una cosa che sia plausibile, non una roba mastodontica per fare il coglione, qualcosa che poi usi per davvero. Ne prendo uno nero che sarà stato sui 20/22 cm e abbastanza largo. Mi rimetto in macchina, qualche ora di viaggio e arrivo. Fuori da casa di Alessandra c’è solo la sua auto. Busso, arriva lei ad aprire, rimane sorpresa ma felice, mi abbraccia e mi ringrazia per la sorpresa. Entro e non c’è nessuno. – Alla fine mi hanno paccata tutti, sei fortunato che sia venuta comunque da sola-. Prepariamo il pranzo e la giornata trascorre tranquilla. Una passeggiata il pomeriggio, la cena e qualche chiacchiera sul divano con una birra dopo cena. Andiamo a dormire tutti e due nel letto matrimoniale dei suoi ma non succede assolutamente nulla. La mattina mi sveglio prima e quando mi accorgo che anche lei si sta svegliando vado a prendere in borsa il suo regalo. -buongiorno, ieri mi sono scordato di darti un pensierino che ti ho preso- le do il sacchetto, lei lo apre e scoppia a ridere – scemo! Ahahah… però non male le dimensioni- rido un po’ anche io poi cambio tono come avevo fatto in estate, la guardo e dico – provalo-, lei un po’imbarazzata – magari stasera quando faccio la doccia- - no, provalo ora, voglio sapere se il regalo ti piace sennò te lo devo cambiare-. Silenzio per qualche secondo, lei capisce che ora sto facendo sul serio e lo fa anche lei. -ok- dice – ha già le pile?- -ovvio-. Accende il vibratore e se lo porta sotto le coperte. La sento un po’armeggiare e anche se non vedo capisco che si è abbassata i pantaloni del pigiama. Dopo qualche secondo la vedo sorridere. Ci guardiamo a vicenda, io non le stacco gli occhi di dosso. I suoi sorrisi poco alla volta diventano smorfie. Si sente solo il rumore del vibratore. Inizia a gemere, poi ansimare sempre più forte. Io mi godo lo spettacolo. Non vedere il suo corpo mi permette di concentrarmi sul suo viso, di gustare ogni minima espressione facciale. Lo trovo molto eccitante. Dopo qualche minuto inizia ad ansimare molto forte e muovere il corpo sotto le coperte. Esplode in un orgasmo pieno di piacere. Si stende sul letto e la lascio lì a riposare mentre vado a preparare la colazione. La giornata trascorre normale, la sera puliamo casa e dandoci appuntamento alle vacanze estive ognuno dei due riparte verso casa.
Arriva l’estate, solito schema esami e poi vacanze. Vado su, passiamo quasi un mese insieme, non succede nulla. L’ultimo sabato sera c’è una festa in un’area fuori dal paese. Andiamo, ci divertiamo e beviamo molto. Alla fine della nostra compagnia io e lei siamo gli ultimi ad andarsene. Ci incamminiamo insieme, ci aspettano una ventina di minuti a piedi fino al centro del paese. Ad un certo punto mi dice che deve pisciare. Ci fermiamo in un area picnic e cerchiamo una zona con degli alberi. Ne approfitto anche io e tutti e due ci mettiamo a pisciare. Ovviamente essendo maschietto sono più rapido e mi metto in un altro punto ad aspettarla. Non mi accorgo che da li avrei potuto vederla perfettamente ma io proprio non ci pensavo e guardavo da un’altra parte. Quando però lei finisce di sistemarsi e si alza mi guarda – ehi ma mi stavi guardando- - ma figurati che dici non ti stavo guardando- - ma come no sei dritto davanti a me- - ma cosa vuoi che mi freghi vederti pisciare. Senti non ti nascondo che non mi dispiacerebbe avere un altro rapporto ravvicinato con la tua figa ma onestamente non mentre pisci, non ho queste perversioni-. Lei li si mette a ridere. – e che tipo di rapporto vorresti?-. Mi avvicino – uno dove la tua fighetta accoglie il mio cazzo- - e perché non c’è mai stato finora questo rapporto?- - me lo sto proprio chiedendo- le rispondo e iniziamo a baciarci. Le mani scorrono veloci, abbiamo aspettato senza sapere perché 10 anni per questo momento. Tutti e due impazziamo dalla voglia . Le abbasso pantaloni e mutandine e la metto seduta su un tavolino in legno dell’areapicnic. Mi abbasso i pantaloni, tiro fuori il cazzo e glielo infilo dentro. Iniziamo a scopare con una foga pazzesca. Lei gode in modo molto rumoroso. Ansima, gridacchia, mi dice di non fermarmi che ne vuole ancora. Qualche minuto, si stacca e mi fa sdraiare sul tavolino. Sale sopra e inizia a cavalcarmi. Le infilo le mani sotto la giacca, cerco le sue tette, le trovo, sono belle sode come le ho sempre immaginate. Lei sta per esplodere, mette le mani in testa, si tiene i capelli e dimena tutto il corpo su di me. Un sussulto e un urlo di godimento nel silenzio totale della notte. Si toglie, la prendo e la faccio mettere a pecorina con le mani appoggiate al tavolo. Spingo il cazzo dentro e inizio a scoparla. Scivola dentro con semplicità ma non senza piacere. – posso venirti dentro?- - si -. Ricomincia a godere anche lei ma non mi interessa, è il mio momento ora. La scopo a pecora violentemente finché non le esplode dentro. Resto lì fermo un paio di minuti. Esco, mi sistemo, prendo dei fazzoletti dalla borsa di lei e glieli porgo. Anche lei si sistema. Torniamo a casa, ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla prossima vacanza. I suoi genitori non hanno più preso la casa in affitto dopo quella vacanza. Quella in realtà fu l’ultima volta che io e Alessandra ci vedemmo.
😥😢 Mi dispiace perché non hai avuto modo di farla godere analmente. Va beh è la vita.
 

leofuoco

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CAPITOLO 3 – MONICA

Come me e Alessandra(volume 1, capitolo1), Monica è cresciuta passando le estati al paesino insieme ai nonni e anche con lei ci conosciamo fin da ragazzini e anche con lei c’è una bella amicizia. Anche se ci si vede solo un mese all’anno il fatto che in vacanza si facciano tante prime esperienze e si passi molto tempo insieme cementifica il rapporto pur poi non vedendosi praticamente mai durante il resto dell’anno. Monica è anche molto amica di Alessandra, le due girano sempre insieme.
Alta circa 170, capelli lisci biondi tenuti appena sopra le spalle, carnagione chiara, seconda di seno, il suo punto forte sono gli occhi azzurro scuro, quasi blu, che ti incantano, il difetto se vogliamo le spalle un po’ larghe di chi ha fatto nuoto a buon livello per tanti anni.
Con Monica frequentiamo anche la stessa università, corsi diversi, per cui capitano anche quelle 2/3 occasioni durante l’anno in cui ci si vede per il pranzo. Con lei mi trovo anche meglio che con Alessandra. È una ragazza più profondo e con più cultura, di cui si può parlare di tante cose. Anche l’attrazione è diversa, per Alessandra ho un’attrazione totalmente fisica mentre Monica è una delle poche ragazze in quegli anni con cui ho pensato mi sarebbe piaciuto ci fosse qualcosa di più.
Una sera di febbraio decidiamo di fare una rimpatriata con anche Alessandra. Prima di uscire faccio una mega litigata con mia madre per cui sono abbastanza nervoso. Usciamo in un locale zona università e le ragazze notano subito il mio stato d’animo. Racconto un po’ i motivi della mia litigata e dico che ora devo mandare qualche messaggio a qualche amico chiedendo se mi ospita per la notte perché non ho voglia di tornare a casa.
Monica interviene dicendo che se voglio posso andare a dormire da lei. Abita in un appartamento molto bello vicino all’università, ha due coinquiline. Mi dice che le due hanno la mattina dopo molto presto un volo da Malpensa e che quindi in mezzo alla notte dovranno uscire di casa facendo un po’di rumore. Se non mi dà fastidio quello mi ospita lei.
La ringrazio molto e accetto l’invito. Passiamo una bella serata tutti e tre insieme poi fatto tardi, in macchina accompagniamo Alessandra, che abita in un paesino dell’hinterland milanese a casa e ci dirigiamo quindi verso l’appartamento di Monica.
Arrivati ci fiondiamo subito in camera sua per non disturbare le coinquiline che dormono e il mattino dopo dovranno alzarsi presto. Ancora non siamo stanchi e ci mettiamo a parlare. Poi lei mi fa – girati che mi metto il pigiama- io mi volto ,la sento armeggiare un po’ poi mi tocca la spalla, mi volto e la trovo in pigiama, niente di arrapante, classico pigiamone invernale. Mi tende una maglietta e dei pantaloni della tuta
-tieni, immagino tu non abbia dietro nulla- - grazie Monica, mi spiace invaderti così-
- ma di che figurati-.
Lei si mette a letto e io non so bene cosa fare. Parto all’attacco? Mi dico di no, già che ti sta ospitando in amicizia stai buono. Mi metto seduto su una poltroncina e le chiedo se ha una coperta da darmi.
-ma che fai stupido? Vieni nel letto con me ci stringiamo un po’. Come fai a dormire lì?-
non me lo faccio ripetere due volte e mi metto nel letto con lei. Siamo veramente stretti, il letto sembra più stretto di un normale letto singolo. I nostri corpi sono per forza attaccati. Spegniamo la luce, riprendiamo a fare 2 chiacchiere e piano piano tutti e due ci addormentiamo.
Veniamo svegliati dalle coinquiline che escono di casa, saranno state le 4 di mattina. Ci ritroviamo appiccicati, sento il suo respiro su di me. Più per una questione di comodità che per provarci sposto un braccio su di lei abbracciandola sul fianco. Trovo la maglietta un po’alzata e la mia mano finisce sulla sua pelle nuda. Comincio a farle qualche grattino, qualche carezza. Lei non reagisce. Passano i minuti e a me prende la voglia. Con la mano scivolo lentamente verso l’inguine, non trovo opposizione. Scivolo dentro i pantaloni del pigiama e presto mi accorgo che non ha mutandine. Le mie dita vengono a contatto con una morbidissima peluria. Al tatto probabilmente si cura accorciando il pelo ma senza raderlo in alcun punto. Lei continua a non avere reazione. Mi chiedo se non si sia riaddormentata e non me ne sia reso conto. Mentre sono in questi pensieri e sto ragionando sul da farsi improvvisamente spalanca le gambe. Io allora scendo giù fino alla fighetta iniziando a massaggiarla con un dito e li scopro la cosa che più mi ha fatto eccitare di Monica, il suo modo di godere. Niente gridolini, ne grida, nessuna parola o gemito ma ansimi lunghi e profondissimi, di pancia come se qualcosa le entrasse nel profondo, nelle viscere anche solo con un dito che le toccava la figa. Ancora oggi è la ragazza che più mi ha eccitato sentire godere.
Non devo fare molti sforzi, prima ancora che provi a infilarle le dita dentro, semplicemente massaggiandole clitoride e labbra per un po’, viene in un orgasmo meraviglioso, sembrava fosse presa da 10 uomini. Penso ‘bene ora viene il mio turno, vediamo come se la cava’ ma lei si gira dall’altra parte e dopo qualche minuto se ne va. Penso sia andata in bagno ma non torna. Mi alzo e la trovo che si è messa a dormire nel letto di una coinquilina. Sono le quattro e mezza, non ho voglia di capire cosa sia successo. Torno a letto.

La mattina dopo la trovo in cucina che mi aspetta per la colazione. Le chiedo se sia tutto ok e allora iniziamo a parlare. Mi spiega che è molto confusa, che sta bene con me, ma non vuole rovinare la nostra amicizia. Io faccio finta di stare dietro ai suoi discorsi ma dentro di me penso ' cara non ti piaccio e non ti interesso, ti sei trovata con la mia mano sulla figa e ti sei lasciata masturbare ma non vuoi nulla di più, basta dirlo in onestà non mi offendo mica’. Niente invece ci perdiamo in discorsi senza senso per aggiustare una situazione che dal mio punto di vista non ha nessun problema. Ci lasciamo come amici e io torno a casa. Sono sereno, le sconfitte fanno parte del gioco, l’importante è scendere in campo e dare il massimo.

Si arriva all’estate. Arrivo al paese e trovo Monica che è già lì da qualche giorno. Le mie sensazioni si confermano: mi piace molto e mi trovo bene con lei. I miei sogni di gloria si fermano però in breve tempo quando mi rendo conto che lei non fa altro che guardare uno dei miei amici, Andrea e che cerca ogni scusa per stare con lui. Andrea è oggettivamente un bel ragazzo, più bello di me. Alto, occhi azzurri e bei lineamenti. Quello che non capisco è la chimica caratteriale su cui io pensavo di vincere a mani basse. Monica è comunque una ragazza che studia, si informa, riflette, con cui puoi parlare anche di grossi temi, mentre Andrea è un cazzone patentato, molto simpatico, è l’anima festaiola del gruppo, ma con cui oltre le minchiate base non puoi parlare di nulla. Evidentemente la ragazza ragiona con la figa, ci sta, incasso la sconfitta, sono sotto 2-0.

Così succede che una sera Andrea arriva al locale con un sorriso stampato che diceva tutto. Prende da parte i ragazzi e racconta che si è scopato Monica. Poco male, sapevo che finiva così. Ricevo però un colpo al cuore quando racconta che lei gli aveva detto di essere vergine e che quella sarebbe stata la sua prima volta. E niente 3-0 secco. L’estate finisce, quelli ogni tanto la sera spariscono a trombare e arrivederci all’anno successivo.

Passa un anno, vado in vacanza al paesino ma Monica non c’è. Le scrivo per chiederle quando arriverà. Mi risponde che quell’estate farà un'esperienza di studio all’estero e una vacanza con gli amici e che non ci sarà. Mi dico dispiaciuto, mi avrebbe fatto piacere vederla, mi risponde che probabilmente verrà il primo weekend di settembre perché ha programmato una scalata con suo padre e suo fratello, se sarò ancora lì potremo vederci. Decido di fermarmi quindi una settimana in più del previsto fino a quel weekend cominciando a studiare per la sessione di settembre da li.

Il venerdì pomeriggio mi scrive che sarebbe arrivata per cena e che avremmo potuto vederci dopocena per una birra senza fare tardi perché il giorno dopo si sarebbe dovuta alzare ancora col buio.
Ci vediamo quindi al bar, facciamo due chiacchiere e lei mi propone di unirmi a loro il giorno dopo. Io ho passato tutte le estati della mia giovinezza in montagna ma non ho mai sviluppato passione per l’alpinismo. Me la cavo, ma non abbastanza per loro che si apprestavano a fare una cosa oggettivamente non alla mia portata, così ringrazio ma declino.

La riaccompagno a casa e nel farlo passiamo di fronte alla casa dove affitta la famiglia di Andrea. Le chiedo com’è finita con lui. Mette giù un viso un po’ triste e mi dice che lui dopo l’estate non si è più fatto sentire e che si è resa conto di essere stata presa in giro, che a lui interessava solo il sesso. Così arriviamo mentre parliamo di questo davanti a casa sua. Mi guarda e mi dice:
-avevo una scelta da fare e l’ho sbagliata-
Boom, colpita e affondata senza fare nulla. Mi avvicino, allungo una mano, le prendo la testa, la porto verso di me e ci baciamo. Limoniamo per dieci minuti poi lei mi dice che è tardi e deve andare.
-Ti chiamo fra 2 giorni quando rientriamo e se ti va ci vediamo a milano-
- ok ci sentiamo lunedì-.

Ma in un anno le cose cambiano, lei era sempre molto carina ma i miei pensieri si erano spostati su altre ragazze, non ero più convinto di volere qualcosa di serio con lei. Con questi pensieri rientro a casa e mi metto a dormire.

La mattina vengo svegliato dalla porta che si apre. Il paesino è ancora uno dei pochi posti sicuri al mondo e tutti sanno che tengo sempre la porta aperta. Io dormo nella veranda che è la prima stanza quando si entra e vedo sbucare Monica.
-buongiorno!-
-ciao, che ci fai qui?-
-condizioni meteo impossibili oggi, ci riproviamo domani, altrimenti dovremo rinunciare-
-cavolo mi spiace, ci tenevi-
- succede fa parte del gioco, sai che può accadere, sono passata al bar a prendere delle brioches-
-grazie sei gentilissima-.

Mi alzo ancora intontito e in pigiama, ci diamo un bacio e vado in cucina a preparare il caffe. Quando è pronto lo porto in veranda con un vassoio. Lei si toglie le scarpe e insieme ci mettiamo a letto a fare colazione.
Monica indossa dei leggins neri, una maglia grigia e un felpa con zip sul davanti bianca.
Ci accoccoliamo, carezze, baci, io inizio a baciarle l’orecchio, poi il collo mentre con le mani faccio scendere la felpa dalle sue spalle. Continuando a baciarla la spoglio pezzo per pezzo. Prima la maglia, poi le tolgo il reggiseno dove scopro due seni bellissimi e sodi che a occhio mi sembrano poco più di una seconda, poco meno di una terza, stupendi, già con i capezzoli duri che mi attendevano. Proseguo sfilando i leggins e poi le mutandine dove finalmente vedo con gli occhi quello che mi ero immaginato, la figa pelosa, ricoperta ma con il pelo tenuto corto e curato. La squadro, senza avere un corpo certo da modella è tutto perfettamente proporzionato e armonioso nell’insieme. Noto inoltre una pelle tesa e liscia su tutto il corpo che contribuisce ad aggiungere valore allo sguardo, sembra porcellana.
Inizio a baciarle un seno, lecco il capezzolo e lei parte con il suo ansimare così intrigante ed eccitante. Ancora sto facendo poco o nulla ma già sembra che un terremoto la stia scuotendo. Lei non fa molto,mi rendo conto subito che evidentemente ha un atteggiamento tendente al passivo. Va bene così. La faccio sdraiare, allargo le gambe e ci entro con la faccia. Porto la lingua sulla figa e inizio dolcemente a leccare con lei che continua con i suoi dolci lamenti che sembrano sgorgare dal punto più profondo del suo corpo. Si rialza ,mi prende e inizia a spogliarmi. Quando ha finito si ristende allargando le gambe per spalancarmi la via. Io mi metto sopra di lei, punto l’ingresso e con un dolce colpo nel profondo la penetro. Lei si avvinghia a me ,mi stringe forte, una scopata di passione vera. Passa un po’, mi stacco, la giro a pecorina. Ha anche un bel culo, non poteva essere che così con quel corpo così sodo. Mi dona uno spettacolo magnifico, con la figa già aperta e gocciolante. Lo appoggio e infilo dentro. Sento perfettamente i suoi muscoli accogliermi e avvolgermi. Un po’ di colpi poi lei si stacca, si rimette sdraiata e mi fa segno di tornare su di lei. Riprendo a scoparla da sopra, lei stavolta alza le gambe e le incrocia su di me stringendo il mio corpo al suo. I suoi sospiri sono sempre più lunghi, sempre più profondi mi stringe, il suo corpo si contrae, i muscoli della faccia si stringono in un volto di godimento pieno e assoluto, esplode con un ansimo profondo, pieno e con una contrazione secca del bacino che mi fa partire l’orgasmo anche a me. Ho la lucidità per fare in tempo all’ultimo ad uscire e venirle sulla coscia. Ci abbracciamo, rimaniamo a letto. Quel giorno lo abbiamo passato li a casa mia. Abbiamo scopato altre 3 volte.

Ci siamo rivisti a Milano, una decina di uscite a settembre, un paio di scopate ma la scintilla non è mai scattata. Ci siamo lasciati con serenità e per qualche tempo siamo rimasti in amicizia .
Oggi Monica vive e lavora a Dublino. Non la vedo più da parecchi anni ormai
Bellissima storia. E ottima scrittura, finalmente!
 
OP
C

Captain Achab

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CAPITOLO 4 – CHIARA E MONICA

Chiara e Monica (non è la stessa del capitolo 3) compaiono al campo sportivo del paesino un giorno dal nulla. Vedono un gruppo di ragazzi della loro età e decidono di aggregarsi.

La zia di Chiara è proprietaria di una delle più belle baite del paese ma lei era la prima volta che veniva a fare un vacanza li. 18 anni, era alta circa 165 capelli lisci scuri, occhi verdi. Non era molto bella, anzi non mi piaceva proprio. Fisicamente non era male, nella norma, culo discreto, corporatura normale, seconda di seno. Il viso però proprio non mi piaceva ( e per me è un elemento importante), naso aquilino, volto allungato con un mento importante, pelle grassa con un buon numero di brufoli.

Monica invece si trovava lì perché i genitori per la prima volta avevano affittato una casa vacanze al paesino. Anche lei non era nulla di che. Alta 160, capelli castano ramato lisci, corporatura morbida, ma non certo grassa, terza di seno. Aveva all’epoca 19 anni.

Insomma due ragazze che dicevano poco. Si erano conosciute prima tra loro ad un bar e quindi si erano inserite abbastanza facilmente nel gruppo anche se spesso si isolavano stando tra di loro. Sembravano due tipe tranquille con cui si conversava piacevolmente. Una sera ricordo che eravamo noi 3 al tavolo del bar a bere una birra. Si inizia a parlare di ragazzi/ragazze e viene fuori che Chiara è ancora vergine. Mi dice che non capisce perché nessuno 'la vuole scopare' e mi chiede un opinione. Io sono in imbarazzo estremo perché sono uno sempre schietto e sincero. Penso ' perché non sei completamente cessa ma quasi’ le rispondo
– no ma è che probabilmente ancora non hai incontrato il ragazzo giusto, succede, alla fine è una questione di probabilità, vedrai che arriverà presto…-
e cazzate del genere per arrampicarmi sugli specchi.

Passano le giornate, ogni tanto stanno con noi, ogni tanto spariscono a farsi i cazzi loro, arriviamo all’ultima sera della loro vacanza. C’era una festa organizzata fuori dal paese, andiamo con gli amici ma loro non ci sono. Stiamo un po’,poi la festa si rivela niente di che e decidiamo di tornare su in paese al bar.

È lì che troviamo Monica e Chiara palesemente ubriache, in quella fase in cui ancora fisicamente riesci a stare in piedi ma la mente non capisce più un cazzo e le inibizioni sono saltate. Chiara punta un mio amico, si appiccica a lui stende il braccio facendo scivolare la borsetta e la mano con cui la tiene la appoggia al suo pacco iniziando a massaggiarglielo.

Cerco di capire la situazione, punto Simone, il barista che è nostro coetaneo e gli chiedo. Mi dice che le due sono arrivate lì presto e hanno iniziato a bere come non ci fosse un domani. Sembrava anche abbastanza scocciato -stanno esagerando, mi stanno rompendo il cazzo- e presto avrei capito a cosa si riferiva.

Perché le ragazze cominciano una serie di teatrini che per noi potevano essere eccitanti ma per il barista che è lì a lavorare e ha altri clienti mi rendevo conto fossero fastidiosi.

Le due limonano tra di loro, si palpeggiano, ci provano con i clienti chiedendo di offrirgli da bere. Le scene più calde sono due. Ad un certo punto Monica fa stendere chiara su un tavolino, le alza la maglietta, le mette della vodka nell’ombelico e se la beve. Poi ad un certo punto vanno nel bagno delle ragazze si chiudono li e per un paio di minuti si sente gemere.

Dopo un po’ stanno superando il limite anche per me. Superata l’eccitazione iniziale , mi sembrano solo 2 bimbe minchia che vogliono divertirsi ma che hanno esagerato e non riescono a controllarsi. Iniziano ad essere più moleste che arrapanti.

Dopo un po’ compare Marco, il fratello del barista Simone con degli amici. Le due si avvicinano a loro, fanno le cretine anche lì, poi spariscono un’altra volta in bagno. Mi avvicino a Marco e i suoi amici che sono su di giri. Mi dicono che si sono accordati con le ragazze per portarle a finire la serata in un locale nell’ultimo paese della valle a mezz’ora di macchina da lì e che il loro piano è quello di farle fare le porche in macchina, magari trombarle anche, e poi abbandonarle nel paese 'cosi imparano a fare le troie’.

Penso che sono proprio dei pezzi di merda per fare una cosa del genere ma negli anni ho imparato che i ragazzi del posto possono essere molto stronzi e darti anche grossi problemi quindi decido di farmi i cazzi miei. Poi però mi sento una merda allora mi faccio un piano per salvare il salvabile, poco dopo di loro mi sarei messo in macchina anche io verso quel paese in modo da essere li a recuperarle quando le merde se ne sarebbero andati. Avrei anche chiesto a qualche amico con la testa sulle spalle di accompagnarmi spiegandogli la situazione anche se di mettermi in macchina alle due di notte per la valle con l’idea di spararmi un’ora di guida almeno tra andare e tornare proprio non ne avevo voglia.

Mentre rimugino su tutto questo arriva Monica e si siede a fianco a me. Mi chiede se le offro da bere. Io di spendere soldi per sta minchiona proprio non ne ho voglia e tergiverso. Parliamo un po’, lei ubriaca ride e dice cose senza senso poi ad un certo punto mi fa
-ho proprio voglia di… scopare!-
- beh mi sembra che tu e la tua amica vi stiate impegnando, avanti così fate un bella orgia qui nel locale-
lei cambia tono diventa più seria e consapevole
– no le orge non mi piacciono, troppa gente, magari piuttosto una bella cosa a tre, li ci arrivo, anzi mi piace farlo-.
Ho sempre pensato che uno dei vantaggi che ho avuto con le ragazze sia stato fin da giovane la capacità di lettura delle situazioni. Quella sua frase, detta in quel modo e con quel tono, come in qualche film giallo di colpo fece partire le mie sinapsi e mettere insieme tutti i pezzi del puzzle.

Monica non era ubriaca, o almeno non era ubriaca marcia, sicuramente aveva bevuto e aveva un bel po’di inibizioni in meno, ma era consapevole di cosa stesse accadendo e anzi lo stava guidando. Era evidentemente una libera sessualmente a cui piaceva andare oltre il classico rapporto uno ad uno e soprattutto era evidentemente bisessuale. Stava giocando con la sua amica, lei si invece davvero ubriaca marcia e ignara. Ora che la situazione mi era chiara era il momento di scendere in campo e giocarmi le mie carte.

Monica a quel punto mi chiede una sigaretta e io le dico di no. Apro una parentesi, col fatto che io per fortuna problemi di soldi non ne avevo non rimanevo mai senza sigarette, il risultato era che ero diventato il tabaccaio degli scrocconi del gruppo. Compravo un pacchetto al giorno e ne fumavo la metà e sta situazione stava iniziando a cagarmi il cazzo.

Davanti al mio rifiuto lei si avvicina a mi mette una mano sul pacco e inizia a massaggiarmelo al che io la guardo.
-Monica senti dobbiamo fare un discorso serio io e te e magari un accordo quindi ora devi metterti un attimo seria e ascoltarmi-
lei mi toglie la mano dal pacco e si mette seria, per il massimo che potesse fare una che comunque di roba ne aveva bevuta quella sera.
-senti i ragazzi con cui vi siete accordate per salire all’altro locale sono dei coglioni. Vogliono portarvi su e abbandonarvi lì per ‘punizione’ perché stasera qui state facendo un po’troppo scompiglio-
mi spiace Marco, anzi no vaffanculo e fottiti, uno perché tu e i tuoi amici siete degli stronzi e due perché è arrivato il momento in questa storia di giocarmi il mio vantaggio.
-quindi per favore non andate su con loro perché non ho alcuna intenzione di prendere la macchina in mezzo alla notte e salire a recuperarvi, lo dico a te perché mi sembri un po’ più lucida di chiara-
-ok-
- bene, punto numero due se stasera volete divertirvi se vi va potete venire da me e ci divertiamo noi e… facciamo divertire la tua amica-
era il momento di capire se avevo intuito giusto e se mi ero giocato le mie carte bene. Monica avvicina la bocca al mio orecchio e mi dice
– va bene, ma prima la scopo io… e mi dai la sigaretta-
Per un secondo mi feci i complimenti da solo per la capacità di lettura poi diedi a Monica tutto il pacchetto che mi rimaneva.
-bene, senti non voglio avere problemi con i ragazzi del posto quindi cerchiamo di essere discreti. Prendi la tua amica e con una scusa, non so tipo che dovete fare una telefonata, allontanatevi verso il retro del locale e poi andate al parcheggio sotterraneo, ci vediamo lì . Io vi raggiungo con calma dopo cinque minuti prendendo un’altra direzione e poi dal parcheggio andiamo a casa mia, ok?-
- ok-
-ah Monica, non dire nulla a chiara, voglio vedere la sua reazione quando capirà cosa abbiamo in mente-.

Monica si allontana, raggiunge chiara, le due parlano un attimo, poi si allontanano. Vedo che tutti sono impegnati in altro e nessuno nota le due ragazze allontanarsi. Bene, il rischio era che qualcuno le intercettasse, le tirasse in mezzo in qualche discorso e che Monica cambiasse idea. Tiro fuori dalla giacca il mio pacchetto di scorta di sigarette. Lo apro, me ne fumo una. Poi saluto tutti dicendo che sono stanco e mi avvio verso il parcheggio.

Arrivo lì, scendo la rampa ed entro. Ci sono parecchie auto ma non vedo Monica e Chiara. Capace che Monica si sia tirata indietro. Mi maledico, dovevo trovare una scusa per andare via con loro. Poi però sento un rumore, giro intorno a delle macchine e inizio a scorgere due figure ben nascoste dietro un’auto in fondo in un angolo del parcheggio. Quando le scorgo bene inizia a venirmi duro. La situazione è molto più avanti di quello che aspettavo. Chiara è appoggiata alla portiera della macchina con la schiena. Ha la camicetta completamente sbottonata davanti e le tette fuori dal reggiseno. Indossa una gonna corta e collant neri. I collant sono abbassati. Monica le sta leccando un seno e la sta masturbando. Ha la testa appoggiata alla macchina e gli occhi chiusi. Io mi avvicino. Chiara sente i miei passi, apre gli occhi mi vede e si pietrifica. Monica si ferma. Chiara è palesemente bloccata nel panico e non sa che fare, sembra spaventata. Monica riprende a masturbarla guardandomi come a dirle ‘ è tutto ok, fa parte del gioco’, chiara lentamente si rilassa di nuovo. A quel punto riprendo ad avvicinarmi, non so bene cosa fare, in futuro ci saranno altre occasioni, ma quella è la prima volta che mi appresto a fare una cosa a tre. Anche se l’idea non mi piace dovrò farmi guidare da Monica. Arrivo dalle due ragazze e mi metto ad osservare. Come mi aspettavo chiara tutto sommato non è male fisicamente. Un bel seno, pancia piatta, la mano di Monica è infilata sotto la gonna che ancora indossa quindi non riesco a vedere più giù. Inizio a baciarla sul collo mentre Monica continua a masturbarla. Passa poco prima che la nostra ‘vittima’ abbia un orgasmo. In quel momento percepisco tutta l’eccitazione e la perversione di Monica, anche oltre quello che mi aspettavo quando guarda chiara, le accarezza il viso e le dice
-era il tuo primo orgasmo?-
-no-
- perché ti masturbi?-
-si -
-ma era il tuo primo orgasmo provocato da qualcun altro ?-
-si-
E in quel momento le si illuminano gli occhi. Propongo alle ragazze di andare a casa mia. Chiara si sistema e ci avviamo.

Arriviamo a casa mia e ci mettiamo in camera da letto. Chiara mi chiede di andare in bagno. Rimaniamo io e Monica. Gli effetti dell’alcol su di lei sono definitamente svaniti. Non so se aveva notato qualche mia titubanza prima ma mi fa
– ti è mai capitato di fare sesso a tre?-
- no, onestamente no sarebbe la prima volta-
- ok senti, io stanotte mi voglio divertire. Mentre venivano qui mi sono già fatta il film di come vorrei che andassero le cose quindi tu fai quello che dico e vedrai che ti diverti anche tu-
- ok-
-hai dell’alcol in casa? -
apro un mobile e tiro fuori una bottiglia di vodka alla menta
-perfetto senza esagerare ma ogni tanto bisogna farla bere un po’-
io faccio la faccia un po’ dubbiosa e lei
– me lo ha detto lei, stai tranquillo che è tutto concordato. È stata lei a chiedermi di fare qualcosa di pazzo stasera, abbiamo programmato questa serata già da diversi giorni. Lei è un po’bloccata e ha la fissa che gli uomini non se la caghino, siamo d’accordo che lei beve per togliere le inibizioni e che si lascia guidare da me-. Dentro di me penso sarcastico ' e tu fai tutto questo disinteressata per farla sbloccare, che brava amica eh’. Lei riprende
- adesso quando ritorna tu la prendi da dietro e la spogli. Io la prendo davanti e la bacio sul corpo. Puoi toccarla ma niente di più. Poi ti metti su quella sedia e ci lasci divertire, ti dico io quando puoi unirti.-
-ok va bene-.

Chiara rientra in camera. Io eseguo le istruzioni di Monica. Non mi piace non essere in controllo del gioco ma riconoscevo che in quella situazione affidarsi a Monica avrebbe portato al miglior risultato. Mi metto dietro chiara, le appoggio il pacco al sedere facendoglielo sentire, le prendo i seni da dietro, morbidi, inizio a slacciare la camicetta e gliela sfilo, chiara è di fronte che la bacia sul collo. Slacciò il reggiseno liberando le tette che nel frattempo si sono indurire. Mi piego, le sfilo in sequenza gli stivali, la gonna e i collant. Indossa un perizoma finissimo che si perde nel culo. Non indossi una roba del genere se non hai idea di dare battaglia. Sfilo anche quello rivelando una fighetta ben curata, con una striscia di pelo.

Monica la fa sedere sul letto, io mi siedo sulla sedia. Prende la vodka, ne beve un sorso lei e ne fa bere uno a chiara. Si rimette nell’atteggiamento un po’ da finta ubriaca, ride e dice
– bene chiara ora, se ti va, stanotte ti insegnerò tutto sul sesso e Francesco mi farà da assistente-
La ragazza annuisce, Monica le da un altro sorso di vodka. La fa sdraiare sul letto, le prende una mano e la gliela fa appoggiare sulla figa muovendogliela e portandola a masturbarsi. La lascia lì. Io sono seduto esattamente di fronte al letto. Vedo il corpo di chiara sdraiato di fronte a me. Le gambe con le ginocchia piegate e aperte e la sua mano che lavora su se stessa. Mentre si masturba Monica viene da me sussurrandomi
– faccio veloce, voglio solo essere la prima a entrarle dentro, poi faccio intervenire anche te -.
E mi dà in bacio

Per me onestamente quella sera va bene qualunque cosa, mi ritrovo in una situazione ben oltre quello che avrei immaginato. Mi aspettavo con un po’di imbarazzo di dover condurre due inesperte tanto quanto me in queste cose a farci un po’ di sesso orale e magari scopare solo con Monica dato che in tutto ciò chiara era vergine. Mi trovavo invece con una guida perversa che aveva programmato se non tutto quasi e una che pur di togliersi lo stampo di vergine di dosso era disposta a sottostare ai piani dell’ ‘amica’.

Monica iniziò a spogliarsi da sola. Mi colpì perché era un altro segno evidente che lei era eccitata dalla situazione, dall’avere due persone a cui dare ordini e non tanto invece dal contatto fisico. Si sfilò scarpe, felpa, maglietta e jeans rimanendo in intimo. Poi meccanicamente tolse anche quello. Aveva qualche rotolino e un po’di pancetta ma tutto nella norma. La figa rasata. Si stende di fianco a chiara, le leva la sua mano e la sostituisce, la massaggia un minuto poi le infila il medio dentro. Chiara ha un ansimo forte ma si rilassa subito e si gode il dito che la penetra sapientemente. Ancora una volta le perversioni di Monica vengono fuori
– quando ti masturbi infili le dita o ti tocchi soltanto? -
- mi tocco soltanto-
- quindi è la prima volta che hai qualcosa dentro?-
-si-
-come immaginavo-
risponde eccitata e infila anche l’indice mentre chiara ansima sempre più forte. Prosegue a masturbarla un paio di minuti non di più, poi si rialza e fa rimettere chiara seduta a letto. Mi fa segno di avvicinarmi. Io mi alzo dalla sedia e mi avvicino a letto. Monica guarda tutti e due, prende un altro sorso di vodka, poi ne da uno a me e un altro a chiara.
-ok, ora giochiamo insieme, dovete fidarvi di me e ci divertiremo tutti e tre-
io dico ‘va bene’, chiara annuisce. Monica riprende
-giochiamo, che poi è la verità, che stanotte chiara devo insegnarti più cose possibili del sesso, Francesco ci assisterà. Io da brava insegnante ti darò delle dimostrazioni pratiche e tu eseguirai dopo di me. Ora Francesco per favore spogliati-.
Io un pezzo alla volta mi sfilo tutto rimanendo nudo con il cazzo che è già un palo di marmo. Mi diverte vedere le due reazioni diverse. Monica è quasi indifferente, chiara sembra una bambina davanti al gelato. Monica la guarda
– ne avevi mai visto uno dal vivo così vicino?-
-no-
- toccalo-.
La mano inesperta di chiara arriva sul mio cazzo toccandolo un po’
-ora fagli una sega-
chiara lo impugna e inizia a segarmelo
– lo sai come si fa però… ti guardi i porno eh?-
mettendosi a ridere. Anche chiara ride e annuisce. È un bene perché da quel momento pur rimanendo l’eccitazione la tensione che c’era si distende un po’.
-se ti guardi i porno allora avrai anche visto fare i pompino. Fagliene uno-.
La bocca di chiara si avvicina al mio membro e inizia a succhiarmelo. Il pompino di una completamente inesperta che succhiava tipo avesse tra le mani un calippo, ma io ero più che soddisfatto così. Monica le dice
-aspetta prova a fare così-
me lo prende in bocca tirando tre ciucciate magistrali fino quasi in fondo,poi lo lascia di nuovo. Chiara prova a replicare, meglio del primo tentativo sicuramente. Monica interviene di nuovo
-bene, ora ricorda che il sesso è uno scambio alla pari, non sei la sua bambolina, anche lui deve darsi da fare- . La fa stendere, le allarga le gambe e mi fa segno di leccarla. Io eseguo, trovo tutto già bello lubrificato per cui dopo qualche secondo infilo il medio dentro e la masturbo leccando il clitoride. Chiara inizia a gemere rumorosamente.

Poco dopo Monica mi tira su per le spalle, fa sedere di nuovo chiara.
– bene, dopo l’overview sui preliminari passiamo al sesso vero. Francesco per favore sdraiati a pancia in su-
Io eseguo e Monica viene a cavalcioni su di me. Alza il bacino, fa scorrere il cazzo lungo il clitoride e se lo infila dentro. Guarda chiara
– sta tutto nell’imparare a controllare bene la muscolatura del tuo pavimento pelvico. Senti i muscoli, muovili contraili e cerca il modo in cui provi piacere. Il gioco è più questo, non tanto fare su e giù, quello funziona e lo sfrutti solo se controlli bene questa parte-.
Mentre dice tutto questo muove il bacino su di me, sento i suoi muscoli contrarsi, qualche smorfia di piacere. Poi si toglie e fa segno a chiara di prendere il suo posto. Per la prima volta vedo la ragazza davvero titubante. Intervengo
– se non te la senti ci fermiamo-
- no no voglio, sono solo un po’ imbarazzata e impacciata.-
Sale su di me . Con una mano allarga un po’le sue labbra, con l’altra mi prende l’asta per condurla dentro. Anche Monica mi prende il cazzo con la mano e la aiuta a perforare la via. Entro dentro, chiara geme. È stretta, è come se la sua figa si fosse stretta a ventosa intorno al mio cazzo. Era parecchio che non ne sentivo una così. Prova a contrarre i muscoli e muovere il bacino come le ha fatto vedere Monica. Godiamo entrambi. Inizio a muovermi anch’io. La prendo per il sedere e inizio anche io a scoparla. Chiara inizia a gemere più forte ma li Monica ci ferma
-piano abbiamo altre cosa da provare-. Esco, ci rimettiamo seduti. Abbraccio chiara
-stai bene? Ti è piaciuto?-
- si tutto bene grazie-.
Monica riprende
-ora proviamo la pecorina-
si stende sul letto a 90.
-secondo me il modo per godere di più è stendersi totalmente con il busto aderente al letto, inarcare la schiena. Devi portare il culo bello in fuori. I muscoli devono essere tesi ma non rigidi. Così trovi quel giusto mix per cui senti bene il cazzo ma senza che ti faccia male-
Mi metto dietro di lei. Sembra fatta d’acciaio ma mi mostra la sua figa che cola, segno che non è indifferente a tutto. Entro, le do un po’di colpi, anche qui non più di 10 prima che si stacchi e dica a chiara che tocca a lei. È evidente che per lei l’eccitazione viene dalla situazione e che trombare diventa secondario. Chiara si mette a pecorina mostrandomi un bel culo sodo su cui fino a quel momento non avevo posto molta attenzione. Cerca di imitare il più possibile la posizione di Monica. La penetro, gode, godo anche io , sento le sue pareti strusciare su ogni lato del mio pene. Prendo a scoparla più forte ma anche qui Monica ci ferma. Non vuole che ci lasciamo andare, deve tenerci sotto controllo.
– bene ora vediamo cosa potrei insegnarti… si questo, come farsi scopare in piedi in braccio. Questo prima te lo spiego e poi ti faccio vedere perché non so se riesco a parlare mentre lo faccio. Il segreto è essere morbida e rilassata. Se ti irrigidisci per lui è impossibile tenerti. Solo la parte alta del corpo è leggermente più rigida per appoggiarsi alle sue spalle, il resto del corpo deve essere a peso morto.-
si mette in piedi sul letto mi fa segno di avvicinarsi, mette le braccia intorno al mio collo. Io la prendo con le braccia sotto le cosce facendole da seggiolino. Col cazzo trovo la fessura e iniziamo a scopare. Per la prima volta mi sembra cedere perché dopo qualche colpo inizia a mugugnare e con le mani mi accarezza i capelli. La sento godere, mi dice
-basta-
allora io la scopo più forte. Per qualche secondo sembra lasciarsi andare, fa qualche urlo poi più forte mi dice ancora
-basta-.
Mi fermo, scende, guarda chiara
– ora tu-.
Chiara prova a replicare ma questa lezione è un Epic fail. Chiara sta troppo rigida, mi sembra pesantissima e non riesco a trovare l’equilibrio. Caschiamo, riproviamo, riesco ad entrare dentro di lei qualche secondo ma poi perdiamo di nuovo l’equilibrio. Rinunciamo. Monica va alla sua borsetta e tira fuori una boccetta di gel lubrificante.
-la figa non è l’unico buco con cui puoi godere-.
Si rimette a pecora sul letto e mi passa il gel. Mi metto dietro di lei, spruzzo il gel sull’ano e lo massaggio un po’, poi lo spruzzo anche sul mio cazzo e lo spalmo su tutta la superfice. Appoggio la punta all’ano, lei mi dice
-va giù senza problemi-
io inizio a spingere ed entro fino in fondo. Inizio a scoparle il culo con poca opposizione. È evidentemente molto abituata all’anale e di gente la dentro ne deve essere passata. Andiamo avanti così qualche minuto, lei partecipe ma meno di prima,poi si stacca. Guarda chiara
-ora tu-.
Chiara qui è più intimorita, non se la sente. Monica la tranquillizza.
-senti facciamo così, fidati di me, tu prova. Se poi senti troppo male o non ti piace o non te la senti ti stacchi. Francesco farà molto piano.-
La convince, chiara si mette a pecorina io spalmo il gel anche a lei e di nuovo su di me. Appoggio la punta del cazzo sull’ano, spingo, niente non entra. Nonostante il gel è strettissimo. Ho paura spingendo più forte poi di non controllarmi e andare dentro tutto secco (mi era successo alla prima volta che provavo l’anale con la mia fidanzatina al liceo, l’avevo sfondata e ci era voluto in bel po’prima di convincerla a riprovare). Spingo di nuovo,ora scivola cerco di controllare i miei muscoli per non lasciarmi andare. Entra la cappella ma li lei si stacca.
-no, non ce la faccio mi fa male-.
Monica inizia a insistere, cerca di convincerla. A quel punto intervengo. Mi metto dietro a Monica, la abbraccio, con una mano le prendo un seno, l’altra gliela infilo tra le gambe.
-direi che chiara è stata un’allieva molto capace. Ha già fatto tanto per oggi, ormai è mattina e se non se la sente non se la sente-.
Monica si stacca va verso chiara, la abbraccia.
-va bene, è ora dell’esame allora. Ora non vi fermerò. Chiara goditelo tutto, prendi possesso dei tuoi muscoli e cerca di avere l’orgasmo. Quando Francesco starà per venire, uscirà e tu ti farai venire in faccia.-
prese una sedia e la mise ai bordi del letto. Poi fece sedere me sul bordo. Prese chiara la mise in piedi in modo che mi dava le spalle e la fece scendere su di me. Chiara era seduta su di me. La puntai, lei me lo prese in mano e mi condusse dentro di lei. Monica si mise seduta sulla sedia e inizió a masturbarsi guardandoci. Chiara cominciò a muovere tutti i muscoli, il bacino, iniziò a godere, io stavo per venire, iniziai ad estraniarmi a cercare di pensare ad altro, ci riuscii con estrema fatica quanto bastava per permettere a chiara di avere un orgasmo. Dopo di che bastarono altri due colpi per sentire il fiotto di sperma risalirmi il cazzo. La buttai di lato sul letto, portai veloce il cazzo sulla sua faccia e le esplosi sul viso. Ci mettemmo sdraiati a letto. Monica andò avanti a masturbarsi finché non venne anche lei. Ci addormentammo finché non ci sveglio il telefono di Monica ad ora di pranzo con i suoi genitori che si erano accorti che non era in camera.
-mi sono fermata a dormire da chiara, non volevo svegliarvi perché era tardi, ora arrivo-.
Si danno tutte e due una sciacquata in bagno, si rivestono e se ne vanno.

Per quel che riguarda Monica non l’ho più rivista. I suoi genitori evidentemente non affittarono più la casa non ho la minima idea di che fine abbia fatto.

Chiara tornò l’anno dopo. Una sera scopammo e la mattina dopo parlammo di quello che era successo l’anno prima. Mi spiacque perché la trovai molto pentita. Mi disse che avrebbe voluto perdere la verginità come la sera prima e non con quella serata folle. Mi disse che col senno di poi era stata manipolata da Monica. È vero che erano d’accordo di bere per togliersi le inibizioni ma che quello doveva solo servire per essere più sciolte con i ragazzi e niente invece di quello che successe dopo era stato concordato. Io mi sentivo in colpa. Lei mi disse che non ce l’aveva con me che non potevo sapere tutto. Lei non si era mai opposta e io non avevo fatto nulla di male. Alla fine le era piaciuto, solo non voleva che fosse la prima volta. Era invece molto arrabbiata con Monica e l’accusò di essere una manipolatrice che si era approfittata della sua fiducia.
 

sormarco

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CAPITOLO 4 – CHIARA E MONICA

Chiara e Monica (non è la stessa del capitolo 3) compaiono al campo sportivo del paesino un giorno dal nulla. Vedono un gruppo di ragazzi della loro età e decidono di aggregarsi.

La zia di Chiara è proprietaria di una delle più belle baite del paese ma lei era la prima volta che veniva a fare un vacanza li. 18 anni, era alta circa 165 capelli lisci scuri, occhi verdi. Non era molto bella, anzi non mi piaceva proprio. Fisicamente non era male, nella norma, culo discreto, corporatura normale, seconda di seno. Il viso però proprio non mi piaceva ( e per me è un elemento importante), naso aquilino, volto allungato con un mento importante, pelle grassa con un buon numero di brufoli.

Monica invece si trovava lì perché i genitori per la prima volta avevano affittato una casa vacanze al paesino. Anche lei non era nulla di che. Alta 160, capelli castano ramato lisci, corporatura morbida, ma non certo grassa, terza di seno. Aveva all’epoca 19 anni.

Insomma due ragazze che dicevano poco. Si erano conosciute prima tra loro ad un bar e quindi si erano inserite abbastanza facilmente nel gruppo anche se spesso si isolavano stando tra di loro. Sembravano due tipe tranquille con cui si conversava piacevolmente. Una sera ricordo che eravamo noi 3 al tavolo del bar a bere una birra. Si inizia a parlare di ragazzi/ragazze e viene fuori che Chiara è ancora vergine. Mi dice che non capisce perché nessuno 'la vuole scopare' e mi chiede un opinione. Io sono in imbarazzo estremo perché sono uno sempre schietto e sincero. Penso ' perché non sei completamente cessa ma quasi’ le rispondo
– no ma è che probabilmente ancora non hai incontrato il ragazzo giusto, succede, alla fine è una questione di probabilità, vedrai che arriverà presto…-
e cazzate del genere per arrampicarmi sugli specchi.

Passano le giornate, ogni tanto stanno con noi, ogni tanto spariscono a farsi i cazzi loro, arriviamo all’ultima sera della loro vacanza. C’era una festa organizzata fuori dal paese, andiamo con gli amici ma loro non ci sono. Stiamo un po’,poi la festa si rivela niente di che e decidiamo di tornare su in paese al bar.

È lì che troviamo Monica e Chiara palesemente ubriache, in quella fase in cui ancora fisicamente riesci a stare in piedi ma la mente non capisce più un cazzo e le inibizioni sono saltate. Chiara punta un mio amico, si appiccica a lui stende il braccio facendo scivolare la borsetta e la mano con cui la tiene la appoggia al suo pacco iniziando a massaggiarglielo.

Cerco di capire la situazione, punto Simone, il barista che è nostro coetaneo e gli chiedo. Mi dice che le due sono arrivate lì presto e hanno iniziato a bere come non ci fosse un domani. Sembrava anche abbastanza scocciato -stanno esagerando, mi stanno rompendo il cazzo- e presto avrei capito a cosa si riferiva.

Perché le ragazze cominciano una serie di teatrini che per noi potevano essere eccitanti ma per il barista che è lì a lavorare e ha altri clienti mi rendevo conto fossero fastidiosi.

Le due limonano tra di loro, si palpeggiano, ci provano con i clienti chiedendo di offrirgli da bere. Le scene più calde sono due. Ad un certo punto Monica fa stendere chiara su un tavolino, le alza la maglietta, le mette della vodka nell’ombelico e se la beve. Poi ad un certo punto vanno nel bagno delle ragazze si chiudono li e per un paio di minuti si sente gemere.

Dopo un po’ stanno superando il limite anche per me. Superata l’eccitazione iniziale , mi sembrano solo 2 bimbe minchia che vogliono divertirsi ma che hanno esagerato e non riescono a controllarsi. Iniziano ad essere più moleste che arrapanti.

Dopo un po’ compare Marco, il fratello del barista Simone con degli amici. Le due si avvicinano a loro, fanno le cretine anche lì, poi spariscono un’altra volta in bagno. Mi avvicino a Marco e i suoi amici che sono su di giri. Mi dicono che si sono accordati con le ragazze per portarle a finire la serata in un locale nell’ultimo paese della valle a mezz’ora di macchina da lì e che il loro piano è quello di farle fare le porche in macchina, magari trombarle anche, e poi abbandonarle nel paese 'cosi imparano a fare le troie’.

Penso che sono proprio dei pezzi di merda per fare una cosa del genere ma negli anni ho imparato che i ragazzi del posto possono essere molto stronzi e darti anche grossi problemi quindi decido di farmi i cazzi miei. Poi però mi sento una merda allora mi faccio un piano per salvare il salvabile, poco dopo di loro mi sarei messo in macchina anche io verso quel paese in modo da essere li a recuperarle quando le merde se ne sarebbero andati. Avrei anche chiesto a qualche amico con la testa sulle spalle di accompagnarmi spiegandogli la situazione anche se di mettermi in macchina alle due di notte per la valle con l’idea di spararmi un’ora di guida almeno tra andare e tornare proprio non ne avevo voglia.

Mentre rimugino su tutto questo arriva Monica e si siede a fianco a me. Mi chiede se le offro da bere. Io di spendere soldi per sta minchiona proprio non ne ho voglia e tergiverso. Parliamo un po’, lei ubriaca ride e dice cose senza senso poi ad un certo punto mi fa
-ho proprio voglia di… scopare!-
- beh mi sembra che tu e la tua amica vi stiate impegnando, avanti così fate un bella orgia qui nel locale-
lei cambia tono diventa più seria e consapevole
– no le orge non mi piacciono, troppa gente, magari piuttosto una bella cosa a tre, li ci arrivo, anzi mi piace farlo-.
Ho sempre pensato che uno dei vantaggi che ho avuto con le ragazze sia stato fin da giovane la capacità di lettura delle situazioni. Quella sua frase, detta in quel modo e con quel tono, come in qualche film giallo di colpo fece partire le mie sinapsi e mettere insieme tutti i pezzi del puzzle.

Monica non era ubriaca, o almeno non era ubriaca marcia, sicuramente aveva bevuto e aveva un bel po’di inibizioni in meno, ma era consapevole di cosa stesse accadendo e anzi lo stava guidando. Era evidentemente una libera sessualmente a cui piaceva andare oltre il classico rapporto uno ad uno e soprattutto era evidentemente bisessuale. Stava giocando con la sua amica, lei si invece davvero ubriaca marcia e ignara. Ora che la situazione mi era chiara era il momento di scendere in campo e giocarmi le mie carte.

Monica a quel punto mi chiede una sigaretta e io le dico di no. Apro una parentesi, col fatto che io per fortuna problemi di soldi non ne avevo non rimanevo mai senza sigarette, il risultato era che ero diventato il tabaccaio degli scrocconi del gruppo. Compravo un pacchetto al giorno e ne fumavo la metà e sta situazione stava iniziando a cagarmi il cazzo.

Davanti al mio rifiuto lei si avvicina a mi mette una mano sul pacco e inizia a massaggiarmelo al che io la guardo.
-Monica senti dobbiamo fare un discorso serio io e te e magari un accordo quindi ora devi metterti un attimo seria e ascoltarmi-
lei mi toglie la mano dal pacco e si mette seria, per il massimo che potesse fare una che comunque di roba ne aveva bevuta quella sera.
-senti i ragazzi con cui vi siete accordate per salire all’altro locale sono dei coglioni. Vogliono portarvi su e abbandonarvi lì per ‘punizione’ perché stasera qui state facendo un po’troppo scompiglio-
mi spiace Marco, anzi no vaffanculo e fottiti, uno perché tu e i tuoi amici siete degli stronzi e due perché è arrivato il momento in questa storia di giocarmi il mio vantaggio.
-quindi per favore non andate su con loro perché non ho alcuna intenzione di prendere la macchina in mezzo alla notte e salire a recuperarvi, lo dico a te perché mi sembri un po’ più lucida di chiara-
-ok-
- bene, punto numero due se stasera volete divertirvi se vi va potete venire da me e ci divertiamo noi e… facciamo divertire la tua amica-
era il momento di capire se avevo intuito giusto e se mi ero giocato le mie carte bene. Monica avvicina la bocca al mio orecchio e mi dice
– va bene, ma prima la scopo io… e mi dai la sigaretta-
Per un secondo mi feci i complimenti da solo per la capacità di lettura poi diedi a Monica tutto il pacchetto che mi rimaneva.
-bene, senti non voglio avere problemi con i ragazzi del posto quindi cerchiamo di essere discreti. Prendi la tua amica e con una scusa, non so tipo che dovete fare una telefonata, allontanatevi verso il retro del locale e poi andate al parcheggio sotterraneo, ci vediamo lì . Io vi raggiungo con calma dopo cinque minuti prendendo un’altra direzione e poi dal parcheggio andiamo a casa mia, ok?-
- ok-
-ah Monica, non dire nulla a chiara, voglio vedere la sua reazione quando capirà cosa abbiamo in mente-.

Monica si allontana, raggiunge chiara, le due parlano un attimo, poi si allontanano. Vedo che tutti sono impegnati in altro e nessuno nota le due ragazze allontanarsi. Bene, il rischio era che qualcuno le intercettasse, le tirasse in mezzo in qualche discorso e che Monica cambiasse idea. Tiro fuori dalla giacca il mio pacchetto di scorta di sigarette. Lo apro, me ne fumo una. Poi saluto tutti dicendo che sono stanco e mi avvio verso il parcheggio.

Arrivo lì, scendo la rampa ed entro. Ci sono parecchie auto ma non vedo Monica e Chiara. Capace che Monica si sia tirata indietro. Mi maledico, dovevo trovare una scusa per andare via con loro. Poi però sento un rumore, giro intorno a delle macchine e inizio a scorgere due figure ben nascoste dietro un’auto in fondo in un angolo del parcheggio. Quando le scorgo bene inizia a venirmi duro. La situazione è molto più avanti di quello che aspettavo. Chiara è appoggiata alla portiera della macchina con la schiena. Ha la camicetta completamente sbottonata davanti e le tette fuori dal reggiseno. Indossa una gonna corta e collant neri. I collant sono abbassati. Monica le sta leccando un seno e la sta masturbando. Ha la testa appoggiata alla macchina e gli occhi chiusi. Io mi avvicino. Chiara sente i miei passi, apre gli occhi mi vede e si pietrifica. Monica si ferma. Chiara è palesemente bloccata nel panico e non sa che fare, sembra spaventata. Monica riprende a masturbarla guardandomi come a dirle ‘ è tutto ok, fa parte del gioco’, chiara lentamente si rilassa di nuovo. A quel punto riprendo ad avvicinarmi, non so bene cosa fare, in futuro ci saranno altre occasioni, ma quella è la prima volta che mi appresto a fare una cosa a tre. Anche se l’idea non mi piace dovrò farmi guidare da Monica. Arrivo dalle due ragazze e mi metto ad osservare. Come mi aspettavo chiara tutto sommato non è male fisicamente. Un bel seno, pancia piatta, la mano di Monica è infilata sotto la gonna che ancora indossa quindi non riesco a vedere più giù. Inizio a baciarla sul collo mentre Monica continua a masturbarla. Passa poco prima che la nostra ‘vittima’ abbia un orgasmo. In quel momento percepisco tutta l’eccitazione e la perversione di Monica, anche oltre quello che mi aspettavo quando guarda chiara, le accarezza il viso e le dice
-era il tuo primo orgasmo?-
-no-
- perché ti masturbi?-
-si -
-ma era il tuo primo orgasmo provocato da qualcun altro ?-
-si-
E in quel momento le si illuminano gli occhi. Propongo alle ragazze di andare a casa mia. Chiara si sistema e ci avviamo.

Arriviamo a casa mia e ci mettiamo in camera da letto. Chiara mi chiede di andare in bagno. Rimaniamo io e Monica. Gli effetti dell’alcol su di lei sono definitamente svaniti. Non so se aveva notato qualche mia titubanza prima ma mi fa
– ti è mai capitato di fare sesso a tre?-
- no, onestamente no sarebbe la prima volta-
- ok senti, io stanotte mi voglio divertire. Mentre venivano qui mi sono già fatta il film di come vorrei che andassero le cose quindi tu fai quello che dico e vedrai che ti diverti anche tu-
- ok-
-hai dell’alcol in casa? -
apro un mobile e tiro fuori una bottiglia di vodka alla menta
-perfetto senza esagerare ma ogni tanto bisogna farla bere un po’-
io faccio la faccia un po’ dubbiosa e lei
– me lo ha detto lei, stai tranquillo che è tutto concordato. È stata lei a chiedermi di fare qualcosa di pazzo stasera, abbiamo programmato questa serata già da diversi giorni. Lei è un po’bloccata e ha la fissa che gli uomini non se la caghino, siamo d’accordo che lei beve per togliere le inibizioni e che si lascia guidare da me-. Dentro di me penso sarcastico ' e tu fai tutto questo disinteressata per farla sbloccare, che brava amica eh’. Lei riprende
- adesso quando ritorna tu la prendi da dietro e la spogli. Io la prendo davanti e la bacio sul corpo. Puoi toccarla ma niente di più. Poi ti metti su quella sedia e ci lasci divertire, ti dico io quando puoi unirti.-
-ok va bene-.

Chiara rientra in camera. Io eseguo le istruzioni di Monica. Non mi piace non essere in controllo del gioco ma riconoscevo che in quella situazione affidarsi a Monica avrebbe portato al miglior risultato. Mi metto dietro chiara, le appoggio il pacco al sedere facendoglielo sentire, le prendo i seni da dietro, morbidi, inizio a slacciare la camicetta e gliela sfilo, chiara è di fronte che la bacia sul collo. Slacciò il reggiseno liberando le tette che nel frattempo si sono indurire. Mi piego, le sfilo in sequenza gli stivali, la gonna e i collant. Indossa un perizoma finissimo che si perde nel culo. Non indossi una roba del genere se non hai idea di dare battaglia. Sfilo anche quello rivelando una fighetta ben curata, con una striscia di pelo.

Monica la fa sedere sul letto, io mi siedo sulla sedia. Prende la vodka, ne beve un sorso lei e ne fa bere uno a chiara. Si rimette nell’atteggiamento un po’ da finta ubriaca, ride e dice
– bene chiara ora, se ti va, stanotte ti insegnerò tutto sul sesso e Francesco mi farà da assistente-
La ragazza annuisce, Monica le da un altro sorso di vodka. La fa sdraiare sul letto, le prende una mano e la gliela fa appoggiare sulla figa muovendogliela e portandola a masturbarsi. La lascia lì. Io sono seduto esattamente di fronte al letto. Vedo il corpo di chiara sdraiato di fronte a me. Le gambe con le ginocchia piegate e aperte e la sua mano che lavora su se stessa. Mentre si masturba Monica viene da me sussurrandomi
– faccio veloce, voglio solo essere la prima a entrarle dentro, poi faccio intervenire anche te -.
E mi dà in bacio

Per me onestamente quella sera va bene qualunque cosa, mi ritrovo in una situazione ben oltre quello che avrei immaginato. Mi aspettavo con un po’di imbarazzo di dover condurre due inesperte tanto quanto me in queste cose a farci un po’ di sesso orale e magari scopare solo con Monica dato che in tutto ciò chiara era vergine. Mi trovavo invece con una guida perversa che aveva programmato se non tutto quasi e una che pur di togliersi lo stampo di vergine di dosso era disposta a sottostare ai piani dell’ ‘amica’.

Monica iniziò a spogliarsi da sola. Mi colpì perché era un altro segno evidente che lei era eccitata dalla situazione, dall’avere due persone a cui dare ordini e non tanto invece dal contatto fisico. Si sfilò scarpe, felpa, maglietta e jeans rimanendo in intimo. Poi meccanicamente tolse anche quello. Aveva qualche rotolino e un po’di pancetta ma tutto nella norma. La figa rasata. Si stende di fianco a chiara, le leva la sua mano e la sostituisce, la massaggia un minuto poi le infila il medio dentro. Chiara ha un ansimo forte ma si rilassa subito e si gode il dito che la penetra sapientemente. Ancora una volta le perversioni di Monica vengono fuori
– quando ti masturbi infili le dita o ti tocchi soltanto? -
- mi tocco soltanto-
- quindi è la prima volta che hai qualcosa dentro?-
-si-
-come immaginavo-
risponde eccitata e infila anche l’indice mentre chiara ansima sempre più forte. Prosegue a masturbarla un paio di minuti non di più, poi si rialza e fa rimettere chiara seduta a letto. Mi fa segno di avvicinarmi. Io mi alzo dalla sedia e mi avvicino a letto. Monica guarda tutti e due, prende un altro sorso di vodka, poi ne da uno a me e un altro a chiara.
-ok, ora giochiamo insieme, dovete fidarvi di me e ci divertiremo tutti e tre-
io dico ‘va bene’, chiara annuisce. Monica riprende
-giochiamo, che poi è la verità, che stanotte chiara devo insegnarti più cose possibili del sesso, Francesco ci assisterà. Io da brava insegnante ti darò delle dimostrazioni pratiche e tu eseguirai dopo di me. Ora Francesco per favore spogliati-.
Io un pezzo alla volta mi sfilo tutto rimanendo nudo con il cazzo che è già un palo di marmo. Mi diverte vedere le due reazioni diverse. Monica è quasi indifferente, chiara sembra una bambina davanti al gelato. Monica la guarda
– ne avevi mai visto uno dal vivo così vicino?-
-no-
- toccalo-.
La mano inesperta di chiara arriva sul mio cazzo toccandolo un po’
-ora fagli una sega-
chiara lo impugna e inizia a segarmelo
– lo sai come si fa però… ti guardi i porno eh?-
mettendosi a ridere. Anche chiara ride e annuisce. È un bene perché da quel momento pur rimanendo l’eccitazione la tensione che c’era si distende un po’.
-se ti guardi i porno allora avrai anche visto fare i pompino. Fagliene uno-.
La bocca di chiara si avvicina al mio membro e inizia a succhiarmelo. Il pompino di una completamente inesperta che succhiava tipo avesse tra le mani un calippo, ma io ero più che soddisfatto così. Monica le dice
-aspetta prova a fare così-
me lo prende in bocca tirando tre ciucciate magistrali fino quasi in fondo,poi lo lascia di nuovo. Chiara prova a replicare, meglio del primo tentativo sicuramente. Monica interviene di nuovo
-bene, ora ricorda che il sesso è uno scambio alla pari, non sei la sua bambolina, anche lui deve darsi da fare- . La fa stendere, le allarga le gambe e mi fa segno di leccarla. Io eseguo, trovo tutto già bello lubrificato per cui dopo qualche secondo infilo il medio dentro e la masturbo leccando il clitoride. Chiara inizia a gemere rumorosamente.

Poco dopo Monica mi tira su per le spalle, fa sedere di nuovo chiara.
– bene, dopo l’overview sui preliminari passiamo al sesso vero. Francesco per favore sdraiati a pancia in su-
Io eseguo e Monica viene a cavalcioni su di me. Alza il bacino, fa scorrere il cazzo lungo il clitoride e se lo infila dentro. Guarda chiara
– sta tutto nell’imparare a controllare bene la muscolatura del tuo pavimento pelvico. Senti i muscoli, muovili contraili e cerca il modo in cui provi piacere. Il gioco è più questo, non tanto fare su e giù, quello funziona e lo sfrutti solo se controlli bene questa parte-.
Mentre dice tutto questo muove il bacino su di me, sento i suoi muscoli contrarsi, qualche smorfia di piacere. Poi si toglie e fa segno a chiara di prendere il suo posto. Per la prima volta vedo la ragazza davvero titubante. Intervengo
– se non te la senti ci fermiamo-
- no no voglio, sono solo un po’ imbarazzata e impacciata.-
Sale su di me . Con una mano allarga un po’le sue labbra, con l’altra mi prende l’asta per condurla dentro. Anche Monica mi prende il cazzo con la mano e la aiuta a perforare la via. Entro dentro, chiara geme. È stretta, è come se la sua figa si fosse stretta a ventosa intorno al mio cazzo. Era parecchio che non ne sentivo una così. Prova a contrarre i muscoli e muovere il bacino come le ha fatto vedere Monica. Godiamo entrambi. Inizio a muovermi anch’io. La prendo per il sedere e inizio anche io a scoparla. Chiara inizia a gemere più forte ma li Monica ci ferma
-piano abbiamo altre cosa da provare-. Esco, ci rimettiamo seduti. Abbraccio chiara
-stai bene? Ti è piaciuto?-
- si tutto bene grazie-.
Monica riprende
-ora proviamo la pecorina-
si stende sul letto a 90.
-secondo me il modo per godere di più è stendersi totalmente con il busto aderente al letto, inarcare la schiena. Devi portare il culo bello in fuori. I muscoli devono essere tesi ma non rigidi. Così trovi quel giusto mix per cui senti bene il cazzo ma senza che ti faccia male-
Mi metto dietro di lei. Sembra fatta d’acciaio ma mi mostra la sua figa che cola, segno che non è indifferente a tutto. Entro, le do un po’di colpi, anche qui non più di 10 prima che si stacchi e dica a chiara che tocca a lei. È evidente che per lei l’eccitazione viene dalla situazione e che trombare diventa secondario. Chiara si mette a pecorina mostrandomi un bel culo sodo su cui fino a quel momento non avevo posto molta attenzione. Cerca di imitare il più possibile la posizione di Monica. La penetro, gode, godo anche io , sento le sue pareti strusciare su ogni lato del mio pene. Prendo a scoparla più forte ma anche qui Monica ci ferma. Non vuole che ci lasciamo andare, deve tenerci sotto controllo.
– bene ora vediamo cosa potrei insegnarti… si questo, come farsi scopare in piedi in braccio. Questo prima te lo spiego e poi ti faccio vedere perché non so se riesco a parlare mentre lo faccio. Il segreto è essere morbida e rilassata. Se ti irrigidisci per lui è impossibile tenerti. Solo la parte alta del corpo è leggermente più rigida per appoggiarsi alle sue spalle, il resto del corpo deve essere a peso morto.-
si mette in piedi sul letto mi fa segno di avvicinarsi, mette le braccia intorno al mio collo. Io la prendo con le braccia sotto le cosce facendole da seggiolino. Col cazzo trovo la fessura e iniziamo a scopare. Per la prima volta mi sembra cedere perché dopo qualche colpo inizia a mugugnare e con le mani mi accarezza i capelli. La sento godere, mi dice
-basta-
allora io la scopo più forte. Per qualche secondo sembra lasciarsi andare, fa qualche urlo poi più forte mi dice ancora
-basta-.
Mi fermo, scende, guarda chiara
– ora tu-.
Chiara prova a replicare ma questa lezione è un Epic fail. Chiara sta troppo rigida, mi sembra pesantissima e non riesco a trovare l’equilibrio. Caschiamo, riproviamo, riesco ad entrare dentro di lei qualche secondo ma poi perdiamo di nuovo l’equilibrio. Rinunciamo. Monica va alla sua borsetta e tira fuori una boccetta di gel lubrificante.
-la figa non è l’unico buco con cui puoi godere-.
Si rimette a pecora sul letto e mi passa il gel. Mi metto dietro di lei, spruzzo il gel sull’ano e lo massaggio un po’, poi lo spruzzo anche sul mio cazzo e lo spalmo su tutta la superfice. Appoggio la punta all’ano, lei mi dice
-va giù senza problemi-
io inizio a spingere ed entro fino in fondo. Inizio a scoparle il culo con poca opposizione. È evidentemente molto abituata all’anale e di gente la dentro ne deve essere passata. Andiamo avanti così qualche minuto, lei partecipe ma meno di prima,poi si stacca. Guarda chiara
-ora tu-.
Chiara qui è più intimorita, non se la sente. Monica la tranquillizza.
-senti facciamo così, fidati di me, tu prova. Se poi senti troppo male o non ti piace o non te la senti ti stacchi. Francesco farà molto piano.-
La convince, chiara si mette a pecorina io spalmo il gel anche a lei e di nuovo su di me. Appoggio la punta del cazzo sull’ano, spingo, niente non entra. Nonostante il gel è strettissimo. Ho paura spingendo più forte poi di non controllarmi e andare dentro tutto secco (mi era successo alla prima volta che provavo l’anale con la mia fidanzatina al liceo, l’avevo sfondata e ci era voluto in bel po’prima di convincerla a riprovare). Spingo di nuovo,ora scivola cerco di controllare i miei muscoli per non lasciarmi andare. Entra la cappella ma li lei si stacca.
-no, non ce la faccio mi fa male-.
Monica inizia a insistere, cerca di convincerla. A quel punto intervengo. Mi metto dietro a Monica, la abbraccio, con una mano le prendo un seno, l’altra gliela infilo tra le gambe.
-direi che chiara è stata un’allieva molto capace. Ha già fatto tanto per oggi, ormai è mattina e se non se la sente non se la sente-.
Monica si stacca va verso chiara, la abbraccia.
-va bene, è ora dell’esame allora. Ora non vi fermerò. Chiara goditelo tutto, prendi possesso dei tuoi muscoli e cerca di avere l’orgasmo. Quando Francesco starà per venire, uscirà e tu ti farai venire in faccia.-
prese una sedia e la mise ai bordi del letto. Poi fece sedere me sul bordo. Prese chiara la mise in piedi in modo che mi dava le spalle e la fece scendere su di me. Chiara era seduta su di me. La puntai, lei me lo prese in mano e mi condusse dentro di lei. Monica si mise seduta sulla sedia e inizió a masturbarsi guardandoci. Chiara cominciò a muovere tutti i muscoli, il bacino, iniziò a godere, io stavo per venire, iniziai ad estraniarmi a cercare di pensare ad altro, ci riuscii con estrema fatica quanto bastava per permettere a chiara di avere un orgasmo. Dopo di che bastarono altri due colpi per sentire il fiotto di sperma risalirmi il cazzo. La buttai di lato sul letto, portai veloce il cazzo sulla sua faccia e le esplosi sul viso. Ci mettemmo sdraiati a letto. Monica andò avanti a masturbarsi finché non venne anche lei. Ci addormentammo finché non ci sveglio il telefono di Monica ad ora di pranzo con i suoi genitori che si erano accorti che non era in camera.
-mi sono fermata a dormire da chiara, non volevo svegliarvi perché era tardi, ora arrivo-.
Si danno tutte e due una sciacquata in bagno, si rivestono e se ne vanno.

Per quel che riguarda Monica non l’ho più rivista. I suoi genitori evidentemente non affittarono più la casa non ho la minima idea di che fine abbia fatto.

Chiara tornò l’anno dopo. Una sera scopammo e la mattina dopo parlammo di quello che era successo l’anno prima. Mi spiacque perché la trovai molto pentita. Mi disse che avrebbe voluto perdere la verginità come la sera prima e non con quella serata folle. Mi disse che col senno di poi era stata manipolata da Monica. È vero che erano d’accordo di bere per togliersi le inibizioni ma che quello doveva solo servire per essere più sciolte con i ragazzi e niente invece di quello che successe dopo era stato concordato. Io mi sentivo in colpa. Lei mi disse che non ce l’aveva con me che non potevo sapere tutto. Lei non si era mai opposta e io non avevo fatto nulla di male. Alla fine le era piaciuto, solo non voleva che fosse la prima volta. Era invece molto arrabbiata con Monica e l’accusò di essere una manipolatrice che si era approfittata della sua fiducia.
Bell'esperienze
 

leofuoco

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CAPITOLO 4 – CHIARA E MONICA

Chiara e Monica (non è la stessa del capitolo 3) compaiono al campo sportivo del paesino un giorno dal nulla. Vedono un gruppo di ragazzi della loro età e decidono di aggregarsi.

La zia di Chiara è proprietaria di una delle più belle baite del paese ma lei era la prima volta che veniva a fare un vacanza li. 18 anni, era alta circa 165 capelli lisci scuri, occhi verdi. Non era molto bella, anzi non mi piaceva proprio. Fisicamente non era male, nella norma, culo discreto, corporatura normale, seconda di seno. Il viso però proprio non mi piaceva ( e per me è un elemento importante), naso aquilino, volto allungato con un mento importante, pelle grassa con un buon numero di brufoli.

Monica invece si trovava lì perché i genitori per la prima volta avevano affittato una casa vacanze al paesino. Anche lei non era nulla di che. Alta 160, capelli castano ramato lisci, corporatura morbida, ma non certo grassa, terza di seno. Aveva all’epoca 19 anni.

Insomma due ragazze che dicevano poco. Si erano conosciute prima tra loro ad un bar e quindi si erano inserite abbastanza facilmente nel gruppo anche se spesso si isolavano stando tra di loro. Sembravano due tipe tranquille con cui si conversava piacevolmente. Una sera ricordo che eravamo noi 3 al tavolo del bar a bere una birra. Si inizia a parlare di ragazzi/ragazze e viene fuori che Chiara è ancora vergine. Mi dice che non capisce perché nessuno 'la vuole scopare' e mi chiede un opinione. Io sono in imbarazzo estremo perché sono uno sempre schietto e sincero. Penso ' perché non sei completamente cessa ma quasi’ le rispondo
– no ma è che probabilmente ancora non hai incontrato il ragazzo giusto, succede, alla fine è una questione di probabilità, vedrai che arriverà presto…-
e cazzate del genere per arrampicarmi sugli specchi.

Passano le giornate, ogni tanto stanno con noi, ogni tanto spariscono a farsi i cazzi loro, arriviamo all’ultima sera della loro vacanza. C’era una festa organizzata fuori dal paese, andiamo con gli amici ma loro non ci sono. Stiamo un po’,poi la festa si rivela niente di che e decidiamo di tornare su in paese al bar.

È lì che troviamo Monica e Chiara palesemente ubriache, in quella fase in cui ancora fisicamente riesci a stare in piedi ma la mente non capisce più un cazzo e le inibizioni sono saltate. Chiara punta un mio amico, si appiccica a lui stende il braccio facendo scivolare la borsetta e la mano con cui la tiene la appoggia al suo pacco iniziando a massaggiarglielo.

Cerco di capire la situazione, punto Simone, il barista che è nostro coetaneo e gli chiedo. Mi dice che le due sono arrivate lì presto e hanno iniziato a bere come non ci fosse un domani. Sembrava anche abbastanza scocciato -stanno esagerando, mi stanno rompendo il cazzo- e presto avrei capito a cosa si riferiva.

Perché le ragazze cominciano una serie di teatrini che per noi potevano essere eccitanti ma per il barista che è lì a lavorare e ha altri clienti mi rendevo conto fossero fastidiosi.

Le due limonano tra di loro, si palpeggiano, ci provano con i clienti chiedendo di offrirgli da bere. Le scene più calde sono due. Ad un certo punto Monica fa stendere chiara su un tavolino, le alza la maglietta, le mette della vodka nell’ombelico e se la beve. Poi ad un certo punto vanno nel bagno delle ragazze si chiudono li e per un paio di minuti si sente gemere.

Dopo un po’ stanno superando il limite anche per me. Superata l’eccitazione iniziale , mi sembrano solo 2 bimbe minchia che vogliono divertirsi ma che hanno esagerato e non riescono a controllarsi. Iniziano ad essere più moleste che arrapanti.

Dopo un po’ compare Marco, il fratello del barista Simone con degli amici. Le due si avvicinano a loro, fanno le cretine anche lì, poi spariscono un’altra volta in bagno. Mi avvicino a Marco e i suoi amici che sono su di giri. Mi dicono che si sono accordati con le ragazze per portarle a finire la serata in un locale nell’ultimo paese della valle a mezz’ora di macchina da lì e che il loro piano è quello di farle fare le porche in macchina, magari trombarle anche, e poi abbandonarle nel paese 'cosi imparano a fare le troie’.

Penso che sono proprio dei pezzi di merda per fare una cosa del genere ma negli anni ho imparato che i ragazzi del posto possono essere molto stronzi e darti anche grossi problemi quindi decido di farmi i cazzi miei. Poi però mi sento una merda allora mi faccio un piano per salvare il salvabile, poco dopo di loro mi sarei messo in macchina anche io verso quel paese in modo da essere li a recuperarle quando le merde se ne sarebbero andati. Avrei anche chiesto a qualche amico con la testa sulle spalle di accompagnarmi spiegandogli la situazione anche se di mettermi in macchina alle due di notte per la valle con l’idea di spararmi un’ora di guida almeno tra andare e tornare proprio non ne avevo voglia.

Mentre rimugino su tutto questo arriva Monica e si siede a fianco a me. Mi chiede se le offro da bere. Io di spendere soldi per sta minchiona proprio non ne ho voglia e tergiverso. Parliamo un po’, lei ubriaca ride e dice cose senza senso poi ad un certo punto mi fa
-ho proprio voglia di… scopare!-
- beh mi sembra che tu e la tua amica vi stiate impegnando, avanti così fate un bella orgia qui nel locale-
lei cambia tono diventa più seria e consapevole
– no le orge non mi piacciono, troppa gente, magari piuttosto una bella cosa a tre, li ci arrivo, anzi mi piace farlo-.
Ho sempre pensato che uno dei vantaggi che ho avuto con le ragazze sia stato fin da giovane la capacità di lettura delle situazioni. Quella sua frase, detta in quel modo e con quel tono, come in qualche film giallo di colpo fece partire le mie sinapsi e mettere insieme tutti i pezzi del puzzle.

Monica non era ubriaca, o almeno non era ubriaca marcia, sicuramente aveva bevuto e aveva un bel po’di inibizioni in meno, ma era consapevole di cosa stesse accadendo e anzi lo stava guidando. Era evidentemente una libera sessualmente a cui piaceva andare oltre il classico rapporto uno ad uno e soprattutto era evidentemente bisessuale. Stava giocando con la sua amica, lei si invece davvero ubriaca marcia e ignara. Ora che la situazione mi era chiara era il momento di scendere in campo e giocarmi le mie carte.

Monica a quel punto mi chiede una sigaretta e io le dico di no. Apro una parentesi, col fatto che io per fortuna problemi di soldi non ne avevo non rimanevo mai senza sigarette, il risultato era che ero diventato il tabaccaio degli scrocconi del gruppo. Compravo un pacchetto al giorno e ne fumavo la metà e sta situazione stava iniziando a cagarmi il cazzo.

Davanti al mio rifiuto lei si avvicina a mi mette una mano sul pacco e inizia a massaggiarmelo al che io la guardo.
-Monica senti dobbiamo fare un discorso serio io e te e magari un accordo quindi ora devi metterti un attimo seria e ascoltarmi-
lei mi toglie la mano dal pacco e si mette seria, per il massimo che potesse fare una che comunque di roba ne aveva bevuta quella sera.
-senti i ragazzi con cui vi siete accordate per salire all’altro locale sono dei coglioni. Vogliono portarvi su e abbandonarvi lì per ‘punizione’ perché stasera qui state facendo un po’troppo scompiglio-
mi spiace Marco, anzi no vaffanculo e fottiti, uno perché tu e i tuoi amici siete degli stronzi e due perché è arrivato il momento in questa storia di giocarmi il mio vantaggio.
-quindi per favore non andate su con loro perché non ho alcuna intenzione di prendere la macchina in mezzo alla notte e salire a recuperarvi, lo dico a te perché mi sembri un po’ più lucida di chiara-
-ok-
- bene, punto numero due se stasera volete divertirvi se vi va potete venire da me e ci divertiamo noi e… facciamo divertire la tua amica-
era il momento di capire se avevo intuito giusto e se mi ero giocato le mie carte bene. Monica avvicina la bocca al mio orecchio e mi dice
– va bene, ma prima la scopo io… e mi dai la sigaretta-
Per un secondo mi feci i complimenti da solo per la capacità di lettura poi diedi a Monica tutto il pacchetto che mi rimaneva.
-bene, senti non voglio avere problemi con i ragazzi del posto quindi cerchiamo di essere discreti. Prendi la tua amica e con una scusa, non so tipo che dovete fare una telefonata, allontanatevi verso il retro del locale e poi andate al parcheggio sotterraneo, ci vediamo lì . Io vi raggiungo con calma dopo cinque minuti prendendo un’altra direzione e poi dal parcheggio andiamo a casa mia, ok?-
- ok-
-ah Monica, non dire nulla a chiara, voglio vedere la sua reazione quando capirà cosa abbiamo in mente-.

Monica si allontana, raggiunge chiara, le due parlano un attimo, poi si allontanano. Vedo che tutti sono impegnati in altro e nessuno nota le due ragazze allontanarsi. Bene, il rischio era che qualcuno le intercettasse, le tirasse in mezzo in qualche discorso e che Monica cambiasse idea. Tiro fuori dalla giacca il mio pacchetto di scorta di sigarette. Lo apro, me ne fumo una. Poi saluto tutti dicendo che sono stanco e mi avvio verso il parcheggio.

Arrivo lì, scendo la rampa ed entro. Ci sono parecchie auto ma non vedo Monica e Chiara. Capace che Monica si sia tirata indietro. Mi maledico, dovevo trovare una scusa per andare via con loro. Poi però sento un rumore, giro intorno a delle macchine e inizio a scorgere due figure ben nascoste dietro un’auto in fondo in un angolo del parcheggio. Quando le scorgo bene inizia a venirmi duro. La situazione è molto più avanti di quello che aspettavo. Chiara è appoggiata alla portiera della macchina con la schiena. Ha la camicetta completamente sbottonata davanti e le tette fuori dal reggiseno. Indossa una gonna corta e collant neri. I collant sono abbassati. Monica le sta leccando un seno e la sta masturbando. Ha la testa appoggiata alla macchina e gli occhi chiusi. Io mi avvicino. Chiara sente i miei passi, apre gli occhi mi vede e si pietrifica. Monica si ferma. Chiara è palesemente bloccata nel panico e non sa che fare, sembra spaventata. Monica riprende a masturbarla guardandomi come a dirle ‘ è tutto ok, fa parte del gioco’, chiara lentamente si rilassa di nuovo. A quel punto riprendo ad avvicinarmi, non so bene cosa fare, in futuro ci saranno altre occasioni, ma quella è la prima volta che mi appresto a fare una cosa a tre. Anche se l’idea non mi piace dovrò farmi guidare da Monica. Arrivo dalle due ragazze e mi metto ad osservare. Come mi aspettavo chiara tutto sommato non è male fisicamente. Un bel seno, pancia piatta, la mano di Monica è infilata sotto la gonna che ancora indossa quindi non riesco a vedere più giù. Inizio a baciarla sul collo mentre Monica continua a masturbarla. Passa poco prima che la nostra ‘vittima’ abbia un orgasmo. In quel momento percepisco tutta l’eccitazione e la perversione di Monica, anche oltre quello che mi aspettavo quando guarda chiara, le accarezza il viso e le dice
-era il tuo primo orgasmo?-
-no-
- perché ti masturbi?-
-si -
-ma era il tuo primo orgasmo provocato da qualcun altro ?-
-si-
E in quel momento le si illuminano gli occhi. Propongo alle ragazze di andare a casa mia. Chiara si sistema e ci avviamo.

Arriviamo a casa mia e ci mettiamo in camera da letto. Chiara mi chiede di andare in bagno. Rimaniamo io e Monica. Gli effetti dell’alcol su di lei sono definitamente svaniti. Non so se aveva notato qualche mia titubanza prima ma mi fa
– ti è mai capitato di fare sesso a tre?-
- no, onestamente no sarebbe la prima volta-
- ok senti, io stanotte mi voglio divertire. Mentre venivano qui mi sono già fatta il film di come vorrei che andassero le cose quindi tu fai quello che dico e vedrai che ti diverti anche tu-
- ok-
-hai dell’alcol in casa? -
apro un mobile e tiro fuori una bottiglia di vodka alla menta
-perfetto senza esagerare ma ogni tanto bisogna farla bere un po’-
io faccio la faccia un po’ dubbiosa e lei
– me lo ha detto lei, stai tranquillo che è tutto concordato. È stata lei a chiedermi di fare qualcosa di pazzo stasera, abbiamo programmato questa serata già da diversi giorni. Lei è un po’bloccata e ha la fissa che gli uomini non se la caghino, siamo d’accordo che lei beve per togliere le inibizioni e che si lascia guidare da me-. Dentro di me penso sarcastico ' e tu fai tutto questo disinteressata per farla sbloccare, che brava amica eh’. Lei riprende
- adesso quando ritorna tu la prendi da dietro e la spogli. Io la prendo davanti e la bacio sul corpo. Puoi toccarla ma niente di più. Poi ti metti su quella sedia e ci lasci divertire, ti dico io quando puoi unirti.-
-ok va bene-.

Chiara rientra in camera. Io eseguo le istruzioni di Monica. Non mi piace non essere in controllo del gioco ma riconoscevo che in quella situazione affidarsi a Monica avrebbe portato al miglior risultato. Mi metto dietro chiara, le appoggio il pacco al sedere facendoglielo sentire, le prendo i seni da dietro, morbidi, inizio a slacciare la camicetta e gliela sfilo, chiara è di fronte che la bacia sul collo. Slacciò il reggiseno liberando le tette che nel frattempo si sono indurire. Mi piego, le sfilo in sequenza gli stivali, la gonna e i collant. Indossa un perizoma finissimo che si perde nel culo. Non indossi una roba del genere se non hai idea di dare battaglia. Sfilo anche quello rivelando una fighetta ben curata, con una striscia di pelo.

Monica la fa sedere sul letto, io mi siedo sulla sedia. Prende la vodka, ne beve un sorso lei e ne fa bere uno a chiara. Si rimette nell’atteggiamento un po’ da finta ubriaca, ride e dice
– bene chiara ora, se ti va, stanotte ti insegnerò tutto sul sesso e Francesco mi farà da assistente-
La ragazza annuisce, Monica le da un altro sorso di vodka. La fa sdraiare sul letto, le prende una mano e la gliela fa appoggiare sulla figa muovendogliela e portandola a masturbarsi. La lascia lì. Io sono seduto esattamente di fronte al letto. Vedo il corpo di chiara sdraiato di fronte a me. Le gambe con le ginocchia piegate e aperte e la sua mano che lavora su se stessa. Mentre si masturba Monica viene da me sussurrandomi
– faccio veloce, voglio solo essere la prima a entrarle dentro, poi faccio intervenire anche te -.
E mi dà in bacio

Per me onestamente quella sera va bene qualunque cosa, mi ritrovo in una situazione ben oltre quello che avrei immaginato. Mi aspettavo con un po’di imbarazzo di dover condurre due inesperte tanto quanto me in queste cose a farci un po’ di sesso orale e magari scopare solo con Monica dato che in tutto ciò chiara era vergine. Mi trovavo invece con una guida perversa che aveva programmato se non tutto quasi e una che pur di togliersi lo stampo di vergine di dosso era disposta a sottostare ai piani dell’ ‘amica’.

Monica iniziò a spogliarsi da sola. Mi colpì perché era un altro segno evidente che lei era eccitata dalla situazione, dall’avere due persone a cui dare ordini e non tanto invece dal contatto fisico. Si sfilò scarpe, felpa, maglietta e jeans rimanendo in intimo. Poi meccanicamente tolse anche quello. Aveva qualche rotolino e un po’di pancetta ma tutto nella norma. La figa rasata. Si stende di fianco a chiara, le leva la sua mano e la sostituisce, la massaggia un minuto poi le infila il medio dentro. Chiara ha un ansimo forte ma si rilassa subito e si gode il dito che la penetra sapientemente. Ancora una volta le perversioni di Monica vengono fuori
– quando ti masturbi infili le dita o ti tocchi soltanto? -
- mi tocco soltanto-
- quindi è la prima volta che hai qualcosa dentro?-
-si-
-come immaginavo-
risponde eccitata e infila anche l’indice mentre chiara ansima sempre più forte. Prosegue a masturbarla un paio di minuti non di più, poi si rialza e fa rimettere chiara seduta a letto. Mi fa segno di avvicinarmi. Io mi alzo dalla sedia e mi avvicino a letto. Monica guarda tutti e due, prende un altro sorso di vodka, poi ne da uno a me e un altro a chiara.
-ok, ora giochiamo insieme, dovete fidarvi di me e ci divertiremo tutti e tre-
io dico ‘va bene’, chiara annuisce. Monica riprende
-giochiamo, che poi è la verità, che stanotte chiara devo insegnarti più cose possibili del sesso, Francesco ci assisterà. Io da brava insegnante ti darò delle dimostrazioni pratiche e tu eseguirai dopo di me. Ora Francesco per favore spogliati-.
Io un pezzo alla volta mi sfilo tutto rimanendo nudo con il cazzo che è già un palo di marmo. Mi diverte vedere le due reazioni diverse. Monica è quasi indifferente, chiara sembra una bambina davanti al gelato. Monica la guarda
– ne avevi mai visto uno dal vivo così vicino?-
-no-
- toccalo-.
La mano inesperta di chiara arriva sul mio cazzo toccandolo un po’
-ora fagli una sega-
chiara lo impugna e inizia a segarmelo
– lo sai come si fa però… ti guardi i porno eh?-
mettendosi a ridere. Anche chiara ride e annuisce. È un bene perché da quel momento pur rimanendo l’eccitazione la tensione che c’era si distende un po’.
-se ti guardi i porno allora avrai anche visto fare i pompino. Fagliene uno-.
La bocca di chiara si avvicina al mio membro e inizia a succhiarmelo. Il pompino di una completamente inesperta che succhiava tipo avesse tra le mani un calippo, ma io ero più che soddisfatto così. Monica le dice
-aspetta prova a fare così-
me lo prende in bocca tirando tre ciucciate magistrali fino quasi in fondo,poi lo lascia di nuovo. Chiara prova a replicare, meglio del primo tentativo sicuramente. Monica interviene di nuovo
-bene, ora ricorda che il sesso è uno scambio alla pari, non sei la sua bambolina, anche lui deve darsi da fare- . La fa stendere, le allarga le gambe e mi fa segno di leccarla. Io eseguo, trovo tutto già bello lubrificato per cui dopo qualche secondo infilo il medio dentro e la masturbo leccando il clitoride. Chiara inizia a gemere rumorosamente.

Poco dopo Monica mi tira su per le spalle, fa sedere di nuovo chiara.
– bene, dopo l’overview sui preliminari passiamo al sesso vero. Francesco per favore sdraiati a pancia in su-
Io eseguo e Monica viene a cavalcioni su di me. Alza il bacino, fa scorrere il cazzo lungo il clitoride e se lo infila dentro. Guarda chiara
– sta tutto nell’imparare a controllare bene la muscolatura del tuo pavimento pelvico. Senti i muscoli, muovili contraili e cerca il modo in cui provi piacere. Il gioco è più questo, non tanto fare su e giù, quello funziona e lo sfrutti solo se controlli bene questa parte-.
Mentre dice tutto questo muove il bacino su di me, sento i suoi muscoli contrarsi, qualche smorfia di piacere. Poi si toglie e fa segno a chiara di prendere il suo posto. Per la prima volta vedo la ragazza davvero titubante. Intervengo
– se non te la senti ci fermiamo-
- no no voglio, sono solo un po’ imbarazzata e impacciata.-
Sale su di me . Con una mano allarga un po’le sue labbra, con l’altra mi prende l’asta per condurla dentro. Anche Monica mi prende il cazzo con la mano e la aiuta a perforare la via. Entro dentro, chiara geme. È stretta, è come se la sua figa si fosse stretta a ventosa intorno al mio cazzo. Era parecchio che non ne sentivo una così. Prova a contrarre i muscoli e muovere il bacino come le ha fatto vedere Monica. Godiamo entrambi. Inizio a muovermi anch’io. La prendo per il sedere e inizio anche io a scoparla. Chiara inizia a gemere più forte ma li Monica ci ferma
-piano abbiamo altre cosa da provare-. Esco, ci rimettiamo seduti. Abbraccio chiara
-stai bene? Ti è piaciuto?-
- si tutto bene grazie-.
Monica riprende
-ora proviamo la pecorina-
si stende sul letto a 90.
-secondo me il modo per godere di più è stendersi totalmente con il busto aderente al letto, inarcare la schiena. Devi portare il culo bello in fuori. I muscoli devono essere tesi ma non rigidi. Così trovi quel giusto mix per cui senti bene il cazzo ma senza che ti faccia male-
Mi metto dietro di lei. Sembra fatta d’acciaio ma mi mostra la sua figa che cola, segno che non è indifferente a tutto. Entro, le do un po’di colpi, anche qui non più di 10 prima che si stacchi e dica a chiara che tocca a lei. È evidente che per lei l’eccitazione viene dalla situazione e che trombare diventa secondario. Chiara si mette a pecorina mostrandomi un bel culo sodo su cui fino a quel momento non avevo posto molta attenzione. Cerca di imitare il più possibile la posizione di Monica. La penetro, gode, godo anche io , sento le sue pareti strusciare su ogni lato del mio pene. Prendo a scoparla più forte ma anche qui Monica ci ferma. Non vuole che ci lasciamo andare, deve tenerci sotto controllo.
– bene ora vediamo cosa potrei insegnarti… si questo, come farsi scopare in piedi in braccio. Questo prima te lo spiego e poi ti faccio vedere perché non so se riesco a parlare mentre lo faccio. Il segreto è essere morbida e rilassata. Se ti irrigidisci per lui è impossibile tenerti. Solo la parte alta del corpo è leggermente più rigida per appoggiarsi alle sue spalle, il resto del corpo deve essere a peso morto.-
si mette in piedi sul letto mi fa segno di avvicinarsi, mette le braccia intorno al mio collo. Io la prendo con le braccia sotto le cosce facendole da seggiolino. Col cazzo trovo la fessura e iniziamo a scopare. Per la prima volta mi sembra cedere perché dopo qualche colpo inizia a mugugnare e con le mani mi accarezza i capelli. La sento godere, mi dice
-basta-
allora io la scopo più forte. Per qualche secondo sembra lasciarsi andare, fa qualche urlo poi più forte mi dice ancora
-basta-.
Mi fermo, scende, guarda chiara
– ora tu-.
Chiara prova a replicare ma questa lezione è un Epic fail. Chiara sta troppo rigida, mi sembra pesantissima e non riesco a trovare l’equilibrio. Caschiamo, riproviamo, riesco ad entrare dentro di lei qualche secondo ma poi perdiamo di nuovo l’equilibrio. Rinunciamo. Monica va alla sua borsetta e tira fuori una boccetta di gel lubrificante.
-la figa non è l’unico buco con cui puoi godere-.
Si rimette a pecora sul letto e mi passa il gel. Mi metto dietro di lei, spruzzo il gel sull’ano e lo massaggio un po’, poi lo spruzzo anche sul mio cazzo e lo spalmo su tutta la superfice. Appoggio la punta all’ano, lei mi dice
-va giù senza problemi-
io inizio a spingere ed entro fino in fondo. Inizio a scoparle il culo con poca opposizione. È evidentemente molto abituata all’anale e di gente la dentro ne deve essere passata. Andiamo avanti così qualche minuto, lei partecipe ma meno di prima,poi si stacca. Guarda chiara
-ora tu-.
Chiara qui è più intimorita, non se la sente. Monica la tranquillizza.
-senti facciamo così, fidati di me, tu prova. Se poi senti troppo male o non ti piace o non te la senti ti stacchi. Francesco farà molto piano.-
La convince, chiara si mette a pecorina io spalmo il gel anche a lei e di nuovo su di me. Appoggio la punta del cazzo sull’ano, spingo, niente non entra. Nonostante il gel è strettissimo. Ho paura spingendo più forte poi di non controllarmi e andare dentro tutto secco (mi era successo alla prima volta che provavo l’anale con la mia fidanzatina al liceo, l’avevo sfondata e ci era voluto in bel po’prima di convincerla a riprovare). Spingo di nuovo,ora scivola cerco di controllare i miei muscoli per non lasciarmi andare. Entra la cappella ma li lei si stacca.
-no, non ce la faccio mi fa male-.
Monica inizia a insistere, cerca di convincerla. A quel punto intervengo. Mi metto dietro a Monica, la abbraccio, con una mano le prendo un seno, l’altra gliela infilo tra le gambe.
-direi che chiara è stata un’allieva molto capace. Ha già fatto tanto per oggi, ormai è mattina e se non se la sente non se la sente-.
Monica si stacca va verso chiara, la abbraccia.
-va bene, è ora dell’esame allora. Ora non vi fermerò. Chiara goditelo tutto, prendi possesso dei tuoi muscoli e cerca di avere l’orgasmo. Quando Francesco starà per venire, uscirà e tu ti farai venire in faccia.-
prese una sedia e la mise ai bordi del letto. Poi fece sedere me sul bordo. Prese chiara la mise in piedi in modo che mi dava le spalle e la fece scendere su di me. Chiara era seduta su di me. La puntai, lei me lo prese in mano e mi condusse dentro di lei. Monica si mise seduta sulla sedia e inizió a masturbarsi guardandoci. Chiara cominciò a muovere tutti i muscoli, il bacino, iniziò a godere, io stavo per venire, iniziai ad estraniarmi a cercare di pensare ad altro, ci riuscii con estrema fatica quanto bastava per permettere a chiara di avere un orgasmo. Dopo di che bastarono altri due colpi per sentire il fiotto di sperma risalirmi il cazzo. La buttai di lato sul letto, portai veloce il cazzo sulla sua faccia e le esplosi sul viso. Ci mettemmo sdraiati a letto. Monica andò avanti a masturbarsi finché non venne anche lei. Ci addormentammo finché non ci sveglio il telefono di Monica ad ora di pranzo con i suoi genitori che si erano accorti che non era in camera.
-mi sono fermata a dormire da chiara, non volevo svegliarvi perché era tardi, ora arrivo-.
Si danno tutte e due una sciacquata in bagno, si rivestono e se ne vanno.

Per quel che riguarda Monica non l’ho più rivista. I suoi genitori evidentemente non affittarono più la casa non ho la minima idea di che fine abbia fatto.

Chiara tornò l’anno dopo. Una sera scopammo e la mattina dopo parlammo di quello che era successo l’anno prima. Mi spiacque perché la trovai molto pentita. Mi disse che avrebbe voluto perdere la verginità come la sera prima e non con quella serata folle. Mi disse che col senno di poi era stata manipolata da Monica. È vero che erano d’accordo di bere per togliersi le inibizioni ma che quello doveva solo servire per essere più sciolte con i ragazzi e niente invece di quello che successe dopo era stato concordato. Io mi sentivo in colpa. Lei mi disse che non ce l’aveva con me che non potevo sapere tutto. Lei non si era mai opposta e io non avevo fatto nulla di male. Alla fine le era piaciuto, solo non voleva che fosse la prima volta. Era invece molto arrabbiata con Monica e l’accusò di essere una manipolatrice che si era approfittata della sua fiducia.
Amico che fortuna che hai avuto!
Quando poi ha scopato di nuovo Chiara ti ha dato il culo?
 
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Amico che fortuna che hai avuto!
Quando poi ha scopato di nuovo Chiara ti ha dato il culo?
La fortuna aiuta gli audaci. Quando il giorno dopo raccontai la cosa ai miei amici anche loro mi dissero cose tipo 'che fortuna' ' ma perché a me non capitano ste cose' ' ma tutte tu le becchi'... Ricordo ancora eravamo intorno a un tavolo al bar, io guardai tutti e semplicemente dissi 'ma voi, ieri sera, avete provato a chiedergli di scopare?'

Per quel che riguarda il secondo incontro con chiara. No. Io non sono un fissato del sesso anale. Mi piace e lo pratico ma capita anche che non mi venga invece proprio in mente. Lei non me lo propose.
 
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CAPITOLO 5 – DANIELA

Io Daniela non l’ho mai sopportata. Più piccola di me di 5 anni, ci siamo trovati nella stessa compagnia quando il paesino era meno frequentato e i piccoli gruppetti di ragazzi ormai decimati si univano in un unico. Alta circa 165 capelli lisci sempre tinti platino, occhi castani, carnagione chiarissima e molto magra. Seconda di seno. La classica ragazza che a descriverla sembra una Barbie ma che in realtà poi non c’entra niente, quelle che attizzano perché sono bionde ma poi la guardi pezzo per pezzo e non è nulla di che. All’epoca dell’episodio che racconterò lei aveva 19 anni e io 24.

Non la sopportavo per i suoi atteggiamenti. Cercava di porsi come una leader all’interno del gruppo, di imporre la sua volontà. Per me che all’epoca ero uno dei più grandi e per natura sono un capobranco quella biondina porta zizzania mi stava proprio sulle palle. Fu in quel periodo che mai ufficialmente ma il gruppo un po’ si spaccò e io e altri iniziammo a girare fuori dal paese e partecipare alle feste dove incontrammo Ludovica e Michela (volume 1, capitolo 2). Per spiegarla meglio ancora oggi è la classica tipa che passa il tempo a postare sue foto su Instagram dove con i filtri e le pose vacanze a Rimini sembrano i Caraibi e le cene all’osteria della nonna sembra stia mangiando da Cracco. Questa perenne necessità di mostrare la propria vita filtrata per passare il concetto che si è fighi. Boh a me ste cose stanno sul cazzo. E niente penso di aver passato abbastanza il concetto quindi andiamo ai fatti.

Io e Daniela quindi non ci caghiamo molto. Rapporto cordiale (finto da parte mia almeno) e nulla di più. Noto però come quando mi avvicino molto ad una ragazza del gruppo, come successe con Alessandra (capitolo 1) o Monica (capitolo 3), lei improvvisamente diventava più carina con me, ogni tanto veniva a parlarmi. Ma questa cosa la vedo col senno di poi, all’epoca me ne poteva fregare meno di zero.

Tutto succede il giorno dopo la serata in cui scopai con Alessandra nell’area picnic (capitolo 1). Era la domenica dell’ultimo week end di agosto. La domenica delle grandi partenze. Mi sveglio e comincio a fare il giro delle case dei miei amici per salutarli con la promessa di rivederci l’anno dopo. Era un momento a cui tenevo perché statisticamente sapevo che almeno uno per qualche motivo non sarebbe più tornato e probabilmente non ci saremmo più rivisti (quell’anno fu il turno di Alessandra). Aiutai anche qualcuno a caricare i bagagli, fatto sta che tornai a casa alle due del pomeriggio e avevo ancora tutti i miei bagagli da fare e la casa da pulire. Niente non ce la farò mai, non ho impegni a Milano, rimando la partenza di un giorno e faccio le cose con calma.

Mi faccio un giro in paese, becco Daniela. -che ci fai ancora qui?-
- io mi fermo ancora una settimana, te lo avevo detto-
penso ‘tu puoi anche avermelo detto ma evidentemente me ne frega talmente tanto che il mio cervello lo ha bypassato’. Mi chiede se ci vediamo al bar la sera, vabbè piuttosto che stare solo a casa le dico di si. Torno a casa, ceno, mi scrive un messaggio che ha cambiato idea e non esce. Meglio ci evitiamo una serata imbarazzante. Passa un’ora, la porta di casa mia si apre, entra lei. E dovrò iniziare a chiuderla sta cazzo di porta.

-Ehi scusa se non ti ho avvisato, sono uscita per fare una passeggiata sola e mi sono trovata da ste parti e ho deciso di venire a salutarti-
- Hai fatto bene entra, posso offrirti qualcosa?-
tiro fuori due birre e ci mettiamo sul divano a fare due chiacchiere. Non che con lei possa parlare di qualcosa in più che qualche pettegolezzo, della palestra e di serie TV, ma il tempo tutto sommato passa più veloce di quello che mi aspettassi.

Ad un certo punto lei nota la scatola della dama alcolica che tenevo su uno scaffale della sala e molto gasata mi chiede se giochiamo. Sono un po’ titubante. A dama anche se sei bravo per vincere un po’di pedoni devi perderli, ogni pedone uno shot e io comunque la mattina dopo devo alzarmi, chiudere sta casa e tornarmene a Milano. Vabbè alla fine accetto sennò che facciamo qui stasera. Lei prepara il gioco, io prendo una bottiglia di vodka alla pesca e riempio tutti i bicchierini. Giochiamo all’inizio abbastanza rapidi poi la partita si allunga perché bere lo shot successivo diventa sempre più difficile. Alla fine vinco ma di pedoni ne ho ancora davvero pochi. Sono conciato male, ma mai quanto lei.

Parliamo di qualche stronzata, si alza e va in bagno. Dopo qualche minuto non torna. Vado a vedere già convinto di trovarla con la testa nel water e di dovermi passare il resto della notte a pulire il suo sbocco, fargliela passare e accompagnarla a braccia fino a casa. Ma che cazzo.

Arrivo in bagno e la trovo in piedi davanti allo specchio. Si è tolta la felpa e ha alzato il top che indossa e che ora le copre solo il seno. Si sta specchiando in diverse pose e mi dice
– sono grassa!-
- macché grassa stai benissimo-.
Altro che grassa Daniela era uno stecco. Purtroppo qualche anno dopo ebbe dei problemi di anoressia che per fortuna si risolsero molto in fretta perché presi per tempo. Probabilmente quello era già uno dei primi segnali.

La osservo mentre continua a specchiarsi. Noto dei tatuaggi, una frase sul fianco, un’altra sotto un seno e delle stelline che uscivano dai pantaloni e che probabilmente proseguivano più giù.

Lei probabilmente dallo specchio nota che la sto un attimo squadrando, si gira, mi si avvicina e inizia a baciarmi il collo. Puzzava di vodka alla pesca ma probabilmente lo stesso valeva per me. Io le metto una mano sui fianchi, sento per la prima volta bene la sua pelle e niente in quel momento delle divergenze caratteriali me ne fotte meno che zero. Iniziamo a baciarci.

Ci baciamo mentre ci muoviamo fuori dal bagno, attraversiamo il corridoio e arriviamo in camera da letto dove ci stendiamo. Io inizio a toccarla lungo il fianco, risalgo, metto la mano sotto il top, scavo nel reggiseno, inizio a massaggiarle una tetta, morbida, un po’ floscetta. Continuiamo a baciarci, alzo il top e rivelò due bei capezzoli che nel frattempo si sono induriti, inizio a leccare e succhiarne uno. Faccio scendere una mano lungo la pancia, entro nei pantaloni, scavalco le mutandine scivolando con le dita lungo il pube. Trovo la fighetta, tutta rasata e umida. La masturbo per un po’in superfice.

Allunga anche lei le mani, mi slaccia i pantaloni, li fa scendere, infila una mano nei boxer e tira fuori il cazzo, me lo sega.

Si alza, si china su di me e inizia a farmi un pompino. È brava, sento la sua bocca umida avvolgermelo e darmi piacere. Si rialza, ci spogliamo e iniziamo un 69 con lei sopra. Posso così ammirare il piccolo culetto sodo mentre con la lingua le passo la figa dall’inizio alla fine. Lei pompa avidamente e devo tenermi un po’per non venire. Non è molto rumorosa. Dalle flessioni del suo bacino capisco che prova piacere ma non si lascia andare in molti suoni.

Poi ci rialziamo, le mi guarda e mi dice
-per me questa sarà la prima volta-.

Sbam! Mi si affloscia, mi sento come Kevin Spacey in American beauty. Cioè tu fai tutta la figa, la ragazza di mondo, quella che è sul pezzo e a 19 anni mi arrivi a letto dopo che mi sei saltata addosso e mi hai spompinato alla grande dicendomi che sei vergine?

Subisco il colpo, poi la guardo li pronta a darsi. Avrete capito che alla fine sono un bravo ragazzo. Penso ‘ma questa viene a farsi sverginare da me che non me la inculo manco di pezza? Che non me ne può fottere niente di lei e non ho mai fatto nulla per farle pensare il contrario?’. Vabbè scelta sua. Alla fine così nuda è pure una fighetta. A 20 anni devi proprio essere brutta se completamente nuda non me lo fai tirare. Faccio il gentile
-sei sicura di volerlo?-
-si-.
Mi bacia sul collo, scende lungo il corpo, me lo prende di nuovo in bocca pompandolo finché non torna duro.

Si sdraia, mi metto sopra di lei, inizio a baciarla, con il bacino cerco il suo ingresso, lo trovo. Inizio a spingere lentamente. Devo fare pressione perché si apra. Entro un pezzo, lei si irrigidisce e me lo stritola, si rilassa, entro tutto, inizio a scoparla, lei sotto fa dei gemiti
veramente piccoli, con le mani mi prende la testa. Difficile durare molto li è molto stretta. Cerco di resistere. Cambiamo qualche posizione, si mette sopra
– ti piace?-
mi risponde si sorridendo
-a te?-
-si-.

Scopiamo un po’ anche a pecorina. Lei sempre mugola. Poi la faccio sdraiare, mi metto sopra ma stavolta le alzo le gambe tenendola per le caviglie. Entro. In quella posizione devo stimolare qualcosa di diverso perché inizia a gemere rumorosamente. Inizio a scoparla forte e lei sotto inizia a farsi sentire
– si, si, si… vengo-
sto per venire anch’io
– posso venirti dentro?-
- si, si, scopami dai-.
Veniamo insieme. Le spruzzo dentro il mio seme. Rimaniamo un po’ a letto, poi si riveste e la accompagno a casa. Ci salutiamo con un bacio.

Il giorno dopo parto e qualche giorno più tardi parlando con un amico e lei più vicino scopro che la mattina dopo era andata nel panico perché non prendeva la pillola e che si era fatta accompagnare dai genitori all’ospedale più vicino per prenderla.

Penso ma che cazzo te l'ho chiesto… cioè sottinteso c’era ‘prendi la pillola? Quindi posso venirti dentro?’. Poi come sempre viene il senso di colpa anche a me. Alla fine lei era più ubriaca di me, è più piccola e mi ha detto che era la prima volta. Potevo gestirla con più lucidità io usando un goldone piuttosto che fidarmi di lei che non era molto lucida.

La chiamo, mi scuso, mi dice di stare tranquillo, che lei era lucida ma mi aveva risposto presa dalla foga del momento senza pensare. Che poi la mattina dopo si era un po’ impanicata. Ne aveva parlato coi suoi che sono due smart e sanno che la figlia a 19 anni si diverte e non le avevano fatto scene ma anzi l’avevano accompagnata in ospedale. Ci lasciamo quindi sereni senza questioni in sospeso.

Abbiamo fatto ancora un paio di estati in gruppo insieme ma non abbiamo replicato. Io alla fine ho continuato e continuo a sopportarla poco. Ora grandi ognuno ha i suoi giri. Lei fa ancora le vacanze al paesino e anche io. Capita di incrociarci. ‘ciao, come stai?’ di circostanza e finisce tutto lì .
 

leofuoco

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CAPITOLO 5 – DANIELA

Io Daniela non l’ho mai sopportata. Più piccola di me di 5 anni, ci siamo trovati nella stessa compagnia quando il paesino era meno frequentato e i piccoli gruppetti di ragazzi ormai decimati si univano in un unico. Alta circa 165 capelli lisci sempre tinti platino, occhi castani, carnagione chiarissima e molto magra. Seconda di seno. La classica ragazza che a descriverla sembra una Barbie ma che in realtà poi non c’entra niente, quelle che attizzano perché sono bionde ma poi la guardi pezzo per pezzo e non è nulla di che. All’epoca dell’episodio che racconterò lei aveva 19 anni e io 24.

Non la sopportavo per i suoi atteggiamenti. Cercava di porsi come una leader all’interno del gruppo, di imporre la sua volontà. Per me che all’epoca ero uno dei più grandi e per natura sono un capobranco quella biondina porta zizzania mi stava proprio sulle palle. Fu in quel periodo che mai ufficialmente ma il gruppo un po’ si spaccò e io e altri iniziammo a girare fuori dal paese e partecipare alle feste dove incontrammo Ludovica e Michela (volume 1, capitolo 2). Per spiegarla meglio ancora oggi è la classica tipa che passa il tempo a postare sue foto su Instagram dove con i filtri e le pose vacanze a Rimini sembrano i Caraibi e le cene all’osteria della nonna sembra stia mangiando da Cracco. Questa perenne necessità di mostrare la propria vita filtrata per passare il concetto che si è fighi. Boh a me ste cose stanno sul cazzo. E niente penso di aver passato abbastanza il concetto quindi andiamo ai fatti.

Io e Daniela quindi non ci caghiamo molto. Rapporto cordiale (finto da parte mia almeno) e nulla di più. Noto però come quando mi avvicino molto ad una ragazza del gruppo, come successe con Alessandra (capitolo 1) o Monica (capitolo 3), lei improvvisamente diventava più carina con me, ogni tanto veniva a parlarmi. Ma questa cosa la vedo col senno di poi, all’epoca me ne poteva fregare meno di zero.

Tutto succede il giorno dopo la serata in cui scopai con Alessandra nell’area picnic (capitolo 1). Era la domenica dell’ultimo week end di agosto. La domenica delle grandi partenze. Mi sveglio e comincio a fare il giro delle case dei miei amici per salutarli con la promessa di rivederci l’anno dopo. Era un momento a cui tenevo perché statisticamente sapevo che almeno uno per qualche motivo non sarebbe più tornato e probabilmente non ci saremmo più rivisti (quell’anno fu il turno di Alessandra). Aiutai anche qualcuno a caricare i bagagli, fatto sta che tornai a casa alle due del pomeriggio e avevo ancora tutti i miei bagagli da fare e la casa da pulire. Niente non ce la farò mai, non ho impegni a Milano, rimando la partenza di un giorno e faccio le cose con calma.

Mi faccio un giro in paese, becco Daniela. -che ci fai ancora qui?-
- io mi fermo ancora una settimana, te lo avevo detto-
penso ‘tu puoi anche avermelo detto ma evidentemente me ne frega talmente tanto che il mio cervello lo ha bypassato’. Mi chiede se ci vediamo al bar la sera, vabbè piuttosto che stare solo a casa le dico di si. Torno a casa, ceno, mi scrive un messaggio che ha cambiato idea e non esce. Meglio ci evitiamo una serata imbarazzante. Passa un’ora, la porta di casa mia si apre, entra lei. E dovrò iniziare a chiuderla sta cazzo di porta.

-Ehi scusa se non ti ho avvisato, sono uscita per fare una passeggiata sola e mi sono trovata da ste parti e ho deciso di venire a salutarti-
- Hai fatto bene entra, posso offrirti qualcosa?-
tiro fuori due birre e ci mettiamo sul divano a fare due chiacchiere. Non che con lei possa parlare di qualcosa in più che qualche pettegolezzo, della palestra e di serie TV, ma il tempo tutto sommato passa più veloce di quello che mi aspettassi.

Ad un certo punto lei nota la scatola della dama alcolica che tenevo su uno scaffale della sala e molto gasata mi chiede se giochiamo. Sono un po’ titubante. A dama anche se sei bravo per vincere un po’di pedoni devi perderli, ogni pedone uno shot e io comunque la mattina dopo devo alzarmi, chiudere sta casa e tornarmene a Milano. Vabbè alla fine accetto sennò che facciamo qui stasera. Lei prepara il gioco, io prendo una bottiglia di vodka alla pesca e riempio tutti i bicchierini. Giochiamo all’inizio abbastanza rapidi poi la partita si allunga perché bere lo shot successivo diventa sempre più difficile. Alla fine vinco ma di pedoni ne ho ancora davvero pochi. Sono conciato male, ma mai quanto lei.

Parliamo di qualche stronzata, si alza e va in bagno. Dopo qualche minuto non torna. Vado a vedere già convinto di trovarla con la testa nel water e di dovermi passare il resto della notte a pulire il suo sbocco, fargliela passare e accompagnarla a braccia fino a casa. Ma che cazzo.

Arrivo in bagno e la trovo in piedi davanti allo specchio. Si è tolta la felpa e ha alzato il top che indossa e che ora le copre solo il seno. Si sta specchiando in diverse pose e mi dice
– sono grassa!-
- macché grassa stai benissimo-.
Altro che grassa Daniela era uno stecco. Purtroppo qualche anno dopo ebbe dei problemi di anoressia che per fortuna si risolsero molto in fretta perché presi per tempo. Probabilmente quello era già uno dei primi segnali.

La osservo mentre continua a specchiarsi. Noto dei tatuaggi, una frase sul fianco, un’altra sotto un seno e delle stelline che uscivano dai pantaloni e che probabilmente proseguivano più giù.

Lei probabilmente dallo specchio nota che la sto un attimo squadrando, si gira, mi si avvicina e inizia a baciarmi il collo. Puzzava di vodka alla pesca ma probabilmente lo stesso valeva per me. Io le metto una mano sui fianchi, sento per la prima volta bene la sua pelle e niente in quel momento delle divergenze caratteriali me ne fotte meno che zero. Iniziamo a baciarci.

Ci baciamo mentre ci muoviamo fuori dal bagno, attraversiamo il corridoio e arriviamo in camera da letto dove ci stendiamo. Io inizio a toccarla lungo il fianco, risalgo, metto la mano sotto il top, scavo nel reggiseno, inizio a massaggiarle una tetta, morbida, un po’ floscetta. Continuiamo a baciarci, alzo il top e rivelò due bei capezzoli che nel frattempo si sono induriti, inizio a leccare e succhiarne uno. Faccio scendere una mano lungo la pancia, entro nei pantaloni, scavalco le mutandine scivolando con le dita lungo il pube. Trovo la fighetta, tutta rasata e umida. La masturbo per un po’in superfice.

Allunga anche lei le mani, mi slaccia i pantaloni, li fa scendere, infila una mano nei boxer e tira fuori il cazzo, me lo sega.

Si alza, si china su di me e inizia a farmi un pompino. È brava, sento la sua bocca umida avvolgermelo e darmi piacere. Si rialza, ci spogliamo e iniziamo un 69 con lei sopra. Posso così ammirare il piccolo culetto sodo mentre con la lingua le passo la figa dall’inizio alla fine. Lei pompa avidamente e devo tenermi un po’per non venire. Non è molto rumorosa. Dalle flessioni del suo bacino capisco che prova piacere ma non si lascia andare in molti suoni.

Poi ci rialziamo, le mi guarda e mi dice
-per me questa sarà la prima volta-.

Sbam! Mi si affloscia, mi sento come Kevin Spacey in American beauty. Cioè tu fai tutta la figa, la ragazza di mondo, quella che è sul pezzo e a 19 anni mi arrivi a letto dopo che mi sei saltata addosso e mi hai spompinato alla grande dicendomi che sei vergine?

Subisco il colpo, poi la guardo li pronta a darsi. Avrete capito che alla fine sono un bravo ragazzo. Penso ‘ma questa viene a farsi sverginare da me che non me la inculo manco di pezza? Che non me ne può fottere niente di lei e non ho mai fatto nulla per farle pensare il contrario?’. Vabbè scelta sua. Alla fine così nuda è pure una fighetta. A 20 anni devi proprio essere brutta se completamente nuda non me lo fai tirare. Faccio il gentile
-sei sicura di volerlo?-
-si-.
Mi bacia sul collo, scende lungo il corpo, me lo prende di nuovo in bocca pompandolo finché non torna duro.

Si sdraia, mi metto sopra di lei, inizio a baciarla, con il bacino cerco il suo ingresso, lo trovo. Inizio a spingere lentamente. Devo fare pressione perché si apra. Entro un pezzo, lei si irrigidisce e me lo stritola, si rilassa, entro tutto, inizio a scoparla, lei sotto fa dei gemiti
veramente piccoli, con le mani mi prende la testa. Difficile durare molto li è molto stretta. Cerco di resistere. Cambiamo qualche posizione, si mette sopra
– ti piace?-
mi risponde si sorridendo
-a te?-
-si-.

Scopiamo un po’ anche a pecorina. Lei sempre mugola. Poi la faccio sdraiare, mi metto sopra ma stavolta le alzo le gambe tenendola per le caviglie. Entro. In quella posizione devo stimolare qualcosa di diverso perché inizia a gemere rumorosamente. Inizio a scoparla forte e lei sotto inizia a farsi sentire
– si, si, si… vengo-
sto per venire anch’io
– posso venirti dentro?-
- si, si, scopami dai-.
Veniamo insieme. Le spruzzo dentro il mio seme. Rimaniamo un po’ a letto, poi si riveste e la accompagno a casa. Ci salutiamo con un bacio.

Il giorno dopo parto e qualche giorno più tardi parlando con un amico e lei più vicino scopro che la mattina dopo era andata nel panico perché non prendeva la pillola e che si era fatta accompagnare dai genitori all’ospedale più vicino per prenderla.

Penso ma che cazzo te l'ho chiesto… cioè sottinteso c’era ‘prendi la pillola? Quindi posso venirti dentro?’. Poi come sempre viene il senso di colpa anche a me. Alla fine lei era più ubriaca di me, è più piccola e mi ha detto che era la prima volta. Potevo gestirla con più lucidità io usando un goldone piuttosto che fidarmi di lei che non era molto lucida.

La chiamo, mi scuso, mi dice di stare tranquillo, che lei era lucida ma mi aveva risposto presa dalla foga del momento senza pensare. Che poi la mattina dopo si era un po’ impanicata. Ne aveva parlato coi suoi che sono due smart e sanno che la figlia a 19 anni si diverte e non le avevano fatto scene ma anzi l’avevano accompagnata in ospedale. Ci lasciamo quindi sereni senza questioni in sospeso.

Abbiamo fatto ancora un paio di estati in gruppo insieme ma non abbiamo replicato. Io alla fine ho continuato e continuo a sopportarla poco. Ora grandi ognuno ha i suoi giri. Lei fa ancora le vacanze al paesino e anche io. Capita di incrociarci. ‘ciao, come stai?’ di circostanza e finisce tutto lì .
Insomma in questo paesino si scopa come ricci!
 
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Captain Achab

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Ciao a tutti. E grazie a chi mi ha fatto i complimenti per i racconti. Volevo fare una domanda per chi è più 'esperto' di mr nel forum. Posso raccontare esperienze avute da minorenne con altre minorenni?
Avrei un paio di episodi interessanti. Ci ho rimuginato un po' in questi giorni, la letteratura e il cinema sono pieni di sesso tra minorenni, nel caso della letteratura a volte anche esplicito quindi io non ci vedo grossi problemi.
Però non vorrei violare il regolamento del forum ne tanto meno la legge!
Onestamente, senza rischiare di farmi correre guai, pensate sia possibile?
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Avrei un paio di episodi interessanti. Ci ho rimuginato un po' in questi giorni, la letteratura e il cinema sono pieni di sesso tra minorenni, nel caso della letteratura a volte anche esplicito quindi io non ci vedo grossi problemi.
Però non vorrei violare il regolamento del forum ne tanto meno la legge!
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sormarco

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Ciao a tutti. E grazie a chi mi ha fatto i complimenti per i racconti. Volevo fare una domanda per chi è più 'esperto' di mr nel forum. Posso raccontare esperienze avute da minorenne con altre minorenni?
Avrei un paio di episodi interessanti. Ci ho rimuginato un po' in questi giorni, la letteratura e il cinema sono pieni di sesso tra minorenni, nel caso della letteratura a volte anche esplicito quindi io non ci vedo grossi problemi.
Però non vorrei violare il regolamento del forum ne tanto meno la legge!
Onestamente, senza rischiare di farmi correre guai, pensate sia possibile?
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Avrei un paio di episodi interessanti. Ci ho rimuginato un po' in questi giorni, la letteratura e il cinema sono pieni di sesso tra minorenni, nel caso della letteratura a volte anche esplicito quindi io non ci vedo grossi problemi.
Però non vorrei violare il regolamento del forum ne tanto meno la legge!
Onestamente, senza rischiare di farmi correre guai, pensate sia possibile?
Adesso puoi segnalare al boss oppure lo può fare chiunque, se vuoi lo segnalo io.
Sotto al post c'è il tasto segnala
 
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Captain Achab

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VOLUME 2 – LA SCUOLA

Concluso il primo volume sulle esperienze estive al paesino cambiamo location. Nei prossimi racconti mi concentrerò sulle più belle esperienze vissute con ragazze conosciute a scuola.



CAPITOLO 1 – CAROLINA

Inizio con un racconto molto soft ma che per il contorno di come nasce considero una delle mie esperienze sessuali più ‘simpatiche’ che ho avuto.

Carolina è una mia compagna di classe del liceo. Una nanetta alta 150 ma con un visino molto bello. Zigomi pronunciati, nasino alla francese, occhi castani, capelli castani con la frangetta. Fisico minuto, seconda di seno e carnagione olivastra.

Fu la ragazza che più mi colpì il primo giorno di scuola. Ci provai subito, lei declinò gentilmente e li finisce. Io spostai le mie attenzioni su altri obiettivi e da quel punto di vista per i 5 anni successivi non la considerai molto, però avevamo un discreto rapporto di amicizia, in realtà non ci frequentavamo molto ma sentivo che c’era stima e affetto reciproco.

Succede che siamo a maggio della quinta liceo, ultime settimane di scuola e c’è una delle ultime interrogazioni di storia. Io sono sereno mentre all’intervallo prima dell’inizio della lezione Carolina è molto agitata perché non ha aperto libro. Io le dico di stare tranquilla, tre possibilità su 25 di essere chiamata non sono molte ma lei è presa male comunque perché ha la media del sei risicato. Ad un certo punto mi guarda:
- se mi chiama ti offri al mio posto?-
- caro è vero che mi sento abbastanza sicuro però buttarmi così nelle fauci del nemico… rischio anch’io-
-se non ho il sei in storia faccio 2 crediti in meno per la maturità-
- te l’ho detto dai, tre su 25 stai serena che non ti chiama-.
Si rilassa un po’ poi però insiste
– ti prego se mi chiama ti offri?-
io cerco di sdrammatizzare
– se mi offro al tuo posto che mi dai in cambio?-
e lei ridendo
– ti faccio un pompino-
rido anche io era chiaramente tutto in tono scherzoso. Suona la campana, arriva il prof, chiama tre persone, e uno e due e Carolina. Niente poi studiando statistica all’università compresi che tre su 25 non è poi una probabilità così bassa, dipende dalla percezione personale di quanto l’evento sia avverso.

Carolina mi guarda come se dovesse andare al patibolo.
– prof mi offro io al posto di carolina-
il prof che era uno esperto e soprattutto non un bastardo, capisce che non è il caso di dare un 4 a un mese dalla maturità e accetta lo scambio senza fare obiezioni.

Faccio l’interrogazione, va discretamente. All’uscita da scuola raggiungo Carolina. I toni all’intervallo erano scherzosi, ma lo spiraglio in cui buttarsi si è aperto e non ho intenzione di bruciarmi una buona occasione senza fare nulla.
– beh io ho rischiato per salvarti, dovresti rispettare la tua metà dell’accordo-
- ma dai stavo scherzando-
- scherzavi anche quando mi pregavi di offrirmi al tuo posto? Non hai mai detto che fosse uno scherzo-
- io… dai fra… ma ti pare?-
- mi pare che io ti abbia parato il culo rischiando in prima persona e che tu abbia offerto qualcosa in cambio. Sicuramente non pensavi davvero che si avverasse ma è successo-
- ok, senti va bene, ti prometto, non sto scherzando che una volta che riusciamo ad organizzarci lo faccio-.

Io me ne torno a casa con quella promessa. Siamo a un mese dalla maturità e sono focalizzato sul lasciarmi alle spalle il liceo che non sopporto più. Così al pompino di Carolina non è che ci penso poi molto, poi faccio l’esame e il giorno dopo il mio orale, senza neanche attendere i tabelloni parto per le vacanze.

Al rientro a settembre si organizza un’uscita di classe. C’è ovviamente Carolina e a me torna in mente del suo debito di cui mi ero quasi dimenticato. Approfitto di un momento in cui siamo fuori soli a fumare una sigaretta e tiro fuori l’argomento.
– ma dai, pensavo ti fossi dimenticato-
- ti pare che mi dimentico una cosa del genere? Gli accordi sono accordi, sei in debito carolina-
- ok, va bene, dimmi tu dove e quando-.

Fortuna vuole che i miei siano via per il weekend così ci diamo appuntamento la sera dopo a casa mia.

Lei arriva puntuale appena dopo cena. Indossa shorts neri e una canotta nera anche quella. C’è decisamente molto imbarazzo così per spezzare il ghiaccio prima di richiedere il suo pagamento ci metto a nostro agio prendendo una birra e facendo due chiacchiere sul divano. Concordiamo che è arrivato il momento.

Io mi metto in piedi, lei si inginocchia davanti a me. Slaccia la cintura, slaccia i pantaloni, li cala, tira fuori il cazzo dai boxer. È ancora molliccio, con una mano lo sega finché diventa barzotto. A quel punto lo prende in bocca. Succhia quasi con dolcezza, se lo gode. Il cazzo mi si ingrossa dentro la sua bocca. Ogni tanto si ferma, inizia a leccarlo dalla base alla cappella, lecca anche le palle, poi riprende a ciucciare. Dura circa cinque minuti poi vengo. Le sborro in bocca. Lei apre la bocca, mi fa vedere il mio sperma adagiato sulla lingua, poi ingoia.

Si rialza, io le prendo una mano e le dico – ora posso fare qualcosa io per te? -
- il debito è pagato non ci spingiamo troppo oltre-
- hai ragione, ma capisci che in questa situazione per un maschietto è almeno doveroso provarci-
scoppia a ridere, rido anche io. Ci facciamo un’altra birra poi lei torna a casa.

Negli anni ci siamo rivisti alle varie rimpatriate di classe che poi ovviamente nel tempo sono state sempre meno fino all’ultima cinque anni fa.
 

leofuoco

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VOLUME 2 – LA SCUOLA

Concluso il primo volume sulle esperienze estive al paesino cambiamo location. Nei prossimi racconti mi concentrerò sulle più belle esperienze vissute con ragazze conosciute a scuola.



CAPITOLO 1 – CAROLINA

Inizio con un racconto molto soft ma che per il contorno di come nasce considero una delle mie esperienze sessuali più ‘simpatiche’ che ho avuto.

Carolina è una mia compagna di classe del liceo. Una nanetta alta 150 ma con un visino molto bello. Zigomi pronunciati, nasino alla francese, occhi castani, capelli castani con la frangetta. Fisico minuto, seconda di seno e carnagione olivastra.

Fu la ragazza che più mi colpì il primo giorno di scuola. Ci provai subito, lei declinò gentilmente e li finisce. Io spostai le mie attenzioni su altri obiettivi e da quel punto di vista per i 5 anni successivi non la considerai molto, però avevamo un discreto rapporto di amicizia, in realtà non ci frequentavamo molto ma sentivo che c’era stima e affetto reciproco.

Succede che siamo a maggio della quinta liceo, ultime settimane di scuola e c’è una delle ultime interrogazioni di storia. Io sono sereno mentre all’intervallo prima dell’inizio della lezione Carolina è molto agitata perché non ha aperto libro. Io le dico di stare tranquilla, tre possibilità su 25 di essere chiamata non sono molte ma lei è presa male comunque perché ha la media del sei risicato. Ad un certo punto mi guarda:
- se mi chiama ti offri al mio posto?-
- caro è vero che mi sento abbastanza sicuro però buttarmi così nelle fauci del nemico… rischio anch’io-
-se non ho il sei in storia faccio 2 crediti in meno per la maturità-
- te l’ho detto dai, tre su 25 stai serena che non ti chiama-.
Si rilassa un po’ poi però insiste
– ti prego se mi chiama ti offri?-
io cerco di sdrammatizzare
– se mi offro al tuo posto che mi dai in cambio?-
e lei ridendo
– ti faccio un pompino-
rido anche io era chiaramente tutto in tono scherzoso. Suona la campana, arriva il prof, chiama tre persone, e uno e due e Carolina. Niente poi studiando statistica all’università compresi che tre su 25 non è poi una probabilità così bassa, dipende dalla percezione personale di quanto l’evento sia avverso.

Carolina mi guarda come se dovesse andare al patibolo.
– prof mi offro io al posto di carolina-
il prof che era uno esperto e soprattutto non un bastardo, capisce che non è il caso di dare un 4 a un mese dalla maturità e accetta lo scambio senza fare obiezioni.

Faccio l’interrogazione, va discretamente. All’uscita da scuola raggiungo Carolina. I toni all’intervallo erano scherzosi, ma lo spiraglio in cui buttarsi si è aperto e non ho intenzione di bruciarmi una buona occasione senza fare nulla.
– beh io ho rischiato per salvarti, dovresti rispettare la tua metà dell’accordo-
- ma dai stavo scherzando-
- scherzavi anche quando mi pregavi di offrirmi al tuo posto? Non hai mai detto che fosse uno scherzo-
- io… dai fra… ma ti pare?-
- mi pare che io ti abbia parato il culo rischiando in prima persona e che tu abbia offerto qualcosa in cambio. Sicuramente non pensavi davvero che si avverasse ma è successo-
- ok, senti va bene, ti prometto, non sto scherzando che una volta che riusciamo ad organizzarci lo faccio-.

Io me ne torno a casa con quella promessa. Siamo a un mese dalla maturità e sono focalizzato sul lasciarmi alle spalle il liceo che non sopporto più. Così al pompino di Carolina non è che ci penso poi molto, poi faccio l’esame e il giorno dopo il mio orale, senza neanche attendere i tabelloni parto per le vacanze.

Al rientro a settembre si organizza un’uscita di classe. C’è ovviamente Carolina e a me torna in mente del suo debito di cui mi ero quasi dimenticato. Approfitto di un momento in cui siamo fuori soli a fumare una sigaretta e tiro fuori l’argomento.
– ma dai, pensavo ti fossi dimenticato-
- ti pare che mi dimentico una cosa del genere? Gli accordi sono accordi, sei in debito carolina-
- ok, va bene, dimmi tu dove e quando-.

Fortuna vuole che i miei siano via per il weekend così ci diamo appuntamento la sera dopo a casa mia.

Lei arriva puntuale appena dopo cena. Indossa shorts neri e una canotta nera anche quella. C’è decisamente molto imbarazzo così per spezzare il ghiaccio prima di richiedere il suo pagamento ci metto a nostro agio prendendo una birra e facendo due chiacchiere sul divano. Concordiamo che è arrivato il momento.

Io mi metto in piedi, lei si inginocchia davanti a me. Slaccia la cintura, slaccia i pantaloni, li cala, tira fuori il cazzo dai boxer. È ancora molliccio, con una mano lo sega finché diventa barzotto. A quel punto lo prende in bocca. Succhia quasi con dolcezza, se lo gode. Il cazzo mi si ingrossa dentro la sua bocca. Ogni tanto si ferma, inizia a leccarlo dalla base alla cappella, lecca anche le palle, poi riprende a ciucciare. Dura circa cinque minuti poi vengo. Le sborro in bocca. Lei apre la bocca, mi fa vedere il mio sperma adagiato sulla lingua, poi ingoia.

Si rialza, io le prendo una mano e le dico – ora posso fare qualcosa io per te? -
- il debito è pagato non ci spingiamo troppo oltre-
- hai ragione, ma capisci che in questa situazione per un maschietto è almeno doveroso provarci-
scoppia a ridere, rido anche io. Ci facciamo un’altra birra poi lei torna a casa.

Negli anni ci siamo rivisti alle varie rimpatriate di classe che poi ovviamente nel tempo sono state sempre meno fino all’ultima cinque anni fa.
Quindi con lei non c'è mai stato altro?
 

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