Passai tutta la notte in quella stanza ti giuro, alla fine trovai i tuoi reggiseni, li trovai raccolti in un cassetto nell'armadio, erano tanti, non erano di chissà quale fantasia, eri anonima e cattolica anche sotto ai vestiti, che noia di persona che sei! per non parlare degli slip, degli ingombranti mutandoni che forse erano piu grandi delle pezze che usavi per togliere la polvere.
Fesso io non sono e all ultimo cassetto ci trovai la rivelazione, si... sentivo solo la natura di quel tessuto, la luce fioca del telefonino cercava di farmi strada ma era difficile, sentii quel tessuto leggero sottile, capii che allora eri anche tu un pò selvaggia o almeno avevi qualche strumento per esserlo, "si..." dolce caldo, spontaneo sentivo che non era come pensavo, capivo che era tutta una messa in scena quelle stronzate che raccontavi, tirai fuori uno di loro, il primo era semplicemente un filo che attraversava le tue meravigliose colline che nascondi dietro al tuo corpo, un semplicissimo filo che si inspessisce lungo la linea longitudinale, che si disseta bevendo i tuoi umori che si accomoda lungo il tuo sfintere. Quel perizoma vorrei tanto sapere quando lo indossavi, se lo ha iindossato quando c'ero anche io, se solo quella mutandina parlasse vorrei sentire tutto ciò che ha da raccontare sul tuo conto. Te la leccai la annusai, la feci scivolare sul mio ventre e le feci toccare il mio membro ancora unto della saliva e degli umori di tua figlia. Che
porca che sei Luoise sei anche tu
porca e anche tanto, beato chi ti vede con questo affare indosso.
Un body trasparente con due lingue che si univano giusto all'altezza del tuo meato vaginale, fu questo il secondo indizio che trovai aveva di seno credo una terza abbondante, era in velo, nero, ma era nuovo, non si sentiva l'odore tuo, si sentiva l'odore del cassetto, di quei deodoranti che compri quando vai a fare la spesa.
Il terzo indzio quello che fece la prova fu proprio lui a farmi capire chi eri e come eri veramente, una mutandina completamente trasparente che riportava in maniera eccentrica gli odori della vagina, sicuramente non quelli di tua figlia, una mutandina completamente trasparente una mutandina che mi ha fatto letteralmente impazzire, l'ho leccata sai ? l 'ho leccata e ti ho chiamato
porca, e ti ho detto che mi stai facendo ingigantire il pene in un modo esagerato devi credermi non volevo e non ci tenevo ma l'impeto è stato incredibile l'ho usata per massaggiare il mio pene, giu e su su e giu, ad un certo punto sono venuto, l'ho riempita di sperma, del mio sperma...
ma l'immoralità piu totale fu quando presi questa mutandina zuppa del mio orgasmo la piegai e la rimisi nelle stesse condizioni in cui l'ho trovata ma questa volta piena di sperma.
Chiusi la porta tornai sul divano, non avevo sonno, dopo quel grande coito mi sentivo pieno di testosterone, "questo è il mio messaggio, poi fai tu" cercai di declinare quel gesto in questo modo pur sapendo che lo sperma dopo qualche ora si sarebbe seccato e lei, imbranata come una gallina non avrebbe mai correlato quella ipotetica macchia sulla mutandina con il mio eiaculato.
Uscii fuori da quel balcone, la luna squartava in due il mare, era buio non passava un treno, mi accesi una sigaretta, la fumai poco, pensavo alle tue mutandine, a questo tuo lato intimo che non conoscevo, avevo voglia di ribaciarti avevo voglia di rivederti come quel giorno di ferragosto a mare, avevo voglia di esplorarti, ancora, con le mie mani.