Esperienza reale Quella volta con mia cugina in camper

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Io ed Erika torniamo al camper dove i miei genitori ci stavano già aspettando; lei non ha più aperto bocca, e mi dispiace perché sento di averle risvegliato un ricordo che forse preferiva rimuovere. Con il senno di poi la capisco, d'altro canto era solo una ragazzina che si era dovuta (da quanto ne so) spogliare davanti ad un uomo di una certa età, e il suo prevedibile imbarazzo è del tutto comprensibile, considerato poi che non sono una sua amica, e nemmeno suo fratello maggiore, ma suo cugino. Forse è meglio lasciar perdere questa storia, e puntare seriamente qualche ragazza qui al camping che sicuramente non mancherà.
E infatti non mancarono. Quello stesso pomeriggio, pian piano, spuntarono fuori gli altri ragazzi che conoscevamo già, tra cui Marta, con cui mi scambiai un bacio a stampo l'estate precedente, ma nulla più. Cresciuta, cambiata, e diventata interessante.
Quel pomeriggio lasciai mia cugina Erika in pasto agli altri ragazzi del campeggio. Tutto sommato era divertente vederli scannarsi tra di loro per chi dovesse provarci in modo più o meno maldestro, consapevole che sarebbero rimasti tutti col cerino in mano. Si, perché Erika non è certo una facile, e non si lasciava certo abbindolare neanche da ragazzina. Ma poi a me cosa importava? Era mia cugina, e non avevo motivo di sentirmi in competizione.
Il pomeriggio trascorse piacevole tra bagni in piscina, partite di volley sulla sabbia e a farsi sgridare da qualche adulto per via degli schiamazzi. Cose da adolescenti insomma.
Venne l'orario della doccia, nel tardo pomeriggio, e provai a capire se ci fosse margine di poter spiare Erika in camper mentre si cambiava. Nulla da fare; la furbetta oltre a chiedersi dentro andava pure a rivestirsi nella piccola toilette del camper, e non contenta chiudeva pure la piccola finestra che dava sul retro della piazzola. Insomma... barricata dentro, quasi avesse intuito la mia volontà di spiarla. Posto che anche risolto il problema Erika, sarebbe rimasto lo scoglio di come evitare di farmi beccare dai miei genitori, ma la situazione era talmente ai limiti dell'impossibile che smisi di pensarci, accettando il fatto che per vedere mia cugina nuda avrei potuto solo trasformarmi in una mosca.
Accettai onorevolmente questa resa, vivendo il giorno seguente in spensieratezza, cercando di farmi Marta.
Ma poi arrivò il mercoledì. Erano circa le 5 di pomeriggio, ed eravamo tutti in piscina. Mi trovavo sdraiato sulla mia salvietta, dopo un'estenuante partita a volley con seguente bagno in acqua. Con Marta la cosa non decollava, e stavo già pensando a chi rivolgere le mie prossime attenzioni.
Quand'ecco che Erika risale dall'acqua e viene ad asciugarsi, sdraiandosi sul suo asciugamano, proprio accanto a me. Eravamo soli, per la prima volta dopo 2 giorni; non succedeva da quel bagno veloce del lunedì, e indossava ancora il costume in due pezzi bianco. Sarà stato il sole che la illuminava perpendicolarmente, sarà stata la temperatura dell'acqua... mentre si asciugava i capelli tenendo gli occhi chiusi riuscii a scrutarle in semitrasparenza il contorno dell'aureola del seno, con il capezzolo che spingeva prepotentemente contro il costume, lasciandosi intravedere.
Ebbi una folgorazione, sentendo il cuore che cominciava a battermi più forte. Mi sentivo come ipnotizzato da quella coroncina increspata dall'acqua fredda; bellissima, perfettamente centrata sul seno, larga ma non enorme, proporzionata alla terza naturale di Erika. Un'ellisse perfettamente disegnata con al centro uno splendido bottoncino. E intorno la pelle ancora bagnata.
Era in posizione prona, e sapevo di doverci stare per contenere un'erezione che altrimenti sarebbe stata evidente.
Erika mi guarda, per poi chiedermi se avessi fatto qualcosa con Marta. Le rispondo di no, facendomi vedere disinteressato e indifferente.
Lei sbuffa, sdraiandosi a sua volta a pancia in giù, proprio accanto a me.
"Me l'ha fatto togliere", mi dice dopo qualche attimo di silenzio.
Rimango sbigottito e incerto di aver capito bene. "Come?..." Le domando, facendo finta di non aver capito.
"Il reggiseno... me l'ha fatto togliere... mi ha visitata mezza nuda. E' per quello che lo odio, e spero di non rivederlo mai più"
.......................
 

sormarco

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Io ed Erika torniamo al camper dove i miei genitori ci stavano già aspettando; lei non ha più aperto bocca, e mi dispiace perché sento di averle risvegliato un ricordo che forse preferiva rimuovere. Con il senno di poi la capisco, d'altro canto era solo una ragazzina che si era dovuta (da quanto ne so) spogliare davanti ad un uomo di una certa età, e il suo prevedibile imbarazzo è del tutto comprensibile, considerato poi che non sono una sua amica, e nemmeno suo fratello maggiore, ma suo cugino. Forse è meglio lasciar perdere questa storia, e puntare seriamente qualche ragazza qui al camping che sicuramente non mancherà.
E infatti non mancarono. Quello stesso pomeriggio, pian piano, spuntarono fuori gli altri ragazzi che conoscevamo già, tra cui Marta, con cui mi scambiai un bacio a stampo l'estate precedente, ma nulla più. Cresciuta, cambiata, e diventata interessante.
Quel pomeriggio lasciai mia cugina Erika in pasto agli altri ragazzi del campeggio. Tutto sommato era divertente vederli scannarsi tra di loro per chi dovesse provarci in modo più o meno maldestro, consapevole che sarebbero rimasti tutti col cerino in mano. Si, perché Erika non è certo una facile, e non si lasciava certo abbindolare neanche da ragazzina. Ma poi a me cosa importava? Era mia cugina, e non avevo motivo di sentirmi in competizione.
Il pomeriggio trascorse piacevole tra bagni in piscina, partite di volley sulla sabbia e a farsi sgridare da qualche adulto per via degli schiamazzi. Cose da adolescenti insomma.
Venne l'orario della doccia, nel tardo pomeriggio, e provai a capire se ci fosse margine di poter spiare Erika in camper mentre si cambiava. Nulla da fare; la furbetta oltre a chiedersi dentro andava pure a rivestirsi nella piccola toilette del camper, e non contenta chiudeva pure la piccola finestra che dava sul retro della piazzola. Insomma... barricata dentro, quasi avesse intuito la mia volontà di spiarla. Posto che anche risolto il problema Erika, sarebbe rimasto lo scoglio di come evitare di farmi beccare dai miei genitori, ma la situazione era talmente ai limiti dell'impossibile che smisi di pensarci, accettando il fatto che per vedere mia cugina nuda avrei potuto solo trasformarmi in una mosca.
Accettai onorevolmente questa resa, vivendo il giorno seguente in spensieratezza, cercando di farmi Marta.
Ma poi arrivò il mercoledì. Erano circa le 5 di pomeriggio, ed eravamo tutti in piscina. Mi trovavo sdraiato sulla mia salvietta, dopo un'estenuante partita a volley con seguente bagno in acqua. Con Marta la cosa non decollava, e stavo già pensando a chi rivolgere le mie prossime attenzioni.
Quand'ecco che Erika risale dall'acqua e viene ad asciugarsi, sdraiandosi sul suo asciugamano, proprio accanto a me. Eravamo soli, per la prima volta dopo 2 giorni; non succedeva da quel bagno veloce del lunedì, e indossava ancora il costume in due pezzi bianco. Sarà stato il sole che la illuminava perpendicolarmente, sarà stata la temperatura dell'acqua... mentre si asciugava i capelli tenendo gli occhi chiusi riuscii a scrutarle in semitrasparenza il contorno dell'aureola del seno, con il capezzolo che spingeva prepotentemente contro il costume, lasciandosi intravedere.
Ebbi una folgorazione, sentendo il cuore che cominciava a battermi più forte. Mi sentivo come ipnotizzato da quella coroncina increspata dall'acqua fredda; bellissima, perfettamente centrata sul seno, larga ma non enorme, proporzionata alla terza naturale di Erika. Un'ellisse perfettamente disegnata con al centro uno splendido bottoncino. E intorno la pelle ancora bagnata.
Era in posizione prona, e sapevo di doverci stare per contenere un'erezione che altrimenti sarebbe stata evidente.
Erika mi guarda, per poi chiedermi se avessi fatto qualcosa con Marta. Le rispondo di no, facendomi vedere disinteressato e indifferente.
Lei sbuffa, sdraiandosi a sua volta a pancia in giù, proprio accanto a me.
"Me l'ha fatto togliere", mi dice dopo qualche attimo di silenzio.
Rimango sbigottito e incerto di aver capito bene. "Come?..." Le domando, facendo finta di non aver capito.
"Il reggiseno... me l'ha fatto togliere... mi ha visitata mezza nuda. E' per quello che lo odio, e spero di non rivederlo mai più"
.......................
anche lei aveva bisogno di sfogare la sua rabbia con qualcuno, che potesse essere dalla sua parte
 

FlavioC

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Arrivammo al campeggio in una calda mattina di giugno. Il viaggio fu anche molto breve (dopotutto dovevamo fare solo un paio d'ore di strada). Speravo di rivedere i miei amici degli anni scorsi, e magari conoscere qualche ragazza... a quell'età ero timido e impacciato, anche un po' sfigatello, e a casa con le ragazze non andava molto bene. Avevo già baciato una ragazza l'anno prima, ma senza addentrarmi nei particolari del corpo femminile, a me ancora sconosciuto.
Finito di sistemare il camper, mia mamma comincia a preparare da mangiare per il pranzo, mentre io ed Erika ne approfittammo per andare alla piscina del camping a rinfrescarci e vedere di ritrovare qualcuno degli amici dell'anno scorso.
"Io vado su a mettermi il costume". Bastò solo questa frase di Erika per accendermi l'ormone. Era rimasto calmo per tutto il viaggio, dopotutto mi ero anche autoconvinto di lasciar perdere con la fissa della cugina. "Dopotutto è tua cugina, smettila di farti le seghe su di lei" mi ripeteva una voce interiore; e questa voce l'avevo anche ascoltata per un po'.
Ovviamente con i miei genitori proprio lì fuori non potevo nemmeno lontanamente pensare di spiare Erika in qualche modo. Ho atteso che scendesse dal camper. E quando scese... mi ricordai il motivo per cui avevo la fissa delle seghe per mia cugina. Dopo l'inverno a vederla spesso, ma vestita, non immaginavo fosse migliorata così.
L'anno prima era solo più alta, ma quest'anno era anche più in forma, con due gambe da urlo, un culo di marmo ed un seno pieno e gonfio.
Volo in camper a cambiarmi anch'io e a mettermi il costume da bagno, ottima scusa anche per nascondere il pisello che nel frattempo si stava mettendo sull'attenti.
Salgo sul caper, e cerco la mia borsa per cambiarmi il fretta e furia. Forse avendo una mezz'oretta per stare in piscina, sarei riuscito a fare il bagno con lei; vederla con il costume bagnato addosso, e con un po' di fortuna intravedere qualcosa in trasparenza.
Ma mentre cerco la mia roba, vedo sul lettino del camper i pantaloncini e la canotta che Erika indossava per il viaggio; li sposto, e noto che adagiati li sotto ci sono anche il suo reggiseno e le sue mutandine. Non ci penso due volte, e afferro il reggiseno portandomelo al viso, annusandolo verso il lato interno della coppa. Profuma di pulito, ed è ancora caldo; la sola idea di tenere in mano qualcosa che pochi istanti prima sorreggeva quei seni meravigliosi mi eccita da matti.
Devo stare calmo... meglio non bruciarsi subito il primo giorno.
(Allego foto solo a titolo di esempio di una ragazza che fisicamente ricorda molto mia cugina in quella calda estate, anche per via del contesto in cui si trova la fanciulla). Ripeto: non è Erika del racconto (che oggi ha 37 anni)... ma c'è una certa somiglianza
Domani si prosegue..
Gran bella cugina.
 
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Bieluna

Bieluna

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"Ma che cazzo stai dicendo?"
"Hai capito benissimo"
"Ma va, scema, non dire cazzate"
"Senti, vaffanculo... te e mia mamma, che minimizzate su una cosa del genere"
"Ma no, aspetta, non ti incazzare... che ne so io, ho pensato mi prendessi in giro"
"................"
"Dai, non fare così..."
"................"
"Ti va di parlarne?
"No... cioè, boh, non lo so..."
"Beh, secondo me se te ne esci così dal nulla vuol dire che ne vuoi parlare con qualcuno"
"Si ma con qualcuno che non la butti in vacca, quindi se devi fare come mia mamma che dice che sono la solita esagerata non ti dico un bel cazzo di niente!"
"Senti sei come una sorella per me, e non siamo più bambini. Non ti prenderei mai in giro su qualcosa che ti vivi male, stai tranquilla"

Erika sospira, guardandosi attorno, per poi sdraiarsi supina sull'asciugamano, appoggiandosi sui gomiti. Mi avvicino a lei, mettendomi nella sua stessa posizione, al suo fianco, come a parlare del più e del meno per non dare nell'occhio. In cuor mio ero dispiaciuto, ma sapevo che da quel racconto potevano emergere particolari che mi avrebbero eccitato. Come gestire un'eventuale erezione, ci avrei pensato più tardi.

"Dovevo fare sto controllo, e la mamma mia ha portata da Cr****ti... ti parlo di mesi fa, sarà stato aprile"
"C'era anche Davide, perché la mamma non sapeva a chi lasciarlo"

(Davide è mio cugino più piccolo, ai tempi di 9 anni, fratello minore di Erika)
"Arrivata in ambulatorio ho capito subito che qualcosa non andava... parlava con la mamma mentre eravamo alla scrivania, ma mi guardava con occhiate veloci e togliendo subito lo sguardo"
"Ok... beh, tutto abbastanza normale per ora mia sembra..."
"Si, ma era come mi guardava a mettermi a disagio"
"Perchè? Come ti guardava?"
"Non lo so, strano, non mi sentivo a mio agio"
"Capisco..."
"Poi ha chiesto a mia mamma se potevo spogliarmi, e mi è salito il cuore in gola"
"Si, ok... ma fa parte di una visita medica, no?"
"Per il certificato medico per la pallavolo? Addirittura dovermi spogliare??"
"Eh che ne so, non sono mica un dottore, ma io quando faccio l'idoneità sportiva sotto sforzo sono pure io in mutande..."
"Sei un maschio, è diverso..."
"Mmm... si ok, capisco... beh quindi, cos'hai fatto?"
"Eh cosa vuoi che abbia fatto? Mi sono spogliata e sono rimasta con mutandine e reggiseno, mentre questo continuava a parlare con mia mamma, ma sbirciandomi come se non me ne accorgessi"
"Un po' viscido insomma"
"Si, parecchio... ma finché c'era dentro mia mamma e Davide nemmeno troppo, a parte quando per pesarmi mi ha fatto salire sulla bilancia, appoggiandomi le mani sui fianchi... che schifo!"
"E poi l'apice... mi chiede di sdraiarmi sul lettino, ma prima di farlo mi chiede di togliermi il reggiseno"

"Razza di bastardo... e tu?"
"Ho guardato mia mamma incredula, per farle capire che non me la sentivo"
"E la zia?"
"Ma va... lei mi fa <Dai, Erika, toglilo!">... non ti dico come mi sono sentita..."
"Beh, però lei era in ambulatorio con te... non avrebbe potuto succederti nulla di male, no?"
"Certo! Se non fosse che siccome la guardavo stranita, ha pensato bene che fossi imbarazzata perché non volevo spogliarmi davanti a Davide!"
"Aahhh..."
"Guarda, l'avrei riempita di nomi!"
"E quindi?"
"Quindi ha pensato bene di fare la genialata di uscire dall'ambulatorio con Davide al seguito, e dicendo al dottore di farli rientrare una volta rivestita"
"Ma no, cazzo, dai... l'avrei capito anche io che non era Davide il problema"
"Infatti..."
"E quindi cos'hai fatto"
"Cosa vuoi che abbia fatto? Mi sono tolta il reggiseno, ma mi sono subito coperta con le mani"
"E lui?"
"Una volta fuori mia mamma, mi fa sdraiare sul lettino, guardandomi con quella faccia da ebete"
"Per poi chiedermi di stendere le braccia lungo i fianchi"


Sentivo il sangue pompare verso il pisello; avevo un'erezione pronta a partire, e dovevo stare attento a non sfiorarmelo nemmeno per sbaglio.

"E tu lo hai fatto?"
"Ho sospirato per fargli capire che fossi contrariata, ma cosa potevo fare?"
"E appena stese mi appoggia una mano sui fianchi, bisbigliandomi a fil di voce <Brava bambina...> sorridendomi con quella faccia da schiaffi"


La scena è apparsa nella mia testa come un film, ancora meglio di come me lo ero immaginato. Mi sono dovuto mettere a pancia in giù. Ho focalizzato le mani grosse e rugose di Cr****ti sul pancino di Erika, a poche spanne dalla sua patatina e dai suoi splendidi seni nudi. Il fatto poi che le avesse dato quel nomignolo rendeva tutto ancora più incredibilmente eccitante. Tutto materiale per le mie prossime mille seghe, e il bello era che il racconto non era finito qui...
 

dastan3010

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"Ma che cazzo stai dicendo?"
"Hai capito benissimo"
"Ma va, scema, non dire cazzate"
"Senti, vaffanculo... te e mia mamma, che minimizzate su una cosa del genere"
"Ma no, aspetta, non ti incazzare... che ne so io, ho pensato mi prendessi in giro"
"................"
"Dai, non fare così..."
"................"
"Ti va di parlarne?
"No... cioè, boh, non lo so..."
"Beh, secondo me se te ne esci così dal nulla vuol dire che ne vuoi parlare con qualcuno"
"Si ma con qualcuno che non la butti in vacca, quindi se devi fare come mia mamma che dice che sono la solita esagerata non ti dico un bel cazzo di niente!"
"Senti sei come una sorella per me, e non siamo più bambini. Non ti prenderei mai in giro su qualcosa che ti vivi male, stai tranquilla"

Erika sospira, guardandosi attorno, per poi sdraiarsi supina sull'asciugamano, appoggiandosi sui gomiti. Mi avvicino a lei, mettendomi nella sua stessa posizione, al suo fianco, come a parlare del più e del meno per non dare nell'occhio. In cuor mio ero dispiaciuto, ma sapevo che da quel racconto potevano emergere particolari che mi avrebbero eccitato. Come gestire un'eventuale erezione, ci avrei pensato più tardi.

"Dovevo fare sto controllo, e la mamma mia ha portata da Cr****ti... ti parlo di mesi fa, sarà stato aprile"
"C'era anche Davide, perché la mamma non sapeva a chi lasciarlo"

(Davide è mio cugino più piccolo, ai tempi di 9 anni, fratello minore di Erika)
"Arrivata in ambulatorio ho capito subito che qualcosa non andava... parlava con la mamma mentre eravamo alla scrivania, ma mi guardava con occhiate veloci e togliendo subito lo sguardo"
"Ok... beh, tutto abbastanza normale per ora mia sembra..."
"Si, ma era come mi guardava a mettermi a disagio"
"Perchè? Come ti guardava?"
"Non lo so, strano, non mi sentivo a mio agio"
"Capisco..."
"Poi ha chiesto a mia mamma se potevo spogliarmi, e mi è salito il cuore in gola"
"Si, ok... ma fa parte di una visita medica, no?"
"Per il certificato medico per la pallavolo? Addirittura dovermi spogliare??"
"Eh che ne so, non sono mica un dottore, ma io quando faccio l'idoneità sportiva sotto sforzo sono pure io in mutande..."
"Sei un maschio, è diverso..."
"Mmm... si ok, capisco... beh quindi, cos'hai fatto?"
"Eh cosa vuoi che abbia fatto? Mi sono spogliata e sono rimasta con mutandine e reggiseno, mentre questo continuava a parlare con mia mamma, ma sbirciandomi come se non me ne accorgessi"
"Un po' viscido insomma"
"Si, parecchio... ma finché c'era dentro mia mamma e Davide nemmeno troppo, a parte quando per pesarmi mi ha fatto salire sulla bilancia, appoggiandomi le mani sui fianchi... che schifo!"
"E poi l'apice... mi chiede di sdraiarmi sul lettino, ma prima di farlo mi chiede di togliermi il reggiseno"

"Razza di bastardo... e tu?"
"Ho guardato mia mamma incredula, per farle capire che non me la sentivo"
"E la zia?"
"Ma va... lei mi fa <Dai, Erika, toglilo!">... non ti dico come mi sono sentita..."
"Beh, però lei era in ambulatorio con te... non avrebbe potuto succederti nulla di male, no?"
"Certo! Se non fosse che siccome la guardavo stranita, ha pensato bene che fossi imbarazzata perché non volevo spogliarmi davanti a Davide!"
"Aahhh..."
"Guarda, l'avrei riempita di nomi!"
"E quindi?"
"Quindi ha pensato bene di fare la genialata di uscire dall'ambulatorio con Davide al seguito, e dicendo al dottore di farli rientrare una volta rivestita"
"Ma no, cazzo, dai... l'avrei capito anche io che non era Davide il problema"
"Infatti..."
"E quindi cos'hai fatto"
"Cosa vuoi che abbia fatto? Mi sono tolta il reggiseno, ma mi sono subito coperta con le mani"
"E lui?"
"Una volta fuori mia mamma, mi fa sdraiare sul lettino, guardandomi con quella faccia da ebete"
"Per poi chiedermi di stendere le braccia lungo i fianchi"


Sentivo il sangue pompare verso il pisello; avevo un'erezione pronta a partire, e dovevo stare attento a non sfiorarmelo nemmeno per sbaglio.

"E tu lo hai fatto?"
"Ho sospirato per fargli capire che fossi contrariata, ma cosa potevo fare?"
"E appena stese mi appoggia una mano sui fianchi, bisbigliandomi a fil di voce <Brava bambina...> sorridendomi con quella faccia da schiaffi"


La scena è apparsa nella mia testa come un film, ancora meglio di come me lo ero immaginato. Mi sono dovuto mettere a pancia in giù. Ho focalizzato le mani grosse e rugose di Cr****ti sul pancino di Erika, a poche spanne dalla sua patatina e dai suoi splendidi seni nudi. Il fatto poi che le avesse dato quel nomignolo rendeva tutto ancora più incredibilmente eccitante. Tutto materiale per le mie prossime mille seghe, e il bello era che il racconto non era finito qui...
Wooo non puoi lasciarci così vogliamo il continuo ora, ci lasci sul più bello
 

Timido1994

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"Ma che cazzo stai dicendo?"
"Hai capito benissimo"
"Ma va, scema, non dire cazzate"
"Senti, vaffanculo... te e mia mamma, che minimizzate su una cosa del genere"
"Ma no, aspetta, non ti incazzare... che ne so io, ho pensato mi prendessi in giro"
"................"
"Dai, non fare così..."
"................"
"Ti va di parlarne?
"No... cioè, boh, non lo so..."
"Beh, secondo me se te ne esci così dal nulla vuol dire che ne vuoi parlare con qualcuno"
"Si ma con qualcuno che non la butti in vacca, quindi se devi fare come mia mamma che dice che sono la solita esagerata non ti dico un bel cazzo di niente!"
"Senti sei come una sorella per me, e non siamo più bambini. Non ti prenderei mai in giro su qualcosa che ti vivi male, stai tranquilla"

Erika sospira, guardandosi attorno, per poi sdraiarsi supina sull'asciugamano, appoggiandosi sui gomiti. Mi avvicino a lei, mettendomi nella sua stessa posizione, al suo fianco, come a parlare del più e del meno per non dare nell'occhio. In cuor mio ero dispiaciuto, ma sapevo che da quel racconto potevano emergere particolari che mi avrebbero eccitato. Come gestire un'eventuale erezione, ci avrei pensato più tardi.

"Dovevo fare sto controllo, e la mamma mia ha portata da Cr****ti... ti parlo di mesi fa, sarà stato aprile"
"C'era anche Davide, perché la mamma non sapeva a chi lasciarlo"

(Davide è mio cugino più piccolo, ai tempi di 9 anni, fratello minore di Erika)
"Arrivata in ambulatorio ho capito subito che qualcosa non andava... parlava con la mamma mentre eravamo alla scrivania, ma mi guardava con occhiate veloci e togliendo subito lo sguardo"
"Ok... beh, tutto abbastanza normale per ora mia sembra..."
"Si, ma era come mi guardava a mettermi a disagio"
"Perchè? Come ti guardava?"
"Non lo so, strano, non mi sentivo a mio agio"
"Capisco..."
"Poi ha chiesto a mia mamma se potevo spogliarmi, e mi è salito il cuore in gola"
"Si, ok... ma fa parte di una visita medica, no?"
"Per il certificato medico per la pallavolo? Addirittura dovermi spogliare??"
"Eh che ne so, non sono mica un dottore, ma io quando faccio l'idoneità sportiva sotto sforzo sono pure io in mutande..."
"Sei un maschio, è diverso..."
"Mmm... si ok, capisco... beh quindi, cos'hai fatto?"
"Eh cosa vuoi che abbia fatto? Mi sono spogliata e sono rimasta con mutandine e reggiseno, mentre questo continuava a parlare con mia mamma, ma sbirciandomi come se non me ne accorgessi"
"Un po' viscido insomma"
"Si, parecchio... ma finché c'era dentro mia mamma e Davide nemmeno troppo, a parte quando per pesarmi mi ha fatto salire sulla bilancia, appoggiandomi le mani sui fianchi... che schifo!"
"E poi l'apice... mi chiede di sdraiarmi sul lettino, ma prima di farlo mi chiede di togliermi il reggiseno"

"Razza di bastardo... e tu?"
"Ho guardato mia mamma incredula, per farle capire che non me la sentivo"
"E la zia?"
"Ma va... lei mi fa <Dai, Erika, toglilo!">... non ti dico come mi sono sentita..."
"Beh, però lei era in ambulatorio con te... non avrebbe potuto succederti nulla di male, no?"
"Certo! Se non fosse che siccome la guardavo stranita, ha pensato bene che fossi imbarazzata perché non volevo spogliarmi davanti a Davide!"
"Aahhh..."
"Guarda, l'avrei riempita di nomi!"
"E quindi?"
"Quindi ha pensato bene di fare la genialata di uscire dall'ambulatorio con Davide al seguito, e dicendo al dottore di farli rientrare una volta rivestita"
"Ma no, cazzo, dai... l'avrei capito anche io che non era Davide il problema"
"Infatti..."
"E quindi cos'hai fatto"
"Cosa vuoi che abbia fatto? Mi sono tolta il reggiseno, ma mi sono subito coperta con le mani"
"E lui?"
"Una volta fuori mia mamma, mi fa sdraiare sul lettino, guardandomi con quella faccia da ebete"
"Per poi chiedermi di stendere le braccia lungo i fianchi"


Sentivo il sangue pompare verso il pisello; avevo un'erezione pronta a partire, e dovevo stare attento a non sfiorarmelo nemmeno per sbaglio.

"E tu lo hai fatto?"
"Ho sospirato per fargli capire che fossi contrariata, ma cosa potevo fare?"
"E appena stese mi appoggia una mano sui fianchi, bisbigliandomi a fil di voce <Brava bambina...> sorridendomi con quella faccia da schiaffi"


La scena è apparsa nella mia testa come un film, ancora meglio di come me lo ero immaginato. Mi sono dovuto mettere a pancia in giù. Ho focalizzato le mani grosse e rugose di Cr****ti sul pancino di Erika, a poche spanne dalla sua patatina e dai suoi splendidi seni nudi. Il fatto poi che le avesse dato quel nomignolo rendeva tutto ancora più incredibilmente eccitante. Tutto materiale per le mie prossime mille seghe, e il bello era che il racconto non era finito qui...
Molto eccitante davvero
 
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"Così mi fai preoccupare..."
"No, tranquillo, non mi ha nemmeno sfiorata se è quello che pensi..."
"Ah... no, beh... meglio così..."
"Cioè... nel senso... non dove pensi tu..."
"... non capisco"
"Si è limitato - per così dire - a tenermi la mano sui fianchi, mentre mi sentiva il cuore"
"Ah... e per quale motivo"
"A me lo chiedi?! Che ne so?! Te l'ho detto che è un porco!"
"Ma quindi non ti ha - passami il termine - molestata?"
"Sei scemo? Mi ha fatto togliere il reggiseno solo per il gusto di farlo e per te questa non è una molestia?"
"Si, si, ok... scusa, non intendevo dire quello"
"Guarda che non c'è bisogno di toccare esplicitamente per farla diventare una molestia"
"Certo, hai ragione... ma tu come hai reagito?"
"Ho aspettato che finisse, cosa potevo fare? Poi ovviamente l'ho detto alla mamma quando siamo uscite, ma si è messa a ridere e ha minimizzato l'accaduto"
"Beh, si, qualcosa poteva dirgli in effetti"
"Mi ha detto addirittura - Cosa credi? Che adesso che crescerai non ti dovrai mai far visitare da un ginecologo uomo? in quel caso cosa fai? non ti fai visitare? Dai eh, Erika, non dire scemate - "
"Si, ok, capisco il ragionamento, ma tu hai senz'altro le tue buonissime ragioni"
"Vorrei ben vedere..."

Alla fine non era andata come nella mia fervida immaginazione, ma poco mi importava. La sola idea che Erika fosse stata visitata mezza nuda da Cr****ti bastava per farmi eccitare come un cavallo. Oltretutto quella mano sul suo fianco riuscivo a immaginarmela molto chiaramente; il dottor C****ti non ha certo una mano fine, anzi. Sembra più la mano rovinata e callosa di un muratore più che di un medico, e l'idea che si fosse posata sulla pelle delicata di Erika mi faceva impazzire.

Quella stessa notte mi sveglio sudato; non ricordo che ora fosse, ma sicuramente piena notte visto che il precoce sole di giugno non filtrava ancora attraverso gli scuri del camper. I miei stavano palesemente dormendo, nel letto posto verso la cabina di guida. Mi volto verso la mia cuginetta, che sta dormendo profondamente, nel letto poco distante dal mio. Tutti gli oscuranti del camper sono abbassati, e c'è veramente buio pesto. Stavo probabilmente sognando la mano del dottor Cr***ti che si muove sul corpo della piccola Erika, sicuramente è per quello che mi sono svegliato. Quando vorrei che quella mano fosse la mia...
Mi siedo sul letto, cercando di essere leggero come un fantasma. Scivolo verso il letto di Erika, accucciato sulle ginocchia. Sta dormendo, lo avverto dal respiro profondo. Ormai i miei occhi si sono abituati al buio, e vedo palesemente da sagoma di mia cugina.
E' girata sul fianco, alla mia sinistra. Sopra di lei solo un lenzuolo leggero. Quando siamo andati a lavarci i denti, prima di andare a letto, ho visto il suo pigiamino. Una robina leggera di cotone, con un top e degli shorts. Sento che ho un'erezione pronta a partire. Che faccio? No, dai, non posso. E invece lo faccio.
Infilo la mano sinistra sotto il lenzuolo, e la appoggio sul suo corpo. Non capisco subito cosa sto toccando, probabilmente il suo fianco sinistro. Muovo la mano dolcemente, so che devo essere leggero come una piuma. Se si sveglia, è la fine. La fine di tutto. Devo essere invisibile.
Apro il palmo e faccio scivolare la mano seguendo il tessuto con cui sono a contatto. Ecco che si interrompe, e sento il cotone lasciar posto alla pelle morbida. Quella è la gamba di Erika, la coscia sinistra, sicuramente. E' la prima volta che tocco un corpo femminile, e mai avrei immaginato che sarebbe stato quello di mia cugina.
La sua coscia è morbida e dura al contempo, bellissima. Lei sembra non avvertire la mia mano, segno che posso spingermi oltre... devo solo decidere quale parte del suo corpo esplorare...
 

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