Dopo tre mesi, riprendo il racconto che ho interrotto e che riguardava mia zia Petra.
Durante il mese di agosto di quell' anno, purtroppo, non ebbi più occasione di stare da solo con la zia. A parte qualche volta in spiaggia, che quando ero sraiato di fronte a lei, con noncuranza si spostava il tassello degli slip del costume e mi mostrava il suo sesso in tutto il suo splendore, sapendo che io ero lì a guardarla. Per il resto del tempo, pareva che mi ignorasse. Arrivò quel fatidico ultimo venerdì del mese dove zio e zia dovettero rientrare in Germania.
Quando li aiutai a caricare i bagagli sulla loro auto, durante i saluti e gli abbracci, zia si strinse forte a me e mi disse
-Quest' anno a Natale non possiamo venire a Torino perchè la ditta per la quale lavora zio, non chiude per le festività, ma solo per Natale e Santo Stefano.
Però zio Carlo ha già parlato con tuo papà e tua mamma e le ha chiesto se ti mandavano da noi ad Hannover per le vacanze natalizie. E' ovvio che ti devi impegnare a scuola se vuoi che ti mandino.
Quell'estate la ricorderò per sempre,perchè mi fece fare delle esperienze meravigliose. Fù l' estate delle prime volte...La prima volta che una donna mi fece un pompino, la prima volta che leccai la fica, laprima volta che ebbi un rapporto sessuale completo e la prima volta che sverginai una ragazza.
Al 15 di Settembre, solitamente a San Lorenzo al mare, si faceva una spiaggiata di fine stagione, dove partecipavano quasi tutti i ragazzi che erano presenti in paese. I vari lavoratori degli alberghi, chi faceva le stagioni, i ragazzi che frequentavano la spiaggia e quelli presenti nel campeggio . Per due giorni ci impegnammo ad andare a preparare la spiaggiata ,raccogliendo dei legnetti,per accendere il falò. Per montare quella che era la postazione del dj, per la postazione bar e così via. Quel sabato sera, dopo aver mangiato pizza e focacce liguri, si diede inizio alle danze. Rita, la mia amica era semplicemente stupenda, indossava una minigonna e una maglietta senza spalline, che praticamente veniva tenuta su solo da una fascetta che si appoggiava sulla sua spalla sinistra, e le lasciava scoperto il pancino. Voi direte" l' hai vista decine e decine di volte in costume da bagno, e adesso ti arrapi nel vederla vestita" .Ebbene sì... Quella sera con la sola luce del falò, sentire il suo corpo contro il mio mentre stavamo ballando un lento che si intitolava" Senza Luce", I miei e i suoi ormoni impazzirono!!! Sentivo i capezzoli turgidi del suo seno acerbo, ma già importante ,che mi strusciavano sul petto. Sentivo i suoi fianchi morbidi sotto i palmi delle mie mani. Sentivo il suo monte di Venere che premeva contro il mio membro che sembrava voler esplodere da un momento all' altro. Dopo tre o quattro balli lenti, con le nostre lingue che esploravano gli anfratti più reconditi delle nostre bocche, lei mi prese per mano e incominciammo a passeggiare lungo il bagnasciuga. Quando fummo sufficentemente distanti dalla compagnia, ci appartammo tra due pedalò di uno stabilimento balneare nelle vicinanze. Rita tirò fuori dallo zainetto che aveva ,untelo sottile ma sufficentemente grosso per poterci sdraiare tutti e due abbastanza comodamente. incominciammo a esplorare i nostri corpi con le mani e rigorosamente sempre con le nostre lingue che si attorciliavano insieme. La mia mano, le accarezzo i seni, poi scese a frugarle sotto la gonna, sentii che quel piccolo tassello era fradicio di umori vischiosi. Mi venne voglia di andare ad assaggiare e ad annusare quel nettare. Mi abbassai a succhiarle i capezzoli, e poi più giù intorno all' ombellico per finire in mezzo alle sue gambe. Quando il mio naso fu all' altezza del suo sesso, mi inebriai di quel profumo che scatenava nel mio cervello una sorta di corto circuito. Non capivo più niente... Le sfilai le mutandine e affondai la bocca su quel veraviglioso fiore che continuava a produrre il nettare delle dee.
Mi prese la testa fra le mani e incomincio a dimenarsi come fosse in preda alle convulsioni. Si mise a piangere , mi fermai e le chiesi se le avessi fatto male, ma lei mi rispose che non erano lacrime di dolore, ma di emozzione fortissima dovuta al piacere he stava provando. Quando si calmò un pochino, mi slacciò i pantaloni, e mi estrasse il membro che faceva fatica a restare dentro alle mutande. Mi disse che era giunto il momento di farla diventare donna. Si raccomando che quando stavo per raggiungere il piacere di uscire e di non venirle dentro. Un pò di timore lo ebbi...Avevo paura di non fermarmi in tempo. Lei decise di salirmi sopra, per favorire la penetrazione. Quando si punto il membro sull' apertura della vagina sentii letteralmente un calore fortissimo che avvolgeva. Un colpo secco, un gemito e Rita divenne donna. Cambiammo posizione per evitare che lei non si togliesse abbastanza in fretta . Le salii sopra nella classica posizione del missionario e incominciai ad assaporare quella magnifica sensazione che si prova con lo sfregamento interno dei due sessi. Quando sentii che stavo per venire mi sfilai dal suo ventre e le venni sul pancino. Lei volle assaggiare il sapore del mio seme, prendendolo con due dita dalla fossetta del suo ombellico e portandoselo alla bocca. Mi disse che aveva un sapore che le piaceva e la eccitava allo stesso tempo. La notte settembrina era calda di suo, ma il calore che sprigionava i nostri corpi sudati , ci portò a fare un bagno nudi in quel mare che quella sera era piatto come una tavola ed era rischiarato solo dalla luce bianca della luna. Facemmo l' amore ancora altre due volte e restammo abbracciati scambiandoci teneri baci. Nell' ultima settimana della mia permanenza a San Lorenzo, Rita ed io facemmo l' amore tutti i giorni nonostante la difficoltà a trovare dei posti appartati. E quell' estate finì nel migliore dei modi. Ero divenuto uomo grazie a zia Petra e alla mia Rita.