Esperienza reale Mia suocera mi tormenta

OP
L

lunapop

Guest
Quando tornai a tavola feci andare avanti tua figlia, tu accanto tuo marito e difronte lei, io accanto a lei, tuo figlio a capotavola.
Per raggiungere il tavolo dovevo prima scorgerti di spalle, volevo vedere le tue cosce posate sulla sedia, con le mutandine di tua figlia nel boxer mi illuminai, feci un pensiero un pò sporco, ma non te lo dico.

Mangiammo piu o meno bene, inutile cimentarsi sulla qualità della pizza, non mi interessava affatto, un amaro, il caffè, il conto, arrivederci, saluti, alla prossima.
Entrammo in macchina, la disposizione era la solita, tu accanto a tuo marito che guidava io dietro di lui con accanto tua figlia, leggermente eccitata per via dei contatti del suo sesso con i sedili dell'automobile, tua figlia ogni tanto si sfrega lo sapevi ? lo fa la mattina presto oppure quando si lava, si fa il bidet, sono cose sue personali non le posso dire di non farlo, non giudicarla! E' tua figlia!
Entrai per primo in macchina, raggiunsi il mio posto e ti aspettavo..
Facesti entrare prima il piede sinistro con la punta dello stivale, avevi classe, poi la continuazione sino a scorgere interamente la tua gamba e un filo di coscia dipeso da quel poco di gonna che si era alzato. Lo facesti in modo diverso iniziai a pensare che forse percepivi il fatto che io ti osservavo e ti piaceva, ti mettevi in mostra... si posarono sul sedile, parallele le tue cosce, sempre gonfie, sempre piene di una certa sensualità, avevo voglia di alzare quella gonna, non te lo nascondo.
Tuo marito mise in moto e le luci di cortesia dell'abitacolo si spensero, andammo in avanti con la marcia e divenne tutto buio, tua figlia ne approfittò, prese la mia mano e la poggiò sulla sua coscia, non era proprio sulla coscia ma diciamo coscia.
Tua figlia quando è eccitata non fa troppi giri di parole, non se ne frega tanto dell'amor cortese, va subito al dunque.
Di tanto in tanto le luci arancioni dei sottopassi illuminavano solo quella parte del corpo che riuscivo a vedere, non so perchè ma mi eccitava vedere addirittura la cinta che scivolava sulla tua coscia destra e si univa con il montante accanto al freno di stazionamento.
Questa è la tua macchina, quella con la quale vai a lavoro, pensai,
"non ho mai capito perchè oggi giorno le donne professioniste per andare a lavoro si comprano dei SUV di altissima cilindrata"
"tuo marito ha pagato delle cambiali per acquistarlo"
" lo aiutai io a fare il finanziamento"
"non ne era capace"
"si stava mettendo nei guai"
"ma tu non sai niente"

Distratta guardavi il panorama che si susseguiva lungo il tuo finestrino, non parlavi, eri bella cosi, ogni tanto ti giravi, forse avevi visto nello specchietto la mia mano sul corpo di tua figlia, forse perchè mi cercavi, forse non lo so perchè.

I fari delle auto incrocianti per un attimo proiettavano il tuo profilo guardai il tuo naso, e le curve delle tue labbra, pensai
"chissà che stai pensando"
Avevo voglia di toccarle con la punta delle dita, pensai, vorrei tanto lavarti.

Arrivammo a destinazione, sotto casa tua, tu tuo marito e tuo figlio saliste sopra io e tua figlia con l'altra macchina andammo via.
Tua figlia aveva rubato di nascosto le chiavi della casa vostra in campagna, era li che ultimamente ci andavamo ad amare e scoprire il piacere.
Con quella macchina tutta scassata arrivammo interi, appostati, ad aspettare che i vicini uscissero fuori entrammo in casa
aperta la porta tua figlia si inginocchiò tendendo le sue cosce mi abbassò il pantalone e inizio a succhiare il mio sesso già duro già bagnato già colante dei miei pre orgasmi. Lasciò dentro le sue mutandine, glielo dissi io.
Andammo in bagno, dovevamo lavarci le mani "ma tu continua a succhiare" le dissi
dopo che mi lavai le mani mi tolsi la cinta e gliela legai al collo, con le forbici avevo creato un buco per la circonferenza del suo collo, sottomessa sì ma morta no, pensai.
Era uno spettacolo vederla al guinzaglio, le obbligai di camminare a quattro zampe, con le ginocchia toccava il pavimento rovinandosi il collant trasparente che la mattina le dissi di indossare, si lamentò per questo.
"no non lo fare, lo sai bene che fine faranno quelle calze"
"si padrone ha ragione" rispose sottomessa.
con l'estremità di quella specie di guinzaglio le diedi delle piccole frustatine sul culone grande che aveva dicendole di andare, sempre a quattro zampe verso il divano, era lì che volevo possederla.
Siediti per terra, usando come spalliera lo scalino del divano
"succhia" le ordinai tirandole avanti il capo sfruttando il guinzaglio
"con le mani spogliami ma non togliermi il boxer"
obbedì
mentre lei succhiava le alzai la maglia
mi complimentai con lei perchè ancora una volta era uscita di casa senza reggiseno, solo con quelle sagome adesive copri-capezzolo
le sfilai la gonna tenendo cura di non far andare via i collant
le lasciai le scarpe
prima di uscire nascose un paio di decoltè coi tacchi a spillo nel cofano della macchina, le dissi di indossarle già dalla conferenza, non volle, aveva paura di cadere, dato il luogo della conferenza

"Alzati schiava" alzò da terrà il suo bel culo grande
"in ginocchio con i soli piedi per terra voglio che continui a succhiare"
le dissi cosi mentre con l'estremità della cinta le frustavo quei seni asimmetrici e le tolsi quei gommini
"sei eccitata vedo, i tuoi capezzoli tanto che sono duri sembrano due spilli"

La feci alzare la girai di spalle verso di me, la piegai in avanti, iniziai a sculacciarla
"piu forte mi disse"
"piu forte, reincarò"
"voglio che mi lasci i segni delle tue mani brutto porco"
La obbedì anche se tu eri quella che doveva farlo, il rumore degli schiaffi era tenue, ma il dolore che provava la faceva impazzire
Le stracciai le calze nel punto esatto della cucitura, scoprendo cosi il suo sesso completamente bagnato
Continuai a stracciargliele sino al punto di scoprire interamente il suo sederone
"Questa era la fine predestinata delle tue calze"
Le tolsi la cinta dal collo, le legai le mani portandogliele in avanti, la girai e la feci sedere
Le misi in bocca le sue mutandine, erano bagnate dei miei umori, tu lo sai quegli umori da dove derivano vero ? Certo che lo sai.
Le dissi di chiudere la bocca e le diedi due schiaffi, sfilai il mio boxer e sul viso alternai schiaffi con le mani e schiaffi con il mio membro.
Con la sua mutandina in bocca e le mani legate era nel suo, stracciandole i collant dalla parte di dietro, le tirai verso il seno quel che restava, era spettacolare vedere quelle tette strane avvolte dal velo trasparente del collant.

In questo momento esatto a tua figlia piace una e una sola cosa
sì hai capito bene, hai capito molto bene.
come una prigioniera legata alle mani le intimai di alzarsi
aveva ancora il suo tanga in bocca e ogni tanto le davo a schiaffi minacciandola di non aprirla.
Salimmo di sopra per la scala di servizio, tua figlia era nuda, aveva indosso i collant stracciati che le scoprivano interamente il suo sederone che partivano dai piedi e finivano all'inizio del suo seno, ai piedi quelle decoltè nere, quelle coi tacchi a spillo.

La portai in bagno, la feci entrare in vasca, la feci inginocchiare con il busto verso di me,
era problematico lo so
ma la volontà vinse sulla fisiologia
Le urinai sul seno
Sentendo il calore di quel liquido giallo
apri la bocca facendo colare il tessuto verde del suo tanga
"Ah si.... io ti amo"
mi disse
continuai a bagnarla interamente il petto mentre le mani erano alzate, tenendo la cinta alzata.
continuai a bagnarla con le mie urine anche lungo le cosce
la sgridai perchè si era tolta le scarpe senza chiedere il mio permesso ma non la punii
"chiudi la bocca" le dissi
"continua masticare le tue mutande"

Svuotai interamente la mia vescica, alla fine pulii l'estremità del mio pene con un pò di pelle sua.
Alla fine la legai e la lavai
"felce azzurra" lessi sull'etichetta del bagno schiuma, ti pensai, mi feci diverse domande a dire il vero
La insaponai per bene, i suoi glutei ricordavano ancora le forme del costume che le facevo mettere d'estate, non so se te l'ha detto ma in alcuni momenti la facevo stare completamente senza.
Il suo sesso con un accenno di scuro, le sue cosce piene al punto giusto, scesi con le mie mani grandi fino al ginocchio,
mi chiese "hai dimenticato di schiaffeggiarmi?"
"certo che no porcellina"
la girai le insaponai i seni, sotto al collo
mi tolsi uno dei due elastici che mi legano i capelli lunghi, lo usai per farle una coda e per raccoglierle i capelli,
le insaponai le ascelle i seni, alla fine era profumata.

Mentre si asciugava accesi il fuoco, era facile, tuo marito usa l'alcol, ne approfittai pure io, feci sedere tua figlia con l'accappatoio dinanzi al camino
si sedette si riscaldò...

Le tappai il naso e di riflesso apri la bocca, le sfilai di bocca le sue mutandine ormai zuppe e fradice
Aprii la cinta dell'accappatoio e iniziai a baciarla, con una mano le carezzavo le cosce con l'altra una estremità del culo e con la lingua le succhiavo i capezzoli

"mi fai bagnare cosi, anche se ero già bagnata" mi disse
presi la mutandina gliela infilai nel suo sesso "oh si quanto sei porco" mi disse
"ho messo le calze fatte di piscio in una busta non dobbiamo dimenticare di buttarle quando usciamo"
"Sh... le sussurrai, pensi alle calze, tranquilla me la vedo io"
Presi il pentolino, credo quelli che usi la mattina per bere il latte tiepido, presi proprio quello, lo misi sul gas mentre tua figlia nuda completamente camminava con le sue mutandine nella sua patata.
Le dissi di indossare le scarpe e di stare accanto a me in silenzio.
Presi l'olio, l'olio quello che le faccio mettere d'estate sulle cosce e sul seno quando stiamo a mare, riempii quel pentolino sino alla metà
lo riscaldai
Dissi a tua figlia porca di tornare sul divano e di aspettarmi li e di predisporsi a pecora
mi obbedì
mi diressi da lei accompagnandomi con questo pentolino
le legai nuovamente il guinzaglio al collo e le dirai il capo verso su
" ti piacerà" le dissi "sarà piu forte dell'ultima volta" la rassicurai"
"feci scorrere quell'olio lungo la sua colonna vertebrale, la sua cute si colorava di un rosso acceso
"inarca per bene la schiena"
lo fece e creò un bacino dove l'olio caldo iniziò ad accumularsi
Per poco tempo mi liberai di quel pentolino, le feci un massaggio,
le mie mani scivolano lungo la sua schiena, quel calore la faceva impazzire
Andai in avanti scoprendo i suoi seni, erano ancora duri,
"ti piace allora tutto questo troietta"
le dissi con aria di soddisfazione
"oh certo che mi piace"
mi rispose orgogliosa tua figlia
oltre i tuoi seni aveva spazio anche il suo ombellico e le creste del suo bacino
"cosi lucente sembri quasi tua madre" le dissi
"porco che fai vedi anche mia madre"
"può darsi le risposi"

Chiamai a ricognizione quel pentolino
lo avvicinai alle sue natiche
lo inclinai nella giusta corrispondenza del suo sfintere,
una parte andò verso le sue labbra ormai aperte, con il tessuto, una lingua di tessuto che spuntava fuori

Massaggiai le sue enormi chiappe, le mie mani grandi avvolgevano il suo culo
non passò molto tempo per dire ai miei pollici di incontrare il suo sfintere
lo penetrai e lo aprii
"oh si aprimi il culo" mi disse tua figlia
non passò molto tempo affinchè il mio membro le entro dentro
le pareti del suo sfintere erano lisce, zuppe d'olio, il mio pene ci scivolava dentro con immensa facilità.
tua figlia non amava tanto succhiarmi il sedere o i testicoli, era piu per il pene, forse sotto questo punto di vista siete complementari
Gridava, un pò di dolore un pò di piacere, prima di me ne ha visti diversi di piselli tua figlia, non solo quello del suo storico fidanzato ma anche altri due o tre, mi disse che non aveva mai visto un pene cosi grande, ma non mi sono mai vantato delle mie dimensioni ne tanto meno ho fatto a gara a chi lo avesse piu lungo e piu spesso.
Inizialmente dovevi fare piano, anche quando entravo nella sua vagina, si faceva male, soffriva,
"la mia fica è troppo piccola per il tuo cazzo" mi diceva all'inizio

Il mio sesso entrava ed usciva precipitosamente dal suo orofizio,
ogni tanto usciva definitivamente e le aprivo le natiche
voleva che ci sputassi dentro, cosa che non facevo
con le mani liberate toccò il suo sesso e inizio a muoverlo velocemente
mentre faceva questo godeva.
Le feci poggiare la testa sul bracciolo del divano, le misi il piede in testa, mentre lei continuava a toccarsi.
Il mio piede destro premeva mentre l'altro manteneva l'equilibrio,
il culo di tua figlia era ormai spalancato e il mio membro aveva piantato la sua bandiera.

Squillo il telefono, era tardi, saranno state l'una e mezza,
era quello di tua figlia...
"chi ti cerca troia? Ti sei fatta l'amantuccio?
il telefono era sul tavolo. Dissi a tua figlia di non muoversi e anzi di togliere la mano dalla sua vagina e di lasciare il culo aperto
fece cosi..
tolsi il piede dal suo viso feci cinque o sei passi per avvicinarmi al tavolo, presi il telefono lessi "mamma seguito da un fiorellino"
"nessun amante è tua madre"
prima di darle il telefono le dissi di continuare a tenere i glutei divaricati,
le entrai dentro e le misi nuovamente il piede in viso,
"ora puoi rispondere"
Parlavi con tua figlia mentre io le stavo penetrando il culo
ogni tanto con la mano tua figlia mi diceva di non fare rumore
me ne fregai
volevi sapere dove eravamo, perchè sentivi silenzio, come mai era cosi tardi e non tornavamo,
non avevi mai fatto una chiamata di questo genere, nemmeno quando tua figlia venne con me a Copenaghen per quel convegno dei farmaci Biotecnologici, lo so perchè chiamavi, lo so per certo.
Torniamo sì certo che torniamo. Torniamo subito.
Chiuse il telefono, si accertò che fosse chiuso veramente, posizionò bene il piede sul suo viso dopo che l'aveva liberato dal telefono
alla fine mi disse
"padrone voglio sentire il tuo sperma nel mio culone e poi perderlo mentre cammino"
Perchè dovevi chiamarla, lo sapevi benissimo che prima o poi avrei fatto sesso con lei
lasciai il guinzaglio afferrai i suoi fianchi
forte sbattevano i suoi glutei sul mio bacino, molto molto forte.
Gridava lei gridava "oh si sbattimi, sbattimi forte, piu forte si sbattimi"
Un impeto tumultuoso parti forte dal mio cuore e si consumò lungo l'estremità del mio pene completamente affogato nel suo ano
riempì la sua cavità anale urlando come non mai
alla fine le diedi uno schiaffo sul gluteo
lei senti il calore del seme e gioì
mi diede un bacio sulla bocca e ci abbracciammo
ci vestimmo rapidamente
lei aveva ancora le sue mutandine nel suo sesso
il mio sperma nel suo culo
indossò la gonna con le gambe fuori
la maglia il giubbino
andai in bagno a prendere quelle calze
le misi in una busta
la buttai in un cestino
mi vestii pure io
tornammo a casa
ci hai aspettato sul divano, con pigiama e ti sei fatta trovare che fumavi.
Cosa ti aspettavi? Che io e tua figlia uscissimo e andassimo in chiesa a pregare?
 

mauriziorossi

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io ci tenevo tanto a ringraziare tutti coloro i quali hanno speso anche qualche minuto per scrivermi parole di incoraggiamento. Rispondo brevemente alle tue domande
E' molto interessante sentire il punto di vista della tua immaginazione ma oimè ci sono moltissimi punti che non combaciano. Una foto non nascondo che ci avevo pensato anche io e non vorrei rovinare il prosieguo ma non posso escludere che vedrete delle foto, magari col viso oscurato o con alcune restrizioni.
Per quanto concerne l'ossessione, diciamo che non si tratta assolutamente di una ossessione ma di qualche cosa molto ma molto piu prominente.
Grazie per aver percepito il mio modo di scrivere, sono dei flussi di pensiero e ricordi correlati all'emozione. Avevo bisogno di parlare di questa faccenda da un pò di tempo a questa parte ma ho sempre avuto il timore che qualcuno potesse poi, dopo il racconto, creare delle situazioni che avrebbero potuto nuocere la dignità della mia ragazza e della sua famiglia, non per spoilerare ma ci sta molto da raccontare e questo non è nemmeno l'inizio e diciamo che ci sta dell'altro. Scriverlo qui per me significa sfogarmi e poi è rilassante e mi fa stare bene.
Stasera penso dopo le 22 ci sarà il continuo, vi mando un carissimo saluto a tutti e vi ringazio di vero cuore per la pazienza e per l'affetto che state dimostrando.
Complimenti,e' bello leggerti....
 
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peppegiuit

Guest
Doc sei grandissimo nello scrivere e far provare eccitazione a chi ti legge...Poi c'è una cosa nel tuo scrivere che mi fa veramente impazzire: i tuoi fuori onda sono meravigliosi tipo questo:
Questa è la tua macchina, quella con la quale vai a lavoro, pensai,
"non ho mai capito perchè oggi giorno le donne professioniste per andare a lavoro si comprano dei SUV di altissima cilindrata"
"tuo marito ha pagato delle cambiali per acquistarlo"
" lo aiutai io a fare il finanziamento"
"non ne era capace"
"si stava mettendo nei guai"
"ma tu non sai niente"
E per finire il tuo panegirico (inteso nella sua accezione positiva) ti ridico che il 55enne si è arrapato come un "maiale migratore :ROFLMAO: :ROFLMAO: :ROFLMAO:
 
OP
L

lunapop

Guest
Incrociati i tuoi piedi ci aspettavano mentre il fumo dolcemente si originava dalle tue labbra e pian piano scendeva lungo il tuo respiro,
il pigiama di quella sera riusciva a trattenersi sino all'inizio della caviglia, eri scalza e le lenti riproponevano il verde dei tuoi occhi con pavido ingrandimento.
I maschi della casa erano già sposati con le lenzuola, trovasti diritto a parlarci ad alta voce e chiederci dove è che eravamo stati tutto quel tempo.

"mamma dove vuoi che siamo stati? è stata una uscita di svago come tutte le sere" ti disse, innocentemente tua figlia.
"sarà" dicesti tu.
"tranquilla non siamo andati a contrabbandare sigarette o peggio ancora vendere organi al mercato nero della mafia" pensai.
Spegnesti la televisione, ti alzasti, carezzando coi piedi il tuo cammino ti spostasti nella tua stanza da letto.
" se avete bisogno di qualche cosa......." non si capì il continuo delle tue parole.

Entrammo in cucina io e tua figlia, iniziò, come suo solito a lamentare i suoi soliti dolori al sedere.
Fa sempre così, prima lo vuole a tutti i costi dentro, poi inizia ad accusarmi in tutti i modi del fatto che le ho fatto male etc etc, all'inizio non era cosi, i dolori sono subentrati dopo, realizzai che il segno tangibile della cronicizzazione della nostra presenza dei noi uomini nelle vostre vite è quando alzate da terra le migliori taglie perchè siamo noi gli artefici di tutti i vostri guai. Incolpasti tuo marito perchè l'altro giorno mentre mettevi lo zucchero nella tazzina ti cadde la zuccheriera e si frantumò, cosa c'entra tuo marito? Non l'ha inventata mica lui la forza di gravità.

Percepii i vostri controsensi, questa percezione perdurò a lungo, tua figlia mi invitò in cucina per confidarmi semplicemente questa storia del culo rotto, alla fine andò a letto arrabbiata.
Credimi non me ne importai, si aspettava che forse le dovevo fare la canzone "amore mi dispiace, faccio schifo scusami..." no, ho perso la pazienza, ne ho tenuta sin troppa quando la dovetti convincere per lasciare il suo ex per stare con me.

Dinanzi al mio divano, una grande piazzola divide il muro anticipato da un mobiletto con sopra quell'enorme televisore, sotto, quasi a pelo del pavimento, tuo marito colleziona bottiglie di alcolici di tutti i tipi, le tiene a disposizione ogni volta che deve prendere l'aereo, ha paura della fase di decollo e soprattutto ha paura di rimanere sospeso nell'aria per oltre 12 ore, prima di partire ne prende una a caso, arriva piu o meno a metà e poi l'altra metà se la finisce prima di fare il check.

Questa cosa ti da un enorme ed importante percezione di frustrazione, lo chiamasti "alcolista" quel poverino.

Le fioche luci di fuori non mi permettevano di distinguere la migliore, Nino, dal mak-p del liceo, mi insegnò il gusto del prosecco, non ne ero fortemente attratto ma era un modo per celebrare la sua persona, eravamo cresciuti praticamente insieme, i nostri balconi quasi comunicanti, le nostre età di nascita quasi vicine, lo stesso ospedale di nascita le nostre mamme nate lo stesso giorno. Dopo il diploma la nostra carriera scolastica si divise, Lo tentarono i soldi e la voglia di dividersi da quel padre che lo riempiva di botte e di insulti io superai il test d ingresso divenni un solo corpo coi libri, lui una zattera in mare aperto ma si sistemò. Lo chiamai il giorno in cui morì mio padre, avevo tante persone intorno, le sentivo come figuranti anzi, come occupanti abusivi di un suolo che doveva rimanere libero, era fuori, tornò apposta per me.
Si fece in quattro per aiutarmi, consumò tutte le sue ferie, quelle che doveva consumare ad agosto per i tanto adorati viaggi a Miami, eravamo alle medie, eravamo alle superiori, lo diceva quasi ogni giorno che 15 giorni a miami non te glieli doveva togliere nessuno, chi se lo doveva aspettare che doveva essere proprio il tuo amico fraterno stimato a farti questo danno ? 3500 euro erano solamente i biglietti aerei, li perdesti, me lo disse tuo fratello di dieci anni piu grande, un giorno che per caso ci incontrammo all'autogrill di Alfaterna, Nino non mi chiese mai uno spicciolo non approfittò mai. L'anno scorso a 29 anni si beccò una pesante uveite che lo condannerà a vedere delle "strane ragnatele" al lato sinistro del campo visivo, si è sobbarcato tutto quanto l'iter diagnostico senza nemmeno chiedermi la cortesia di far leggere le carte al mio principale. Questo è il cristianesimo vero, pensai!

Mi vennero in mente cosi, come un treno merci con a traino un centinaio di vagoni, tutti i miei ricordi quelli più brutti.
Le mani cercavano bottiglie, mi affidai al caso, sapevo che tu e la tua religione ti vietavano di bere queste cose cosi.
Trovai un qualcosa che sull'etichetta sbiadita e consumata finiva per "hey" il colore non si capiva, per leggere mi aiutai dal led bianco di quello schermo da cinema che hai installato ai tuoi figli per farli incantare a vedere film.

Aprii quella specie di credenza che hai accanto al tavolo dove tu studi o lavori, presi un bicchiere, quello col fondo rinforzato, calpestai per sbaglio il tuo stupido gatto, gli chiesi addirittura scusa.
Il vetro accolse quel liquido che scendeva facendo dei suoni caratteristici. Aprii il balcone mi sporsi osservai quel mare stanco e calmo, passò un treno, era corto ma rumoroso, ti pensai, ti lamentavi pure di questo, del rumore dei treni.

" Ma che cazzo si beve questo?" ero sicuro che era materiale alcolico comprato in qualche discount, il primo sorso doveva essere di ambientazione, il secondo il terzo, al quarto mi convinsi che forse tuo marito si chiamava "chiavica" sia di nome che di cognome.

Nella tua vita avrai fatto tante cose, ma penso che a sovrastarle saranno state le parole, hai sempre espresso lamenti ma non hai fatto niente, quando mi presentai e ti dissi il mio nome, ti dissi che era il caso di installare una parete fonoassorbente e fare dei rilevamenti per la eventuale presenza di metalli pesanti presenti nell'aria, comunicalo alle ferrovie, scriviamo una lettera, tempo un mese risolviamo il problema.
"a te piace lamentarti, non ti piace risolvere il problema" mi troncai

L'odore di tabacco bruciato bussava alle porte delle mie narici, posavo le mani sulla ringhiera, mentre il bicchiere mi aspettava sul tavolo, dovevo stare attento perchè il tuo gatto, schifoso, era sempre in agguato, faceva gli scherzi, era antipatico e acido come te e tua figlia. Amo gli animali, ma vedere quel gatto che dorme sistematicamente e si sveglia solo per mangiare o per svuotare l'intestino mi fa venire la nausea, certe volte sai lo osservavo, mi dava talmente tanto fastidio che mi veniva in mente di aprirgli l'addome e sezionare qualche organo, fare qualche prelievo.

"Ti raccontai la storia del mancato ingresso in chirurgia generale per un mezzo punto si ?
Come non te lo raccontai, faceva piu scena se tua figlia stava sposata col chirurgo piuttosto che con l'oncologo
Che provinciale e bigotta che sei, ti schifai."

Le tue MS, le preferite dei tuoi polmoni, le preferite del tuo senso del gusto, erano loro, eri dietro di me, attribuivi lo schizzo della mia sagoma tramite i riflettori della stazione, un piede sul cuscino del divanetto che tenevate fuori al balcone, uno per terra, una mano sul bracciolo l'altra a far fluttuare nell'aria quel puntino rosso simbolo della brace.

Era insostituibile l'angolazione della tua gamba, in tutte le sue geometrie e i suoi angoli,
"hai le sigarette con te?" le chiesi
"le ho finite mi dispiace, ti tocca fartela da solo una sigaretta, avanti"

L'ormone prolattina raggiunge i picchi in diverse fasi della vita degli individui sia maschi che femmine, nei maschi i picchi si raggiungono nei minuti e ore successivi all'eiaculazione, la presenza, fisicamente, si percepisce, da un totale isolamento e/o totale annichilimento della figura femminile.

Dopo che avevo rotto il culo a tua figlia non me la sentivo, pensavo che il mio membro non era nemmeno pronto e predisposto a farti la festa, volevo farti capire che dovevamo alternare, dovevi comprendere, percepire, capire e realizzare che quell..

Interrompesti il mio flusso di pensiero, ti alzasti, mi trovasti di spalle,
si, data la tua risposta stupida mi girai e continuai a fissare il mare, mi consolava di piu la sua presenza, nera, piuttosto che sentire i tuoi pensieri astrusi, contorni, forse anche un pò perversi.

Iniziasti a leccare la mia spalla, quello che la maglia scopriva tra l'orlo del suo collo e il mio,
"dai non fare cosi, fammi vedere come lecchi quella cartina e piano piano l'avvolgi"
mi sussurrasti nell'orecchio mentre di tanto in tanto lo leccavi e lo penetravi.

Il tuo respiro caldo avanzava sulla mia pelle che raccontava gli odori, le essenze che io e tua figlia abbiamo partorito.
Non te ne importasti, il tuo compito in quel momento non era quello di sapere cosa avevo fatto, volevi farmi eccitare.

Scivolavano lungo i miei fianchi le tue mani, la tua bocca alla fine incontrò quella che tutti chiamano la noce del collo.
Ti fissasti con lei, inziasti a bagnarla con la tua lingua, poi la succhiasti, ti piaceva.

Le tue mani giravano intorno sul mio ventre, scoprendolo dalla maglietta, era freddino fuori lo ammetto ma in quel momento le tue eccitazioni contaminavano le mie carni che bollivano di stupore.
Non mi andava di girarmi, non volevo vederti.

Mentre con tua figlia tornavamo a casa mi sentii in colpa, la mettevo al corrente di tutte le mie scappatelle, era felice, consenziente, altre volte capricciosa e durante i litigi potevano anche tornare addosso ad alta velocità, ma lo doveva sapere, io e tua figlia quando stiamo soli dormiamo nello stesso letto.

Non ti volevo era questo il mio messaggio, fra poco per te saranno 50 giri di calendario, io nemmeno 30, non è un discorso di anagrafica è la tua superficialità nello sposarti e fare dei figli con una persona che adesso stai tradendo. Credimi te lo volevo dire.

Quando le tue mani entrarono nel mio boxer la razionalità andò in off, scoprimmo insieme il mio sesso duro, eravamo entrambi, forse, consapevoli che era impensabile dopo tante ore ad intersecare la carne di tua figlia.
Eravamo nel balcone, poteva succedere quello che poteva succedere.

La tua vicina di casa lavora nella radio, è una donna pubblica, la conoscono tutti, perse un figlio in un incidente non molto tempo fa, rimase provata, la notte si alzava di scatto e si affacciava al balcone, certe volte pronunciava il suo nome a squarcia gola, poverina, chissà che cosa pensava.
Le persone, quei viaggiatori che salivano sui treni notte per andare al nord, i "poveri", cosi li chiama tuo marito quelli che non possono permettersi ne una macchina ne un aereo aggiunge sempre.

Non te ne importava niente, era chiaro che dovevi fare quello che volevi, non c'era niente da fare da aggiungere.
Io dinanzi a questo mare, tu dietro di me con le mani, entrambe nel mio pantaloncino. Eravamo una copia molto stropicciata di Rose e Jack, quelli del Titanic.

Facevi salire e scendere la tua mano lungo l'asta del mio sesso.
"Piano, piano ti prego se lo tiri troppo sotto mi fai male"
"dovresti farti tagliare il filo possibile mai che sei ancora vergine?"
non mi andava di discutere di queste cose con lei, con mia suocera, la figlia problemi di questo genere non ne ha mai avuto e credo che rispetto a te avrà avuto molti piu partners.

Masturbasti il mio membro con delicatezza con tutte e due le mani, mentre la tua bocca cercava soddisfazioni dalla mia pelle un pò sudata un pò bagnata di tua figlia un pò unta di olio caldo. Sfregavi il petto sulle mie spalle, di tanto in tanto nelle orecchie mi sussurrasti che ero il tuo adone.

Ti piacque assai quella situazione, eravamo ad un passo esatto che potevamo finire su una gogna mediatica e potevamo fare la fine di quella ragazza che si tolse la vita.

Scivolano le tue mani sulla canna l'altra si sposta cerca i testicoli, erano flaccidi, ti piacquero. Mi abbassasti totalmente il pantalone e ti inginocchiasti sempre dietro di me, sostituisti la mano sullo scroto con la tua lingua mentre lei tornò sulla canna del mio pene.
Poggiai entrambe le mani sulla ringhiera e mi misi a pecora, un pò come feci mettere tua figlia qualche ora prima leccasti il mio scroto e con le mani masturbavi il mio pene, lo trovasti diverso, realizzasti che a tua figlia avevo dato l'anima.

Per eccitarmi maggiormente dicevi a voce media che eri tutta bagnata, ti dissi che non ci credevo.
"Tocca il mio sesso porco, tocca"
Eri grondante, il mutandone che avevi quella sera era completamente zuppo, pensai che era urina inizialmente, non ti offendere.

Arrivo nella stazione un treno, l'avevo previsto lo sapevo. I viaggiatori erano pochi quelli che salivano, diversi quelli che scendevano, ti dissi di far piano per non attirare l'attenzione, facesti il contrario.

"dove vuoi arrivare, dove?"
"Ingoiarli ancora una volta io vorrei, spremere le tue palle e far uscire il nettare quello piu proibito"
Dicesti queste parole mentre mi girasti verso di te e inginocchiata mi dicesti
"ho sete"
dopo aver detto tutto questo agitasti in un vortice di energia il mio pene, lo facesti scoppiare cosi come folgore nel cielo facesti scoppiare la percezione del mio piacere.
Lo prendesti tutto in bocca e velocemente lo ingoiasti.
Apristi il pacchetto di MS e mi lasciasti una sigaretta, prendesti da terra i tuoi infradito con il rialzo e te ne andasti via.
"buonanotte"

"Ciao Panterona"
"Taci"
Quasi volessi accompagnare quel verbo imperativo con uno schiaffo.

Te ne andasti.
Accesi quella sigaretta, dopo il primo tiro bevvi fino a finirlo quel bicchiere di quel liquido strano comprato da tuo marito.
Sbloccai il telefono, il dito impregnato dei tuoi umori non permettevano il riconoscimento, 180989 la passoword che sarebbe poi la mia data di nascita. Avevo bisogno di pensare ad altro e il mare non mi bastava, sfizio vidi l'ultimo accesso di Foca, era alle 19.21,
" non doveva andare a mangiare la pizza? "
Mi chiesi
Cercai una risposta, mi applicai,
"chissà che questo sarà andato proprio a lavorare, avrà ricevuto qualche cambio turno o cose di questo genere"
Cercai di consolarmi con le goffaggini di quel settentrionale
Mentre i miei tiri consumavano la sigaretta pensai
"prima o poi andrò via per sempre da qui"
Il suo modo di pensare mi aveva contagiato, era forse davvero il caso di partire e di dire addio per sempre a tutto ciò.

Iniziò lentamente a piovere entrai dentro,
il flusso di acqua del rubinetto amplificava il potere antibatterico del tuo dentifricio, quello che paghi 8 euro a tubetto, quello che pensi che faccia i miracoli, mettesti uno stendino nel bagno, sapevi che sarebbe venuto a piovere.
Trovai appese le tue mutandine, quelle piu grandi, erano 2, me le rubai.

Dovevi indossare mutandine piccole, quanto piu piccole possibile, mutandine capaci di raccontare non solo a me ma a tutti la tua reale essenza di porcaggine.

Buonanotte.
 
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ghost80

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mi sn fermato a pagina 4. bel racconto, ma il racconto è lungo e spesso nn si parla di lei, ma della ragazza del bar, del treno. delle fantasie ecc. è bello leggere quello che dice e fa la suocera. nn di chi sta sul treno e al bar o in pizzeria, scusa scrivi molto bene, ma è troppo dettagliato su tutta la giornata che svolgi
 
OP
L

lunapop

Guest
Squillò il mio cellulare mentre la fila di quel giorno si era ormai sfoltita, era tuo marito, mi spaventai inizialmente, ma poi risposi.
Eravate rimasti in panne in autostrada, la macchina non ne voleva sapere di partire, furono queste piu o meno le parole di quel tonto.
"io sono a lavoro perchè chiamate me?"
"sai il carroattrezzi costa troppo e non mi va di spendere e poi è brutto essere chiamati taccagni o peggio ancora poveri dai parenti o dagli amici"
"stai tranquillo che io non ti ho giudicato mica, cornutazzo" questo fu il mio pensiero
"ho due pazienti si tratta di una mezz oretta il tempo di raggiungervi diciamo che arriverò da voi tra quaranta minuti" questa fu la mia risposta.

Per fare quel gesto eroico dovetti tornare a casa col motorino, posarlo, andare nel box e prendere l'automobile di mio padre, da quando mori la conservammo come un cimelio, pulita lavata revisionata e con tutte le carte in regola.
Il guardiano, mi conosceva bene, era anziano, mingherlino, col vizio del fumo, appese con un moschettone un mazzone di chiavi, tra queste c'era anche un tagliaunghie. Aveva modi saggi, sembrava un uomo di altri tempi, in realtà viveva in quel garage e si guadagnava il pane chiudendoci all'interno le macchine.

"me la preparate la macchina cortesemente?"
"a totale disposizione dottore"

questo AB era un copione rigido erano sempre queste parole, sempre.

Quando vi trovai nell'area di sosta dell'autostrada eri in macchina dietro tua figlia tuo marito fuori col giubbotto catarinfrangente, non capivo il senso di quella scena. Appena mi vide mi riconobbe subito la mia macchina era molto grande aveva un colore particolare, i gusti strani di mio padre.

L'uomo catarinfrangente sali nuovamente nella vostra macchina, comunicaste a tre non so cosa alla fine scese prima tua figlia, si sedette accanto a me, poi scese lui chiuse la portiera e infilò dentro le chiavi, alla fine dall'altro lato scendesti tu. Avevi una gonna lunga, molto lunga, ai piedi un paio di scarpe coi tacchi color beige, ma all'inizio non avevo assolutamente notato che fra i lembi di quella gonna molto lunga c'era uno spacco che faceva gridare inesorabili le tue cosce, scoperte quasi di piu della metà. Tuo marito non ne capiva di cosce, lui era intento a chiudere a chiave la macchina.
Salisti dietro il sedile di tua figlia, trasversalmente eri netta nel mio specchietto retrovisore.
Tua figlia accanto a me tuo marito dietro di me.
Partimmo, la radio cantava una canzone di Rino Gaetano, cercasti di imitarlo per qualche strofa poi ti scocciasti. Tua figlia era appassita e spaventata, tuo marito stava già contrattando con me per quando poi riportarlo in quell'area di sosta col meccanico,
"stai sognando suocero mio, il mitico dottor Foca mi ha piazzato due notti consecutive non contento sabato devo fare mezza giornata all'unità locale per i vaccini dell'influenza"
Si rassegnò alla fine lo chiamarono da lavoro, parlò francese per moltissimo tempo. Tua figlia accanto a me, non esitò a trovare subito consolazione in un riposino, le piaceva, forse troppo dormire, quanto tempo perso pensai.
Ti chiesi se l'aria condizionata poteva andare bene o forse si doveva aumentare, trovammo un altro tipo di intesa, riposizionai lo specchietto in modo da poter osservare solo e unicamente quella sagoma di coscia che beata e immacolata poggiava su quei sedili.
Lo sentisti, lo sentisti e mi provocasti, avevi le mani curate, le unghie lunghe e sopra di loro un liquido lucente le ricopriva, quasi luccicavano.
Una di loro la portasti su quel cuscino di pelle, quella gonna accarezzava lenta il tuo corpo, il suo tessuto era brillantinato, quasi come se fosse stato un similvelo, man mano che scendeva si accentuavano delle increspature.
Cercavo ansiosamente quel varco, lo cercavo, avevo bisogno di entrare con lo sguardo.
il cruise control faceva camminare la nostra macchina, andavamo lentamente non era il caso di fare le corse.
Incollato su quello specchietto ti feci capire che avevo bisogno di trovare quell'entrata, quell'entrata che avrebbe reso immortale quel viaggio, mi accontentasti.
Le dita luccicanti e trasparenti avanzavano in avanti, trovando il lembo giusto, a quel punto non ti costò tanta fatica spostare quel tessuto e mostrare la ragione per la quale io ti amavo.
Man mano che la voce francese del passeggero cornuto si faceva piu intensa, scoprivi interamente la tua coscia destra, avevi un collant trasparente, mi facesti venire voglia di sapere dove eri andata e soprattutto chi ti aveva visto.
spostasti dalla coscia tutto quel tessuto, la vidi per intera sino ai pressi dell inguine.
Gonfiai il pantalone, quando svincolammo ci sentii da sopra il volante strusciarsi.
Accarezzavi la tua coscia nello stesso modo non molto tempo prima massaggiavi e carezzavi il mio arnese.
"ah come avrei voluto sapere se eri bagnata".
Arrivati a casa mi invitasti per mangiare
tuo figlio era fuori, tuo marito pressava perchè doveva andare a lavorare.
fu lui a dirmi di restare a dormire da voi quella notte, perchè in casa non c'era un uomo e due donne potevano stare in difficoltà.
"povero, non sai quello che ti stai facendo"
sorridesti, ti stava amando in quel momento perchè ti ha fatto il regalo che volevi piu di tutti.

Ci ricaricammo con del cibo misto, strano, non aveva tanto senso ma alla fine ci accontentammo, tuo marito andò via e rimasi in camera con tua figlia, tu ti mettesti a studiare, leggevi un libro con la copertina rigida mentre posavi i piedi, nudi, sul poggiapiedi sotto al tavolo.

In camera tua figlia cercava il miglior canale da vedere insieme, propose poi un film, scarrellando velocemente la vetrina di Netflix, si spoglio dinanzi a me, si tolse i calzini, portò via il suo leggings in eco pelle, scoprì un tanga il cui filo si perdeva fra le chiappe.
"scusa amore non ti ho potuto assecondare questa volta, pensavo che non ci fossimo visti quest'oggi"
si giustificò quando le vidi indosso la mutandina.
Si sfiloo la maglia, uscì il primo seno, quello piu grande percorrendo la traiettoria dall'alto, che era stato portato dalla maglia, verso il basso, l'istante dopo toccò al secondo.
le tolsi con cura le pellicole adesive sopra ai capezzoli, glieli leccai, le tolsi le mutandine, era nuda completamente.
Si giro e nuda andò in bagno dove lavò per bene le sue intimità, lo sentii dal rumore dell'acqua del bidet.
Tornò in camera sua sempre nuda mentre io la aspettavo, era profumata, tua figlia spruzzava il deodorante anche prima di andare a dormire, fuori per gli altri doveva sempre profumare.

"buonanotte amore"
baciò le mie labbra e mi invitò ad uscire.
Nel tragitto dalla sua camera alla sala vidi la luce spenta, pensai che non ci fossi più, passai per la tua camera, ossia quella in cui dormi con tuo marito e nemmeno ti trovai. Non mi applicai piu di tanto nel cercarti.
Arrivato in sala feci la stessa movenza dell'altra volta, presi un bicchiere e lo riempii usando una di quelle bottiglie che collezionava tuo padre.
Ancora vestito andai in balcone, eri lì, il gatto si serviva delle tue cosce incrociate su quel divano di vimini, forse per riscaldarsi, forse per trovar ristoro, il tuo viso era illuminato dallo schermo del telefono, stavi guardando dei siti..
"e' tranquillo stasera, non passa nemmeno un treno e il mare non sembra nemmeno agitato"
mi informasti sulla situazione come una cronista di Radio Maria.
ti chiesi che cosa stavi guardando, girasti lo schermo e mi facesti vedere un prodotto da nebulizzazione, un liquido che si mischia con della fisiologica e si inala con un classico compressore ad aria per l'aereosol, lo tenevate a portata di mano, tua figlia era facile ad acciacchi e bronchiti, i medicinali glieli portavo io.

"ma chi te lo ha suggerito?"
Ti davo del tu, mi ero francamente scocciato della formalità e della recita.
"serve a migliorare la respirazione"
"ma se tu fumi 30 sigarette al giorno cosa puoi mai pretendere da un pò di acqua fresca sparata nei polmoni?"
Catorda lo dovevi necessariamente provare, perchè la pubblicità che vedesti il giorno prima per televisione ti era entrata completamente dentro.

Avvicinasti la mano, girasti di un semicerchio la rotella dell'accendino, scoccò prima la scintilla poi la fiamma blu e gialla.
La porzione piu chiara del cono illuminava l'unghia del tuo pollice
"oh e se lo leccassi?" lo pensai ma esposi questo pensiero guardando i tuoi occhi attraverso le tue lenti progressive.
Riempivo i polmoni di quel fumo, mi rilassavo, ero seduto accanto a te e con una mano mi tenevi il bicchiere con l'altra accarezzzavi la mia coscia sinistra.
ci facevi scorrere le unghie.
poi mi desti un bacio sulla guancia, io fumavo, inerme alle tue tentazioni.
Mi togliesti di mano la sigaretta ormai mezza, iniziasti a tirare anche tu, non parlasti, a parlare erano i tuoi movimenti, pieni di erotismo.
Le tue dita accarezzavano il filtro di quella sigaretta, la bocca mentre la accoglieva, si appuntiva, i tuoi occhioni guardavano il braciere.
"mi sei mancato tanto in questi giorni lo sai?"
mi dicesti queste parole mentre una parte di fumo usciva dalle tue narici
"ieri mentre Lucia stava dormendo ho preso il suo cellulare, conosco a memoria il codice, ho aperto le tue chat"
"ho visto che le mandi le foto del tuo pisello e le mandi anche video di quando vai uscire la spuma"
"ho visto che è lei a chiederelo di fare e si eccita tanto nel vedere l'eiaculazione"

"Cos altro hai visto?"
Ho visto tutte le porcaggini che le scrivi e ho visto come lei ben felice di leggerle,
poi ho visto quel video in masturbi il tuo pene usando i piedi o avvolgendo le stesse mutandine sue intorno alla canna...
..... ho fatto la stessa cosa che feci a scuola quando scoprii che l'avevi fatto anche con le mie mutandine.

"ti sei toccata?" ti chiesi
"esatto, mi sono toccata al di sopra della stoffa di una delle poche mutandine grandi e comode che mi sono rimaste, le altre le ho perse, non ricordo dove le ho stese"
mi venne da ridere ma non ti dissi che te le avevo fottute io.
"ti sei toccata solo al di sopra della stoffa?non hai oltrepassato il mistero riproposto dalla mutandina?"
" a dire il vero no, ho scoperto che toccandomi al di sopra della mutandina provo un piacere diverso che di tanto in tanto lo preferisco all contatto normale"
"ti posso chiedere una cosa?" ti girasti verso di me consumando quasi tutta la sigaretta.
"E'"
" li manderesti anche a me quei video?" "no non puoi mandarmeli, mio marito intercetta il mio telefono, lo controlla a distanza, lo fa per lavoro, non per controllarmi o per mancanza di fiducia" mi disse rispondendosi da sola.

ti alzasti ed io ti venni dietro come un cagnolino. Per strada ti chiesi come mai tuo marito era cosi nei tuoi riguardi ma non mi hai dato ascolto, pensai che non volevi svegliare tua figlia.

Apristi la porta del bagno e facesti entrare prima me, entrasti tu e la chiudesti, lo scatto della chiave interna ci isolò dal mondo esterno che al buio riposava.
Chiudesti la finestra sempre socchiusa e abbassasti la tapparella, dicesti "non c'è bisogno di aprire, lo spettatore in questo caso è dentro"
Apristi il rubinetto dell'acqua calda della vasca, tappasti il suo fondo.
Ti sedesti sullo spigolo e io misi per terra una asciugamano.
 
OP
L

lunapop

Guest
Con la mano ti sfilasti le tue ciabatte dai piedi, li vidi e vidi che erano avvolti da un velo trasparente, mi chiesi se fossero state le stesse che vidi quel giorno ma non parlai.
Ti sbottonasti il colletto della maglia e te la togliesti, grande il tuo seno avvolto da un reggiseno nero usci fuori, mentre i capelli ruggine si distribuivano sulle spalle.
"oh........ che spettacolo" mi scappò tutto questo quando il busto ha riflesso i suoi colori e la sua sezione aurea dinanzi ai miei occhi.
L'acqua sgorgava a dismisura dal rubinetto, era calda, al contatto si mischiava con l'altra acqua formando un mare bollente, di tanto in tanto una fila di molecole originava da quel bacino disegnando un filo di vapore sul pelo dell'acqua.
Mi facesti segno di avvicinarmi, volevo toglierti il reggiseno e abbassarti i pantaloni ma mi ha interdetto, sfilasti dalla mia testa entrambi gli elastici che mi legavano i capelli.
"quando stai coi capelli sciolti sei molto piu selvaggio, resta cosi" mi dicesti
Usasti i miei elastici per legare i tuoi capelli
ti alzasti e togliesti gli occhiali
snodasti quella corda che stringeva il pantalone alla tua vita.
lo facesti scivolare piano piano lungo il tuo bacino, scoprendo quindi una piccolissima mutandina che avvolgeva il tuo sesso e la pelle delle tue cosce completamente nuda,
Divenni una spada bollente e languida di umori.
Lo facevi scendere piano piano, in quel momento trovasti inesorabilmente tutta la carica erotica che avevi smarrito nel tempo.
A metà strada tra il ginocchio e l'inguine, il merletto di una autoreggente aspettava solo di vedermi....
"OH SI.........OH MAMMA MIA........" esclamai impietrito
"cosa c'è? Non ti senti bene forse? " mi chiedesti con tranquillità.
ti liberasti facilmente di quel pantalone e scopristi le tue meravigliose forme in quel nylon trasparente.
"oh si mi stai facendo letteralmente impazzire"
"e perchè" mi chiedesti
"ah ora voglio che succhi" "voglio che lo succhi per bene meglio di tua figlia, sennò lo faccio succhiare solo a lei"

ti sorreggeva l'angolo della vasca, ti sedesti li e le tue cosce si piegarono, "oh si sei uno spettacolo incredibile"
Conoscevi perfettamente la combinazione per aprire il mio pantalone, lo abbassasti e come una molla usci fuori il mio membro completamente unto di pre eiaculato, lo prendesti con le mani lo accarezzasti, poco.
"apri le cosce" ti dissi
lo facesti e le poggiasti sul prolungamento dei due lati dell'angolo.
Vedevo la perdita della consistenza di quel filo intorno al tuo sesso, le grandi labbra erano ormai aperte e si vedevano i solchi lungo i quali il pene di tuo marito era solito scivolare. Quelle zone di tessuto erano piu scure, era chiaro che eri eccitata e bagnata.
Avevi curato molto bene il cespuglietto color capelli che normalmente portavi dentro le mutandine, lo capii perchè ai bordi non usciva niente.
"Quando vedesti i miei video sul telefono di tua figlia come facesti precisamente?"
"oh vuoi che te lo mostri?"
prendesti la mano, quella sinistra, in cui ancora abitava un un misero anello di fede, in quelle due insenature facesti scivolare interamente la mano, apristi la bocca, gemevi di piacere. Dall'alto verso il basso la tua mano scivolava lenta, molto lenta mentre la tua testa si alzava e le tue cosce, per riflesso, si aprivano di piu.

Con l'altra mano abbassasti la coppa del reggiseno, scopristi il seno destro mi dicesti "vieni e leccami ma fallo con delicatezza"
prendesti il mio membro curvo, chiatto, lo tirasti e mi dirigesti verso di te, con una mano lo agitavi con l'altra carezzavi il tuo sesso, io intanto leccavo il tuo capezzolo rigido.
"piano accarezzalo piano" ti dissi
"ma eri già duro?"
"ero duro già da quando stavamo fuori al balcone"
"non avevo mai visto un pene già duro, solitamente la femmina lo deve fare indurire per bene"
"hai frequentato forse uomini sbagliati" pensai ai pochi cazzi che hai visto in vita tua.

Mentre le tue mani lavoravano sui nostri sessi, decisi di aprirti il reggiseno, vidi per la prima volte a luce intesa i tuoi seni, erano meravigliosi.
Con le mani li unii fino a far avvicinare tra di loro i capezzoli, con te si poteva fare, con tua figlia no. Li leccavo entrambi, ti piacque molto, lo capii dal fatto che aumentassti l'intensità dello sciovolo delle mani lungo la canna.
Le tenevo entrambe unite le tue tette, ero diventato assatanato della loro morbidezza dei loro capezzoli, questa cosa ti faceva impazzire, non solo spalancasti le cosce ma inoltre mettesti sulle punte in tuoi piedi.
"tienile un pò tu per favore" togliesti le mani dai nostri sessi e unisti il tuoi seni, lasciasti le cosce spalancate e i piedi sul pavimento appuntiti.
"succhia"
capisti subito che dovevi aprire i tuoi seni per accogliere il mio sesso, lo aspettasti chinando la testa verso di loro.
"lubrifica dai, porca fai scorrere copiosa la tua rugiada lungo il canale delimitato dai tuoi seni"
piu ti chiamavo porca piu la saliva scorreva copiosa, quanto ti eccitava quell'appellativo
avvolgesti il pisello con i due seni. "sono solo la tua porca o qualche cosa in piu ?"
Provocavi le mie parole volevi essere bersaglio di un climax di insulti.
"apri la bocca troia, sei la mia troia prediletta, la mia prostituta succhia-cazzi"
mentre con i suoi seni e con la sua bocca facevo forte l'amore il tuo impeto di maiala ti venne improvvisamente meno.
Volevi accogliermi per la porta piu grande, finalmente, era arrivato il mio momento

Apristi con le mani i tuoi seni e liberasti il mio pene, la schiuma della tua saliva pavoneggiava sul prepuzio e si continuava lungo le venature, restasti seduta e cercasti la mia bocca per baciarmi, sentivo nella tua lingua rovente il sapore del mio sesso eri persa completamente persa.

Mentre ci baciammo cosi intensamente restasti seduta su quell'angolo, le cosce rimasero aperte i piedi sulle punte, con una mano carezzavi il lato destro del mio addome, ti spostasti e arrivasti alla mia chiappa, con l'altra spostasti il filo della mutandina che copriva la tua fessura,
Prendesti poi la parte piu nascosta di me, mi sussurrasti " ti voglio unito a me"..
Con le mani afferrasti il pisello schiumato di linfa lo veicolasti sino al ricongiungimento delle due labbra, spostasti la mano e la mettesti sull'altra chiappa.

Iniziasti a baciarmi e iniziasti a sentire le mie forme, capisti che non erano uguali a quelle di tuo marito e questo ti fece godere tanto.
Respiravi profondamente e sussurravi un intenso "ohh... " mentre la tua bocca si miscelava con la mia.
"piano ti prego piano..."
avanzavo letteralmente lungo le tue porte d ingresso....
Sentivo il merletto raschiare lungo le pareti del mio sesso, poteva farmi male, pensai, ma non mi fermò.

In molti secondi la punta del mio dardo oltrepassò le tue porte, di tanto in tanto scostavi la mano dal mio culo e cercavi invano di tenere lontano quel filo antipatico della mutandina mentre intensamente mi baciavi.
"oh si....ti amo io...." interrompevi un bacio di tanto in tanto per dire questo
"oh si entra dentro di me, entra tutto quanto dentro, ti voglio sentire dentro ti voglio sentire mio"
obbedii cercando di entrare quanto piu piano possibile, sul tetto del mio sesso sentii il clitoride, era un fuoco avvolgente.
Poco piu avanti superai una zona membranosa a imbuto abituate a cironferenze molto piu piccole, lo capii dal fatto che quando arrivai lì le cosce le alzasti da terra, staccasti la bocca dalla mia e facesti un profondissimo "ohhhhh di goduria immensa"
Poggiasti i piedi sull'orlo della vasca, l'acqua che scorreva copiosa, si univa allo scarico tramite un troppopieno.
Delicatamente il mio sesso scorreva nel tuo, l'unione nostra la battezzò il tuo urlo di libertà, ti sentivi libera, alzavi la testa verso il cielo e i tuoi seni cercavano di seguirti.
mentre la spada affondava dentro di te forti le tue mani mi tenevano per il busto, mi lasciasti i segni delle tue unghie,
ormai non ci baciavamo piu godevi e gridavi troppo, il piacere era immenso.

Trovai la strada del tuo orgasmo, ma questo accadde dopo un pò di tempo "oh piu veloce" mi dicesti, "scopami piu veloce" precisasti
lungo la strada del tuo orgasmo il tragitto è tutto dritto e potevo permettermi il lusso di iniziare a correre, il gioco di controllo dell'eiaculazione era davvero molto ma molto sottile, bastava veramente un niente per poi fare le corse.

Afferrai le tue cosce ponendo la mano sul merletto delle tue autoreggenti, le posai sulla vasca e iniziai a premere, piegai la testa e vidi il mio ventre teso, si intravedevano gli addominali, "oh si piu veloce, ti prego piu veloce si, fallo piu veloce ti prego"
Ti ascoltai, il mio sesso iniziò ad entrare e uscire a ritmi frenetici alla fine ti lasciasti andare e consegnasti la tua schiena a quell'acqua bollente, tolsi le mani dalle cosce e ti tenni per il collo, questa presa ti piacque molto, mentre un pò di acqua bagnava i tuoi capezzoli.
"oh si così dai cosi dai ancora ancora sii"
Urlavi corteggiando il piacere estremo

I miei testicoli sbattevano su tuo ano, nello stesso modo in cui tuo marito sbatteva i polipi pescati sugli scogli,
volevo schiaffeggiarti e schiavizzarti per etichettarti porca squallida come tua figlia, ma ebbi pietà di te perchè stavi per raggiungere forse il tuo primo orgasmo di piacere, mi facesti ricordare la mia prima sega, avevo 16 anni (fui forse l'ultimo della classe a segarmi)

"ahhh si oh... ohhh ohhhhhh oh....."
squarciasti il silenzio assoluto di quel quartiere, superasti il ruscellare dell'acqua nella vasca probabilmente svegliasti anche tua figlia...
Le tue cosce ormai tremanti e tu eri in quel momento in uno stato confusionale, eri sconvolta,
Il mio pene in questo istante era sommerso in un fiume di umori che scorreva nella cavità da lui scavata, io non lo tolsi
Eri comatosa, facevi quasi impressione, le tue cosce tremevano, "oh mi hai fatto letteralmente impazzire" "mi hai completamente stravolto il petto" erano queste piu o meno le parole che sussurrasti

"oh si vieni, vieni dentro di me, voglio sentire il tuo succo"
Era questa ancora la tua pretesa, come se non ti fosse bastato il resto
Ti ascoltai e imperterrito continuai a cercare il mio ruggito di piacere fra le tue membra, non molto tempo dopo lo trovai,
nel mentre che stavo per venire realizzai che forse non era proprio il caso di eiacularti dentro, uscii fuori e portai velocemente la testa del mio pene nella tua bocca.
"LECCA"
"LECCA SOLO LA BASE senza toccarlo"
"LECCA"
Con la lingua iniziasti a leccare il punto esatto dove il filo si ricongiungeva con la base del prepuzio
poggiai un piede sulla carne libera delle tue cosce
mentre leccavi con il dito accarezzavi e cercavi di entrare nel mio ano
massaggiavi il mio perineo e la tua lingua impazzita scorreva lungo il frenulo.

""OOOH SIIIII" nel mentre che il glande si gonfiava per eruttare presi con entrambe le mani la tua testa e la bocca accolse quella schiuma bianca.
Il mio piede affondo sulla tua coscia e tu a bocca chiusa gemevi di piacere.
"oh..."
Fuoriuscii da te e ti lasciai lavare,
apri con uno scatto la porta, tornai da te, timbrai le tue labbra con un bacio

"ti amo"
 
P

peppegiuit

Guest
ma la figlia nn è in casa con voi? :rolleyes::rolleyes::rolleyes::rolleyes::rolleyes:
Magari se tu leggessi più accuratamente ti saresti accorto di queste parole:
Per strada ti chiesi come mai tuo marito era cosi nei tuoi riguardi ma non mi hai dato ascolto, pensai che non volevi svegliare tua figlia.
squarciasti il silenzio assoluto di quel quartiere, superasti il ruscellare dell'acqua nella vasca probabilmente svegliasti anche tua figlia...
 
OP
L

lunapop

Guest
ma la figlia nn è in casa con voi? :rolleyes::rolleyes::rolleyes::rolleyes::rolleyes:

Caro utente ti confesso che da parte mia è linfa vitale ricevere critiche, perchè sono quelli i primi punti da vedere per una crescita personale e soprattutto un miglioramento. Quello che purtroppo percepisco in te, da ciò che scrivi dalla tua tastiera, è una ostinazione a cercare e ricercare un eventuale imperfezione un eventuale illogicità. Mi adeguerei benissimo alle tue richieste alle tue pretese, ma a questo punto non sarebbe piu una "esperienza reale"

Dal tuo primo intervento ho percepito da parte tua una quasi, ostinazione, nel ricercare il momento esatto in cui io e questa donna dovremmo consumare le nostre pelli piu o meno vicendevolmente, ma allora a questo punto non sarebbe una "esperienza reale" come ho marcato all'inizio Lo chiedo a te perchè nonostante tutto confido nella tua potenziale intelligenza.

Prima di scrivere cerco in tutti i modi di porre voi, lettori, al posto dei miei occhi, dei miei sensi del mio cuore, e per me è indispensabile dare importanza a tutto ciò che per me è importante.

Io non sto consumando del sesso con una prostituta, questa donna con la quale, poi vedrai tutti gli svolgimenti se avrai la pazienza di seguirmi, ti renderai conto che non è una donna che presta il suo corpo per estrarre i miei piaceri in cambio di somme, al contrario, è una donna che mi sta facendo una confessione, profonda, importante, toccante, cristallizzando la sua famiglia, il suo lavoro, il suo contesto sociale, e sto facendo anche io la stessa cosa.

Non analizzare tutto questo scritto con fare investigativo o poliziesco, piuttosto cerca di ampliare i tuoi orizzonti e cerca di immedesimarti nella mia persona, cerca, almeno leggendo di spaziare intorno e di percepire la reale situazione.

Hai la mia parola d'onore che tutto quello che leggi è assolutamente vero, i nomi i posti tutti i riferimenti è tutto quanto reale, non ci sta proprio niente di inventato.

Ci tenevo di cuore, ma proprio tanto di cuore a ringraziare @peppegiuit per me è un onore ed una gioia immensa essere capace di tanta emozione, e vorrei ringraziare coloro i quali hanno la pazienza di leggermi e di seguirmi.

Vi confesso che per me raccontare questo lato oscuro della mia esistenza a voi, in maniera del tutto anonima mi fa sentire bene, il fatto che voi lo accettate e vi emozionate per me è davvero una gioia immensa.
Non passerà molto tempo nello scrivere il prossimo stralcio di vita.

Vi mando un caro saluto a tutti con stima!
 

dd81

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Questo tuo modo cosi educato e distinto di porgerti ad un gruppo di maniaci(si fa per dire), ti distingue molto. Complimenti, davvero. Bene, hai dato la tua parola sulla veridicità della tua esperienza e ti credo e con questo seguirò ancora più appassionatamente i tuoi racconti. Saranno un sfogo per la tua coscienza?
 

mahmah

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Bellissimo, complimenti. Uno dei migliori racconti mai letti, scrivi bene e finalmente si legge qualcosa che non tratta solo descrizioni di trombate. Mi piace molto leggere tutto quello che avviene intorno a te e i tuoi pensieri/commenti sui coprotagonista.
A margine, una foto di mamma e figlia ci starebbe tutta. Anche vestite ma giusto per capire bene di che gnocche parliamo :)
 
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lunapop

Guest
Entro quel giorno alle 10 spaccate, era di venerdì, Foca mi mise ai day hospital, avevo 50 pazienti che prima di salire al piano di sopra, accomodarsi, fare la terapia antitumorale, passava da me, osservavo le analisi, una visita generale, "signora può andare, questo è il foglio di accettazione" ci mettevo tutta la mia forza per imprimere quel timbro con scritto il mio nome, con la penna velocemente le mie iniziali infine una serie di numeri identificativi.
Forse mi sentivo un pò caronte in quel momento o forse mi sentivo un pò come quelle persone che lavorano al casello autostradale, una volta lo pagai mentre tua figlia dall'altro lato succhiava, era china sul mio pene alzava e abbassava la testa, era una notte, eravamo in viaggio per le vacanze estive, eravamo al casello di bologna, convinto io che a quell'ora c'era la cassa automatica, quando vidi la sagoma dell'omino dall'altro lato del vetro dissi a quella ingordona di spostarsi... per ripicca continuò a succhiare. L'omino inizialmente non disse niente, poi afferrò il telefono e con la scusa di non avere il resto giusto e quindi di prenderlo nel portafogli afferrò il cellulare, voleva filmarmi o filmare tua figlia rendendola forse una pornostar.
Capii al volo, gli dissi " se vuoi fare il reporter allora i soldi li devi tu a noi" si aggrappò alla morale, mi disse che secondo lui non era proprio il massimo avere una fidanzata puttana, con garbo gli dissi che "la mia ragazza non era puttana perchè il pene lo succhiava solamente a me, è sbagliato chiamare puttana una donna, soprattutto se la medesima non lo gradisce, inoltre si chiama "puttana" una donna quando contemporaneamente o in un lasso di tempo ristretto condivide piu partner, siamo solamente io e lei in auto, dietro ci sta Ascanio è un cane di grossa taglia, ma ti assicuro che non glielo succhia il pene"
Feci io il moralista, il casellante dinanzi a questo mio comizio notturno autostradale mi chiese addirittura scusa, tua figlia nel frattempo succhiava a tutto spiano.
Quando ci alzò la sbarra e accese il segnale verde si alzò, affiancò la sua guancia alla mia e mi diede un bacio.
"grazie, mi hai difeso"
"eh seh mi ringrazi, eddai"
Non lo confessai il segreto di tua figlia, però posso dirti che una mezza bugia al casellante gliel ho detta.

Parti cosi questo mio flusso di pensiero, le persone si susseguivano, entravano, uscivano, ne dovevo fare 50, mi alzerò da quella sedia dopo ben 8 ore, seduto senza nemmeno andare in bagno o mangiare. "Vengono prima i loro diritti e poi i miei bisogni" era una frase mia, un pensiero mio, lo raccontai a Foca, se ne impossessò, mi fece piacere.

Quando ti venne la fissa che prima o poi sarebbe venuto il tumore o qualche altra malattia portasti tuo marito non ricordo dove ma in una meta di pellegrinaggio religioso, una meta in cui, mi raccontasti poi quando tornaste, ti cali in una vasca piena di acqua e quando esci sei subito asciutto. Se avevo capito bene facendo questa operazione la madonna o gesu ti proteggevano dal tumore o cose di questo genere. Eri felice come un bambino al giorno di natale quando scarta i regali, pensai al diagramma di stato dell'acqua "dovevi studiare quello" piuttosto che perdere tempo a chiacchiere.

Non volevi che tua figlia venisse a casa mia, prima la paura del treno, poi la paura della città, in realtà tu non volevi che tua figlia conoscesse i miei ambienti perchè non tolleravi la mia famiglia. Ti faceva sentire inferiore il fatto che mia madre a oltre 60 lavora ancora in sala operatoria come chirurgo toracico. Lo afferrai quella sera in cui quel tonto di tuo marito ci fece saggiare delle costolette di maiale che gli aveva regalato il macellaio, il tonto non capi che quelle me le doveva dare a me e che forse le potevo dare al mio cane. Si parlava di tuo figlio, si faceva le pippe mentali perchè voleva tornare all'università a studiare ma l'età e altre limitazioni della sua psiche glielo impedivano. Era un personaggio curioso tuo figlio, a partire dal suo nome a partire dai suoi gesti e dai suoi ragionamenti, per incoraggiarlo gli dissi che mia madre quando era studentessa di medicina i professori facevano iniziare gli esami alle 10 della sera, sì esatto alle 22 e si continuava per tutta la nottata, si faceva questa giostra perchè il medico non deve conoscere ne giorno ne notte ne mattina ne sera. Dopo quelle mie parole l'olio bollente me lo volevi buttare addosso. Eri vestita per dentro casa e i tuoi calcagni premevano quelle ciabatte nere che poi si portò via il vento.

Si incamminò verso casa mia a vostra insaputa, non c'era nessuno eravamo io e Ascanio, arrivò di sera la aspettammo alla stazione, poi tornammo a casa col motorino. Quando scese dal treno le fece festa quell'energumeno muoveva quella coda, sembrava l'elica di un elicottero, "calmati sennò va a finire che decolli".
"Hai fatto buon viaggio?"
"tutto bene tutto regolare"
Si sedette dietro di me, salii io, scesi il motorino dal cavalletto, alla fine il bestione tra le mie gambe e lo scudo, gli piaceva assai viaggiare con me in scooter, quei turbini di aria che si creavano dietro lo scudo alzavano il suo pelo lungo e lui era al massimo.

Entrammo in casa, il bestione raggiunse il suo divano, tua figlia con arroganza entrò in bagno, si lavò le mani, poi ci pensò apri il rubinetto della doccia e si lavò.
"dammi qualche vestito tuo e una cambiata, voglio stare comoda"
Le feci recapitare i vestiti sull'orlo del lavello accanto al box doccia.
Mentre purificava il suo corpo abbandonando l'usura e il sudore al getto tiepido dell'acqua, aprii la sua borsa, presi il suo telefono, iniziai a controllare. La pulizia, quella che fa quando sta in treno prima di venire da me, è quella che mi interessa di piu, le schede chiuse di recente... un paio di scarpe di vernice la prima, un video di you tube di psicologia applicata la seconda, una pagina di cronaca la terza, un video di pornhub in cui una lesbica ben vestita e molto adulta ammaestrava una giovane ragazzina la quarta, un ultima scheda, faceva riferimento a un forum, dove si battibeccheggiava su stupidaggini, quelle porcherie che fanno per televisione quelle cose che ogni tanto vedi pure tu. Hai presente canale cinque? quelle cose là.

La felpa Pennsylvania, un pantalone della tuta, un paio di calzini miei e una mutandina,
Usci dal bagno rimproverandomi, le diedi quella felpa, quella maledetta felpa capace di riecheggiare in lei mille ricordi, obbrobiosi.
Alcune estati fa vinsi un concorso e andai a fare uno stage di due mesi in Pennsylvania, prima qualche mese prima, avevamo prenotato una vacanza, con un altra coppia, due molluschi noiosissimi, lui "tutto bollette e luoghi comuni" lei "zuppa fino al collo di problemi psicologici e smagliature mentali di ogni genere", avevano un cane, un labrador, Pablo, era il loro figlio, era disgustoso il modo in cui lo trattavano povero animale. In quel periodo ancora non conoscevo Foca, se lo conoscevo gli avrei chiesto di cancellarmi le ferie, quei 14 giorni di ferie. Mi salvò la Pennsylvania, alla fine per questa mia assenza rinunciò anche tua figlia a quella vacanza, dopo qualche mese in quella stessa spiaggia usci fuori il video di quella sua collega pompinara che succhiava il pene a un ragazzo e tutta la tifoseria intorno.
Durante quel soggiorno non comparve piu sul mio whatsapp la tua immagine, forse mi cancellasti per il danno o il tradimento che feci a tua figlia.
"che persona mediocre che sei" quando tornai la solita, settimana di pausa di riflessione, poi torno lei e la tua foto.
In quel periodo eravamo due fazioni contrapposte, facevo di tutto per piacerti, per ricevere la tua stima, tu facevi di tutto per smantellarmi, per trovare un filo pur di convincere tua figlia a stare lontano da me, forse mi schifavi addirittura. Chi te lo avrebbe mai detto che poi avresti cercato il mio pene facendolo scorrere lungo il tuo sesso?

La scritta le faceva ricordare la rabbia, questo danno, questo torto che le ho fatto. Stando alle logiche di tua figlia dovevo rinunciare alla pennsylvania per stare 12 giorni in un villaggio di gallipoli a parlare di bollette ad ascoltare i nodi esistenziali della tua amica d'infanzia o peggio ancora assistere al morboso trattamento di Pablo, pensa che gli hanno comprato una forchettina e un cucchiaino di plastica, quando è ora di pranzo lei fa mangiare prima il cane, lo imbocca con quelle posate, mamma mia esiste anche questa gente?
Ci affiancammo a loro per l'ufficiale motivo che le due amiche non passavano piu lo stesso tempo di prima insieme, in realtà non avevo i soldi giusti per fare una vacanza come dicevo io, la pennsylvania era tutta pagata, è stato per volere del ministero, ha pagato il ministero per farmi andare lì.

La fame cancellò la rabbia
"Amore ho del tonno delle olive... "
Le dissi proponendo una eventuale cena. Aveva voglia di sushi, tua figlia era fissata col sushi. Dallo stesso telefono facemmo un ordine tramite un rider, sull'applicazione inseri tutti i dati, alla fine il codice della mia carta.

A quel punto andammo in camera, Ascanio preferi il buio e la pace della cucina, percorremmo il corridoio che la collegava alla mia stanza, chiuse la porta.
In camera trovò la mia scrivania completamente invasa di libri, fotocopie, carte di ogni genere, lo schermo invaso da post it, la mia borsa semiaperta, lo scheletro che accumulava polvere, la lavagna da muro piena di schemi e ragionamenti che ripercorrevo a voce alta.

Vide la mia sedia, quella sedia di metallo sulla quale ci consumai tutte le elementari, le medie, il liceo e l'università.
Mi innamorai di lei il giorno in cui mio nonno festeggiò la pensione, lavorava alle poste centrali, non ricordo che mansione svolgeva, Il giorno del suo pensionamento ero un bambino, avevo 7 anni, entrai in quella gang di vecchiardi piu o meno rimbambiti perchè volevo molto bene al nonno. Vidi nell'altro questa sedia, la volli a tutti i costi, mio padre mi accontentò, gli piaceva assai fare azioni di questo tipo ma non era cleptomane. Quando nonno mori capii che l'unico motivo per sentirmi legato a lui era studiare su quella sedia, non era una sedia adatta allo studio e forse nemmeno adatta alla mia statura ma restò con me.

Mi spogliò tua figlia ma lo fece con arroganza, sbottonò i miei pantaloni, e i bottoni che avrebbero dovuto sostituire la lampo. poi sfilò maglia boxer e calzini. Ero nudo, completamente nudo.
Mi lasciò lì donandomi un bacio con la lingua in mezzo alle mie labbra. Andò in cucina e torno con la sua borsa, un sacchettino "prada" comprato dal vu cumprà, i prodotti paralleli, li hai presente? non vado oltre, sennò inizi col tuo sermone sugli africani, gli schiavi i gommoni.

Allontanò i due lembi della borsa, sentii lo scatto dei magneti, inseri la mano dentro, cacciò fuori delle fascette, gli elastici che dissi a tuo marito di comprare per evitare di perdere le coppe? ricordi? tua figlia era presente quel giorno, a quanto pare sentì, capì e realizzò.

Avvicinò la sedia al letto, mi fece sedere dicendo false parole di seduzione, ci cascai, alla fine legò le mie caviglie ai piedi di quella sedia, sentivo il metallo freddo su ogni parte della pelle che comunicava con lei. poso poi le mani sopra ai braccioli e lego i polsi.

"amore ma stasera sei proprio una misstress? MA lo sai che a me il sadomaso non è mai.."
Non mi fece parlare.

Con sdegno prese l'orlo inferiore della felpa incrociando le braccia, la alzò verso l'alto e scopri il suo busto. I suoi seni erano entrambi coperti da un top bianco, si vedevano i capezzoli, non erano proprio duri ed eccitati ma si vedevano perfettamente.
Si abbassò velocemente le due bretelline, quei fili di tessuto del top che giravano intorno alle spalle, li sfilò dalle braccia, poi abbassò la fascia che copriva il seno sino al bacino. I suoi seni erano liberi, si vedevano perfettamente le asimmetrie e la differenza di grandezza, mi eccitai, volevo succhiare almeno uno dei due capezzoli.

Sentì freddo, accese il condizionatore, si ambientò alla fine abbassò anche i pantaloni. Scoprì i suoi fianchi morbidi e il suo inguine, poi le sue cosce, il ginocchio e le gambe. Quando arrivò ai piedi sfilo contemporaneamente anche i calzini.

Uno dei due piedi nudi raggiunse il mio polso, premendolo, sentì la presenza della mia pelle forse si eccitò, alzò lo sguardo verso l'alto e inizio a toccarsi i capezzoli che si intravedevano attraverso quelle tele di cotone bianco. Inizio a toccarsi, si sfiorava a dire la verità e respirava profondamente, le mani circumnavigavano solo la parte alta del suo corpo. Il piede sul mio polso divaricava in due le sue cosce lasciando al suo mistero di pavoneggiarsi, sotto l'attenta protezione di una mutandina bianca. Era una brasiliana di taglia 3, gliele comprai io quel giorno che venne a Roma, le dissi di restare, non aveva come cambiarsi, scesi, andai al negozio le comprai le mutande.

Il suo mistero avvolto da quel tessuto bianco illuminava la mia vista, ai bordi del triangolo anteriore, abusiva viveva una peluria meno folta era lì incurata, trovava raduno intorno a quel bruttissimo porro che non distava tanto.
Mise le mani intorno agli elastici che la reggevano intorno al bacino, liberò prima la coscia piegata e aggrappata sul mio polso, dall'altra parte la brasiliana cadde per gravità.

"Eccitato già sei brutto porco?" mi disse.

Si piegò, pensai che voleva iniziare a succhiare, in realtà si piego per prendere quel fazzoletto bianco.

"ti piace questo sapore?"
mi guardò con sfida mentre nella bocca mi poggiò la sua mutandina in corrispondenza dei suoi umori.
"ho visto un video porno e mi sono eccitata, l'ho fatto in treno"
non risposi.
Prese le due estremità, i due elastici che contornavano la brasiliana ai due fianchi, andò dietro di me e li tirò, alla fine generò un nodo dietro la mia nuda imbavagliandomi la bocca.

Nuda completamente con me legato e imbavagliato si tuffa a capofitto sul mi letto.
Voleva adorarsi dinanzi a me inerme, il mio pene era già duro.
A bordo del letto Inizio a carezzarsi i seni, le mani prima ruotavano intorno, poi trattò i capezzoli istigandoli a indurirsi, non parlò piu, esplorava se stessa in un modo meraviglioso, quasi mi dimenticai che in quel momento ero legato.

Era nuda e in quel momento esatto prese il seno piu grande, e accompagnò il suo capezzolo nella sua bocca, lo leccò per bene alla fine sbrodolò una montagna di saliva su di lui.
Poi lo riprese e iniziò a succhiarlo, facendo andare su e giu la testa, lo stesso e identico modo di come lo stava succhiando a me durante il pedaggio, praticamente uguale.
Si fermava di tanto in tanto godeva. Teneva quel piccolo seno con entrambe le mani, piu godeva piu apriva le cosce su quel letto.
Scopri quindi il suo sesso, quel cespuglietto nero non solo popolava la parte alta dell'insenatura, ma anche i bordi. Era molto acceso l'interno, era nero nero nero, poi man mano che si arrivava a corteggiare l'angolo, dove alloggia la testa del femore, la densità di quella macchia mediterranea si attenuava.

Apri le cosce ma le due labbra non si staccarono fra di loro, erano incollate, pastose, erano gli ormoni, a breve avrebbe perso sangue, molto sangue, era forse anche per questo motivo che si trovava a fare la porca in questo modo in quel momento. Erano ormoni, forse, non erano solo ormoni, feci in testa mia questo incessante "mi ama non mi ama"
Con le mani scese e incontrò il suo ombellico, si accarezzò il ventre ma credimi non ci passò molto tempo.
Aveva fretta di separare le due labbra, dalla mano destra si fece coraggio il dito medio, come un treno che cammina sui binari, anche lui determinava il cammino separando i due lembi della tenda.
Carezzò quel manto nero, quel pelo disorganizzato stropicciato,
Ruotò il dito intorno al suo meato uretrale, la eccitava tanto quel punto da dove usciva l'urina.
"OH ti piace cosi? O mi vuoi piu porca?"
Mi fece questa domanda un pò particolare.

Nello svolgimento di questa scena, il suono freddo e superbo del citofono prende il sopravvento, "Signora Deliveroo" disse l'omino quando alzasti il ricevitore e chiedesti chi fosse mai.
Eri nuda, completamente nuda. Scalza tornasti nella camera e mi dicesti che stava per arrivare il cibo, con la sedia mi spingesti dinanzi all'apertura della porta che metteva in comunicazione la camera mia con il corridoio, tua figlia voleva che io assistessi alla scena senza che nessuno se ne accorgesse.

Non molti minuti dopo bussarono al campanello, era li tua figlia ansiosissima di aprire la porta, l'omino col casco e lo zainetto caratteristico non sapeva affatto che cosa sarebbe successo nei minuti successivi.
Si preparò ad accoglierlo era nuda, e spiaccicava lungo il pannello della porta blindata il suo corpo nudo.
Quando il campanello suonò resto attaccata li dietro, posò la mano sulla maniglia ma non lo apri, "un attimo" disse, corse da me, avvicinò la bocca alle orecchio destro mio
"Se fai un solo movimento per attirare l'attenzione, ti giuro gli abbasso i pantaloni e gli succhio il cazzo e anzi alla fine ingoio anche lo sperma"
Accennai un mezzo sì con la testa, cercai di trattenermi.
Tua figlia si rimise in posizione, si attaccò al pannello della porta e disse "ecco", posò la sua mano ruvida sulla maniglia e indietreggiò insieme alla porta.
Affacciò poco poco il suo viso e disse a quell'uomo di entrare, non aveva realizzato ancora che cosa stava per succedere.
entrò in casa, Lucia chiuse la porta, si girò e la vide completamente nuda, per imbarazzo posò il piede destro sul piede sinistro, infine gli parlò e disse che poteva lasciare tutto sul tavolo. Lo fece e chiese se Ascanio che di rimpetto stava sul divano ad osservare la scena era feroce.
Rispose che era un cagnolone buonissimo che non avrebbe mai fatto del male a nessuno.
Impiegò piu di cinque minuti quel fattorino a liberarsi delle nostre comande e andare via, racconterà agli amici quanto successo, sicuramente non gli crederanno.

Mise tutto quanto nel forno e tornò in camera, spinse la sedia accanto al letto e continuò quella scena.
In quel momento il mio stato d'animo era qualche cosa di strano, viaggiavano parallelamente la rabbia, l'astio ma anche la goduria, il piacere, due sensazioni che non avevo mai provato contemporaneamente.

Prima di raggiungere nuovamente i suoi seni apri nuovamente la borsa, da una bustina trasparente estrae delle fragole, poi un tubetto con della panna spray, mi guardò con superficialità, capi che non mi andava di vedere quella situazione un pò noiosa.

Andò in cucina, quindi, e apri il frigo, trovò una bottiglia di martini, era uno spumante che comprò uno dei miei fratelli, serviva, per festeggiare il san valentino con una ragazza, la ragazza quel san valentino non si presentò, ci rimase male, molto male lui.

La portasti in camera, poi la apristi, non avevi forza a sufficienza, ti sei industriata per cercare di sollevare il sughero, poi alla fine hai avvicinato l'estremità di quella bottiglia alla mia mano, la afferrai, la girai, facemmo il colpo.

Con quella schiuma zuccherosa e pungente iniziasti a bagnare i tuoi capezzoli, di poco, non era il caso, lo spumante macchia, qua i servizi li faccio io, pensai tra me e me, ne usò davvero molto poco.
Si sdraiò sul letto e bagno i due capezzoli, poso per terra la bottiglia e se li massaggiò.
Riprese da terra la bottiglia e iniziò a bagnare il solco delimitato dalle sue strane mammelle, lo bagnò e alla fine mise la bottiglia in mezzo ai due strani fratelli.

Gemeva di piacere, mentre saliva e scendeva quella bottiglia accompagnata dalle mani, spalancava le cosce, mentre io dinanzi a lei con la bocca serrata da quello slip non potevo far altro che osservare.
A quella visione il mio pene si liberò da solo dalla pelle che copriva quella punta, ero eccitato totalmente, si era capito.

Pensai che rimase colpita tua figlia da quelle grandezze, invano la aspettavo per penetrarla, si sedette dinanzi a me ai piedi del letto, mi guardò negli occhi e mi regalò uno schiaffo.
Alzo il piede e me lo mise in faccia poi mi disse di annusarlo, infine col piede aggrappò uno dei lati del suo slip e mi liberò la bocca.

"Porco ti ho liberato la bocca non per farti parlare"
mi avverti.

Prese la bottiglia di martini, continuò a lubrificare il suo orlo con la sua bocca, lo leccava lungo tutta la circonferenza.
"oh si come è dura" disse arrapata.
La prese con tutte e due le mani e la guardò, la guardammo insieme, poi tua figlia guardò me, catturata la mia attenzione, abbassò quel recipiente di vetro e lo avvicinò al suo sesso, oltrepassò la sua fessura delimitata dalle due labbra disposte verticalmente. Lo fece entrare dentro di lei.
"Uao.......SI"
disse queste parole quando quel corpo estraneo la penetrò, si emozionò e anche tanto, con la mano libera afferrò il mio polso legato al bracciolo lo strinse.
Con la bottiglia nel suo sesso mi guardò negli occhi, li spalancò alla fine la inclinò accogliendo il liquido che quel recipiente conteneva.
Man mano che la riempiva lei godeva stringendo sempre di piu le mani sulla mia pelle, mi lascerà il segno, lo capirò il giorno seguente.
Abbassò l'estremità ed estrasse quel fallo dentro di lei, si sdraiò e poi lasciando il suo busto parallelo al materasso si alzò, prese la sedia dove ero seduto e la ribaltò, in questa manovra perse un po di liquido che si distribui lungo le cosce, non avevo capito ancora che cosa voleva fare.
poggio la spalliera della sedia per terra, c'ero io a terra con la testa che toccava il pavimento e i piedi all'aria.
Riprese la bottiglia si ripenetrò, questa volta facilmente, senza dare credito a orgasmi e piaceri di questo genere, inclinò la bottiglia e riempi la sua cavità di quello zucchero.
La riabbassò e alla fine la tolse da dentro di lei. Si piegò verso di me e mi disse di aprire la bocca.
Mi dissetò facendomi bere dello spumante che sgorgava dal suo sesso.
Impazzii letteralmente, le dissi di continuare tutto questo per altre due tre quattro volte... mi finii tutta quanta la bottiglia.

Nella mia lingua troneggiavano quelle bollicine intrise dei suoi umori, aveva avuto una idea meravigliosa,
mentre il liquido sgorgava muoveva il bacino dando importanza all'interno delle sue cosce, che meraviglia.
io e te ancora non ci conoscevamo sotto questo punto di vista, eravamo diciamo "nemici" o cose di questo genere.

Il dolciastro di quel liquido intriso agli umori vaginali era un elisir, era cosi dolce cosi buono che mi sarebbe venuta voglia di commercializzarlo.

Mi alzò da terra e disse che non era finito tutto questo.
andò in cucina e chiamò Ascanio, non si fece tanto chiamare per venire,

Tornò sul letto, in questo caso poggiò il suo corpo appiccicoso di spumante sulle mie coperte, riprese a toccarsi,
"porco quindi ti è piaciuto lo spumante?"
mi chiedesti piu e piu volte,
"si amore certo.."
trovò il prestesto per infliggermi la terza punizione, forse la peggiore.

Apri la borsa e cacciò quelle vaschettine di nutella, ce le diedero la settimana prima in albergo a Fiuggi.
La apristi, col dito prelevasti una discreta quantità, lo posasti sul capezzolo, quello piu piccolo.

"chiama il cane" mi dicesti...
non capii il nesso ma la obbedì, mi fece paura..
Un fischio fu amplificato dal lungo corridoio, dopo qualche secondo il cagnolone si trovò dinanzi a me.
Sentiva, curioso l'odore di quella crema a nutella ma non riusciva a capire dove si trovasse.
tua figlia non si fece tanti problemi, si alzò da letto e si avvicinò a lui.

Invaso da cosi tanta gola non si fece tanta preoccupazione quel bestione di 30 kg a fare sua quella cioccolata che grondava dal capezzolo.
Incredulo io dalla mente perversa di tua figlia le dissi di smettere.
Godeva lei, mentre il mio cucciolone si sfamava... Godeva e con le mani masturbava il suo sesso facendole roteare..

"Oh si Ascanio rendimelo cornuto"
Quel traditore di cane non lo capi non lo avrebbe mai fatto ma in quel momento stava tradendo il suo padrone.
Veloce la sua lingua premeva su entrambi i capezzoli ricchi di Nutella...
"OH QUANTO mi fai godere... Mi fai godere più di questo cornuto..."

Le cosce erano completamente aperte, il cane mentre sentiva quella voce gemente inizio ad ululare, anzi ad alluparsi...

Tua figlia dedicò gli ultimi tocchi di quella vaschetta alle sue bocche verticali.... Si mise a mezzo busto con l aiuto di un cuscino...
Prelevo tutta la coccolata, e non ebbe tempo di aspettare la sua lingua.

mi diede il colpo di grazia.
Ascanio fece il resto.
Lo accolse a cosce spalancate nel suo sesso. Si eccito, ho ancora difficoltà a metabolizzare questa scena. Ha portato la lingua di ascanio sulla sua vagina, quando il cane arrivò nei pressi della sua intimità lei lo accolse spalancandogli le cosce dinanzi, con le mani si toccava i capezzoli, li premeva e godeva.
Percepi piacere nel sentire quella lingua nuova, le fece scendere precipitosamente lungo il suo ventre sino a raggiungere quella scena cosi depravata.
Rifarci di cioccolato il suo solco centrale, poi poggiò le mani lì dove quel pelo indisciplinatamente prendeva piede e nei momenti precedenti era visibile anche con la mutandina. Posò li le mani e le allontanò, apri di gusto il suo sesso, la cioccolata si posò lungo la sua entrata.
Inconsapevole il cane continuò a leccare, tua figlia gemeva come non mai, sentiva l'antirivieni della lingua veloce, quella cosa sottile e calda su di me e io che godevo come non mai, mi racconterà poi.
Ed io legato sulla sedia a sentire questo tradimento, l'orgoglio era pieno di lesioni, ci mancava poco e si sfrantumava.
Le dissi di smetterla..
"wè tutta quessta cioccolata me lo uccide il cane, stai esagerando, te ne stai rendendo conto?"
Con lo sguardo perso nel vuoto mi capi, allontanò il cane voglioso dal suo sesso, era rimasto lì e pretendeva.
Lo allontanò, nuda si alzò e lo fece uscire dalla stanza, chiuse la porta, resto lì il bestione a fare da guardia.

Tornò dinanzi a quella scena di tortura tua figlia, non disse niente, non parlò, agi semplicemente. si pose dinanzi a me, salì sul letto e avvicinò il suo sesso all'altezza della mia bocca. Con entrambe le mani lo raggiunse , era ancora leccato e bagnato dalla saliva del mio cane.
Iniziò a ruotare ad alta velocità prima un senso poi un altro senso.

"Oh si.... allora? Ti sei eccitato di piu nel vedermi zoccola davanti al fattorino ? Ti sei eccitato di piu quando ti ho fatto bere lo spumante? O ti sei eccitato quando lo fatta leccare al tuo cane?"

Mi fece questo interrogatorio mentre ruotava la mano sinistra sul suo sesso e la destra accarezzava il seno piu piccolo.

"sei una porca selvaggia e assatanata"
dissi io

"questa scoperta l'hai fatta solo stasera piccolo cornuto?"
mi rispose lei

"lo sapevo già ma non pensavo proprio fossi capace di arrivare sino a tanto"

"Non hai risposto alle mie domande, sei proprio un biricchino"
disse con aria un pò stizzita.

Con le mani sporche di sesso toccò il mio membro, duro era letteralmente scoperto e bagnato. Quando si fece leccare la patata dal cane, il liquido trasparente a tratti usci dal mio meato.

Afferrò il mio attributo cilindrico, posò le sue dita lungo la curvatura, al di sotto del frenulo, lo abbasso per un due tre volte,
Iniziai anche io a gemere di piacere, se ne accorse.
"li voglio tutti sulla faccia mi disse"
Agitò piu velocemente quella canna, di tanto in tanto la leccava, alla fine, in assonanza con le mie urla poggio il profilo destro alla sinistra del pene, si gustò l'eiaculato uscire dalla gabbia ad alta intensità, raggiunse un punto di massimo e ad accogliere l'atterraggio il profilo sinistro di tua figlia.
"oh si quanto è bello il tuo sperma"
Le inondai il viso, l'occhio e qualche schizzo andò anche nei capelli,
per toglierlo doveva farsi lo shampoo, ma non lo fece a casa mia,
era motivo di godimento uscire in mezzo alla strada coi residui del mio sperma nei capelli, godeva quando uomini o donne se ne accorgevano e lo osservavano.

Con la mano cercò di farsi pulizia, veicolò tutto nella bocca, ma rimase con un occhio chiuso.
In piedi sul letto avvicino il suo sesso alla mia bocca, inizio a carezzarlo,
"amore ti ha leccato ascanio dai"
"porco non ti deve interessare chi mi ha leccato prima"
autorevolmente disse queste parole e con forza si carezzò la sua magia.

"ohhh, si.... oh" velocemente roteava la mano intorno a quella peluria, mentre l'altra era tornata su quel seno.
Le ginocchia inarcate le cosce tese,
Il tuo bacino che si muoveva in avanti come se volesse dire "si" "si " "si"
verso di me.

"E' vero che sono io la tua porca è vero?"
"E' vero che sono io la tua troia speciale è vero?"

Con voce tremante e con l'orgasmo in gola furono queste le sue ultime parole

"SEI TU LA MIA MAIALA SPORCA E ZOCCOLA"

"OHHHHHHHHH" dal basso del suo meato spruzzante del liquido trasparente e molto poco viscoso mi venne addosso

"OOOOOAAAAAAOOOOOO"
Intercalò la A in mezzo a quelle O gridando come non mai, la sua voce rimbombò nella stanza ed ascanio abbaioò per tre volte.

Mi disse "ti amo" si abbandonò stesa su letto, per qualche secondo le cosce e le mani le tremavano e lei respirava a tratti, poi si fermò e chiuse gli occhi.

IO rimasi lì legato ad osservare questa scena.
 
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Sono due anni e qualche mese che io e la mia ragazza abbiamo deciso di far confluire le nostre vite, quasi ufficializzando il nostro rapporto. Io ho 30 anni e sono uno specializzando in una disciplina medica, lei 26 una studentessa di farmacia, ci incontravamo di nascosto, clandestinamente, qualche bacio e spesso si andava anche a letto.
Capendo e quindi realizzando che potevamo reciprocamente prentendere di piu dalle nostre vite, senza troppe sofisticazioni lei mi presenta ai suoi, persone di media borghesia, gentili, non troppo chiuse, forse un pò troppo ambiziose e alcune volte miopi dinanzi alle loro possibilità.
In casa un fratello la mamma e il padre e un gatto, credo preso dalla strada.. Entro in confidenza, sino al punto di andare a dormire a casa loro sin dal primo momento. Cosi passa il tempo e ci conosciamo sempre di piu, ci sediamo a tavola, tra pranzi, cene il nostro tempo passa e i rapporti si rafforzano sempre di piu, conosco mia suocera, percepisco i suoi fallimenti, i suoi sogni, mi racconta la sua storia le sue lauree il suo lavoro forse non troppo corrisposto ai suoi studi e ai suoi sacrifici (cosa quasi normale se abiti in italia e peggio ancora vivi al sud), ci scambiamo i numeri, capita, se si scarica il telefono della figlia possono chiamare me, non c'è nessun tipo di problema.

Mia suocera ha 50 anni è una donna che insegna, è una professoressa, lei in mera sostanza ha sempre sgobbato sopra ai libri ha sempre approfondito vite di popoli, e ha sempre vissuto il marito come un agente limitante, viaggi mancati, missioni mai fatte, sempre chiusa in casa a schiattare sotto ai piedi di sacrifici cambiali da pagare e altri guai portati dai figli, un pò svogliati un pò particolari. Tra l'altro la casa è farcita di immagini votive santi, madonne, bibbie sintomi chiari e palesi di una fede smisurata che ha quasi del patologico.
Durante le nostre cene spesso lei cercava di incantarci con storie di "possessione demoniaca" aver conosciuto quel frate esorcista, incontri ravvicinati con papi, statue di madonne e tutta una serie di cose che alla fine traggono la bussola verso una personalità che gode di un certo carisma (anche se io un pò per lavoro un pò per la persona quale sono sono anni luce distante da questo tipo di cose ).

Entriamo in confidenza, mi chiama per nome, io le do sempre del lei precedendo il suo nome con l'apposizione "signora", continueranno cosi i nostri giorni, ogni tanto un caffe ogni tanto una domanda, altre domande niente di piu niente di meno.
inculala...se vuoi, posso propormi io a farlo
 

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