Racconto di fantasia Inaspettatamente Porca

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Entrambi ci concedemmo la pausa, impegnandoci individualmente a pulirci dei appiccicosi succhi, specie lei, con chiazze e rivoli del mio sperma tra pancia e seno.
Mi sentivo soddisfatto e orgoglioso: il desiderio di fare altro era già in mente, rincuorato dal fatto che, nonostante la scarica di seme e il sesso che perse la consistenza, fisiologicamente ero più che attivo.
Intenta a pulirsi con l'ennesimo fazzolettino, non persi tempo a cercare il contatto del suo corpo al mio, palpandola avidamente, rispondendo a quell'azione con risatine e mugolio.
Alla vista della mia nerchia ancora consistente che strofinava la sua coscia non si scompose più di tanto: " mmm....immaginavo che fosse così...un palo perennemente duro...tutto per me. Lo afferrò con ambo le mani, trovando la sedia e accomodandocisi, lo masturbò nervosamente: di tanto in tanto diede qualche slinguata o sputacchiata. "Adoro sentire la potenza del cazzo tra le mie mani" senza perdere il ritmo della furiosa sega. Glielo lascai fare, alternandolo a sbatterselo in mezzo alle tette o strofinandoselo in faccia: non sembrava affatto stanca, anzi, ancora avida di sesso, esponenzialmente divenne più attiva, dando il meglio di sé in porcaggini surreali.
 
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Senza dircelo ci attivammo per un altro morboso round, alternandoci a smorzacandela prima o poi alla missionaria, specie per quest'ultima, felicemente detta da lei come la sua preferita, per questo incrementai la mia azione perforatrice.
" Non fregarmi questa volta... Ti voglio sentire in bocca...venirmi in bocca" disse quando ero già più che attivo a sbattermela come un forsennato.
Come accordato, non potevo deluderla, stava bene anche a me: sborrare scopando è troppo scontato. Quando fu impellente la liberazione del seme mi staccai e in automatico se lo prese in bocca, segandolo lei stessa. Mi liberai del carico di sperma che lei non staccò per un attimo la presa bocchinaria dall'arnese, neanche dopo l'ultimo schizzo, stringendomi le palle e ingoiando fino all'ultima goccia.
 
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Solo intorno alle 6 deponemmo le armi: stava inbrunendo quando se ne andò. Lo feci anche io solo dopo aver dato una sistemata all'interno e la monnezza di fazzoletti umidi e appiccicosi sparsi qua e là: 3 ore di sesso erano abbastanza, mi sentivo l'addome sottovuoto, dovevo recuperare le forze per il giorno dopo...stessa location, stesso orario...stessa zia.
Così fu: arrivai anticipatamente però fracido dalla pioggierellina. Inevitabile che lei dovette raggiungere la casetta in macchina: non era un problema, accettammo il rischio.
Dopo il dovuto preliminare di sesso orale, (anche da parte mia, orgoglioso di farmi valere anche come leccatore di fica), si impalò sul cazzo, da me seduto sulla sedia. Al momento di godere di attaccò alla ceppa per il relativo schizzo in bocca.
Sborrata ottenuta, continuò a segarlo: alla sensibilità post sborrata, a al continuo menare, ebbi quasi una scossa.
"Ora sei mio...senza pace...tutto per me" disse con tono determinato senza esitare. Ero letteralmente nelle sue mani, quasi provavo dolore misto a gioia, era esagerata.
Alternando una mano all'altra, non so per quale convinzione, non smise per un attimo al sfregamento, diversamente non si può dire: vedevo il glande sempre più rosso, i residui di sperma erano come vaporizzati e di un colore più denso e bianco: sborrai di nuovo, meno ovvio, quasi sorprendendo entrambi. Anche dopo questo non smise di masturbarmi, nonostante mi cortocessi all'inevitabile sensibilità: era concentrata a solo quello, non avevo coraggio di chiederlo perché.
Anche meno duro, mi cavalcò di nuovo, tirandoselo fuori un paio di volte per segarlo e per subito ripiantarlo dentro: ero nelle sue mani, ero il suo bambolotto, mi meravigliò la sua resistenza, fuori dal naturale e fuori dall'immaginario. Donna completamente ninfomane, da fare concorrenza alla più grande delle pornostar.
 
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Sfruttammo per tutto il tempo, la disponibilità della casetta di campagna del nonno che fortuna sua si rimise, tornando tra le sue cose ed attività da pensionato, e per sfortuna nostra che rimanemmo senza campo di giochi.
Ci accontentammo di qualche sveltina, quando si poteva, nella mansarda, velocissime: era estate e le cugine passavano un sacco di tempo a casa, dato che non c'era scuola. Peggio mi sento, trovai lavoro che mi impegnava tutto il giorno.
Rischiosa ma memorabile fu quella volta che, nonostante non fossimo soli in casa, la vidi salire su in mansarda e la seguii. Sì sorprese a vedermi e nonostante la titubanza non esitai a chiavarla a pecora, prelibata specie con il culo che di ritrova: scopata rapida ma eccezionale.
 
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Con il tempo, qualche anno, zia Sara si riappacificò con la vecchia amica, Stefania. Conseguenza, tornò a sbarcare il lunario aiutando la signora, nonché madre della ormai mia ex, ai servizietti hot. Sfruttai anche io di quella cosa, avendo a disposizione di un letto per saziare la porca zia Sara, tenendo all'oscuro, ovviamente la padrona di casa.
In questo tempo, per ragioni prettamente fisiologiche, zia Sara prese anche qualche chilo, diventando più 'tonda', più formosa ma ancora più che piacevole, specie ai miei occhi, arrivando a una decima di seno, così come il culo...bello, grosso e appetitoso. Comunque sempre interessante: disse in un occasione che era molto ricercata per le sue generosità, e ci credo, io ero uno di quelli che apprezzava e abitualmente ci passavo del tempo.
Con quella condizione di stabilità ( riservati e sereni nelle nostre attività sessuali), si dava più spazio alle fantasie: ora non la vedevo più di fretta e furia con classico abbigliamento casalingo/vita normale, ma i vari vestitini sexy, lingerie ecc. che davano il colpo di grazia alle porcaggini di zia Sara.
Si pensa sempre di aver raggiunto l'apice, ma non è così: un giorno mi chiese cosa ne pensassi di fare sesso "a più di due"
"Fare un orgia?" Balbettai"...mai fatto io"
"Orgia forse è esagerata... neanche io. Io e te con qualcun altro... O altra!"
"Boh..."risposi " non so...mi metterebbe, forse in disagio"
"Mai lo provi...mai lo saprai"
Titubante accettai la sua proposta che su verificò tempo dopo.
Al giorno stabilito mi recai da lei: lei pianificò il tutto, io neanche chiesi i particolari, pensando che alla maggiore potevo sempre tirarmi indietro.
Mi aprì ed era sola, in abbigliamento bagascia. Disse che ci sarebbe stato un tipo, ovviamente consenziente: " che bello...oggi con due cazzi... tutti per me!". Non obbiettai, inerme al sentire la porca zia.
Quando arrivò il tipo, non ci misi tanto a riconoscerlo, benché fosse passato non poco tempo: ci presentammo e chiacchierammo per un po'. Un senso di gelosia mi venne: lui era quel ragazzo che se la trombava in mansarda da me: pensavo che fosse finita dal fatto che subentrai io. La zia se ne accorse del mio cambiamento di umore e all'occasione che il tipo chiese di andare in bagno disse: "caro...non sarai geloso...ora"
"Pensavo che...oltre al lavoro, ci fossi solo io"
" ...da allora che non lo vedo più, per quest'occasione lo ricontattato.Sei sempre il mio preferito...credimi". Fu abbastanza convincente, specie accarezzandomi il pacco. Quando tornò Piero, quello è il suo nome, la zia mi stava sbocchinando già.
 
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Piero si attivo' subito a strusciarsi da dietro la zia intenta al pompino. Io e lui non ci curammo più di tanto se non della tanta carne della zia che poteva essere troppa anche per noi. Qualche sensazione, strana, mi venne al momento che ci ritrovammo con i nostri arnesi vicini tra le fauci di zia che ci pompava a intermittenza, prima uno, poi l'altro. Mi tirò su di animo che il mio ceppo era indubbiamente più grosso del suo.
La scopammo a turno: chi col cazzo in figa, chi in bocca.
Svariando le posizioni, con me sotto e zia Sara che danzava sul mio cazzo, neanche mi accorsi dell'attività di Piero dietro di lei, ci misi un po' a capirlo: la stava scopando in culo, confermato dagli spiccati gemiti di lei e la frase "...si...in culo...che beelloooo".
Non me lo aveva mai fatto fare a me, neanche glielo chiesi, sinceramente: la cosa mi distrasse un po'. Glielo sussurrai avvicinandomi al suo orecchio, di desiderando anche io il culo.
"Siiii... Ci sarà anche per te.
Piero venne riempendo il culo di zia: qualche goccio del suo sperma mi cadde sulla mio pube, l'ho sentito e mi fece senso e all'istante zia Sara si alzò concentrandosi a pompare il mio di cazzo per farmi venire dentro la sua bocca.
Calmati i bollori della scopata, dopo il relativo social time, ci accingemmo a rivestirci, mentre zia soddisfatta si accese una sigaretta dopo aver raggiunto la cucina.
Piero salutò e lasciò la casa.
"Zia...ma mai mi avevi detto... dell' anale!"
"...si scusami...lo tengo solo per lo zio"
"...quello non mi pareva...zio"risposi ironicamente
"Un ceppo e come il tuo mi farebbe un po' maluccio"
"Pensi?"
"Ma hai qualche dubbio? Con quella sorta di cappella che ti ritrovi...a malapena riesco a mettermela in bocca. Ci ho pensato a volte... sinceramente non so perché ancora no".
Non obbiettai minimamente, non sapendo cosa dire.
Suonò il suo di telefono e attivo'la conversione.
Pensai di andare anche io via e suonò anche il mio: era un amico risposi e ci parlai nel frattempo che indossai il cappotto.
Lei aggancio' il suo telefono "amorino mio che vuole andare via"disse sottovoce a me ancora concentrato a chiacchierare con l'amico. Inginocchiata a me, lo tirò fuori per uno dei suoi pompini, con me ancora a telefono, cercando di tenere nascosto all'amico ciò che la porca zia mi stesse facendo.
Conclusa la telefonata, allo stesso tempo del pompino.
"Stai un altro po' con me"
"Sicuro zia..."
Si voltò e si mise a pecora: il suo culone di fronte a me, bello e corposo : " dai... sbrigati...". Non esitai a penetrarla.
"Sciocco...perché in fica? Non vuoi provare il culo?"
"Dicevi che ti faccio male"risposi iniziando a scoparla"...e poi ci sarà ancora la sborra di quello lì"
"Scemo... Dai...fallo... Riempi il culo di zia..."
Non lo avevo mai fatto, anche lei lo sapeva. Tirato fuori il cazzo dalla fica, allungò lei una mano per prenderlo e direzionarlo in quel pertugio. Io le tenevo aperte le chiappe grosse, più per aprire la visuale. La cappella premeva intorno al buco, quasi timoriosa di sparirci dentro. Faceva comunque tutto lei, tutto nella sua mano. L'attimo che il glande fu inghiottito fu celestiale, sia alla vista che al tatto. Gemeva abbastanza, forse era veramente troppo, nessuno si muoveva. Il momento che tutta la lunghezza del ceppo sparisse completamente dentro fu rapido.
"...ohhhhh... muoviti piano... adesso...fai piano...cazzo che e grosso... mannaggia"
Lo feci molto lentamente: il muscolo circondava tutta la circonferenza, godevano entrambi. Pian piano aumentò lei il ritmo dello stantuffare. Quando tutto diventò lineare mi chinai a lei, afferrandole le tettone penzolandi. Come richiesto, da lei, conclusi scaricando il carico di sperma nel suo culo.
 
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"...cavolo...mi brucia un po'" disse zia Sara uscendo dal gabinetto: io ero già pronto per andare via.
"Ma...lo fai spesso?"
"Non tanto...te l'ho detto oltre allo zio, rare occasioni. Il tuo è troppo grosso... bisognerebbe abituarsi a certe misure"
"...allora ci abitueremo in fretta" risposi ridendo.
"Ti è piaciuto?"
"...e me lo chiedi"
"Per me è uguale... eccitante sì ma ho altre preferenze"
"Grazie zia" dissi avvicinandomi per abbracciarla: " ti ho accontentato con il threesome e mi hai regalato il culo... grazie"
"Accontentata...ma che dici. L'anale è un optional...prima o poi lo avremmo fatto io e te! I piani sono altri. Faremo di nuovo il trio...ma con un'altra donna. Ti piace l'idea?"
Aguzzai la vista: "...con chi?"
"È un segreto...ma sicuramente ti piacerà"
"Ok...mi fido di te... quanto sei porca zia"
"Sì amorino...la più porca di tutte...per te... e per lui" rispose tastandomi il pacco. L'avremmo fatto di nuovo, ma era urgenza mia di andare via, si poteva fare passo...
 
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Al giorno e all'orario prefissato raggiunsi l'appartamento, pimpante come non mai: avrei dovuto accontentare due femmine, guerra ad armi impari, era la prima volta ma più che altro per la misteriosa donna che si doveva contendere il cazzo con zia Sara.
Mi aprì ed entrai come una scheggia e il sangue mi si gelo' in vena: seduta al tavolo della cucina c'era Stefania, mi salutò sventolando allegramente la mano. Era una sorpresa, anche se a quel momento non proprio bella, dato il senso di disagio che si impossessò di me.
" Caro... tranquillo..." disse zia " rilassati e siediti con noi... abbiamo tanto da dirci; anzi, forse e meglio che vi lasci un po' soli...siete voi che dovete parlare. E si allontanò lasciandomi solo con Stefania.
Rimanemmo in silenzio mentre dall'altra parte della casa le voci di zia Sara intenta a comunicare a telefono.
"Tutto bene?" Stefania ruppe il silenzio.
"Io sì... scusami ma non me lo aspettavo. Ti chiedo scusa su quello che è successo"
"Tranquillo...lo so... è capitato..."
"Guarda...giuro sul mio nome... all'epoca non era successo niente tra..."
"Lo so...lo so... Ne abbiamo parlato con zia... Vi credo. Capisci che in quelle circostanze, viene spontaneo credere ad altro... Anche tu, chiunque avrebbe pensato ad altro"
"Vero"
"Mi dispiace che le cose sono andate così... purtroppo non si può tornare indietro"
"Ma...lei..."
"Mia figlia?... inutile raccontarti i dettagli...ci rimase male...le conseguenze le sai ... Ti voleva bene e so per certo che anche tu a lei"
"La penso ancora..."
"Il destino ha voluto questo...non è facile avere storie parallele e nascoste. Se ci pensi...andavi a letto con me e per poi metterti insieme a mia figlia. Come trascorrere gli anni futuri conoscendo sessualmente l'ipotetica suocera? Non è facile capirlo neanche a me, anche se tra noi era solo esclusivamente sesso...vero?
Annuii a quelle parole: effettivamente era ingestibile la cosa, mi svegliai come da un lungo sonno.
"La ragazza non può meritarsi tutto questo" aggiunse... io pensai la stessa cosa.
Tornò il silenzio tra noi: lei indubbiamente più serena di me, la maturità fa la differenza.
Sì alzò per avvicinarsi a me, che istantaneamente feci pure io e ci abbracciammo, sospirando il profumo dei suoi capelli rossi.
" Mi sei mancato..."
"Anche tu a me..." risposi stampando un bacio sulla sua guancia.
Post automatically merged:

"...vedo che non avete perso tempo..." disse zia Sara, tornando e con le braccia conserte mentre assisteva Stefania intenta a farmi un pompino: aveva l'aria soddisfatta. Per diversi secondi fece da assistente per poi anche lei inginocchiarsi a partecipare, contendendosi il ceppo con l'amica.
Ci spostiamo in camera da letto, dopo esserci completamente denudati. La volontà di entrambe le donne che mi ordinarono di piazzarmi sul letto e loro ai miei lati gustando e massaggiando il mio sesso: completamente passivo alle due femmine.
 
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Completamente catturato dalla lussuria delle due che si alternavano, in modo cerimoniale, il passarsi la dura erezione o, con mia sorpresa, morbose slinguate e limonate tra loro.
Sì divisero, aspettando il proprio turno a galopparmi, non pretendendo niente del sottoscritto: avevano ciò che a loro serviva. I seguenti scambi di posizione furono ben accetti da tutti e tre, senza perdere minimo contatto dei corpi, contornato dal forte odore di umori, sospiri, gemiti, parole peccaminose.
Era un pacchetto completo: diverse tra loro, sia nei modi che fisicamente. Stefania sempre bella e slanciata, fisico perfetto, più sensuale nei modi di fare sesso era un connubio perfetto affiancando zia Sara, generosissima del suo corpo, e più impavida a relazionare quell'atto sessuale.
Seppi soddisfarle entrambe, modestamente: il bis mi mise a dura prova ma ne uscì glorioso.
 
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Fu l'unica volta, quella di soddisfare allo stesso tempo tutt'e due contemporaneamente. Ricominciai a frequentare Stefania anche se preferivo in gran lunga zia...le tette giganti sono droga per me: a ogni incontro mi deliziava delle sue splendide spagnole, punto di forza, e l'inevitabile conclusione di un porco anale.
 
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La 'regolarità' della mia vita sessuale si ampliò col fatto di essermi fatto la ragazza senza che interferisse minimamente alle storie nascoste di Stefania e zia Sara, che erano solo ed esclusivamente fatte di sesso allo stato puro.
Sì aggiunse un fatto curioso nel frattempo: mia cugina Virginia. Prima figlia di zia Sara, vi distanziavano due anni, crescendo praticamente insieme, con un bel rapporto tra noi due. Quando eravamo più ragazzini, era una routine quello di proteggerci entrambi da varie marachelle che sono classiche dell'età ribelle adolescenziale. Così come confidarci e raccontarci le varie avventure: ovvio che non sapeva del fatto che mi trombassi attivamente sua madre. Oltre a questo, non c'erano altri segreti tra noi: fu più fortunata di me a interagire con l'altro sesso sicuro, perdendo la sua verginità a sedici anni con l'amichetto di turno. Non era comunque una di quelle che la dava facilmente e se ne vantava di questo.
Spesso, quasi quotidianamente perdevamo un po'di tempo a chiacchierare tra noi, di tante cose, delle nostre vite o attività in generale. Ma un giorno mi spiantello' il fatto di non essere 'brava' a fare pompini. Era solito scherzare tra noi anche delle pornaggini, magari anche con qualche video, di quelli che popolano il web: ma quella sua 'cosa' mi lasciò un po' titubante.
"Brava o no... Chi ha dato questo giudizio!"
"Boh...lo penso io. Una mia amica dice di evitare pompini troppo lunghi... rischio che si conclude in fretta! "
"Tu li fai...e non gode?"
"No... piuttosto...si smoscia"
"Può essere naturale...credo... Non penso che sia una conseguenza a come lo fai"
"A te... Vieni... così?"
" Sì...se capita perché no. Comunque non è mica una regola quella"
"Sì infatti... Però ci penso! Ahh... vorrei essere brava come mamma a fare le pompe"
Quelle parole quasi mi strozzarono: cosa volesse dire...: " Ma...sei pazza! Zia Sara...che"
"Embè? L'ho visto... Con papà..."
Proprio io che sapevo benissimo delle doti orali della zia, e non solo, stavo per avere un erezione.
" Fai la spiona... Ai tuoi!"
" Capita a volte... Poi mamma usa anche oggetti... cazzi di gomma. Nascosti...una volta ne trovai un paio.
Mi meravigliò il fatto che zia Sara ne avesse bisogno: " esagerata..."
"Perché dovrei..."
Evitai di essere catturato in quel discorso su zia per non incappare a qualche spiacevole sorpresa, era strano che si sbilanciasse a quella cosa, perciò rimasi muto
"Sei pensieroso... Ti scoccia parlare di queste cose? A te come vanno le cose"
"A me splendidamente...figurati"
"Il tuo umore è cambiato quando ti dissi di mamma"
" Che dici"
"Vedi...lo fai di nuovo...ti conosco troppo bene.
Mi stava spiazzando, di nuovo.
" Guarda che può essere naturale che anche tu fantastichi...su lei! Dici che Ti piacciono i grossi seni...e lei no?"
"Smettila...".
"Allora e vero..." Disse sghignazzando " ...dai che ti piace...la spii anche tu... magari alla finestra
"Tu vuoi fare i pompini come lei... Io che ti posso fare... Impara l'arte piuttosto... Io sto più che bene".
" Sei permaloso...ti chiedo consigli e tu?"
" Come aiutarti...io... Chiedi alla tua amica! Anzi...dimmi chi è questa...magari..."
"Stronzo..." disse mentre ci ridemmo su.
 
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Per non destare sospetti e stare al suo gioco, chiesi alla cugina altro sull'attività sessuale di zia Sara.
" Boh ..." rispose "spero che non abbia fatto qualche cazzata..."
"Di che tipo" feci finta di essere curioso, nonostante sapessi che di cazzate ne ha fatte e continuasse a farle. "Cazzate? Pensi che..."
"Non so... Tempo fa sbirciai al suo telefono... C'erano un paio di foto sue...provocanti"
"Ma dai... Selfie?"
"Sì..."
"L'avrà fatto, magari per gioco... tanto per"
" Farsi un selfie...in quel modo...per gioco...naaaa".
"...e se scopriresti che zia avesse un altro?"
"Beh... sarebbe un macello! Non ci voglio pensare... Ma qualche dubbio mi viene"
Cercai di distrarla con altro, mi sentivo colpevole, lo ero.
"Ci sarebbe un modo per scoprirlo" aggiunse"
"Stai delirando"
"...dai...lo devo sapere"
" E come! Con un investigatore privato?'
"... troverò il sistema..."

Sembrava convinta, ma non lo pesai più di tanto. Potevo raccontare a zia Sara di quei dubbi della figlia, ma non lo feci, pensando che la donna avrebbe frainteso a qualcosa tra cugini.
Passò un po'di tempo da quel discorso, quasi lo dimenticai fino al giorno che Virginia mi cercò
" Ho fatto... Ci sono quasi!"
" Ancora con quella storia"
"L'ho contattata su Messenger, profilo falso, facendole credere di essere un suo ammiratore"
"E ci ha creduto"
"Dura da un po'...ci messaggiamo..."
"E quindi?"
"Voleva il mio contatto telefonico...gli ho dato il numero di una scheda mai usata"
"Sei pazza..."
"...vuole conoscermi meglio..."
"...mi sa di un buco nell'acqua, ti sei persa..."
"No no...guarda cosa mi ha scritto"
Prese lo smartphone e mi fece leggere lo scambio di messaggi: classiche chiacchiere e cuoricini, una foto di zia con volto oscurato ma in bella mostra il fiorente décolleté. Alla richiesta dell'ignara zia di ricambiare la foto, Virginia le mando', a detta sua, una di un tipo tutto palestrato che trovò sul web
" Ma lo sai che non si può prendere materiale di qualcun'altro?" dissi severamente.
"Continua...ora arriva il bello"
La zia si complimentò del forzuto spasimante e con un'altra sua foto a tetta di fuori: feci finta di meravigliarmi.
"Visto... E come dico io? Fa la porca"
"Può essere per gioco... I fatti sono altri... Dai, è una donna piacevole, essere corteggiata non è un male...lo vorrebbero tutte"
"Ah sì... Vuole una foto...del coso! Leggi!"
Effettivamente era così leggendo "come stai messo laggiù?" . Ancora mancava la risposta.
Ragionai prima di rispondere: " e quindi? Ora ti sei persa... Cosa risponderai ora?"
"A prescindere dal fatto che è sufficiente questo...non mi meraviglia che vada oltre. Le manderò un pene"
"Fallo"dissi facendo lo scocciato
"Il tuo..."
"Sei pazza...no no... Arrangiati a cercarlo. Anzi quello del tuo ragazzo"
"Va be'... faccio da me...una cosa che ti chiedo e non mi aiuti.
Si mise a cercare in rete, sapevo cosa, diedi un occhiata: lista di immagini con piselli in tiro di tutti i tipi, facendomi partecipare alla ricerca io rispondendo con disgusto. Ne trovo uno e glielo invio' a zia Sara. Non tardò risposta:
"...bello! Me ne fai un'altra con un dito sulla cappella...mi voglio sincerare che non sei fasullo". Risi leggendo questo: " ahahahah, ti ha fregato...ora cosa fai?
Restò muta, non sapeva cosa fare.
"Lascia perdere...non è bello questo"
"Fatti una foto...così come chiede"
Reagii infastidito da quella richiesta cercando di allontanarmi, ma si appese come una zecca ancora.
"A non vuoi? Allora dirò alla tua ragazza che vai a letto con altre!"
"Cazzo dici"
"Ahahahah...pensi che non so niente...di quella Stefania, amica di mamma?"
"Cazzate...menti"
"No no... Ti infastidisce...mi sa che è la verità. Non vuoi aiutarmi...sai che lo farò"
Mi stava fregando, non seppi reagire, aveva la situazione in pugno: " vai...sai cosa fare... aspetto qui!".
 
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Eravamo in casa mia ma non solo: la mamma era in compagnia della nonna e gli stava facendo il colore ai capelli. Per accontentare Virginia sarei dovuto andare in bagno per selfarmi l'uccello, l'unico posto sicuro.
La cosa era complicata: pensai di avvisare zia, ma come! Era troppo delicata la situazione, poteva aggravarsi ulteriormente, ci voleva tempo e io non ne avevo.
Ragionai più che altro per riprendere il controllo della situazione: mi chiusi in bagno, cercando di ottenere una condizione e consistenza decente, dato il nervosismo, per il porno-selfie alla ceppa, come richiesta.
Tornai in cameretta da Virginia che tranquillamente cazzeggiava con il suo smartphone.
"Tutto questo tempo?"
"Embè? Mi hai agitato con questa storia...ci voleva tempo..."
"Ok...giramelo... spero che sia come richiesto"
"Non si è lamentata mai nessuna...". Ripresi il controllo della situazione: cugina Virginia avrebbe visto il mio amicone. Voleva sapere come fosse porca la madre, stava invece scoprendo le carte della sua di porcillagine: questo pensiero mi diede il giusto grado di eccitazione, specie pensando a ciò che mi disse un amico "...scoparsi la cugina è una cosa divina!"
Girai la foto al suo aggeggio, ovvio qualche secondo di attesa:
"Misericordiaaaa..." disse rimanendo a bocca aperta e arrossendo vistosamente, come ustionata".
" Che c'è... Non va?" risposi beffardo, quasi sghignazzando.
"Ma... è..."
"E mio...di chi sennò!"
"Oh santa miseria... " Gli occhi uscivano dalle orbite per lo stupore, rimanendo imbambolata a quella vista"
"Beh...hai la foto ...mandala e finiamola con questa storia!" frecciatina voluta da parte mia.
Borbottò un "non ci posso credere" mentre nervosamente mandava la foto a zia Sara. Rimasi in silenzio, aspettando una sua reazione: era paonazza, ha ricevuto un colpo basso. Forse non si aspettava una complicanza delle cose, così fredda e reale. Sì ammutolì e io la assecondai.
 
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Oramai il punto di non ritorno era passato e scaltramente stuzzicavo la confusa cugina Virginia:
" Che fa... ancora non risponde? Ma non mi dire che ti imbarazza! Hai insistito...e questo è il risultato"
"Non pensavo a una cosa...del genere!" fissava il pavimento ancora incredula.
"Guarda...che è nella norma...la foto forse rende...al contrario" dissi ridendo quel tanto che le altre di là non sentissero. "vabè...che fai... aspettiamo che risponda...io avrei da fare...dovrei uscire!".
Come un automa in confusione da tilt assecondò il fatto che stessi uscendo soffermandosi a parlare con la nonna e mia madre in salotto: indisturbato uscii di casa.
Virginia mi raggiunse poco prima che chiudessi il portone sotto: "aspetta..." disse sottovoce " non vuoi sapere cosa risponderà?"
" La curiosità è tutta tua...se proprio insisti...ma non ho tempo e voglia"
Insistette per farmi rimanere.
"Ok... Vado di sopra...in mansarda...ma solo il tempo di una sigaretta...dopo via!"
Andammo insieme su e consumammo la voluta sigaretta senza parlare: era agitata, quasi affannata non osava guardarmi in faccia, cosa che io facevo senza pudore.
"Che c'è... Sei strana...da prima"
"Possibile che sia ... così"
"Parli di tua madre?"
"No...di te!"
"Me? Io che c'entro!"
"Del tuo... Perché ti prendi gioco di me"
"È una conseguenza del tuo capriccio...te l'ho detto che esageravi...ora?
"...scusa...ora lo so"rispose sempre più imbarazzata.
"Appunto...".
Rimanemmo in silenzio fino alla fine delle sigarette. Sì capiva indistintamente il suo disagio, che stando lì di fronte a me era più una richiesta, era evidente.
Mi avvicinai di più per accarezzarla, ce lo facevamo spesso, ma ora era dovuto solo per tranquillizzarla.
Glielo lessi negli occhi lucidi di emozione che aveva nel momento che ci soffermammo con gli sguardi e me lo tirai fuori: sembrava che non avesse il coraggio di abbassare lo sguardo alla new entry, ma era solo questione di secondi. Lo fece è sorridendo alzò la testa al cielo sospirando "wow".
Rimanemmo così per un bel po', muti. Sì mordeva le labbra.
"Se vuoi...toccalo!"
Irrigidì alle mie parole, ma timidamente lo fece timidamente con l'indice della mano, sulla punta, prese coraggio accarezzandolo con il palmo della mano completa ad avvolgerlo per la circonferenza.
" Ma è proprio enorme..." Bisbigliò mentre osservava la sua mano mentre iniziava a massaggiarlo. Oramai era fatta, mi stava segando.
 
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"...Nient'altro se non questo..." bisbigliò Virginia intenta a segarmi: e chi avrebbe richiesto altro!
Frettolosamente conclusa la masturbata ci dileguammo: anche io ne rimasi scioccato, chi se lo sarebbe aspettato pensai, stando già in strada per i fatti miei.
Solo più tardi la cugina mi messaggio', riferendomi di aver ricevuto risposta alla foto della mia ceppa, inevitabile il complimento da parte dell'ignara zia Sara.
Era il caso che l'avvisassi, ma come ? Mi venne il dilemma. Non volevo tradire ne l'una né l'altra, ero tra l'incudine e il martello. Mi feci coraggio e alla prima occasione confessai a zia Sara la cosa.
"Ma quella smorfiosa... E perché ti ha immischiato... proprio a te!"
"Sì è confidata...ma sappi che ho fatto il possibile per fargli credere il contrario"
"E la foto?"
" Che ne so... Non ho i muscoli da bodybuilding io"
"Il cazzo... È tuo però". Ero preparato a questo, ma gli rifilai che glielo giro' una sua amica. Ci credette.
"Ora? Che farai"le dissi
" Non so... Ma non la passerà liscia" la cosa mi preoccupava, eri immerso fino al collo, ci sarei andato male anche io: mai essere al fuoco incrociato tra due femmine.
Fortuna che si risolse nel modo meno invasivo possibile, quello che zia blocco' il contatto falso e Virginia non poté contattarla più, se solo avesse voluto.
Infatti la cugina non ne volle più parlare della cosa: glielo chiedi solo una volta.
" È come dicevi tu"disse " era esagerato quello che facevo. Mamma non è una poco di buono...non si permetterebbe mai!". Era un sospiro di sollievo per me.
"Ti posso chiedere un altro favore..." disse ansiosa.
"Sentiamo..."
"Ehm...me lo fai vedere di nuovo?...ti prego!"
Sorridente la accontentai, per altre volte ancora fino ad arrivare a fare tirocinio di pompini proprio su me stesso: una nuova maiala in famiglia.
 
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Gestii magistralmente le varie avventure, come se fosse routine: mediamente una volta alla settimana Stefania o zia Sara; meno frequente con, Virginia solo frettolose seghe o pompini,tutto a discapito della mia ragazza...poveretta.
L'attività toro scatenato calo' bruscamente per il fatto che io e la mia ragazza accettammo un impiego stagionale per un complesso turistico al mare, per cui ci trasferemmo, lontani dalle nostre zone di origine, in tranquillità: nuova vita. La mia mansione era di accudire la spiaggia, ombrelloni e quant'altro, mentre lei accettò di fare la cameriera al ristorante annesso al residence.
Poteva rimanere una cosa tranquilla, invece nisba: un giorno chiamò zio dicendo se potevo occuparmi di persona a prenotargli ( per lui e la sua famiglia ovvio) un week-end lì dove lavoravo. Dissi di farlo tranquillamente e così feci.
Capito' a ridosso del Ferragosto, perciò il weekend diventò di una settimana.
Io, o meglio noi, comunque si pensava al lavoro, mentre i familiari si concedevano la giusta vacanza. Ci si incontrava comunque, sporadicamente tra un impegno e un altro: ammirare zia Sara in bikini con le sue abbondanze facevano felice me e non solo. Anche Virginia e la mia ragazza, che oltre ad essere coetanee erano da poco amiche e quando si poteva si riconciliavano tra loro ai classici spettegolozzi o quant'altro. Una sera, che a me e la mia ragazza coincise il riposo e ci unimmo a loro per cena in pizzeria mi affiorò la sensazione: quella di stare a tavola, nello stesso tempo, con tre donne (zia cugina e ragazza), immaginandole come si contendevano in alternanza il mio pistolone. Gli unici innocenti erano lo zio e cugina piccola, ignari delle frecciatine ormonali che rimbalzavano qua e là sul tavolo. Non si andò oltre che qualche fugace sguardo malizioso.
La mattina seguente, alle 9.00, già impegnato alle mie mansioni di bagnino/tuttofare, nonostante il poco affollamento, data l'ora, notai zia Sara intenta a coprire di un plaid la sdraio assegnata al loro ombrellone. L'attimo di poco da fare, più poca gente, la raggiunsi per darle il buongiorno.
"Sola?" dissi
"... tutti dormono...e io sola".
Il costume di un rosso acceso, specie il pezzo superiore che soffriva a contenere la mole di mammelle mi ipnotizzarono, e non mi curai di farmene accorgere.
" Che c'è... Porcellone...ti mancano?
" Lo chiedi"risposi dando un occhiata veloce intorno.
"Quando vuoi...sono qua!"
La vista mi si innebbio': al pensiero di quelle tettone, non pensando ad altro risposi solo con un "ok", tempo di organizzarmi e trovare il mio principale, lo presi in disparte per dirgli di assentarmi un attimo.
"... l'attimo sarebbe quel zoccolone lì" disse ignaro che mi fosse parente" ti ho visto... Sei giovane ma sveglio...le migliori botte te le fai con quelle...sole e vogliose...bravo! Vai prima che ci ripensi io, odio la concorrenza".
Il titolare, di fama un gran puttaniere, mi diede campo libero, tornando da zia Sara e, senza giri di parole, dissi che si poteva stare un po' con lei.
" Wow..." rispose "...sempre il solito marpione. Allora non ci resta che raggiungere il bungalow" facendo segno con l'indice della mano in direzione casetta di legno io impegnata per loro.
"...ma se... arriverà qualcuno?"dissi
" Chi! Lo zio è in barca già da un po' e non credo che tornerà prima dell'ora" facendo segno l'orizzonte marina; " le altre... Non credo che scenderanno prima di mezzogiorno... dopotutto le chiavi le ho io!.
La lascai andare via, prendendosi le poche cose che aveva, direzione bungalow, sculettando e sorridente alla mia vista.
Temporeggiai facendo un altro percorso, ma non ci misi più di tanto per raggiungerla, al riparo da occhi indiscreti, dentro al capanno.
Posizionata una sdraio, dopo esserci denudati frettolosamente in enfasi di lussuria, zia ci si accomodo' su. Non esitai a salirle sopra, baciandola e palpandola,ed impossessarmi delle sue tettone: lo feci come per astinenza, belle, polpose e voluminose: loggiato sul suo ventre, in automatico mi schiacciai le sue tettone intorno al mio ceppo, strofinandolo in mezzo; avidamente interruppi l'operazione per baciarla in bocca. L'azione di prendersi le tette schiacciarsele era un chiaro invito di spagnolare ancora, e lo accettai.
Quando la porta si aprì bruscamente, Virginia e la mia ragazza, a bocche aperte e all'anisono di "ahhrghhhj" ci immortalarono la spagnola in atto.
 

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