Fu un vero e proprio disastro: sgamato in pieno con il cazzo intrappolato tra le mammelle di zia Sara.
Le ragazze scapparono via sbattendo la porta che comunque rimase socchiusa quel tanto per non dare ulteriore spettacolo a chi passeggiava qua e là, nel caso ci fosse stato.
Inpanicato mi staccai dalla spagnola, nervosamente cercavo i miei indumenti, quasi non ci feci caso che zia rimase lì imbambolata e distesa come se nulla fosse accaduto.
"Ma che fai...vai via...ora?"
"Ma sei ubriaca o cosa...non ti rendi conto che cazzo abbiamo combinato"
"Oramai... è successo!" disse quasi indifferente
"Successo?... Tu sei matta proprio..."
"...una settimana senza sesso...sul più bello mi lasci!"
La guardai attonito: non potevo credere alle mie orecchie. Per lei non era successo niente di grave: farsi sgamare, proprio dalla figlia, a fare la
puttana, tantomeno col nipote, era più che normale. La lasciai senza salutarla.
Scontato che finì tutto con la ragazza, non c'era motivo e possibilità di chiarire. I restanti familiari andarono via il giorno dopo salutandoli molto freddamente vista la circostanza, peggio fece mia cugina che mi calcolo con totale indifferenza.
Stando per ultimare la stagione lavorativa, avevo paura di tornare a casa, per la vergogna di interagire con le protagoniste di quelle morbose avventure: chiesi aiuto al mio datore di lavoro che mi diede un sicuro appoggio e un impiego quantomeno permanente in uno dei suoi locali come cameriere.
Tornai dai miei solo dopo le vacanze di Natale, per una breve vacanza, rispettando gli impegni di lavoro. Cercai con tutte le forze di evitare di incontrare la cugina, di pari passo zia Sara, ma non fu facile. Infatti, una mattina, passeggiando intorno casa incrociai Virginia: lo stupore nel vedermi era di egual peso all'ora. "Stronzo pezzo di merda..." fu la sua reazione, pesante e severa: desideravo sotterrarmi.
Prima di ripartire decisi di far visita ai nonni: tanto bene ci trovai zia Sara. Mi limitai a salutarla con una falsa cordialità. Se ne accorse, ma non disse nulla. Era evidente la freddezza, ancora vivi i ricordi.
"Stavo andando in campagna dal nonno, che su è dimenticato di raccogliere le uova che servono per la torta di domani ( era il compleanno di zia Sara e ci sarei dovuto essere anche io per il pranzo, prima di ripartire). E buio...ti andrebbe di farmi compagnia?" mi disse. Anche i nonni cercarono di farmi rendere disponibile " si vai anche tu...quel cancello è pensante da aprire". Senza obbiezioni, accettai.
Una volta in macchina classiche domande e risposte, di come andava la vita, non sbilanciando oltre: atmosfera fredda da ambo le parti.
Arrivati alla casetta del nonno, aiutai zia a trovare le uova tramite la torcia dello smartphone poste qua e là nei vari ripari al buio.
"Entriamo dentro..." disse indicandomi di aprire la porta della casetta, dato che io avevo le chiavi: sempre in silenzio lo feci.
Entrammo e ci guardammo in silenzio: si aspettava che l'altro parlasse.
"C'è l'hai ancora con me?"disse
" Abbiamo esagerato...ed è finita male"
"Ti ho pensato molto in questo tempo...mi dispiace"
" È successo..."
"Guarda anche per me è un dramma... Non c'è giorno che mia figlia non mi rinfaccia la cosa!
Puttana è l'unica cosa che mi dice"
Pensai "ha ragione"
"Tu...pensi che sia così?"
"Cerco di dimenticare... purtroppo ma è difficile"
" Come puoi dimenticare i bei momenti passati insieme?". Era vero! Bellissimi. " Meglio che rimangano ricordi...meglio"aggiunsi.
Le mie parole quasi la attristirono, abbassando lo sguardo a terra.
"Andiamo...ora?" le dissi dopo il doveroso minuto di silenzio
"Ok..." sospirò in un modo triste, assecondando la mia azione di uscire fuori. All'azione di chiudere la porta ci toccammo involontariamente, un mio gomito pigiò una sua tetta. Gli chiesi scusa.
"Una volta facevi molto meglio..."
Nonostante il buio cercavamo di guardarci negli occhi. Esitai per un istante e riaprii entrando dentro: lei fece lo stesso, con aria timorosa e quasi con voce tremante disse:"forse è meglio lasciar perdere...".
"...dici?" risposi.
"Non ti piaccio più...si capisce! Quello che prima ti faceva perdere la testa...ora neanche ti degni a considerarla... Non ci credo... impossibile"
"Eppure è così"
"Impossibile... è naturale!"
"Vuoi le prove?"dissi ironicamente
"Certo che si...".
Non esitai a tirare fuori il pisello, moscio e dormiente rivolto verso il basso: " vedi?"
Zia lo guardò con un evidente sguardo più sereno rispetto al momento prima: "uhm...strano... Ha solo bisogno di un po'di calore... è freddino qua...". Lo prese e se lo mise in bocca. Inevitabile la reazione dell'amico al pompino che crebbe a vista d'occhio: " ahh...vedi come si sveglia...nella bocca della zietta... mmmmmm...".
Prese la seggiola per continuare la pompa più comodamente, impassibile mi godevo il calore della sua bocca, accompagnandola con una mano sulla sua testa ai movimenti.
" Ti mancava la mia bocca...vero?"
"Certo...si...zia...si...sei una
porca di zia"
" Mmm... dimmelo ancora che sono la tua
porca...si...!"
"Siiii... ancora...altro ancora..."
"Tutto per te...tesoro...ma fammi gustare questo cazzone...mi manca da tanto...". Incrementò parecchio il ritmo del pompino, era assetata, non reagendo neanche alle mie richieste di scoparla.
Comunque resistetti con grande piacere anche da parte sua: " il miglior cazzo...di sempre! Ora farai contenta a zietta tua .." disse asciugandosi le labbra e il mento dalla saliva. Rapidamente mi feci strada sotto il suo maglione per palpare le tette grosse e burrose.
"In fica... subito..."disse dandomi le spalle. Abbassò il leggings e gli slip, si arco' prendendo sostegno della sedia al miglior modo, che già mi facevo strada dentro di lei, in un sol colpo la penetrai di forza, bloccata in fica dal ceppo che fregava dentro e fuori; le mie mani che alternavano la presa delle chiappe alla tastiera delle tettone ballonzolando, avendo tirato su il maglione quel tanto per vederle libere di scampanare: ara abbastanza freddo, sentivo al tatto i capezzoli duri come pietre.
La zia godeva ad ogni mio colpo, gemendo senza controllo: " ahhh...si....ma...non venire...senza sfondarmi il culo". Purtroppo la richiesta venne un po' troppo tardi che già inondavo di sperma la già bagnata passera.