Racconto di fantasia Inaspettatamente Porca

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Ringrazio tutti per l'attenzione che avete dato: cominciato a scrivere e davo per contato che non mi cagava nessuno, essendo un racconto di fantasia: di nuovo grazie amici
 
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Il racconto è talmente bello e scritto bene che sembra una esperienza reale, bravo
Grazie
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Cmq prosegui che ce lo fai diventare duro
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Ma queste persone la zia la cugina sono reali?
Ti confesso... Da adolescente mi masturbavo a una mia zia tettona!
 
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Fu un vero e proprio disastro: sgamato in pieno con il cazzo intrappolato tra le mammelle di zia Sara.
Le ragazze scapparono via sbattendo la porta che comunque rimase socchiusa quel tanto per non dare ulteriore spettacolo a chi passeggiava qua e là, nel caso ci fosse stato.
Inpanicato mi staccai dalla spagnola, nervosamente cercavo i miei indumenti, quasi non ci feci caso che zia rimase lì imbambolata e distesa come se nulla fosse accaduto.
"Ma che fai...vai via...ora?"
"Ma sei ubriaca o cosa...non ti rendi conto che cazzo abbiamo combinato"
"Oramai... è successo!" disse quasi indifferente
"Successo?... Tu sei matta proprio..."
"...una settimana senza sesso...sul più bello mi lasci!"
La guardai attonito: non potevo credere alle mie orecchie. Per lei non era successo niente di grave: farsi sgamare, proprio dalla figlia, a fare la puttana, tantomeno col nipote, era più che normale. La lasciai senza salutarla.
Scontato che finì tutto con la ragazza, non c'era motivo e possibilità di chiarire. I restanti familiari andarono via il giorno dopo salutandoli molto freddamente vista la circostanza, peggio fece mia cugina che mi calcolo con totale indifferenza.

Stando per ultimare la stagione lavorativa, avevo paura di tornare a casa, per la vergogna di interagire con le protagoniste di quelle morbose avventure: chiesi aiuto al mio datore di lavoro che mi diede un sicuro appoggio e un impiego quantomeno permanente in uno dei suoi locali come cameriere.

Tornai dai miei solo dopo le vacanze di Natale, per una breve vacanza, rispettando gli impegni di lavoro. Cercai con tutte le forze di evitare di incontrare la cugina, di pari passo zia Sara, ma non fu facile. Infatti, una mattina, passeggiando intorno casa incrociai Virginia: lo stupore nel vedermi era di egual peso all'ora. "Stronzo pezzo di merda..." fu la sua reazione, pesante e severa: desideravo sotterrarmi.
Prima di ripartire decisi di far visita ai nonni: tanto bene ci trovai zia Sara. Mi limitai a salutarla con una falsa cordialità. Se ne accorse, ma non disse nulla. Era evidente la freddezza, ancora vivi i ricordi.
"Stavo andando in campagna dal nonno, che su è dimenticato di raccogliere le uova che servono per la torta di domani ( era il compleanno di zia Sara e ci sarei dovuto essere anche io per il pranzo, prima di ripartire). E buio...ti andrebbe di farmi compagnia?" mi disse. Anche i nonni cercarono di farmi rendere disponibile " si vai anche tu...quel cancello è pensante da aprire". Senza obbiezioni, accettai.
Una volta in macchina classiche domande e risposte, di come andava la vita, non sbilanciando oltre: atmosfera fredda da ambo le parti.
Arrivati alla casetta del nonno, aiutai zia a trovare le uova tramite la torcia dello smartphone poste qua e là nei vari ripari al buio.
"Entriamo dentro..." disse indicandomi di aprire la porta della casetta, dato che io avevo le chiavi: sempre in silenzio lo feci.
Entrammo e ci guardammo in silenzio: si aspettava che l'altro parlasse.
"C'è l'hai ancora con me?"disse
" Abbiamo esagerato...ed è finita male"
"Ti ho pensato molto in questo tempo...mi dispiace"
" È successo..."
"Guarda anche per me è un dramma... Non c'è giorno che mia figlia non mi rinfaccia la cosa! Puttana è l'unica cosa che mi dice"
Pensai "ha ragione"
"Tu...pensi che sia così?"
"Cerco di dimenticare... purtroppo ma è difficile"
" Come puoi dimenticare i bei momenti passati insieme?". Era vero! Bellissimi. " Meglio che rimangano ricordi...meglio"aggiunsi.
Le mie parole quasi la attristirono, abbassando lo sguardo a terra.
"Andiamo...ora?" le dissi dopo il doveroso minuto di silenzio
"Ok..." sospirò in un modo triste, assecondando la mia azione di uscire fuori. All'azione di chiudere la porta ci toccammo involontariamente, un mio gomito pigiò una sua tetta. Gli chiesi scusa.
"Una volta facevi molto meglio..."
Nonostante il buio cercavamo di guardarci negli occhi. Esitai per un istante e riaprii entrando dentro: lei fece lo stesso, con aria timorosa e quasi con voce tremante disse:"forse è meglio lasciar perdere...".
"...dici?" risposi.
"Non ti piaccio più...si capisce! Quello che prima ti faceva perdere la testa...ora neanche ti degni a considerarla... Non ci credo... impossibile"
"Eppure è così"
"Impossibile... è naturale!"
"Vuoi le prove?"dissi ironicamente
"Certo che si...".
Non esitai a tirare fuori il pisello, moscio e dormiente rivolto verso il basso: " vedi?"
Zia lo guardò con un evidente sguardo più sereno rispetto al momento prima: "uhm...strano... Ha solo bisogno di un po'di calore... è freddino qua...". Lo prese e se lo mise in bocca. Inevitabile la reazione dell'amico al pompino che crebbe a vista d'occhio: " ahh...vedi come si sveglia...nella bocca della zietta... mmmmmm...".
Prese la seggiola per continuare la pompa più comodamente, impassibile mi godevo il calore della sua bocca, accompagnandola con una mano sulla sua testa ai movimenti.
" Ti mancava la mia bocca...vero?"
"Certo...si...zia...si...sei una porca di zia"
" Mmm... dimmelo ancora che sono la tua porca...si...!"
"Siiii... ancora...altro ancora..."
"Tutto per te...tesoro...ma fammi gustare questo cazzone...mi manca da tanto...". Incrementò parecchio il ritmo del pompino, era assetata, non reagendo neanche alle mie richieste di scoparla.
Comunque resistetti con grande piacere anche da parte sua: " il miglior cazzo...di sempre! Ora farai contenta a zietta tua .." disse asciugandosi le labbra e il mento dalla saliva. Rapidamente mi feci strada sotto il suo maglione per palpare le tette grosse e burrose.
"In fica... subito..."disse dandomi le spalle. Abbassò il leggings e gli slip, si arco' prendendo sostegno della sedia al miglior modo, che già mi facevo strada dentro di lei, in un sol colpo la penetrai di forza, bloccata in fica dal ceppo che fregava dentro e fuori; le mie mani che alternavano la presa delle chiappe alla tastiera delle tettone ballonzolando, avendo tirato su il maglione quel tanto per vederle libere di scampanare: ara abbastanza freddo, sentivo al tatto i capezzoli duri come pietre.
La zia godeva ad ogni mio colpo, gemendo senza controllo: " ahhh...si....ma...non venire...senza sfondarmi il culo". Purtroppo la richiesta venne un po' troppo tardi che già inondavo di sperma la già bagnata passera.
 
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Il giorno seguente, appena dopo pranzato, con tutti i parenti, proprio a casa degli zii (compleanno di zia Sara), ripartii: il pensiero di essermi nuovamente scopata la zia contrastava il fatto del confermato conflitto con Virginia, ancora e giustamente incazzata sia con la madre che con me, ex cugino preferito.

Arrivata l'estate, venni di nuovo incaricato alla mansione balneare. Ironia della sorte zio mi chiese di impegnargli l'appoggio nel residence per una settimana di vacanza: come richiesto prenotai per i parenti due camere matrimoniali e due postazioni giù in spiaggia.
Sì presentarono solo zio e zia in compagnia di un'altra coppia loro amica: le cugine non vennero, sospirai sollevato il fatto della mancata presenza di Virginia.
Occasionalmente con zia Sara ci si scambiavano messaggi anche molto hot, e in occasione dell'imminente vacanza, nello stesso complesso dove lavoravo, l'entusiasmo per entrambi non era poco: " ...non vedo l'ora di vederti dentro di me... ancora" era una delle tante cose che mi scrisse.
Per l'occasione non presero un bungalow, perciò mi chiesi dove potenzialmente si potesse incontrare segretamente la zia: il mio appartamento era distante dal resort, ci sarebbe voluto troppo tempo per la classica sveltina. Lasciai al tempo e all'occasione il da farsi.
Il giorno che arrivarono, vennero accolti da me come una sorta di Cicerone: la coppia di amici in compagnia degli zii erano pressoché della stessa età. Interessante la tipa di un bel capello a caschetto e fisico snello e statuario, l'esatto contrario di zia Sara sempre più formosa, che non perse tempo, alla prima occasione in disparte di sapere se c'era campo libero per le sue morbose escursioni: la rincuorai con un "tutto pronto!". Ed era pronto si: io personalmente impegnai un bungalow, proprio per l'occasione, chiedendolo direttamente al datore di lavoro che non si oppose a darmi una mano: " se il zoccolone è quello dell'anno scorso...va benissimo...anche per me... sempre se me ne fai rimanere un pezzetto!". Avevo un bel rapporto con lui, mi importava poco o niente se volesse trombassi la zia! A parte che glielo tenuto nascosto, il legale di parentela.

Messaggio a zia:"Guarda...se vuoi ci possiamo vedere pomeriggio...a uno dei bungalow, il numero 12! Dimmi quando è possibile per te e mi farò trovare la". Avevo frenesia di riassaporare quel sesso e quelle tettone.
Rispose: " non credo...come faccio...che gli dico!"
"Fai tu... basta che lo so in tempo...non posso permettermi di stare senza fare niente"
"Ok...vedo..."
La frenesia fa perdere la ragione. Le scappatelle, quelle pericolose non si fanno così: a sangue freddo ci ragionai e calmai i bollori, almeno per il momento. Infatti, zia Sara, astuta e più matura, prese la palla al balzo: " sto andando proprio là...spero sia aperta...". Nonostante i miei impegni, avevo sott'occhio lo smartphone e a quel messaggio risposi " si... È aperto... Chi prima arriva comincia".
Mi liberai frettolosamente, non prima della 'benedizione' del capo che ironicamente disse:" se proprio non puoi...ci son sempre io..."
Arrivato davanti al capanno, esitai prima di aprire la porta: come in apnea aprii e mi intrufolai dentro, senza curarmi di chi è di cosa ci fosse dentro.
La zia era già lì, di fronte, completamente nuda, sdraiata su una sdraio a cosce spalancate, una mano su di una tettona e l'altra che giocherellava la fica: " ci hai messo tempo... ragazzo!"
"So' come rimediare..." risposi catapultadomi tra le sue gambe e leccandola il sesso come in assetato.
 
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Completamente eretto, me lo liberai dai pantaloncini senza staccare la bocca dalla fica bagnata da umori e saliva. Alternavo le leccate tastando e penetrando con le dita.
Mi sollevai per spostarmi di lato a lei, sempre tenendo ben piantato il pollice dentro di lei e con l'anulare le accarezzavo l'ano, per facilitarle la presa della ceppa, masturbazione reciproca.
"... abbiamo poco tempo..." bisbigliò gemendo. Era vero, bisognava fare altro.
La sdraio era scomoda ed inaffidabile, non c'era nient'altro che il pavimento in legno: senza esitare zia si inginocchiò sul suo pareo disteso a terra. Sì accomodò al meglio che io già mi mi piazzai dietro di lei, facendo scorrere il cazzo nel solco delle chiappe, stringendole come per una spagnoletta, per poi allargare scoprendo la visuale del suo buco del culo. Ci poggiai la cappella, volevo entrare lì, mi mancava da tanto. Accortasi di ciò che volevo, riprese scostandosi leggermente: " no... tesoro...non lì... Dopo in spiaggia ho paura di fare un casino...ti prego". Capì e non mi persi d'animo, spostando il ceppo più in basso che venne automaticamente risucchiato dalla fica.
Pecorina furiosa e molto rumorosa: difficile che non venissimmo sentiti se qualcuno fosse passato là fuori, ma in preda alla nostra carica erotica, non lo curammo affatto.
Desiderava che le venissi in bocca e al tempo giusto mi staccai per concludere con la sua pompa.
Risistemandoci parlammo per un po':
"...non mi risultava che avessimo prenotato anche il bungalow"
"Infatti no... È in prestito. Il mio capo sa che siamo qui..."
"Sa di noi?"
" Che ti scopo...ma non che sei mia zia ..."
"Ah...capito"
" Brava persona...mi ha aiutato tanto... vorrebbe aiutarmi anche qua con te..." dissi ridendo
"Ah sì? Faresti scopare tua zia con un amico tuo?"
"Boh...dicevo così"
" Se ha un bel cazzo come il tuo... sarebbe interessante"
"...per completare la tua porcaggine". Ridemmo entrambi a quella battuta.
"Per me si può fare...decidi tu!"
"Ci penso!"risposi " domani alla stessa ora...ok"
"Sì tesoro..." disse abbracciandomi. Abbandonammo il bungalow non insieme.
 
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" il bungalow sembrava che cascasse in frantumi!" disse ridacchiando Mario, il mio capo, quando mi rivide " ci vai forte con quel zoccolone! Bravo". Ringraziai per il complimento:" se sei dell'idea ... ce ne anche per te"
"Tranquillo ragazzo...ci mancherebbe...divertiti"
"No... veramente dico... È disponibile...lo ha detto lei... Ti voglio ricambiare il favore".
Mi guardò incredulo, dopo qualche secondo accettò l'offerta, dandogli indicazioni per il giorno dopo.
Sperando che zia Sara si fosse organizzata al meglio con il tempo necessario: avevo dato la mia parola a Mario,ma desideravo anche io scoparla di nuovo.
All'orario stabilito vidi da lontano zia Sara direzionata al bungalow: trovai Mario e gli dissi:" è già là...fai in fretta!". Non parlò e come se nulla fosse la raggiunse. Tenni d'occhio da debita lontananza il bungalow: come si liberava da Mario non dovevo assolutamente perdere tempo per la mia parte. Pensando a questo vidi uscire il capo. Immediatamente pensai " come di già... cazzo è successo...". Al momento che mi notò mi fece segno con la mano di raggiungerlo e lo feci.
" Quella troia...ne vuole due"
"Eh?"
"...dai muoviti...in tre...pirla".
Entrammo dentro, la zia seduta a cazzeggiare con il telefono: " mi fate perdere un sacco di tempo voi due" disse alzandosi dalla sedia, ancora vestita del pareo e del costume a pezzo unico.
"Forza...ragazzi...volete l'invito? Su...spogliatevi"
Non so Mario, ma per me era la prima volta, quello di stare con una donna in compagnia di un altro. Comunque ci spogliarmi sotto lo sguardo attento di zia, sorridente e già soddisfatta.
"...Oh mio dio..." detto da zia catturò la mia attenzione: voltandomi verso Mario con una sorta di proboscide al posto del pene. Nonostante moscio indirizzato verso il basso per il peso di tutta quella carne, rendeva quasi insignificante i miei 25 centimetri di cazzo già bello in tiro. Era enorme, sproporzionato nonostante superasse il metro e novanta.
"...wow...che belli..."disse zia mettendosi tra noi due toccandoci i cazzi.
Ci spompino' a turno: impressionante la grandezza della ceppa di Mario che cresceva in bocca a zia, talmente pesante che tendeva sempre in basso, ma comunque duro e possente. Voleva cazzi grossi, e ce li ha! Sempre a turno la scopammo su un materassino gonfiabile che appositamente preparai in mattinata. Modestamente la mia performance sembrava migliore di quella del capo: anche con un cazzone enorme, non era all'altezza di una chiavata decente, specie che perse un po' vigore, quel tanto che per sborrare dovette segarsi, soddisfacendo comunque la zia che adorava farsi schizzare addosso e in bocca.
Concluso il tutto, Mario lasciò quasi subito il campo operatorio.
"Tutto fumo e niente arrosto" disse zia, chiaro riferimento al capo
"Non ti è piaciuto?"
"Era enorme si...ci mancherebbe... quando mi ricapita...ma soddisfare una donna è altro...caro mio! Tu sei un uomo...tu mi soddisfi in pieno"
Mi rallegrò la cosa, mi fece importante: "ora vado ...zia !
"Rimani un altro po' con me..."
"E gli altri?"
"Sono usciti in barca...se vuoi...se puoi"
Certo che volevo! Immediatamente mi impossessai delle sue grosse tette ciucciandole mentre lei mi fece tornare il cazzo duro segandolo.
"...e di nuovo duro..."disse entusiasta"...da culo!"
Sistemata a pecorina sul materassino, finalmente potei deliziare di nuovo il culo di zia.
 
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Era comunque caduto nel dimenticatoio, il mio, il fatto del trio, proprio con zia, tempo fa, ripensandoci.
Sta di fatto che il tempo a disposizione è sempre poco, sempre mordi e fuggi: in mancanza d'altro, ci si accontenta.
Assodato l'incontro clandestino anche per il pomeriggio dopo, alla solita ora: mi chiedevo come zia curasse quasi alla perfezione le sue scappatelle, nonostante marito e amici.
All'ora stabilita mi intrufolai dentro il solito bungalow: zia Sara ancora non arrivava. Pensai di farmi trovare già nudo e in tiro e così feci: mi spogliai e mi sedetti sulla sdraio disposta proprio di fronte all'ingresso, tirandomelo su masturbandomi.
Alcune voci femminili dall'esterno che sentii coincisero con la spalancata della porta: zia e l'amica entrarono, entrambe meravigliate dal modo di presentarmi. Ovvio che l'amica, oltre a stupirsi, trattenne un grido: " ma chi...come..." balbettò
" Calmati cara... È tutto ok... Fidati!" cercò di rincuorarla.
"Ma sei...pazza! Siete pazzi!...tuo nipote!". La tipa era all'oscuro della cosa.
"Ti dovevo un regalo...eccolo! Su... via... rilassati"continuò la zia a confortare l'ignara amica.
Rimasi in silenzio, aspettando: il cazzo perse un po'di durezza, ma non mi toccai.
L'amica accennò una sorta di sospiro e sorridendo non disse nulla se non un "ok...".
Entrambe erano in costume da bagno, coperto solo da un pareo che copriva dal basso ventre in giù: la zia del solito pezzo unico nero mentre l'altra di un bel bikini porpora. Molto snella la tipa, credo che facesse sport o comunque attività fisica: coppia femminile perfetta, una compensava ciò che non aveva l'altra.
Il primo passo lo fece zia avvicinandosi a me, prendendosi la mia testa con le mani, spingendola in petto: reagii immediatamente abbassandole una spallina liberando una mammellona e appiccicarmi a un capezzolo. Controcambio' impossessandosi del cazzo che tornò performante.
L'amica rimase lì ad osservarci incredula: quando gli diedi uno sguardo veloce, notai che con una mano se la teneva in bocca come per tenerla chiusa e l'altra si toccava il pube.
Avevo ancora la testa sommersa tra le tette di zia, che sentii calore avvolgermi la cappella: l'amica mi stava facendo un pompino. Mi rilassai a godermi quel fatidico momento.
"Ne voglio anche io un pezzetto" sussurrò maliziosa zia inginocchiandosi di fianco all'altra quasi supplicante, dividendosi a turno pompate e sputacchi sulla ceppa, scambiandosi anche slinguate tra loro.
Sì alzarono allo stesso momento, come a un comando e su spogliarono completamente: mi alzai anche io cercando contatto tra i due corpi, abbracciandoci in trio. Limonarono tra loro a meno di un palmo dal mio naso, sentivo che si alternavano le loro mani alla cattura del cazzo che le martellava le pance.
Posizionatomi sul materassino ancora presente mi sdraiai e mettendomi le mani dietro la nuca, aspettai la loro mossa successiva. L'amica non esitò all'invito, disponendosi su di me, arco' le ginocchia e aiutandosi con una mano si trafisse sul cazzo. Lentamente con un su e giù: vedevo il cazzo sparire e ricomparire a quello smorzacandela energico. La donna era in forma, nessun segno di stanchezza, agilissima a cavalcare sensa sosta: mettendoci anche una fica abbastanza stretta, fu una vera e propria prova di resistenza da parte mia non concludere anticipatamente.
"Anche io...lo voglio" esclamò quasi malinconicamente zia che assisteva inginocchiata al nostro fianco. Venne accontentata e zia prese il posto dell'amica: movimenti meno sinuosi dell'altra, la mole del corpo fece la differenza, ma sempre di grande effetto, specie delle tettone ondeggianti.
Interrotta la cavalcata, zia disse: " ora fai vedere come sei bravo...". Obbedii immediatamente e la tipa in automatico prese il mio posto: velocemente le allargai le gambe ponendomele sulle spalle e la penetrai di forza, cercando di fare bella figura. Venne: dal calore che sentivo anche molto copioso come orgasmo, facilitando la penetrazione e la durata della performance.
Lo tirai fuori per darle un attimo di tregua che accettò avendo un aria esausta e soddisfatta, la cosa fu molto appagante per me. Non persi tempo a cercare la bocca di zia e ripiantarci il cazzo ancora in forza.
"Non vorrai mica godere...ora? Non vuoi assaporare quel bel culetto?"
"Oh sì... dammelo..." supplicò l'amica mettendosi a pecora. Non me lo feci dire due volte.
"Vacci piano... però...e grosso..."
Annuii. Posizionato dietro, zia partecipò all'operazione lubrificando ambo le parti con la saliva. Sempre lei direzionò l'uccello all'apertura anale, invitandolo all'interno in modo magistrale. Era stretto, tanto, capendolo dal fatto che si teneva la mano alla bocca per smorzare il grido. Avvicinandosi zia ci sputò di nuovo. Lentamente il cazzo sparì. Quando sentii meno pressione del muscolo mi attivai a scoparla per bene fino all'ultimo, riempiendola di tutto il carico di sperma a disposizione.
 
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Le cose belle hanno comunque un termine, così come le piccanti occasioni di trombarmi la zia: la loro vacanza giungeva a termine. A quel pensiero, se ne aggiunse un altro: quello dell'inaspettato messaggio di Virginia, mia cugina:" scommetto che te la stai spassando bene con la mamma". Non risposi, anche volendo non sapevo cosa dirle: mi turbò non poco, mi facevo quasi schifo.
Non dissi niente a zia, era una chiara provocazione, non volevo turbarla ancora, sapevo del conflitto interno irrisolvibile, ahimè, per opera mia.
La sera prima che le coppie ripartissero, ultimate le vacanze, venni invitato a cena con loro, in pizzeria, sempre allocata nello stabilimento. Rispettando l'ora, raggiunsi le due coppie e cenammo insieme: sentii un certo imbarazzo al ricordo delle porcate passate con le due: anche per loro era così, affiancate dai rispettivi uomini, ma con la fantasia di ripetere quell'occasionale ammucchiata. Lo si leggeva in faccia, specie all'amica, che sprizzava occhiate lussuriose a più non posso.
Nel locale, per occasione del venerdì, ci fu musica dal vivo, tanto per allietare i presenti. Nonostante la cena finita, assistemmo al live: le due donne si scocciarono quasi subito e decisero di andare via, lasciando noi maschietti alla performance live di rock, che tanto attirava l'attenzione di zio e l'amico.
"Credi di passare la serata con quei due...e quella gallina che canta?" Era il messaggio di zia Sara.
Mi girai intorno, dove poteva essere non so. Non risposi ma subito mi concedai ai due dicendo: " domani purtroppo sveglia presto".
Li salutai e abbandonato il locale mi misi alla ricerca di zia fuori nel deserto spiazzo che circondava gli stabili. Il momento che squillò il telefono coincise al fatto di scovarla, sola sotto il portico dell'hotel e la raggiunsi. Non aspettò il mio avvicinamento che di incamminò per entrare dentro: la seguii a distanza.
L'ingresso era deserto, ci entrai comunque titubante: la zia aspettava su per la scalinata e la raggiunsi.
"Ci sarà un posto tranquillo...dove nessuno ci darà fastidio?" Capii cosa volesse, soprattutto evitare la sua camera, un vago pensiero lo dedicai anche alla sua amica, ma la priorità era di accontentare nuovamente la zia.
 
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Speravo fortemente in questo: furbamente nel pomeriggio chiesi il favore a un collega fidato di darmi una copia delle chiavi di un magazzinetto posto all'interno dell'hotel, vista l'impossibilità di raggiungere il famoso bungalow, lontano e senza illuminazione interna.
"Ho pensato già a tutto..." le risposi " seguimi...".
Non c'era anima viva, nonostante il pienone stagionale. Scendemmo giù, fino ai piani sotterranei, anche lì deserti, dato che erano frequentati prevalentemente di mattina, tra lavanderia e immagazzinaggio di bevande. Lo sgabuzzino interessato era una sorta di magazzino di lampadine, accessori,e quant'altro inerente a riparazioni varie.
Trovato il rifugio ci chiudemmo dentro.
"...ma l'amica dov'è? Non è che salta la copertura?" dissi
"Scemo... neanche te ne sei accorto...che ci seguiva. Come amante dei stare attento a non farti seguire. Starà qui fuori, da qualche parte...ma non ci darà fastidio... fidati!"
Mi importò poco, anzi, volevo concentrarmi solo su di lei. A lungo ci osservammo, uno di fronte all'altra, già molto eccitati. Il completo a fiori che indossava era molto intrigante, le margherite al petto sembravano girasoli per quanto tirate dalla sostanza del seno: mi piacque molto.
"Dai su..." anticipò la sua mossa di abbassarsi e frettolosamente liberarmi il cazzo per pomparlo.
 
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"... tutto per me...solo per me... chissà quando lo rivedrò" ciucciando la ceppa disse quasi a cantilena.
"Ma...la tua amica...non vuole..."
"No... tranquillo caro... Ci sta facendo da palo...". A me stava comunque bene, godendomi il calore della sua bocca che assaporava il mio arnese.
Il locale era stretto e pieno di cianfrusaglie: solo un basso sgabello come appoggio. Meglio di niente, lo presi posizionandolo e testando la solidità: sembrava buono, meglio di niente. Mi ci sedetti e zia liberatasi delle mutande si mise a cavallo a me, frugando sotto la gonna per indirizzare il cazzo dentro di sé, mentre rabbiosamente le liberavo le tette dal vestito. Seppur scomodo fu la miglior cavalcata fino all'ora: le tettone che mi strusciavano il viso a ogni su e giù, lo stretto contatto dei corpi. Ebbe l'orgasmo dopo pochi colpi. Round successivo era l'inevitabile pecorina alternano fica e culo.
Per sua volontà le venni in faccia solo dopo l'energica spagnola.
 
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Abbandonato in silenzio il rifugio, ci salutammo: non ci saremmo visti per un po'. Dispiacque ad entrambi.
L'amica era al buio nascosta poco più in là del magazzino e aspettò che la raggiungessimo prima di salire su.
"Quasi quasi ci ripenso...se è possibile... ancora" disse timidamente la tipa al momento che ci avviammo a salire le scale. Avevo capito bene, anche zia che sorridente disse:" che aspetti...che aspettate...muovetevi su.
Di nuovo nello sgabuzzino, però solo con la tipa taciturna, quasi ci stesse ripensando.
Non persi tempo a tirarlo fuori: "scusami...sai com'è...non vorrei deluderti" le dissi maneggiando il cazzo moscio.
" No...anzi... scommetto che mi accontenterai... benissimo!". Se lo prese e nervosamente mi sego', sputandosi prima su una mano, tenendo l'altra a impugnare la base per evitare coprire la cappella dalla pelle: sega violenta ma molto piacevole.
 
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Sega nervosa e possessiva: messa da parte la timidezza e la cortesia di lei, che sembrò un'altra persona, non fece altro che concentrarsi a quella azione, più meccanica che erotica, quasi masochista. Provai cenno di dolore, forse dovuto alla sensibilità della scopata precedente. Al soffocato gridolio di troppo da parte mia, conseguente al continuo sfregare del cazzo, disse: " che c'è...non ti piace così?". Nonostante non dissi niente continuò con la stessa foga l'operazione.
Mi guardai l'arma: il glande che spariva veloce nel palmo della sua mano, rosso e lucido quasi a specchio, vittima di una aggressiva sega a due mani. L'inebrianza, mista al piacere e dolore, mi resero inerte e imbambolato alle volontà di quella donna
Sapeva perfettamente cosa stesse facendo: lo voleva, confermandolo che lo disse quasi beffeggiando: " è facile fare lo spavaldo? Com'è? Credi di avere potere quando inculi? Il potere è mio...il tuo potere nelle mie mani...ti sei divertito a rompermi il culo? Ora ti rompo il cazzo!", non alleggerendo minimamente l'azione.
Come ipnotizzato, obbedii all'ordine di distentermi per terra: non perse tempo a salirmi su. La lunga gonna di lino coprì completamente la visuale dei rispettivi sessi, non ci fu un attimo di tempo, il cazzo già prese posto dentro di lei, una volta adagiatasi su di me, cavalcando con la stessa energia.
Completamente intrappolato sotto quella furia di smorzacandela, subendo passivamente sia il suo moto che le sue parole: " non puoi dire di avermi scopata...sono io che sto scopando te...". Affermava il fatto di voler essere padrona, non so'perché ma lo lasciai fare.
L'apparente tregua della sua cavalcata fu dovuta solo al cambio canale, che neanche me ne accorsi all'instante. Sì impalò, impavida, il cazzo in culo: lo capii solamente dall'attrito che subiva la ceppa. Continuò a cavalcarmi con la stessa energia: "anche se mi stai inculando... comando io!" . Anche a questo non dissi nulla, provando sempre più sensibilità all'azione animalesca di sesso frenetico.
Con rabbia si alzò per liberarsi l'ano dall'intruso, e con la stessa si inginocchiò a un mio lato per tornare a masturbarmi. Era incontrollabile, padrona del mio sesso, non seppi reagire, mi concentrati per sborrare al ritmo di quella sega.
Mi aveva letteralmente in pugno: quando i primi schizzi fuoriuscirono, cambiò espressione, da entusiasta per poi tornare fredda e impassibile a segare l'indolenzito pene del sottoscritto che si contorceva dal dolore/piacere.
Ci capii poco o niente a vedermi il pene flacido con un rivolo di sangue che partiva dalla base della cappella: rimasi sbigottito, con la coda dell'occhio vedevo l'astuta troia sorridente: " ahahahah...te lo detto...che ti avrei rotto il cazzo!"
Un po'per la vergogna o soprattutto per il fatto di non capire, non dissi niente cercando di tamponare.
 
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Ancora confuso, di fretta abbandonai le due donne: il giorno dopo sarebbero partiti tutti e si tornò alla vita normale. Ci voleva un bel po'di tempo ancora per la fine della stagione, per le mie ferie, per tornare dai miei e quasi sicuramente il fare porcate con zia Sara.
Passò qualche giorno e un nuovo messaggio da parte di Virginia: "allora...te la sei fatta di nuovo a mia madre...ci scommetto". Neanche questa volta risposi: sembrava più una provocazione che un accusa. Provocazione confermata dal messaggio successivo, giorni dopo: " tanto se non lo fai tu...lo fa qualcun altro". Lasciai perdere, prima o poi si sarebbe stufata ad assillarmi.

Terminata la stagione mi presi una settimana di ferie per tornare dai miei, facendole coincidere per partecipare al matrimonio di un cugino.
Il meritato riposo che teoricamente dovevo godermi tra le mura domestiche, come da presagio, era disturbato dal pensiero di trovare l'occasione di ripassarmi la zia. In segreto ci incontrammo il giorno stesso del mio arrivo, nel pomeriggio, in un hotel dall'altra parte della città: tranquilli e senza nessun intoppo, scopammo per tutto il pomeriggio.
La mattina seguente, solo in casa, i miei fuori per lavoro, rimasi a letto completamente in relax e ripensando alle scopate del giorno prima.
Bussarono alla porta, scocciato andai ad aprire: era Virginia con sguardo freddo mi osservava.
"Ciao Virgi'!"
"... posso entrare?" sembrava di stare davanti a un frigorifero aperto. "Certo...entra" risposi facendomi da parte. Sì sedette sul divano in sala, lo feci anche io al suo fianco a debita distanza: continuava ad essere taciturna. Cercai di rompere il ghiaccio: " allora...come ti va?"
"Ti importa così tanto?"
"Se te lo chiedo...e si"
" Non avete perso tempo...ieri!"
"Ma ... cosa..."
"... è evidente...ci scommetto"
"Guarda...lo so...ti ho deluso... è successo..."
"Ma perché continuare ... a farle succedere ancora!"
Mi ammutolii. Sospirai e le dissi: " cosa vuoi"
"Che la smetti...per sempre"
"Ok...non me le cercherò...ma lei...non so..."
" Non lo farà! Disposta anche a ricattarla"
"Così farai un disastro..." replicai concentrandomi ad osservarla meglio: si guardava le mani, ma si capiva bene che era confusa, la situazione era seria ma non voleva complicare le cose.
"Zia è giù?"
" Sì...che fai... Vuoi andare a trombarla? Porci che non siete altro?"
"Magari... perché no"ironicamente risposi.
"Sei un porco!"
" Sì da il caso che anche a te è piaciuto questo porco"
Incassò il colpo basso, rimanendo in silenzio sempre con lo sguardo in basso
"Vado via..."
"Ciao..."risposi alzandomi prima di lei e accompagnarla alla porta.
Accennò di aprire ma si voltò verso di me come in affanno: " ma perché ti piace così tanto! Perché?"
"Le tette... logico"
"Uffa... sempre così...mi prendono anche in giro! Lei le ha grosse e io sono piatta...non è giusto". Era invidiosa, ma non credo solo per il seno. Capii che non voleva andare via, voleva altro, era evidente. La abbracciai e mi assecondò.
Tornammo in soggiorno e la feci sedere di nuovo sul divano. Muta con me di fronte, senza reagire, aspettando la mossa successiva che non tardò: mi sbragai indirizzando il cazzo in tiro a un palmo dal suo naso. Lo guardò come ipnotizzata ancora senza cenno di reazione: cominciai a menarmelo, scapocciandolo lentamente. Chiuse gli occhi e sospirò, il momento prima di prenderselo in bocca.
 
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Rilassandosi prese più armonia il pompino: era brava, ci sapeva fare, soprattutto con la lingua che con scatti veloci guizzava dentro e fuori dalla bocca. Volevo oltre: quando la tirai su non oppose resistenza. Voleva anche lei la stessa cosa.
La aiutai a togliersi il leggings, così come il perizoma. La accarezzai il pelo del pube e indirizzai il dito medio tra le labbra della fica già bagnatissima: era un lago.
"Non ho preservativi" le sussurrai, ma lo stato di estasi che l'avvolgeva non cambio' per nulla, tornando ad accomodarsi sul divano e allargando le gambe. Toccandodi il sesso disse solamente "stai attento".
Così mi scopai Virginia, molto passionale per entrambi.
 
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Un bel modo per riconciliarsi con la cugina: appena concluso, abbandonò la casa, dopo un affettuoso abbraccio.
Ci ragionai sulla cosa: forse era il caso di metterci una volta per tutte la parola fine. Difficile rinunciare, ma prima o poi sarebbe dovuto accadere.
Una di quelle sere, per puro caso, stando al bar del quartiere, venni notato da Virginia e si unì a me per un drink. Parlammo di varie cose ma desideravo arrivare al punto:
" Forse quella cosa non ci voleva, così come tutto il resto"
"Credo proprio di sì..."
"... tornassi indietro..."
"Non l'avresti fatto? Neanche con me?"
Mi presi qualche secondo di silenzio e le dissi ". Non sei pentita di..."
"No...anzi".
Mi gelai a quelle parole: era convintissima di tutto. La guardai profondamente.
"Non desideravo altro che te...oramai è troppo tardi...ce lo porteremo per tutta la vita"aggiunse. Aveva perfettamente ragione.
" Accetterai anche di tua madre che..."
"...sono cose che non si possono cambiare...le chiederò scusa per come la tratto ultimamente. Ho finalmente ottenuto la mia parte"
Se non fosse stato che eravamo nel bar, ci saremmo messi a pomiciare di brutto: ci desideravamo, non desideravamo altro.
Saldato il conto, prendemmo la macchina per appartarci e consumare come se nulla fosse.
Tornammo insieme a casa, non era la prima volta che lo facessimo, specie in passato, ma questa volta era diverso.
La mattina successiva, sempre solo in casa non mi meravigliò più di tanto il sentir bussare alla porta: davo per scontato che fosse Virginia.
Convinto di trovarci la cugina, aprii senza chiedere chi fosse indossando solo gli slip. Era zia Sara
"Scusa zia... così... Ero ancora a letto"
" Scusa di che! Non so come sei fatto?"
"Ehm si... già"
"...o aspettavi qualcun'altra!"
"No...ma dai... D'impatto... così"
"Che state combinando voi due?"
Sapevo a chi si riferisse: furba ed intelligente che era, difficile che avrebbe mangiato la foglia.
"Perché pensi che..." risposta classica di arrampicatore di specchi
"Avete fatto sesso...dillo! Qualche dubbio mi è venuto ieri mattina. Ma ieri sera, quando siete rientrati...non sono così scema. Specie dopo aver trovato le sue mutandine completamente flacide nel cesto".
"Forse è meglio che ne parlate voi due...e risolvete la vostra situazione"
"Lo farò... senz'altro. Ma l'avete fatto o no!"
"Sì... abbiamo scopato...se è quello che vuoi sapere"
"Spero che sia così!"
"Che altro vuoi che ti dica...lo abbiamo fatto ed eravamo convinti di quello"
"Lo spero..."
Quelle mezze frasi sue quasi mi infastidirono " che altro si doveva! Un filmino da trasmettere in mondovisione?"
" Avete scopato... O fatto l'amore? Sono due cose diverse... E la seconda è una cosa bella ma pericolosa, specie per voi due. Capisci?"
Capii perfettamente il suo messaggio. Aggiunse con più serenità: " siete ragazzi... è logico. Purtroppo una cosa impossibile da concretizzare, sappiatelo. Ne parlerò anche con lei...se vorrà ascoltare"
" Lo farà sicuramente...ti chiederà scusa!"
Stesse in silenzio per qualche secondo a sentire quelle parole.
"Lo spero"
"Credici...ma lei... dov'è?"
"E giù...desideri vederla...puoi"
"No... forse sei tu che dovresti raggiungerla"
"Lo farò certo...ma un altra domanda!"
"Dimmi..."
"Ma queste...ti piacciono ancora?" disse alzandosi la maglietta e tirandosi fuori le tettone libere da reggiseno.
Gliele tastai, cazzo se non mi piacevano, già mi partiva il Barzotti: " va da Virginia, penso sia prioritario"
"Ok tesoro...vieni anche tu"
 
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Accettai di accompagnare zia Sara. Entrammo in casa e la chiamò: era in camera sua, venne e si meravigliò della mia presenza.
"Amore... dobbiamo parlare..."
"Lo so..." Virginia rispose timidamente dando un anticipo della ormai pace fatta. Parlarono a lungo, io solo come assistente, per quasi un ora. Poi le lasciai sole per tornarmene a casa mia.
Passarono poco più di dieci minuti, di nuovo bussarono alla porta
"Sono sempre io" dopo il mio "chi è". Era Virginia: "... solo per dirti che è tutto ok..."
"Mi fa piacere..."
"...a stasera... allora..."
"Ci sarò". Non si era organizzato nulla ma era un chiaro invito a spassarsela ancora.
Stava uscendo, ci salutammo e andò via, la seguii con lo sguardo fino a quando il portone esterno si chiuse: avevo altro da fare. Scesi le scale che già zia sul pianerottolo e tette al vento: " allora...le vuoi o no queste!"
 

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