Esperienza reale Ilenia, una ragazza misteriosa tutta casa e chiesa

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Arrivo al Centrale con qualche minuto di ritardo. L'ho avvisata di aspettarmi dentro. Controllo di essere in ordine specchiandomi nei finestrini delle auto parcheggiate lungo la strada. Getto la chewin gam in un cestino. Entro e la vedo seduta. Ha i capelli raccolti in una coda, un maglioncino leggero verde acqua e dei jeans. La trovo in ordine, mi chiedo però se sia una ragazza che mi girerei a guardare se non la conoscessi.

Si alza, due baci sulla guancia.

Matteo: "Scusa il ritardo, hai già ordinato?"

Ilenia: "No, prendo solo dell'acqua. Ho già mangiato in ufficio, mi porto sempre qualcosa da casa"

Matteo: "Sicura?"

Ilenia: "Sì, certo! Tu cosa prendi? Ti chiamo la ragazza per ordinare"

Chiedo un piatto bresaola, rucola e grana. Ci tengo ad avere uno stile di vita sano e un po’ mi fa piacere comunicarglielo.

Matteo: "Com'è andato il weekend?"

Ilenia: "Insomma, lasciamo perdere"

Matteo: "Perchè? Ho visto che sei sparita"

Ilenia: "Ho litigato con mia mamma"

Matteo: "Mi dispiace. Se vuoi parlarne ci sono. Io purtroppo ho perso mia mamma abbastanza presto, so quanto importante è il rapporto con i genitori"

Ilenia: "Non lo sapevo, ma si vede che sei cresciuto in fretta. Al giorno d'oggi gli uomini sono tutti bamboccioni, tu si vede che sei affidabile. Comunque io e mia mamma siamo simili, testarde. Lei non ha accettato che io sia andata a vivere un po' lontano da dove abitiamo e me lo rinfaccia appena può. Ma dovevo cambiare aria”.

Matteo: “Quanto tempo fa te ne sei andata?”

Ilenia: “Quattro anni fa, ma non l’ha mai accettato. Poi sai, mia sorella è più piccola di me, convive e ha già un figlio. Io sembro sempre quella che dà problemi, però poi ci sono per tutti e alla fine i weekend li passo a risolvere i problemi degli altri. Solo che quello che faccio non viene mai visto”

Matteo: “Come mai ha deciso di allontanarti da loro?”

Ilenia: “Ero pronta per andare a convivere con la persona con cui stavo assieme da sei anni. Poi ho scoperto che aveva un’altra”

Matteo: “Che stronzo”

Ilenia: “Un po’, ma sicuramente le colpe erano condivise”

Matteo: “Come l’hai scoperto?”

Ilenia: “Il giorno in cui siamo andati all’agenzia immobiliare di mio zio per chiedere qualche consiglio ho notato che stava sempre al telefono e si è attivato il mio sesto senso. Qualche giorno dopo ho sbirciato tra i messaggi che gli arrivavano. C’erano cose troppo evidenti da una certa Marta. Ho collegato subito, una più giovane di me. Gli ho chiesto di parlare e ha vuotato il sacco. Ho avuto un periodo particolare e ho capito che dovevo proprio cambiare aria”

Matteo: “Capisco, non dev’essere stato facile. Comunque pensavo che fossi così cattolica da non accettare la convivenza prima del matrimonio!”

Ilenia: “Giovane, guarda che non siamo nel medioevo! E poi io frequento dei corsi di approfondimento spirituale con un prete che è molto aperto. Anzi, è così avanti che la Chiesa lo mette ai margini perché alle gerarchie dà fastidio il suo carisma. Fa dei corsi che ti fanno capire tante cose. Nelle relazioni uomo-donna, ho capito che la cosa importante è avere la testa sulle spalle”

Matteo: “Concordo. Ma da allora non hai più avuto storie? Non ci credo che una ragazza bella come te sia single”

Ilenia: “Non sono figa ma mi difendo, ho delle frecce al mio arco. Comunque, ho avuto un paio di frequentazioni, ma mi sono annoiata. Non è facile trovare qualcuno di stimolante frequentando sempre le stesse persone. A lavoro, tranne qualche volta con voi, non seguo i rapporti col cliente e non giro. Avrai capito che mi sto guardando attorno professionalmente. La compagnia ormai è sempre la stessa, i migliori se li sono presi le mie amiche e poi non vorrei nessuno del giro. Preferisco godermi ancora le ultime estati anno finché il fisico me lo permette, ma questo lo capirai quando passerai i trenta! Ora come ora non riuscirei a prendermi cura di una famiglia, voglio concentrarmi su me stessa. Quando deciderò, qualcuno per fare famiglia lo troverò. So quello che valgo”

Non mi convince molto la sua versione. Si vede che è cresciuta con certi valori. Fa l’indipendente, ma per lei è un problema abitare a una ventina di chilometri dalla famiglia. Probabilmente quando la sua relazione seria è saltata ha pensato di aver deluso le aspettative di sua madre e di suo padre. Dice di volersi divertire ma è da tre weekend che le propongo un aperitivo e ogni volta rimanda. Il suo caso mi sta appassionando. Fin dall’adolescenza riesco a capire le leve emotive di una donna partendo dall’analisi dei suoi rapporti con i genitori. Lei all’apparenza è banale, eppure non c’è un filo logico nelle cose che mi racconta. Per non parlare del suo modo di apparire. Guardo l’orologio, si sta facendo tardi. Ho lasciato i suoi anelli in macchina per guadagnare qualche minuto con lei senza doverne perdere troppo io.

Matteo: “Devo rientrare. Ho i tuoi anelli in macchina. Se mi accompagni te li rido”

Ilenia: “Grazie mille. Dopo potresti riaccompagnarmi alla mia? L’ho lasciata un po’ lontana. Avevo tempo e ho deciso di venire a piedi”.

Ovviamente acconsento. La mia macchina è nel piazzale della Chiesa, la sua in un grande spiazzo vicino all’argine del fiume.

Il suo parcheggio è a cinquecento metri dal mio. Nel tragitto parliamo di sciocchezze, ma sento che c’è un’aria frizzante. Partono i Pink Floyd su Spotify. Non reagisce, temo non li conosca. Ilenia, questa è la prova definitiva. Prenderai il mio cazzo in bocca, ma mi dispiace, non credo diventerai la madre dei miei figli.

Affianco la sua macchina con la mia, il parcheggio è quasi vuoto. Ormai sono le 14.30.

Ilenia si toglie la cintura e si appoggia con la schiena sul finestrino, lato del passeggero.

Ilenia: “Girati e vieni verso di me con la schiena”

Obbedisco, non c’è spazio per distendersi ma in qualche modo la mia testa si appoggia al suo petto e il mio busto, in parte a contatto con la sua pancia, si adagia sulle sue gambe all’altezza dei fianchi. Non la vedo in faccia.

Ilenia: “Chiudi gli occhi”

Inizia a farmi un massaggio sul collo. Secondo me ha fatto qualche corso particolare perché lo fa con consapevolezza, tocca i punti giusti ed è bravissima. Le sue mani sono piccoline, ma trasmettono un’energia incredibile. Mi massaggia le scapole e poi inizia a toccarmi il petto. Mi apre un bottone della camicia e accarezza i miei capezzoli. Sento il calore che mi avvolge la gabbia toracica. Appoggia il suo mento al mio cranio. L’aria dalle sue narici si fa sentire sul mio cuoio cappelluto. Apre un altro bottone della camicia e mi tocca gli addominali alti. Mi sposto, sono ipersensibile e non amo essere toccato sulla pancia.

Ilenia: “Lasciati fare. Non va bene se non ti fai toccare pancia, significa che hai dei pensieri che non riesci a mandare via”

Matteo: “Guarda, un pensiero ce l’avrei in questo momento”

Ilenia: “Lo vedo, qualcosa si sta agitando lì sotto”

Allunga la mano e fa dei movimenti circolari con il medio e l’anulare all’altezza del glande. Poi mi stringe il cazzo con tutta la mano due tre volte, quasi a ritmo con le sue pulsazioni, attraverso i jeans.

Ilenia: “Ma prima lasciami finire il massaggio, devi accettare che qualcuno si prenda cura di te ogni tanto”.

Preferirei si prendesse cura del mio cazzo in questo momento, ma devo dire che comunque la situazione è piacevole e il suo tocco sta cambiando la mia respirazione.

Mi tocca i fianchi, altro punto in cui sono sensibile, ma con grande sorpresa la cosa non mi crea problemi. La signorina sa il fatto suo.

Io però, ho voglia di azione. La serata tantrica con le candele la faremo non in un parcheggio di un lunedì lavorativo alle due e mezza di pomeriggio. Mi tiro su, mi giro verso di lei e inizio a baciarla.

Risponde con intensità, ho una voglia assurda di mangiare le sue labbra e toglierle il fiato. Sento che anche lei ansima. Le metto una mano sul bottone dei jeans, li apro e non oppone resistenza. Infilo subito una mano sotto le mutande. L’altra volta l’ho toccata passando dal culo, questa volta da sopra. Mi sembra quasi una fichetta diversa, molto più pelosa. Il pelo è veramente soffice, non riesco a capirne la lunghezza. Sento che è già tutta bagnata. Ho capito che le piace essere stimolata sul clitoride alternando movimenti circolari a movimenti orizzontali. La masturbo e la cosa mi dà un’ebbrezza indescrivibile. Inizia a fare dei mugugni sempre baciandomi, non controlla più la saliva, me ne trovo litri in bocca.

Anche lei apre i miei jeans e me lo prende tutto in mano. Sento ancora una volta il suo pollice sul mio glande, le piace proprio giocare con il mio buchetto in cima al pene. Non riesce ad iniziare a masturbarmi un po’ perché i boxer sono troppo stretti, un po’ perché dopo pochissimo ha degli spasmi. La stessa reazione dell’altra volta. Sta avendo un orgasmo. Le vengono dei tic nervosi al collo, sposta la testa in diagonale un paio di volte e mi stringe fortissimo il cazzo.

Ci mette quindici secondi a tornare in se stessa. Mi guarda negli occhi e non la riconosco neanche più. Ha un viso diverso, dolcissimo.

Ilenia: “Sei un maledetto, hai capito come prendermi”

Matteo: “Hai un orgasmo veramente forte”

Ilenia: “Con te c’è chimica. Questo è il nostro problema”

Matteo. “Non mi sembra un grande problema”

Ilenia: “Hai ragione. Però cazzo adesso è tardissimo. Come facciamo?”

Rimango interdetto. Hai il mio uccello duro come il marmo in mano, datti da fare maledetta cagna. Aspetta, vediamo di dirlo in maniera più diplomatica.

Matteo: “Bè, se vuoi lui ti aspetta, se vuoi dargli un salutino”

Ilenia: “No, poi non torno più in ufficio e non riesco più a fermarmi. Posso fare una cosa?”

Matteo: “Tutto quello che vuoi”

Mi strofina per bene il glande con il pollice. Mi è uscito un bel po’ di liquido preseminale. Si porta il pollice alla bocca e se lo ciuccia.

Ilenia: “La gocciolina è buonissima”

Non faccio a tempo a risponderle. Apre la sua borsa, tira fuori delle salviette umidificanti e mi pulisce le dita.

Ilenia: “Non puoi tornare a lavoro così! Odio lasciare tracce in giro e poi Veronica ti sgama”

Veronica è la mia collaboratrice. Ha quarant’anni. Una bella donna, ma abbastanza quadrata, non ho mai pensato a lei.

Matteo: “Veronica non mi pare molto sveglia su queste cose”

Ilenia: “Credi tu. Quella lì passerebbe le giornate a farti i pompini e farsi montare da te”

Matteo: “Macchè, cosa dici?”

Ilenia: “Ascolta la vecchia, fidati che ho un po’ di esperienza ce l’ho”

Matteo: “Perché, tu non vorresti farlo con me?”

Ilenia: “Mi pare evidente. Perché me lo domandi se lo sai?”

Matteo: “Cerchiamo di trovare un giorno in cui riusciamo a vederci con calma?”

Avrei il cazzo duro, ma capisco che non ha senso insistere.

Ilenia: “Sì, direi che combiniamo. Adeso vado, grazie della pausa pranzo e di tutto. Sei veramente un angelo!”

Mi dà un bacio a stampo e mi sorride. La guardo allontanarsi. Mi risistemo. Bestemmio e penso al fatto che in ufficio dovrò farmi una sega.

Cazzeggio ancora un po’ con il cellulare. Riparto. La mia mente inizia a produrre pensieri, un casino con questi ormoni che girano. La cosa più saggia è rimettere i Pink Floyd. Mi immetto sulla provinciale e dopo pochi metri vedo lo schermo della macchina che annuncia una chiamata.

E’ Ilenia.
 

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Arrivo al Centrale con qualche minuto di ritardo. L'ho avvisata di aspettarmi dentro. Controllo di essere in ordine specchiandomi nei finestrini delle auto parcheggiate lungo la strada. Getto la chewin gam in un cestino. Entro e la vedo seduta. Ha i capelli raccolti in una coda, un maglioncino leggero verde acqua e dei jeans. La trovo in ordine, mi chiedo però se sia una ragazza che mi girerei a guardare se non la conoscessi.

Si alza, due baci sulla guancia.

Matteo: "Scusa il ritardo, hai già ordinato?"

Ilenia: "No, prendo solo dell'acqua. Ho già mangiato in ufficio, mi porto sempre qualcosa da casa"

Matteo: "Sicura?"

Ilenia: "Sì, certo! Tu cosa prendi? Ti chiamo la ragazza per ordinare"

Chiedo un piatto bresaola, rucola e grana. Ci tengo ad avere uno stile di vita sano e un po’ mi fa piacere comunicarglielo.

Matteo: "Com'è andato il weekend?"

Ilenia: "Insomma, lasciamo perdere"

Matteo: "Perchè? Ho visto che sei sparita"

Ilenia: "Ho litigato con mia mamma"

Matteo: "Mi dispiace. Se vuoi parlarne ci sono. Io purtroppo ho perso mia mamma abbastanza presto, so quanto importante è il rapporto con i genitori"

Ilenia: "Non lo sapevo, ma si vede che sei cresciuto in fretta. Al giorno d'oggi gli uomini sono tutti bamboccioni, tu si vede che sei affidabile. Comunque io e mia mamma siamo simili, testarde. Lei non ha accettato che io sia andata a vivere un po' lontano da dove abitiamo e me lo rinfaccia appena può. Ma dovevo cambiare aria”.

Matteo: “Quanto tempo fa te ne sei andata?”

Ilenia: “Quattro anni fa, ma non l’ha mai accettato. Poi sai, mia sorella è più piccola di me, convive e ha già un figlio. Io sembro sempre quella che dà problemi, però poi ci sono per tutti e alla fine i weekend li passo a risolvere i problemi degli altri. Solo che quello che faccio non viene mai visto”

Matteo: “Come mai ha deciso di allontanarti da loro?”

Ilenia: “Ero pronta per andare a convivere con la persona con cui stavo assieme da sei anni. Poi ho scoperto che aveva un’altra”

Matteo: “Che stronzo”

Ilenia: “Un po’, ma sicuramente le colpe erano condivise”

Matteo: “Come l’hai scoperto?”

Ilenia: “Il giorno in cui siamo andati all’agenzia immobiliare di mio zio per chiedere qualche consiglio ho notato che stava sempre al telefono e si è attivato il mio sesto senso. Qualche giorno dopo ho sbirciato tra i messaggi che gli arrivavano. C’erano cose troppo evidenti da una certa Marta. Ho collegato subito, una più giovane di me. Gli ho chiesto di parlare e ha vuotato il sacco. Ho avuto un periodo particolare e ho capito che dovevo proprio cambiare aria”

Matteo: “Capisco, non dev’essere stato facile. Comunque pensavo che fossi così cattolica da non accettare la convivenza prima del matrimonio!”

Ilenia: “Giovane, guarda che non siamo nel medioevo! E poi io frequento dei corsi di approfondimento spirituale con un prete che è molto aperto. Anzi, è così avanti che la Chiesa lo mette ai margini perché alle gerarchie dà fastidio il suo carisma. Fa dei corsi che ti fanno capire tante cose. Nelle relazioni uomo-donna, ho capito che la cosa importante è avere la testa sulle spalle”

Matteo: “Concordo. Ma da allora non hai più avuto storie? Non ci credo che una ragazza bella come te sia single”

Ilenia: “Non sono figa ma mi difendo, ho delle frecce al mio arco. Comunque, ho avuto un paio di frequentazioni, ma mi sono annoiata. Non è facile trovare qualcuno di stimolante frequentando sempre le stesse persone. A lavoro, tranne qualche volta con voi, non seguo i rapporti col cliente e non giro. Avrai capito che mi sto guardando attorno professionalmente. La compagnia ormai è sempre la stessa, i migliori se li sono presi le mie amiche e poi non vorrei nessuno del giro. Preferisco godermi ancora le ultime estati anno finché il fisico me lo permette, ma questo lo capirai quando passerai i trenta! Ora come ora non riuscirei a prendermi cura di una famiglia, voglio concentrarmi su me stessa. Quando deciderò, qualcuno per fare famiglia lo troverò. So quello che valgo”

Non mi convince molto la sua versione. Si vede che è cresciuta con certi valori. Fa l’indipendente, ma per lei è un problema abitare a una ventina di chilometri dalla famiglia. Probabilmente quando la sua relazione seria è saltata ha pensato di aver deluso le aspettative di sua madre e di suo padre. Dice di volersi divertire ma è da tre weekend che le propongo un aperitivo e ogni volta rimanda. Il suo caso mi sta appassionando. Fin dall’adolescenza riesco a capire le leve emotive di una donna partendo dall’analisi dei suoi rapporti con i genitori. Lei all’apparenza è banale, eppure non c’è un filo logico nelle cose che mi racconta. Per non parlare del suo modo di apparire. Guardo l’orologio, si sta facendo tardi. Ho lasciato i suoi anelli in macchina per guadagnare qualche minuto con lei senza doverne perdere troppo io.

Matteo: “Devo rientrare. Ho i tuoi anelli in macchina. Se mi accompagni te li rido”

Ilenia: “Grazie mille. Dopo potresti riaccompagnarmi alla mia? L’ho lasciata un po’ lontana. Avevo tempo e ho deciso di venire a piedi”.

Ovviamente acconsento. La mia macchina è nel piazzale della Chiesa, la sua in un grande spiazzo vicino all’argine del fiume.

Il suo parcheggio è a cinquecento metri dal mio. Nel tragitto parliamo di sciocchezze, ma sento che c’è un’aria frizzante. Partono i Pink Floyd su Spotify. Non reagisce, temo non li conosca. Ilenia, questa è la prova definitiva. Prenderai il mio cazzo in bocca, ma mi dispiace, non credo diventerai la madre dei miei figli.

Affianco la sua macchina con la mia, il parcheggio è quasi vuoto. Ormai sono le 14.30.

Ilenia si toglie la cintura e si appoggia con la schiena sul finestrino, lato del passeggero.

Ilenia: “Girati e vieni verso di me con la schiena”

Obbedisco, non c’è spazio per distendersi ma in qualche modo la mia testa si appoggia al suo petto e il mio busto, in parte a contatto con la sua pancia, si adagia sulle sue gambe all’altezza dei fianchi. Non la vedo in faccia.

Ilenia: “Chiudi gli occhi”

Inizia a farmi un massaggio sul collo. Secondo me ha fatto qualche corso particolare perché lo fa con consapevolezza, tocca i punti giusti ed è bravissima. Le sue mani sono piccoline, ma trasmettono un’energia incredibile. Mi massaggia le scapole e poi inizia a toccarmi il petto. Mi apre un bottone della camicia e accarezza i miei capezzoli. Sento il calore che mi avvolge la gabbia toracica. Appoggia il suo mento al mio cranio. L’aria dalle sue narici si fa sentire sul mio cuoio cappelluto. Apre un altro bottone della camicia e mi tocca gli addominali alti. Mi sposto, sono ipersensibile e non amo essere toccato sulla pancia.

Ilenia: “Lasciati fare. Non va bene se non ti fai toccare pancia, significa che hai dei pensieri che non riesci a mandare via”

Matteo: “Guarda, un pensiero ce l’avrei in questo momento”

Ilenia: “Lo vedo, qualcosa si sta agitando lì sotto”

Allunga la mano e fa dei movimenti circolari con il medio e l’anulare all’altezza del glande. Poi mi stringe il cazzo con tutta la mano due tre volte, quasi a ritmo con le sue pulsazioni, attraverso i jeans.

Ilenia: “Ma prima lasciami finire il massaggio, devi accettare che qualcuno si prenda cura di te ogni tanto”.

Preferirei si prendesse cura del mio cazzo in questo momento, ma devo dire che comunque la situazione è piacevole e il suo tocco sta cambiando la mia respirazione.

Mi tocca i fianchi, altro punto in cui sono sensibile, ma con grande sorpresa la cosa non mi crea problemi. La signorina sa il fatto suo.

Io però, ho voglia di azione. La serata tantrica con le candele la faremo non in un parcheggio di un lunedì lavorativo alle due e mezza di pomeriggio. Mi tiro su, mi giro verso di lei e inizio a baciarla.

Risponde con intensità, ho una voglia assurda di mangiare le sue labbra e toglierle il fiato. Sento che anche lei ansima. Le metto una mano sul bottone dei jeans, li apro e non oppone resistenza. Infilo subito una mano sotto le mutande. L’altra volta l’ho toccata passando dal culo, questa volta da sopra. Mi sembra quasi una fichetta diversa, molto più pelosa. Il pelo è veramente soffice, non riesco a capirne la lunghezza. Sento che è già tutta bagnata. Ho capito che le piace essere stimolata sul clitoride alternando movimenti circolari a movimenti orizzontali. La masturbo e la cosa mi dà un’ebbrezza indescrivibile. Inizia a fare dei mugugni sempre baciandomi, non controlla più la saliva, me ne trovo litri in bocca.

Anche lei apre i miei jeans e me lo prende tutto in mano. Sento ancora una volta il suo pollice sul mio glande, le piace proprio giocare con il mio buchetto in cima al pene. Non riesce ad iniziare a masturbarmi un po’ perché i boxer sono troppo stretti, un po’ perché dopo pochissimo ha degli spasmi. La stessa reazione dell’altra volta. Sta avendo un orgasmo. Le vengono dei tic nervosi al collo, sposta la testa in diagonale un paio di volte e mi stringe fortissimo il cazzo.

Ci mette quindici secondi a tornare in se stessa. Mi guarda negli occhi e non la riconosco neanche più. Ha un viso diverso, dolcissimo.

Ilenia: “Sei un maledetto, hai capito come prendermi”

Matteo: “Hai un orgasmo veramente forte”

Ilenia: “Con te c’è chimica. Questo è il nostro problema”

Matteo. “Non mi sembra un grande problema”

Ilenia: “Hai ragione. Però cazzo adesso è tardissimo. Come facciamo?”

Rimango interdetto. Hai il mio uccello duro come il marmo in mano, datti da fare maledetta cagna. Aspetta, vediamo di dirlo in maniera più diplomatica.

Matteo: “Bè, se vuoi lui ti aspetta, se vuoi dargli un salutino”

Ilenia: “No, poi non torno più in ufficio e non riesco più a fermarmi. Posso fare una cosa?”

Matteo: “Tutto quello che vuoi”

Mi strofina per bene il glande con il pollice. Mi è uscito un bel po’ di liquido preseminale. Si porta il pollice alla bocca e se lo ciuccia.

Ilenia: “La gocciolina è buonissima”

Non faccio a tempo a risponderle. Apre la sua borsa, tira fuori delle salviette umidificanti e mi pulisce le dita.

Ilenia: “Non puoi tornare a lavoro così! Odio lasciare tracce in giro e poi Veronica ti sgama”

Veronica è la mia collaboratrice. Ha quarant’anni. Una bella donna, ma abbastanza quadrata, non ho mai pensato a lei.

Matteo: “Veronica non mi pare molto sveglia su queste cose”

Ilenia: “Credi tu. Quella lì passerebbe le giornate a farti i pompini e farsi montare da te”

Matteo: “Macchè, cosa dici?”

Ilenia: “Ascolta la vecchia, fidati che ho un po’ di esperienza ce l’ho”

Matteo: “Perché, tu non vorresti farlo con me?”

Ilenia: “Mi pare evidente. Perché me lo domandi se lo sai?”

Matteo: “Cerchiamo di trovare un giorno in cui riusciamo a vederci con calma?”

Avrei il cazzo duro, ma capisco che non ha senso insistere.

Ilenia: “Sì, direi che combiniamo. Adeso vado, grazie della pausa pranzo e di tutto. Sei veramente un angelo!”

Mi dà un bacio a stampo e mi sorride. La guardo allontanarsi. Mi risistemo. Bestemmio e penso al fatto che in ufficio dovrò farmi una sega.

Cazzeggio ancora un po’ con il cellulare. Riparto. La mia mente inizia a produrre pensieri, un casino con questi ormoni che girano. La cosa più saggia è rimettere i Pink Floyd. Mi immetto sulla provinciale e dopo pochi metri vedo lo schermo della macchina che annuncia una chiamata.

E’ Ilenia.
Quante madonne hai tirato? 🤣🤣🤣🤣
 
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Rispondo a Ilenia, più o meno abbiamo dieci minuti di strada a testa.
La sua agenzia si trova vicina alla nostra sede. Sono piccolini, ma per certi lavori è comodo avere un fornitore più flessibile e a portata di mano. Le agenzie milanesi hanno il tassametro, loro invece vivono di clienti come noi.
Al telefono mi parla di cose futili. Mi ringrazia del tempo passato assieme, dice che ha bisogno di persone stimolanti come me con cui parlare. Mi fa sorridere la cosa perché le nostre conversazioni, tranne un po' di sexting accennato, sono sempre superficiali.
Inizio forse a capire uno dei motivi per cui la desidero. Le donne che ho sempre frequentato in passato erano intellettualmente impegnative e io ho sempre corso in tutti i campi per provare a crescere in fretta. Lei è il mio desiderio di normalità. Mi chiede cosa ne pensi della guerra in Ucraina. Le dico che è complicato. Mi risponde che dietro le guerre ci sono solo interessi economici. Dentro di me penso "grazie al cazzo". Mi viene in mente la scena in cui il Guidobaldo Maria Ricciardelli chiama Fantozzi sul palco per umiliarlo chiedendogli un penisero critico su "La Corazzata Potemkin". La sua risposta è esattamente quella del ragioniere Ugo. "Per me, la guerra in Ucraina, è una cagata pazzesca!". Chissà quanti libri hai letto per articolare questo profondo pensiero che sintetizza secoli di amore e odio, rivoluzioni, carestie indotte e influenze geopolitiche.
Eppure nella sua banalità mi sento a casa. Mi fa piacere sentire il suo modo binario di ragionare. Eppure qualcosa stride, continuo a pensare che nella sua narrazione qualcosa non torni.

Arrivo in ufficio prima di lei e la saluto. Salgo e trovo Giovanni, il titolare della mia azienda, di buon umore.

Giovanni: "Grande Matte, sei andato come i poveri al Centrale?"

Matte: "Sì, ma sai che qualcosa di buono lo fanno"

Giovanni: "Io sto facendo una dieta americana. Salto il pranzo e mi sfondo la sera".

Auguri penso.

Giovanni: "Domani avrei una riunione di Confidustria ma devo fare delle cose con mio papà. Arturo non ama queste cose, possiamo delegarti?"

Molto bene. Arturo è il direttore generale dell'azienda. Avrebbe senso che ci fosse qualcuno della produzione, visto che so già che si parlerà di inflazione e costo delle materie prime. In ogni caso per me è utile andare in quei consessi, sono relazioni che possono tornare utili.

Vado verso il mio ufficio. Incrocio Veronica.

Mi squadra dalla testa ai piedi. Non mi ha mai guardato così.

Veronica: "Ti vedo diverso dal solito. Hai cambiato profumo?"

Mi vengono in mente le parole di Ilenia. Quella lì è una strega.

Matteo: "No, sempre lo stesso, perchè?"

Veronica si avvicina e mi annusa.

Veronica: "Cos'è?"

Matteo: "Creed, non ricordo però il nome giusto. Tanto costano tutti uno stipendio"

Veronica: "Lo consiglierò a mio marito. Ma secondo me su di te sta meglio"

Oggi mi paiono tutti matti. La saluto e torno in ufficio.

Mi siedo alla scrivania. Fortunatamente sono da solo. Uno dei benefit del mio ruolo. La parete che dà sull'esterno è tutta vetrata. La vista in certe giornate, quando la luce cambia, dà soddisfazioni. Una provinciale che taglia la zona industriale, un enorme capannone di un'altra azienda, le Alpi nelle giornate più nitide.

Apro le mail. Negli anni ho imparato ad essere metodico e rispondere sempre subito. Così il lavoro non si accumula. Adesso siamo concentrati su un paio di fiere e poi devo seguire io tutto il processo di sostenibilità aziendale. Do un'occhiata poi so che dovrò andare in bagno a farmi una sega. Ripenso a quanto ingiusto sia stato che io abbia dato piacere a lei e lei mi abbia lasciato col cannone carico.

Però ripenso anche alla scena in cui strofina il pollice sul mio glande, lo imbeve di liquido seminale e se lo porta alla bocca. E poi mi dice che la gocciolina è buonissima. Mi fa venire una voglia devastante di sborrarle in bocca. Devo scriverglielo. Così. Letterale.

Prendo il cellulare.

Mi ha già scritto lei e non me ne ero accorto.

Ilenia: "Sei rientrato? 😘"

Matteo: "Yes, un casino di cose da mandare avanti"

Ilenia: "Quella befana di Veronica di è saltata addosso?"

Matteo: "Macchè. Mi sa solo chiesto se ho cambiato profumo"

Ilenia: "E magari ti ha annusato?? 🤨"

Matteo: "No. Ti preoccupi?"

Ilenia: "Mi dà fastidio quando ti ronzano intorno"

Matteo: "Mi pare che fossi con te fino a poco fa"

Ilenia: "Sì, un disastro. Sono arrivata in ufficio e ho la patata che è un lago"

Matteo: "Io invece sono carico. Come faccio a lavorare così? Si vede attraverso i pantaloni che è duro"

Ilenia: "Sono disperata, avrei voluto fare io ma ero già in ritardo di mezz'ora. Scusami tantissimo. Ma so che poi non mi sarei fermata a dargli un bacino"

Matteo: "In che senso?"

Ilenia: "L'avrei voluto dentro"

Matteo: "Magari riusciamo a trovare una situazione più comoda"

Ilenia: "🙈 Hai ragione. Già così in un parcheggio di giorno. Mi vergogno un sacco"

Matteo: "Non ci ha visto nessuno. Tranquilla"

Ilenia: "Ma adesso è ancora duro?"

Matteo: "Parecchio"

Ilenia non risponde subito. Io come uno scemo rimango ad aspettare la sua risposta e non riesco a pensare ad altro. Non riesco a concentrarmi. Guardo inutilmente le mail, ma il pensiero è a whatsapp.

Finalmente risponde. Vedo dall'anteprima che mi ha mandato una foto con un testo "vuoi mettere la manina qui?" Apro la chat.

Nella foto c'è un primo piano delle sue mutandine leggermente abbassate con il pollice. Direi di qualche centimetro. E' in piedi vicino a un lavandino, la foto è scattata dall'alto. I jeans sono addosso ma con la zip completamente tirata giù. Dalle mutande esce un ciuffetto di pelo nero.

Corro in bagno. Metto giù la tavoletta e mi ci siedo sopra. Apro i jeans, abbasso leggermente i boxer e me lo prendo in mano.
Le rispondo al messaggio.

Matteo: "Io lì non ci metterei solo la manina"

Ilenia: "Cosa vuoi mettere?"

Matteo: "La bocca"

Ilenia: "Non amo molto farmelo fare. Preferisco la mano o altro.."

Matteo: "Puoi prendere quello che vuoi. Ho il cazzo durissimo"

Ilenia: "Prima però voglio dargli un bacino"

Matteo: "Non credo resisterei molto"

Ilenia: "Ho voglia di farti il miglior pompino della mia vita"

Matteo: "Posso sbattertelo un po' sulle guance prima?"

Ilenia: "Puoi fare tutto quello che vuoi. Di solito prendo io l'iniziativa con lui in bocca"

Matteo: "Sbattitelo sulla guancia e poi sulla bocca"

Ilenia: "Va bene. Però poi ti lasci fare"

Matteo: "Fare cosa?"

Ilenia: "Te lo voglio ciucciare"

Matteo: "E dove devo venire?"

Ilenia: "In bocca"

Matteo: "Voglio venirti in faccia"

Ilenia: "Non ho mai provato. Poi mi bruciano gli occhi"

Matteo: "Come fai a saperlo?"

Ilenia: "Perchè una volta mi sono passata per sbaglio una mano"

Matteo: "Sto per venire"

Ilenia: "Vieni in bocca, lo desidero"

Apro la camicia, prendo la carta igienica e scarico tutto il mio sperma sulla carta. Non ho una venuta molto abbondante, ma mi partono almeno cinque schizzi abbondanti. Si vede che mi ha mandato fuori di testa.

Ilenia: "Ma ti sei fatto tu veramente?"

Matteo: "Certo, secondo te passo tutta la giornata a lavoro con il cazzo duro?"

Ilenia: "Devi resistere! Sai che non mi piace se fai da solo"

Matteo: "Eh, ma tu sei andata via"

Ilenia: "Ero in ritardo 🙈 La prossima volta faccio io, promesso. Tu non fare da solo".

Torno in ufficio.

Mi manda il link youtube di una canzone di Ligabue. L'amore conta. Tra quelle del Liga buona scelta. Ricordo che il mio prof del liceo ci spiegò la poesia dei baci di Catullo (da mi basia mille) con questa canzone. Conosci un altro modo per fregar la morte se non l'amore? E' la stessa cosa che Catullo dice a Lesbia dopo averle detto a differenza del sole che nasce muore ogni giorno, verrà la notte in cui ci spegneremo. E dunque baciamoci e fregiamocene delle cose che non avranno alcun valore quando saremo morti. Mi tengo per me la riflessione. Temo sarebbero perle ai porci. Le risponderò più avanti. Dopo la sborrata la mia piramide dei bisogni di Maslow torna sull'alimentazione. Devo lavorare per portare il pane a casa.
 

sormarco

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questi discorsi via whatsapp mi ricordano le chatt e le telefonate che facevo anni fa con un'amica conosciuta su un sito, dove il marito prima postava foto a sua insaputa, poi le ha chiesto se voleva far parte della combriccola, io tra una chiacchiera e l'altra ho avuto il suo contatto telefonico ed è iniziata un'amicizia dove ci dicevamo di tutto, poi per mia colpa è dovuto finire tutto.
 

shavelover

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Dai continua perfavore. E un raccono bellissimo!!
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