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- #26
Arrivo al Centrale con qualche minuto di ritardo. L'ho avvisata di aspettarmi dentro. Controllo di essere in ordine specchiandomi nei finestrini delle auto parcheggiate lungo la strada. Getto la chewin gam in un cestino. Entro e la vedo seduta. Ha i capelli raccolti in una coda, un maglioncino leggero verde acqua e dei jeans. La trovo in ordine, mi chiedo però se sia una ragazza che mi girerei a guardare se non la conoscessi.
Si alza, due baci sulla guancia.
Matteo: "Scusa il ritardo, hai già ordinato?"
Ilenia: "No, prendo solo dell'acqua. Ho già mangiato in ufficio, mi porto sempre qualcosa da casa"
Matteo: "Sicura?"
Ilenia: "Sì, certo! Tu cosa prendi? Ti chiamo la ragazza per ordinare"
Chiedo un piatto bresaola, rucola e grana. Ci tengo ad avere uno stile di vita sano e un po’ mi fa piacere comunicarglielo.
Matteo: "Com'è andato il weekend?"
Ilenia: "Insomma, lasciamo perdere"
Matteo: "Perchè? Ho visto che sei sparita"
Ilenia: "Ho litigato con mia mamma"
Matteo: "Mi dispiace. Se vuoi parlarne ci sono. Io purtroppo ho perso mia mamma abbastanza presto, so quanto importante è il rapporto con i genitori"
Ilenia: "Non lo sapevo, ma si vede che sei cresciuto in fretta. Al giorno d'oggi gli uomini sono tutti bamboccioni, tu si vede che sei affidabile. Comunque io e mia mamma siamo simili, testarde. Lei non ha accettato che io sia andata a vivere un po' lontano da dove abitiamo e me lo rinfaccia appena può. Ma dovevo cambiare aria”.
Matteo: “Quanto tempo fa te ne sei andata?”
Ilenia: “Quattro anni fa, ma non l’ha mai accettato. Poi sai, mia sorella è più piccola di me, convive e ha già un figlio. Io sembro sempre quella che dà problemi, però poi ci sono per tutti e alla fine i weekend li passo a risolvere i problemi degli altri. Solo che quello che faccio non viene mai visto”
Matteo: “Come mai ha deciso di allontanarti da loro?”
Ilenia: “Ero pronta per andare a convivere con la persona con cui stavo assieme da sei anni. Poi ho scoperto che aveva un’altra”
Matteo: “Che stronzo”
Ilenia: “Un po’, ma sicuramente le colpe erano condivise”
Matteo: “Come l’hai scoperto?”
Ilenia: “Il giorno in cui siamo andati all’agenzia immobiliare di mio zio per chiedere qualche consiglio ho notato che stava sempre al telefono e si è attivato il mio sesto senso. Qualche giorno dopo ho sbirciato tra i messaggi che gli arrivavano. C’erano cose troppo evidenti da una certa Marta. Ho collegato subito, una più giovane di me. Gli ho chiesto di parlare e ha vuotato il sacco. Ho avuto un periodo particolare e ho capito che dovevo proprio cambiare aria”
Matteo: “Capisco, non dev’essere stato facile. Comunque pensavo che fossi così cattolica da non accettare la convivenza prima del matrimonio!”
Ilenia: “Giovane, guarda che non siamo nel medioevo! E poi io frequento dei corsi di approfondimento spirituale con un prete che è molto aperto. Anzi, è così avanti che la Chiesa lo mette ai margini perché alle gerarchie dà fastidio il suo carisma. Fa dei corsi che ti fanno capire tante cose. Nelle relazioni uomo-donna, ho capito che la cosa importante è avere la testa sulle spalle”
Matteo: “Concordo. Ma da allora non hai più avuto storie? Non ci credo che una ragazza bella come te sia single”
Ilenia: “Non sono figa ma mi difendo, ho delle frecce al mio arco. Comunque, ho avuto un paio di frequentazioni, ma mi sono annoiata. Non è facile trovare qualcuno di stimolante frequentando sempre le stesse persone. A lavoro, tranne qualche volta con voi, non seguo i rapporti col cliente e non giro. Avrai capito che mi sto guardando attorno professionalmente. La compagnia ormai è sempre la stessa, i migliori se li sono presi le mie amiche e poi non vorrei nessuno del giro. Preferisco godermi ancora le ultime estati anno finché il fisico me lo permette, ma questo lo capirai quando passerai i trenta! Ora come ora non riuscirei a prendermi cura di una famiglia, voglio concentrarmi su me stessa. Quando deciderò, qualcuno per fare famiglia lo troverò. So quello che valgo”
Non mi convince molto la sua versione. Si vede che è cresciuta con certi valori. Fa l’indipendente, ma per lei è un problema abitare a una ventina di chilometri dalla famiglia. Probabilmente quando la sua relazione seria è saltata ha pensato di aver deluso le aspettative di sua madre e di suo padre. Dice di volersi divertire ma è da tre weekend che le propongo un aperitivo e ogni volta rimanda. Il suo caso mi sta appassionando. Fin dall’adolescenza riesco a capire le leve emotive di una donna partendo dall’analisi dei suoi rapporti con i genitori. Lei all’apparenza è banale, eppure non c’è un filo logico nelle cose che mi racconta. Per non parlare del suo modo di apparire. Guardo l’orologio, si sta facendo tardi. Ho lasciato i suoi anelli in macchina per guadagnare qualche minuto con lei senza doverne perdere troppo io.
Matteo: “Devo rientrare. Ho i tuoi anelli in macchina. Se mi accompagni te li rido”
Ilenia: “Grazie mille. Dopo potresti riaccompagnarmi alla mia? L’ho lasciata un po’ lontana. Avevo tempo e ho deciso di venire a piedi”.
Ovviamente acconsento. La mia macchina è nel piazzale della Chiesa, la sua in un grande spiazzo vicino all’argine del fiume.
Il suo parcheggio è a cinquecento metri dal mio. Nel tragitto parliamo di sciocchezze, ma sento che c’è un’aria frizzante. Partono i Pink Floyd su Spotify. Non reagisce, temo non li conosca. Ilenia, questa è la prova definitiva. Prenderai il mio cazzo in bocca, ma mi dispiace, non credo diventerai la madre dei miei figli.
Affianco la sua macchina con la mia, il parcheggio è quasi vuoto. Ormai sono le 14.30.
Ilenia si toglie la cintura e si appoggia con la schiena sul finestrino, lato del passeggero.
Ilenia: “Girati e vieni verso di me con la schiena”
Obbedisco, non c’è spazio per distendersi ma in qualche modo la mia testa si appoggia al suo petto e il mio busto, in parte a contatto con la sua pancia, si adagia sulle sue gambe all’altezza dei fianchi. Non la vedo in faccia.
Ilenia: “Chiudi gli occhi”
Inizia a farmi un massaggio sul collo. Secondo me ha fatto qualche corso particolare perché lo fa con consapevolezza, tocca i punti giusti ed è bravissima. Le sue mani sono piccoline, ma trasmettono un’energia incredibile. Mi massaggia le scapole e poi inizia a toccarmi il petto. Mi apre un bottone della camicia e accarezza i miei capezzoli. Sento il calore che mi avvolge la gabbia toracica. Appoggia il suo mento al mio cranio. L’aria dalle sue narici si fa sentire sul mio cuoio cappelluto. Apre un altro bottone della camicia e mi tocca gli addominali alti. Mi sposto, sono ipersensibile e non amo essere toccato sulla pancia.
Ilenia: “Lasciati fare. Non va bene se non ti fai toccare pancia, significa che hai dei pensieri che non riesci a mandare via”
Matteo: “Guarda, un pensiero ce l’avrei in questo momento”
Ilenia: “Lo vedo, qualcosa si sta agitando lì sotto”
Allunga la mano e fa dei movimenti circolari con il medio e l’anulare all’altezza del glande. Poi mi stringe il cazzo con tutta la mano due tre volte, quasi a ritmo con le sue pulsazioni, attraverso i jeans.
Ilenia: “Ma prima lasciami finire il massaggio, devi accettare che qualcuno si prenda cura di te ogni tanto”.
Preferirei si prendesse cura del mio cazzo in questo momento, ma devo dire che comunque la situazione è piacevole e il suo tocco sta cambiando la mia respirazione.
Mi tocca i fianchi, altro punto in cui sono sensibile, ma con grande sorpresa la cosa non mi crea problemi. La signorina sa il fatto suo.
Io però, ho voglia di azione. La serata tantrica con le candele la faremo non in un parcheggio di un lunedì lavorativo alle due e mezza di pomeriggio. Mi tiro su, mi giro verso di lei e inizio a baciarla.
Risponde con intensità, ho una voglia assurda di mangiare le sue labbra e toglierle il fiato. Sento che anche lei ansima. Le metto una mano sul bottone dei jeans, li apro e non oppone resistenza. Infilo subito una mano sotto le mutande. L’altra volta l’ho toccata passando dal culo, questa volta da sopra. Mi sembra quasi una fichetta diversa, molto più pelosa. Il pelo è veramente soffice, non riesco a capirne la lunghezza. Sento che è già tutta bagnata. Ho capito che le piace essere stimolata sul clitoride alternando movimenti circolari a movimenti orizzontali. La masturbo e la cosa mi dà un’ebbrezza indescrivibile. Inizia a fare dei mugugni sempre baciandomi, non controlla più la saliva, me ne trovo litri in bocca.
Anche lei apre i miei jeans e me lo prende tutto in mano. Sento ancora una volta il suo pollice sul mio glande, le piace proprio giocare con il mio buchetto in cima al pene. Non riesce ad iniziare a masturbarmi un po’ perché i boxer sono troppo stretti, un po’ perché dopo pochissimo ha degli spasmi. La stessa reazione dell’altra volta. Sta avendo un orgasmo. Le vengono dei tic nervosi al collo, sposta la testa in diagonale un paio di volte e mi stringe fortissimo il cazzo.
Ci mette quindici secondi a tornare in se stessa. Mi guarda negli occhi e non la riconosco neanche più. Ha un viso diverso, dolcissimo.
Ilenia: “Sei un maledetto, hai capito come prendermi”
Matteo: “Hai un orgasmo veramente forte”
Ilenia: “Con te c’è chimica. Questo è il nostro problema”
Matteo. “Non mi sembra un grande problema”
Ilenia: “Hai ragione. Però cazzo adesso è tardissimo. Come facciamo?”
Rimango interdetto. Hai il mio uccello duro come il marmo in mano, datti da fare maledetta cagna. Aspetta, vediamo di dirlo in maniera più diplomatica.
Matteo: “Bè, se vuoi lui ti aspetta, se vuoi dargli un salutino”
Ilenia: “No, poi non torno più in ufficio e non riesco più a fermarmi. Posso fare una cosa?”
Matteo: “Tutto quello che vuoi”
Mi strofina per bene il glande con il pollice. Mi è uscito un bel po’ di liquido preseminale. Si porta il pollice alla bocca e se lo ciuccia.
Ilenia: “La gocciolina è buonissima”
Non faccio a tempo a risponderle. Apre la sua borsa, tira fuori delle salviette umidificanti e mi pulisce le dita.
Ilenia: “Non puoi tornare a lavoro così! Odio lasciare tracce in giro e poi Veronica ti sgama”
Veronica è la mia collaboratrice. Ha quarant’anni. Una bella donna, ma abbastanza quadrata, non ho mai pensato a lei.
Matteo: “Veronica non mi pare molto sveglia su queste cose”
Ilenia: “Credi tu. Quella lì passerebbe le giornate a farti i pompini e farsi montare da te”
Matteo: “Macchè, cosa dici?”
Ilenia: “Ascolta la vecchia, fidati che ho un po’ di esperienza ce l’ho”
Matteo: “Perché, tu non vorresti farlo con me?”
Ilenia: “Mi pare evidente. Perché me lo domandi se lo sai?”
Matteo: “Cerchiamo di trovare un giorno in cui riusciamo a vederci con calma?”
Avrei il cazzo duro, ma capisco che non ha senso insistere.
Ilenia: “Sì, direi che combiniamo. Adeso vado, grazie della pausa pranzo e di tutto. Sei veramente un angelo!”
Mi dà un bacio a stampo e mi sorride. La guardo allontanarsi. Mi risistemo. Bestemmio e penso al fatto che in ufficio dovrò farmi una sega.
Cazzeggio ancora un po’ con il cellulare. Riparto. La mia mente inizia a produrre pensieri, un casino con questi ormoni che girano. La cosa più saggia è rimettere i Pink Floyd. Mi immetto sulla provinciale e dopo pochi metri vedo lo schermo della macchina che annuncia una chiamata.
E’ Ilenia.
Si alza, due baci sulla guancia.
Matteo: "Scusa il ritardo, hai già ordinato?"
Ilenia: "No, prendo solo dell'acqua. Ho già mangiato in ufficio, mi porto sempre qualcosa da casa"
Matteo: "Sicura?"
Ilenia: "Sì, certo! Tu cosa prendi? Ti chiamo la ragazza per ordinare"
Chiedo un piatto bresaola, rucola e grana. Ci tengo ad avere uno stile di vita sano e un po’ mi fa piacere comunicarglielo.
Matteo: "Com'è andato il weekend?"
Ilenia: "Insomma, lasciamo perdere"
Matteo: "Perchè? Ho visto che sei sparita"
Ilenia: "Ho litigato con mia mamma"
Matteo: "Mi dispiace. Se vuoi parlarne ci sono. Io purtroppo ho perso mia mamma abbastanza presto, so quanto importante è il rapporto con i genitori"
Ilenia: "Non lo sapevo, ma si vede che sei cresciuto in fretta. Al giorno d'oggi gli uomini sono tutti bamboccioni, tu si vede che sei affidabile. Comunque io e mia mamma siamo simili, testarde. Lei non ha accettato che io sia andata a vivere un po' lontano da dove abitiamo e me lo rinfaccia appena può. Ma dovevo cambiare aria”.
Matteo: “Quanto tempo fa te ne sei andata?”
Ilenia: “Quattro anni fa, ma non l’ha mai accettato. Poi sai, mia sorella è più piccola di me, convive e ha già un figlio. Io sembro sempre quella che dà problemi, però poi ci sono per tutti e alla fine i weekend li passo a risolvere i problemi degli altri. Solo che quello che faccio non viene mai visto”
Matteo: “Come mai ha deciso di allontanarti da loro?”
Ilenia: “Ero pronta per andare a convivere con la persona con cui stavo assieme da sei anni. Poi ho scoperto che aveva un’altra”
Matteo: “Che stronzo”
Ilenia: “Un po’, ma sicuramente le colpe erano condivise”
Matteo: “Come l’hai scoperto?”
Ilenia: “Il giorno in cui siamo andati all’agenzia immobiliare di mio zio per chiedere qualche consiglio ho notato che stava sempre al telefono e si è attivato il mio sesto senso. Qualche giorno dopo ho sbirciato tra i messaggi che gli arrivavano. C’erano cose troppo evidenti da una certa Marta. Ho collegato subito, una più giovane di me. Gli ho chiesto di parlare e ha vuotato il sacco. Ho avuto un periodo particolare e ho capito che dovevo proprio cambiare aria”
Matteo: “Capisco, non dev’essere stato facile. Comunque pensavo che fossi così cattolica da non accettare la convivenza prima del matrimonio!”
Ilenia: “Giovane, guarda che non siamo nel medioevo! E poi io frequento dei corsi di approfondimento spirituale con un prete che è molto aperto. Anzi, è così avanti che la Chiesa lo mette ai margini perché alle gerarchie dà fastidio il suo carisma. Fa dei corsi che ti fanno capire tante cose. Nelle relazioni uomo-donna, ho capito che la cosa importante è avere la testa sulle spalle”
Matteo: “Concordo. Ma da allora non hai più avuto storie? Non ci credo che una ragazza bella come te sia single”
Ilenia: “Non sono figa ma mi difendo, ho delle frecce al mio arco. Comunque, ho avuto un paio di frequentazioni, ma mi sono annoiata. Non è facile trovare qualcuno di stimolante frequentando sempre le stesse persone. A lavoro, tranne qualche volta con voi, non seguo i rapporti col cliente e non giro. Avrai capito che mi sto guardando attorno professionalmente. La compagnia ormai è sempre la stessa, i migliori se li sono presi le mie amiche e poi non vorrei nessuno del giro. Preferisco godermi ancora le ultime estati anno finché il fisico me lo permette, ma questo lo capirai quando passerai i trenta! Ora come ora non riuscirei a prendermi cura di una famiglia, voglio concentrarmi su me stessa. Quando deciderò, qualcuno per fare famiglia lo troverò. So quello che valgo”
Non mi convince molto la sua versione. Si vede che è cresciuta con certi valori. Fa l’indipendente, ma per lei è un problema abitare a una ventina di chilometri dalla famiglia. Probabilmente quando la sua relazione seria è saltata ha pensato di aver deluso le aspettative di sua madre e di suo padre. Dice di volersi divertire ma è da tre weekend che le propongo un aperitivo e ogni volta rimanda. Il suo caso mi sta appassionando. Fin dall’adolescenza riesco a capire le leve emotive di una donna partendo dall’analisi dei suoi rapporti con i genitori. Lei all’apparenza è banale, eppure non c’è un filo logico nelle cose che mi racconta. Per non parlare del suo modo di apparire. Guardo l’orologio, si sta facendo tardi. Ho lasciato i suoi anelli in macchina per guadagnare qualche minuto con lei senza doverne perdere troppo io.
Matteo: “Devo rientrare. Ho i tuoi anelli in macchina. Se mi accompagni te li rido”
Ilenia: “Grazie mille. Dopo potresti riaccompagnarmi alla mia? L’ho lasciata un po’ lontana. Avevo tempo e ho deciso di venire a piedi”.
Ovviamente acconsento. La mia macchina è nel piazzale della Chiesa, la sua in un grande spiazzo vicino all’argine del fiume.
Il suo parcheggio è a cinquecento metri dal mio. Nel tragitto parliamo di sciocchezze, ma sento che c’è un’aria frizzante. Partono i Pink Floyd su Spotify. Non reagisce, temo non li conosca. Ilenia, questa è la prova definitiva. Prenderai il mio cazzo in bocca, ma mi dispiace, non credo diventerai la madre dei miei figli.
Affianco la sua macchina con la mia, il parcheggio è quasi vuoto. Ormai sono le 14.30.
Ilenia si toglie la cintura e si appoggia con la schiena sul finestrino, lato del passeggero.
Ilenia: “Girati e vieni verso di me con la schiena”
Obbedisco, non c’è spazio per distendersi ma in qualche modo la mia testa si appoggia al suo petto e il mio busto, in parte a contatto con la sua pancia, si adagia sulle sue gambe all’altezza dei fianchi. Non la vedo in faccia.
Ilenia: “Chiudi gli occhi”
Inizia a farmi un massaggio sul collo. Secondo me ha fatto qualche corso particolare perché lo fa con consapevolezza, tocca i punti giusti ed è bravissima. Le sue mani sono piccoline, ma trasmettono un’energia incredibile. Mi massaggia le scapole e poi inizia a toccarmi il petto. Mi apre un bottone della camicia e accarezza i miei capezzoli. Sento il calore che mi avvolge la gabbia toracica. Appoggia il suo mento al mio cranio. L’aria dalle sue narici si fa sentire sul mio cuoio cappelluto. Apre un altro bottone della camicia e mi tocca gli addominali alti. Mi sposto, sono ipersensibile e non amo essere toccato sulla pancia.
Ilenia: “Lasciati fare. Non va bene se non ti fai toccare pancia, significa che hai dei pensieri che non riesci a mandare via”
Matteo: “Guarda, un pensiero ce l’avrei in questo momento”
Ilenia: “Lo vedo, qualcosa si sta agitando lì sotto”
Allunga la mano e fa dei movimenti circolari con il medio e l’anulare all’altezza del glande. Poi mi stringe il cazzo con tutta la mano due tre volte, quasi a ritmo con le sue pulsazioni, attraverso i jeans.
Ilenia: “Ma prima lasciami finire il massaggio, devi accettare che qualcuno si prenda cura di te ogni tanto”.
Preferirei si prendesse cura del mio cazzo in questo momento, ma devo dire che comunque la situazione è piacevole e il suo tocco sta cambiando la mia respirazione.
Mi tocca i fianchi, altro punto in cui sono sensibile, ma con grande sorpresa la cosa non mi crea problemi. La signorina sa il fatto suo.
Io però, ho voglia di azione. La serata tantrica con le candele la faremo non in un parcheggio di un lunedì lavorativo alle due e mezza di pomeriggio. Mi tiro su, mi giro verso di lei e inizio a baciarla.
Risponde con intensità, ho una voglia assurda di mangiare le sue labbra e toglierle il fiato. Sento che anche lei ansima. Le metto una mano sul bottone dei jeans, li apro e non oppone resistenza. Infilo subito una mano sotto le mutande. L’altra volta l’ho toccata passando dal culo, questa volta da sopra. Mi sembra quasi una fichetta diversa, molto più pelosa. Il pelo è veramente soffice, non riesco a capirne la lunghezza. Sento che è già tutta bagnata. Ho capito che le piace essere stimolata sul clitoride alternando movimenti circolari a movimenti orizzontali. La masturbo e la cosa mi dà un’ebbrezza indescrivibile. Inizia a fare dei mugugni sempre baciandomi, non controlla più la saliva, me ne trovo litri in bocca.
Anche lei apre i miei jeans e me lo prende tutto in mano. Sento ancora una volta il suo pollice sul mio glande, le piace proprio giocare con il mio buchetto in cima al pene. Non riesce ad iniziare a masturbarmi un po’ perché i boxer sono troppo stretti, un po’ perché dopo pochissimo ha degli spasmi. La stessa reazione dell’altra volta. Sta avendo un orgasmo. Le vengono dei tic nervosi al collo, sposta la testa in diagonale un paio di volte e mi stringe fortissimo il cazzo.
Ci mette quindici secondi a tornare in se stessa. Mi guarda negli occhi e non la riconosco neanche più. Ha un viso diverso, dolcissimo.
Ilenia: “Sei un maledetto, hai capito come prendermi”
Matteo: “Hai un orgasmo veramente forte”
Ilenia: “Con te c’è chimica. Questo è il nostro problema”
Matteo. “Non mi sembra un grande problema”
Ilenia: “Hai ragione. Però cazzo adesso è tardissimo. Come facciamo?”
Rimango interdetto. Hai il mio uccello duro come il marmo in mano, datti da fare maledetta cagna. Aspetta, vediamo di dirlo in maniera più diplomatica.
Matteo: “Bè, se vuoi lui ti aspetta, se vuoi dargli un salutino”
Ilenia: “No, poi non torno più in ufficio e non riesco più a fermarmi. Posso fare una cosa?”
Matteo: “Tutto quello che vuoi”
Mi strofina per bene il glande con il pollice. Mi è uscito un bel po’ di liquido preseminale. Si porta il pollice alla bocca e se lo ciuccia.
Ilenia: “La gocciolina è buonissima”
Non faccio a tempo a risponderle. Apre la sua borsa, tira fuori delle salviette umidificanti e mi pulisce le dita.
Ilenia: “Non puoi tornare a lavoro così! Odio lasciare tracce in giro e poi Veronica ti sgama”
Veronica è la mia collaboratrice. Ha quarant’anni. Una bella donna, ma abbastanza quadrata, non ho mai pensato a lei.
Matteo: “Veronica non mi pare molto sveglia su queste cose”
Ilenia: “Credi tu. Quella lì passerebbe le giornate a farti i pompini e farsi montare da te”
Matteo: “Macchè, cosa dici?”
Ilenia: “Ascolta la vecchia, fidati che ho un po’ di esperienza ce l’ho”
Matteo: “Perché, tu non vorresti farlo con me?”
Ilenia: “Mi pare evidente. Perché me lo domandi se lo sai?”
Matteo: “Cerchiamo di trovare un giorno in cui riusciamo a vederci con calma?”
Avrei il cazzo duro, ma capisco che non ha senso insistere.
Ilenia: “Sì, direi che combiniamo. Adeso vado, grazie della pausa pranzo e di tutto. Sei veramente un angelo!”
Mi dà un bacio a stampo e mi sorride. La guardo allontanarsi. Mi risistemo. Bestemmio e penso al fatto che in ufficio dovrò farmi una sega.
Cazzeggio ancora un po’ con il cellulare. Riparto. La mia mente inizia a produrre pensieri, un casino con questi ormoni che girano. La cosa più saggia è rimettere i Pink Floyd. Mi immetto sulla provinciale e dopo pochi metri vedo lo schermo della macchina che annuncia una chiamata.
E’ Ilenia.