Esperienza reale Con impegno e Costanza si ottieni qualsiasi cosa

Taddeo2

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Ovviamente ho premesso con le dovute precauzioni 😁 C'è da dire che Costanza è parecchio simile, soprattutto nello sguardo da stronza.

Marta, invece è più "normale" rispetto all'attrice che è molto più carina. Ma occhi e fossette sono più o meno quelli.
Anche io in uni avevo una collega con lo stesso sguardo di “costanza”, tutti giorni era una lotta con me stesso per non saltargli addosso.. capisco cosa hai provato amico 😂
 

86axas86

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Con le dovute proporzioni, ma ci sono delle somiglianze con Charlie Murphy (Marta) e Tilly Keeper (Costanza), anche se a quest’ultima mancano le lentiggini.
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Lo prendo per un complimento, ad ogni modo è curioso sapere che si reputi inverosimile un normale flirt tra universitari piuttosto che decine di mogli che si fanno trapanare da orde di uomini e madri che vanno con figli & incesti simili 😂🤷🏻‍♂️
La verità è che chi non ha vissuto esperienze con fuori sede queste cose le vede assurde. Ed invece è solo l'ordinaria follia di ragazze di paese che finalmente respirano la libertà di non essere giudicate
 
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Tubamascherata

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La verità è che chi non ha vissuto esperienze con fuori sede queste cose le vede assurde. Ed invece è solo l'ordinaria follia di ragazze di paese che finalmente respirano la libertà di non essere giudicate
Esattamente, ed anzi la mia storia non mi sembra quasi niente di particolare considerando alcuni racconti che ho sentito da miei amici più "scafati" (ed anche racconti di mie amiche in Erasmus che, lasciamo perdere, ancora peggio....)
 

96Gullit

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a volte meglio non saperlo di quanto possono essere porche certe ragazze appena riescono a sistemarsi a km da casa loro! altrimenti ci starebbe da mangiarsi le mani ogni giorno:ROFLMAO: (io per primo che sono sempre stato studente pendolare e dopo le lezioni filavo subito a prendere il treno:cry:)
 
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Tubamascherata

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Ti dico solo che mi ritrovai ad uscire con una tipa che conviveva con 7 ragazze
Non oso immaginare... 😆

Sarebbe bello se dopo aver finito questo racconto volessi condividere anche i racconti di amici e amiche. Scrivi benissimo
Grazie dei complimenti! Sì, è una cosa che avevo in mente in realtà, finito questo racconto e forse un altro piccolo mini-racconto che mi riguarda
 
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9. Inversamente proporzionale

La vibrazione del cellulare si propagava sul legno del comodino e mi risuonava dentro alla testa come un martello pneumatico. La mia coscienza mi mandava segnali contrastanti. I segnali che mi arrivavano invece dal basso erano più che chiari.

Guardai titubante in direzione del telefono, indeciso sul da farsi.
“È l’amore tuo, che fai, non rispondi?!” mi domandò Costanza ironicamente, mentre continuava ad ondeggiare al ritmo dei miei colpi.
“Zitta!” sbottai io, non smettendo i miei movimenti ed anzi aumentandone la foga a causa dell’irritazione data dalle sue parole.
Mi chinai maggiormente su di lei mettendole le mani attorno al collo ed iniziando a stringerla. La cosa sembrò piacerle.
“Allora ce l’hai le palle!” disse con un filo di voce mentre continuava a godere.
“Te le do io le palle!” urlai io ormai nervoso a causa sua e teso per il possibile ritorno di Marta, facendole letteralmente sentire tutti i miei testicoli addosso ai suoi glutei sbattendola con violenza.

La stringevo alla gola ed ero un fascio di nervi. Cercai di dissipare la rabbia che avevo in corpo tendando di godermi quello che stavo vivendo, e che volevo fare da settimane. Sotto di me, sentivo i respiri affannosi di Costanza, stretti anche nella morsa della mia mano attorno a lei. Una tipa come lei, effettivamente, doveva amare questo tipo di sesso violento. E lo dimostrava cominciando a piantarmi le unghie sulla schiena, in preda al piacere.

Costanza ansimava sempre di più ed io con lei. In più, volevo concludere velocemente per evitare di ritrovarmi Marta in casa da un momento all’altro. I nostri corpi, detersi dalla doccia appena fatta, ricominciarono velocemente a riempirsi di sudore e odore del sesso. Ero quasi al limite ed iniziai a farlo percepire rumorosamente a Costanza, emettendo gemiti di piacere.

Lo tirai fuori velocemente, puntandolo verso il suo ventre. Lei mi stupì ed allungò le sue mani dandomi i due colpi finali che mi permisero di liberare la mia rabbia ed il mio piacere. Finalmente ebbe una parte attiva nel mio orgasmo, e finì con l’impiastricciarsi le dita ed ovviamente la pancia.

Pur sembrando prevalentemente soddisfatta, non si risparmiò dal recitare la sua parte, dicendomi stizzita:
“Ecco, ora mi devo di nuovo fare la doccia…”
Io presi rapidamente il mio cellulare con aria preoccupata, digitando il numero di Marta. Costanza si rivolse ancora a me quasi con sufficienza: “Ti senti in colpa?”
“Sì…” risposi io sottovoce mentre il telefono squillava.
“Potevi pensarci prima…” asserì lei con una faccia da schiaffi.
Mi misi un dito davanti alla bocca per intimarle di fare silenzio, visto che dall’altro lato del telefono Marta aveva risposto.

“Amore sto tornando a casa, ci metterò una ventina di minuti…”
Sospirai. Avevo tempo. Ma comunque non potevo farmi trovare lì.
“…ma ti dispiace se rimandiamo? Sono stanca. Scusami.”
Mi stava anche chiedendo scusa. Lei. Se solo avesse saputo che io ero appena stato con un’altra!
Recitai la parte del bravo fidanzato, fingendo spudoratamente di essere ancora a casa.
“Amore non ti preoccupare, anch’io ho sono stanco morto. Ci vediamo domani con calma.”
Attaccai il telefono provando un profondo senso di vergogna.

Mi voltai e Costanza era ancora accanto a me, e si era goduta tutta la scena quasi divertita. Per un attimo lasciai da parte sensi di colpa e stizza nei suoi confronti, ammirando la bellezza del suo viso. Quasi le sorrisi dolcemente e mi venne spontaneo un gesto carino. Mi chinai su dei lei per baciarla.

Lei rimase immobile, si allontanò leggermente e mi guardò.
“Che fai? Mica sono la tua ragazza!” mi disse di nuovo con tono insofferente.
Non c’era niente da fare, Costanza era così. Tanto bella, quanto stronza. Prendere o lasciare.
“Vado a farmi la doccia, ti conviene andartene.” concluse lei senza neanche guardarmi.

Vidi ancora una volta la silhouette del suo corpo sfilarmi davanti ed uscire dalla porta della camera di Marta in una sorta di ribaltamento totale di fatti e sensazioni dalla prima volta che l’avevo vista apparire ai miei occhi.
Prima mi sfilava davanti, ora andava via da me. Prima ci pensavo raramente, ora era diventata un’ossessione. Prima era un sogno, adesso era una realtà appena vissuta, seppur più cruda delle mie aspettative. Prima era una visione angelica con la sua chioma bionda e gli occhi verdi, ora era in tutto e per tutto una stronza che mi stava manipolando.

[CONTINUA…]
 

Napoletano1994

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9. Inversamente proporzionale

La vibrazione del cellulare si propagava sul legno del comodino e mi risuonava dentro alla testa come un martello pneumatico. La mia coscienza mi mandava segnali contrastanti. I segnali che mi arrivavano invece dal basso erano più che chiari.

Guardai titubante in direzione del telefono, indeciso sul da farsi.
“È l’amore tuo, che fai, non rispondi?!” mi domandò Costanza ironicamente, mentre continuava ad ondeggiare al ritmo dei miei colpi.
“Zitta!” sbottai io, non smettendo i miei movimenti ed anzi aumentandone la foga a causa dell’irritazione data dalle sue parole.
Mi chinai maggiormente su di lei mettendole le mani attorno al collo ed iniziando a stringerla. La cosa sembrò piacerle.
“Allora ce l’hai le palle!” disse con un filo di voce mentre continuava a godere.
“Te le do io le palle!” urlai io ormai nervoso a causa sua e teso per il possibile ritorno di Marta, facendole letteralmente sentire tutti i miei testicoli addosso ai suoi glutei sbattendola con violenza.

La stringevo alla gola ed ero un fascio di nervi. Cercai di dissipare la rabbia che avevo in corpo tendando di godermi quello che stavo vivendo, e che volevo fare da settimane. Sotto di me, sentivo i respiri affannosi di Costanza, stretti anche nella morsa della mia mano attorno a lei. Una tipa come lei, effettivamente, doveva amare questo tipo di sesso violento. E lo dimostrava cominciando a piantarmi le unghie sulla schiena, in preda al piacere.

Costanza ansimava sempre di più ed io con lei. In più, volevo concludere velocemente per evitare di ritrovarmi Marta in casa da un momento all’altro. I nostri corpi, detersi dalla doccia appena fatta, ricominciarono velocemente a riempirsi di sudore e odore del sesso. Ero quasi al limite ed iniziai a farlo percepire rumorosamente a Costanza, emettendo gemiti di piacere.

Lo tirai fuori velocemente, puntandolo verso il suo ventre. Lei mi stupì ed allungò le sue mani dandomi i due colpi finali che mi permisero di liberare la mia rabbia ed il mio piacere. Finalmente ebbe una parte attiva nel mio orgasmo, e finì con l’impiastricciarsi le dita ed ovviamente la pancia.

Pur sembrando prevalentemente soddisfatta, non si risparmiò dal recitare la sua parte, dicendomi stizzita:
“Ecco, ora mi devo di nuovo fare la doccia…”
Io presi rapidamente il mio cellulare con aria preoccupata, digitando il numero di Marta. Costanza si rivolse ancora a me quasi con sufficienza: “Ti senti in colpa?”
“Sì…” risposi io sottovoce mentre il telefono squillava.
“Potevi pensarci prima…” asserì lei con una faccia da schiaffi.
Mi misi un dito davanti alla bocca per intimarle di fare silenzio, visto che dall’altro lato del telefono Marta aveva risposto.

“Amore sto tornando a casa, ci metterò una ventina di minuti…”
Sospirai. Avevo tempo. Ma comunque non potevo farmi trovare lì.
“…ma ti dispiace se rimandiamo? Sono stanca. Scusami.”
Mi stava anche chiedendo scusa. Lei. Se solo avesse saputo che io ero appena stato con un’altra!
Recitai la parte del bravo fidanzato, fingendo spudoratamente di essere ancora a casa.
“Amore non ti preoccupare, anch’io ho sono stanco morto. Ci vediamo domani con calma.”
Attaccai il telefono provando un profondo senso di vergogna.

Mi voltai e Costanza era ancora accanto a me, e si era goduta tutta la scena quasi divertita. Per un attimo lasciai da parte sensi di colpa e stizza nei suoi confronti, ammirando la bellezza del suo viso. Quasi le sorrisi dolcemente e mi venne spontaneo un gesto carino. Mi chinai su dei lei per baciarla.

Lei rimase immobile, si allontanò leggermente e mi guardò.
“Che fai? Mica sono la tua ragazza!” mi disse di nuovo con tono insofferente.
Non c’era niente da fare, Costanza era così. Tanto bella, quanto stronza. Prendere o lasciare.
“Vado a farmi la doccia, ti conviene andartene.” concluse lei senza neanche guardarmi.

Vidi ancora una volta la silhouette del suo corpo sfilarmi davanti ed uscire dalla porta della camera di Marta in una sorta di ribaltamento totale di fatti e sensazioni dalla prima volta che l’avevo vista apparire ai miei occhi.
Prima mi sfilava davanti, ora andava via da me. Prima ci pensavo raramente, ora era diventata un’ossessione. Prima era un sogno, adesso era una realtà appena vissuta, seppur più cruda delle mie aspettative. Prima era una visione angelica con la sua chioma bionda e gli occhi verdi, ora era in tutto e per tutto una stronza che mi stava manipolando.

[CONTINUA…]
Che troia costanza fatto bene a non rispondere
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Pensa se era una scommessa tra lei e marta bhe sarebbe stato divertente ahahah
 
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10. Il gioco vale la candela? - Finale

Quella notte non dormii. Ero notevolmente agitato, pieno di sensi di colpa ed avevo addosso una strana sensazione sul fatto che Marta potesse aver scoperto qualcosa una volta tornata a casa. E il mio intuito non sbagliava.

Mi svegliai piuttosto tardi e del messaggio di buongiorno di Marta, solitamente consuetudine, non c’era traccia. Provai a pensare che anche lei stava dormendo più del dovuto. Ma quando, alle tre del pomeriggio, non avevo ancora sue notizie, le scrissi timorosamente un messaggio. La sua risposta non tardò ad arrivare, e non nascondeva minimamente quello che mi aspettava.
“Buongiorno, vieni da me più tardi? Ho bisogno di parlarti.”

Niente “amore”, niente faccine, niente cuori. Un testo breve e distaccato. Il messaggio era inequivocabile. Non c’era spazio per pensare a niente di diverso del fatto che mi aveva scoperto. Mi sentii morire dentro, ma dovevo andare incontro al mio destino.

Marta mi attendeva seduta al tavolo, con le braccia conserte e lo sguardo rivolto verso il basso. L’aria desolata, con gli occhi che sarebbero potuti zampillare di lacrime da un momento all’altro, facevano da cornice all’atmosfera tesa che si respirava in casa. Accanto al tavolo, diverse borse ed uno zaino già preparati.

“Dimmi solo perché…” iniziò lei.
Io la guardai imbarazzato, desolato e con il cuore ricolmo di vergogna.
“Io mi ero fidata di te...” continuò lei alzando il viso ed iniziandomi a guardare con lo sguardo angosciato. “Eri la mia prima storia seria dai tempi del liceo e con te mi sono spinta in cose che non avevo mai fatto prima. Mi stavo innamorando di te.”
Sentii il mio cuore frantumarsi. Non provai neanche a negare, per paura di peggiorare la situazione.
“Marta, io…” balbettai, “non ho scuse lo so…”
“No, non le hai!” sbottò lei. “Tu, e QUELL’ALTRA STRONZA della mia coinquilina, mi fate schifo, davvero.” disse urlando e sottolineando quelle parole per farsi sentire da Costanza, chiusa nella sua camera.

“Non hai niente da dire?” mi incalzò.
“Marta, che devo dirti, hai ragione…Mi dispiace.” farfugliai io, prepotentemente imbarazzato.
“Ti dispiace? TI DISPIACE?” insistette lei alzandosi in piedi e scaraventando il suo cellulare per terra. “Nel mio letto poi! L’avete fatto nel mio letto! L’ho trovato umido quando sono andata a dormire ieri sera. Come anche il mio accappatoio. Dormire poi, come se avessi dormito.”

A queste parole la rabbia lasciò il posto repentinamente ad una profonda disperazione. Il suo volto cominciò a rigarsi, con le lacrime che scorrevano come un fiume in piena sulle sue guance. Non ebbi il coraggio di dire niente. La lasciai sfogare e lei, dopo averci maledetto, raccolse il suo cellulare, impugnò zaino e borse, e se ne andò.
“Andate a fare in culo, tutti e due. Non voglio vedervi mai più.”

Una statua immobile con le mie fattezze prese il posto del mio corpo per qualche secondo. Poi, Costanza uscì dalla sua camera, non sembrando minimamente toccata da quello che era appena accaduto.
“Brutta situazione, eh?” commentò senza un briciolo di empatia.
“Costanza, per favore.” risposi io irritato. “Ma poi che cazzo è successo? Lei ha visto semplicemente il letto umido ed ha fatto 2+2?”
“Sì, l’ha visto ed ha intuito qualcosa. Quindi mi ha chiesto se avessimo fatto sesso ed io le ho risposto di sì.”
“Ma tu sei proprio…” urlai io esasperato senza sapere più che insulto rivolgerle. “Ma non potevi negare? Giustificarti? Inventare una scusa?”
“Lei mi ha fatto una domanda ed io le ho risposto.” disse lei candidamente.

La rabbia mi appannò completamente. Non avevo mai fatto una cosa del genere prima, men che meno ad una donna. Spinto dall’ira, le rifilai un ceffone in pieno volto.
Costanza scoppiò a ridere sonoramente. Mi guardò con occhi di ghiaccio. Poi mi tirò a sé.
“Mi piace quando sei violento.” esclamò, prima di fiondarsi sulla mia bocca per baciarmi.
Fui preso alla sprovvista. Ero stremato dalla rabbia, dallo stress e dalla sofferenza, e mi lasciai andare all’unica soluzione apparentemente disponibile e certamente anche la peggiore.
Inghiottii le lacrime e feci confluire tutte le mie emozioni verso una rabbia sessuale che si mostrò sotto forma di istantanea erezione.

La girai faccia al muro e le abbassai con uno strattone i pantaloni della tuta. Non pensai minimamente a lei stavolta, non sincerandomi neanche del fatto che potesse essere non abbastanza umida e pronta per la penetrazione. Abbassai anche i miei vestiti. La presi da dietro e, sollevandole leggermente una gamba, glielo spinsi dentro con violenza.

Per una volta mi aveva detto la verità: le piaceva realmente la brutalità durante l’atto. Nonostante un po’ di attrito causato dal suo antro non ancora lubrificato, non fece una piega, ed anzi iniziò subito a godere. La rabbia che provavo compiva i movimenti al mio posto. Mi sentivo come un animale selvaggio che effettuava un atto meccanico. Ciononostante, il mio godimento era a livelli estremi.

Impressi più e più volte con violenza la sagoma delle mie cinque dita sulla pelle candida dei suoi glutei, che rimbalzavano sotto i miei colpi feroci. In un barlume di lucidità, mi tornò di nuovo alla mente la sua zona erogena del ginocchio, che stuzzicai a dovere fino a farla venire. Stavolta urlò senza darsi un contegno. Forse per la prima volta non mi stava più manipolando, ma stava realmente godendosi me ed il mio membro che la esplorava senza pietà dandole un piacere senza precedenti.

Il rapporto durò poco, ma fu eccezionalmente intenso. Due minuti a quel ritmo forsennato mi spinsero velocemente ad attimi dall’orgasmo. Con la stessa violenza che aveva contraddistinto l’atto, lo estrassi cominciando a gemere e premendo Costanza in basso verso il pavimento, spingendola ad inginocchiarsi. Per la prima volta avevo io una situazione di potere su di lei, ma ciò non valeva comunque la sofferenza causata a me a Marta. Tuttavia, sul momento la mia eccitazione non era misurabile.
Lei, ancora piena di fervore, assecondò il mio desiderio e bastò un minimo contatto con la sua bocca a farmi liberare. Sembrò quasi sorpresa dal primo fiotto, ma poi continuò diligentemente nella sua opera fino ad asciugarmi anche l’ultima goccia.

Smaltite le endorfine date dall’orgasmo, Costanza tornò immediatamente la spietata di sempre.
“Vabbè, ora mi tocca trovare una nuova coinquilina.” disse freddamente ricomponendosi.
La magia data da quel sesso brutale era già svanita. Realizzai con tristezza che lei era questa, e che sarebbe stato meglio farsene una ragione. E soprattutto sarebbe stato meglio non vederla più, per preservare la mia salute mentale.
“Ciao, Costanza.” la salutai io con aria mesta, andandomene con le pive nel sacco. Lei ricambiò il mio saluto con un accenno di sorriso forzato e con un gesto della mano.

Da quel giorno non sentii né vidi più Marta. Troppo devastata lei e troppo pieno di rimorso io per cercare un qualsivoglia contatto.
Costanza la incontrai qualche altra volta in diverse serate, sempre incantevole e diabolicamente bella. Ma non provai minimamente alcun tipo di approccio.
Venni poi a conoscenza del suo background, ovvero una straziante delusione d’amore provata ai tempi del liceo, che l’aveva spinta da quel momento in avanti ad un comportamento senza scrupoli nei confronti di qualsiasi ragazzo con cui ebbe a che fare. Seppi poi che non fui l’unico a subire la rottura di una relazione a causa di Costanza. Era solita mettere zizzania, quando ne aveva l’occasione, tra le coppie, sfruttando il suo grande ascendente da femme-fatale e cercando spesso volutamente ragazzi fidanzati con cui andare.

Ad ogni modo, se a posteriori posso dire di essere pentito di aver rovinato una potenziale e sincera storia d’amore con Marta a causa di un paio di scopate, è innegabile che l’essere andare andato a letto con una ragazza stupenda come Costanza, al netto della sua instabilità e tirannia, fu un’esperienza a suo modo incredibile, fuori dal comune e paurosamente eccitante.
 
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bellissimo racconto! sessualmente credo ne sia valsa la pena eccome, visto che ci stiamo segando tutti solo a leggere hahah, il rammarico non credo sia tanto la storia con Marta andata in frantumi ma il fatto di averla fatta soffrire, credo che al suo posto io non avrei reagito con questa "tranquillità", ciononostante racconto top
 

Shamoan

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Caspita, racconto stupendo e sorprendentemente carico di emozioni e stati d'animo.
Probabilmente con Marta sarebbe stata una bellissima storia d'amore, ma per esperienza ogni lasciata e persa e "del doman non v'è certezza"!
 

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