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Era il suo diciottesimo compleanno, lei era Valeria, la figlia del mio migliore amico e socio in affari ormai da anni. Quella sera mi presentai alla sua festa insieme a mia moglie.
Valeria era fresca, sexy, intrigante ma prima di allora non l'avevo mai vista come una possibile preda sessuale. In fondo poteva essere mia figlia.
Quella sera però qualcosa si era risvegliato. Sarà stato il rossetto rosso fuoco sulle labbra. O la vertiginosa mini, o forse il tacco 12 oppure la generosa scollatura e i capezzoli che bucavano la sottilissima stoffa del vestitino che indossava.
Fatto sta che mentre la guardavo ballare seduto accanto a mia moglie iniziai a fantasticare su come sarebbe stato scoparmela a pecorina mentre la tenevo per i capelli. Pensavo a quanti cazzi aveva succhiato la sua giovane boccuccia e se aveva già provato il sapore dello sperma.
Suo padre, il mio migliore amico, era lì a pochi metri da me mentre io immaginavo di scoparmi la figlia nei peggiori dei modi possibili. La sera, tornato a casa, sfogai l'eccitazione con una veloce sega in bagno. Ma non mi bastò.
Tornato a letto scopai mia moglie con una foga che non avevo da tempo e mentre lo facevo, ovviamente, nella mia testa c'era solo lei. Valeria.
Sperai che mi passasse. E pensai che mi fosse passata finché un pomeriggio, alla chiusura dello studio, sentì suonare il citofono.
"Sono Vale"
Sbiancai, ma per fortuna nessuno poteva vederlo. Ero rimasto solo.
"Guarda che tuo padre è già andato via..."
"Lo so, devo prendere una cosa. Mi apri?"
Valeria era fresca, sexy, intrigante ma prima di allora non l'avevo mai vista come una possibile preda sessuale. In fondo poteva essere mia figlia.
Quella sera però qualcosa si era risvegliato. Sarà stato il rossetto rosso fuoco sulle labbra. O la vertiginosa mini, o forse il tacco 12 oppure la generosa scollatura e i capezzoli che bucavano la sottilissima stoffa del vestitino che indossava.
Fatto sta che mentre la guardavo ballare seduto accanto a mia moglie iniziai a fantasticare su come sarebbe stato scoparmela a pecorina mentre la tenevo per i capelli. Pensavo a quanti cazzi aveva succhiato la sua giovane boccuccia e se aveva già provato il sapore dello sperma.
Suo padre, il mio migliore amico, era lì a pochi metri da me mentre io immaginavo di scoparmi la figlia nei peggiori dei modi possibili. La sera, tornato a casa, sfogai l'eccitazione con una veloce sega in bagno. Ma non mi bastò.
Tornato a letto scopai mia moglie con una foga che non avevo da tempo e mentre lo facevo, ovviamente, nella mia testa c'era solo lei. Valeria.
Sperai che mi passasse. E pensai che mi fosse passata finché un pomeriggio, alla chiusura dello studio, sentì suonare il citofono.
"Sono Vale"
Sbiancai, ma per fortuna nessuno poteva vederlo. Ero rimasto solo.
"Guarda che tuo padre è già andato via..."
"Lo so, devo prendere una cosa. Mi apri?"