Esperienza reale Racconto di fantasia Il diciottesimo compleanno

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Alessio Lucci

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La nostra chiacchierata venne interrotta dall’improvviso rientro di Valeria. Sbucò sulla porta del salone. Bellissima e radiosa, come sempre. Capelli mossi, lunghi e ribelli, leggero rossetto sulle labbra, mini jeans e sneakers.

Quasi neppure ci salutò, eppure solo vederla bastò per creare una strana tensione erotica nell’aria. In quella stanza c’erano due uomini che desideravano fortissimamente scoparla. E uno di loro era suo padre.

Valeria si chiuse in camera, ma non c’erano più i presupposti per continuare la discussione con Vittorio. Mi alzai e lascia quella casa, dando appuntamento al mio socio per l’indomani in studio.

Quando arrivai, era già nel suo ufficio. “La sta aspettando”, mi annunciò la sua segretaria personale di Vittorio. Giacca e cravatta non riuscivano a nascondere i segni di una notte passata insonne.

“Chiudi la porta e siediti, dobbiamo parlare” mi disse appena entrai indicandomi la poltroncina di fronte alla scrivania. E di cosa avremmo dovuto parlare se non di Valeria.

“Senti Vitto, io non so se me la sento…” provai a giustificarmi.

Lui riprese posto dietro la scrivania e mi guardò dritto negli occhi: “Se sei davvero mio amico, devi sentirtela. Ho bisogno di uscire da questa situazione e sei l’unico che possa aiutarmi. L’unico di cui mi fidi”.

Vittorio mi stava davvero chiedendo di scopare la figlia al posto suo. Pensavo che la notte gli avrebbe portato consiglio, che fosse solo una sparata estemporanea. Capì presto che in realtà il mio socio aveva stilato un piano preciso per riuscire a centrare l’obiettivo. Come se parlassimo di un affare.

Non mi restò che annuire ed accettare l’offerta: “Ok, ci sto”. Valeria d’altronde mi piaceva davvero. Ora mi restava un unico dubbio: avrei dovuto confessare a Vittorio quello che già c’era stato tra me e la figlia? Scelsi di essere sincero.

“Prima però devo dirti una cosa” iniziai.

Vittorio continuava a fissarmi: “Parla, ti ascolto”.

“Ecco, non so come dirtelo ma…in realtà tra me e Valeria c’è già stato qualcosina”.

“Qualcosina…cosa?” mi chiese con sguardo curioso.

“Ti ricordi la sera che tu non potevi accompagnarla in discoteca?”

“Sì, certo”

“Quella sera l’ho accompagnata io”.

“Continua….”

“Non volevo che tornasse a casa da sola, così l’ho aspettata fuori dalla discoteca fino all’alba e…”

“E?”

Inutile girarci ancora intorno, mi dissi: “Valeria me l’ha preso in bocca, Vitto. Tua figlia mi ha fatto un pompino”.

Rimase qualche secondo immobile, poi esclamò: “Che troia….Dove te l’ha fatto? Come? Raccontami tutto”.

“Mi ha chiesto di salire a casa, poi ha bloccato l’ascensore e me l’ha succhiato” raccontai tutto di un fiato.

“Ha ingoiato?” mi chiese Vittorio.

Lo guardai dritto negli occhi: “Si, ha ingoiato tutto…e mi ha anche ringraziato”.

“Vedi che avevo ragione? Ho proprio una figlia puttana. E anche pompinara” disse Vittorio forse nell’intento di giustificare le sue pulsioni verso Valeria.

A questo punto gli raccontai anche il resto. Le foto che mi inviava, le chat erotiche e la richiesta di convincerlo a farla trasferire a Milano per la scuola di canto con la promessa di un nuovo regalo.

Vittorio si prese qualche minuto per pensare, quindi esclamò sicuro: “Ok, ora sappiamo come fartela scopare a botta sicura”.

Il piano del mio socio era chiarissimo. Avrei detto a Valeria che non ero riuscito a convincerlo, ma che sarei stato io a pagarle scuola di canto e affitto a Milano per tutto il tempo necessario. In cambio avrei preteso di fare sesso con lei. In realtà, ovviamente, a pagare sarebbe stato Vittorio ma lei non lo avrebbe mai saputo.

“E se non accetta?” gli chiesi dubbioso.

“Figurati se non accetta…la conosco benissimo, è mia figlia” mi rassicurò Vittorio.

Ora restava l’ultima domanda: ma lui in cambio cosa avrebbe guadagnato dal fatto che mi scopassi Valeria. La risposta arrivò subito.

“Ovviamente non sarete soli…”

“In che senso?” chiesi a Vittorio.

Sorrise beffardo: “Tranquillo, non parteciperò di presenza mentre ti ingroppi mia figlia. Ma dovrai fare in modo di riprendere tutto live. E dovrai farle esattamente ciò che ti chiedo”.
 

SandroSbianca

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Non incontrai più Valeria per settimane. Il pensiero che avesse visto il mio cazzo duro però mi balenava spesso nella testa e ogni volta dovevo prenderlo in mano fino a raggiungere l’orgasmo proprio come avevo fatto quel giorno in ufficio.

Vittorio, suo padre e mio socio, invitò me e la mia compagna a casa da loro per la cena di Natale. L’idea di sedere allo stesso tavolo con Valeria mi spaventava ed eccitava allo stesso tempo. Ma non avevo scuse per rifiutare il gentile invito di Vittorio.

I giorni prima non facevo che pensare a cosa sarebbe successo. La sera precedente non chiusi occhio. Neppure la solita sega e una lunga scopata con Chiara, la mia compagna, riuscirono a rilassarmi.

Ad aprirci la porta fu proprio Valeria. Restai senza fiato. Indossava un mini-abito rosso, generosamente scollato, calze velate nere e un paio di scarpe rosse tacco 12. Quando si voltò per farci strada lo sguardo mi cadde inevitabilmente su quel culetto sodo che sognavo ormai da mesi.

Prima di sederci a tavola per cena, ci accomodammo sui divani del salone per un breve aperitivo. Forse per caso, o forse no, Valeria si posizionò esattamente di fronte a me. E quando i nostri sguardi si incrociarono accavallò le gambe allargandole leggermente in modo che potessi sbirciare il perizoma che indossava sotto il vestito.

Dopo una ventina di minuti ci alzammo, Chiara chiese di poter andare in bagno per lavarsi le mani. Valeria ne approfittò per avvicinarsi: “E tu? Non vai in bagno?” mi sussurrò all’orecchio con la sua vocina sexy.

Quella ragazzina mi stava provocando. Resistere tutta la sera sarebbe stato difficile ma dovevo riuscirci. Cercai di guardarla il meno possibile, ma ogni volta che incrociavo il suo sguardo per caso, lei trovava sempre il modo di stimolarmi. D’altronde le bastava davvero poco: un battito di ciglia, gli occhioni da gattina o leccarsi le labbra voluttuosa con la scusa di assaporare meglio ciò che stava gustando.

Eravamo arrivati al dolce quando sentì qualcosa toccarmi la gamba. Sbirciai sotto la tovaglia e intravidi il piede velato di Valeria che mi massaggiava il polpaccio. La guardai.

“Io vado un attimo in bagno”, annunciò a voce alta strizzandomi l’occhio.
ottimo inizio seguo mmm
 

Timido1994

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La nostra chiacchierata venne interrotta dall’improvviso rientro di Valeria. Sbucò sulla porta del salone. Bellissima e radiosa, come sempre. Capelli mossi, lunghi e ribelli, leggero rossetto sulle labbra, mini jeans e sneakers.

Quasi neppure ci salutò, eppure solo vederla bastò per creare una strana tensione erotica nell’aria. In quella stanza c’erano due uomini che desideravano fortissimamente scoparla. E uno di loro era suo padre.

Valeria si chiuse in camera, ma non c’erano più i presupposti per continuare la discussione con Vittorio. Mi alzai e lascia quella casa, dando appuntamento al mio socio per l’indomani in studio.

Quando arrivai, era già nel suo ufficio. “La sta aspettando”, mi annunciò la sua segretaria personale di Vittorio. Giacca e cravatta non riuscivano a nascondere i segni di una notte passata insonne.

“Chiudi la porta e siediti, dobbiamo parlare” mi disse appena entrai indicandomi la poltroncina di fronte alla scrivania. E di cosa avremmo dovuto parlare se non di Valeria.

“Senti Vitto, io non so se me la sento…” provai a giustificarmi.

Lui riprese posto dietro la scrivania e mi guardò dritto negli occhi: “Se sei davvero mio amico, devi sentirtela. Ho bisogno di uscire da questa situazione e sei l’unico che possa aiutarmi. L’unico di cui mi fidi”.

Vittorio mi stava davvero chiedendo di scopare la figlia al posto suo. Pensavo che la notte gli avrebbe portato consiglio, che fosse solo una sparata estemporanea. Capì presto che in realtà il mio socio aveva stilato un piano preciso per riuscire a centrare l’obiettivo. Come se parlassimo di un affare.

Non mi restò che annuire ed accettare l’offerta: “Ok, ci sto”. Valeria d’altronde mi piaceva davvero. Ora mi restava un unico dubbio: avrei dovuto confessare a Vittorio quello che già c’era stato tra me e la figlia? Scelsi di essere sincero.

“Prima però devo dirti una cosa” iniziai.

Vittorio continuava a fissarmi: “Parla, ti ascolto”.

“Ecco, non so come dirtelo ma…in realtà tra me e Valeria c’è già stato qualcosina”.

“Qualcosina…cosa?” mi chiese con sguardo curioso.

“Ti ricordi la sera che tu non potevi accompagnarla in discoteca?”

“Sì, certo”

“Quella sera l’ho accompagnata io”.

“Continua….”

“Non volevo che tornasse a casa da sola, così l’ho aspettata fuori dalla discoteca fino all’alba e…”

“E?”

Inutile girarci ancora intorno, mi dissi: “Valeria me l’ha preso in bocca, Vitto. Tua figlia mi ha fatto un pompino”.

Rimase qualche secondo immobile, poi esclamò: “Che troia….Dove te l’ha fatto? Come? Raccontami tutto”.

“Mi ha chiesto di salire a casa, poi ha bloccato l’ascensore e me l’ha succhiato” raccontai tutto di un fiato.

“Ha ingoiato?” mi chiese Vittorio.

Lo guardai dritto negli occhi: “Si, ha ingoiato tutto…e mi ha anche ringraziato”.

“Vedi che avevo ragione? Ho proprio una figlia puttana. E anche pompinara” disse Vittorio forse nell’intento di giustificare le sue pulsioni verso Valeria.

A questo punto gli raccontai anche il resto. Le foto che mi inviava, le chat erotiche e la richiesta di convincerlo a farla trasferire a Milano per la scuola di canto con la promessa di un nuovo regalo.

Vittorio si prese qualche minuto per pensare, quindi esclamò sicuro: “Ok, ora sappiamo come fartela scopare a botta sicura”.

Il piano del mio socio era chiarissimo. Avrei detto a Valeria che non ero riuscito a convincerlo, ma che sarei stato io a pagarle scuola di canto e affitto a Milano per tutto il tempo necessario. In cambio avrei preteso di fare sesso con lei. In realtà, ovviamente, a pagare sarebbe stato Vittorio ma lei non lo avrebbe mai saputo.

“E se non accetta?” gli chiesi dubbioso.

“Figurati se non accetta…la conosco benissimo, è mia figlia” mi rassicurò Vittorio.

Ora restava l’ultima domanda: ma lui in cambio cosa avrebbe guadagnato dal fatto che mi scopassi Valeria. La risposta arrivò subito.

“Ovviamente non sarete soli…”

“In che senso?” chiesi a Vittorio.

Sorrise beffardo: “Tranquillo, non parteciperò di presenza mentre ti ingroppi mia figlia. Ma dovrai fare in modo di riprendere tutto live. E dovrai farle esattamente ciò che ti chiedo”.
Bravo eccitante
 
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Alessio Lucci

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Avevo sognato tante volte come mi sarei portato a letto Valeria, ma mai avrei immaginato di riuscire a farlo. E tantomeno con la ‘benedizione’ di suo padre.

Feci passare un paio di giorni prima di contattarla con un messaggio su WhatsApp, chiedendole di vederci al più presto perché avevo importanti novità per lei.

“Esco alle 18 dalla palestra, passami a prendere” mi rispose quasi subito Valeria col suo solito tono assertivo che non lasciava spazio alla benché minima possibilità di replica.

Uscì dallo studio leggermente in anticipo, ma prima avvisai Vittorio del mio appuntamento con la figlia.

Attesi una decina di minuti in auto davanti alla palestra che frequentava Valeria in pieno centro, quindi la vedi uscire. Era sexy anche senza trucco, anzi forse ancora di più. La guardai camminare verso la mia macchina con quel toppino striminzito e un leggins rosa che faceva immaginare ogni cosa.

“Ho sete, parcheggia che ci facciamo un aperitivo” mi ordinò dal finestrino senza neppure salire in auto. Ovviamente obbedì ancora una volta a Valeria.

Ci accomodammo ad un tavolino in fondo alla sala. Valeria ordinò un moijto con tanto ghiaccio mentre io chiesi un negroni sbagliato.

“Allora? Vado a Milano?” chiese già sicura di avere ottenuto ciò che voleva.

Presi un attimo di fiato, quindi la guardai dritto negli occhi: “Sì…ma non nel modo in cui pensi tu”.

“In che senso?”, Valeria sgranò gli occhi stupita.

“Tuo padre non vuole saperne di pagarti scuola e alloggio a Milano…ma io sì”.

Valeria mi guardò fisso con la solita aria di superiorità: “Tu? Guarda che la scuola costa un botto. E di certo non mi accontento di un monolocale eh”.

“I soldi non sono un problema” risposi secco con orgoglio.

Lei si rilassò improvvisamente: “Ok ok, a me chi paga poco cambia, cazzi tuoi…ma in cambio cosa vuoi?”

La ragazza era sveglia, non c’era dubbio. Sapeva bene che non avrei uscito tutti quei soldi solo per farla felice.

La guardai intensamente: “Te. Ma le regole stavolta le detto io, chiaro?”

Valeria si fece seria, poi rispose senza pensarci: “Ci sto, hai già in mente dove scartare il tuo regalo?”

In realtà no. E non avrei neppure potuto inventare sul momento. I dettagli del nostro incontro dovevano essere stabiliti da Vittorio. Questi erano i patti.

“Non ancora, aspettavo di conoscere la tua risposta” provai a giustificarmi.

“Ok ok, per quello non c’è fretta. Più tardi ti mando l’IBAN a cui inviare il primo bonifico per l’iscrizione alla scuola. E anche qualche appartamento figo che ho visto in zona Duomo….

Cazzo, ti costerà un botto scoparmi, mi vuoi così tanto?” chiese all’improvviso sottovoce leccandosi le labbra nel modo più sexy che abbia mai visto.

In realtà non aveva idea di quanto lo volessi e di cosa mi stessi prestando a fare pur di riuscirci.

Non le risposi, l’arrivo dei cocktail mi permise di uscire dall’imbarazzo. Lei passò tutto il tempo a smanettare sullo smartphone, probabilmente annunciando alle amiche la sua imminente partenza per la City mentre io sorseggiavo il negroni sbagliato senza mai toglierle gli occhi di dosso.

Quel giovane e fresco bocconcino che me la faceva annusare da mesi presto sarebbe stato mio.
 

Timido1994

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Avevo sognato tante volte come mi sarei portato a letto Valeria, ma mai avrei immaginato di riuscire a farlo. E tantomeno con la ‘benedizione’ di suo padre.

Feci passare un paio di giorni prima di contattarla con un messaggio su WhatsApp, chiedendole di vederci al più presto perché avevo importanti novità per lei.

“Esco alle 18 dalla palestra, passami a prendere” mi rispose quasi subito Valeria col suo solito tono assertivo che non lasciava spazio alla benché minima possibilità di replica.

Uscì dallo studio leggermente in anticipo, ma prima avvisai Vittorio del mio appuntamento con la figlia.

Attesi una decina di minuti in auto davanti alla palestra che frequentava Valeria in pieno centro, quindi la vedi uscire. Era sexy anche senza trucco, anzi forse ancora di più. La guardai camminare verso la mia macchina con quel toppino striminzito e un leggins rosa che faceva immaginare ogni cosa.

“Ho sete, parcheggia che ci facciamo un aperitivo” mi ordinò dal finestrino senza neppure salire in auto. Ovviamente obbedì ancora una volta a Valeria.

Ci accomodammo ad un tavolino in fondo alla sala. Valeria ordinò un moijto con tanto ghiaccio mentre io chiesi un negroni sbagliato.

“Allora? Vado a Milano?” chiese già sicura di avere ottenuto ciò che voleva.

Presi un attimo di fiato, quindi la guardai dritto negli occhi: “Sì…ma non nel modo in cui pensi tu”.

“In che senso?”, Valeria sgranò gli occhi stupita.

“Tuo padre non vuole saperne di pagarti scuola e alloggio a Milano…ma io sì”.

Valeria mi guardò fisso con la solita aria di superiorità: “Tu? Guarda che la scuola costa un botto. E di certo non mi accontento di un monolocale eh”.

“I soldi non sono un problema” risposi secco con orgoglio.

Lei si rilassò improvvisamente: “Ok ok, a me chi paga poco cambia, cazzi tuoi…ma in cambio cosa vuoi?”

La ragazza era sveglia, non c’era dubbio. Sapeva bene che non avrei uscito tutti quei soldi solo per farla felice.

La guardai intensamente: “Te. Ma le regole stavolta le detto io, chiaro?”

Valeria si fece seria, poi rispose senza pensarci: “Ci sto, hai già in mente dove scartare il tuo regalo?”

In realtà no. E non avrei neppure potuto inventare sul momento. I dettagli del nostro incontro dovevano essere stabiliti da Vittorio. Questi erano i patti.

“Non ancora, aspettavo di conoscere la tua risposta” provai a giustificarmi.

“Ok ok, per quello non c’è fretta. Più tardi ti mando l’IBAN a cui inviare il primo bonifico per l’iscrizione alla scuola. E anche qualche appartamento figo che ho visto in zona Duomo….

Cazzo, ti costerà un botto scoparmi, mi vuoi così tanto?” chiese all’improvviso sottovoce leccandosi le labbra nel modo più sexy che abbia mai visto.

In realtà non aveva idea di quanto lo volessi e di cosa mi stessi prestando a fare pur di riuscirci.

Non le risposi, l’arrivo dei cocktail mi permise di uscire dall’imbarazzo. Lei passò tutto il tempo a smanettare sullo smartphone, probabilmente annunciando alle amiche la sua imminente partenza per la City mentre io sorseggiavo il negroni sbagliato senza mai toglierle gli occhi di dosso.

Quel giovane e fresco bocconcino che me la faceva annusare da mesi presto sarebbe stato mio.
Personalmente ho trovato molto eccitante questo passaggio
Cazzo, ti costerà un botto scoparmi, mi vuoi così tanto?” chiese all’improvviso sottovoce leccandosi le labbra nel modo più sexy che abbia mai visto
Valeria ci sta proprio fare con gli uomini
 
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Alessio Lucci

Alessio Lucci

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Le indicazioni di Vittorio furono chiarissime, dalla location alle pratiche sessuali, il padre di Valeria curò ogni dettaglio. Fu lui ad occuparsi anche di posizionare la cam spiegandomi esattamente in che posizione mettermi mentre scopavo sua figlia per permettergli la migliore visione possibile.

Quel week-end Vittorio e la moglie sarebbero stati fuori città per motivi familiari, quindi Valeria avrebbe avuto la casa tutta per sé.

Nei giorni precedenti all’incontro, come concordato, mi occupai di pagare la prima rata della scuola di canto e versare l’anticipo dell’affitto di un loft a Milano scelto da Valeria. Il pagamento avvenne bonifico a mio nome, in modo che lei non sapesse in alcun modo che dietro tutto quello in realtà c’era suo padre.

Il sabato, intorno alle 18, come concordato mi presentai da Valeria per riscuotere il mio premio. Quando mi aprì la porta rimasi abbagliato dalla sua bellezza. Ogni volta che la vedevo mi sembrava sempre più sexy.

Quel pomeriggio intravidi negli occhi di Valeria un pizzico di imbarazzo, faticava a reggere il mio sguardo mentre sorseggiavamo un cocktail seduti uno di fronte all’altra nell’elegante salone della casa di Vittorio. Indossava una minigonna nera, un top di pizzo nero trasparente e un paio di stivali. Non potevo fare a meno di squadrarla dalla testa ai piedi.

“Perché mi stai così lontano? Hai paura che ti mangi?” mi chiese ad un certo punto col solito fare da femme fatale. Quindi fu lei ad avvicinarsi, sedendosi accanto a me.

Ora il suo viso era a pochi centimetri dal mio. Le sue labbra sfioravano le mie labbra. Sentivo il suo profumo di giovane femmina. Fece finta di baciarmi, ma girò rapidamente la testa

“Scopami” mi sussurrò con voce suadente all’orecchio.

Ok, il momento che aspettavo da mesi era finalmente arrivato.

La presi per mano guidandola verso la camera matrimoniale di Vittorio. Valeria si fermò sulla porta e mi guardò interrogativa: “Perché qui?”

“Perché voglio prenderti sul letto di tuo padre: E da adesso niente più domande, appena varcheremo questa soglia si fa come dico io, chiaro?” le dissi con fare da duro. Valeria annuì.

Una volta dentro mi posizionai rivolto in direzione della cam, quindi comincia a eseguire gli ordini di Vittorio.

“Slacciami i pantaloni e succhiami il cazzo, troietta”.

Non era il primo pompino che mi faceva, ma riceverlo sul letto dei suoi genitori sapendo che Vittorio avrebbe visto la figlia in azione mi eccitava da pazzi. Valeria lavorava sapientemente sul mio cazzo alternando labbra e lingua e scendendo dall’asta fino alle palle.

“Che pompinara che sei…chissà quanti cazzi hai succhiato eh?” esclamai.

Valeria alzò lo sguardo senza mollare la presa dal mio cazzo: “Non immagini neanche quanti…”

Le afferrai la nuca con entrambe le mani e spinsi la sua testa infilandole il cazzo fino in gola. Anche questa, ovviamente, era una precisa richiesta di Vittorio. Continuai così per qualche minuto, quindi la feci posizionare a novanta gradi sul letto dei genitori, le alzai la minigonna e dopo averle strappato il perizoma nero glielo infilai di colpo nella figa.

Valeria urlò di dolore, ma non mi fermai. Continuai a scoparla da dietro tirandole i lunghi capelli ricci come una cavalla da ingroppare. Mentre la penetravo nella figa, cominciai a giocherellare con le dita intorno all’ano. Valeria capì cosa stava per succedere…

“Inculami, dai, tanto so che è quello che sogni da sempre. Inculare la figlia del tuo amico” disse voltandosi ansimante.

Non me lo feci ripetere due volte…entrai piano con la punta, poi un colpo secco. Valeria soffocò l’urlo stringendo tra i denti le lenzuola. Iniziai a muovermi sempre più velocemente.

“Oddiooo, bastaaa, bastaaa ti prego così mi spacchi” mi implorò Valeria. Mi fermai.

La feci distendere sul letto a faccia in su e mi posizionai sopra di lei. Le strappai finalmente anche il top e presi i suoi seni tra le mani. Li palpavo, li stringevo. Quindi affondai la faccia in mezzo alle sue tette. Succhiavo e mordevo i capezzoli con foga, poi scesi.

Le allargai le gambe nel modo più osceno possibile, direzionando la sua figa verso la cam di Vittorio e iniziai a leccarla. Valeria era un lago. Raggiunse l’orgasmo dopo pochi minuti tremando e stringendo la mia testa tra le sue cosce. Il suo viso era stravolto dal piacere.

Ora toccava a me. Misi il cazzo durissimo in mezzo alle sue tette ed ogni tanto glielo infilavo tra le labbra. Sentì l’orgasmo arrivare, quindi lo impugnai e schizzai liberamente sul volto di Valeria: uno, due, tre, quattro schizzi la colpirono tra capelli, fronte, occhi, naso, bocca. La faccia di Valeria era completamente ricoperta dalla mia sborra proprio come sognavo. Una volta che mi svuotai completamente lascia che Valeria si alzasse. Lo sperma iniziava a colarle sul collo, fino alle tette.

Ma prima di uscire dalla camera matrimoniale dei genitori per raggiungere il bagno, si voltò in direzione della cam.

“La prossima volta voglio che ci sia anche tu, papà”.
 

shbev

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Le indicazioni di Vittorio furono chiarissime, dalla location alle pratiche sessuali, il padre di Valeria curò ogni dettaglio. Fu lui ad occuparsi anche di posizionare la cam spiegandomi esattamente in che posizione mettermi mentre scopavo sua figlia per permettergli la migliore visione possibile.

Quel week-end Vittorio e la moglie sarebbero stati fuori città per motivi familiari, quindi Valeria avrebbe avuto la casa tutta per sé.

Nei giorni precedenti all’incontro, come concordato, mi occupai di pagare la prima rata della scuola di canto e versare l’anticipo dell’affitto di un loft a Milano scelto da Valeria. Il pagamento avvenne bonifico a mio nome, in modo che lei non sapesse in alcun modo che dietro tutto quello in realtà c’era suo padre.

Il sabato, intorno alle 18, come concordato mi presentai da Valeria per riscuotere il mio premio. Quando mi aprì la porta rimasi abbagliato dalla sua bellezza. Ogni volta che la vedevo mi sembrava sempre più sexy.

Quel pomeriggio intravidi negli occhi di Valeria un pizzico di imbarazzo, faticava a reggere il mio sguardo mentre sorseggiavamo un cocktail seduti uno di fronte all’altra nell’elegante salone della casa di Vittorio. Indossava una minigonna nera, un top di pizzo nero trasparente e un paio di stivali. Non potevo fare a meno di squadrarla dalla testa ai piedi.

“Perché mi stai così lontano? Hai paura che ti mangi?” mi chiese ad un certo punto col solito fare da femme fatale. Quindi fu lei ad avvicinarsi, sedendosi accanto a me.

Ora il suo viso era a pochi centimetri dal mio. Le sue labbra sfioravano le mie labbra. Sentivo il suo profumo di giovane femmina. Fece finta di baciarmi, ma girò rapidamente la testa

“Scopami” mi sussurrò con voce suadente all’orecchio.

Ok, il momento che aspettavo da mesi era finalmente arrivato.

La presi per mano guidandola verso la camera matrimoniale di Vittorio. Valeria si fermò sulla porta e mi guardò interrogativa: “Perché qui?”

“Perché voglio prenderti sul letto di tuo padre: E da adesso niente più domande, appena varcheremo questa soglia si fa come dico io, chiaro?” le dissi con fare da duro. Valeria annuì.

Una volta dentro mi posizionai rivolto in direzione della cam, quindi comincia a eseguire gli ordini di Vittorio.

“Slacciami i pantaloni e succhiami il cazzo, troietta”.

Non era il primo pompino che mi faceva, ma riceverlo sul letto dei suoi genitori sapendo che Vittorio avrebbe visto la figlia in azione mi eccitava da pazzi. Valeria lavorava sapientemente sul mio cazzo alternando labbra e lingua e scendendo dall’asta fino alle palle.

“Che pompinara che sei…chissà quanti cazzi hai succhiato eh?” esclamai.

Valeria alzò lo sguardo senza mollare la presa dal mio cazzo: “Non immagini neanche quanti…”

Le afferrai la nuca con entrambe le mani e spinsi la sua testa infilandole il cazzo fino in gola. Anche questa, ovviamente, era una precisa richiesta di Vittorio. Continuai così per qualche minuto, quindi la feci posizionare a novanta gradi sul letto dei genitori, le alzai la minigonna e dopo averle strappato il perizoma nero glielo infilai di colpo nella figa.

Valeria urlò di dolore, ma non mi fermai. Continuai a scoparla da dietro tirandole i lunghi capelli ricci come una cavalla da ingroppare. Mentre la penetravo nella figa, cominciai a giocherellare con le dita intorno all’ano. Valeria capì cosa stava per succedere…

“Inculami, dai, tanto so che è quello che sogni da sempre. Inculare la figlia del tuo amico” disse voltandosi ansimante.

Non me lo feci ripetere due volte…entrai piano con la punta, poi un colpo secco. Valeria soffocò l’urlo stringendo tra i denti le lenzuola. Iniziai a muovermi sempre più velocemente.

“Oddiooo, bastaaa, bastaaa ti prego così mi spacchi” mi implorò Valeria. Mi fermai.

La feci distendere sul letto a faccia in su e mi posizionai sopra di lei. Le strappai finalmente anche il top e presi i suoi seni tra le mani. Li palpavo, li stringevo. Quindi affondai la faccia in mezzo alle sue tette. Succhiavo e mordevo i capezzoli con foga, poi scesi.

Le allargai le gambe nel modo più osceno possibile, direzionando la sua figa verso la cam di Vittorio e iniziai a leccarla. Valeria era un lago. Raggiunse l’orgasmo dopo pochi minuti tremando e stringendo la mia testa tra le sue cosce. Il suo viso era stravolto dal piacere.

Ora toccava a me. Misi il cazzo durissimo in mezzo alle sue tette ed ogni tanto glielo infilavo tra le labbra. Sentì l’orgasmo arrivare, quindi lo impugnai e schizzai liberamente sul volto di Valeria: uno, due, tre, quattro schizzi la colpirono tra capelli, fronte, occhi, naso, bocca. La faccia di Valeria era completamente ricoperta dalla mia sborra proprio come sognavo. Una volta che mi svuotai completamente lascia che Valeria si alzasse. Lo sperma iniziava a colarle sul collo, fino alle tette.

Ma prima di uscire dalla camera matrimoniale dei genitori per raggiungere il bagno, si voltò in direzione della cam.

“La prossima volta voglio che ci sia anche tu, papà”.
Racconto top, autore livello pro 👏👏👏
 

timassaggio

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Ma prima di uscire dalla camera matrimoniale dei genitori per raggiungere il bagno, si voltò in direzione della cam.
“La prossima volta voglio che ci sia anche tu, papà”.
Sipario.
Applausi.
L'Autore in centro a raccogliere la meritata standing ovation.

Lin Manuel Miranda Love GIF by Tony Awards
 
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Complimenti davvero!!! Adesso però devi dirci fino a che punto è reale!!
Questo preferisco lasciarlo all'immaginazione di chi legge anche per evitare inutili diatribe già aperte su altri racconti
 

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