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In attesa, anzi nella speranza che Vesu riprenda a farci viaggiare con la testa e non solo (ognuno col biglietto che preferisce, vero o tarocco), riflettevo tra me e me sugli interventi del thread più recenti. Se proprio non avete di meglio da fare, ve li propongo per uno scambio di idee.
Vale però la doppia regola:
1. Viva la Phica
2. Non appena arriva qualcosa di "succoso" (daje Vesu), molliamo tutto e pensiamo solo a divertirci.
Premessa (tema eterno)
Come ribadito da molti prima di me, un racconto può essere appassionante indipendentemente dalla sua veridicità. Diversamente non si spiegherebbe il successo di film con eroi che, da soli, annientano interi eserciti.
Tecnicamente si chiama "sospensione dell'incredulità", una specie di patto implicito tra autore e fruitore.
Nel nostro caso: "Me lo fa tirare? Allora OK!"
Tuttavia...
Considerazioni
Si può essere arrapati senza per forza spedire il cervello in trasferta, in particolare quando si è semplicemente lettori e non attori di una vicenda erotica.
Certi elementi, certe parti di molti racconti valgono quantomeno come note stonate (magari vere, ma stonate) per chi li coglie anche involontariamente. Questo è vero specialmente per i racconti pubblicati - sottolineo "per scelta" - come "esperienze reali" e non come goduriosi "parti della fantasia" (ci sono etichette dedicate).
Il presupposto implicito dei racconti di esperienze reali (il patto non scritto tra autore e lettori) è che tutto sia vero: qui non c'è spazio per la sospensione dell'incredulità. Per questo poi girano le palle se/quando emerge che qualcuno bara o si pensa che lo abbia fatto.
Se questo punto perde di significato, allora tanto vale togliere le etichette/sezioni "reale" e "fantasia", con buona pace di tutti.
(Personalmente preferisco cose vere, anche se meno eclatanti).
Domanda (anche questa ricorrente)
"A che pro raccontare balle, essendo anonimi?" Lo chiedo davvero. E' come postare una foto anonima della patta imbottita: quale che sia il motivo o il presunto vantaggio per l'autore, sotto l'imbottitura gli rimarrà la cruda realtà.
Ma ognuno ha le proprie motivazioni e soddisfazioni.
Esperienze ed esperienze
So, per averle vissute, che nella vita possono capitare esperienze difficili da credere, se viste dall'esterno. Difficili da credere persino da noi stessi, prima che queste ci accadano o mentre stiamo vivendo condizioni differenti.
Quando nei racconti leggo certi passaggi "forti", cerco sempre di considerarli sotto questo punto di vista.
Va detto, però, che alcune cose si capisce subito che sono delle minchiate, in genere derivate dalle sempre più accentuate storpiature del porno. In quei casi non mi metto di certo a rompere le balle all'autore: Magari deluso, semplicemente passo ad altro.
(Ancora nessun aggiornamento della storia?)
Il dottore
Parlando nello specifico di questo racconto, pure a me sono sorte spontanee delle perplessità: 1. sulla deontologia professionale del "dottore" e 2. sui grossi rischi impliciti nel suo comportamento, così come qui descritto.
Attenzione, non per confutarne la veridicità. Le mie perplessità dipendono dal fatto che, per storia personale, sono "sensibile" all'argomento e quindi mi disturba (off-topic) e che, provando ad immedesimarmi, escluderei di riuscire a comportarmi così.
Ma io non sono lui e, in ogni caso, il mio è un ragionamento a mente lucida, mentre quando si è coinvolti direttamente, le cose possono essere percepite diversamente.
Il "dottore" potrebbe benissimo essere disposto a correre i rischi, obnubilato dai sensi o semplicemente sicuro del fatto suo e, per quanto negativamente si posa valutare la sua professionalità, lui potrebbe benissimo fregarsene altamente. Ognuno ha i propri valori.
Quante parole. E poi, non siamo qui certo per fare disanime etiche. Qui vogliamo la phica.
E tutte queste parole servono solo per ingannare l'attesa.
@Vesu VIENICI IN SOCCORSO!
Vale però la doppia regola:
1. Viva la Phica
2. Non appena arriva qualcosa di "succoso" (daje Vesu), molliamo tutto e pensiamo solo a divertirci.
Premessa (tema eterno)
Come ribadito da molti prima di me, un racconto può essere appassionante indipendentemente dalla sua veridicità. Diversamente non si spiegherebbe il successo di film con eroi che, da soli, annientano interi eserciti.
Tecnicamente si chiama "sospensione dell'incredulità", una specie di patto implicito tra autore e fruitore.
Nel nostro caso: "Me lo fa tirare? Allora OK!"
Tuttavia...
Considerazioni
Si può essere arrapati senza per forza spedire il cervello in trasferta, in particolare quando si è semplicemente lettori e non attori di una vicenda erotica.
Certi elementi, certe parti di molti racconti valgono quantomeno come note stonate (magari vere, ma stonate) per chi li coglie anche involontariamente. Questo è vero specialmente per i racconti pubblicati - sottolineo "per scelta" - come "esperienze reali" e non come goduriosi "parti della fantasia" (ci sono etichette dedicate).
Il presupposto implicito dei racconti di esperienze reali (il patto non scritto tra autore e lettori) è che tutto sia vero: qui non c'è spazio per la sospensione dell'incredulità. Per questo poi girano le palle se/quando emerge che qualcuno bara o si pensa che lo abbia fatto.
Se questo punto perde di significato, allora tanto vale togliere le etichette/sezioni "reale" e "fantasia", con buona pace di tutti.
(Personalmente preferisco cose vere, anche se meno eclatanti).
Domanda (anche questa ricorrente)
"A che pro raccontare balle, essendo anonimi?" Lo chiedo davvero. E' come postare una foto anonima della patta imbottita: quale che sia il motivo o il presunto vantaggio per l'autore, sotto l'imbottitura gli rimarrà la cruda realtà.
Ma ognuno ha le proprie motivazioni e soddisfazioni.
Esperienze ed esperienze
So, per averle vissute, che nella vita possono capitare esperienze difficili da credere, se viste dall'esterno. Difficili da credere persino da noi stessi, prima che queste ci accadano o mentre stiamo vivendo condizioni differenti.
Quando nei racconti leggo certi passaggi "forti", cerco sempre di considerarli sotto questo punto di vista.
Va detto, però, che alcune cose si capisce subito che sono delle minchiate, in genere derivate dalle sempre più accentuate storpiature del porno. In quei casi non mi metto di certo a rompere le balle all'autore: Magari deluso, semplicemente passo ad altro.
(Ancora nessun aggiornamento della storia?)
Il dottore
Parlando nello specifico di questo racconto, pure a me sono sorte spontanee delle perplessità: 1. sulla deontologia professionale del "dottore" e 2. sui grossi rischi impliciti nel suo comportamento, così come qui descritto.
Attenzione, non per confutarne la veridicità. Le mie perplessità dipendono dal fatto che, per storia personale, sono "sensibile" all'argomento e quindi mi disturba (off-topic) e che, provando ad immedesimarmi, escluderei di riuscire a comportarmi così.
Ma io non sono lui e, in ogni caso, il mio è un ragionamento a mente lucida, mentre quando si è coinvolti direttamente, le cose possono essere percepite diversamente.
Il "dottore" potrebbe benissimo essere disposto a correre i rischi, obnubilato dai sensi o semplicemente sicuro del fatto suo e, per quanto negativamente si posa valutare la sua professionalità, lui potrebbe benissimo fregarsene altamente. Ognuno ha i propri valori.
Quante parole. E poi, non siamo qui certo per fare disanime etiche. Qui vogliamo la phica.
E tutte queste parole servono solo per ingannare l'attesa.
@Vesu VIENICI IN SOCCORSO!