Esperienza reale Il ripetente (Covid, politica, calcio e tanti culi rotti...) - Storia lunga

patrulla

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Questa storia è frutto di esperienze reali vissute, raccontate da amici o da utenti di questo forum. A riguardo mi voglio scusare con quelli che mi hanno chiesto di raccontare i loro fatti e ancora non l'ho fatto. La premessa quindi è sempre la solita: i fatti sono reali ma romanzati per cercare di tutelare al meglio la privacy dei protagonisti. Se credete di aver riconosciuto questo o quello siete pregati di tenervelo per voi, altrimenti sarà costretto a chiudere tutto.

Per chi mi conosce da più tempo cercherò con questo racconto di chiudere le storie rimaste appese causa i motivi sopra citati, ma lo farò in maniera un po' cammuffata e se sarete bravi a ricollegare avrete il vostro finale.

Anche in questo caso tengo molto a ribadire il mio solito invito: molti degli avvenimenti che leggerete sono eticamente scorretti oltre che oggetto di indagini da parte delle forze dell'ordine, di conseguenza se siete sensibili a certi tematiche vi conviene evitare di leggere.

Ultima cosa di questa premessa è di perdonare gli eventuali refusi ed errori nei nomi: scrivo di getto e non ho tempo di rileggere. Ogni commento e critica e ben accetto, basta che non vi mettete a giocare ai detective.

p.s. credo sia giusto raccontare i fatti in tutta la loro crudità, ma provo ribrezzo per ogni forma di violenza fisica e psicologica, razzismo e bullismo. Questo ci tenevo a dirlo, visto lo schifo personale che provo verso questi comportamenti.

Buona lettura
 
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patrulla

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Avete mai visto Teorema di Pasolini? Capre!!... Il film parla dell'arrivo di un misterioso ragazzo in una famiglia alto borghese, stravolgendo per sempre le esistenze di tutti componenti. Ecco l'incipit di questa storia è identico, solo che a essere stravolta non è una sola famiglia, ma una intera cittadina. Esagero? Alla fine mi direte.

La cittadina in queste è ricca e tranquilla, a un'oretta di macchina da Roma e qualcosa in più di treno. Non che i problemi non manchino, di certo non un posto impermeabile alla criminalità di vario genere, ma in fondo è un ottimo posto in cui vivere e io, essendoci nato, mi ritengo una persona fortunata.

A proposito non mi sono presentato: mi chiamo Michele e quando ha il via questa storia - a fine estate 2019 poco prima del Covid - avevo 18 anni e stavo per iniziare a freqeuntare l'ultimo anno del liceo cittadino. Mi reputo fortunato anche per altri motivi: vivo in una famiglia splendida, ho una ragazza di cui sono molto innamorato e ho due amici che definire del cuore è riduttivo. Ho un fratello di due anni più grande (Mauro) che studia psicologia a Roma dove vive.

Da un anno Mauro è fidanzato con Chiara, sua coetanea che vive con i genitori essendo romana de Roma. Una bella ragazza, piccolina con zero tette ma un culone da fine del mondo, per non parlare degli occhi azzurri come il cielo in estate. Ha un carattere molto forte - mio fratello invece è più bonaccione - e si veste molto da "zecca" con tanto di piercing e tatuaggi. Insieme frequentano un noto centro sociale della capitale.

Io come mio fratello ho un carattere tranquillo e, non mi vergogno a dirlo, sono quello che voi definireste un bel nerd al pari dei miei amici. Sono alto poco più di 1,80, biondino con i capelli corti, ho dei lineamenti carini anche se di certo non sono un adone. Adoro il fantasy, il metal e i giochi di ruolo, ma anche il calcio tanto che sono portiere sottoquota di una squadra locale di calcio che milita in prima categoria.

Del resto sono un figlio d'arte: mio padre Luigi è un bell'uomo del sud, che a 17 anni è arrivato a Roma essendo stato preso dalla primavera dei giallorossi. Ha anche esordito con la prima squadra anche se poi tutta la sua carriera l'ha passata soprattutto in serie C. Adesso fa il prof di educazione fisica alle medie mentre mia madre è una impiegata - romana anche lei si sono conosciuti quando mio padre stava con la primavera - prima della provincia e ora invece l'hanno ripiazzata all'ufficio di collocamento.

Non molto alta, supera di poco il metro e cinquantacinque, ancora regge nonostante il passare degli anni: bionda tinta e con gli occhi scuri, oltre a delle belle gambe e a un culo rotondo il suo punto di forza sono le tette, una terza abbondante ora però molto calata rispetto al passato. Di lei sono sempre stato molto geloso, visto che da sempre veste in maniera molto sexy con tacco, minigonna e scollatura di ordinanza.

Entrambi i miei genitori sono attivi in politica, in un partito di destra, con mio padre che è stato anche consigliere comunale. Visto le loro posizioni non amano molto Chiara che a loro detta avrebbe spinto mio fratello a frequentare "negri e drogati". A me invece dela politica importa poco o nulla.

Miriam la mia ragazza anche lei ha compiuto da poco 18 anni. Siamo compagni di classe, ci siamo conosciuti proprio tra i banchi di scuola, e stiamo insieme da oltre due anni. Lei è molto carina anche se di certo non appariscente: sempre vestita in maniera classica - anche lei è super nerd - è alta circa 1,65 con i capelli neri sempre raccolti a coda di cavallo. Fisico tonico, gioca a volley nella squadra della nostra città, ha un seno piccolissimo con dei capezzoli come chiodi, con un bel culo alto e sodo.

Da poco abbiamo iniziato a fare sesso e - ammetto - siamo abbastanza impacciati anche perché dobbiamo farlo in macchina che guido solo da un mese. In precedenza solo tante seghe quando eravamo in camera a studiare, alternate da un anno a questa parte anche dai dei timidi pompini. C'è una cosa che la eccita molto: telefonare a una sua zia, molto rompipalle, mentre mi sega e io la sgrilletto. Poi mi metto a leccarle la sua fichetta pelosa e lei ci parla tutta ansimante. Finora l'ho fatta godere solo con la bocca o con le mani, visto che i rapporti sessuali sono molto brevi che non duro molto.

La sborrata più grande della mia vita però la feci nella mia casa al mare: ero in spiaggia con mio fratello e amici e rientro per prendere delle pinne mi pare. Come entro sento la doccia aperta mentre in camera c'era mia madre che dormiva totalmente nuda: si vedeva bene la sua fica rasata con dei grandi labbroni, poi una tetta con un capezzolo molto grande. La fissai un po' poi temendo che mio padre potesse uscire dalla doccia - probabilmente avevano appena scopato - me ne andai per fermarmi poi in garage dove schizzai appena presi il cazzo in mano.

"Tua madre ha la faccia proprio da troia, in doccia ci sarà stato il bagnino che l'ha stremata tanto da farla addormentare...". Così mi disse Flavio appena gli raccontai l'accaduto e voi penserete che subito dopo gli ho messo le mani addosso. Invece ci facemmo una gran risata e io aggiunsi "se non fosse razzista più che il bagnino avrei detto un vù cumprà...".

Flavio e Simone li conosco dalla prima media e da allora siamo andati sempre in classe insieme diventando inseparabili. Non siamo di certo i più popolari della scuola ma ci facciamo gli affari nostri, abbiamo un bel giro di amici (tutti super nerd come noi) e non vediamo l'ora di andare tutti e tre a vivere insieme a Roma per fare l'università, naturalmente ingegneria.

Non abbiamo segreti anche se di sesso parliamo soprattutto io e Flavio. Simone infatti da un po' ci ha confidato che gli piacciono gli uomini, raccontandoci poi anche di una fugace storia in vacanza con un ragazzo. Siamo gli unici due a conoscere il suo "segreto" insieme alla madre, il padre invece probabilmente la prenderebbe molto male.

Sua padre è molto amico del mio, due camerati, ed ha una palestra dove si pratica anche la boxe e altri sport da contatto. Bello grosso con l'aria da duro, in passato è stato un noto picchiatore, si scioglie invece quando sta con i figli: Anna la sorella maggiore ha 23 anni e studia lingua sempre a Roma.

La madre Marta invece è una ex modella e ancora una gran figa: rumena da tanti anni in Italia, è alta 1,80 con un fisico tonico e slanciato. Mora, terza di tette rifatte come le labbra - poteva evitare l'hanno immignottita - da qualche tempo lavora in una profumeria di un centro commerciale. Da quello che si dice economicamente non dovrebbero passarsela molto bene.

Flavio invece è piccolino e un po' grassottello. Ricciolino e con un po' di acne, senza dubbio è il leader del nostro gruppetto. È fidanzato con Maria, anche lei 18enne ma fa un'altra scuola, l'ha conosciuta tramite Miriam - sono migliori amiche - visto che giocavano insieme. Ora però lei non gioca più anche perché ha avuto non poche difficoltà a causa del suo seno. Lei è alta circa 1,60, un po' rotondina ma non grassa con una quinta naturale spettacolare: sembrano finte ma sono vere! Di viso è bruttarella: mora con gli occhiali, ha i capelli molto ricci che porta corti.

Le tettone sono di famiglia (mamma, sorella maggiore, zie e cugine le hanno ancora più grandi anche se più calate), Veste sempre in maniera anonima ma, a differenza di Miriam, quando capitiamo in serate metal si veste come una autentica baldracca, con corpetti che a stento trattengono le tettone catturando sempre gli sguardi di tutti.

Con Flavio da tempo hanno rapporti che lui mi descrive semprenel dettaglio: il mio amico ha il cazzo abbastanza piccolino e già l'ha inculata e ora fanno solo sesso anale visto che lei è convinto che così la fa più godere e a lei la cosa non dispiace affatto. Pompini, spagnole e sborrate, Maria non nega mai nulla anche perché Flavio è ossessionato dal sesso.

Di famiglia molto ricca - suo padre è dentista - Scherza sempre sul suo cazzetto parlando in continuazione di negri e robe del genere - il tipo di colore con un cazzo asinino me lo avrà mandato 100 volte sul telefono - ed è un ragazzo che non ha nessuna remora quando si tratta di fantasie che coinvolgono anche sua madre e sue sorella.

La madre Sara è casalinga e ha passato i 50 anni. Se il padre grasso e piccolo anche se molto distinto è senza dubbio fuori forma, lei è fissata con la palestra e i risultati si vedono. Gambe e braccia molto magre, ha un culone sproporzionato per il suo corpo e una quarta di tette rifatta. Mora, di viso ha dei tratti molto marcati che cerca di coprire con la farncetta, il trucco e i ritocchi estetici.

Ha avuto la prima figlia Luisa molto giovane e Flavio dopo oltre dieci anni e per questo lo ha viziato in maniera indicibile. La sorella è il prototipo del vaccone: alta e tendente all'ingrasso, è molto tonica ma come salta un po' di palestra tende a prendere qualche culetto, castana non molto bella di viso, da ragazza aveva una quarta naturale ma, dopo molto diete, era sflosciata così si è rifatta una quinta. I fianchi sono sempre stati larghi e il suo culone sarebbe da immagine di copertina di Brazzers. Sposata da un paio di anni con un avvocato, non hanno ancora figli.

Flavio è ossessionato sessualmente dalle due, soprattutto dalla madre che lui chiama la "zoccola", tanto che negli ultimi mesi siamo stati molto audaci a riguardo ma di questo vi parlerò poi, visto che il protagonista della storia ancora deve essere presentato: Leo il ripetente, il nuovo scolaro che a settembre è arrivato nella nostra classe.
 
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Seconda parte - Spy game

Fatte le dovute presentazioni - ma moltre altre ne dovranno arrivare - questa storia ha inizio il fine settimana prima dell'inizio dell'anno scolastico, l'ultimo che avremmo passato al liceo prima di andare all'università. Ricordo benissimo che ero in un mix di eccitazione e apprensione, una sorta di lotta dentro me stesso destinata ad aumentare negli anni a venire.

L'eccitazione in parte era dovuta al fatto che quel sabato lo avremmo passato a Roma: serata in un pub dove suonava un gruppo metal e poi a dormire a casa di Flavio - finalmente un lettone tutto per me e Miriam - che sarebbe stato l'appartamento in cui poi saremmo andati a vivere una volta iniziata l'università. È composto da quattro grandi camere (una a testa per me, Flavio e Simone, l'altra per gli ospiti ovvero i genitori che ci vengono a trovare), cucina, due bagni e un ampio salone. Un autentico sogno anche perché è vicina alla città universitaria, in più i genitori di Flavio non volevano un affitto ma solo che ci dividessimo le spese compresa donna di servizio per pulizie due volte a settimana.

L'avevano comprata appositamente per il figlio e, dopo alcuni lavori, ora finalmente era pronta e noi potevamo goderci una sorta di anticipo della vita universitaria. L'eccitazione però era dovuta anche ad altro, la stessa cosa che però mi metteva grande apprensione visto che secondo me forse stavamo un po' esagerando.

Come vi ho detto Flavio ha l'ossessione per la madre e la sorella, ma non solo. È malato di sesso, di pornografia e di tutto ciò che lo può eccitare. Quando si fissa con una cosa, pur di raggiungere il suo scopo non gli interessa dover infrangere ogni regola morale o anche penale. Fin da piccolo è stato abituato ad avere tutto ciò che desiderava e, in questa cosa, ha coinvolto anche me visto che Simone è interessato più ai maschietti che alle femminucce e in queste cose lo abbiamo sempre escluso.

Con una spesa di diverse centinaia di euro - del resto la sua paghetta mensile è uguale allo stipendio di una commessa - negli ultimi mesi ha acquistato una serie di microcamere - alcune anche con audio - che in teoria dovrebbero servire agli investigatori privati oppure a quei genitori che vogliono controllare la stanza del figlio. Vi dico anche che alcune sue catture sono finite anche qui su Phica, ma naturalmente non posso dirvi quali sono.

Prese una radiosveglia con camera incorporata e la piazzò sul comodino del suo letto, così da poter riprendere mentre scopava con Maria visto che i loro incontri avvenivano quasi sempre a casa sua, che è una villa a tre piani e lui è all'ultimo con un ingresso praticamente indipendente tramite un balconcino collegato a delle scale esterne che danno verso il retro. Così iniziò a mostrarmi le sue scopate senza però condividere i materiali anche se poi ci segavamo insieme guardando i video (cosa che abbiamo sempre fatto e che ci ha reso sempre sessualmente complici): quasi sempre metteva la fidanzata a pecora con la faccia verso la radiosveglia, poi la inculava da dietro riprendendo il suo volto gaudente e le tettone che ballavano al ritmo dei colpi.

Anche lui di certo non è un grande scopatore, tanto che per il mio problema di eiaculazione precoce chiesi consiglio a mio fratello: lui mi consigliò di tenere le gambe strette e di pensare ad altro, magari una birra o una cannetta prima poteva aiutare. Come detto la nostra vita è abbastanza tranquilla (scuola, studio, sport e il sabato sera una ludoteca fantasy che ha anche un pub), ma se capita una cannetta e una birretta ce la facciamo volentieri.

Il grande intento di Flavio però era spiare la madre e la sorella. Alla madre regalò una orrenda cornice elettronica con camera dicendole "mamma vorrei che la mettessi in camera tua così avrai sempre le mie foto con te...". Essendo inguardabile Sara l'ha messa in una posizione un po' in disparte, ma alla fine il mio amico ha raggiunto il suo scopo anche se la visuale non era delle migliori. Abbiamo scoperto così che la madre la mattina, tornata a casa dalla palestra, prima del pranzo si sollazza nel suo letto masturbandosi furiosamente mentre guarda qualcosa sul pc: con una mano si tormenta i capezzoli e con l'altra si sgrilletta contorcendosi quando viene. In tutto questo non catturò mai una scopata tra i genitori "magari lo fanno quando sono fuori il fine settimana oppure anche mio padre è frocio".

Se in precedenza Flavio si era "accontentato" di rovistare nell'intimo della madre, sempre molto curato per non dire da zoccola (da qui il suo soprannome) come quello della mia, adesso poteva segarsi guardando la madre masturbarsi. Però voleva di più e allora prese un caricatore del cellulare, un dispenser di profumo e poi penne, posaceneri e anche una lampadina tutte con telecamera dentro.

Piazzò così la lampadina e il caricatore nel bagno che utilizzava la madre avendo così una vista dallo specchio e una frontale alla tazza, la doccia invece la lambiva. Così Flavio iniziò ad avere centinaia di video della mamma a tettone di fuori che si trucca o della passera curata in bella vista. Quando la sorella andava a casa loro, un paio di volte è riuscito a catturare anche la visione della sua fica e del suo culone.

Quella estate i suoi festeggiavano i 25 anni di matrimonio e avevano organizzato una cerimonia nel giardino della loro villa e poi un rinfresco sempre in giardino. Invitarono anche me e Simone e le nostre famiglie, visto che anche i nostri genitori erano abbastanza amici tra di loro. Flavio così volle osare "Michè alla cerimonia ci sarà un bagno delle donne e uno degli uomini, mettiamo le camere in tutte e due". "Tu sei matto se ti scoprono sai che bordello che scoppia... e poi perché anche in quello degli uomini?" gli feci e lui mi disse ridendo "perché voglio vedere chi ce l'ha grande e chi piccolo!!! Poi tranquillo metto la lampadina e il caricatore nel bagno delle donne e il dispenser in quello degli uomini, non se ne accorgeranno mai".

Alla fine così fece e passai tutta la cerimonia e il pranzo in uno stato di eccitazione indicibile, tanto che non toccai quasi cibo. Flavio invece rideva e scherzava e faceva da padrone di casa visto che il padre, tolto il lavoro, è un tipo assai anonimo. Vedevo le invitate (la sgnacchera non mancava) e poi puntavo di continuo chi si dirigeva verso i bagni. A fine giornata rimasi adormire da lui anche perché dovevo fare da palo mentre lui toglieva le spy cam.

Ci mettemmo così cazzo in mano a vedere i video: facevamo oooohhhhhh in attesa di vedere chi compariva dalla porta e la sfilata fu interessante. Vedemmo la fica praticamente di tutte le invitate, compresa mia madre e Miriam e mi sorpresi del fatto che fui geloso della mia ragazza e meno di mia madre. "Tua madre ha la fica proprio slabbrata, dopo vediamo come ce l'ha tuo padre" disse lui ridendo divertendo anche me, mentre mi dette fastidio quando riferendosi a Miriam disse "dille di rasarsi un po' che non siamo più negli anni '60!!".

Quando poi entrò la madre di Simone ci fu subito silenzio poi, quando si ricmpose, Flavio fece "ho sempre detto che lei è la più fica di tutte... non ha neanche un pelo chissà che gioia a leccargliela tutta...". "Già" risposi io "rimetti indietro che voglio venire" e lo stesso fece lui. Quando poi passammo agli uomini ci contorcevamo dalle risate per le battute di Flavio, ma un po' ci rimasi quando prese in giro mio padre che, effettivamente, sembrava avercelo proprio piccolino. Altri invece anche se mosci facevano intravedere mazze non indifferenti, poi una volta terminata la visione il mio amico salvò alcune brevi clip e poi cancellò tutto.

In seguito mi disse "il prossimo passo è riprendere mia sorella che scopa con quel cazzetto di mio cognato", poi qualche giorno fa mi scrive se ci potevamo vedere al parchetto sotto la scuola. Credevo che avesse catturato finalmente la sorella specie guando si iniziò a guardarsi intorno prima di tirare fuori il cellulare. "Questo è quello che ho ripreso l'atra mattina nel bagno di mia madre", con le immagini che riprendevono un uomo, sulla sessantina molto alto e fisicato ma di viso molto brutto con un nasone da film horror, che nudo a cazzo dritto (una bella mazza, lunga anche più di 20 cm e anche bella larga) si dirigeva verso il bidet lavandosi le parti intime poi, senza che il cazzo accennasse ad ammosciarsi, si dette una lavata al viso e alle ascelle per poi uscire.

"È Nicola, uno che ogni tanto viene a curarci il giardino..." disse lui un po' frastornato "non penso che faccia i lavori a casa nudo... a quell'ora mia madre è in casa ma anche la domestica, magari si è scopato lei..." "oppure si è sbattuta la zoccola" feci io. Allora lui sbottò a ridere e mi fece "secondo te è chiavabile Sung??? Tiè guarda qua" e così mi mostrò un altro video dove si vede la madre entrare subito dopo in bagno tutta nuda per dirigersi in doccia, poi un altro della madre in camera che si riveste.

"Devo riprenderli mentre scopano, devo sapere tutto della loro storia" mi disse lui mentre gli brillavano gli occhi dall'eccitazione: anche io ero super eccitato da quella vicenda, ma non immaginavo che a breve molte altre vicende così eccitanti si sarebbero susseguite cambiando per sempre la mia vita e quella del mio amico. CONTINUA...
 
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Terza parte - La quiete prima della tempesta

I recenti avvenimenti mi avevano scombussolato non poco. Non facevo altro che pensare alla passera di mia madre, a quella della madre di Flavio e di alcune sue amiche gran milfone, per non parlare della sorella. Poi con Maria stava diventando difficile averci dei rapporti normali: eravamo lì seduti magari a prenderci una bibita e la pensavo a pecora mentre il ragazzo le metteva dita nel culo e nella fica, poi naturalmente alle sue tettone...

Avevo ripreso la preparazione con la squadra di calcio dove sostanzialmente ero uno dei più piccoli e, sotto la doccia, senza farmene accorgere cercavo di sbirciare tra le gambe dei miei compagni di squadra su suggerimento di Flavio "fammi sapere poi chi ce l'ha grande" mi aveva più volte ripetuto. Il più grosso senza dubbio era quello di Aki, un ragazzo poco più grande di me - di mestiere aiuto pizzaiolo - di origine marocchina che aveva un batacchio color cappuccino che a riposo arrivava quasi a metà coscia: per giocare doveva mettere dei boxer aderentissimi sennò gli dava fastidio. Poi anche altri tra cui Gabriele un ragazzo che conosco bene in quanto frequentatore del nostro pub e Miki, il nostro stopper di colore che lavora in una agenzia di security.

Con un marasma nella testa e nelle mutande mi ritrovai quel sabato pomeriggio alla stazione in attesa del treno che ci avrebbe portato a Roma. In tutto eravamo sette: io, Miriam, Flavio, Maria, Simone, Giada e Ilaria che avrebbero condiviso quella notte la stanza degli ospiti. Nel nostro gruppo erano una presenza quasi fissa.

Giada veniva in classe con noi ed è una buona amica della mia ragazza. Molto timida, è alta circa 1,70 e di viso assomiglia a Olivia di Braccio di Ferro. I capelli ricci, neri e lunghi insieme agli occhiali coprono un viso magro dove spicca un naso a punta. Magra, ha il seno molto piccolo e le gambe un pò storte ma, come scoprimmi solo la prima volta che andammo al mare insieme, ha un culone - pronunciato e bello duro - sproporzionato con il resto del corpo di cui come confidato a Miriam se ne vergogna abbastanza.

I suoi sono abbastanza severi e la lasciano uscire poco, visto che sono scottati dall'esperienza della sorella più grande - Franca, gran topolona - che in pratica a 16 anni la prima sera che uscì con le amiche si fece mettere incinta da un giovane muratore semianalfabeta. Ora Franca la vedi su Instgram sempre tutta in tiro - se lo può permettere, alta come la sorella con un fisico molto simile è bionda tinta e con un viso molto più bello di Giada con delle belle labbra carnose - che mette duecento foto di lei e il figlio, ma in verità è una delle persone più tristi al mondo in quanto l'adesso marito, molto geloso e possessivo, la fa uscire di casa solo al mattino con la madre e poi la sera a casa o al limite a mangiare una pizza.

Giada spesso studia insieme a noi e la madre di Simone, approfittando della cosa, disse al marito che tra di lei e il loro figlio c'era del tenero, il tutto solo per far non fargli venire sospetti sulla sua omosessualità. "È una brava ragazza però poteva scegliere una un pò più carina..." commentò lui a riguardo.

C'è da dire che Remo, il padre di Simone, stravede per il figlio nonostante non sia uno tutto muscoli come lui, anche se non è piccolo di stazza. Una volta Simone mi confidò che lo vide piangere all'uscita da un colloquio a scuola: piangeva perché gli insegnanti gli avevano detto che suo figlio era veramente speciale e che poteva fare grandi cose da grande se avesse proseguito una adeguata carriera scolastica, ma forse piangeva anche perché dal punto di vista economico non era sicuro di poterselo permettere.

Tornando a Giada invece una volta si prese una cotta per uno del pub ma, proprio quando Miriam la convinse a provarci, questo si fidanzò. Per il resto zero avventure tranne uno più grande che agli scout la palpò e provò a baciarla quando lei era minorenne, con lei che poi scappò subito senza mai denunciare l'accaduto.

Ilaria invece è molto più estroversa: alta 1,75 è molto magra e di carnagione chiarissima, ha i capelli rossi fini e lisci che porta a caschetto e dei grandi occhiali da vista a goccia. Da un po' su consiglio del medico va in palestra dal padre di Simone per fare un po' di massa muscolare. Per un periodo è stata fidanzata con uno più grande con cui ha perso la verginità ma ora è singol.

Eravamo tutti e sei visibilmente eccitati e non fu facile convincere i nostri genitori a lasciarci andare ma, in fondo, siamo bravi ragazzi e con la raccomandazione di rispondere sempre al cell e con 100 euro in tasca per il taxi ci fecero andare. Il pomeriggio fu bellissimo così come la serata, ci divertimmo veramente molto e alla fine, un po' alticci, prendemmo il taxi per tornare a casa.

A casa come entrammo in camera Miriam iniziò a pomiciarmi con grande passione. Poi ancora in piedi si abbassò, mi slancciò i pantaloni e iniziò a farmi il miglior pompino che mai mi aveva fatto. Non durai molto e le venni in faccia per la prima volta, con lei che mantenne la bocca serrata. Poi senza pulirci la buttai sul letto, le tolsi i pantaloni e iniziai a leccarle la fichetta pelosa.

Dopo un po' mi fece "fermo, voglio godere con il tuo cazzo" e si alzò, prese delle salviette, si pulì il viso e poi fece lo stesso con il mio cazzo, dette qualche ciucciata poi come vide che era di nuovo duro si mise a gambe aperte sul letto "dai metti il preservativo e scopami". Cercai di fare come suggerito da mio fratello e andai decisamente meglio - anche altre volte dopo una prima sborrata duravo poco ugualmente - dopo un po' lei mise le mani sul mio culo iniziando a muovere il bacino e dopo poco venne in maniera fragorosa tanto che Flavio il giorno dopo ci disse "ehi, ieri c'era gente che voleva dormire..." e giù tutti a ridere.

Dopo che mi fece godere con la mano prima di addormentarci lei mi fece "ti amo, oggi è stato il giorno più bello della mia vita". "Anche per me, ti amo", poi la baciai e mi addormentai felice la prima volta insieme a lei. Il giorno dopo poi ci alzammo tardi, uscimmo per fare una sorta di colazione-pranzo e poi andammo in stazione a riprendere il treno.

In treno ero mezzo addormentato quando fui destato da alcune risate. Le ragazze erano attaccate al cellulare dicendo frasi tipo "misà che è lui" "ma sei sicura" "oddio che fico...". Flavio allora subito si mise in mezzo chiedendo spiegazioni "sciò tu, che misà che quest'anno cambio scuola e vengo in classe con voi" gli disse Maria ridendo.

In pratica una nostra compagna di classe, figlia della rappresentate, aveva saputo dalla madre che in classe con noi sarebbe arrivato un tipo particolare, di due anni più grande di noi e noto sia per essere l'ex ragazzo di una nota influencer sia per essere stato arrestato con tanto di giorni passati in carcere prima e poi ai domiciliari.

Incuriosito mi feci passare il cellulare: vidi il profilo di un tale Leonardo xxx, un bel ragazzo moro con i capelli corti e degli occhi verdi chiari magnetici. Anche il fisico non era da meno, alto 1,80 con una buona stazza e a detta delle ragazze un culo da statua greca. La sera a casa cercai di approfondire un po' su di lui.

Figlio di un immobiliarista molto ricco e nipote di un deputato di sinistra molto conosciuto e influente a Roma, ha giocato a calcio per diversi anni nelle giovanili della Lazio. Poi ci fu un piccolo scandalo: mise incinta una amica di famiglia molto più grande di lui e, per evitare guai a lei, non lo riconobbe ma la donna ugualmente gli fa passare del tempo con lui. Un anno a scuola lo perse perché, attratto più dalla movida che dallo studio, a scuola non ci andò quasi mai mentre poi ci fu il fattaccio dell'arresto.

Prese parte a un festino a base di alcool, droga e sesso. Un imprenditore cinquantenne presente si sentì male, tutti scapparono e lui invece chiamò l'ambulanza e poi attese i soccorsi. La polizia poi trovò nella casa, che apparteneva a un faccendiere del Vaticano che nel frattempo era anche lui mezzo collassato, coca e ghb - la droga dello stupro ma che in quel caso veniva assunta in piccole dosi per aumentare l'eccitazione - e sempre della ghb fu trovata nella sua auto.

Il padrone di casa poi affermò che era stato Leo a portare e vendere la droga, così fu arrestato e "sbattuto in prima pagina". Un giorno a riguardo mi disse "mi hanno messo dentro perchè sono stato l'unico coglione che ha salavato la vita a quell'altro coglione, però non me la sono cantata perché non sono un infame". Il padre così incazzatissimo durante l'estate ha deciso che, appena sistemata una casa colonica che aveva preso alle porte della nostra città, se ne sarebbe andato lì a vivere, andando a scuola pubblica e non privata intestandoli comunque le sue quote di un grande supermercato della nostra città che da tempo aveva in portafoglio.

"Diplomati e poi pensa al supermercato, magari cerca anche di laurearti. Questa è la tua ultima chance e se mi deludi anche questa volta io e te abbiamo chiuso" gli disse. Tra di noi la curiosità così era tantissima visto il tipo di persona che era, uno che ha fatto la galera e che nel suo profilo, prima di un sostanziale repulisti, aveva foto con calciatori, attori, attricette, influencer e vaccame vario.

La nostra attesa il primo giorno di scuola però fu vana: i primi tre giorni non venne in quanto ancora in vacanza in Grecia... Quando la mattina del giovedì entrò in classe, ci fu una sorta di silenzio: oggettivamente dal vivo era ancora più bello che in foto, indossava jeans e una maglietta molto semplice, accennò un sorriso e un saluto poi chiese alla prof quale fosse il suo posto e si sedette in prima fila di fianco a un altro ripetente.

Tutti lo guardavamo e alla fine della prima ora quando la prof uscì si alzò e ci fece a tutti "ragazzi piacere io sono Leo, sono nuovo in questa scuola e in questa città, spero quanto prima di poter fare la vostra conoscenza e vi premetto una cosa: non chiedetemi mai cose di matematica perchè a malapena so distinguere il segno della divisione...".

Ridemmo tutti e poi si rimise a sedere mentre uno alla volta andammo da lui a presentarci. Fui uno degli ultimi ad andare da lui "piacere Michele" "piacere mio, bella maglietta adoro gli Slayer anche se l'ultimo album mi ha fatto un po' cagare...". Ridemmo entrambi e non sapevo che quello fu il momento che cambio per sempre la mia vita. CONTINUA...
 
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Quarta parte - il giardiniere

Come potete immaginare mi viene abbastanza complicato andare avanti seguendo un serrato ordine temporale. Allo stesso modo potete immaginare che Leo per qualche strano motivo entrò a far parte della nostra comitiva quindi nel leggere il racconto cercate di partire sempre da questo presupposto. Naturalmente cercherò di non fare dei balzi troppo marcati e proverò ad aandare più in ordine possibile.

Nonostante il fatto che siamo diventati amici e anche abbastanza in confidenza, ancora non riesco bene a capire come potervi descrivere Leo. Non fisicamente, la sua avvenenza quella è palese, ma dal punto di vista del carattere, del suo modo di pensare e di agire. Gli psicologi credo che lo potrebbero definire un manipolatore, però a differenza di molti altri non lo faceva con troppa cattiveria e a volte magari il suo comportamento era dettato più dalla convinzione di fare un favore che un torto alla persona.

Per lui le giornate sembravano che durassero 40 ore. Molto intelligente e camaleontico, sempre gentile e garbato - tranne che negli atti sessuali raramento lo sentivi dire parolacce - usciti da scuola lo potevi trovare seduto su di una panchina a leggere Kant oppure in palestra a pompare i pettorali, al cinema a vedere un film impegnato oppure con il gruppo dei tamarri a parlare di pistoni e cilindri.

Quando seppe che giocavo in una squadra mi chiese se potevo interferire per poterlo aggregare, anche senza giocare ma solo per allenarsi. "Ah si certo xxx... me lo ricordo era un bel terzino, certo che può venire e se sta bene lo possiamo tesserare" mi disse l'allenatore. Così stavamo insieme in classe, al campo e spesso anche al pub. Partecipava ai nostri giochi fantasy e poi la settimana dopo era a fare un rave a Rotterdam oppure era a una festa esclusiva a Cortina.

Riusciva ad avere buoni rapporti con tutti, quasi ti stupiva per come poteva apparire alla mano. Usciva con noi sfigati con lo stesso piacere con cui passava del tempo con quelli dei circoli esclusivi della città e, in breve tempo, divenne abbastanza conosciuto e popolare come se fosse un indigeno. La sua casa però era un po' fuori mano, circondata da un uliveto e da altre piante da frutto. Era una casa bassa con al piano terra un enorme salone comunicante con la cucina e con il bagno. Tutta verandata mentre delle scale inerne, ma ne aveva anche di esterne, conducevano al piano superiore dove lungo in corridoio si sodavano tre grandi camere, ognuna con un bagno in camera.

In quella casa venne a viverci con suo cugino Ivan, figlio del politico, che come mestiere faceva il cameraman e spesso stava via per mesi. Alto come lui ma più smilzo anche se muscoloso, di certo non passava inosservato: tutto tatuato faccia compresa, con i capelli biondo platino tinti e corti. Molto più caciarone rispetto a Leo, aveva sempra l'aria di quello strafatto anche se nel complesso è un bel ragazzo anche lui.

Detto questo in quel periodo Flavio - che ugualmente legò subito con lui - aveva i pensieri però rivolti a un'altra cosa: la mamma e Nicola, il giardiniere. In realtà lui andava a casa sua tipo solo una volta al mese per curare delle determinate piante poi, nonostante le rughe e l'aspetto trasandato, era più giovane di quello che pensavamo.

Era una solta di asceta, che viveva in campagna isolato in una sprta di vivaio dove aveva costruito una casa abusiva - quelle tipo prefabricato - a un solo piano dove viveva sostanzialmente isolato da tutti. Però in pochi in città capivano di piante come lui e viveva di quello anche se di certo non era ricco. Burbero e dai modi ignoranti, se ne stava sempre per conto suo con poca voglia di socializzare.

Flavio però era determinato a sapere tutto su come e perché si scopasse la madre e così si presentò a casa sua. "Nonostante il gps mi sono perso di volte" mi spiegò quando mi raccontò il loro incontro, "come sono sceso dalla macchina c'era puzza di merda, non so come si faccia a vivere in un posto del genere. Intorno alla "casa" però ha innalzato tutte delle lamiere che non ti facevano vedere dentro. "Dove vive però è carino, con il prato curato i tavolini e dei lettini per prendere il sole, poi un capanno aperto dove ha fatto una sorta di palestra con la paca e i pesi".

Lo dovette chiamare a voce perché non c'è un campanello. Dopo un po' si aprì il cancello arrugginito "e tu chi cazzo sei??". "Sono Flavio il figlio del dott xxx, posso entrare?", "ah si ti ho visto ora ricordo, vengo da te ogni tanto, è successo qualcosa?". "No no, volevo parlarti di una cosa se posso entrare" e l'uomo gli fece cenno di accomodarsi restando imperturbale in volto.

"Non sono venuto qui per un caffè" esordì il mio amico "ma in grande tranquillità e in grande confidenza, questa discussione rimarrà tra noi due, voglio sapere solo da quando tempo ti scopi mia madre". "Ragazzino ma che stai a dire, misà che vedi troppi film". "Su dai niente cazzate, se sono qui significa che vi ho visti, o perlomeno ho visto te nudo in giro per casa e mia madre nuda, non penso stavate disuctendo di botanica...".

"Cosa cazzo vuoi?" tagliò corto lui. "Se mi raconti tutti ti do 200 euro" e così mostro all'uomo quattro banconote da 50. "I tuoi soldi puoi ficcarteli nel culo, ora vai a farti una sega a casa e non venire più". "500" ribattè Flavio "e la promessa che nessuno saprà mai niete di questo nostro dialogo". "Dammi i soldi e ne possiamo parlare".

Messi i 500 euro in tasca Nicola iniziò a raccontare. Stava facendo i lavori ed era tornato al capanno degli attrezzi. Faceva caldo ed era in canottiera e in braghe di tela. Si avvicinò la madre di Flavio per darli i 100 euro del suo lavoro visto che stava per uscire. "Era vestita con un bel vestititino aderente, tutta truccata da troia e i vene subito duro".

L'uomo iniziò a guardarla con aria strana e lei si accorse anche dell'erezione. "Grazie mille signora, oltre che essere molto gentile è anche molto bella, guarda che effetto che mi fa" le fece indicado la patta. "Nicola ma sei matto?? Come si permette, riprenda le sue cose e non torni più e ringrazi che la denunci". "Aspetti le faccio vedere solo una cosa" e se lo cacciò dai pantaloni "ora può andarsene oppure venre qui e toccare, tranquilla nessuno lo saprà mai".

Sara strabuzzò gli occhi e rimase impietrita così l'uomo si avvicnò "vedi mica morde, lo puoi accarezzare se vuoi" e così le prese la mano e la portò sul cazzo duro. La donna iniziò una lenta sega poi si girò di scatto e scappo' via. La volta dopo che tornai venne da me e mi fece che dobbiamo parlare "io ho deciso di non denunciarti, però non voglio che tu venga più qui quindi di a mio marito che per motivi tuoi rinunci al lavoro". "Bella signora io posso pure rinunciare al lavoro ma prima ti voglio scopare come quel frocio di tuo marito mai ha fatto in vita sua".

Sara allora si avvicinò e gli disse "una volta sola poi scompari" e tempo due secondi era piegata a novanta nel capanno con il vestito alzato e l'uomo che le leccava il culo. "Tua madre mi ha mangiato il cazzo, mai visto una pompinara così famelica" con i due che poi si sono messi a scopare in piedi "ha l'aria da troia ma è bella stretta, misà che tuo padre la scopa poco".

Visto che in casa non c'era nessuna i due andarono dentro "l'ho scopata sulle scale di casa vostra, mi si è seduta sopra e veniva come una fontana", poi l'ho scopata sdraiati sul pavimento e poi ancora a pecora, poi le sono venuto sulle chiappone". "Da allora non ci siamo più sentiti e ho scritto a tuo padre che non potevo andare, sono uno di parola. Ecco adesso puoi andartene a fanculo".

"Ti do mille euro se te la scopi di nuovo e mi fai riprendere il tutto con una telecamera nascosta" disse Flavio come in trance. "Tu sei matto, smamma". "Non può scoprire nulla, la piazzo io dentro casa tua e poi la tolgo quando avete finito". "Vattene". "Ti do mille euro e prima ti faccio scopare la mia ragazza, guarda che tette che ha" e così mostrò all'uomo una foto di Maria in costume che aveva nel cell.

"Vieni qui con mille euroe e con la tua ragazza e allora si può fare". Flavio aveva sempre avuto inclinazioni cuck ma Maria non era pronta a spingersi a tanto "cooosaaaa, tu sei matto ma che ti viene in mente". Allora lui ripeteva che questo uomo aveva un cazzo grande e duro, che lui sarebbe stato lì ad assistere e che sarebbe stato bellissimo.

Maria è una ragazza molto semplice e a Flavio vuole bene davvero. a differenza nostra sa bene che non andrà all'università per lavorare nella lavanderia della madre che sta soffrendo la concorrenza degli indiani. Lo ha sempre assecondato in tutto con la madre che gli ripete sempre "sposatelo!!". Alla fine così cedette e il ragazzo la fece vestire i costume, tacchi e sopra una sorta di spolverino lungo nonostante il caldo.

Arrivarono nella casa di Nicola che lei tremava, quando lui aprì il cancello Maria voleva scappare per quanto era brutto, ma poco dopo si ritrovò in piedi nel giardino con il ragazzo che le toglieva il copriabito "che dici, può andare". L'uomo si fiondò addosso a lei leccandole le tettone. Poi si tolse i pantaloni e senza troppe gentilezze spinse la facia della ragazza sul suo cazzo.

Maria ciucciava in maniera meccanica con l'uomo che poi prese un preservativo, la fece sdraiare sul lettino e la penetrò lentamente. "Sei bella streta eh... vedrai che oggi ti faccio un corso accelerato". Intanto Flavio si era spogliato anche lui e palpava le tette della ragazza. ian piano lei era più tranquilla ma quel cazzo così grande le faceva male.

Cambiarono alcune posizioni e lui iniziò ad andare più veloce ma Maria, invece che godere, emetteva una sorta di lamento continuo quasi non asocltando le parole dell'uomo che dava del cornuto a Flavio e della troietta a lei. Andò avanti per una mezzoretta per poi farsi fare una spagnola sborrando tra le tettone della ragazza.

Quando lei andò in bagno a lavarsi Flavio dette i soldi all'uomo "allora la prossima è mia madre?", se lei vuole il patto è valido. Nel tragitto a casa Maria non disse una parola - della cosa mai ha parlato a Miriam - ma poi la sera dopo diverse coccole disse "ti sei tolto la tua fantasia, a me però non è piaciuto e andiamo avanti e basta".

Flavio disse va bene ma poi in futuro sarebbe tornato a chiederle di scopare con l'uomo e anche con altri, ma questa è un'altra storia... CONTINUA
 
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Quinta parte - la mamma

In vita mia ho sempre cercato di non giudicare le persone. Ho odiato quando qualcuno l'ha fatto con me anche perché, in fondo, noi non sappiamo nulla di chi ci circonda, comprese le persone a noi più vicine. Quando Flavio però mi raccontò dell'incontro tra Maria e Nicola la cosa mi fece schifo e non ho usato questa parola a caso. Questo pensiero però me lo tenni per me.

Maria è una amica a cui voglio molto bene, ma come emerso poi in seguito a lei non è che non sia piaciuta la situazione in generale - ovvero farsi scopare da uno di fronte al ragazzo - ma il fatto che l'uomo fosse molto brutto e poi con un cazzo grande e duro poco adatto alla sua ficheta da diciottenne. Di certo non è una santa ma forse come prima esperienza del genere per lei è stata un po' troppo forte.

Flavio invece in quell'occasione mi deluse: se per il proprio piacere è arrivato a forzare la propria ragazza, non vedo perché non potrebbe fottere me la prossima volta pur di appagare i suoi desideri. Fu quello il momento in cui iniziai a stare un po' più sulle mie: lui mi raccontava tutto e questo mi eccitava molto, ma io decisi di non sbottonarmi mai più di tanto con lui.

In quel periodo mi tenne aggiornato del suo piano per riprendere la madre con il giardiniere. Un giorno tornò a casa e disse a Sara che aveva incontrato Nicola in centro e che le aveva chiesto il suo numero per scusarsi di aver troncato il lavoro in giardino. "Ah, ok hai fatto bene..." rispose lei un po' turbata, con l'uomo che poco dopo le scrisse.

Anche in questo caso il mio amico scoprì che conosceva molto poco i suoi genitori. Flavio è sempre stato uno smanettone e, grazie a un buon maestro, può essere definito una sorta di hacker. Non gli fu difficile così entrare nel pc della madre con un trojan e scoprire che alla donna piacevano tantissimo i video erotici, diciamo il soft porn patinato e spesso vedeva anche i video di donne da sole.

Per il resto niente altro di compromettente, solo una infinita wish list nei vari siti di shopping. Nicola nella chat era guidato da Flavio: non avrebbe avuto la capacità di giocarsela bene, troppo rozzo. Le scrisse che la pensava molto, che la loro scopata era stata splendida e che, anche se aveva promesso il contrario, avrebbe voluto rivederla "se ti do fastidio, dimmelo e cancello il tuo numero".

"No non mi dai fastidio però credo che non sia il caso di rivederci" rispose lei, con i due che continuarono a chattare per un qualche giorno. Come vide che lei iniziava a scrivere per prima, riprese il discorso "io abito in una zona isolatissima, vieni da me nessuno ti vedrà mai e ci rifacciamo un'altra scopata super". La risposta di Sara fu emblematica "ho il ciclo, prossima settimana mi dovrebbe finire e ne riparliamo". Era fatta esultò Flavio.

Se Sara avesse conosciuto tutta la storia di Nicola forse si sarebbe rifiutata di andare da lui. Figlio del portiere di un grande stabile, dal padre ha imparato a curare le piante e per diverso tempo ha lavorato in un vivaio. Il suo fisico però era fatto per tirare pugni e finì in un brutto giro. Come disse un giorno a Flavio "tu mi vedi così, ma io 20 anni fa giravo con il macchinone e mi scopavo certe fiche che tu neanche ti sogni". La prima volta finì in galera per traffico di droga, la seconda per rapina e poi collezionò diverse denunce per molestie.

Del resto il modo con cui ha approcciato Sara era meritevole di denuncia, ma forse aveva capito che quella donna covava dentro qualcosa di represso. Da tempo si era ritirato in quella baracca sperando di vivere lontano dai guai, ma ogni tanto il suo instinto animalesco usciva fuori.

La storia di Sara è emblematica per capire come non solo noi maschietti abbiamo desideri e fantasie sessuali, ma anche le donne. Nicola con Flavio fu sempre corretto, raccontando tutto senza inventare oppure omettere cose. Prima dell'incontro tra i due, il ragazzo andò a casa dell'uomo e piazzò due posaceneri con camera uno nel giardino nel tavolinetto vicino la sdraio e uno nell'ingresso di fianco al divano "nasone ricorda che le camere stanno qui e dentro, cerca di farmela vedere per bene ma non destare sospetti". "Vai a farti una sega, che solo a fare quello sei buono" disse lui invitandolo ad andarsene.

Flavio occolutato lo scooter si mise non lontano dall'ingresso nascosto dietro a una siepe, con il cellulare collegato con le due camere. Vide arrivare la madre vestita con una gonna nera aderente, una canottiera aderente e tacchi a spillo che affondavano in quello stabbio. Non fecero molti convenievoli con lei che poco dopo era già ingonocchiata a succhare il cazzo dell'uomo in giardino. "Che pompinara che sei", "e tu che cazzone che sei" rispose lei ridendo per poi riprendere a leccare quell'asta per tutta la sua lunghezza.

"Scopami a pelle ma stai attento" disse poi lei al giardiniere, con l'uomo che la scopò prima a pecora a terra su un telo e poi si sdraiò sul lettino facendosi cavalcare. Flavio aveva una visuale laterale della scena e sentiva bene la madre godere e incitare l'uomo "porco, sei un porco, sopami brutto porco" e lui da sotto la fotteva facendola sobbalzare a ogni colpo.

La scena poi divenne da Paperissima quando la sdraio si ruppe per il vigore della scopata. I due si misero a ridere poi ripresero a scopare sdraiati alla missionaria. Quando l'uomo piantò il cazzo in gola a Sara per poi sborrarle in faccia, Flavio aveva già sborrato una infinità di volte, ma la madre non era ancora sazia e così portò l'uomo in bagno e poi in camera, per continuare a scopare per un'altra mezzora senza però essere ripresa.

Nicola però voleva umiliare il mio amico e così prima di venire fece rivestire la donna, uscì fuori dalla recinzione per controllare che fosse tutto ok, poi la fece uscire con le mutandine messe in testa e il vestito tirato su. Lei rideva come se fosse ubriaca, poi lui la mise a pecora facendola appoggiare sulla macchina con cui era venuta e iniziò a scoparla in maniera furiosa facendola strillare come una matta, poi le sborrò sul culo e sulle gambe. "Non ti pulire troia voglio che torni a casa con la mia sborra che ti cola dalle gambe, e queste le tengo io" disse lui prendendo le mutandine della donna e tornando in casa dopo averla limonata e poi salutata con una pacca sul culo.

Flavio mi mostrò alcuni spezzoni del video e definirlo euforico era riduttivo. Sara iniziò a sbottonarsi con Nicola anche sul piano personale, iniziando a raccontare la sua storia che l'uomo poi riportava al mio amico. Prima di lui aveva tradito il marito solo con un altro uomo e per tre volte. Si trattava di un oculista che lavorava nel centro clinico dove aveva studio il marito. La corteggiò in maniera decisa ma discreta e alla fine riuscì a scoparsela in un appartamento a Roma.

Lei era molto presa ma lui poi troncò di colpo con la donna passando a un'altra. Delusa si era ripromessa "mai più", ma poi Nicola con le sue maniere rudi aveva riacceso l'ardore che covava dentro. Il sesso con il marito però non è che le mancasse, solo che l'uomo come il figlio era molto strano a letto.

Da anni si eccitava solo se usava con lei grandi toys: scopavano solo quando erano fuori con lui che comprava gli oggetti in un sexy shop per poi buttare tutto una volta finita la serata. Molto poco dotato, come il figlio in pratica inculava solo la moglie usando prima falli finti anche molto grandi, ma non disdegnava anche degli stap-on.

Quando a casa erano soli, il marito amava guardare le partite facendosi succhiare il cazzetto dalla moglie anche per un tempo intero. Lei non si negava mai anche perché poi lui ricambiava con lunghe leccate di passera "in quello è molto bravo" ammise lei "tu scopi da Dio ma come mi lecca la fica mio marito credo che nessuno mai".

"Quindi il tuo bel culone è rotto" gli chiese lui divertito, "più che rotto" ridacchiò lei "ma a me non piace molto dietro anche toccandomi, ecco perchè il tuo cazzone mi piace in fica, mi fai godere come una cagna". I due divennero amanti anche se non molto assidui, visto che lei era sempre timorosa che qualcuno potesse vederla e non voleva esagerare.

"Tu pagami mille euro a botta e io ti faccio riprendere" disse poi Nicola al mio amico, "brutto stronzo ti ho dato 1.500 euro, ti ho fatto scopare la mia ragazza, mia madre e ti ho trovato un nuovo lavoro e tu mi ringrazi così??". Lui rise e gli disse "vedi frocetto, per te nella vita tutto ha un prezzo, allora stando a questo principio paga e vedrai, io ti ho detto tante cose e sono sempre stato ai patti, ora smamma se non vuoi sganciare".

Il lavoro di cui parlava tenetevelo bene a mente: Flavio lo consiglio a Leo visto che lui - al pari del cugino - non aveva idea di come mettere mano a tutta quella terra, piante e giardino che avevano. "Dammi mille euro al mese e allla tua terra ci penso io, però senza orari vengo quando decido io" propose il giardiniere, "sei un tipo strano amico" rispose Leo "però ti faccio un contratto perchè se ti fai male non voglio passare guai", "fai come ti pare, basta che mi dai mille euro netti al mese, a me per vivere bastano quelli" e si strinsero la mano. CONTINUA
 
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Sesta parte - Affari di famiglia

Prima di parlarvi di come si ambientato Leo con il gentil sesso nella nuova città, devo annoiarvi un po' con un doveroso preambolo senza cui vi sarebbe impossibile capire buona parte degli avvenimenti futuri. Come detto il padre lo ha mandato a vivere da noi per una sorta di punizione, ma c'è anche dell'altro e di mezzo ci sono questioni che movimentano tanti soldi, ma proprio tanti.

Il padre e lo zio - il politico, padre di Ivan il suo cugino-coinquilino - aveano creato una società posseduta perfettamente alla pari dai due ragazzi. Questa società aveva in pancia le quote di un supermercato, di una farmacia e di un'altra società (che chiamerò xyz) in quel momento impegnata nella costruzione di un centro commerciale con annessa stazione di servizio e un hotel per camionisti.

Sto cercando di semplificarvela molto visto che credo siate più interessati a tette e culi che di scatole cinesi, ma vi chiedo di seguirmi un attimo in questo discorso. Socio del supermercato e della xyz è un costruttore dei più potenti della capitale, mentre una società che ha una catena di ristoranti è socia solo della società xyz.

Nella nostra città anni fa un imprenditore iniziò a costruire un centro commerciale in una zona un po' sfigata della nostra città, molto abitata ma un po' fuori mano. Ebbe subito problemi, provò a incendiare il cantiere per riprendere dei soldi dall'assicurazione ma finì subito sotto indagine.

La società xyz che all'epoca vedeva le quote ora di Leo e Ivan in mano al padre di Leo, comprò a prezzo di super saldo l'area e presentò un progetto per un nuovo centro commerciale. Il nostro comune - amministrato da una giunta di destra - dette il disco verde e iniziarono i lavori. Poco dopo la Regione sbloccò un cantiere fermo da decenni: una variante e una uscita che avrebbe coinvogliato buona parte del traffico della zona proprio davanti al centro commerciale.

Di colpo il loro progetto divenne da avventato a potenzialmente redditizio anche perché i lavoristradali furono super rapidi. Altri grandi imprenditori della zona si avvicinarono chiedendo di poter rilevare quote, ma soprattutto il comune capì che dietro la manovra c'era lo zio di Leo, come vi ho detto ex parlamentare e storico faccendiere della sinistra bene romana.

Nel centro commerciale ci avrebbero trasferito il supermercato e la farmacia, poi il ristoratore ci piazzava dentro un suo ristorante-bar e furono avviate le trattative per la gestione dell'area di servizio e dell'hotel. In quel periodo i lavori del primo piano erano ormai ultimati, mentre per il secondo che avrebbe dovuto ospitare negozi e altre attività l'inaugurazione sarebbe arrivata in un secondo momento.

Una delle prime cose che Leo dovette fare - in verità se ne occupava Mario, un tipo viscido con la V maiuscola, che era il tuttofare dello zio e del padre e che doveva seguire gli affari dei due in città e guidare i ragazzi - fu quella di cercare un ufficio della sua società (quella al 50% con Ivan) con tanto di personale, mentre a pilotare posti nel cda di xyz e posti di lavoro veri e propri ci pensava Mario.

"Dobbiamo prendere uno o una che lavora bene e poi una bona da scoparci a piacimento, poi qualcuno che ci segua la comunicazione che se è pure bona e porca ancora meglio..." disse l'uomo ai due ragazzi, "Oh Mario ma sempre alla fica pensi..." rispose Leo "niente problemi mi raccomando e..." "se puoi sceglile tettone" lo interruppe Ivan provocando una risata generale, "anzi una segretaria fammela scegliere a me".

"Tranquilli ragazzi che ci scorticheremo il cazzo in questo buco di culo di città, poi se tutto va come deve andare non arriveremo a scopare" fece ridendo Mario, "ragazzi va bene tutto, però mi raccomando niente cazzate" replicò Leo che non voleva problemi con denunce o cose simili, anche se la sua posizione venne archiviata da lì a poche settimane visto che non venne fuori la prova dello spaccio ma solo del possesso.

L'altra cosa a cui alludeva Mario era il tentativo di mandare a casa l'attuale amministrazione comunale alle elezioni che si sarebbero tenute in primavera, poi slittate a fine estate causa Covid. Dopo anni di sconfitte il centrosinistra aveva ora un candidato forte, ma di questo ve ne parlerò in segito. Ora veniamo alla fica.

La prima "tacca" che Leo mise da noi fu una gnoccona non di poco conto. Nella scala da una a cinque stelle che Flavio amava citare - poi c'era anche il fuori categoria - Lena si era presa una bel quattro stelle. Come arrivò in classe subito Leo legò con tutti, dal più popolare al più sfigato, ma il primo venerdì uscì con Angelo che nella nostra classe di certo era il leader.

Andarono nel drink bar più in voga e mentre erano al tavolo insieme ai suoi amici entrò Lena, una ragazza bulgara di 22 anni che però era in Italia con i genitori in pratica da quando era piccolissima. "Allora Angelica (di nome ma non di fatto, una da 5 stelle ma ve ne parlerò poi) mi ha detto il vero che ti sei trasferito qui" disse lei ad alta voce correndo ad abbracciarlo.

La sua entrata catturò l'attenzione di tutti i presenti: alta circa 1,65, con i capelli di un biando quasi bianco portati a caschetto, un viso furbo con delle belle labbra, un corpo molto tonico con le tette piccole rifatte e un bel culo muscoloso (lavora al desk di una palestra). Lei era nel giro romano di Leo ma non aveva mai partecipato, al contrario di Angelica, a uno dei suoi festini. Comunque si conoscevano bene. Da noi lei era molto popolare, da tutti considerata come una di quelle inarrivabili che quando va a fare serata va a Roma.

Si misero a parlare fitti al bancone, poi lei gli chiese con chi fosse. "Mi ha accompagnato Ivan ma poi è andato a Roma, io ancora ho la patente sospesa mi muovo in bici, poi mi accompagna un compagno di classe con cui sono insieme". "Ma ti riaccompagno io, abbiamo troppe cose da dirci". Leo salutò Angelo e se ne uscì con Lena: solo per quello già per tutti era diventato un mito.

"Mi sono trasferito praticamente da due giorni, ho da offrirti solo due birre se vuoi venire a vedere casa", "una birra va più che bene" rispose lei ma doo cinque minuti già erano sul divano a pomiciare, con lei a cavalcioni sopra di lui. Poi Lena scivolò verso i pantaloni e li tolse, iniziando a leccare il cazzo da sopra le mutande prima di togliere anche quelle.

"Aveva ragione Angelica anche su questo" disse lei ridacchiando quando prese in mano l'asta del mio amico: Leo non ha un pelo, sembra una statua, e ha un cazzo di lunghezza un po' più del normale, diciamo sui 17-18cm, ma più largo della media e con una cappella piccola rispetto al tronco.

Lena iniziò così un pompino lento ma intenso, con lunghe leccate alternato a bei "bocconi". Poi fu il turno di Leo scoprire il suo corpo atletico e a leccarela fica totalmente depilata. Si alzò per prendere dei preservativi, poi riprse a baciarla e una volta messo il condom si mise a sedere facendosi cavalcare.

La scopata fu passionale e rumorosa, con i due che poi si misero a 69 momento in cui Lena godette ficcandosi le palle del ragazzo in bocca. Poi Leo rimise un preservativo e la scopò a pecora prima di scappucciarsi e di sborrare sul culo marmoreo di lei: una particolarità di Leo, quando sborra è una fontana.

Il bis poi fu in bagno dove era funzionante una vasca circolare di quelle con i gradini, con il mio amico che questa volta le venne in faccia al termine di lungo pompino. "Dovevi incularla a Lena" gli disse Ivan il giorno dopo, "tanto la ribecco dove vuole scappare" disse Leo ridendo. Le cose invece si fecero più complicate.

Il sabato Leo tornò in quel locale con Angelo ma questa volta non entrò una bella fica ma un tamarrone, molto noto e figlio di un medico, che con una piazzata disse a Leo che se ronzava di nuovo intorno a Lena lo avrebbe gonfiato, visto che face capire che tra di loro c'era una storia. La ragazza poi lo chiamò e si scusò in tutte le maniere, in molti li avevano visti andare via insieme e da noi le voci corrono veloci, ma alla fine la cosa finì lì anche perché Leo fu molto tranquillo nel dirgli "guarda che è un equivico" "siamo solo amici" e alla fine lui si calò e se ne andò.

Anche se l'archiviazione era nell'aria Leo un po' si spaventò, non tanto per la possibile rissa in sè quanto per le possibili conseguenze. Iniziò così ad avvicinarsi al nostro gruppo - anche perchè iniziò a giocare con la mia squadra, con io che iniziai a fargli quasi da autista - e il fine settimana dopo uscì con noi. Naturalmente potete immaginare cosa potesse significare farsi vedere a scuola e anche in giro con uno così fico che già era sulla bocca di tutti.

Lui era molto tranquillo e partecipava alle nostre cose da nerd ed entrò in confidenza con tutto il nostro gruppo. In classe poi fu messo a fare un lavoro di inglese insieme a Giada dove si doveva mettere in scena un dialogo. Potete immaginare quanto Giada fosse tesa e imbarazzata a riguardo, specie quando Leo mentre erano soli a scuola le disse questo dopo averle chiesto se avesse un ragazzo oppure un "amico" intimo con lei che tutta rossa disse "no no, niente perchè?"

"Senti questa cosa rimane tra noi due, perché non vieni a casa così studiamo il dialogo e magari possiamo stare un po' in intimità io e te, però guarda solo sesso perché se ti innammori poi è un casino, devi prometterlo". Lei per poco svenne e poi balbettando fece "tu mi piaci, sei un ragazzo veramente bellissimo e dolcissimo, ma io... vedi... non sono mai stata con un ragazzo, ma proprio mai mai non so se capisci".

"Giada se tu vuoi per me sarebbe un onore essere il primo, però deve essere una scelta sua, altrimenti amici come prima", "io vorrei, ma ho paura di essere inadeguata..." allora lui sorrise e le fece una carezza "il mio numero ce l'hai, se vuoi vieni oggi pomeriggio a casa" e lei subito "a a a a che ora??...".

Giada arrivò che l'accompagnò la sorella che poi sarebbe tornata a riprenderla. Le aveva detto tutto e lei la truccò togliendole gli occhiali a favore delle lenti, poi provò a spiegarle come fare un pompino e cose del genere. Con un tacco basso e i pantaloni attillati faceva la sua figura, ma entrò in casa letterlamente tremando. Leo se ne accorse e cercò di metterla subito a sua agio iniziando a parlare comunque sempre di sesso.

Lei imbarazzatissima gli disse che non aveva mai visto un cazzo dal vivo in vita sua, solo nei video e che ogni tanto si toccava. "Hai mai baciato un ragazzo" chiese lui, "no..." rispose lei abbassando la testa. Allora Leo le carezzò il viso e si avvicinò per baciarla. Fu una cosa molto tenera, con lei che teneva gli occhi chiusi. "Ti è piaciuto il tuo primo bacio" chiese lui, "si..." fece Giada ridendo tutta paonazza.

Ripresero a pomiciare poi lui la portò in camera, prese un asciugamano da mettere sul letto, del lubrificante e dei preservativi. La spogliò e le fece i complimenti per il suo culone: grande, duro e sporporzionato con la vita stretta. Poi iniziò a baciarla e toccarla e lei ansimava tutta, poi come iniziò a leccarle la fichetta con un pelo curato alla meno peggio - più peggio che meno - lei venne mettendosi le mani in faccia.

Leo allora si spogliò e le mise il cazzo duro in mano "allora ti piaccio" disse lei ridendo non mollando dalla presa la mazza dura. Lui la sdraiò sopra l'asciugamano, la penetrò con le dita oliandola poi mise il preservativo che oliò allo stesso modo. "Fai piano Leo" e lui fu molto gentile. Il cazzo entrò solo per una parte e si muoveva molto lentamente.

"Ti faccio male? Se ti fa male dimmelo che smetto", "no no non fermarti non fermarti ti prego" disse lei mentre emetteva versi indefinibili. Pian piano le entrò completamente dentro, iniziando a scoparla leggermente con più ritmo facendola letteralmente urlare. Allora si fermò, la fece alzare e prese il lenzuolo sporco di sangue. La portò in bagno e la fece pulire, poi la sollevò baciandola e la riportò in camera.

La ribaciò e allora lei siabbassò verso il suo cazzo dicendo "adesso tocca a me", iniziando un pompino abbastanza pessimo anche se l'impegno non mancava, Dava colpetti con la lingua poi ciucciava lentamente la cappella, allora lui iniziò a dirle di muovere la mano e di prenderne di più in bocca, oltre a leccar per bene l'asta. Lei migliorò allora con lui che nel frattempo le toccava il culone e la fichetta.

Poi la rimise come all'inizio e oliandola iniziò a scoparla sempre lentamente. Poi la tirò a se quando il cazzo fu tutto dentro di lei, mettendosi sotto con lei sopra. "Muoviti tu, goditi tu il cazzo" le disse, con lei che iniziò a muoversi fino a raggiungere un buon ritmo. Poi Leo iniziò a muoversi di bacino e la fece godere di nuovo tra le sua urla di piacere.

Poi la mise a pecora e la iniziò a scopare abbastanza forte "ti piace eh??!! Te la allargo io questa fichetta" e giù anche pacche sulle chiappone. "Sii siii scopami scopami" diceva Giada, poi Leo le disse "a che pensi eh quando ti tocchi" e allora lei "ai cazziiiii, penso ai cazzi", "e allora prenditelo tutto" e così detto la cinse per la vita iniziando a scoparla molto forte per poi sborrarle sulle chiappe.

"Ora pulisci il cazzo" e lei come un automa prese a leccarlo, poi lui con le dita le prendeva la sborra dalla schiena e dalle chiappe e se le faceva leccare "lecca la sborra, ti piace" e lei leccando tutto "mi piace tutto di te, sei un sogno". "Anche tu sei stata bravissima, vieni Giada" e la accompagnò in bagno dove si lavarono.

Inglese lo studiarono poco, poi quando arrivò la sorella le raccontò tutto e lo stesso fece a Miriam che poi riferì a me, ma non dicemmo niente agli altri. Giada si mostrò molto intelligente: iniziò a farsi scopare ogni tanto da un ragazzo che lo avrebbe solo sognato, non infrangendo mai la promessa iniziale dell'innamorarsi. In più non fu mai in qualche modo gelosa di lui, anzi divennero molto complici.

Quella relazione segreta però la rese più sicura oltre che popolare visto che lei e Leo sia a scuola sia in giro erano grandi amici. Piccolo spoiler: lei ha trovato poi un fidanzato, poi un altro con il quale adesso sta molto bene. Prima di quel momento, quando Leo la chiamava lei scattava e accettava tutto e, in questa storia, di certo è una delle ragazze più "abusate" anche se quello che ha fatto lo ha fatto sempre di sua volontà. CONTINUA
 
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Settima parte - Il faccendiere

Prima di tornare a raccontarvi delle vicende che ci hanno riguardato più strettamente, devo aprire una parentesi sul personaggio di Mario, il faccendiere del padre e dello zio di Leo. Il suo aspetto un po' trasandato gli dava di più dei suoi 55 anni: di media statura e con un accenno di calvizia, porta da sempre i capelli uniti all'indietro e poi raccolti in un orribile codino molto retrò al pari del suo abbigliamento. Magro, scavato in viso e spesso con la barba non fatta, lo vedevi perennemente con la sigaretta in mano.

Da oltre 20 anni è una sorta di Mister Wolf dello zio di Leo: conosce tutti quelli che contano, sa come muoversi e soprattutto è di totale affidamento. Quando arrestarono Leo è stato lui a smuovere mari e monti prima per ottenere i domiciliari e poi l'archiviazione. La missione come detto è stata perfettamente compiuta.

Nella sua agenda telefonica ci puoi trovare di tutto, dal cardinale al pappone dal senatore al mezzo mafioso. Mai stato sposato o fidanzato, ma le donne gli piacciono eccome, ora lo avevano mandato da noi per quest'altra "missione". Almeno una volta a settimana si vedeva con lo zio di Leo e facevano il punto della situazione, tutti discorsi a voce e senza telefonini per paura dei trojan.

Per Ivan e Leo era una sorta di zio acquisito e loro due, vista la sua presenza in città, si sentivano molto più tranquilli. Inizialmente si è stabilito in un piccolo hotel del centro a gestione familiare ma stava cercando casa al pari della sede per la società dei due rampolli. Per capire quanto sia viscido e quale fosse il suo modus operandi, vi racconto le prime due scopate che si fece da noi.

Nel piccolo hotel alcuni giorni era il solo ospite: già non che ci fossero orde di turisti da noi in più queste strutture subivano la forte concorrenza dei b&b. Il proprietario così gli chiese se - a fronte di uno sconto - in quei giorni poteva non servirgli la cena in modo da tenere la cucina chiusa. Lui rispose "certo non ci sono problemi, anche senza sconti figurati" visto che con il budget che gestiva non aveva di certo problemi di liquidità. In cambio però chiese se poteva utilizzare la stanza della tv per degli incontri di lavoro privati.

Il proprietario dell'hotel è un tipo oltre i 60 anni e con qualche guaio economico: l'hotel l'ha ereditato dal padre ma la crisi ben presto ha eroso il suo capitale. Quando era un rampante imprenditore però ha avuto modo di conoscere Isabel, emigrante dal Venezuela che chiedeva lavoro come cameriera ai piani. Di certo non passò inosservata e oltre a essere assunta presto divenne la sua moglie.

Hanno due figli il primo Santo che lavora nell'hotel e la seconda Eva che studia economia. La moglie è molto religiosa al pari dei figli ed è ancora una bella donna nonostante le quasi cinquanta candeline: carnagione mulatta, piccolina è la titpica sudamericana tutta tette e culo, con un fisico burroso ma anche ancora bella sodo, oltre a un viso dai bei lineamenti incorniciati da capelli neri corti. Anche a Mario non passò inosservata nonostante l'abbigliamento casto e il poco trucco.

Una sera Mario rimase a chiacchierare con il proprietario facedosi offrire da bere. L'uomo gli chiese degli affari e dell'hotel da dare in gestione: si confidò dicendo che per lui gli affari andavano male, che le banche si stavano mangiando tutto ma che di certo aveva l'esperienza per gestire una struttura del genere. In più visti i tanti posti di lavoro che si stavano creando, chiese se poteva fare qualcosa per i due figli in cambio di un soggiorno quasi gratuito illimitato.

Mario gli fece "in vita mia non sono abituato a dire cazzate o a promettere quello che non posso mantenere. Per l'hotel posso cercare di mettere una buona parola e di spingere la tua candidatura se mi mandi un prospetto di gestione ma non possono garantirti nulla. Per i tuoi figli il maschio lo conosco e mi sembra una persona molto serie ed educata, la femmina no ma immagino che sia altrettanto. Per loro posso dirti con certezza che posso tranquillamente farli assumere con contratti a tempo indeterminato. Però in cambio vorrei due cose".

Gli occhi dell'uomo si illuminarono "si si capisco il discorso e non fa una piega, per me va benissimo dimmi cosa vorresti in cambio". Mario allora fece come per guardarsi intorno e poi abbassando la voce disse all'uomo "noi stiamo guardando con interesse anche alle prossime elezioni comunali, mi devi garantire il pieno sostegno al nostro candidato e di cercare di portare più voti possibile".

Allora il proprietario senza chiedere neanche quale schieramento disse subito che poteva spostare tanti voti e che non c'erano problemi. "La seconda cosa poi qual è" chiese poi a Mario. "Ecco la seconda cosa è che vorrei che domani la colazione me la portasse in camera tua moglie, magari vestita in maniera sexy e che poi resti un po' in camera, giusto il tempo di approfondire la sua conoscenza" gli disse accennado un sorrisetto subdolo.

L'uomo sbiancò, fece un sorso al drink che stavano bevendo e gli fece "credo sia meglio che tu domani mattino te ne vada e farò finta che questo discorso tra di noi non c'è mai stato". Il giorno dopo così Mario scese con la valigia e saldò il conto tra lo stupore di Isabel mentre il marito non proferiva parola. Al momento dei saluti lui salutò solo lei "addio mia bella signora, lei è fortunata tuo marito la ama molto" e poi se ne andò.

Trovò alloggio in una pensione e accelerò con la ricerca degli immobili. Cercando su google la sua attenzione fu catturata da una agenzia immobiliare del luogo, di certo non la più grande, gestita da una certa Alice che metteva il suo bel visino nella home del sito: a 45 anni e con un figlio da crescere da sola, ancora poteva ritenersi una bella donna. Non molto alta e magra, però in forma visto che il poco tempo libero lo passava in palestra, il suo punto forte di certo è il viso: lineamenti molto belli, sguardo intenso e capelli a caschetto che si sposavano perfettamente con i suoi occhi color nocciola. Poco seno, con un sedere piccolo ma bello rotondo, curava sempre moltissimo il suo abbigliamento.

La donna prese una giornata solo per lui: gli mostrò diversi appartamenti e vari locali per l'ufficio. Nel tempo trascorso insieme lui le spiegò i suoi affari e a pranzo parlarono molto del centro commerciale, con la donna che senza girarci troppo intorno gli chiese se già avevano chi gestisse i locali sfitti. Lui disse che ancora non tutto era stato definito, poi nel pomeriggio tornarono nella sua agenzia.

Qui ad accoglierli c'era un'altra ragazza, Verdiana che io conosco bene in quanto gioca a volley con Miriam: ha 31 anni e la prossima estate si sarebe dovuta sposare, alta e magra senza particolari curve ma anche senza difetti, capelli biondi tinti più lunghi della sua capa e un naso aquilino che sfiura il suo bel viso, in generale è una donna molto carina e anche molto simpatica. Lavora da poco con Alice visto che il negozio dove lavorava prima ha chiuso.

I due andarono nell'ufficio di Alice e cercarono di fare il punto della situazione: a Mario interessava un appartamento e un locale per l'ufficio, ma in questo secondo caso la sua richiesta era che andava rimbiancato tutto. Poi le disse che per quanto riguarda il centro commerciale, avrebbe potuto senza dubbio mettere una buona parola ma... "vorresti uno sconto nella mia commissione giusto?" disse allora Alice, "no" rispose Mario "io verrei qui domani a firmare, magari orario di chiusura, e insieme a lei e alla sua assistente una volta firmato potremmo festegiare con una bottiglia di champagne e un po' di sesso sfrenato".

Anche in questo caso Alice trasalì, poi si alzò in piedi e dopo qualche secondo gli fece "solo io e te, in più mi firmi anche la gestione dei locali sfitti". "Tutte e due, non posso garantirti dei locali ma ti posso fare entrare in qualche affare a Roma visto che dietro di me c'è xxx". "No, non se ne parla senza certezze". Allora Mario si alzò e le disse di tenere il cellulare libero e di rispondere se chiemava un numero sconosciuto.

Dopo un'oretta le arrivò una chiamata da parte del padre di Leo "Pronto la signora xxx, salve sono xxx della xxx. Ho parlato poco fa con Mario e mi ha detto che con la sua agenzia ci potreste dare una mano con alcuni appartamenti qui a Roma. Io i prossimi giorni ho degli impegni, se vuole possiamo riparlarne la prossima settimana". Lei allora balbettando rispose "certo quando vuole, per me sarebbe una grande opportunità".

Alice allora mandò un sms a Mario "sei uno stronzo, ti riscrivo a breve". L'uomo si mise a ridere mentre era in un bar a fare l'aperitivo. Alice così parlò della cosa a Verdiana spiegandole che, visti i presupposti, le avrebbe potuto fare un contratto indeterminato se a Roma andava tutto bene, ma la ragazza scuoteva la testa e ripeteva "no non potrei mai, è troppo brutto poi ho anche il ciclo...".

Allora Alice scrisse questa cosa a Mario dicendo che lei era indisposta "meglio, così le scopo solo il culo" replicò l'uomo. Verdiana così fu ancora più rigida e Alice provò ancora e ancora a convincere la ragazza ma lei niente da fare "ma sei matta, dietro non l'ho mai fatto poi". Poi scrisse all'uomo "solo io, a me puoi fare quello che vuoi" e Mario replicò "ti ho dimostrato la mia serietà, cosa vorrei lo sai fatti sentire solo quando potrai soddisfare le mie richieste".

Proprio mentre Mario divertito chattava con Alice gli arrivò un messaggio dal proprietario dell'hotel "se vuoi puoi tornare in hotel, per noi quello che hai detto va bene". "Dopo cena arrivo" replicò lui, che così corse nella sua attuale pensione, saldò il conto, fece i bagagli e dopo aver cenato si presentò al primo hotel. Suonò e fu l'uomo ad aprirgli e senza dire una parola lo fece entrare.

"Tua moglie dov'è?" chiese Mario con tono autoritario, "è nella tua stanza a preparare la camera...". Mario senza dire nulla prese dalla tasca una pasticca di viagra e chiese all'uomo dell'acqua. Lui andò a prenderla camminando a rilento come un condannato a morte, poi lo guardò negli occhi e gli disse "se le fai del male o se qualcuno lo viene a sapere o se non mantieni la parola data, ti strappo gli occhi e le palle e te le faccio ingoiare. "Stai tranquillo, sono uno di parola, poi mi hai dato una buona idea, credo che per prima cosa ficcherò le mie palle nella bella bocca di tua moglie" e detto questo canticchiando se ne andò verso la camera. CONTINUA...
 
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Ottava parte - Il faccendiere bis

Quando entrò in camera trovò la donna che era seduta sul bordo del letto dopo che era stata avvertita dal marito che Mario stava per arrivare. Era vestita con un vestito estivo chiaro che metteva in risalto la sua pelle ambrata, per l'occasione si era allisciata i capelli e aveva messo del trucco in più oltre a un piccolo tacco. Nel complesso era molto arrapante con la scollatura che faceva intravedere due belle tettone.

"Cara Isabel, io ora metterò un conto alla rovescia di 1 ora. Se decidi di restare in questo lasso di tempo dovrai essere a mia completa disposizione, altrimenti puoi uscire e amici come prima". "si va bene resto, ma la prego nessuno deve mai sapere, nessuno la prego". Mario allora le andò incontro con la mano tesa, si strinsero la mano e lui fece partire il cronometro poi si tolse la giacca e si mise a sedere su una poltrona "adesso fammi vedere come sei fatta, spogliati".

La donna tremante iniziò a slacciarsi il vestito, poi lo fece cadere a terra e nel raccogliero mostrò all'uomo il suo culone sudamericano ancora sodo nonostante qualche ienvitabile smagliatura. Poi si mise in piedi davanti a lui in intimo cercando di coprirsi il grande seno e il pube. "Lo sapevo che eri una gran fica" disse l'uomo avvicinandosi iniziando a baciarla e palparla.

La donna era disgustata nel baciarlo e irrigidita si faceva palpare le tettone che presto furono liberate dal reggiseno: nonostante i due figli, si liberò una quarta misura abbondante - se non quinta - che ancora stava abbastanza su. Mario iniziò a leccarle le tettone mentre lei volgeva il volto all'indietro come a non voler guardare. Poi le tolse le mutandine scprendo una fica pelosa ma curata.

"Sei tutta asciutta" disse lui mentre aveva iniziato a penetrarla con un dito " che c'è, non ti piaccio?" scoppiando poi a ridere. L'uomo poi si staccò e si spogliò nudo: dal suo corpo peloso e magro emergeva una pancia gonfia, con il cazzo sotto già in tiro. In mezzo alle gambe teneva un pisello venoso, lungo una quindicina di cm e con una grande cappella tipo fungo.

Si sdraiò sul letto e le disse "vieni qui bellezza, ciucciami per bene il cazzo e per prima cosa lecami le palle e mettitele in bocca". La donna rimase impietrita per un momento poi con la faccia schifata fece come le era stato detto, leccando e mettendosi in bocca le palle pelose dell'uomo per poi passare a sbocchinarlo con lentezza, con la bocca serrata sulla cappella e la mano che lentamente andava in sù e in giù.

"Sputa sul cazzo poi mettitelo in mezzo alle tette" e la donna iniziò così una lenta spagnola ma poi Mario iniziò ad aumentare il ritmo "mica sei con quello sfigato di tuo marito, dai muovi quelle tette", poi le fece aprire la bocca e glielo ficcò dentro iniziando a scoparle la bocca tenendole la testa ferma. Come potè si liberò e tossendo gli disse "piano per favore, non così la prego". "Eh no, i patti sono patti, vieni qui e succhiamelo così come ti ho fatto vedere".

La donna allora in lacrime iniziò a provare a prenderlo in bocca fin dove poteva, con lui che poi iniziava a muoversi cercando di farlo entrare ancora di più. "Brava stai imparando, vediamo se ti sei bagnata... ancora niente, non ti piaccio proprio" e così iniziò a leccarle la fica penetrandola con le dita.

La donna stava muta anche se acocmpagnava i movimenti con il bacino, poi lui fece "forse ora ci siamo", si sputò sul cazzo e senza troppi complimenti la penetrò iniziando subito a scoparla forte facendo ballare come impazzite le tettone "siii che vacca che sei", mentre lei con i pugni stringeva le lenzuola e teneva serrata la bocca.

Poi la mise a pecora e la continuò a scopare molto forte con tanto di sonore pacche sulle chiappe "basta por favor, bastaaaa" si lamentava lei, poi si staccò e gli disse "non prendo pillola, per favore stia attento". "Ah ma lo potevi dire subito, vieni qui che ti inculo così non corriamo il rischio", "no no no questo no, fa come non ti ho detto niente" e allora lui "i patti sono patti, se non vuoi prendo me ne vado e addio hotel e lavoro per i figli. "Sei un bastardo, un figlio di puttana" gli urlò lei mettendosi piangere, lui non fece una piega e la mise a pecora iniziando a leccarle e a pentrarle il buchino prima con uno e poi con due dita.

"Aaaahhhhh no la prego la prego, ahhhhhh" disse quando le ficcò la cappella nel culo, si sputò sulle mani e si lubrificò l'asta e spinse più a fondo. Lei spofondò sul letto e lui sopra con il cazzo nel culo, iniziò a muoversi con lei che strillava e lo supplicava di fermarsi. "Ora ti rompo il culo bella zoccola" e mentre continuava non molto forte le prese la bocca iniziando a baciarla.

Furono dieci minuti per lei infiniti, con Mario che passò gli ultimi due ad andare più veloce poi si staccò e andò verso l'orologio mentre lei in lacrime corse in bagno a mettere dell'acqua fredda sul culo. Abbiamo ancora dieci minuti e così lui la raggiunse e, mentre lei era seduta sul bidet, si pulì sul lavandino il cazzo sporco di merda e poi se lo fece succhiare in maniera oscena "daiii pompa pompa che ti sborro" e dopo un paio di minuti le venne sul viso e sulle tette, mentre lei disgustata serrava la bocca e girava un po' la faccia.

Come fece per pulirsi lo sperma che le colava dalla faccia e dalle tette lui la bloccò "no no, prendi i tuoi vestiti e torna così dal tuo maritino". Il giorno dopo la mattina lei non c'era e il marito dopo avergli servito la colazione gli disse "ora devi essere di parola". "Lo sarò, ora devo parlare con una persona poi ti dirò. Nel pomeriggio si presentò con una persona che chiese di poter fare un giro nella struttura, poi se ne andarono. La sera Mario chiese che fosse presente anche Isabel.

"Come promesso per i vostri figli non ci sono problemi, quando inizieranno i colloqui basta che si presentino e poi possiamo anche concordare la posizione. Vostra figlia se è brava come si laurea può anche far carriera. L'hotel non posso darvelo in gestione ma qui potete scegliere: un lavoro per lui o per lei come responsabile". "No impossibile come facciamo con il nostro hotel".

"Ecco, vi volevo fare un'altra proposta. Per il vostro hotel posso offrirvi tot, è un po' meno del valore ma è una cifra che vi permetterebbe di pagare i buffi e mettere un malloppetto in cassa, in più tu potresti lavorare con un bel stipedio nell'altro hotel, dicendo che hai venduto per accettare quell'incarico. Noi qui ci facciamo degli appartmanti e, visto che ci vivete, uno a gratis sarebbe per voi. In cambio però la signora all'occorrenza dovrebbe cotinuare a essere disponibile a nostro piacimento così come lo è stata ieri sera".

"Tu sei un mostro, sei un porcooo" le urlò la donna scoppiado a piangere, e il marito allora "l'offerta per l'hotel ci può stare, ma vi prego lascia stare mia moglie già hai fatto i tuoi comodi", "prendere o lasciare, io vi sto offrendo il modo per risolvere tutti i vostri problemi, in cambio cara Isabel dovresti solo farti una bella scopatina ogni tanto". "Tu sei un bastardo, ho ancora male, vai a farlo fare a tua madre la puta" e così si alzò e ne ne andò. Il marito così affondò la faccia nelle mani e iniziò a piangere. "Amico" gli fece Mario "la prima parte del nostro accordo è valido, per il resto fammi sapere entro una settimana tanto io per un po' qui sto".

Mario così riprese a cercare casa e locale sempre continuando a tessere la sua tela di rapporti. Contattò diverse altre agenzie immobiliari e poi ricevette una chiamata di Alice che aveva aspettato che a Verdiana finisse il ciclo "possiamo vederci?". Fecero pranzo insieme e la donna gli disse "per noi va bene, ma con l'altra niente culo o altre cose strane", "mia cara, io credo di parlare chiaro, tutte e due a mia completa disposizione, per un'ora cronometrata", "sei un bastardo, ma come fai a non capire che già ci stiamo compromettendo al massimo" le disse la donna, con lui che per tutta risposta si alzò, pagò il conto e se ne andò.

Alice aveva convinto la sua aiutante facendole capire che senza quell'accordo il rischio di chiudere era concreto "poi altro che matrimonio, ti devi trovare un altro lavoro", mentre invece se avesse accettato... se la cosa fosse andata in porto per lei sarebbe stato pronto un bel contratto indeterminato. Dopo una lunga trattativa la ragazza si convinse e, alla fine, accettò anche la proposta irremovibile di Mario.

L'uomo così il giorno dopo si presentò all'agenzia verso sera: era palesemente ubriaco e fatto di coca, con due bottiglie di champagne in mano. Firmò i due cotratti di affitto per la casa e per la società, poi disse alle due di chiudere la porta e abbassare le tapparelle. Le due obbedirono e allora lui fece partire il cronometro "adesso prendete uno stappabottiglia e dei bicchieri".

Metre Alice stappava iniziò a baciare Verdiana e a toccarla con lei ferma e immobile. Quando la proprietaria dell'agenzia stappò la bottiglia lui andò da lei che ricambiò di più il bacio. Fecero un brindisi poi lui si riempì il bicchiere e si mise a sedere "dai troie spogliatevi, fatemi vedere come siete fatte". Le due obbedirono e lentamente rimasero totalmente nude. Allora lui si avvicinò sempre bicchiere in mano e iniziò a toccare la figa tutta depilata di Alice e quella semi di Verdiana che aveva solo un ciuffetto di pelo sopra il pube.

"Mmmm che belle fighette profumate", poi lui si tolse i pantaloni e le mutande e menandosi il cazzo mezzo moscio disse alle due di iniziare a baciarsi. Le due con grande imbarazzo iniziarono a baciarsi senza lingua, Alice si fece più audace e iniziò a toccare la sua dipendente che sospirava profondamente a occhi chiusi. Mario intanto continuava a bere e poi disse alle due "venite qui e succhiatemelo ora".

Nonostante l'impegno delle due il cazzo non voleva sapere di rizzarsi, l'uomo prese Verdiana e le ficcò tutto il cazzo molliccio in bocca schiacciandole il naso contro la pancia, poi fece lo stesso con l'altra. Mario sfarfallava e Verdiana allora le fece "tutto sto casino poi manco ti si rizza" e le due giù a ridere.

"Brutte troie ora vi faccio vedere io" sbiascicò l'uomo, le fece mettere in piedi a pecora con le mani appoggiate a una scrivania e poi prese del gel che aveva portato. Iniziò a oliarsi il cazzo e a menarselo, poi con la mano tutta oliata la ficcò quasi per intero nella fica di Alice e infine, mezzo moscio, glielo mise dentro. Iniziò a muoversi senza farlo uscire e il contatto con la fica fece il suo effetto, con il cazzo che dopo qualche minuto riprese vigore fino a raggiungere la piena erezione.

Ora la scopava con vigore facendola gemere, poi prese prese l'olio, se lo mise in mano e iniziò a penetrare con un dito il culo di Verdiana "mi stavi a prendere per il culo eh, ora ti prendo io per il culo brutta zoccola". "No piano per favore, è la prima volta pianooooooo" e Mario non fu "gentile" come con Isabel, ma iniziò subito a pompare forte tra le urla disperate della ragazza.

"Chi è il cazzo moscio eh puttana, guarda come ti rompo il culo" ma alla alla fine intervenne Alice "per piacere fermo, le fai male", "ma che male guarda come gode la troia" e così dicendo si sfilò iniziandò a masturbarla con due dita come per farla squirtare. "Vieni qua allora che adesso inculo anche te" e allora iniziò a inculare Alice dopo averla oliata "sei bella aperta tu invece eh, ne hai presi di cazzi in culo".

Verdiana invece si era messa a sedere tutta stravolta "ehi tu che fai, vieni qui", la ragzza si alzò ancora frastornata e dolorante e come fu a tiro di Mario lei la prese per la nuca, la fece mettere a terra e le ficcò la faccia tra le sue chiappe "leccami il buco del culo troia, così la prossima volta ci pensi due volte prima di prendermi per il culo".

"No basta ma quando finisce questa tortura" protestò lei dopo qualche secondo, "ahahahah ora mi piacete care le mie troiette, abbiamo ancora 15 minuti". Ripassò allora prima il culo di Verdiana e poi quella di Alice, poi sprofondò su un divanetto e costrinse la ragazza a leccargli il buco del culo e la donna a succhiarglielo fino in fondo tra rumori osceni.

Quando suonò il "gong" lui ancora non era venuto, "prendi le tue cose e vattene" e lui ridendo di cuore si rivestì con il cazzo ancora duro poi fece ad Alice "fammi sapere quando l'appartamento è pronto, la prossima volta vi voglio scopare con calma sul letto", "non ci sarà una prossima volta vecchio porco schifoso e se non mantieni le tue promesse ti denuncio" rispose la proprietaria.

"Tranquilla, tranquilla, chiamami..." blaterò l'uomo uscendo dalla porta poi, visto che la vietta laterale era deserta, si tirò fuori il cazzo e si masturbò per un paio di minuti per poi venire sul finestrino e sullo sportello della macchina di Alice. "Cazzo moscio a me, pff..." bofonchiò l'uomo prima di riavviarsi barcollando verso l'hotel. CONTINUA...
 
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Nona parte - Le festa di compleanno

Tornando a noi io in quel periodo ero molto confuso visto che troppi avvenimenti si stavano susseguendo quasi a ritmo frenetico stravolgendo quello che era il mio tranquillo stile di vita. Non che le nuove situazioni non mi piacessero, però avevo il sentore che non tutti quei cambiamenti alla fine potessero rivelarsi un fattore positivo.

Ero molto felice della nuova amicizia con Leo, anche perché il frequentare lui ci faceva guadagnare punti anche agli occhi degli altri, ma ammetto che di questo a me importava molto meno rispetto agli altri.

La cosa che più mi preoccupava in quel periodo invece era Flavio. Ormai facevo fatica e farlo ragionare e per la prima volta in vita nostra litigammo. Mi disse che voleva riprendere i miei mentre scopavano perché Stella - mia madre - era “troppo arrapante con quella faccia da troiona”.

Gli dissi di no, che non se ne parlava, e lui insistette dicendomi che però io avevo visto tutto di sua madre. “Io non ti ho mai chiesto nulla, hai fatto tutto tu” e speravo di averla chiusa lì la cosa ma lui poi continuò a insistere. Alla fine gli risposi male e lui fece altrettanto e ci mandammo entrambi reciprocamente a fanculo. Il giorno dopo però lui mi chiese scusa e mi fece “prendi questo (un caricabatterie con camera incorporata), se vuoi usalo e poi ci seghiamo insieme come abbiamo sempre fatto, altrimenti fa lo stesso. Sei il mio migliore amico e non voglio farti incazzare”. Presi il dono e gli dissi che per me era come se non fosse successo nulla.

La tentazione di posizionarlo mi venne - devo ammetterlo - ma lo riposi nel cassetto e basta. Flavio però non mi stava piacendo anche per altri motivi. Era impazzito per essere stato fuori dalla tresca di Nicola con la madre, poi pressava Miriam per farsi scopare ancora dall’uomo o da altri.

Un giorno io, lui e Simone, andammo a casa di Leo e ci trovammo anche Ivan che stava lavorando al computer montando alcuni video. Flavio gli si appiccicò chiedendogli duemila cose sul programma che stava usando e il ragazzo si dimostrò molto gentile nel dargli più risposte possibile anche se alla fine fece ridendo “basta amico, ora ho bisogno di un bel cannone…” e se ne andò a fumare svaccato in giardino.

A Simone piaceva Ivan, ce lo confidò la prima volta che lo vide, anche se lui non si sbilanciava mai in queste cose. Gli unici ragazzi con cui cinguettava erano quelli che conosceva su apposite app per gay. Anche lui però non sapeva una cosa di Ivan.

In quel periodo Mario aveva iniziato a fare dei colloqui per la società dei due ragazzi e, come da accordi, alle donne spesso ci pensava Ivan. Leo invece non entrò mai in queste cose: non che se ne fregasse del business, anzi era maniacale nel seguire gli sviluppi, ma andando ancora a scuola non aveva tempo e anche autorevolezza per fare dei colloqui di lavoro.

Il padre e lo zio di Leo bacchettarono un po’ Mario quando lui raccontò delle scopate con Isabel prima e con Alice e Vediana poi, “non esagerare vecchio porco, le cose stano andando bene e non mandiamo tutto a puttane” gli dissero ma la cosa comunque soprattutto allo zio non dispiaceva affatto, e così nei colloqui cercarono di mantenere una certa professionalità ma a volte Ivan esagerava un po’.

Una di quelle volte fu quando si presentò Marta, la madre di Simone. Anche se vestita con un semplice jeans, un bel tacco e una camicetta, lasciò il ragazzo letteralmente a bocca aperta per la sua bellezza. Naturalmente lui non sapeva che fosse la madre di Simone e lei ignorava che il ragazzo conoscesse il figlio: Marta andò a quel colloquio senza dire nulla anche al marito, voleva un lavoro migliore e aveva paura che questa ricerca potesse ulteriormente mettere sotto stress l’uomo.

Lei si propose come segretaria ma preferiva un rapporto full invece che part-time. Ivan le chiese di parlargli un po’ di lei, allora la donna iniziò dire che era sposata, madre di figli ormai grandi, che aveva lavorato come indossatrice etc…

“Peccato che lei è sposata, non posso invitarla a cena quindi” fece Ivan con un tono scherzoso, Marta allora si irrigidì “con tutto il rispetto, ma lei pensa che io sia nata ieri??”. Allora lui cercò di riprendersi “guardi era una battuta, non volevo essere offensivo”, ma la donna non si calmò “il mio cv lo ha avuto, se cercate una segretaria mi tenga presente se invece cerchi solo una da portare a cena allora lo può buttare nel cestino, buonagiornata” e si alzò andandosene.

Mario poi gli disse “hai beccato proprio lo stronza ahahahah, occhio però affonda solo quando capisci che di fronte hai una giostrabile non una con le palle”. Leo invece commentò “a fratè, te l’ho sempre detto che fai battute del cazzo” e poi tutti e due a ridere.

In quel periodo, eravamo tra settembre e ottobre, eravamo presi anche dall’organizzare la festa di compleanno di Simone. Flavio si offrì di organizzarla a casa sua “stiamo nel rustico e chi vuole può stare in giardino” con i suoi che accettarono.

Simone fu ben contento visto che u vari locali gli spararono cifre molto alte. In verità sapevo bene qual era lo scopo di Flavio: rimettere le cam spia nei bagni e probabilmente anche nelle camere. “Anche se sei una carogna non temere, poi ti renderò partecipe dei video” mi fece a quattro occhi palesandomi il suo piano.

Il giorno della festa Marta stette tutto il giorno a casa di Flavio a preparare il tutto facendosi aiutare dalla madre del padrone di casa. Poi le riservò una camera con bagno per potersi preparare alla festa. Come seppi la cosa, mi eccitai molto sperando che Flavio avesse fatto quello che credevo visto che non mi rese complice dei vari dettagli: di sicuro riconobbi una camera nel bagno dei maschi e in una stanza adibita a guardaroba.

La festa fu inizialmente una cena alla presenza dei parenti e degli amici più stretti, compresi i miei genitori, ma verso le dieci iniziarono ad arrivare gli amici con Ivan che si offrì di fare il dj. In totale vennero oltre una cinquantina tra amici di scuola e del pub, fu una bella festa con i genitori e i parenti che vennero a salutarci verso la mezzanotte per poi andare via. Era presente anche Anna, la sorella di Simone, che durante la festa fece la conoscenza di Leo: i due parlarono molto ma la cosa finì lì.

Simone a fine serata chiese a Ivan quale fosse il suo compenso per il lavoro in un momento che erano solo loro due ma lui rispose “per te è sempre gratis” e poi gli sorrise, il mio amico allora - che aveva bevuto molto - gli si avvicinò guardandolo negli occhi e gli accarezzò il volto facendo come per baciarlo.

Ivan allora si spostò “Simone ehhhhmmmm no, sei un ragazzo molto simpatico però… questo no”. Allora Simone “scusa scusa, oddio che vergogna oddioooo” ma Ivan cercò di tranquillizzarlo “va tutto bene tranquillo, dai andiamoci a fare una canna” e così i due andarono in giardino e Simone gli raccontò del suo segreto e allora Ivan gli fece “stai tranquillo, per me è come se non fosse successo nulla ma, se vuoi un consiglio, prima o poi dovrai affrontare la questione con tuo padre”.

Quella notte tornato a casa mi feci una gran sega pensando ai possibili video di Flavio, mentre Ivan tornando a casa con Leo gli fece “cioè non ci crederai mai… sai quella del colloquio, della cena, che se ne è presa è andata? Beh è la madre di Simone, ti giuro…”, “no dai ma lei ti ha riconosciuto??”, “certo, mi ha lanciato un’occhiataccia incredibile quando io ho abbozzato un saluto”. Allora Leo “comunque è proprio bona, di gran classe, però ti prego non mi far fare sputtanate. Anche Anna la sorella non è male, anzi è proprio bona, ha fatto qualche lavoro come hostess quasi quasi le dico se vuole una mano nel lavoro…” e giù altre risate.

Il giorno dopo - era domenica - ero in attesa di un messaggio di Flavio. Mi scrisse invece Miriam che aveva casa libera ma, per quanto stavo eccitato, venni prima appena iniziò a leccarmelo, poi praticamente in mano a lei e solo alla terza me la scopai per una decina di minuti.

Tra me e me mi dicevo che dovevo concentrarmi di più su di lei, anche perché Miriam era sempre più calda e vogliosa, ma voi cosa avreste fatto a posto mio? Come dire no a una possibilità del genere?

Flavio il lunedì a scuola mi fece “oggi pomeriggio hai allenamento?”, “no, domani”, “allora vieni a casa a studiare ok?”. Non me lo feci ripetere e quando arrivai in camera sua lui era già pronto al pc “allora Michè, da dove fuori iniziare dai cazzi o dalle fiche?”, “che domande, da tua madre!!”.

“Allora iniziamo dalla tua”. Mamma alla cena era vestita con una gonna nera fino al ginocchio e con una maglia aderente, poi calze e tacco di ordinanza. “Sorpresa!!” Disse lui quando mia madre in bagno alzando la gonna per pisciare mostrò un bel paio di autoreggenti e un micro perizoma “sempre in tiro la troia eh??”.

Mi eccitò molto la tettona della madre di Maria che aveva una fica totalmente rasata, poi commentammo alcune amiche e il culo di Giada. Prima del gran finale però ti faccio vedere un po’ di cazzi. Si soffermò su quello di Leo “vabbè sembra messo bene”, poi Ivan in bagno ogni volta si faceva una bella tirata di coca, con Flavio che lo soprannominò cazzo a spillo: ce l’aveva abbastanza lungo, sui 18-19cm, ma molto fino con una cappella grande e rosea.

“Ma Marta?” chiesi io, “eccoti accontentato, aspè che prendo altri fazzoletti”. Ci segammo insieme mentre scorrevano le sue immagini mentre si spogliava per cambiarsi e si sistemava in bagno. Non è una donna, è una statua, poi con i capelli tutti raccolti dietro sembrava una principessa. Non sapevamo però che proprio in quel momento lei stesse vivendo probabilmente il pomeriggio più brutto della sua vita.

Ivan quella mattina la chiamò e lei fece “sono a lavoro, non posso parlare”, allora lui le disse che sarebbe passato in profumeria quando aveva pausa. “Delle tue scuse non me ne faccio nulla” disse subito lei come lui arrivò “anzi, ti volevo far sapere che non sono più interessata al vostro lavoro”.

“Ma quale lavoro, al massimo tu puoi vendere due profumi” gli fece lui facendola divampare, “vattene subito maleducato, e stai lontano da mio figlio viziato arrogante che non sei altro”. “Vedi io sono qui proprio per parlare di tuo figlio, vedi quel piccolo frocetto ha provato a baciarmi e a toccarmi”.

“Stai mentendo brutto bastardo”, allora Ivan gli mostrò un pezzo di chat in cui il mattino dopo Simone si scusava ancora per la sera prima. “lui… lui è piccolo, è confuso… magari aveva bevuto un po’ troppo” disse lei imbarazzatissima a testa bassa, “chissà cosa mi direbbe tua marito se gli raccontassi questa storia” fece allora Ivan.

Marta si pietrificò e lo guardò negli occhi “sei un lurido bastardo, una persona spregevole, pensi che non abbia capito dove vuoi arrivare??”. “Brava sei intelligente, allora hai capito che in cambio voglio scoparti, vieni a casa mia oggi pomeriggio”.

“Non se ne parla che vengo da te, tu sei matto”, allora lui “o oggi pomeriggio mi fai schizzare come una bottiglia, oppure domani mattino vado da tuo marito”. Lei andò in cassa, scrisse qualcosa su un pezzo di carta e poi gli dette il biglietto “è un nostro magazzino, fatti trovare lì fuori dalla porta alle 4 in punto, come senti aprire la porta entra ma prima bada bene che nessuno ti veda”.

“Voglio che tu dentro sia vestita da gran troia come quella che sei” le fece Ivan, “tu mi chiami troia e allora io farò la troia: come vieni smammi e scompari dalle nostre vite”, “affare fatto, però ti voglio anche inculare visto che vuoi fare la troia”, “vattene che devo riprendere a lavorare”.

Ivan si presentò puntualissimo fatto al punto giusto. Alle 16 in punto sentì la porta aprirsi, lui si guardò intorno e poi aprì: dentro era tutto buio e per un attimo temette che dietro ci fosse il marito a riempirlo di mazzate. Quando chiuse la porta invece si accese la luce e vide Marta in tacchi a spillo, calze azzurro oceano, come il resto dell’intimo.

Lui rimase fermo e allora lei “che hai fatto bimbo, hai perso tutta la spavalderia? Non hai mai visto una donna prima in vita tua?”, “di troie come te?? tante, vediamo se sei la migliore” e così facendo si fiondò addosso a lei con Marta che lo pomiciava con foga tastandolo da sopra i pantaloni.

La strategia della donna era chiara: fare la parte di quella che ci stava per eccitarlo e farlo venire il prima possibile. Quando lo spogliò così iniziò a fargli un super pompino, menandolo veloce con la mano e risucchiando la cappella con la bocca. “Che bocchinara che sei, mi fai morire… tieni prenditelo tutto” e così dicendo glielo ficcava tutto in gola con lei che si dimostrò una autentica gola profonda.

Come capì che non era vicino a venire si staccò da quel trattamento brutale. Il magazzino era pieno di bauli ma c’era anche un vecchio divano dove la donna aveva messo delle coperte pulite. Si spogliò tutta e si misero a 69 con lei sopra e lui sotto: mentre se la faceva leccare, lo segava quasi a volerglielo staccare.

Imbottito di coca - ma non eccessivamente - Ivan invece era molto lontano dal venire “ora mettimi il preservativo con la bocca, come fanno le puttane come te”, poi una volta fatto se la fece venire sopra: la scopava forte baciandola e leccandole le tette, poi iniziò a metterle qualche dito nel culo.

A pecora lo stesso servizio, Marta godeva ormai preso dal momento (Ivan è anche un bel ragazzo) “scopami stronzo dai, scopami più forte dai brutto porco daiii daiii”, Ivan non se lo faceva ripetere dandole sonore pacche sulle chiappe.

Poi affogò la faccia sul culo, sputò sul buchino e iniziò prima con uno poi con due dita prima di cambiarsi il preservativo. Come le fu dentro a pecora lei fece seria “fai piano” iniziando ad accompagnare i movimenti con la mano. Come il culo si fu abituato al cazzo, tolse la mano e allora Ivan iniziò ad andare forte.

“Mi sfondi cazzoooo piano pianoooo” e allora lui la inculava senza tregua insultando lei, il frocio del figlio e il cornuto del marito. La inculò alla missionaria e poi in piedi con lei appoggiata agli scaffali “porcoooo, sei un porcooo guarda che mi stai facendo” ma ormai lei aveva perso ogni freno e sgrillettandosi raggiunse un rumoroso orgasmo “ti servivo io per godere eh zoccolona, dai ora fai sborrare me”.

Lei allora si attacco al suo cazzo leccandolo per tutta la lunghezza e poi ficcandoselo in gola. Il trucco ormai era tutto disfatto per il sudore al pari dei capelli, con Ivan che dopo oltre mezzora di scopata furiosa le sborrò in faccia mentre lei stava con la bocca aperta ad aspettare. Senza che il ragazzo dicesse nulla poi iniziò a ripulirgli il cazzo poi guardandogli negli occhi fece come per stritolare il cazzo “ora sparisci dalle nostre vite, sennò te lo taglio”.

Ivan tutto sudato sbottò a ridere e si lanciò sul divano “prima dammi però un bicchiere d’acqua e un asciugamano. Si rinfrescò alla meno peggio e si rivesti mentre lei già era in tuta con i vestiti e le lenzuola in un borsone “sparisci”.

“Vado vado caro il mio troione, comunque mi hai convinto ad assumerti… se vuoi venire a parlare di ral del contratto indeterminato che ti aspetta come una delle responsabili vendita del nuovo centro commerciale il mio numero ce l’hai”. La donna ci rimase poi fermò il ragazzo, aprì la porta per controllare che non ci fosse nessuno, poi gli dette come una spinta per farlo uscire. CONTINUA…
 
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Decima parte - Onora il padre

Arrivati a questo punto credo che sia utile chiarire lo stato delle varie situazioni prima di andare avanti. Dal punto di vista temporale eravamo a inizio ottobre e noi eravamo molto eccitati perché a metà mese saremmo andati in gita di quinto a Parigi e, tra di noi e in classe, quasi non si parlava di altro.

Andando in ordine, in quel periodo Nicola (il giardiniere) e Sara (la mamma di Flavio) si rividero un’altra volta sempre a casa dell’uomo; anche in questo caso fu una scopata molto spinta e passionale, ma Flavio venne tenuto all’oscuro visto che - ancora - non si era deciso a pagare quanto richiesto da Nicola anche perché si trattava di cifre impegnative nonostante la sua disponibilità. Il mio amico però era furioso per questa cosa e, un paio di volte, provò a seguire la madre nella speranza di vederla andare da lui ma senza successo.

Sara era molto presa dal lato sessuale da quella tresca ma, essendo anche intelligente, non tirava troppo la corda limitando gli incontri anche se avrebbe voluto farsi dare una bella ripassata molto più spesso: nonostante Nicola sia di viso molto brutto, la virilità e i suoi modi rudi eccitavano molto quella brava madre di famiglia dell’alta borghesia.

Veniamo ora a Mario. Anche se il suo appartamento era pronto da subito - per l’ufficio invece i lavori erano in corso - temporeggiò molto per fare un piccolo trasloco visto che comunque continuava a stare in hotel tra l’imbarazzo dei proprietari.

Anche chi della cricca della società doveva fermarsi in città li faceva pernottare lì: tutta gente distinta e garbata tra cui anche lo zio di Leo che fermandosi a parlare con il proprietario nella sala bar gli disse “sono a conoscenza che Mario vi ha fatto una proposta e che ancora non avete risposto, beh da parte nostra è sempre valida e come vedi Mario è una persona particolare ma di parola”.

Nei giorni precedenti infatti i figli della coppia avevano sostenuto il colloquio con la società xy, quella del centro commerciale. I colloqui venivano fatti da Bruno ma, quando era qualcuno raccomandato da Mario, l’uomo era presente anche lui come a voler controllare che tutto andasse liscio.

Bruno comunque era di totale affidamento. Fu il primo a essere assunto come responsabile delle risorse umane: oltre a selezionare i cv e a fare i colloqui, organizzava i turni insieme ad alcuni collaboratori ed era una sorta di collante tra la direzione e i lavoratori. Del posto e molto conosciuto, non era un mistero la sua omosessualità anche se di certo non era una macchietta: in passato aveva lavorato con diverse buone aziende e per lui ora c’era la grande opportunità.

Ecco un aggettivo che gli si addice è di certo arrivista: a 40 anni passati per lui contava solo la carriera e non si faceva scrupoli pur di raggiungere il proprio scopo, specie che ora era arrivato in una società che gli avrebbe permesso di guadagnare bene e di fare strada. Bruno divenne così una parte fondamentale del “sistema xy” ma ve lo spiegherò meglio in seguito.

Per primo al colloquio si presentò Santo - il figlio più grandi di quelli dell'hotel - e il giorno dopo gli venne offerto un contratto indeterminato nel supermercato come addetto al box. Il padre poi disse a Mario che la figlia che studiava fuori sarebbe arrivata soltanto la mattina direttamente al colloquio visto che stava preparando un importante esame: avrebbe fatto giusto una toccata e fuga con il treno.

Quando Eva si presentò la accolse Bruno e fu Mario a rimanere frastornato questa volta: entrò una ragazza giovane, non molto alta come la madre ma con la carnagione un po’ più scura rispetto a lei. Capelli nerissimi e molto mossi quasi ricci, di viso carina con un sorriso molto bello e sincero. Vestita con un paio di jeans e scarpe basse, dal cappotto leggero spuntava fuori un rigonfiamento indicibile all’altezza del petto.

Anche Mario si presentò e la invitò a mettersi comoda. Lei allora si tolse il cappotto facendo intuire di avere - oltre a un culo abbondante - un seno incredibile che sembrava voler esplodere nonostante la maglia un po’ larga che indossava.

Come il fratello anche lei era molto educata, mostrandosi anche brillante e intelligente. Mario le chiese se fosse sposata e lei ridendo “no no, prima mi dovrei fidanzare”. Anche se raccomandata, una come lei di sicuro poteva dare qualcosa all’azienda anche sul piano del lavoro, poi con quelle tette a Mario ribolliva il sangue.

L’uomo però evitò la sera di fare battute sull’aspetto fisico della ragazza ai genitori con cui si era fermato a parlare: vostra figlia si vede che è in gamba, per lei è pronto un contratto in amministrazione con flessibilità oraria per permetterle di continuare a studiare e laurearsi visto che non le manca molto. Però il contratto lo firmerà quando tornerà fissa qui, sta a lei decidere.

“Quanto a voi - continuò poi Mario - io lunedì prossimo mi trasferisco nell’appartamento, entro quella data vorrei avere una risposta definitiva da voi”. I due rimasero in silenzio e l’uomo se ne andò, ma due giorni dopo lo chiamarono a colloquio.

“Io… io - quasi balbettò la donna a testa bassa - cosa dovrei fare di specifico”. Mario sorrise e le disse “non temere, non è che ti mettiamo a fare la puttana in strada… diciamo che ogni tanto si ti diciamo di fare divertire una persona, tu lo devi fare come lo hai fatto con me. “Si ma con chi? E se poi mi sputtana??” continuò lei, “tranquilla che quello che succede con noi rimane solo tra di noi, con chi io questo non te lo so dire, ma di certo solo gente distinta non straccioni”.

Isabel allora si alzò facendo un cenno al marito che fece “noi accettiamo l’offerta, sarò io a venire a lavorare con voi, ma vi prego la massima discrezione e soprattutto di essere gentili con mia moglie, ve ne prego…”. Il passo successivo poi fu l’inizio delle varie parti burocratiche ma anche questa volta Mario e lo zio di Leo furono rispettosi della parola data.

Lo stesso fecero con Alice, la titolare dell’agenzia immobiliare. Lei poi affittò altri due appartamenti a due persone della xy che da Roma sarebbero dovuti venire a lavorare e vivere nella nostra città. Nel frattempo i lavori al centro commerciale procedevano spediti: l’obiettivo era quello di aprire almeno un mesetto prima di Natale, visto che lo svincolo era già operativo e i flussi di auto in zona veramente importanti.

Arriviamo ora a Leo. In quei giorni arrivò la notizia della sua archiviazione - l’avvocato gli disse di non chiedere risarcimento per la detenzione visto che questo garbo con la Procura poteva sempre tornare utile - e si vide che ne fu molto sollevato. Per il resto si era ambientato molto bene in classe, dove aveva buoni rapporti con tuti.

Un episodio è significativo. Un nostro compagno, scusate il termine ma il più sfigato, doveva compiere 18 anni e andò per alcuni giorni fuori con i genitori. Lui quando seppe del motivo della sua assenza fece: quanto devo dare per il regalo? Noi ci guardammo tra di noi e la rappresentante - una chiattona sinistroide - disse che non ci avevano pensato visto che non faceva la festa.

Lui allora fece “vabbè ho capito ci penso io” facendoci tutti rimanere di merda. In un paio di giorni si procurò la maglietta originale di un famoso giocatore della capitale - della squadra che il nostro compagno era sfegatato tifoso - con tanto di foglio autografato da lui e altri giocatori.

Leo si presentò con il pacchetto dandolo alla rappresentante “c’è un biglietto, mettete le vostre firme e questo è il regalo della classe”. Quando lui scartò il regalo quasi pianse per la felicità. Leo è così: di certo non un santo, anzi sa essere anche molto stronzo, ma il cuore di certo non glie è mai mancato.

Con Giada dopo la loro scopata la sera le scrisse “domani vogliamo studiare di nuovo insieme?” con tanto di faccine, e la ragazza rispose “credevo che non me lo avresti mai richiesto…”. Si rividero diverse volte e diventarono una sorta di scopamici del cuore.

Lei diceva a lui che non le piaceva il suo aspetto fisico: non ho tette, di viso sono brutta poi il culo è troppo grande!! Leo le ripeteva che invece il suo era un fisico armonico e che il culo era una cosa eccezionale. Le diceva che doveva migliorare solo nel make-up. Giada chiese consiglio a Miriam che però, avendo un viso molto bello acqua e sapone, non facevo un grande uso di trucchi.

La sorella così la aiutò molto anche se Giada non cambiò il suo modo di essere: vestiva sempre uguale, magari il sabato dei pantaloni più attillati, ma iniziò solo a curare un po’ di più il viso iniziando ad andare in palestra insieme a Ilaria entrambe per mettere su un po’ di massa muscolare vista la magrezza.

Giada non solo si faceva sbattere a piacimento da Leo, ma era lei a proporre cose nuove: già al terzo incontro chiese al ragazzo di incularla, come aveva visto fare tante volte nei film porno che guardava masturbandosi a casa.

Come detto fu molto intelligente a non innamorarsi di Leo, ma guadagnò tantissima popolarità facendo rosicare in tante nella nostra scuola che magari li vedevano fare colazione insieme e parlare come due grandi amici. Una sera al pub poi si fece riportare a casa da un ragazzo più grande ma, come disse a Miriam, era molto carino però non l’ha fatta godere come invece faceva Leo.

Ecco Miriam. Lei diventava sempre più bella: finì a sviluppare con le tette che passarono da una prima a una bella seconda, il culo divenne più grande e muscoloso grazie agli allenamenti con la squadra e soprattutto era sempre più porcellina.

Anche io ero sempre più un bel ragazzo, anche se restavo sempre il solito nerd con la felpa dei Metallica o dei Megadeth. Una sera mentre ci appartammo in macchina lei mi disse di comprare dei preservativi ritardanti, cosa che mi fece pensare molto al fatto che io non riuscissi a stare al suo passo sessuale. Lei era sempre più biricchina: una volta a scuola mentre ci stavamo baciando appartati si alzò la maglia mostrandomi il seno nudo “dai toccami, dai che non vede nessuno”, mentre quando scopavamo in macchina mi diceva cose tipo “è tutto il giorno che penso al tuo cazzo e alla tua sborra” oppure “dai scopami come una troia”. Tutte cose che mi facevano sborrare dopo pochi secondi.

In più presi la decisione di spiare mia madre. La presi un pomeriggio che la dovetti accompagnare a comprare una cosa “tu mi rubi la macchina e quindi ti tocca farmi da autista” mi diceva scherzando. Era vestita sexy com sempre, scese dall’auto e io la aspettai dentro. Passò di fianco a un bar dove due muratori credo la seguirono con lo sguardo mentre passava per poi fare delle smorfie tra di loro, dicendosi qualcosa e poi ridendo.

La cosa me lo fece venire duro: grazie a Flavio le avevo visto la fica e il culo, ma ora decisi di provare a piazzare il caricatore in camera dei miei. La posizione però non era delle migliori, la beccai nuda anche se vedevo poco e beccai anche una scopata tra i miei un sabato dopo pranzo che io ero andato a giocare.

Entrarono in camera parlando delle solite cose spogliandosi quasi in nonchalance. Una volta nudi, sul letto lei lo sbocchinò per diversi minuti poi mio padre, non molto dotato ma un bel toro, la scopò dopo aver messo un preservativo a pecora con vigore, poi alla missionaria, poi di nuovo a pecora accelerando quando si accorse che stava facendo tardi a venire alla partita.

Le sborrò sulle tette e credo anche in faccia: la camera riprendeva da lontano e la visuale non era ottima, in compenso l’audio era più soddisfacente. Mia madre godeva e urlava come una ossessa - ecco perché per scopare aspettavano di essere soli - e non faceva altro che dire a mio padre “più forte più forteee siii cosìììì scopami tutta così”. Mio padre invece parlava poco ma in compenso la martellava senza sosta, complimenti.

Mi ci feci delle gran seghe poi cancellai tutto. Quel giorno però successe anche un’altra cosa. Andai a giocare prendendo la macchina di mio padre e misi il borsone dietro. Quando lo andai a prendere mi cadde il cellulare e riprendendolo vidi a terra un piccolo pezzo della confezione di una preservativo.

“Ecco dove scopano i due maiali” pensai tra me e me, ma quella sera avevo altro in mente. I miei infatti avevano una cena a Roma e restavano a dormire alla casa al mare, poi il giorno dopo avevano un pranzo ai Castelli. Miriam ottenne dalla madre il permesso a restare a dormire fuori e naturalmente dopo il pub venne a dormire a casa.

Aveva con sé uno zaino per la notte e, un po’ alticci, iniziammo subito a pomiciare e a toccarci. “Aspettami in camera, ho una sorpresa” mi disse e andò in bagno. La aspettavo in mutande e lei si presentò tutta nuda con addosso solo calze autoreggenti e un minuscolo perizoma che scompariva tra le sua meravigliose chiappe: con i tacchi che indossava già da prima, era una meravigliosa giovane cavalla.

“Ti piaccio” mi disse ridendo. Le saltai addosso iniziandola poi a leccarla tutta: per l’occasione si era disboscatata la fichetta, non del tutto, visto che anche le compagne di squadra la prendevano in giro. Poi fu lei a iniziare a succhiarmi il cazzo: era sempre più brava, me lo ciucciava prendendolo quasi tutto in bocca per poi leccalo dicendomi cose sconce. Le sborrai in bocca e in faccia quasi subito, poi mi fece “scopami mentre sono tutta sporca di sborra” e la scopai alla missionaria.

Lei mi metteva le mani sulle chiappe e gestiva il movimento, giocava con il bacino fino a quando veniva, per poi iniziare a dire di scoparla forte. Come aumentai il ritmo però venni poco dopo nel preservativo. Così andammo a farci una doccia, ci mettemmo a vedere una serie e ci addormentammo abbracciati.

Il mattino dopo la colazione Miriam mi fece “perché non mettiamo qualche video porno??”, io mi misi a ridere e lei “dai andiamo che per pranzo devo stare da nonna”. Acceso il pc andammo su una piattaforma e lei disse che sceglieva lei.

Mise una cosa abbastanza soft e patinata, due belle ragazze che si toccavano e leccavano e poi arrivava un ragazzo per una scopata a tre. Lei mi menava il cazzo e il le toccavo la fica tutta bagnata. Commentava le due ragazze e poi il ragazzo “beh sono più fortunata io” disse ridendo alludendo alle dimensioni non esaltanti dell’attore. Poi si fiondò sul cazzo iniziando a succhiare.

Stranamente durai abbastanza “anche io sono più fortunato, lo succhi meglio di loro!!”, allora lei baciandomi “sono meglio di una pornostar?? Wow…”. Quando iniziai a leccarlo quando stava per venire mi fece “mettimi un dito nel sedere, però piano” e così dicendo mi leccò l’indice. Così feci: era stretto e avevo paura di farle male, ripresi a leccarla contemporaneamente e venne in nemmeno un minuto.

Poi si piazzò a pecora al centro del letto “adesso scopami maiale!!”, così iniziai a scoparla a buon ritmo con le sue chiappone sode che vibravano sotto i miei colpi. Per la prima volta in vita mia fui audace: mi staccai, le sputai sul buco del culo, poi presi a scoparla in figa mettendole un dito nel culo. “Maiale sei un maialeeee” mi urlava Miriam godendo e, come si accorse che stavo per venire, si staccò togliendomi il preservativo facendosi sborrare in bocca.

Se in passato Giada e Miriam ascoltavano le scopate che Maria e Ilaria si facevano, adesso erano loro che tenevano banco: peggio di noi maschietti, davano pareri e si scambiavano consigli. Maria però in quel periodo era parecchio giù e non solo per il comportamento di Flavio.

Il pomeriggio e il sabato lo passava alla lavanderia della madre a dare una mano visto che non poteva più permettersi una aiutante. Oltre a dei caffè con le amiche, con noi ci vedevamo solo il sabato sera e la domenica pomeriggio. Un po’ si vedeva che si sentiva quasi tagliata fuori dall’affiatamento di Giada e Miriam, una cosa che la spinse ad attaccarsi alla sua unica certezza: Flavio.

Alcuni giorni dopo tornai a casa di pomeriggio tardi e vedevo i miei che si stavano preparando per uscire. “Ti ho lasciato la cena in cucina” mi fece mia madre, allora mi venne una idea. Ero in camera dei miei con mia madre che mi spiegava della cena, poi le uscì per entrare in bagno. Allora presi il caricatore e lo misi in tasca. Poi dissi a mio padre che scendevo in garage a vedere se avevo lasciato una cosa nella sua macchina. Pensai che più tardi si sarebbero potuti appartare, così il caricatore dietro sul piano del portabagagli, poi ci misi sopra una felpa che mio padre aveva lasciato in macchina un po’ per occultarlo. Quando tornai a casa mia madre stava per uscire mentre mio padre si stava vestendo.

“Non andate insieme?” chiesi, “no tuo padre ha una cena, io vado a casa di Flavio da Sara”. Rimasi deluso: mio padre a cena con il suo gruppo politico, mia madre invece a una di quelle sere dove c’è una che espone prodotti per venderli. Pensai che Flavio sarebbe stato più fortunato di me: infatti il bastardo piazzò la solita camera in bagno e il giorno dopo mi fece vedere le immagini di mia madre ”niente autoreggenti ieri la zoccola” e poi delle altre ospiti, alcune interessanti.

Io però ero letteralmente sconvolto e quasi non lo ascoltavo. Quando mio padre entrò in macchina mi partì l’allert sul cellulare che rivelava movimento: azionai per chiudere ma lo sentivo che parlava al telefono, probabilmente con un amico.

Parlavano di non so chi che scopava con non so chi, probabilmente due del loro giro. La cosa mi incuriosii e così restai a sentire. Dopo un paio di ore mi ripartì l’allert ma quando andai a vedere nella macchina di mio padre era salita una ragazza più giovane di lui. Parlavano o meglio sparlavano di uno, poi si andarono ad appartare e iniziarono a scopare.

Non la conoscevo, era tutto quasi buio e si vedeva poco, ma lei sembrava godere molto. Il video dopo un po’ si interruppe perché la camera si era scaricata. Ero sconvolto: mio padre tradiva mia madre, ecco perché il pezzetto di preservativo in macchina. Non sapevo cosa fare, era come se mi fosse caduto un mito.

Il giorno dopo quando tornai a casa non feci in tempo a recuperare il caricatore. I miei stavano litigando furiosamente, tipo nei film, poi smisero quando mi videro. Mio padre era stato letteralmente cacciato di casa, con i vari panni sparsi per casa. Fu molto sfortunato: la moglie di una collega di mia madre ha una carrozzeria vicino a dove si sono appartati. Quella sera era andata a riprendere dei documenti e ha visto passare mio padre in macchina con un’altra.

Non potendosi fare gli affari suoi, visto che si erano appartati a poca distanza andando via ha anche fatto un paio di foto e un video alla macchina ferma, mostrando poi il tutto il giorno dopo a mia madre. Papà così andò in hotel, paradossalmente quello dove stava Mario facendo così la sua conoscenza, trovando poi una casa in affitto.

Quando andai da lui non mi guardava in faccia, mi chiese scusa “spero che questa cosa non cambi il nostro rapporto”, io ero incazzatissimo ma restai in silenzio, poi con una scusa recuperai il caricatore. Mia madre anche era a pezzi, con tutte le amiche che non facevano altro che telefonarle. Io dentro di me non vedevo l’ora di andarmene all’università per pensare solo a me e a Miriam, ma ignoravo quello che poi ci avrebbe riservato il futuro. CONTINUA…
 
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F

Frankyfree

Guest
Bello bello bello.. non è il solito racconto tutto scopate e basta.. ma il sesso viene mischiato a spaccati di vita reale tra politica, giri loschi e corruzione.. Secondo me sarebbe una bella sceneggiatura per una serie vietata ai minori
 

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