Decima parte - Onora il padre
Arrivati a questo punto credo che sia utile chiarire lo stato delle varie situazioni prima di andare avanti. Dal punto di vista temporale eravamo a inizio ottobre e noi eravamo molto eccitati perché a metà mese saremmo andati in gita di quinto a Parigi e, tra di noi e in classe, quasi non si parlava di altro.
Andando in ordine, in quel periodo Nicola (il giardiniere) e Sara (la mamma di Flavio) si rividero un’altra volta sempre a casa dell’uomo; anche in questo caso fu una scopata molto spinta e passionale, ma Flavio venne tenuto all’oscuro visto che - ancora - non si era deciso a pagare quanto richiesto da Nicola anche perché si trattava di cifre impegnative nonostante la sua disponibilità. Il mio amico però era furioso per questa cosa e, un paio di volte, provò a seguire la madre nella speranza di vederla andare da lui ma senza successo.
Sara era molto presa dal lato sessuale da quella tresca ma, essendo anche intelligente, non tirava troppo la corda limitando gli incontri anche se avrebbe voluto farsi dare una bella ripassata molto più spesso: nonostante Nicola sia di viso molto brutto, la virilità e i suoi modi rudi eccitavano molto quella brava madre di famiglia dell’alta borghesia.
Veniamo ora a Mario. Anche se il suo appartamento era pronto da subito - per l’ufficio invece i lavori erano in corso - temporeggiò molto per fare un piccolo trasloco visto che comunque continuava a stare in hotel tra l’imbarazzo dei proprietari.
Anche chi della cricca della società doveva fermarsi in città li faceva pernottare lì: tutta gente distinta e garbata tra cui anche lo zio di Leo che fermandosi a parlare con il proprietario nella sala bar gli disse “sono a conoscenza che Mario vi ha fatto una proposta e che ancora non avete risposto, beh da parte nostra è sempre valida e come vedi Mario è una persona particolare ma di parola”.
Nei giorni precedenti infatti i figli della coppia avevano sostenuto il colloquio con la società xy, quella del centro commerciale. I colloqui venivano fatti da Bruno ma, quando era qualcuno raccomandato da Mario, l’uomo era presente anche lui come a voler controllare che tutto andasse liscio.
Bruno comunque era di totale affidamento. Fu il primo a essere assunto come responsabile delle risorse umane: oltre a selezionare i cv e a fare i colloqui, organizzava i turni insieme ad alcuni collaboratori ed era una sorta di collante tra la direzione e i lavoratori. Del posto e molto conosciuto, non era un mistero la sua omosessualità anche se di certo non era una macchietta: in passato aveva lavorato con diverse buone aziende e per lui ora c’era la grande opportunità.
Ecco un aggettivo che gli si addice è di certo arrivista: a 40 anni passati per lui contava solo la carriera e non si faceva scrupoli pur di raggiungere il proprio scopo, specie che ora era arrivato in una società che gli avrebbe permesso di guadagnare bene e di fare strada. Bruno divenne così una parte fondamentale del “sistema xy” ma ve lo spiegherò meglio in seguito.
Per primo al colloquio si presentò Santo - il figlio più grandi di quelli dell'hotel - e il giorno dopo gli venne offerto un contratto indeterminato nel supermercato come addetto al box. Il padre poi disse a Mario che la figlia che studiava fuori sarebbe arrivata soltanto la mattina direttamente al colloquio visto che stava preparando un importante esame: avrebbe fatto giusto una toccata e fuga con il treno.
Quando Eva si presentò la accolse Bruno e fu Mario a rimanere frastornato questa volta: entrò una ragazza giovane, non molto alta come la madre ma con la carnagione un po’ più scura rispetto a lei. Capelli nerissimi e molto mossi quasi ricci, di viso carina con un sorriso molto bello e sincero. Vestita con un paio di jeans e scarpe basse, dal cappotto leggero spuntava fuori un rigonfiamento indicibile all’altezza del petto.
Anche Mario si presentò e la invitò a mettersi comoda. Lei allora si tolse il cappotto facendo intuire di avere - oltre a un culo abbondante - un seno incredibile che sembrava voler esplodere nonostante la maglia un po’ larga che indossava.
Come il fratello anche lei era molto educata, mostrandosi anche brillante e intelligente. Mario le chiese se fosse sposata e lei ridendo “no no, prima mi dovrei fidanzare”. Anche se raccomandata, una come lei di sicuro poteva dare qualcosa all’azienda anche sul piano del lavoro, poi con quelle tette a Mario ribolliva il sangue.
L’uomo però evitò la sera di fare battute sull’aspetto fisico della ragazza ai genitori con cui si era fermato a parlare: vostra figlia si vede che è in gamba, per lei è pronto un contratto in amministrazione con flessibilità oraria per permetterle di continuare a studiare e laurearsi visto che non le manca molto. Però il contratto lo firmerà quando tornerà fissa qui, sta a lei decidere.
“Quanto a voi - continuò poi Mario - io lunedì prossimo mi trasferisco nell’appartamento, entro quella data vorrei avere una risposta definitiva da voi”. I due rimasero in silenzio e l’uomo se ne andò, ma due giorni dopo lo chiamarono a colloquio.
“Io… io - quasi balbettò la donna a testa bassa - cosa dovrei fare di specifico”. Mario sorrise e le disse “non temere, non è che ti mettiamo a fare la
puttana in strada… diciamo che ogni tanto si ti diciamo di fare divertire una persona, tu lo devi fare come lo hai fatto con me. “Si ma con chi? E se poi mi sputtana??” continuò lei, “tranquilla che quello che succede con noi rimane solo tra di noi, con chi io questo non te lo so dire, ma di certo solo gente distinta non straccioni”.
Isabel allora si alzò facendo un cenno al marito che fece “noi accettiamo l’offerta, sarò io a venire a lavorare con voi, ma vi prego la massima discrezione e soprattutto di essere gentili con mia moglie, ve ne prego…”. Il passo successivo poi fu l’inizio delle varie parti burocratiche ma anche questa volta Mario e lo zio di Leo furono rispettosi della parola data.
Lo stesso fecero con Alice, la titolare dell’agenzia immobiliare. Lei poi affittò altri due appartamenti a due persone della xy che da Roma sarebbero dovuti venire a lavorare e vivere nella nostra città. Nel frattempo i lavori al centro commerciale procedevano spediti: l’obiettivo era quello di aprire almeno un mesetto prima di Natale, visto che lo svincolo era già operativo e i flussi di auto in zona veramente importanti.
Arriviamo ora a Leo. In quei giorni arrivò la notizia della sua archiviazione - l’avvocato gli disse di non chiedere risarcimento per la detenzione visto che questo garbo con la Procura poteva sempre tornare utile - e si vide che ne fu molto sollevato. Per il resto si era ambientato molto bene in classe, dove aveva buoni rapporti con tuti.
Un episodio è significativo. Un nostro compagno, scusate il termine ma il più sfigato, doveva compiere 18 anni e andò per alcuni giorni fuori con i genitori. Lui quando seppe del motivo della sua assenza fece: quanto devo dare per il regalo? Noi ci guardammo tra di noi e la rappresentante - una chiattona sinistroide - disse che non ci avevano pensato visto che non faceva la festa.
Lui allora fece “vabbè ho capito ci penso io” facendoci tutti rimanere di merda. In un paio di giorni si procurò la maglietta originale di un famoso giocatore della capitale - della squadra che il nostro compagno era sfegatato tifoso - con tanto di foglio autografato da lui e altri giocatori.
Leo si presentò con il pacchetto dandolo alla rappresentante “c’è un biglietto, mettete le vostre firme e questo è il regalo della classe”. Quando lui scartò il regalo quasi pianse per la felicità. Leo è così: di certo non un santo, anzi sa essere anche molto stronzo, ma il cuore di certo non glie è mai mancato.
Con Giada dopo la loro scopata la sera le scrisse “domani vogliamo studiare di nuovo insieme?” con tanto di faccine, e la ragazza rispose “credevo che non me lo avresti mai richiesto…”. Si rividero diverse volte e diventarono una sorta di scopamici del cuore.
Lei diceva a lui che non le piaceva il suo aspetto fisico: non ho tette, di viso sono brutta poi il culo è troppo grande!! Leo le ripeteva che invece il suo era un fisico armonico e che il culo era una cosa eccezionale. Le diceva che doveva migliorare solo nel make-
up. Giada chiese consiglio a Miriam che però, avendo un viso molto bello acqua e sapone, non facevo un grande uso di trucchi.
La sorella così la aiutò molto anche se Giada non cambiò il suo modo di essere: vestiva sempre uguale, magari il sabato dei pantaloni più attillati, ma iniziò solo a curare un po’ di più il viso iniziando ad andare in palestra insieme a Ilaria entrambe per mettere su un po’ di massa muscolare vista la magrezza.
Giada non solo si faceva sbattere a piacimento da Leo, ma era lei a proporre cose nuove: già al terzo incontro chiese al ragazzo di incularla, come aveva visto fare tante volte nei film porno che guardava masturbandosi a casa.
Come detto fu molto intelligente a non innamorarsi di Leo, ma guadagnò tantissima popolarità facendo rosicare in tante nella nostra scuola che magari li vedevano fare colazione insieme e parlare come due grandi amici. Una sera al pub poi si fece riportare a casa da un ragazzo più grande ma, come disse a Miriam, era molto carino però non l’ha fatta godere come invece faceva Leo.
Ecco Miriam. Lei diventava sempre più bella: finì a sviluppare con le tette che passarono da una prima a una bella seconda, il culo divenne più grande e muscoloso grazie agli allenamenti con la squadra e soprattutto era sempre più porcellina.
Anche io ero sempre più un bel ragazzo, anche se restavo sempre il solito nerd con la felpa dei Metallica o dei Megadeth. Una sera mentre ci appartammo in macchina lei mi disse di comprare dei preservativi ritardanti, cosa che mi fece pensare molto al fatto che io non riuscissi a stare al suo passo sessuale. Lei era sempre più biricchina: una volta a scuola mentre ci stavamo baciando appartati si alzò la maglia mostrandomi il seno nudo “dai toccami, dai che non vede nessuno”, mentre quando scopavamo in macchina mi diceva cose tipo “è tutto il giorno che penso al tuo cazzo e alla tua sborra” oppure “dai scopami come una
troia”. Tutte cose che mi facevano sborrare dopo pochi secondi.
In più presi la decisione di spiare mia madre. La presi un pomeriggio che la dovetti accompagnare a comprare una cosa “tu mi rubi la macchina e quindi ti tocca farmi da autista” mi diceva scherzando. Era vestita sexy com sempre, scese dall’auto e io la aspettai dentro. Passò di fianco a un bar dove due muratori credo la seguirono con lo sguardo mentre passava per poi fare delle smorfie tra di loro, dicendosi qualcosa e poi ridendo.
La cosa me lo fece venire duro: grazie a Flavio le avevo visto la fica e il culo, ma ora decisi di provare a piazzare il caricatore in camera dei miei. La posizione però non era delle migliori, la beccai nuda anche se vedevo poco e beccai anche una scopata tra i miei un sabato dopo pranzo che io ero andato a giocare.
Entrarono in camera parlando delle solite cose spogliandosi quasi in nonchalance. Una volta nudi, sul letto lei lo sbocchinò per diversi minuti poi mio padre, non molto dotato ma un bel toro, la scopò dopo aver messo un preservativo a pecora con vigore, poi alla missionaria, poi di nuovo a pecora accelerando quando si accorse che stava facendo tardi a venire alla partita.
Le sborrò sulle tette e credo anche in faccia: la camera riprendeva da lontano e la visuale non era ottima, in compenso l’audio era più soddisfacente. Mia madre godeva e urlava come una ossessa - ecco perché per scopare aspettavano di essere soli - e non faceva altro che dire a mio padre “più forte più forteee siii cosìììì scopami tutta così”. Mio padre invece parlava poco ma in compenso la martellava senza sosta, complimenti.
Mi ci feci delle gran seghe poi cancellai tutto. Quel giorno però successe anche un’altra cosa. Andai a giocare prendendo la macchina di mio padre e misi il borsone dietro. Quando lo andai a prendere mi cadde il cellulare e riprendendolo vidi a terra un piccolo pezzo della confezione di una preservativo.
“Ecco dove scopano i due maiali” pensai tra me e me, ma quella sera avevo altro in mente. I miei infatti avevano una cena a Roma e restavano a dormire alla casa al mare, poi il giorno dopo avevano un pranzo ai Castelli. Miriam ottenne dalla madre il permesso a restare a dormire fuori e naturalmente dopo il pub venne a dormire a casa.
Aveva con sé uno zaino per la notte e, un po’ alticci, iniziammo subito a pomiciare e a toccarci. “Aspettami in camera, ho una sorpresa” mi disse e andò in bagno. La aspettavo in mutande e lei si presentò tutta nuda con addosso solo calze autoreggenti e un minuscolo perizoma che scompariva tra le sua meravigliose chiappe: con i tacchi che indossava già da prima, era una meravigliosa giovane cavalla.
“Ti piaccio” mi disse ridendo. Le saltai addosso iniziandola poi a leccarla tutta: per l’occasione si era disboscatata la fichetta, non del tutto, visto che anche le compagne di squadra la prendevano in giro. Poi fu lei a iniziare a succhiarmi il cazzo: era sempre più brava, me lo ciucciava prendendolo quasi tutto in bocca per poi leccalo dicendomi cose sconce. Le sborrai in bocca e in faccia quasi subito, poi mi fece “scopami mentre sono tutta sporca di sborra” e la scopai alla missionaria.
Lei mi metteva le mani sulle chiappe e gestiva il movimento, giocava con il bacino fino a quando veniva, per poi iniziare a dire di scoparla forte. Come aumentai il ritmo però venni poco dopo nel preservativo. Così andammo a farci una doccia, ci mettemmo a vedere una serie e ci addormentammo abbracciati.
Il mattino dopo la colazione Miriam mi fece “perché non mettiamo qualche video porno??”, io mi misi a ridere e lei “dai andiamo che per pranzo devo stare da nonna”. Acceso il pc andammo su una piattaforma e lei disse che sceglieva lei.
Mise una cosa abbastanza soft e patinata, due belle ragazze che si toccavano e leccavano e poi arrivava un ragazzo per una scopata a tre. Lei mi menava il cazzo e il le toccavo la fica tutta bagnata. Commentava le due ragazze e poi il ragazzo “beh sono più fortunata io” disse ridendo alludendo alle dimensioni non esaltanti dell’attore. Poi si fiondò sul cazzo iniziando a succhiare.
Stranamente durai abbastanza “anche io sono più fortunato, lo succhi meglio di loro!!”, allora lei baciandomi “sono meglio di una pornostar?? Wow…”. Quando iniziai a leccarlo quando stava per venire mi fece “mettimi un dito nel sedere, però piano” e così dicendo mi leccò l’indice. Così feci: era stretto e avevo paura di farle male, ripresi a leccarla contemporaneamente e venne in nemmeno un minuto.
Poi si piazzò a pecora al centro del letto “adesso scopami
maiale!!”, così iniziai a scoparla a buon ritmo con le sue chiappone sode che vibravano sotto i miei colpi. Per la prima volta in vita mia fui audace: mi staccai, le sputai sul buco del culo, poi presi a scoparla in figa mettendole un dito nel culo. “
Maiale sei un maialeeee” mi urlava Miriam godendo e, come si accorse che stavo per venire, si staccò togliendomi il preservativo facendosi sborrare in bocca.
Se in passato Giada e Miriam ascoltavano le scopate che Maria e Ilaria si facevano, adesso erano loro che tenevano banco: peggio di noi maschietti, davano pareri e si scambiavano consigli. Maria però in quel periodo era parecchio giù e non solo per il comportamento di Flavio.
Il pomeriggio e il sabato lo passava alla lavanderia della madre a dare una mano visto che non poteva più permettersi una aiutante. Oltre a dei caffè con le amiche, con noi ci vedevamo solo il sabato sera e la domenica pomeriggio. Un po’ si vedeva che si sentiva quasi tagliata fuori dall’affiatamento di Giada e Miriam, una cosa che la spinse ad attaccarsi alla sua unica certezza: Flavio.
Alcuni giorni dopo tornai a casa di pomeriggio tardi e vedevo i miei che si stavano preparando per uscire. “Ti ho lasciato la cena in cucina” mi fece mia madre, allora mi venne una idea. Ero in camera dei miei con mia madre che mi spiegava della cena, poi le uscì per entrare in bagno. Allora presi il caricatore e lo misi in tasca. Poi dissi a mio padre che scendevo in garage a vedere se avevo lasciato una cosa nella sua macchina. Pensai che più tardi si sarebbero potuti appartare, così il caricatore dietro sul piano del portabagagli, poi ci misi sopra una felpa che mio padre aveva lasciato in macchina un po’ per occultarlo. Quando tornai a casa mia madre stava per uscire mentre mio padre si stava vestendo.
“Non andate insieme?” chiesi, “no tuo padre ha una cena, io vado a casa di Flavio da Sara”. Rimasi deluso: mio padre a cena con il suo
gruppo politico, mia madre invece a una di quelle sere dove c’è una che espone prodotti per venderli. Pensai che Flavio sarebbe stato più fortunato di me: infatti il bastardo piazzò la solita camera in bagno e il giorno dopo mi fece vedere le immagini di mia madre ”niente autoreggenti ieri la
zoccola” e poi delle altre ospiti, alcune interessanti.
Io però ero letteralmente sconvolto e quasi non lo ascoltavo. Quando mio padre entrò in macchina mi partì l’allert sul cellulare che rivelava movimento: azionai per chiudere ma lo sentivo che parlava al telefono, probabilmente con un amico.
Parlavano di non so chi che scopava con non so chi, probabilmente due del loro giro. La cosa mi incuriosii e così restai a sentire. Dopo un paio di ore mi ripartì l’allert ma quando andai a vedere nella macchina di mio padre era salita una ragazza più giovane di lui. Parlavano o meglio sparlavano di uno, poi si andarono ad appartare e iniziarono a scopare.
Non la conoscevo, era tutto quasi buio e si vedeva poco, ma lei sembrava godere molto. Il video dopo un po’ si interruppe perché la camera si era scaricata. Ero sconvolto: mio padre tradiva mia madre, ecco perché il pezzetto di preservativo in macchina. Non sapevo cosa fare, era come se mi fosse caduto un mito.
Il giorno dopo quando tornai a casa non feci in tempo a recuperare il caricatore. I miei stavano litigando furiosamente, tipo nei film, poi smisero quando mi videro. Mio padre era stato letteralmente cacciato di casa, con i vari panni sparsi per casa. Fu molto sfortunato: la moglie di una collega di mia madre ha una carrozzeria vicino a dove si sono appartati. Quella sera era andata a riprendere dei documenti e ha visto passare mio padre in macchina con un’altra.
Non potendosi fare gli affari suoi, visto che si erano appartati a poca distanza andando via ha anche fatto un paio di foto e un video alla macchina ferma, mostrando poi il tutto il giorno dopo a mia madre. Papà così andò in hotel, paradossalmente quello dove stava Mario facendo così la sua conoscenza, trovando poi una casa in affitto.
Quando andai da lui non mi guardava in faccia, mi chiese scusa “spero che questa cosa non cambi il nostro rapporto”, io ero incazzatissimo ma restai in silenzio, poi con una scusa recuperai il caricatore. Mia madre anche era a pezzi, con tutte le amiche che non facevano altro che telefonarle. Io dentro di me non vedevo l’ora di andarmene all’università per pensare solo a me e a Miriam, ma ignoravo quello che poi ci avrebbe riservato il futuro. CONTINUA…