Esperienza reale Il ripetente (Covid, politica, calcio e tanti culi rotti...) - Storia lunga

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patrulla

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PREMESSA BIS. A chi mi scrive in privato vorrei ricordare un concetto che sta alla base di questo racconto: come detto, le storie raccontate sono vere ma romanzate e mixate, per intenderci quello che succede a Flavio è accaduto realmente ma - magari - lui non ha mai conosciuto Mario che magari ha vissuto quelle esperienze a 200 km di distanza.

Detto questo, a chi mi scrive raccontando loro fatti realmente accaduti chiedendomi di inserirli nel racconto se possibile - quindi nel caso fossero inerenti - ci posso provare ma già la mole di cose da dire è gigantesca così come è. Infine sempre per chi me lo sta chiedendo, in questo racconto cercherò di concludere i racconti precedenti interrotti per i ben noti motivi, ma starà a voi ricollegare fatti e personaggi.

Undicesima parte - Le mani sulla città

Per prima cosa voglio farvi una domanda, però dovete essere sinceri: voi preferireste scopare allo stesso prezzo una escort cinque stelle della scala Flavio, oppure una quattro o tre stelle però non professionista ma della porta accanto?

Questo capitolo vi potrebbe risultare un po’ noioso ma a me è fondamentale per spiegarvi bene il contesto delle tresche che poi vi andrò a raccontare. Per forza di cose a volte andrò anche un po’ avanti dal punto di vista temporale, senza però oltrepassare la linea fondamentale dell’inizio della pandemia.

Nel precedente recap mi sono scordati di scrivervi di Marta, la madre di Simone. Dopo la scopata con Ivan e l’offerta del ragazzo, la donna l’ha richiamato per parlare con più calma del possibile futuro lavoro. Così i due si incontrarono anche alla presenza di Mario e gli uomini le dissero che per lei ci poteva essere un posto come responsabile del’’accoglienza del centro commerciale, con tanto di contratto indeterminato e stipendio più che dignitoso.

“L’offerta senza dubbio è buona, ma io non sarò la vostra puttana” disse lei, allora Mario “di certo non è che ogni giorno verremo lì a chiederti di abbassarti le mutande, ma ogni tanto dovresti concederti per il bene della società, naturalmente poi ti verrà corrisposto un bonus in busta paga. In più quando richiesto dovrai facilitarti alcuni rapporti con il personale, ma si tratterebbe solo di fare qualche chiacchierata. Insomma Marta, potrai trovare stabilità economica e prospettive di carriera, ma senza esagerare quando ti chiederemo una cosa tu la dovrai fare”.

Lei disse che ci avrebbe pensato e poi rimasti soli Mario fece al ragazzo “cazzo lei sarebbe perfetta, è tanto bona quanto di classe, ma veramente fa tutto?”, “si tutto tutto, è meravigliosa”. Dopo qualche giorno Marta comunicò che avrebbe accettato l’offerta.

Per capire meglio cosa avesse veramente in mente la cricca devo spoilerarvi alcune cose: dietro di loro c’erano interessi molto grandi e persone molto potenti e, oltre al centro commerciale, in mezzo c’era anche la realizzazione di un impianto per lo smaltimento dei rifiuti, altre aree edificabili e l’organizzazione di alcuni eventi sportivi alcuni anche a carattere internazionale.

Il nostro comune infatti è molto vasto e comprende anche ampie aree totalmente disabitate e inutilizzate. Per avere campo libero però serviva una amministrazione amica e - quella attuale - non lo era per nulla per i nostro amici. Prima di intraprendere questa avventura però lo zio di Leo - Ivo - aveva trovato il candidato perfetto.

Gianni è un notaio di 60 anni figlio di notaio, con la moglie che è la figlia di un importante industriale della zona. Grazie ai soldi del suocero, a lungo è stato presidente della squadra di calcio della città, portandola tra i professionisti. Un tipo vulcanico alla Gaucci - anche nell’aspetto fisico anche se è un po’ più magro - ma che poi lasciò in rotta con l’attuale sindaco: la nuova proprietà caldeggiata dal sindaco ha deluso con la squadra tornata nei dilettanti, e ora Gianni che è molto amato dai tifosi e stimato dai concittadini era pronto a diventare sindaco sostenuto da una serie di liste civiche di centrosinistra.

L’operazione appariva essere molto ben impostata tanto da trovare sponsor molto importanti ma, anche se il sindaco uscente che si ricandidava non era amatissimo anche per altri sbagli, non è mai facile sconfiggere un sistema di potere per radicato da decenni in città.

Mario così lavorava notte e giorno su più fronti, aiutato da Emilio un ex dirigente comunale che non aveva gradito molto l’essere stato messo da parte dopo anni di fedeltà alla destra. Gli aveva sviscerato così tutti i retroscena, i segreti, i magheggi e i punti deboli dell’attuale amministrazione.

Mario dal canto suo aveva deciso di restare in hotel e di destinare l’appartamento preso al direttore di un giornale di cui vi parlerò poi. Quando il proprietario - Gaetano - firmò la cessione alla società immobiliare, decisero di non iniziare subito i lavori per gli appartamenti per non complicare troppo le cose. Decisero invece di tenerlo come una sorta di loro quartier generale e abitarlo, mantenendo due donne delle pulizie e due in cucina tutti rumeno: gli stranieri comunitari votano alle comunali!

L’hotel è storico nella nostra città e, in passato, quando era in funzione un centro termale faceva palate di soldi. Adesso invece era abbastanza in decadenza anche se restava sempre molto carino e curato. L’ingresso dava su una via centrale della città, con poi una verandina molto carina e un piccolo giardino. Come entravi c’era un piccola hall con la reception, poi sulla destra la sala da pranzo con cucina attaccata e sulla sinistra la sala tv con il bar.

Dal piano terra si aprivano due porte chiuse: una che portava all’appartamento dei proprietari - una struttura sicuramente condonata che dava sul retro, con annessa stradina che si collegava a una strada poco percorsa - l’altra al magazzino che poi si ricollegava alla cucina. Al primo piano c’erano le camere doppie più piccole, al secondo le triple più grandi mentre infine c’era una mansarda con due piccoli appartamenti.

Ivo prese uno dei due appartamenti per quando si fermava, mentre Mario optò per una tripla lasciando l’altro appartamento a Rob, un ex sportivo di colore abbastanza famoso che avevano scelto come immagine del nuovo centro commerciale con tanto di posto nel consiglio di amministrazione: i rapporti tra di loro da tempo erano consolidati.

Più tardi prese un posto fisso in tripla anche Paolo, un nipote più che quarantenne di Mario che da alcuni anni era l’addetto alla contabilità: piccolino, magro e abbastanza bruttarello come lo zio nonostante un look molto curato, il suo cazzo può essere definito solo con la parola mostruoso, venoso e largo di una lunghezza credo di oltre 25 cm e una cappella veramente grande. Quando per la prima volta lo zio lo invitò a un festino, guardandolo gli disse “cazzo Paolo ma è un fotomontaggio??”. Giusto per farvi capire, da anni è singol con la ex che lo lasciò perché aveva male a scopare con lui, con diverse puttane che si sono rifiutate di scoparci.

Mio padre arrivò in hotel poco prima del passaggio di proprietà. Si sistemò in doppia e per un po’ lo fecero stare a gratis finché non trovò una sistemazione. Quando Emilio disse a Mario che era uno dentro al giro politico dell’amministrazione, lo avvicinò e fecero amicizia.

Una sera si fermarono a parlare e, dopo qualche bicchiere di troppo, gli parlò del suo matrimonio. Gli disse che aveva fatto una cazzata, che dopo tanti anni aveva voglia di qualcosa di nuovo. Di certo però mia madre non era una santarellina: si conobbero perché lei era una delle ragazze che all’epoca venivano scopate dai giocatori della Roma.

Mio padre l’ha conosciuta in un club e, prima di appartarsi in una stanza privata con lui, era già stata con un altro compagno di squadra “mi pomiciava e sapeva di sborra…”. Era diverse volte che faceva così, poi quando già stavano insieme e naturalmente smise di frequentare il club, e gli raccontò che una sera andò nella stanza con uno, poi come finì entrò un altro, poi un altro ancora… tra calciatori e amici, alla fine ne contò 16 (!!!) di fila.

Quando si fidanzarono e poi sposarono mia madre è sempre stata fedelissima tranne che in un’occasione dove fu proprio mio padre a dirle che, nel caso si fosse concessa a un assessore dell’epoca, lui avrebbe fatto finta di niente. Ancora io e mio fratello eravamo solo nei loro pensieri, ma grazie a quella scopata mia madre fu assunta in provincia: per un’ora però l’uomo le martellò il culo, già in precedenza sverginato da qualche giocatore.

In quel periodo però Mario si occupava anche delle assunzioni. Per la società di Leo e Ivan le cose erano più semplici. Presero come segretaria Elisa, una ragazza trentenne laureata del luogo molto brava ma anche bella: alta 1,70 con la carnagione chiara e i capelli castani, ha un fisico magro ma allenato con una terza di seno rifatta nonostante sia una ragazza assolutamente non esibizionista ma, semplicemente, odiava il suo petto completamente piatto. Fidanzata con un ragazzo che fa l’operaio, il viso è molto bello con una bocca molto piccola e degli occhi marroni molto intensi. Portava sempre degli occhialoni molto grandi che però le stavano bene.

Presto si accorsero che Elisa era sprecata per quel ruolo, così iniziò a fare il lavoro anche di Elena che si occupava delle pubbliche relazioni, della comunicazione e dei social. Lei era una amica di Ivan, abbondantemente già scopata da lui, da Leo e da Mario in passato. La fecero venire da Roma proprio perché era a loro totale disposizione.

Abbastanza stupida, però fisicamente non era male: 1,65 bionda/castana, poco seno ma un bel sedere sporgente, ma di viso non era bellissima anche se con l’abbondante trucco mascherava un po’ le imperfezioni. Altre persone non servivano perché il grosso era tutto in mano alla società xy.

Qui entra in gioco Bruno. Oltre al suo lavoro era quello deputato a vedere quando qualche lavoratrice era disposta anche a fare incontri per migliorare la propria posizione oppure per farsi rinnovare il contratto. Con il fatto che è gay e quindi dava più sicurezza, spiegava che il dottor xxx mai le avrebbe detto “dammela e ti rinnovo il contratto” perché sennò si prendeva una denuncia. Ma in caso di disponibilità, lui avrebbe organizzato un incontro dove dovevano solo scopare e mai parlare di lavoro.

Per il supermercato e la farmacia i vecchi lavoratori erano confermati anche se non mancavano le incognite e decidere chi dovesse essere promosso. Molti altri però dovevano essere assunti, oltre a riempire tante altre caselle.

Come detto Rob - alto, piazzato ma con un po’ di pancia, occhialini da intellettuale e rasta molto curati alla Bob Marley, con un bel cazzo sulla ventina di cm - entrò nel cda e a loro spettò anche nominare il vicepresidente cosa che fecero solo in ultimo. Leo fece assumere Miki - un energumeno di colore che giocava con noi, un armadio a muro pelato con un cazzo lunghissimo e dritto - nella security e poi ebbe anche una richiesta da Flavio.

“Ti devo chiedere una cosa un po’ particolare - gli disse lui un giorno all’intervallo - la madre di Maria è in difficoltà con la sua lavanderia, il padre è disoccupato e da tempo beve, ha fatto il bando per aprire una lavanderia nel vostro centro commerciale ma ancora non ha avuto risposta, per lei sarebbe molto importante tu puoi darmi una mano?”.

Come mi confessò qualche tempo dopo, Flavio stava molto sul cazzo a Leo anche se non lo dava a dimostrare. In effetti se non lo conosci bene il mio amico può risultare molto fastidioso e irritante, così gli disse “io su queste cose posso aiutarti poco, ma la madre è la tettona che è passata alla festa di Simone?”, “si è lei perché?”, “guarda ma che rimanga tra di noi, se lei diciamo decidesse di essere un po’ gentile con una persona, questo la potrebbe aiutare veramente”.

Flavio rimase di sasso e Leo gli fece “guarda capisco che è una cosa molto viscida ma purtroppo il mondo va così, se può essere d’accordo ti dico chi deve chiamare”. Flavio in verità era molto eccitato della cosa e lo disse a Maria “se veramente può sbloccare la cosa, scusa amore ma me lo scopo io al posto di mamma, perdonami ma voglio solo che questa merda finisca”.

“Si ma dobbiamo trovare un modo per farmi partecipare” disse Flavio che espose la cosa a Leo. “Ma veramente dici?? Faresti scopare la tua ragazza e tu guardi??”. “È una brutta situazione, un giorno ti spiegherò “ rispose Flavio “se vuoi puoi darmi il numero”, “tieni però fai chiamare solo stasera che prima ci devo parlare”.

Leo parlò della cosa a Mario “ora vedetevela voi, a me non frega nulla e non voglio entrarci in questa cosa”, il faccendiere così chiese info a mio padre “la signora la conosco perché la figlia è amica del mio secondo figlio; lei è una gran tettona che ancora regge, anche la sorella uguale la lavenderia per un periodo l’hanno gestita insieme”. Mario poi fece un giro sui social e vide le foto anche di Maria e della figlia maggiore.

Poi istruì Bruno sulla chiamata che avrebbe ricevuto. A chiamarla fu Maria senza che la madre sapesse nulla, ma Bruno le disse che dovevano vedersi di persona. Lei si presentò tutta scollata all’incontro “io non ce la faccio più, questa persona mi può scopare come vuole basta che mia madre poi ha il posto al centro commerciale”. Bruno allora le spiegò che sul fine eventualmente non c’erano problemi, ma che poi nell’atto non doveva mai parlare di questa cosa.

Poi le aggiunse “se tu ti senti più tranquilla con il tuo ragazzo va bene, però la lavanderia è di tua madre e tua zia e anche loro si devono diciamo impegnare”. “Ma tutte insieme??” disse la ragazza, “sì perché ci sarà più di un uomo presente”.

Maria così ne parlò a Flavio “scordati che sei presente, neanche glielo dico a mamma di te” e il mio amico a quel punto non potette ribattere. Poi ne parlò con la mamma in maniera molto diretta “scordati che mia figlia possa fare una cosa del genere, dammi il numero ci parlo io”. Pina - la madre - così vide Bruno e si accordò solo lei e la sorella con cui aveva parlato, però non nella stessa stanza.

Pina ha passato i 50, piccola e non magra ma neanche in carne, diciamo come la figlia, anche lei ha un culo piatto e due tettone oltre la sesta misura abbastanza calanti, con capelli rossi a caschetti e il viso rotondo. Linda la sorella invece è più giovane, sposata senza figli fisicamente è simile ma con le gambe più magre e il seno più sodo. Castana, capelli corti e bocca piccola, da sempre ha subito la personalità più forte della sorella.

Loro dettero la loro disponibilità a Bruno e lui gli disse che a breve le avrebbe fatto sapere del dove e quando, con Mario che poi informò della cosa Leo e il cugino. Mentre parlavano però furono interrotti da Bruno: alla porta si era presentato Igor, un mezzo zingaro di 40anni piccolo, tarchiato, iperpalestrato e con i capelli raccolti in una coda, che voleva parlare con chi “comandava”.

Bruno era pallido perché lo conosceva di nomea: era una sorta di boss della città, rampollo della famiglia criminale molto nota nella capitale che si occupava della nostra zona. Un suo parente, Adrian, faceva l’ultimo anno della nostra scuola in quanto, molto intelligente, lo stavano facendo studiare per cercare di elevarsi anche socialmente. Di lui però parlerò meglio il prossimo racconto.

Igor senza troppi giri di parole gli disse che sarebbe stato molto “gentile” e gradito da parte nostra assumere alcune persone che diceva lui. Leo e Ivan erano ammutoliti mentre Mario lo ascoltava in silenzio poi gli fece “capisco bene cosa intende e quale sia il suo messaggio, non vogliamo problemi a breve mi faccio vivo io”. Igor andandosene lo minacciò di non prenderlo per il culo.

Mario partì subito per Roma e tornò il giorno dopo. Quel giorno stesso Igor ricevette la visita del mega capo-famiglia che se lo inculò, dicendogli che non doveva permettersi perché “secondo te quessi smuovono mari e monti e alle spalle non hanno qualche gruppo criminale a cui non dobbiamo rompere il cazzo??? Ora vai da lui e gli chiedi scusa, mi hanno detto che gli piacciono le donne quindi vedi tu quello che deve fare”.

Igor così si presentò all’ufficio di Mario con due smandrappate a seguito, quando entrarono in stanza lui gli chiese subito scusa mentre le due donne iniziarono a spompinarlo. “Io veramente non volevo essere coglione, spero che tu possa dimenticare la cosa” disse Igor, e Mario allora cominciò a dirli che non c’erano problemi e che potevano comunque andare d’accordo, di fornirgli un elenco di persone e lui vedeva cosa poteva fare. Quando sborrò, prima che se ne andassero gli disse all’orecchio “la prossima volta però portami due belle fiche, non delle marchettare”, Igor rise e se ne andò.

Adrian nella nostra scuola prima dell’arrivo di Leo era di sicuro il ragazzo più chiacchierato della scuola. Nonostante i 18 anni aveva la nomea del grande scopatore: più alto rispetto a Igor ma ugualmente tarchiato, di bello aveva gli occhi chiari e dei modi più gentili anche se pure lui era un mezzo delinquente. Poco tempo prima si era scopato Ilaria, la nostra amica, e lei ha raccontato a Miriam che le ha spaccato la fica, anche se ha un cazzo normale e larghetto ma molto duro, che l’aveva fatta godere molto anche se era stato troppo rude nel ficcarle tutto il cazzo in gola poi spingendo velocemente.

Dopo che Igor si scusò con Mario, lo stesso fece Adrian a scuola con Leo: era la prima volta che i due si parlavano, ma anche il mio amico fu molto tranquillo e i due passarono tutto l’intervallo a parlare. “Andremo in gita insieme” gli disse Adrian “lascia che mi sdebiti anche in un altro modo”. Leo sorrise e quella nuova amicizia per me divenne una sorta di incubo. CONTINUA…
 

popp

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PREMESSA BIS. A chi mi scrive in privato vorrei ricordare un concetto che sta alla base di questo racconto: come detto, le storie raccontate sono vere ma romanzate e mixate, per intenderci quello che succede a Flavio è accaduto realmente ma - magari - lui non ha mai conosciuto Mario che magari ha vissuto quelle esperienze a 200 km di distanza.

Detto questo, a chi mi scrive raccontando loro fatti realmente accaduti chiedendomi di inserirli nel racconto se possibile - quindi nel caso fossero inerenti - ci posso provare ma già la mole di cose da dire è gigantesca così come è. Infine sempre per chi me lo sta chiedendo, in questo racconto cercherò di concludere i racconti precedenti interrotti per i ben noti motivi, ma starà a voi ricollegare fatti e personaggi.

Undicesima parte - Le mani sulla città

Per prima cosa voglio farvi una domanda, però dovete essere sinceri: voi preferireste scopare allo stesso prezzo una escort cinque stelle della scala Flavio, oppure una quattro o tre stelle però non professionista ma della porta accanto?

Questo capitolo vi potrebbe risultare un po’ noioso ma a me è fondamentale per spiegarvi bene il contesto delle tresche che poi vi andrò a raccontare. Per forza di cose a volte andrò anche un po’ avanti dal punto di vista temporale, senza però oltrepassare la linea fondamentale dell’inizio della pandemia.

Nel precedente recap mi sono scordati di scrivervi di Marta, la madre di Simone. Dopo la scopata con Ivan e l’offerta del ragazzo, la donna l’ha richiamato per parlare con più calma del possibile futuro lavoro. Così i due si incontrarono anche alla presenza di Mario e gli uomini le dissero che per lei ci poteva essere un posto come responsabile del’’accoglienza del centro commerciale, con tanto di contratto indeterminato e stipendio più che dignitoso.

“L’offerta senza dubbio è buona, ma io non sarò la vostra puttana” disse lei, allora Mario “di certo non è che ogni giorno verremo lì a chiederti di abbassarti le mutande, ma ogni tanto dovresti concederti per il bene della società, naturalmente poi ti verrà corrisposto un bonus in busta paga. In più quando richiesto dovrai facilitarti alcuni rapporti con il personale, ma si tratterebbe solo di fare qualche chiacchierata. Insomma Marta, potrai trovare stabilità economica e prospettive di carriera, ma senza esagerare quando ti chiederemo una cosa tu la dovrai fare”.

Lei disse che ci avrebbe pensato e poi rimasti soli Mario fece al ragazzo “cazzo lei sarebbe perfetta, è tanto bona quanto di classe, ma veramente fa tutto?”, “si tutto tutto, è meravigliosa”. Dopo qualche giorno Marta comunicò che avrebbe accettato l’offerta.

Per capire meglio cosa avesse veramente in mente la cricca devo spoilerarvi alcune cose: dietro di loro c’erano interessi molto grandi e persone molto potenti e, oltre al centro commerciale, in mezzo c’era anche la realizzazione di un impianto per lo smaltimento dei rifiuti, altre aree edificabili e l’organizzazione di alcuni eventi sportivi alcuni anche a carattere internazionale.

Il nostro comune infatti è molto vasto e comprende anche ampie aree totalmente disabitate e inutilizzate. Per avere campo libero però serviva una amministrazione amica e - quella attuale - non lo era per nulla per i nostro amici. Prima di intraprendere questa avventura però lo zio di Leo - Ivo - aveva trovato il candidato perfetto.

Gianni è un notaio di 60 anni figlio di notaio, con la moglie che è la figlia di un importante industriale della zona. Grazie ai soldi del suocero, a lungo è stato presidente della squadra di calcio della città, portandola tra i professionisti. Un tipo vulcanico alla Gaucci - anche nell’aspetto fisico anche se è un po’ più magro - ma che poi lasciò in rotta con l’attuale sindaco: la nuova proprietà caldeggiata dal sindaco ha deluso con la squadra tornata nei dilettanti, e ora Gianni che è molto amato dai tifosi e stimato dai concittadini era pronto a diventare sindaco sostenuto da una serie di liste civiche di centrosinistra.

L’operazione appariva essere molto ben impostata tanto da trovare sponsor molto importanti ma, anche se il sindaco uscente che si ricandidava non era amatissimo anche per altri sbagli, non è mai facile sconfiggere un sistema di potere per radicato da decenni in città.

Mario così lavorava notte e giorno su più fronti, aiutato da Emilio un ex dirigente comunale che non aveva gradito molto l’essere stato messo da parte dopo anni di fedeltà alla destra. Gli aveva sviscerato così tutti i retroscena, i segreti, i magheggi e i punti deboli dell’attuale amministrazione.

Mario dal canto suo aveva deciso di restare in hotel e di destinare l’appartamento preso al direttore di un giornale di cui vi parlerò poi. Quando il proprietario - Gaetano - firmò la cessione alla società immobiliare, decisero di non iniziare subito i lavori per gli appartamenti per non complicare troppo le cose. Decisero invece di tenerlo come una sorta di loro quartier generale e abitarlo, mantenendo due donne delle pulizie e due in cucina tutti rumeno: gli stranieri comunitari votano alle comunali!

L’hotel è storico nella nostra città e, in passato, quando era in funzione un centro termale faceva palate di soldi. Adesso invece era abbastanza in decadenza anche se restava sempre molto carino e curato. L’ingresso dava su una via centrale della città, con poi una verandina molto carina e un piccolo giardino. Come entravi c’era un piccola hall con la reception, poi sulla destra la sala da pranzo con cucina attaccata e sulla sinistra la sala tv con il bar.

Dal piano terra si aprivano due porte chiuse: una che portava all’appartamento dei proprietari - una struttura sicuramente condonata che dava sul retro, con annessa stradina che si collegava a una strada poco percorsa - l’altra al magazzino che poi si ricollegava alla cucina. Al primo piano c’erano le camere doppie più piccole, al secondo le triple più grandi mentre infine c’era una mansarda con due piccoli appartamenti.

Ivo prese uno dei due appartamenti per quando si fermava, mentre Mario optò per una tripla lasciando l’altro appartamento a Rob, un ex sportivo di colore abbastanza famoso che avevano scelto come immagine del nuovo centro commerciale con tanto di posto nel consiglio di amministrazione: i rapporti tra di loro da tempo erano consolidati.

Più tardi prese un posto fisso in tripla anche Paolo, un nipote più che quarantenne di Mario che da alcuni anni era l’addetto alla contabilità: piccolino, magro e abbastanza bruttarello come lo zio nonostante un look molto curato, il suo cazzo può essere definito solo con la parola mostruoso, venoso e largo di una lunghezza credo di oltre 25 cm e una cappella veramente grande. Quando per la prima volta lo zio lo invitò a un festino, guardandolo gli disse “cazzo Paolo ma è un fotomontaggio??”. Giusto per farvi capire, da anni è singol con la ex che lo lasciò perché aveva male a scopare con lui, con diverse puttane che si sono rifiutate di scoparci.

Mio padre arrivò in hotel poco prima del passaggio di proprietà. Si sistemò in doppia e per un po’ lo fecero stare a gratis finché non trovò una sistemazione. Quando Emilio disse a Mario che era uno dentro al giro politico dell’amministrazione, lo avvicinò e fecero amicizia.

Una sera si fermarono a parlare e, dopo qualche bicchiere di troppo, gli parlò del suo matrimonio. Gli disse che aveva fatto una cazzata, che dopo tanti anni aveva voglia di qualcosa di nuovo. Di certo però mia madre non era una santarellina: si conobbero perché lei era una delle ragazze che all’epoca venivano scopate dai giocatori della Roma.

Mio padre l’ha conosciuta in un club e, prima di appartarsi in una stanza privata con lui, era già stata con un altro compagno di squadra “mi pomiciava e sapeva di sborra…”. Era diverse volte che faceva così, poi quando già stavano insieme e naturalmente smise di frequentare il club, e gli raccontò che una sera andò nella stanza con uno, poi come finì entrò un altro, poi un altro ancora… tra calciatori e amici, alla fine ne contò 16 (!!!) di fila.

Quando si fidanzarono e poi sposarono mia madre è sempre stata fedelissima tranne che in un’occasione dove fu proprio mio padre a dirle che, nel caso si fosse concessa a un assessore dell’epoca, lui avrebbe fatto finta di niente. Ancora io e mio fratello eravamo solo nei loro pensieri, ma grazie a quella scopata mia madre fu assunta in provincia: per un’ora però l’uomo le martellò il culo, già in precedenza sverginato da qualche giocatore.

In quel periodo però Mario si occupava anche delle assunzioni. Per la società di Leo e Ivan le cose erano più semplici. Presero come segretaria Elisa, una ragazza trentenne laureata del luogo molto brava ma anche bella: alta 1,70 con la carnagione chiara e i capelli castani, ha un fisico magro ma allenato con una terza di seno rifatta nonostante sia una ragazza assolutamente non esibizionista ma, semplicemente, odiava il suo petto completamente piatto. Fidanzata con un ragazzo che fa l’operaio, il viso è molto bello con una bocca molto piccola e degli occhi marroni molto intensi. Portava sempre degli occhialoni molto grandi che però le stavano bene.

Presto si accorsero che Elisa era sprecata per quel ruolo, così iniziò a fare il lavoro anche di Elena che si occupava delle pubbliche relazioni, della comunicazione e dei social. Lei era una amica di Ivan, abbondantemente già scopata da lui, da Leo e da Mario in passato. La fecero venire da Roma proprio perché era a loro totale disposizione.

Abbastanza stupida, però fisicamente non era male: 1,65 bionda/castana, poco seno ma un bel sedere sporgente, ma di viso non era bellissima anche se con l’abbondante trucco mascherava un po’ le imperfezioni. Altre persone non servivano perché il grosso era tutto in mano alla società xy.

Qui entra in gioco Bruno. Oltre al suo lavoro era quello deputato a vedere quando qualche lavoratrice era disposta anche a fare incontri per migliorare la propria posizione oppure per farsi rinnovare il contratto. Con il fatto che è gay e quindi dava più sicurezza, spiegava che il dottor xxx mai le avrebbe detto “dammela e ti rinnovo il contratto” perché sennò si prendeva una denuncia. Ma in caso di disponibilità, lui avrebbe organizzato un incontro dove dovevano solo scopare e mai parlare di lavoro.

Per il supermercato e la farmacia i vecchi lavoratori erano confermati anche se non mancavano le incognite e decidere chi dovesse essere promosso. Molti altri però dovevano essere assunti, oltre a riempire tante altre caselle.

Come detto Rob - alto, piazzato ma con un po’ di pancia, occhialini da intellettuale e rasta molto curati alla Bob Marley, con un bel cazzo sulla ventina di cm - entrò nel cda e a loro spettò anche nominare il vicepresidente cosa che fecero solo in ultimo. Leo fece assumere Miki - un energumeno di colore che giocava con noi, un armadio a muro pelato con un cazzo lunghissimo e dritto - nella security e poi ebbe anche una richiesta da Flavio.

“Ti devo chiedere una cosa un po’ particolare - gli disse lui un giorno all’intervallo - la madre di Maria è in difficoltà con la sua lavanderia, il padre è disoccupato e da tempo beve, ha fatto il bando per aprire una lavanderia nel vostro centro commerciale ma ancora non ha avuto risposta, per lei sarebbe molto importante tu puoi darmi una mano?”.

Come mi confessò qualche tempo dopo, Flavio stava molto sul cazzo a Leo anche se non lo dava a dimostrare. In effetti se non lo conosci bene il mio amico può risultare molto fastidioso e irritante, così gli disse “io su queste cose posso aiutarti poco, ma la madre è la tettona che è passata alla festa di Simone?”, “si è lei perché?”, “guarda ma che rimanga tra di noi, se lei diciamo decidesse di essere un po’ gentile con una persona, questo la potrebbe aiutare veramente”.

Flavio rimase di sasso e Leo gli fece “guarda capisco che è una cosa molto viscida ma purtroppo il mondo va così, se può essere d’accordo ti dico chi deve chiamare”. Flavio in verità era molto eccitato della cosa e lo disse a Maria “se veramente può sbloccare la cosa, scusa amore ma me lo scopo io al posto di mamma, perdonami ma voglio solo che questa merda finisca”.

“Si ma dobbiamo trovare un modo per farmi partecipare” disse Flavio che espose la cosa a Leo. “Ma veramente dici?? Faresti scopare la tua ragazza e tu guardi??”. “È una brutta situazione, un giorno ti spiegherò “ rispose Flavio “se vuoi puoi darmi il numero”, “tieni però fai chiamare solo stasera che prima ci devo parlare”.

Leo parlò della cosa a Mario “ora vedetevela voi, a me non frega nulla e non voglio entrarci in questa cosa”, il faccendiere così chiese info a mio padre “la signora la conosco perché la figlia è amica del mio secondo figlio; lei è una gran tettona che ancora regge, anche la sorella uguale la lavenderia per un periodo l’hanno gestita insieme”. Mario poi fece un giro sui social e vide le foto anche di Maria e della figlia maggiore.

Poi istruì Bruno sulla chiamata che avrebbe ricevuto. A chiamarla fu Maria senza che la madre sapesse nulla, ma Bruno le disse che dovevano vedersi di persona. Lei si presentò tutta scollata all’incontro “io non ce la faccio più, questa persona mi può scopare come vuole basta che mia madre poi ha il posto al centro commerciale”. Bruno allora le spiegò che sul fine eventualmente non c’erano problemi, ma che poi nell’atto non doveva mai parlare di questa cosa.

Poi le aggiunse “se tu ti senti più tranquilla con il tuo ragazzo va bene, però la lavanderia è di tua madre e tua zia e anche loro si devono diciamo impegnare”. “Ma tutte insieme??” disse la ragazza, “sì perché ci sarà più di un uomo presente”.

Maria così ne parlò a Flavio “scordati che sei presente, neanche glielo dico a mamma di te” e il mio amico a quel punto non potette ribattere. Poi ne parlò con la mamma in maniera molto diretta “scordati che mia figlia possa fare una cosa del genere, dammi il numero ci parlo io”. Pina - la madre - così vide Bruno e si accordò solo lei e la sorella con cui aveva parlato, però non nella stessa stanza.

Pina ha passato i 50, piccola e non magra ma neanche in carne, diciamo come la figlia, anche lei ha un culo piatto e due tettone oltre la sesta misura abbastanza calanti, con capelli rossi a caschetti e il viso rotondo. Linda la sorella invece è più giovane, sposata senza figli fisicamente è simile ma con le gambe più magre e il seno più sodo. Castana, capelli corti e bocca piccola, da sempre ha subito la personalità più forte della sorella.

Loro dettero la loro disponibilità a Bruno e lui gli disse che a breve le avrebbe fatto sapere del dove e quando, con Mario che poi informò della cosa Leo e il cugino. Mentre parlavano però furono interrotti da Bruno: alla porta si era presentato Igor, un mezzo zingaro di 40anni piccolo, tarchiato, iperpalestrato e con i capelli raccolti in una coda, che voleva parlare con chi “comandava”.

Bruno era pallido perché lo conosceva di nomea: era una sorta di boss della città, rampollo della famiglia criminale molto nota nella capitale che si occupava della nostra zona. Un suo parente, Adrian, faceva l’ultimo anno della nostra scuola in quanto, molto intelligente, lo stavano facendo studiare per cercare di elevarsi anche socialmente. Di lui però parlerò meglio il prossimo racconto.

Igor senza troppi giri di parole gli disse che sarebbe stato molto “gentile” e gradito da parte nostra assumere alcune persone che diceva lui. Leo e Ivan erano ammutoliti mentre Mario lo ascoltava in silenzio poi gli fece “capisco bene cosa intende e quale sia il suo messaggio, non vogliamo problemi a breve mi faccio vivo io”. Igor andandosene lo minacciò di non prenderlo per il culo.

Mario partì subito per Roma e tornò il giorno dopo. Quel giorno stesso Igor ricevette la visita del mega capo-famiglia che se lo inculò, dicendogli che non doveva permettersi perché “secondo te quessi smuovono mari e monti e alle spalle non hanno qualche gruppo criminale a cui non dobbiamo rompere il cazzo??? Ora vai da lui e gli chiedi scusa, mi hanno detto che gli piacciono le donne quindi vedi tu quello che deve fare”.

Igor così si presentò all’ufficio di Mario con due smandrappate a seguito, quando entrarono in stanza lui gli chiese subito scusa mentre le due donne iniziarono a spompinarlo. “Io veramente non volevo essere coglione, spero che tu possa dimenticare la cosa” disse Igor, e Mario allora cominciò a dirli che non c’erano problemi e che potevano comunque andare d’accordo, di fornirgli un elenco di persone e lui vedeva cosa poteva fare. Quando sborrò, prima che se ne andassero gli disse all’orecchio “la prossima volta però portami due belle fiche, non delle marchettare”, Igor rise e se ne andò.

Adrian nella nostra scuola prima dell’arrivo di Leo era di sicuro il ragazzo più chiacchierato della scuola. Nonostante i 18 anni aveva la nomea del grande scopatore: più alto rispetto a Igor ma ugualmente tarchiato, di bello aveva gli occhi chiari e dei modi più gentili anche se pure lui era un mezzo delinquente. Poco tempo prima si era scopato Ilaria, la nostra amica, e lei ha raccontato a Miriam che le ha spaccato la fica, anche se ha un cazzo normale e larghetto ma molto duro, che l’aveva fatta godere molto anche se era stato troppo rude nel ficcarle tutto il cazzo in gola poi spingendo velocemente.

Dopo che Igor si scusò con Mario, lo stesso fece Adrian a scuola con Leo: era la prima volta che i due si parlavano, ma anche il mio amico fu molto tranquillo e i due passarono tutto l’intervallo a parlare. “Andremo in gita insieme” gli disse Adrian “lascia che mi sdebiti anche in un altro modo”. Leo sorrise e quella nuova amicizia per me divenne una sorta di incubo. CONTINUA…
Sempre bello leggere i tuoi racconti....👍
 
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patrulla

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Dodicesima parte - La gita

Quando finalmente partimmo per la gita non ero di certo nel migliore degli stati d’animo per via della rottura tra i miei. Mio fratello decise di stare a casa in quella settimana anche perché mamma stava abbastanza a terra con tutte le amiche - mamma di Flavio compresa - che la chiamavano di continuo e lei che si sfogava.

Miriam anche mi stava molto vicino e le dissi che questa gita arrivava proprio nel momento giusto: avevo bisogno di staccare un attimo anche se mi pesava lasciare mamma da sola. Quando la mattina mi accompagnò al pullman lei quasi si commosse e io pure. Giusto per chiudere il discorso, mamma si era quasi convinta a perdonare mio padre ma, come le dissero che lo avevano visto cenare insieme all’altra nonostante i suoi tentativi di rappacificamento, allora andò su tutte le furie e andò dritta dall’avvocato.

In totale eravamo quattro classi sistemate su due pullman. Partimmo il lunedì in piena notte e la nostra classe era accompagnata da il prof di matematica, un tipo molto tranquillo piccoletto e rubicondo con gli occhialini, e dalla prof di biologia da noi ribattezzata la Chiappotti giocando con il suo cognome.

Di circa 45 anni con tre figi, alta 1,70, mora con una terza rifatta e i fianchi morbidi, quando metteva i jeans e mostrava il suo culone alto e grosso ci faceva morire. Bella anche di viso, è sposata con un bell’uomo un po’ più grande di lei che è professore sempre nella nostra scuola di italiano oltre che vicepreside. La Chiappotti è una prof veramente stronza e acida: ogni anno a scuola vengono cancellate decine di scritte oscene e di insulti nei suoi confronti.

Leo arrivò al pullman accompagnato da Ivan che tornavano direttamente da una festa a Roma: prese la valigia, la sistemò e poi visibilmente alterato dormì per buona parte della prima parte del viaggio. Prima di Parigi avremmo passato una notte a Basilea.

La prima notte eravamo tutti stanchissimi e così anche la prima a Parigi. La prima sera a Parigi mentre eravamo tutti in un locale sotto l’hotel entrò una strafica di colore incredibile, alta e marmorea, e subito Leo si alzò a salutarla: era una modella che conosceva e le aveva scritto perché viveva non solo a Parigi ma anche nella zona dell’hotel. La Chiappotti però si incazzò e fece una scenata delle sue facendola in pratica andare via tra l’imbarazzo di Leo.

Adrian allora gli si avvicinò e gli disse “non preoccuparti, stasera no che dobbiamo vedere come stiamo messi in hotel e come si comportano i prof, domani però vieni in camera che ci sono due ragazze che ti vogliono conoscere, però se non ti dispiace resterei anche io”. “La camera è tua e non potrei mai cacciarti, ma chi sono le due?” disse Leo incuriosito, “ehehehe è una sorpresa”.

Leo disse della cosa a Giada e lei fece “se non avevo il ciclo mi sarei unita anche io, anche se sarei molto in imbarazzo”, però la ragazza si fece promettere che gli avrebbe raccontato tutto. La prima notte a Parigi facemmo un bel casino ma poi andammo a dormire che eravamo ancora stanchi. Io ero in camera con Leo che mi disse “domani dovrei stare via per un po’, se vuoi fai venire Miriam però avvertimi quando arriva a e quando va via.

Con Flavio invece i toni erano ben diversi: restati soli infatti gli disse “ma veramente avresti voluto vedere Maria scopata da un altro? Ti piacciono ste cose?”, allora lui prima borbottò che era per una cosa di sicurezza per la ragazza, poi ammise “diciamo però che l’idea non mi lascia indifferente, ma la cosa rimanga tra di noi”. “Allora - riprese Leo - dille di chiamare Ivan e di andarlo a trovare a casa, così magari con la lavanderia stano ancora più sicuri peccato però che tu non potresti guardare”.

Flavio rise e se ne andò ma poco dopo era già a scrivere a Maria. Le disse che, senza dire nulla alla madre, poteva comunque far divertire Ivan per stare sicuri della riuscita della cosa ma, nel caso, di metterlo in vivavoce quando fosse arrivata. Lei prima disse che non sapeva quando potesse essere utile come cosa per la lavanderia, ma poi chiese di girarle il numero di Ivan.

Nel frattempo mio padre aveva lasciato l’hotel e, rimasti soli, Mario e gli altri potevano organizzare la tresca con la madre e la zia di Maria. La mattina andò in lavanderia Carlo, il responsabile dei negozi del centro commerciale. Alto, capello sempre fatto come la barba, un uomo gradevole e molto curato di oltre 50 anni, trovò le due con Linda che stava rimettendo piede a lavoro dopo un periodo in cui si era data tipo malata in quanto stressata essendo in crisi con il marito.

Carlo disse che la loro domanda era ben avviata e fece alcune domande tecniche sulle loro necessità, poi ottenute le risposte le disse “allora se volete stasera possiamo vederci all’hotel”. Le due andarono un attimo in disparte, parlarono e poi chiesero l’ora, “alle 21.30 può andare” disse l’uomo e allora si accordarono.

Quella sera sarebbero stati Mario e Carlo ognuna con una delle sorelle, mentre Ivo il padre di Ivan disse al proprietario dell’hotel se Isabel fosse potuta andare da lui quella sera. Lui andò a parlare con la moglie e poi fece un cenno del capo positivo all’ex parlamentare. Arrivati a quel punto Gaetano sperava che almeno fosse invitato a scopare con le donne, anche perché la moglie diceva che si sentiva in colpa con lui e che se voleva ogni volta poteva andare a puttane per pareggiare il conto.

Quella sera noi dopo una giornata tra monumenti e musei, tornammo in hotel e non erano previste uscite. La Chiappotti era sempre vigile e sia Miriam per venire in camera da me sia Leo per andare da Adrian dovettero sgattaiolare come ladri. Quando Miriam entrò in stanza era tutta eccitata e diceva cose “chissà chi sono quelle due troiette, ci pensi ora si staranno a fare scopare da quei due”.

“Sembra che vorresti unirti” le dissi io ridendo e lei sempre ridendo “ahahah, me ne servirebbero almeno cinque a me!!”, poi prese a leccarmi il cazzo dicendo che era tutto il giorno che aveva voglia di sborra: non dovette faticare molto, un minuto e già avevo goduto nella sua bocca.

Poi scopammo senza far rumore, con Miriam che poi già in pigiama tornò nella camera che divideva con Giada. Leo intanto da Adrian aveva fatto la conoscenza di Sofia (piccola e magra, senza particolari curve ma con un viso molto ma molto bello) e Roberta (poco più alta e biondina con capelli a caschetto, fisico più sportivo con un bel culo sodo e una seconda marmorea assolutamente deliziosa).

“Vedi amico, loro due da quando ti hanno visto non pensano altro al pensare di conoscerti.. di scoparti… - disse Adrian mentre con una maglia bendava Leo per poi spingerlo piano sul letto - tutto vostro ragazze”. Le due così gli tolsero i pantaloni e iniziarono un lento doppio pompino.

Dopo un po’ Leo si tolse la maglia e vide Adrian che da dietro leccava le due, così prese a pomiciarle e si spogliarono tutti. Misero le mutandine nella bocca delle due per non farle fare troppo rumore, poi a pecora affianco sul letto iniziarono a scoparle a pecora. Ogni paio di minuti cambiavano culo alternandosi, con le due che godevano strozzando in gola i gemiti.

Poi si tolsero le mutande dalla bocca e iniziarono a baciarsi e toccarsi, Leo così si fece montare sopra Roberta mentre Adrian alla missionaria scopava senza pietà Sofia che era tutta rossa in viso e teneva le mani in faccia per non strillare.

Entrambe vennero dopo un po’ di quel trattamento e i due maschi andarono avanti per una mezzoretta prima di sborrarle in faccia con le due che si leccavano a vicenda. Quando tornò in camera gli chiesi come fosse andata e lui mi raccontò delle due, con io che poi comunicai a Miriam i nomi delle due quando Leo entrò in doccia. La mia ragazza però ignorava che in quel preciso momento la sua amica Maria si stava massaggiando con Ivan.

Poco prima e a molti chilometri di distanza, in hotel finito a cenare Ivo se ne tornò in camera dove ad attenderlo c’era già Isabel. Ivo è un tipo di media statura, quasi pelato ma comunque di aspetto gradevole se non fosse per una pronunciata panza. La donna era in mutande e reggiseno e, rispetto alla prima volta, fu un po’ più sciolta.

Ivo dopo i complimenti di rito iniziò a palparle le tettone cosa che voleva fare dal primo momento che l’ha vista. La donna intanto gli menava il cazzo reso duro dal viagra anche se come grandezza qualcosa sotto la media.

I modi di Ivo erano decisamente più gentili: la leccò a lungo strappandole diversi mugolii di piacere, poi se lo fece succhiare a lungo con Isabel più presa e sciolta. Messo il preservativo, la scopò faccia a faccia e poi a pecora, poi di nuovo faccia a faccia fino a quando sborrò sulle tettone.

Intanto sotto erano arrivate Pina e Linda: già in passato si erano scopate - però una volta l’una e poi la volta dopo l’altra - un fornitore per avere sconti ma senza dubbio erano molto tese. Sotto i cappotti però erano già vestite da troie tutte in lingerie. Carlo così si portò Linda in una camera doppia mentre Mario iniziò a pomiciare Pina nella hall, con Gaetano che di nascosto stava spiando il tutto menandoselo.

Carlo non è molto dotato (lunghezza ok ma molto fino) ma è molto deciso. Senza troppe smancerie, ficcava il cazzo in gola a Linda e poi in mezzo a quelle magnifiche tettone. La donna era frastornata ma in generale le piaceva molto quell’uomo così carino e distinto.

Quando iniziò a scoparla alla missionaria lei godeva martorizzandosi i capezzoli molto piccoli rispetto al resto del seno; quando iniziò a sgrillettarsi venne e allora Carlo si sfilò facendoselo succhiare per almeno un quarto d’ora sempre con la stessa violenza: alla donna quel nuovo trattamento piaceva e assecondava le richieste dell’uomo, ingoiando poi più sborra che riuscì. Di sotto la situazione era altrettanto movimentata.

Pina si sforzava di sembrare presa da Mario che era troppo brutto anche per lei. Però il cazzo la faceva godere e si concentrava su quello e riuscì anche a venire. Mario la scopò a lungo affogando spesso la faccia nelle sue tettone che servivano quattro mani per tenerle. Quando Carlo e Linda scesero loro stavano ancora scopando a pecora.

Le due donne erano state brave così come Isabel aveva fatto sborrare tre volte Ivo. Quando Pina rincasò, non sapeva che la figlia fosse ancora sveglia a chattare con Ivan… CONTINUA
 
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Frankyfree

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Dodicesima parte - La gita

Quando finalmente partimmo per la gita non ero di certo nel migliore degli stati d’animo per via della rottura tra i miei. Mio fratello decise di stare a casa in quella settimana anche perché mamma stava abbastanza a terra con tutte le amiche - mamma di Flavio compresa - che la chiamavano di continuo e lei che si sfogava.

Miriam anche mi stava molto vicino e le dissi che questa gita arrivava proprio nel momento giusto: avevo bisogno di staccare un attimo anche se mi pesava lasciare mamma da sola. Quando la mattina mi accompagnò al pullman lei quasi si commosse e io pure. Giusto per chiudere il discorso, mamma si era quasi convinta a perdonare mio padre ma, come le dissero che lo avevano visto cenare insieme all’altra nonostante i suoi tentativi di rappacificamento, allora andò su tutte le furie e andò dritta dall’avvocato.

In totale eravamo quattro classi sistemate su due pullman. Partimmo il lunedì in piena notte e la nostra classe era accompagnata da il prof di matematica, un tipo molto tranquillo piccoletto e rubicondo con gli occhialini, e dalla prof di biologia da noi ribattezzata la Chiappotti giocando con il suo cognome.

Di circa 45 anni con tre figi, alta 1,70, mora con una terza rifatta e i fianchi morbidi, quando metteva i jeans e mostrava il suo culone alto e grosso ci faceva morire. Bella anche di viso, è sposata con un bell’uomo un po’ più grande di lei che è professore sempre nella nostra scuola di italiano oltre che vicepreside. La Chiappotti è una prof veramente stronza e acida: ogni anno a scuola vengono cancellate decine di scritte oscene e di insulti nei suoi confronti.

Leo arrivò al pullman accompagnato da Ivan che tornavano direttamente da una festa a Roma: prese la valigia, la sistemò e poi visibilmente alterato dormì per buona parte della prima parte del viaggio. Prima di Parigi avremmo passato una notte a Basilea.

La prima notte eravamo tutti stanchissimi e così anche la prima a Parigi. La prima sera a Parigi mentre eravamo tutti in un locale sotto l’hotel entrò una strafica di colore incredibile, alta e marmorea, e subito Leo si alzò a salutarla: era una modella che conosceva e le aveva scritto perché viveva non solo a Parigi ma anche nella zona dell’hotel. La Chiappotti però si incazzò e fece una scenata delle sue facendola in pratica andare via tra l’imbarazzo di Leo.

Adrian allora gli si avvicinò e gli disse “non preoccuparti, stasera no che dobbiamo vedere come stiamo messi in hotel e come si comportano i prof, domani però vieni in camera che ci sono due ragazze che ti vogliono conoscere, però se non ti dispiace resterei anche io”. “La camera è tua e non potrei mai cacciarti, ma chi sono le due?” disse Leo incuriosito, “ehehehe è una sorpresa”.

Leo disse della cosa a Giada e lei fece “se non avevo il ciclo mi sarei unita anche io, anche se sarei molto in imbarazzo”, però la ragazza si fece promettere che gli avrebbe raccontato tutto. La prima notte a Parigi facemmo un bel casino ma poi andammo a dormire che eravamo ancora stanchi. Io ero in camera con Leo che mi disse “domani dovrei stare via per un po’, se vuoi fai venire Miriam però avvertimi quando arriva a e quando va via.

Con Flavio invece i toni erano ben diversi: restati soli infatti gli disse “ma veramente avresti voluto vedere Maria scopata da un altro? Ti piacciono ste cose?”, allora lui prima borbottò che era per una cosa di sicurezza per la ragazza, poi ammise “diciamo però che l’idea non mi lascia indifferente, ma la cosa rimanga tra di noi”. “Allora - riprese Leo - dille di chiamare Ivan e di andarlo a trovare a casa, così magari con la lavanderia stano ancora più sicuri peccato però che tu non potresti guardare”.

Flavio rise e se ne andò ma poco dopo era già a scrivere a Maria. Le disse che, senza dire nulla alla madre, poteva comunque far divertire Ivan per stare sicuri della riuscita della cosa ma, nel caso, di metterlo in vivavoce quando fosse arrivata. Lei prima disse che non sapeva quando potesse essere utile come cosa per la lavanderia, ma poi chiese di girarle il numero di Ivan.

Nel frattempo mio padre aveva lasciato l’hotel e, rimasti soli, Mario e gli altri potevano organizzare la tresca con la madre e la zia di Maria. La mattina andò in lavanderia Carlo, il responsabile dei negozi del centro commerciale. Alto, capello sempre fatto come la barba, un uomo gradevole e molto curato di oltre 50 anni, trovò le due con Linda che stava rimettendo piede a lavoro dopo un periodo in cui si era data tipo malata in quanto stressata essendo in crisi con il marito.

Carlo disse che la loro domanda era ben avviata e fece alcune domande tecniche sulle loro necessità, poi ottenute le risposte le disse “allora se volete stasera possiamo vederci all’hotel”. Le due andarono un attimo in disparte, parlarono e poi chiesero l’ora, “alle 21.30 può andare” disse l’uomo e allora si accordarono.

Quella sera sarebbero stati Mario e Carlo ognuna con una delle sorelle, mentre Ivo il padre di Ivan disse al proprietario dell’hotel se Isabel fosse potuta andare da lui quella sera. Lui andò a parlare con la moglie e poi fece un cenno del capo positivo all’ex parlamentare. Arrivati a quel punto Gaetano sperava che almeno fosse invitato a scopare con le donne, anche perché la moglie diceva che si sentiva in colpa con lui e che se voleva ogni volta poteva andare a puttane per pareggiare il conto.

Quella sera noi dopo una giornata tra monumenti e musei, tornammo in hotel e non erano previste uscite. La Chiappotti era sempre vigile e sia Miriam per venire in camera da me sia Leo per andare da Adrian dovettero sgattaiolare come ladri. Quando Miriam entrò in stanza era tutta eccitata e diceva cose “chissà chi sono quelle due troiette, ci pensi ora si staranno a fare scopare da quei due”.

“Sembra che vorresti unirti” le dissi io ridendo e lei sempre ridendo “ahahah, me ne servirebbero almeno cinque a me!!”, poi prese a leccarmi il cazzo dicendo che era tutto il giorno che aveva voglia di sborra: non dovette faticare molto, un minuto e già avevo goduto nella sua bocca.

Poi scopammo senza far rumore, con Miriam che poi già in pigiama tornò nella camera che divideva con Giada. Leo intanto da Adrian aveva fatto la conoscenza di Sofia (piccola e magra, senza particolari curve ma con un viso molto ma molto bello) e Roberta (poco più alta e biondina con capelli a caschetto, fisico più sportivo con un bel culo sodo e una seconda marmorea assolutamente deliziosa).

“Vedi amico, loro due da quando ti hanno visto non pensano altro al pensare di conoscerti.. di scoparti… - disse Adrian mentre con una maglia bendava Leo per poi spingerlo piano sul letto - tutto vostro ragazze”. Le due così gli tolsero i pantaloni e iniziarono un lento doppio pompino.

Dopo un po’ Leo si tolse la maglia e vide Adrian che da dietro leccava le due, così prese a pomiciarle e si spogliarono tutti. Misero le mutandine nella bocca delle due per non farle fare troppo rumore, poi a pecora affianco sul letto iniziarono a scoparle a pecora. Ogni paio di minuti cambiavano culo alternandosi, con le due che godevano strozzando in gola i gemiti.

Poi si tolsero le mutande dalla bocca e iniziarono a baciarsi e toccarsi, Leo così si fece montare sopra Roberta mentre Adrian alla missionaria scopava senza pietà Sofia che era tutta rossa in viso e teneva le mani in faccia per non strillare.

Entrambe vennero dopo un po’ di quel trattamento e i due maschi andarono avanti per una mezzoretta prima di sborrarle in faccia con le due che si leccavano a vicenda. Quando tornò in camera gli chiesi come fosse andata e lui mi raccontò delle due, con io che poi comunicai a Miriam i nomi delle due quando Leo entrò in doccia. La mia ragazza però ignorava che in quel preciso momento la sua amica Maria si stava massaggiando con Ivan.

Poco prima e a molti chilometri di distanza, in hotel finito a cenare Ivo se ne tornò in camera dove ad attenderlo c’era già Isabel. Ivo è un tipo di media statura, quasi pelato ma comunque di aspetto gradevole se non fosse per una pronunciata panza. La donna era in mutande e reggiseno e, rispetto alla prima volta, fu un po’ più sciolta.

Ivo dopo i complimenti di rito iniziò a palparle le tettone cosa che voleva fare dal primo momento che l’ha vista. La donna intanto gli menava il cazzo reso duro dal viagra anche se come grandezza qualcosa sotto la media.

I modi di Ivo erano decisamente più gentili: la leccò a lungo strappandole diversi mugolii di piacere, poi se lo fece succhiare a lungo con Isabel più presa e sciolta. Messo il preservativo, la scopò faccia a faccia e poi a pecora, poi di nuovo faccia a faccia fino a quando sborrò sulle tettone.

Intanto sotto erano arrivate Pina e Linda: già in passato si erano scopate - però una volta l’una e poi la volta dopo l’altra - un fornitore per avere sconti ma senza dubbio erano molto tese. Sotto i cappotti però erano già vestite da troie tutte in lingerie. Carlo così si portò Linda in una camera doppia mentre Mario iniziò a pomiciare Pina nella hall, con Gaetano che di nascosto stava spiando il tutto menandoselo.

Carlo non è molto dotato (lunghezza ok ma molto fino) ma è molto deciso. Senza troppe smancerie, ficcava il cazzo in gola a Linda e poi in mezzo a quelle magnifiche tettone. La donna era frastornata ma in generale le piaceva molto quell’uomo così carino e distinto.

Quando iniziò a scoparla alla missionaria lei godeva martorizzandosi i capezzoli molto piccoli rispetto al resto del seno; quando iniziò a sgrillettarsi venne e allora Carlo si sfilò facendoselo succhiare per almeno un quarto d’ora sempre con la stessa violenza: alla donna quel nuovo trattamento piaceva e assecondava le richieste dell’uomo, ingoiando poi più sborra che riuscì. Di sotto la situazione era altrettanto movimentata.

Pina si sforzava di sembrare presa da Mario che era troppo brutto anche per lei. Però il cazzo la faceva godere e si concentrava su quello e riuscì anche a venire. Mario la scopò a lungo affogando spesso la faccia nelle sue tettone che servivano quattro mani per tenerle. Quando Carlo e Linda scesero loro stavano ancora scopando a pecora.

Le due donne erano state brave così come Isabel aveva fatto sborrare tre volte Ivo. Quando Pina rincasò, non sapeva che la figlia fosse ancora sveglia a chattare con Ivan… CONTINUA
spettacolo.. mi fanno arrapare queste storie cosi come lo stile
 

Ciano21

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Racconto davvero molto bello, complimenti sia per la scrittura (non si direbbe scritto di getto) che per i contenuti e il contesto molto elaborato
 
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Tredicesima parte - Il nuovo amico

Il giorno dopo la scopata a 4 in camera di Adrian, Leo appena svegli mi raccontò grosso modo della cosa e poi fece lo stesso con Giada che poi riferì a Miriam. Giada non era affatto gelosa anzi, come confessò alla mia ragazza, le sarebbe piaciuto partecipare anche perché da qualche giorno voleva chiedere a Leo di fare una cosa a tre con Ivan.

Io guardavo Sofia e Roberta (le due ragazze della piccola orgia) con aria nuova: due ragazze normali, molto carine in viso ma che di certo non risultano appariscenti. Eppure si sono fatte scopare insieme da due ragazzi, toccandosi e leccandosi la sborra a vicenda.

Loro avrebbero voluto replicare al pari di Adrian, ma Leo aveva altri “obiettivi”. Nella nostra scuola senza dubbio la ragazza più ammirata era Nina. Anche se non viene in classe con noi la conosco abbastanza bene perché è una compagna di squadra di Miriiam: le due non sono grandissime amiche, ma comunque hanno rapporti normali anche se non si frequentano fuori dal palazzetto.

Nina fino a un anno fa era abbastanza anonima, poi ha sviluppato di colpo diventando una che per Flavio è da 5 stelle anche se veste in maniera normale tranne il sabato quando si mette in ghingheri. Alta 1,80 con i capelli castani lunghi e mossi, ha degli splendidi occhi chiari ma il resto del viso non è eccezionale: i lineamenti sono un po’ mascolini, con la bocca piccola e il naso un po’ tozzo.

Fisicamente invece è una statua: soda e muscolosa come il marmo, è una manza incredibile con una meravigliosa seconda abbondante marmorea, delle cosce da competizione e un culo tanto grande quanto sodo. Da qualche mese è fidanzata con un bel ragazzo più grande - figlio di un orefice che lavora nella gioielleria di famiglia - con il quale ha perso la verginità questa estate.

Leo l’aveva adocchiata subito ed essendo nel pullman con noi cercava un modo per entrare in contatto con lei. Si fece aiutare da Miriam che con la scusa di parlare della loro chat della squadra la fece fermare al nostro tavolo per parlare un attimo. Leo ne approfittò per fare qualche battuta, cosa che ripetette poi a cena facendola ridere. La sera così invece che replicare l’orgia andammo con tutti gli altri in un pub dove, senza appiccicarsi, scambiò qualche parola con lei.

Miriam fece una foto di gruppo e taggò tutti, con Leo che poi iniziò a seguirla dopo il tag e lo stesso fece lei. Non si fece subito audace, ma pian piano anche successivamente a scuola entrarono più in confidenza e delle volte si fermavano a parlare. Chi invece quella mattina era in un’altra dimensione era Flavio.

Stava fisso con gli auricolari e mentre noi ci godevamo Parigi lui era in ascolto della ragazza che, dopo aver marinato la scuola, era ora sul divano della casa di Ivan a succhiarli il cazzo. Il ragazzo era magnetizzato dalle sue tettone, tanto che come iniziò a fargli una spagnola anche uno solitamente duraturo come lui le sborrò tra quei meloni.

“Adesso voglio farti fare il giro della casa” le disse e, dopo una lavata e senza preservativo, iniziò a scoparla in ogni stanza descrivendo il tutto a Flavio che era in ascolto “dai puttana dille ora dove sei e cosa stai facendo”, “ahhh ahhh in cucinaaa, in cucina cazzooo e mi sta scopando sul tavoloo” e così via. Dopo un po’ Flavio si appartò e ripetette per tre volte “adesso inculala a sta troia” e il ragazzo non se lo fece ripetere.

“Mi sfonda amore mi sfonda, è un porcooo” mentre Flavio sentiva benissimo il tam tam tam dei colpi di Ivan mentre dopo un po’ iniziò a incularla furiosamente a pecora facendola sbrodolare dal piacere. Alla fine le venne nel culo e allora Maria “amore mi ha sborrato dentro il culo questo porco, mi ha sfondato mi sembra di avere la coda…”.

Dopo una doccia Ivan e Maria uscirono insieme con il ragazzo che l’avrebbe riaccompagnata nella zona della sua scuola. Uscendo i due incrociarono Nicola (il giardiniere) che stava facendo dei lavori. “Toh, chi si vede” fece lui, Maria imbarazzata lo guardò e lo salutò in maniera di sfuggita.

In macchina Ivan gli chiese del perché si conoscessero e lei “per un periodo ha lavorato a casa di Flavio”. La stessa cosa disse poi Nicola a Ivan quando lui fece ritorno, con il giardiniere che non aggiunse altro. Flavio invece come seppe della cosa era convinto che “quel vecchio porco sicuro gli avrà detto tutto di te e lui” e dentro di se pensava anche della relazione con la madre e del suo ruolo.

Quando tornammo così alla prima occasione fece a Ivan “cosa ti ha detto Nicola di Maria e di mia madre?”. Ivan cascò dalle nuvole e gli disse “che ha lavorato per un periodo da voi e basta, perché se l’è scopate entrambe??”. Flavio blaterò un “no no” e poi se ne andò, ma ogni volta che potevano sia Ivan sia Leo lo prendevano per il culo con frasi tipo “quando vuoi ti rifaccio cornuto” oppure “quando fai scopare Maria pure a me? Volendo mi accontento anche di tua madre..”, il mio amico però per il momento non gli dava corda anche se era eccitato dal pensiero.

Adrian e Leo dopo la gita divennero buoni amici. Adrian ufficialmente non ha rapporti di parentela con Igor (il mezzo zingaro boss della città) ma in verità è il figlio non riconosciuto del capo famiglia che sta a Roma. Vive da solo con la madre, non si sporca le mani con gli affari del clan ma viene informato di tutto e riceve una bella stecca ogni mese come la madre.

Igor che in teoria è un suo cugino di secondo grado lo tratta con i guanti anche perché loro hanno grandi aspettative per lui: un avvocato o un imprenditore apparentemente pulito, ma che invece partecipa a tutte le riunioni del clan e nonostante la giovane età ha anche peso nelle decisioni da prendere.

A scuola Adrian gestiva tutto lo spaccio ma mai lui in prima persona: lo faceva Davide, un ragazzo ripetente che faceva il quarto che da tempo era il suo tirapiedi facendolo entrare in contatto con lo zio. Di mezza statura e con un fisico magro e muscoloso, nonostante orecchini, tatuaggi e un orribile doppio taglio, Davide ha i lineamenti del viso molto delicati, quasi femminili. Taciturno e quasi timido, tra la grande preoccupazione della sua famiglia - è figlio di impiegati - ormai è dipendente dalla droga anche se Adrian gli ripete che deve tranquillizzarsi “se ti sfinisci prima o poi le guardie ti si bevono”.

Leo dopo l’archiviazione iniziò pian piano a ritornare ai vecchi vizi. Con noi mantenne sempre un rapporto di amicizia specie con me che giocavamo insieme, ma il sabato con noi usciva meno o a volte solo per una birra o a cena. Adrian invece aveva la coca e un bel giro di ragazze, con anche Ivan che entrò subito in sintonia.

Adrian però aveva anche uno scopo ben preciso: la G, conosciuta anche come droga dello stupro che però ha molti altri utilizzi. Leo infatti ha un canale privilegiato per procurarsela a cui non può accedere neanche Ivan. Per accederci in passato si è fatto succhiare il cazzo da un paio di prelati, cosa che il cugino non ha accettato.

Forte anche del fatto di non essersela cantata, Leo volendo può ancora acquistarla anche in grandi quantità ma nonostante la voglia è stato per mesi molto titubante per paura di rifinire dentro e questa volta veramente. Alla fine si fece convincere e riallacciò il contatto con un insospettabile medico, il quale però come pegno non volle solo succhiare il cazzo al bel ragazzo, ma anche farsi inculare.

Se non lo sapete la G è la droga preferita dei gay visto che, con le giuste dosi, ti dà un effetto di grande euforia e rilassatezza oltre a procurarti orgasmi molto più intensi, favorendo pure i rapporti anali visti i muscoli più elastici. Del resto basta ricordare la storia di quel famoso collaboratore di quel famosissimo politico beccato in un festino con due ragazzi dell’est.

Leo era importante anche perché lui sapeva fare le giusti dosi: se si esagera l’euforia si trasforma in oblio totale - da qui il rischio stupri - oltre a possibili collassi. Leo e Ivan così iniziarono anche nella nuova città a fare dei festini a base di G: loro mettevano la droga, Adrian le ragazze e una casa - isolata, insospettata e adatta - visto che i due cugini non volevano farli a casa loro.

Di questo però vi parlerò nel prossimo racconto perché, prima di concludere, vi voglio far capire come divenne il rapporto tra Adrian e Leo. Era poco prima delle vacanze di Natale e un compagno di classe di Adrian - uno abbastanza sfigato, che stava sempre insieme ad altri due sfigati - faceva il compleanno di 18 anni.

Lui non voleva fare la festa “tanto chi verrebbe” mentre la madre preoccupata per quel figlio così chiuso specie da quando aveva divorziato con il padre, insisteva per farla. Così aggiunse Adrian sui social e gli scrisse presentandosi.

“Mio figlio mi parla sempre di te di Giuseppe (Peppone, un altro della classe molto amico di Adrian, grande e ciccione ma molto carismatico oltre che ricco) e sono qui per chiederti un piacere”. Così gli spiegò della festa e gli chiese se poteva fare in modo che tutti i compagni venissero “tu sei un po’ il leader, puoi farlo”.

Paola la madre del ragazzo è una donna sui 45 anni, abbastanza alta e magra con delle belle gambe un culo piccolo e delle tettine appena accennate. Castana chiara, gli occhiali mascheravano il naso aquilino e un viso magro, con i capelli castani fino alle spalle. Lavorava in una compagnia di assicurazioni e da tre anni era separata e viveva con l’unico figlio.

Adrian ci prese un caffè insieme “a me farebbe molto piacere aiutarti, ma in cambio cosa avrò??”, la donna allora “non sono ricca, ma un bel regalo non so un cellulare o altro posso fartelo”. Allora il ragazzo guardandola “non mi hai capito, io posso far venire Peppone e tutti gli altri ragazzi più popolari, ma in cambio ti devi far scopare da noi insieme”. La donna non fece una piega restando immobile per diversi secondi “voi venite alla festa, poi del resto ne possiamo parlare se però voi non fate i bambini e non fate diventare la cosa un affare pubblico”.

“Signora scelga lei: se lei ci fa divertire prima della festa noi saremo gentili con lei, altrimenti se lo farà il giorno dopo la festa allora saremo molto più cattivi”. “Prima non se ne parla, voi venite alla festa e il giorno dopo per 1 ora vi faccio divertire” e così si strinsero la mano.

Adrian disse della cosa a Peppone, Leo e Davide e, insieme, portarono alla festa quasi 50 persone noi compresi. Fu niente di eclatante, un aperitivo cenato in un locale al centro e alle 10 ognuno era già per i cazzi suoi. Lui ne fu molto felice e anche la madre. Prima di andarsene Adrian fece alla signora “domani alle 17 fatti trovare xxx, vestiti da troia e sali su un ncc van con i vetri oscurati che troverai fermo. Lei allora fece “ok, visto che sei uno sveglio immagino che la bamba non ti manchi, portala”.

L’appuntamento era in un luogo molto isolato, dentro oltre ai ragazzi c’era Armando l’autista: ex galeotto, da giovane viveva facendo qualche film porno e prostituendosi con uomini facoltosi visto il suo cazzo notevole, lungo oltre 22cm liscio e con una grande cappella. Era uno di fiducia di Igor e faceva parte dell’accordo con Mario: lo presero per fare da autista con lui che metteva a disposizione il proprio mezzo.

Dentro c’era Leo ancora in hangover per la sera prima, con anche la donna che arrivò palesemente ubriaca vestita con un cappotto lungo. Come salì nel van, che in mezzo aveva un tavolinetto che poteva anche scomparire, il mezzo partì e lei si tolse il cappotto mostrandosi il lingerie e calze autoreggenti. Mentre pippava raccontava “che credete che la coca l’avete inventata voi?? Siamo stati giovani anche noi…” e poi che il marito era un cazzone che se la scopava forte “vediamo quanto siete capaci” e che dopo di lui è stato solo con un altro per più di un anno “ma a letto era un mezzo frocio, spero che non siate uguali”.

Ascoltato quello Adrian la prese per la nuca e le ficcò il cazzo in gola. Lei si faceva fare tutto e Davide le sgrillettava la fica bagnatissima. “Scopami frocio” urlò lei mentre il van girava per la città. Il ragazzo tirò fuori il suo cazzo duro e di medie dimensioni e in maniera un po’ scomoda iniziò a scoparla senza precauzioni.

Mentre Leo stava ancora in fase di ripresa e Peppone si limitava a segarsi il cazzettino, Adrian tolse il tavolino, creò una sorta di divano abbassando i cuscini e iniziò a scopare con vigore la donna che godeva e lo incitava. Peppone allora si avvicinò e le sborrò copiosamente in faccia, venendo poi una seconda volta mentre la donna glielo ripuliva.

Lo stesso fece Davide mentre Adrian la martellava con lui tutta oscenamente piena di sborra in faccia. Il ragazzo iniziò poi a leccarle il culo, prese il lubrificante e iniziò a incularla senza troppa difficoltà. Leo spogliatosi se lo faceva leccare ma poi non riuscivano a farle una doppia. Armando l’autista allora parcheggiò in una via laterale e andò dietro “ora vi faccio vedere io come si fa”.

Tirò fuori il cazzo grande e duro, lo lubrificò poi fece impalare la donna nel culo “cazzzoooo, e dove eri tu finora” disse lei. Dopo qualche pompata l’uomo tirò la schiena della donna verso di leui, le aprì le gambe e Leo la penetrò nella fica. I due iniziarono a martellarla alla grande con Peppone che le leccava gambe e piedi che si muovevano impazziti sotto i colpi. Venne come una fontana Paola “non fermateviiiii, maialiii siete maialiiii guarda che mi fate”.

Adrian arrivato al limite sborrò vedendo quella scena sulle calze della donna, che poi dovette succhiare parecchio per far sborrare gli altri due. Finito era stravolta, con i capelli e il viso vieni di sborra così come le gambe. “Un’altra botta me la merito” disse lei mentre si ripuliva alla peggio, con Armando che riprese la marcia verso la macchina della donna mentre lei si faceva un’altra striscia, per poi salutare tutto il gruppo ridendo “la prossima volta prendete lezioni da lui (Armando) che solo lui sa come far godere una donna, ciao ciao”. CONTINUA…
 
F

Frankyfree

Guest
Tredicesima parte - Il nuovo amico

Il giorno dopo la scopata a 4 in camera di Adrian, Leo appena svegli mi raccontò grosso modo della cosa e poi fece lo stesso con Giada che poi riferì a Miriam. Giada non era affatto gelosa anzi, come confessò alla mia ragazza, le sarebbe piaciuto partecipare anche perché da qualche giorno voleva chiedere a Leo di fare una cosa a tre con Ivan.

Io guardavo Sofia e Roberta (le due ragazze della piccola orgia) con aria nuova: due ragazze normali, molto carine in viso ma che di certo non risultano appariscenti. Eppure si sono fatte scopare insieme da due ragazzi, toccandosi e leccandosi la sborra a vicenda.

Loro avrebbero voluto replicare al pari di Adrian, ma Leo aveva altri “obiettivi”. Nella nostra scuola senza dubbio la ragazza più ammirata era Nina. Anche se non viene in classe con noi la conosco abbastanza bene perché è una compagna di squadra di Miriiam: le due non sono grandissime amiche, ma comunque hanno rapporti normali anche se non si frequentano fuori dal palazzetto.

Nina fino a un anno fa era abbastanza anonima, poi ha sviluppato di colpo diventando una che per Flavio è da 5 stelle anche se veste in maniera normale tranne il sabato quando si mette in ghingheri. Alta 1,80 con i capelli castani lunghi e mossi, ha degli splendidi occhi chiari ma il resto del viso non è eccezionale: i lineamenti sono un po’ mascolini, con la bocca piccola e il naso un po’ tozzo.

Fisicamente invece è una statua: soda e muscolosa come il marmo, è una manza incredibile con una meravigliosa seconda abbondante marmorea, delle cosce da competizione e un culo tanto grande quanto sodo. Da qualche mese è fidanzata con un bel ragazzo più grande - figlio di un orefice che lavora nella gioielleria di famiglia - con il quale ha perso la verginità questa estate.

Leo l’aveva adocchiata subito ed essendo nel pullman con noi cercava un modo per entrare in contatto con lei. Si fece aiutare da Miriam che con la scusa di parlare della loro chat della squadra la fece fermare al nostro tavolo per parlare un attimo. Leo ne approfittò per fare qualche battuta, cosa che ripetette poi a cena facendola ridere. La sera così invece che replicare l’orgia andammo con tutti gli altri in un pub dove, senza appiccicarsi, scambiò qualche parola con lei.

Miriam fece una foto di gruppo e taggò tutti, con Leo che poi iniziò a seguirla dopo il tag e lo stesso fece lei. Non si fece subito audace, ma pian piano anche successivamente a scuola entrarono più in confidenza e delle volte si fermavano a parlare. Chi invece quella mattina era in un’altra dimensione era Flavio.

Stava fisso con gli auricolari e mentre noi ci godevamo Parigi lui era in ascolto della ragazza che, dopo aver marinato la scuola, era ora sul divano della casa di Ivan a succhiarli il cazzo. Il ragazzo era magnetizzato dalle sue tettone, tanto che come iniziò a fargli una spagnola anche uno solitamente duraturo come lui le sborrò tra quei meloni.

“Adesso voglio farti fare il giro della casa” le disse e, dopo una lavata e senza preservativo, iniziò a scoparla in ogni stanza descrivendo il tutto a Flavio che era in ascolto “dai puttana dille ora dove sei e cosa stai facendo”, “ahhh ahhh in cucinaaa, in cucina cazzooo e mi sta scopando sul tavoloo” e così via. Dopo un po’ Flavio si appartò e ripetette per tre volte “adesso inculala a sta troia” e il ragazzo non se lo fece ripetere.

“Mi sfonda amore mi sfonda, è un porcooo” mentre Flavio sentiva benissimo il tam tam tam dei colpi di Ivan mentre dopo un po’ iniziò a incularla furiosamente a pecora facendola sbrodolare dal piacere. Alla fine le venne nel culo e allora Maria “amore mi ha sborrato dentro il culo questo porco, mi ha sfondato mi sembra di avere la coda…”.

Dopo una doccia Ivan e Maria uscirono insieme con il ragazzo che l’avrebbe riaccompagnata nella zona della sua scuola. Uscendo i due incrociarono Nicola (il giardiniere) che stava facendo dei lavori. “Toh, chi si vede” fece lui, Maria imbarazzata lo guardò e lo salutò in maniera di sfuggita.

In macchina Ivan gli chiese del perché si conoscessero e lei “per un periodo ha lavorato a casa di Flavio”. La stessa cosa disse poi Nicola a Ivan quando lui fece ritorno, con il giardiniere che non aggiunse altro. Flavio invece come seppe della cosa era convinto che “quel vecchio porco sicuro gli avrà detto tutto di te e lui” e dentro di se pensava anche della relazione con la madre e del suo ruolo.

Quando tornammo così alla prima occasione fece a Ivan “cosa ti ha detto Nicola di Maria e di mia madre?”. Ivan cascò dalle nuvole e gli disse “che ha lavorato per un periodo da voi e basta, perché se l’è scopate entrambe??”. Flavio blaterò un “no no” e poi se ne andò, ma ogni volta che potevano sia Ivan sia Leo lo prendevano per il culo con frasi tipo “quando vuoi ti rifaccio cornuto” oppure “quando fai scopare Maria pure a me? Volendo mi accontento anche di tua madre..”, il mio amico però per il momento non gli dava corda anche se era eccitato dal pensiero.

Adrian e Leo dopo la gita divennero buoni amici. Adrian ufficialmente non ha rapporti di parentela con Igor (il mezzo zingaro boss della città) ma in verità è il figlio non riconosciuto del capo famiglia che sta a Roma. Vive da solo con la madre, non si sporca le mani con gli affari del clan ma viene informato di tutto e riceve una bella stecca ogni mese come la madre.

Igor che in teoria è un suo cugino di secondo grado lo tratta con i guanti anche perché loro hanno grandi aspettative per lui: un avvocato o un imprenditore apparentemente pulito, ma che invece partecipa a tutte le riunioni del clan e nonostante la giovane età ha anche peso nelle decisioni da prendere.

A scuola Adrian gestiva tutto lo spaccio ma mai lui in prima persona: lo faceva Davide, un ragazzo ripetente che faceva il quarto che da tempo era il suo tirapiedi facendolo entrare in contatto con lo zio. Di mezza statura e con un fisico magro e muscoloso, nonostante orecchini, tatuaggi e un orribile doppio taglio, Davide ha i lineamenti del viso molto delicati, quasi femminili. Taciturno e quasi timido, tra la grande preoccupazione della sua famiglia - è figlio di impiegati - ormai è dipendente dalla droga anche se Adrian gli ripete che deve tranquillizzarsi “se ti sfinisci prima o poi le guardie ti si bevono”.

Leo dopo l’archiviazione iniziò pian piano a ritornare ai vecchi vizi. Con noi mantenne sempre un rapporto di amicizia specie con me che giocavamo insieme, ma il sabato con noi usciva meno o a volte solo per una birra o a cena. Adrian invece aveva la coca e un bel giro di ragazze, con anche Ivan che entrò subito in sintonia.

Adrian però aveva anche uno scopo ben preciso: la G, conosciuta anche come droga dello stupro che però ha molti altri utilizzi. Leo infatti ha un canale privilegiato per procurarsela a cui non può accedere neanche Ivan. Per accederci in passato si è fatto succhiare il cazzo da un paio di prelati, cosa che il cugino non ha accettato.

Forte anche del fatto di non essersela cantata, Leo volendo può ancora acquistarla anche in grandi quantità ma nonostante la voglia è stato per mesi molto titubante per paura di rifinire dentro e questa volta veramente. Alla fine si fece convincere e riallacciò il contatto con un insospettabile medico, il quale però come pegno non volle solo succhiare il cazzo al bel ragazzo, ma anche farsi inculare.

Se non lo sapete la G è la droga preferita dei gay visto che, con le giuste dosi, ti dà un effetto di grande euforia e rilassatezza oltre a procurarti orgasmi molto più intensi, favorendo pure i rapporti anali visti i muscoli più elastici. Del resto basta ricordare la storia di quel famoso collaboratore di quel famosissimo politico beccato in un festino con due ragazzi dell’est.

Leo era importante anche perché lui sapeva fare le giusti dosi: se si esagera l’euforia si trasforma in oblio totale - da qui il rischio stupri - oltre a possibili collassi. Leo e Ivan così iniziarono anche nella nuova città a fare dei festini a base di G: loro mettevano la droga, Adrian le ragazze e una casa - isolata, insospettata e adatta - visto che i due cugini non volevano farli a casa loro.

Di questo però vi parlerò nel prossimo racconto perché, prima di concludere, vi voglio far capire come divenne il rapporto tra Adrian e Leo. Era poco prima delle vacanze di Natale e un compagno di classe di Adrian - uno abbastanza sfigato, che stava sempre insieme ad altri due sfigati - faceva il compleanno di 18 anni.

Lui non voleva fare la festa “tanto chi verrebbe” mentre la madre preoccupata per quel figlio così chiuso specie da quando aveva divorziato con il padre, insisteva per farla. Così aggiunse Adrian sui social e gli scrisse presentandosi.

“Mio figlio mi parla sempre di te di Giuseppe (Peppone, un altro della classe molto amico di Adrian, grande e ciccione ma molto carismatico oltre che ricco) e sono qui per chiederti un piacere”. Così gli spiegò della festa e gli chiese se poteva fare in modo che tutti i compagni venissero “tu sei un po’ il leader, puoi farlo”.

Paola la madre del ragazzo è una donna sui 45 anni, abbastanza alta e magra con delle belle gambe un culo piccolo e delle tettine appena accennate. Castana chiara, gli occhiali mascheravano il naso aquilino e un viso magro, con i capelli castani fino alle spalle. Lavorava in una compagnia di assicurazioni e da tre anni era separata e viveva con l’unico figlio.

Adrian ci prese un caffè insieme “a me farebbe molto piacere aiutarti, ma in cambio cosa avrò??”, la donna allora “non sono ricca, ma un bel regalo non so un cellulare o altro posso fartelo”. Allora il ragazzo guardandola “non mi hai capito, io posso far venire Peppone e tutti gli altri ragazzi più popolari, ma in cambio ti devi far scopare da noi insieme”. La donna non fece una piega restando immobile per diversi secondi “voi venite alla festa, poi del resto ne possiamo parlare se però voi non fate i bambini e non fate diventare la cosa un affare pubblico”.

“Signora scelga lei: se lei ci fa divertire prima della festa noi saremo gentili con lei, altrimenti se lo farà il giorno dopo la festa allora saremo molto più cattivi”. “Prima non se ne parla, voi venite alla festa e il giorno dopo per 1 ora vi faccio divertire” e così si strinsero la mano.

Adrian disse della cosa a Peppone, Leo e Davide e, insieme, portarono alla festa quasi 50 persone noi compresi. Fu niente di eclatante, un aperitivo cenato in un locale al centro e alle 10 ognuno era già per i cazzi suoi. Lui ne fu molto felice e anche la madre. Prima di andarsene Adrian fece alla signora “domani alle 17 fatti trovare xxx, vestiti da troia e sali su un ncc van con i vetri oscurati che troverai fermo. Lei allora fece “ok, visto che sei uno sveglio immagino che la bamba non ti manchi, portala”.

L’appuntamento era in un luogo molto isolato, dentro oltre ai ragazzi c’era Armando l’autista: ex galeotto, da giovane viveva facendo qualche film porno e prostituendosi con uomini facoltosi visto il suo cazzo notevole, lungo oltre 22cm liscio e con una grande cappella. Era uno di fiducia di Igor e faceva parte dell’accordo con Mario: lo presero per fare da autista con lui che metteva a disposizione il proprio mezzo.

Dentro c’era Leo ancora in hangover per la sera prima, con anche la donna che arrivò palesemente ubriaca vestita con un cappotto lungo. Come salì nel van, che in mezzo aveva un tavolinetto che poteva anche scomparire, il mezzo partì e lei si tolse il cappotto mostrandosi il lingerie e calze autoreggenti. Mentre pippava raccontava “che credete che la coca l’avete inventata voi?? Siamo stati giovani anche noi…” e poi che il marito era un cazzone che se la scopava forte “vediamo quanto siete capaci” e che dopo di lui è stato solo con un altro per più di un anno “ma a letto era un mezzo frocio, spero che non siate uguali”.

Ascoltato quello Adrian la prese per la nuca e le ficcò il cazzo in gola. Lei si faceva fare tutto e Davide le sgrillettava la fica bagnatissima. “Scopami frocio” urlò lei mentre il van girava per la città. Il ragazzo tirò fuori il suo cazzo duro e di medie dimensioni e in maniera un po’ scomoda iniziò a scoparla senza precauzioni.

Mentre Leo stava ancora in fase di ripresa e Peppone si limitava a segarsi il cazzettino, Adrian tolse il tavolino, creò una sorta di divano abbassando i cuscini e iniziò a scopare con vigore la donna che godeva e lo incitava. Peppone allora si avvicinò e le sborrò copiosamente in faccia, venendo poi una seconda volta mentre la donna glielo ripuliva.

Lo stesso fece Davide mentre Adrian la martellava con lui tutta oscenamente piena di sborra in faccia. Il ragazzo iniziò poi a leccarle il culo, prese il lubrificante e iniziò a incularla senza troppa difficoltà. Leo spogliatosi se lo faceva leccare ma poi non riuscivano a farle una doppia. Armando l’autista allora parcheggiò in una via laterale e andò dietro “ora vi faccio vedere io come si fa”.

Tirò fuori il cazzo grande e duro, lo lubrificò poi fece impalare la donna nel culo “cazzzoooo, e dove eri tu finora” disse lei. Dopo qualche pompata l’uomo tirò la schiena della donna verso di leui, le aprì le gambe e Leo la penetrò nella fica. I due iniziarono a martellarla alla grande con Peppone che le leccava gambe e piedi che si muovevano impazziti sotto i colpi. Venne come una fontana Paola “non fermateviiiii, maialiii siete maialiiii guarda che mi fate”.

Adrian arrivato al limite sborrò vedendo quella scena sulle calze della donna, che poi dovette succhiare parecchio per far sborrare gli altri due. Finito era stravolta, con i capelli e il viso vieni di sborra così come le gambe. “Un’altra botta me la merito” disse lei mentre si ripuliva alla peggio, con Armando che riprese la marcia verso la macchina della donna mentre lei si faceva un’altra striscia, per poi salutare tutto il gruppo ridendo “la prossima volta prendete lezioni da lui (Armando) che solo lui sa come far godere una donna, ciao ciao”. CONTINUA…
che troia la signora Paola.. la mammina insospettabile che per il bene del proprio figlio è disposta a farsi sfondare. E per di più, non la vive neanche come una umiliazione.. troia dentro
 
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Quattordicesima parte - Il fattore G

Riavvolgendo il nastro di questo film, mi è venuta la convinzione che la gita di quinto sia stato l’ultimo momento in cui sono stato veramente felice, anche se non mi mancavano le preoccupazioni dalla separazione dei miei fino al vedere Flavio così turbato anche se, mai come in questo caso, vale bene il vecchio detto “chi è causa del suo male…”.

Ripenso così a quel venerdì sera autunnale e mi vedo al pub con gli amici di sempre a bere una birra e a fare le solite chiacchiere. Apparentemente potevamo sembrare un gruppo di ragazzi come tanti, né troppo anonimi né popolari. Nessuno difficilmente avrebbe pensato che Maria si fosse scapata uno con più del doppio dei suoi anni davanti al suo ragazzo, che poi l’aveva spinta a farsi scopare da Ivan e che non pensava ad altro che al vedere la mamma scopata dal giardiniere.

Difficilmente poi si poteva immaginare che Giada, fino a qualche settimana prima non solo vergine ma neanche mai pomiciata, ora si scopasse regolarmente il più popolare della scuola anche insieme al cugino, iniziandolo anche a prenderlo nel suo meraviglioso culo.

Poi la mia amata Miriam, così dolce e così irrequieta. Anche il nostro rapporto mi metteva grande apprensione. In passato mi aveva confidato di avere delle fantasie lesbo, anche perché con le compagne di squadra spesso si fanno scherzi quando sono nello spogliatoio o in doccia. Qualche giorno prima però mi confidò due altre cose che mi spiazzarono.

La prima è che quando Paolo - suo allenatore da due anni un bell’uomo sui 40 anni, alto e moro, sposato con figli - ha litigato con il presidente dando le dimissioni, lei mi ha detto “sono felice solo per un motivo, non ti incazzare ma da un po’ sono attratta sessualmente da lui e il fatto che ora se ne è andato mi fa stare più tranquilla”. Discutemmo chattando una sera intera, con lei che ripeteva “non è una cotta, io amo solo te, è solo una cosa sessuale ma non è che ci abbia fatto qualcosa ma il pensiero l’ho avuto diverse volte”.

Apprezzai comunque la sua onestà, ma ci rimasi quando quella sera venni a sapere che le dimissioni erano state ritirate e che il giorno dopo sarebbe stato al suo posto come sempre alla partita. Ma anche un’altra cosa però mi turbava ed eccitava al tempo stesso.

Sempre con grande confidenza, mi disse che le sarebbe piaciuto partecipare alla festicciola che Leo e Adrian avevano organizzato per quel sabato e alla quale avrebbe partecipato Giada. Ma logicamente non mi avrebbe mai fatto una cosa del genere, ma il pensiero c’era. Io anche le dissi che a chi non ecciterebbe una cosa del genere, anche se la cosa della droga un po’ mi spaventava.

Giada invece aveva confessato a Maria e Miriam di essere eccitatissima della cosa, tanto da masturbarsi di continuo al pensiero tentando anche di “allenarsi” il buchetto per eventuali penetrazioni. Ma per capire come vivesse il rapporto con Leo devo raccontarvi una cosa avvenuta la settimana prima.

Capitò che Leo stesse un sabato in città con il figlio piccolo, così chiese a Giada di domandare alla sorella (Franca, per descrizione vedere terza parte) dove lo potesse portare. Franca così le consigliò un parco dove lei andava tutti i sabati pomeriggio, così i due si conobbero e chiacchierarono un pò. Franca spesso accompagnava lei la sorella da Leo e poi la andava a riprendere, così il ragazzo le fece un paio di battutine “beh ora che ti ho conosciuto la prossima volta potresti fermarti anche tu!!”. La ragazza rideva con fare civettuolo e stava al gioco, dicendogli che “quello stronzo di mio marito già è tanto se mi fa andare al parco, anzi se ci vedrebbe ora farebbe una scenata”. “Allora - rispose Leo - è un motivo in più per fargliela pagare…” ed entrambi risero scambiandosi i numeri..

Giada quando parlarono della chiacchierata iniziò a dire alla sorella “ma fatti scopare no, è tanto fico quanto bravo…” e Franca con mille paranoie. Dopo l’ennesima cazziata del marito per una foto per lui troppo osé postata, decise di farlo cornuto. Leo non venne a scuola una mattina, con Miriam che mi fece “non è venuto perché si sta bombando la sorella di Giada…”.

Franca quella mattina scrisse a Leo “prepara due spritz, ho il tempo contato, tra dieci minuti sono lì”. Si presentò con un cappotto lungo, sotto un vestitino rosso striminzito e autoreggenti “dopo devo cambiarmi prima di andare via sennò lui mi ammazza se mi vede così”. Buttò giù lo spritz con pochi sorsi e subito prese in bocca il cazzo del ragazzo iniziando a leccarlo tutto con fare famelico.

Leo allora la mise a pecora e, dopo averla leccata un po’, si infilò un preservativo e iniziò a scopare la sua fica che era un lago. Lei emetteva un lamento di piacere continuo che ogni tanto aumentava di tono, mentre Leo lodava il suo culo “hai un culo da urlo come tua sorella, sei brava come lei a usarlo?” “Nooooo, scopami la fica ti prego non il culo, scopami scopami non ti fermare”.

Poi lei volle salire sopra, iniziò a comandare la scopata godendo giocando di bacino appiattendosi sul ragazzo mentre lo pomiciava con foga. Dopo l’orgasmo Leo iniziò a martellarla da sotto facendola sobbalzare per la forza dei colpi “mi sfondi cazzooo mi sfondi con questo cazzone”, poi lei guardando l’orologio disse ora ti faccio sborrare, iniziando un pompino profondo e veloce bevendo tutta la sborra del ragazzo “ma quanta cazzo ne avevi” fece lei ridendo e andando verso il bagno mentre la sborra le colava dalla bocca.

Ecco Giada non fu gelosa della cosa ma contentissima “se c’è Ivan, la prossima volta ci facciamo scopare una a testa”, e la sorella “se è bono e bravo come il cugino…”. Con questo spirito la ragazza accettò l’invito di Leo al loro primo party in città.

Quel venerdì sera però accadde anche altro. Tornato a casa mia madre non c’era: era da qualche tempo che aveva preso a uscire con le amiche la sera, compresa quel troione della madre di Flavio. Io visto che tanto il giorno dopo avrei fatto panchina, iniziai a farmi una sega guardando del porno online e non badai all’orologio quando rincasò mia madre.

Erano quasi le tre, io tirai già il portatile facendo finta di dormire viste le porte tutte aperte. Mia madre però fece diverso rumore, così mi affacciai e la vidi in corridoio che barcollava visibilmente ubriaca: le scarpe con i tacchi alti erano lanciati in corridoio, stava in reggiseno mentre la gonna mezza sollevata faceva intravedere le autoreggenti.

Entrò in doccia e poi quasi svenne sul letto. Io sentendola ronfare entrai in bagno e accesi la luce dopo aver chiuso la porta: nel cesto c’erano le sue mutandine striminzite tutte sgommate, come se ci avessero passato la cancellina sopra. Sulle calze e sulla gonna poi c’erano evidenti tracce di sborra, ma tanta però. Mi dovetti sparare tre seghe per calmarmi e addormentarmi.

Il giorno dopo alla partita ero in panchina con Leo: pian piano stava entrando in forma e l’allenatore gli dava sempre più fiducia anche se i rinnovati vizi rallentavano la sua ripresa. Scambiammo diverse parole e lui mi parlò della festa, con io che poi gli raccontai di quanto Miriam mi aveva detto - anche dell’allenatore - e di quello che poi avevo detto io a lei.

“È normale, il fatto che lei ti dica queste cose vuol dire che è sincera e corretta al massimo, tienitela stretta. Quanto al resto io ci penserei due volte prima di fare la fine di Flavio, che ha mandato la fidanzata a scoparsi Ivan… anche se partecipate insieme, pensa a quando magari state mangiando un gelato insieme e te la rivedi con in bocca un cazzo invece del gelato… certo può essere eccitante ma se non siete preparati la coppia poi scoppia”.

Finita la partita andammo al palazzetto a vedere la partita di Miriam dove c’erano anche gli altri: quelle belle chiappe attiravano sempre un discreto numero di spettatori maschili. La vedevo in panchina di fianco al mister e arrossivo nel pensarla scopata a pecora da lui nello spogliatoio, un mix di eccitazione e di terrore.

Poi aspettai che Miriam si facesse la doccia, riaccompagnai Leo a casa sua e poi andammo a casa che mia madre era uscita a cena. Mangiammo velocemente una pizza e poi eravamo già in camera. Quello stato di eccitazione non mi fu d’aiuto tanto che venni come lei me lo prese in mano mentre pomiciavamo.

Con una faccia da maiala che mai scorderò iniziò a leccarsi tutte le mani “è tutto il giorno che penso alla tua sborra” e poi prese a pulirmi il cazzo. “La mia o quella di Paolo” feci io ridendo, allora lei con la faccia divertita “sai perché mi eccita? Perché Sara (una sua compagna sposata e con figli) sono mesi che si fa scopare da lui in palestra quando tutti sono andati via, con Yaril (altra compagna, gran ficona cubana) una sera li abbiamo beccati per sbaglio che io avevo dimenticato le scarpe… sentivamo un casino dalla sua stanza e da lontano c’era lui che la scopava a pecora, dandole delle pacche fortissime sul culo e le diceva godi puttana godi e lei strillava come una ossessa”.

“Siete tutte delle troie” dissi ridendo mentre ero a occhi chiusi gustandomi il racconto e il pompino, Miriam allora iniziò a cavalcarmi e io a schiaffeggiarle le chiappe “così vi piace essere scopate?? Eh dimmi porca dimmi” e lei “zitto e scopami frocio!!!”.

Ahimè anche la seconda volta durai poco, poi dovemmo uscire che avevamo appuntamento con Flavio e Maria. In macchina lei mi stuzzicava “ora Giada chissà come la staranno scopando per bene, mica come te…” e ridendo mi dette un bacio e mi gettò le braccia intorno al collo.

Al pub non parlammo d’altro, con Giada che per un po’ ci mandava messaggi sui presenti poi il suo cell rimase muto dalle 23 passate fino alle 4 del mattino: ai genitori aveva detto che andava a Roma con Ilaria, la nostra quarta amica, che invece era andata veramente a un concerto dormendo poi dalla sorella.

La festicciola si svolgeva in un villino fuori città che d’estate viene usato per cerimonie ed eventi privati. Leo si era procurato la G e insieme a Ivan aveva imposto alcune regole “tutte le ragazze devono essere pagate, così poi non fanno quelle che erano andate ma non sapevano cosa succedesse, non una cifra astronomica (500 euro) ma dovevano essere pagate come arrivavano; poi severamente vietato pippare, al massimo qualche cannetta e un po’ di champagne, birra o vino per rompere il ghiaccio. Poi se una dice no è no, infine la G la teneva lui e solo lui la dava”.

Leo e Ivan si presentarono con tre ragazze: Giada, Lena (leggere sesta parte, la prima ragazza scopata da Leo in città) ed Elisa (la segretaria della società dei due, leggere undicesima parte). Tutte e tre furono pagate in macchina e avevano delle borse per cambiarsi.

Arrivati c’erano diverse auto. Dentro ad accoglierli c’era Adrian, il cugino Igor, l’autista Armando, l’amico Davide (entrambi leggere il capitolo precedente) e altri due mezzi zingari ben vestiti ma tarchiati e con le facce poco raccomandabili. Adrian indicò alle ragazze dove erano le altre a cambiarsi e che poi sarebbe venuto lui a chiamarle, poi Leo gli fece in disparte “ma non saremo un po’ troppi maschietti??”. “Tranquillo fidati, belle gnocche hai portato le nostre le paghiamo noi”.

Quando Giada e le altre entrarono nella grossa camera trovarono altre otto ragazze: più o meno belle e più o meno giovani, tra di quelle conosceva di vista Sofia (leggi il capitolo sulla gita, una delle due ragazze della scopata a quattro), Luce (una bella ragazza sulla trentina, alta castana e riccia che lavora in un negozio di abbigliamento) e Carola (20 anni, piccolina mora zero tette e culo grande che aveva visto in palestra). Le altre erano un po’ coattelle come carola, ma Lena ed Eisa erano di gran lunga le meglio insieme a Luce.

Giada poi raccontò a Miriam e Maria che lei era vestita con una tuta attillata che faceva risaltare il culone, poi tacchi e trucco volgare aiutata da Lena che le dette una mano anche a pulirsi l’intestino. Le altre erano tutte in abiti simili: o mini vertiginose o leggins attillati, poi tacco e scollatura di ordinanza. Quando Adrian le fece scendere i maschi applaudivano e fischiavano. Lei era molto tesa così Elisa, più abituata, la prese sotto braccio.

“Ragazzi, chi vuole può andare in cucina, una alla volta, a prendere la medicina speciale e ricordatevi le raccomandazioni fatte”. Uno alla volta tutti si presero la loro dose di G, andando poi nel salone a ballare. Giada disse che poi dopo un quarto d’ora iniziava a sentirsi euforica, con una grandissima sensazione di benessere e voglia di scopare… dopo un po’ le donne iniziarono a baciarsi tra di loro mentre ballavano e poi fecero lo stesso con gli uomini.

Lei si avvicinò a Leo allora che stava pomiciando con una delle coatte, ma poi da dietro fu agguantata da Igor che le sussurrò “hai un culo da favola…” e così la portò su un divanetto, le abbassò i pantaloni iniziandola a leccare. Di fianco a lei c’era Sofia che leccava il cazzone di Armando cosa che attirò la sua attenzione essendo veramente grande e duro.

Igor poi se la portò in camera e lei, eccitata ma tesa perché non era uno che le piaceva molto, lo assecondò iniziando a succhiarlo. “È brutto ma ha un bel cazzo largo e duro” disse Giada alle amiche poi “ma sentivo come se la fica mi andasse a fuoco e come me lo ha messo dentro dopo 5 minuti sono venuta come una fontana”.

Non passò molto che lui iniziò a incularla “la G ti rende veramente elastica, con un po’ di gel mi sono presa tutto quel tronco in culo subito”. Igor era come impazzito nell’inculare quel culone a pecora e dopo qualche minuto sborrò sulle chiappe della ragazza. Allora andò in bagno a pulirsi mentre sentiva urla e gemiti echeggiare da tutta la casa.

Le stanze avevano le porte semichiuse e nel salone c’erano Ivan che scopava con una e uno zingaro con Lena. Giada allora si avvicinò a lei iniziandola a baciarla venendo ricambiata, con Lena che poi si staccò dall’uomo iniziando a lesbicare con Giada leccandole la patata “cioè ragazze…. mi ha fatto venire in un minuto, un orgasmo favoloso… spero di essere stata anche io brava a leccarla”.

Maria e Miriam molto curiose - ed eccitate - le chiesero sulle sensazioni provate “giocare con Lena e anche le altre è stato bellissimo, a una le leccavo la sborra dalle tette fantastico… poi a un certo punto il salone si è affollato e avevi cazzi, fiche e culi sempre intorno… Adrian mi ha scopato per bene sul divano, prima davanti e poi dietro è un bel toro anche lui… poi un momento ci siamo fermati tutti a guardare Sofia, stesa sul divano a gambe aperte, che lo prendeva in culo da Armando… strillava e mentre si toccava la sua fica spruzzava come una fontana, era tutta rossa e quel cazzone glielo spingeva quasi tutto dentro… ho iniziato a toccarmi guardando poi ancora Ivan mi ha buttato sul divano e mi ha rotto il culo con quel cazzo da lattina, lo toglieva e lo rificcava dentro scopandomi poi fortissimo, poi Davide quello dell’altra classe me lo ha messo in bocca e mi ha sborrato in faccia”.

Come è andata a pulirsi camminando male per l’inculata ha visto Leo che si stava a fare una sorta di privè con Lena ed Elisa, beato lui… Giada allora si unì iniziando a lesbicare venendo scopata ogni tanto, godendo di nuovo grazie alla lingua di Lena. Poi Adrian andò a chiamare Leo che alcuni volevano il secondo giro di G, lui guardò l’orologio e fece “ok, però è l’ultimo”. Giada saltò il secondo giro e dopo un po’ iniziò ad andare in down mentre intorno a lei l’orgia era furiosa.

Sia Ivan sia Leo le chiesero se fosse tutto ok, e lei confermò dicendo che però si sentiva molto stanca “è normale” fece Leo “è l’effetto che la G sta scemando, tutto ok”. Poi come raccontò alle amiche “prima però volevo togliermi uno sfizio, mi sono messa a pecora di fianco a una che si stava a far scopare da quel cazzone di Armando e gli ho detto di scopare anche me, ragazze… come se mi infilasse un palo dentro nonostante il down toccandomi sono venuta di nuovo ma poi quel bastardo è uscito, mi ha oliato il culo e mi ha inculato… cioè penso di aver strillato più forte di quella troietta di Sofia ma credo che lo zingaro me lo aveva aperto per bene perché me lo spingeva dentro tutto e io non capivo più niente…”.

“Stremata mi sono addormentata sul divano e quando mi hanno svegliata mi hanno detto di andarmi a rivestire, tutta intontita c’era quella che lavora in centro che aveva il viso pieno di sborra che aspettava di potersi andare a lavare, mentre Sofia aveva il ghiaccio sul culo e rideva insieme a Lena”.

“Lo rifaresti” le chiese Miriam e lei “beh certo, mi sono beccata pure 500 euro… ma pure a gratis lo rifarei anche sabato prossimo”. Alla fine furono tutti contenti, con Adrian che voleva subito rifare ma Leo rallentò “andiamoci calmi che se mio zio lo viene a scoprire ci rompe lui il culo a noi…” CONTINUA
 
F

Frankyfree

Guest
spettacolo.. che maialate dentro quella villa.. Giada mi ha eccitato molto, mi piacerebbe molto vederla oppure una foto di una ragazza simile.. deve essere uno spettacolo con quel culone da sfondare
 
OP
patrulla

patrulla

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Quindicesima parte - Figli di trojan

Potete ben immaginare quale fosse il mio stato d’animo. Oltre la mia sensazione di inadeguatezza nei confronti di Miriam, non solo la separazione dei miei ma anche il fatto che mio padre ormai facesse coppia fissa con una poco più grande di me e mia madre che, come a voler vivere una seconda giovinezza, la sera se ne usciva andandosi ad alcolizzare facendosi poi sborrare non so da chi sui vestiti.

Anche a scuola il mio rendimento ne risentiva: non che andassi male ma, da tutti 7 e 8, passai al primo quadrimestre ad avere tutti 7 e 6. I prof capirono la mia situazione sapendo dei miei e anche una stronza come la Chiappotti non mi fece pesare il calo.

Avevo però il bisogno di parlare con qualcuno, di buttare fuori tutto quello che avevo dentro. Mio fratello no che mi vergognavo, Leo neanche perché comunque non avevamo una tale confidenza, Simone meglio lasciare stare e quindi non mi rimaneva che Flavio…

In fondo lui è sempre stato il mio miglior amico, il compagno di tante seghe insieme e in pratica lui sa quasi tutto di me e io praticamente tutto di lui.Un pomeriggio gli dissi di venire a studiare a casa che tanto ero solo e, senza neanche aprire i libri che restarono tutto il pomeriggio ben riposti, gli parlai di tutto: da me e Miriam a mia madre.

In qualche modo iniziavo a capire la morbosità di Flavio nei confronti di Sara, la madre, anche se di certo non mi sarei spinto fino ai suoi livelli ma in quei giorni mi facevo seghe furiose immaginandola con il suo misterioso amante.

Lui ascoltò tutto senza proferire parola, poi mi disse “tu mi hai dato del malato, guarda che l’ho capito che negli ultimi tempi quando puoi mi evitavi” - in parte era vero - “ma io ti voglio e ti voglio aiutare, però faremo a modo mio”.

“In che senso?” chiesi, allora lui “ero indeciso su una cosa ma ora tu mi hai convinto che è l’unica soluzione, vedrai”. Conoscendolo un po’ mi spaventai poi lui iniziò a fare il giro della casa “vedo che hai piazzato il caricatore in camera della troia, bravo bravo non condividere eh mi raccomando…” fece ridendo.

“Ti darò altro materiale, sono tutte troie guarda Giada che fino a un paio di mesi fa arrossiva se uno le guardava il culo e ora se lo fa sfondare strafatta dagli zingari… pure Maria non vede l’ora che le dica di scopare ancora con Ivan, quando stavamo tornando dalla gita la sera si è masturbata ficcandosi una zucchina nel culo ripensando alla scopata… poi mi ha detto delle cose su Miriam”.

“Che ti ha detto” lo fermai subito, ha detto a Maria che si tocca pensando al suo allenatore“ - cosa che a lui non avevo fatto parola - che non la fai godere abbastanza e pensa di continuo a essere scopata da altri ma che ti ama così tanto che mai ti metterebbe le corna”. In sostanza non mi disse niente che già non avessi intuito.

“Che casino… ma come ne posso venire fuori??” gli chiesi, allora lui “Michè io ora ti faccio una domanda poi ti saluto che tutte ste chiacchiere mi hanno fatto venire voglia di scopare Maria, tu vuoi fare la fine dei nostri genitori che si cornificano a vicenda, oppure vuoi godere al massimo di tutte le gioie del sesso e della vita senza doverti reprimere? Pensaci e se mi dici ok ti dico cosa ho in mente” e così dicendo riprese le sua cose e mi salutò dicendo “anche se sei uno stronzo, ti voglio veramente bene e sei l’unica persona di cui non potrei mai fare a meno”.

Sprofondai sul mio letto, poi andai in balcone e mi feci una canna mentre vedevo mia madre che rincasava: anche dal quarto piano si vedevano bene le sue tettone che ballavano anche perché, nonostante il freddo, non rinunciava comunque a una scollatura che spuntava fuori dal cappotto aperto.

“Ci sto” scrissi a Flavio e lui dopo un’ora mi rispose “scusa bello ma stavo inculando Maria in macchina… mi ha smerdato tutto il tappetino la troia e mi sono dovuto fermare a pulire, domani a scuola ti dico tutto perché ora devo fare un’altra cosa.

Nonostante l’ora tarda Flavio chiamò Nicola, il giardiniere, e gli chiese se poteva passare. “No” rispose l’uomo “ok, tra dieci minuti sono lì” replicò il mio amico. Flavio così fece una proposta all’uomo: niente soldi, anche se nel caso ne avesse avuto bisogno non ci sarebbero stati problemi, ma gli assicurò che se lo assecondava l’avrebbe fatto scopare fino a fargli consumare il cazzo. Unica condizione mai dire alla madre del loro accordo e che si era scopato anche Maria.

“Io qui vivo bene, non mi manca nulla, però mi piacerebbe avere un tv nuova tipo quelle che avete voi a casa vostra, e un computer perché ormai tutte le riviste botaniche sono diventate digitali”. “Sei un bel bastardo, ci sto però mi devi dare qualche giorno”. In una settimana gli comprò tutto praticamente azzerando i soldi che aveva nel cassetto visto che non poteva toccare quelli in banca altrimenti il padre si sarebbe insospettito.

Il resto lo spese per nuove attrezzature spy poi, senza faticare molto, piazzò un trojan nel cellulare della madre e, come ebbe accesso alle chat della madre, poco dopo mi scrisse “si chiama Lucio quello che si scopa tua madre, abita nel vostro palazzo”. Lucio Lucio, mamma credo abbia fatto apposta a farsela con uno che mio padre odia.

Alto riccio brizzolato e un po’ stempiato, Lucio abita proprio sopra di noi nell’attico del nostro palazzo. È un architetto, mai sposato, uno di quei sinistroidi che va in giro con i sandali pure in autunno. Sempre curato, spesso i fine settimana faceva cene fino a tardi facendo incazzare papà che non lo poteva sopportare e lo chiamava zecca di merda. In più quando scopava con qualcuno da noi si sentiva subito, con continui cigolii e gemiti che duravano anche per un’ora.

Con il mio aiuto piazzò il trojan anche nel cellulare di mia madre: il patto però fu che solo io potessi accedere al cell di mia madre e lui a quello della sua, per il resto condividevamo tutto. Così lessi le porcate che si scrivevano e vidi le foto e i video che si mandavano.

In pratica mia madre un giorno lo incontrò in centro e lei gli raccontò tutto quello che era successo per giustificare il gran casino dei giorni passati. Si andarono a prendere un caffè insieme e lui la invitò a cena per il venerdì che io stavo a Parigi, infatti mio fratello mi disse che era uscita e che era tornata dopo di lui.

Scoparono già quella sera, in macchina proprio nel luogo dove mio padre fu beccato con la sua amante. Lucio probabilmente più abituato di lei al vino e agli alcolici in generale, come la vide bella ubriaca si offrì di accompagnarla e in macchina la baciò venendo subito ricambiata. Mia madre ubriachissima iniziò ad ansimare come lui le palpava le tettone e le tastava la fica già tutta bagnata senza curarsi che erano in un parcheggio.

Fu mia madre a dire che voleva essere scopata in quel luogo e durante il tragitto toccava il cazzo dell’uomo da sopra i pantaloni dicendo cose tipo “che bel cazzo che hai, lo sento già duro, scommetto è molto più grande di quello dello stronzo”. In effetti Lucio ha un bel cazzo, non molto largo ma un po’ più lungo della media.

Come si fermarono subito mia madre gli prese il cazzo in bocca e lui “che bocchinara che sei… ho sempre pensato che te li mangiavi i cazzi…”, poi la prese a scopare nel retro facendola godere mentre era sopra di lei. “Adesso voglio la tua sborra” gli disse mamma e lo ciucciò fino a quando non gli ingoiò tutto lo sperma. Tornati verso casa, lei gli fece un bocchino della buona notte nel garage mentre lui la fece godere masturbandola con le mani mettendole dita sia in fica sia in culo.

Poi il giorno dopo quando mio fratello ripartì e io non ero ancora tornata, salì da lui e si fece scopare per ore anche nel culo. Mia madre la sera gli scriveva che le aveva sfondato il culo, che stava a pancia in giù sul divano per il bruciore… La sera che ero a casa invece erano andati a casa e poi, ubriachissimi, erano tornati nel solito posto per scopare, facendo poi il bis in garage.

Mia madre dal lavoro gli mandava foto delle tette e delle fica quando andava in bagno o era solo in stanza, scrivendo cose tipo “ti voleva salutare questa patatina che sente molto la mancanza del suo cazzo preferito”. Lui ricambiava mandando foto del cazzo duro oppure video dove sborrava scrivendo zozzerie analoghe.

A mia madre poi non sembrava interessare che lui continuasse a frequentare anche altre “basta che quando chiamo il tuo cazzo arriva subito nella mia bocca vogliosa di sborra”, tanto che con la madre di Flavio parlava anche di un suo collega con il quale le sarebbe potuto scopare “ma è sposato, è più complicato, ci siamo baciati qui in ufficio ma poi è finita lì”.

Sara le diceva che faceva bene, che doveva divertirsi perché “amore mio, non siamo più ragazzine gli uomini ora ancora ci sbavano dietro ma tra qualche anno non sarà più così”. La madre del mio amico però - perlomeno in chat - non parlava mai della sua relazione con il giardiniere ma al contrario spettegolavano sulle loro amiche.

Il piano di Flavio però era più complesso: io gli dissi che era un matto, che non poteva fare una cosa del genere che la sua vita non sarebbe stata più la stessa. “Ormai sono in un punto di non ritorno, deve essere fatto”. Così un pomeriggio che era solo con la madre andò da lei e, dicendole che doveva mostrarle una cosa, le fece vedere un video di lei scopata appoggiata al cofano della sua macchina da Nicola fuori dalla casa dell’uomo.

Sara si sentì letteralmente mancare, poi come si riprese scoppiò a piangere senza riuscire a guardare in faccia il figlio. “Calmati mamma, calmati, va tutto bene…” le diceva Flavio, poi la abbracciò e allora la donna poco dopo si calmò ma prima si prese un tranquillante.

“Come lo hai avuto” singhiozzò, “vi ho visti per caso qui in casa, eravate sulle scale, così ti ho seguito e ho ripreso quando sei uscita da casa di Nicola”, “non è come credi non lo è, ti giuro che è così” disse la madre riprendendo a piangere.

“Beh c’è poco da capire, stai con le tua mutande in testa, chinata sul cofano con lui che ti scopa da dietro”. Allora lei si asciugò le lacrime e gli disse “perché me lo hai mostrato, cosa vuoi… hai già tutto perché mi hai mostrato quel video”.

“Io non ho già tutto, non ho te…” rispose Flavio, la madre allora sgranò gli occhi e gli diede uno schiaffo “tu sei pazzo, cosa ti viene in mente, sei malato come puoi dire una cosa del genere, sono tua madre Cristo!!”. Flavio rimase impassibile “forse mi hai frainteso, non voglio scoparti, io ti amo mamma di papà non mi frega un cazzo, io voglio sostituirmi a lui ma non a letto, voglio solo che tu faccia quello che ti dico io sennò” “sennnòòò??” lo interruppe lei ancora sconvolta “sennò mostro tutto a papà e tu con le mutande in faccia ci finisci in tangenziale a scopare con i camionisti per vivere”.

“Questo è un incubo… è un incubo non può essere vero..” ripeteva Sara ora sprofondata sul divano “sei malato, malato come tua padre…” “e tu invece sei una troia, che si fa sbattaere dal giardiniere a casa e poi vai da lui, in una mezza baracca, a scopare con uno degli uomini più brutti al mondo, però ho capito cosa ti piace di lui…”.

“Sei malato… malato” ripeteva lei a bassa voce “si probabilmente sono malato” rispose Flavio “ma sono innamorato di te, non vorrei mai farti del male ma sei la mia ossessione, voglio solo che assecondassi le mie fantasie”, “tipooo???” fece la donna sbalordita, “tipo che ti scopassi Nicola davanti a me, che ti facessi scopare anche da altri che ti dico io, e che poi t prodigassi per convincere delle tue amiche a fare altrettanto ma loro senza la mia presenza, io a te non ti sfiorerò mai, promesso”.

“Tu sei matto, e Maria?? Lo sa di questo?”, “Maria quando ero in gita l’ho mandata a farsi scopare da Ivan, quello che ha fatto il dj qui a casa alla festa di Simone, le ha rotto il culo sai… però lei di questa cosa non saprà mai niente”.

Sara era scioccata “ho bisogno di un bicchiere d’acqua”, Flavio andò a prenderlo e poi le fece “hai una settimana di tempo per accettare, poi andrò da papà hai la mia parola”. Sara non fece parola di quella cosa con mia madre e in casa evitava il figlio, lanciandogli solo delle fugaci occhiate piene di odio.

Probabilmente la donna si sarà domandata quale essere spregevole avesse messo al mondo, ma se il marito avesse scoperto la tresca con il giardiniere sarebbe veramente finita con le pezze al culo per non parlare della sputtanata: se l’amante fosse stato un bel collega del marito sarebbe passata, ma Nicola…

Io dicevo a Flavio che aveva rovinato per sempre il rapporto con la madre e lui “tanto finita la scuola me ne vado a Roma e posso anche non vederla più…”. Però alla fine la ebbe vinta. Quasi alla scadenza dell’ultimatum lei cedette “voglio dirti che mi fai schifo, non puoi immaginare il dolore che mi hai procurato… non ti considero più come un figlio, ma come un frocetto con il cazzetto come padre, che per far godere la propria fidanzata deve farla scopare da un altro”.

“Queste sono le mie condizioni” continuò lei “non chiamarmi mai più mamma, non toccarmi mai, quando finirà la scuola te ne andrai l’estate all’estero a studiare l’inglese e quando torni te ne vai a Roma senza rivolgermi parola, per te non esisterò più e il nostro accordo varrà solo fino alla fine della scuola poi distruggerai davanti a me il video e le altre cose se ne hai”.

“Così mi sembri ragionevole, ci posso stare ma ora voglio darti io due condizioni non trattabili: se ti rifiuti di fare anche una sola cosa che io ti dico l’accordo sarà nullo e andrò da papà, poi che tu non mi toccherai mai il mio cazzetto ma io potrò toccarti e anche baciarti”.

“Non esiste” fece lei “tu non mi devi neanche sfiorare”, allora lui le girò le spalle e andò via “il termine finisce domani, poi tuo marito si vedrà un bello spettacolino”, “va bene gran bastardo che non sei altro, però devi sapere una cosa, ti odio ti odio ti odio, mi fai schifo”.

Flavio allora tese la mano verso la madre e lei guardandolo negli occhi la strinse “bene, abbiamo un accordo” fece lui e lei annuì, allora lui si avvicinò poi di colpo l’afferrò per i capelli come tirandola indietro, la guardò negli occhi poi iniziò a baciarla con lei che serrava le labbra, lui allora si staccò e le mollò un ceffone “forse non hai capito che adesso sei mia fino alla fine della scuola”, si riavvicinò e la madre gli sputò in faccia e allora lui ridendo riprese a pomiciarla con le che stavolta assecondava “ora vai a cucinare troia, che solo quello sai fare oltre che fatti scopare dai cazzoni” e se ne andò in camera a scrivermi dell’accaduto. CONTINUA…
 

Scolachianti

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Quindicesima parte - Figli di trojan

Potete ben immaginare quale fosse il mio stato d’animo. Oltre la mia sensazione di inadeguatezza nei confronti di Miriam, non solo la separazione dei miei ma anche il fatto che mio padre ormai facesse coppia fissa con una poco più grande di me e mia madre che, come a voler vivere una seconda giovinezza, la sera se ne usciva andandosi ad alcolizzare facendosi poi sborrare non so da chi sui vestiti.

Anche a scuola il mio rendimento ne risentiva: non che andassi male ma, da tutti 7 e 8, passai al primo quadrimestre ad avere tutti 7 e 6. I prof capirono la mia situazione sapendo dei miei e anche una stronza come la Chiappotti non mi fece pesare il calo.

Avevo però il bisogno di parlare con qualcuno, di buttare fuori tutto quello che avevo dentro. Mio fratello no che mi vergognavo, Leo neanche perché comunque non avevamo una tale confidenza, Simone meglio lasciare stare e quindi non mi rimaneva che Flavio…

In fondo lui è sempre stato il mio miglior amico, il compagno di tante seghe insieme e in pratica lui sa quasi tutto di me e io praticamente tutto di lui.Un pomeriggio gli dissi di venire a studiare a casa che tanto ero solo e, senza neanche aprire i libri che restarono tutto il pomeriggio ben riposti, gli parlai di tutto: da me e Miriam a mia madre.

In qualche modo iniziavo a capire la morbosità di Flavio nei confronti di Sara, la madre, anche se di certo non mi sarei spinto fino ai suoi livelli ma in quei giorni mi facevo seghe furiose immaginandola con il suo misterioso amante.

Lui ascoltò tutto senza proferire parola, poi mi disse “tu mi hai dato del malato, guarda che l’ho capito che negli ultimi tempi quando puoi mi evitavi” - in parte era vero - “ma io ti voglio e ti voglio aiutare, però faremo a modo mio”.

“In che senso?” chiesi, allora lui “ero indeciso su una cosa ma ora tu mi hai convinto che è l’unica soluzione, vedrai”. Conoscendolo un po’ mi spaventai poi lui iniziò a fare il giro della casa “vedo che hai piazzato il caricatore in camera della troia, bravo bravo non condividere eh mi raccomando…” fece ridendo.

“Ti darò altro materiale, sono tutte troie guarda Giada che fino a un paio di mesi fa arrossiva se uno le guardava il culo e ora se lo fa sfondare strafatta dagli zingari… pure Maria non vede l’ora che le dica di scopare ancora con Ivan, quando stavamo tornando dalla gita la sera si è masturbata ficcandosi una zucchina nel culo ripensando alla scopata… poi mi ha detto delle cose su Miriam”.

“Che ti ha detto” lo fermai subito, ha detto a Maria che si tocca pensando al suo allenatore“ - cosa che a lui non avevo fatto parola - che non la fai godere abbastanza e pensa di continuo a essere scopata da altri ma che ti ama così tanto che mai ti metterebbe le corna”. In sostanza non mi disse niente che già non avessi intuito.

“Che casino… ma come ne posso venire fuori??” gli chiesi, allora lui “Michè io ora ti faccio una domanda poi ti saluto che tutte ste chiacchiere mi hanno fatto venire voglia di scopare Maria, tu vuoi fare la fine dei nostri genitori che si cornificano a vicenda, oppure vuoi godere al massimo di tutte le gioie del sesso e della vita senza doverti reprimere? Pensaci e se mi dici ok ti dico cosa ho in mente” e così dicendo riprese le sua cose e mi salutò dicendo “anche se sei uno stronzo, ti voglio veramente bene e sei l’unica persona di cui non potrei mai fare a meno”.

Sprofondai sul mio letto, poi andai in balcone e mi feci una canna mentre vedevo mia madre che rincasava: anche dal quarto piano si vedevano bene le sue tettone che ballavano anche perché, nonostante il freddo, non rinunciava comunque a una scollatura che spuntava fuori dal cappotto aperto.

“Ci sto” scrissi a Flavio e lui dopo un’ora mi rispose “scusa bello ma stavo inculando Maria in macchina… mi ha smerdato tutto il tappetino la troia e mi sono dovuto fermare a pulire, domani a scuola ti dico tutto perché ora devo fare un’altra cosa.

Nonostante l’ora tarda Flavio chiamò Nicola, il giardiniere, e gli chiese se poteva passare. “No” rispose l’uomo “ok, tra dieci minuti sono lì” replicò il mio amico. Flavio così fece una proposta all’uomo: niente soldi, anche se nel caso ne avesse avuto bisogno non ci sarebbero stati problemi, ma gli assicurò che se lo assecondava l’avrebbe fatto scopare fino a fargli consumare il cazzo. Unica condizione mai dire alla madre del loro accordo e che si era scopato anche Maria.

“Io qui vivo bene, non mi manca nulla, però mi piacerebbe avere un tv nuova tipo quelle che avete voi a casa vostra, e un computer perché ormai tutte le riviste botaniche sono diventate digitali”. “Sei un bel bastardo, ci sto però mi devi dare qualche giorno”. In una settimana gli comprò tutto praticamente azzerando i soldi che aveva nel cassetto visto che non poteva toccare quelli in banca altrimenti il padre si sarebbe insospettito.

Il resto lo spese per nuove attrezzature spy poi, senza faticare molto, piazzò un trojan nel cellulare della madre e, come ebbe accesso alle chat della madre, poco dopo mi scrisse “si chiama Lucio quello che si scopa tua madre, abita nel vostro palazzo”. Lucio Lucio, mamma credo abbia fatto apposta a farsela con uno che mio padre odia.

Alto riccio brizzolato e un po’ stempiato, Lucio abita proprio sopra di noi nell’attico del nostro palazzo. È un architetto, mai sposato, uno di quei sinistroidi che va in giro con i sandali pure in autunno. Sempre curato, spesso i fine settimana faceva cene fino a tardi facendo incazzare papà che non lo poteva sopportare e lo chiamava zecca di merda. In più quando scopava con qualcuno da noi si sentiva subito, con continui cigolii e gemiti che duravano anche per un’ora.

Con il mio aiuto piazzò il trojan anche nel cellulare di mia madre: il patto però fu che solo io potessi accedere al cell di mia madre e lui a quello della sua, per il resto condividevamo tutto. Così lessi le porcate che si scrivevano e vidi le foto e i video che si mandavano.

In pratica mia madre un giorno lo incontrò in centro e lei gli raccontò tutto quello che era successo per giustificare il gran casino dei giorni passati. Si andarono a prendere un caffè insieme e lui la invitò a cena per il venerdì che io stavo a Parigi, infatti mio fratello mi disse che era uscita e che era tornata dopo di lui.

Scoparono già quella sera, in macchina proprio nel luogo dove mio padre fu beccato con la sua amante. Lucio probabilmente più abituato di lei al vino e agli alcolici in generale, come la vide bella ubriaca si offrì di accompagnarla e in macchina la baciò venendo subito ricambiata. Mia madre ubriachissima iniziò ad ansimare come lui le palpava le tettone e le tastava la fica già tutta bagnata senza curarsi che erano in un parcheggio.

Fu mia madre a dire che voleva essere scopata in quel luogo e durante il tragitto toccava il cazzo dell’uomo da sopra i pantaloni dicendo cose tipo “che bel cazzo che hai, lo sento già duro, scommetto è molto più grande di quello dello stronzo”. In effetti Lucio ha un bel cazzo, non molto largo ma un po’ più lungo della media.

Come si fermarono subito mia madre gli prese il cazzo in bocca e lui “che bocchinara che sei… ho sempre pensato che te li mangiavi i cazzi…”, poi la prese a scopare nel retro facendola godere mentre era sopra di lei. “Adesso voglio la tua sborra” gli disse mamma e lo ciucciò fino a quando non gli ingoiò tutto lo sperma. Tornati verso casa, lei gli fece un bocchino della buona notte nel garage mentre lui la fece godere masturbandola con le mani mettendole dita sia in fica sia in culo.

Poi il giorno dopo quando mio fratello ripartì e io non ero ancora tornata, salì da lui e si fece scopare per ore anche nel culo. Mia madre la sera gli scriveva che le aveva sfondato il culo, che stava a pancia in giù sul divano per il bruciore… La sera che ero a casa invece erano andati a casa e poi, ubriachissimi, erano tornati nel solito posto per scopare, facendo poi il bis in garage.

Mia madre dal lavoro gli mandava foto delle tette e delle fica quando andava in bagno o era solo in stanza, scrivendo cose tipo “ti voleva salutare questa patatina che sente molto la mancanza del suo cazzo preferito”. Lui ricambiava mandando foto del cazzo duro oppure video dove sborrava scrivendo zozzerie analoghe.

A mia madre poi non sembrava interessare che lui continuasse a frequentare anche altre “basta che quando chiamo il tuo cazzo arriva subito nella mia bocca vogliosa di sborra”, tanto che con la madre di Flavio parlava anche di un suo collega con il quale le sarebbe potuto scopare “ma è sposato, è più complicato, ci siamo baciati qui in ufficio ma poi è finita lì”.

Sara le diceva che faceva bene, che doveva divertirsi perché “amore mio, non siamo più ragazzine gli uomini ora ancora ci sbavano dietro ma tra qualche anno non sarà più così”. La madre del mio amico però - perlomeno in chat - non parlava mai della sua relazione con il giardiniere ma al contrario spettegolavano sulle loro amiche.

Il piano di Flavio però era più complesso: io gli dissi che era un matto, che non poteva fare una cosa del genere che la sua vita non sarebbe stata più la stessa. “Ormai sono in un punto di non ritorno, deve essere fatto”. Così un pomeriggio che era solo con la madre andò da lei e, dicendole che doveva mostrarle una cosa, le fece vedere un video di lei scopata appoggiata al cofano della sua macchina da Nicola fuori dalla casa dell’uomo.

Sara si sentì letteralmente mancare, poi come si riprese scoppiò a piangere senza riuscire a guardare in faccia il figlio. “Calmati mamma, calmati, va tutto bene…” le diceva Flavio, poi la abbracciò e allora la donna poco dopo si calmò ma prima si prese un tranquillante.

“Come lo hai avuto” singhiozzò, “vi ho visti per caso qui in casa, eravate sulle scale, così ti ho seguito e ho ripreso quando sei uscita da casa di Nicola”, “non è come credi non lo è, ti giuro che è così” disse la madre riprendendo a piangere.

“Beh c’è poco da capire, stai con le tua mutande in testa, chinata sul cofano con lui che ti scopa da dietro”. Allora lei si asciugò le lacrime e gli disse “perché me lo hai mostrato, cosa vuoi… hai già tutto perché mi hai mostrato quel video”.

“Io non ho già tutto, non ho te…” rispose Flavio, la madre allora sgranò gli occhi e gli diede uno schiaffo “tu sei pazzo, cosa ti viene in mente, sei malato come puoi dire una cosa del genere, sono tua madre Cristo!!”. Flavio rimase impassibile “forse mi hai frainteso, non voglio scoparti, io ti amo mamma di papà non mi frega un cazzo, io voglio sostituirmi a lui ma non a letto, voglio solo che tu faccia quello che ti dico io sennò” “sennnòòò??” lo interruppe lei ancora sconvolta “sennò mostro tutto a papà e tu con le mutande in faccia ci finisci in tangenziale a scopare con i camionisti per vivere”.

“Questo è un incubo… è un incubo non può essere vero..” ripeteva Sara ora sprofondata sul divano “sei malato, malato come tua padre…” “e tu invece sei una troia, che si fa sbattaere dal giardiniere a casa e poi vai da lui, in una mezza baracca, a scopare con uno degli uomini più brutti al mondo, però ho capito cosa ti piace di lui…”.

“Sei malato… malato” ripeteva lei a bassa voce “si probabilmente sono malato” rispose Flavio “ma sono innamorato di te, non vorrei mai farti del male ma sei la mia ossessione, voglio solo che assecondassi le mie fantasie”, “tipooo???” fece la donna sbalordita, “tipo che ti scopassi Nicola davanti a me, che ti facessi scopare anche da altri che ti dico io, e che poi t prodigassi per convincere delle tue amiche a fare altrettanto ma loro senza la mia presenza, io a te non ti sfiorerò mai, promesso”.

“Tu sei matto, e Maria?? Lo sa di questo?”, “Maria quando ero in gita l’ho mandata a farsi scopare da Ivan, quello che ha fatto il dj qui a casa alla festa di Simone, le ha rotto il culo sai… però lei di questa cosa non saprà mai niente”.

Sara era scioccata “ho bisogno di un bicchiere d’acqua”, Flavio andò a prenderlo e poi le fece “hai una settimana di tempo per accettare, poi andrò da papà hai la mia parola”. Sara non fece parola di quella cosa con mia madre e in casa evitava il figlio, lanciandogli solo delle fugaci occhiate piene di odio.

Probabilmente la donna si sarà domandata quale essere spregevole avesse messo al mondo, ma se il marito avesse scoperto la tresca con il giardiniere sarebbe veramente finita con le pezze al culo per non parlare della sputtanata: se l’amante fosse stato un bel collega del marito sarebbe passata, ma Nicola…

Io dicevo a Flavio che aveva rovinato per sempre il rapporto con la madre e lui “tanto finita la scuola me ne vado a Roma e posso anche non vederla più…”. Però alla fine la ebbe vinta. Quasi alla scadenza dell’ultimatum lei cedette “voglio dirti che mi fai schifo, non puoi immaginare il dolore che mi hai procurato… non ti considero più come un figlio, ma come un frocetto con il cazzetto come padre, che per far godere la propria fidanzata deve farla scopare da un altro”.

“Queste sono le mie condizioni” continuò lei “non chiamarmi mai più mamma, non toccarmi mai, quando finirà la scuola te ne andrai l’estate all’estero a studiare l’inglese e quando torni te ne vai a Roma senza rivolgermi parola, per te non esisterò più e il nostro accordo varrà solo fino alla fine della scuola poi distruggerai davanti a me il video e le altre cose se ne hai”.

“Così mi sembri ragionevole, ci posso stare ma ora voglio darti io due condizioni non trattabili: se ti rifiuti di fare anche una sola cosa che io ti dico l’accordo sarà nullo e andrò da papà, poi che tu non mi toccherai mai il mio cazzetto ma io potrò toccarti e anche baciarti”.

“Non esiste” fece lei “tu non mi devi neanche sfiorare”, allora lui le girò le spalle e andò via “il termine finisce domani, poi tuo marito si vedrà un bello spettacolino”, “va bene gran bastardo che non sei altro, però devi sapere una cosa, ti odio ti odio ti odio, mi fai schifo”.

Flavio allora tese la mano verso la madre e lei guardandolo negli occhi la strinse “bene, abbiamo un accordo” fece lui e lei annuì, allora lui si avvicinò poi di colpo l’afferrò per i capelli come tirandola indietro, la guardò negli occhi poi iniziò a baciarla con lei che serrava le labbra, lui allora si staccò e le mollò un ceffone “forse non hai capito che adesso sei mia fino alla fine della scuola”, si riavvicinò e la madre gli sputò in faccia e allora lui ridendo riprese a pomiciarla con le che stavolta assecondava “ora vai a cucinare troia, che solo quello sai fare oltre che fatti scopare dai cazzoni” e se ne andò in camera a scrivermi dell’accaduto. CONTINUA…
Pesante questo capitolo
 
F

Frankyfree

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Quindicesima parte - Figli di trojan

Potete ben immaginare quale fosse il mio stato d’animo. Oltre la mia sensazione di inadeguatezza nei confronti di Miriam, non solo la separazione dei miei ma anche il fatto che mio padre ormai facesse coppia fissa con una poco più grande di me e mia madre che, come a voler vivere una seconda giovinezza, la sera se ne usciva andandosi ad alcolizzare facendosi poi sborrare non so da chi sui vestiti.

Anche a scuola il mio rendimento ne risentiva: non che andassi male ma, da tutti 7 e 8, passai al primo quadrimestre ad avere tutti 7 e 6. I prof capirono la mia situazione sapendo dei miei e anche una stronza come la Chiappotti non mi fece pesare il calo.

Avevo però il bisogno di parlare con qualcuno, di buttare fuori tutto quello che avevo dentro. Mio fratello no che mi vergognavo, Leo neanche perché comunque non avevamo una tale confidenza, Simone meglio lasciare stare e quindi non mi rimaneva che Flavio…

In fondo lui è sempre stato il mio miglior amico, il compagno di tante seghe insieme e in pratica lui sa quasi tutto di me e io praticamente tutto di lui.Un pomeriggio gli dissi di venire a studiare a casa che tanto ero solo e, senza neanche aprire i libri che restarono tutto il pomeriggio ben riposti, gli parlai di tutto: da me e Miriam a mia madre.

In qualche modo iniziavo a capire la morbosità di Flavio nei confronti di Sara, la madre, anche se di certo non mi sarei spinto fino ai suoi livelli ma in quei giorni mi facevo seghe furiose immaginandola con il suo misterioso amante.

Lui ascoltò tutto senza proferire parola, poi mi disse “tu mi hai dato del malato, guarda che l’ho capito che negli ultimi tempi quando puoi mi evitavi” - in parte era vero - “ma io ti voglio e ti voglio aiutare, però faremo a modo mio”.

“In che senso?” chiesi, allora lui “ero indeciso su una cosa ma ora tu mi hai convinto che è l’unica soluzione, vedrai”. Conoscendolo un po’ mi spaventai poi lui iniziò a fare il giro della casa “vedo che hai piazzato il caricatore in camera della troia, bravo bravo non condividere eh mi raccomando…” fece ridendo.

“Ti darò altro materiale, sono tutte troie guarda Giada che fino a un paio di mesi fa arrossiva se uno le guardava il culo e ora se lo fa sfondare strafatta dagli zingari… pure Maria non vede l’ora che le dica di scopare ancora con Ivan, quando stavamo tornando dalla gita la sera si è masturbata ficcandosi una zucchina nel culo ripensando alla scopata… poi mi ha detto delle cose su Miriam”.

“Che ti ha detto” lo fermai subito, ha detto a Maria che si tocca pensando al suo allenatore“ - cosa che a lui non avevo fatto parola - che non la fai godere abbastanza e pensa di continuo a essere scopata da altri ma che ti ama così tanto che mai ti metterebbe le corna”. In sostanza non mi disse niente che già non avessi intuito.

“Che casino… ma come ne posso venire fuori??” gli chiesi, allora lui “Michè io ora ti faccio una domanda poi ti saluto che tutte ste chiacchiere mi hanno fatto venire voglia di scopare Maria, tu vuoi fare la fine dei nostri genitori che si cornificano a vicenda, oppure vuoi godere al massimo di tutte le gioie del sesso e della vita senza doverti reprimere? Pensaci e se mi dici ok ti dico cosa ho in mente” e così dicendo riprese le sua cose e mi salutò dicendo “anche se sei uno stronzo, ti voglio veramente bene e sei l’unica persona di cui non potrei mai fare a meno”.

Sprofondai sul mio letto, poi andai in balcone e mi feci una canna mentre vedevo mia madre che rincasava: anche dal quarto piano si vedevano bene le sue tettone che ballavano anche perché, nonostante il freddo, non rinunciava comunque a una scollatura che spuntava fuori dal cappotto aperto.

“Ci sto” scrissi a Flavio e lui dopo un’ora mi rispose “scusa bello ma stavo inculando Maria in macchina… mi ha smerdato tutto il tappetino la troia e mi sono dovuto fermare a pulire, domani a scuola ti dico tutto perché ora devo fare un’altra cosa.

Nonostante l’ora tarda Flavio chiamò Nicola, il giardiniere, e gli chiese se poteva passare. “No” rispose l’uomo “ok, tra dieci minuti sono lì” replicò il mio amico. Flavio così fece una proposta all’uomo: niente soldi, anche se nel caso ne avesse avuto bisogno non ci sarebbero stati problemi, ma gli assicurò che se lo assecondava l’avrebbe fatto scopare fino a fargli consumare il cazzo. Unica condizione mai dire alla madre del loro accordo e che si era scopato anche Maria.

“Io qui vivo bene, non mi manca nulla, però mi piacerebbe avere un tv nuova tipo quelle che avete voi a casa vostra, e un computer perché ormai tutte le riviste botaniche sono diventate digitali”. “Sei un bel bastardo, ci sto però mi devi dare qualche giorno”. In una settimana gli comprò tutto praticamente azzerando i soldi che aveva nel cassetto visto che non poteva toccare quelli in banca altrimenti il padre si sarebbe insospettito.

Il resto lo spese per nuove attrezzature spy poi, senza faticare molto, piazzò un trojan nel cellulare della madre e, come ebbe accesso alle chat della madre, poco dopo mi scrisse “si chiama Lucio quello che si scopa tua madre, abita nel vostro palazzo”. Lucio Lucio, mamma credo abbia fatto apposta a farsela con uno che mio padre odia.

Alto riccio brizzolato e un po’ stempiato, Lucio abita proprio sopra di noi nell’attico del nostro palazzo. È un architetto, mai sposato, uno di quei sinistroidi che va in giro con i sandali pure in autunno. Sempre curato, spesso i fine settimana faceva cene fino a tardi facendo incazzare papà che non lo poteva sopportare e lo chiamava zecca di merda. In più quando scopava con qualcuno da noi si sentiva subito, con continui cigolii e gemiti che duravano anche per un’ora.

Con il mio aiuto piazzò il trojan anche nel cellulare di mia madre: il patto però fu che solo io potessi accedere al cell di mia madre e lui a quello della sua, per il resto condividevamo tutto. Così lessi le porcate che si scrivevano e vidi le foto e i video che si mandavano.

In pratica mia madre un giorno lo incontrò in centro e lei gli raccontò tutto quello che era successo per giustificare il gran casino dei giorni passati. Si andarono a prendere un caffè insieme e lui la invitò a cena per il venerdì che io stavo a Parigi, infatti mio fratello mi disse che era uscita e che era tornata dopo di lui.

Scoparono già quella sera, in macchina proprio nel luogo dove mio padre fu beccato con la sua amante. Lucio probabilmente più abituato di lei al vino e agli alcolici in generale, come la vide bella ubriaca si offrì di accompagnarla e in macchina la baciò venendo subito ricambiata. Mia madre ubriachissima iniziò ad ansimare come lui le palpava le tettone e le tastava la fica già tutta bagnata senza curarsi che erano in un parcheggio.

Fu mia madre a dire che voleva essere scopata in quel luogo e durante il tragitto toccava il cazzo dell’uomo da sopra i pantaloni dicendo cose tipo “che bel cazzo che hai, lo sento già duro, scommetto è molto più grande di quello dello stronzo”. In effetti Lucio ha un bel cazzo, non molto largo ma un po’ più lungo della media.

Come si fermarono subito mia madre gli prese il cazzo in bocca e lui “che bocchinara che sei… ho sempre pensato che te li mangiavi i cazzi…”, poi la prese a scopare nel retro facendola godere mentre era sopra di lei. “Adesso voglio la tua sborra” gli disse mamma e lo ciucciò fino a quando non gli ingoiò tutto lo sperma. Tornati verso casa, lei gli fece un bocchino della buona notte nel garage mentre lui la fece godere masturbandola con le mani mettendole dita sia in fica sia in culo.

Poi il giorno dopo quando mio fratello ripartì e io non ero ancora tornata, salì da lui e si fece scopare per ore anche nel culo. Mia madre la sera gli scriveva che le aveva sfondato il culo, che stava a pancia in giù sul divano per il bruciore… La sera che ero a casa invece erano andati a casa e poi, ubriachissimi, erano tornati nel solito posto per scopare, facendo poi il bis in garage.

Mia madre dal lavoro gli mandava foto delle tette e delle fica quando andava in bagno o era solo in stanza, scrivendo cose tipo “ti voleva salutare questa patatina che sente molto la mancanza del suo cazzo preferito”. Lui ricambiava mandando foto del cazzo duro oppure video dove sborrava scrivendo zozzerie analoghe.

A mia madre poi non sembrava interessare che lui continuasse a frequentare anche altre “basta che quando chiamo il tuo cazzo arriva subito nella mia bocca vogliosa di sborra”, tanto che con la madre di Flavio parlava anche di un suo collega con il quale le sarebbe potuto scopare “ma è sposato, è più complicato, ci siamo baciati qui in ufficio ma poi è finita lì”.

Sara le diceva che faceva bene, che doveva divertirsi perché “amore mio, non siamo più ragazzine gli uomini ora ancora ci sbavano dietro ma tra qualche anno non sarà più così”. La madre del mio amico però - perlomeno in chat - non parlava mai della sua relazione con il giardiniere ma al contrario spettegolavano sulle loro amiche.

Il piano di Flavio però era più complesso: io gli dissi che era un matto, che non poteva fare una cosa del genere che la sua vita non sarebbe stata più la stessa. “Ormai sono in un punto di non ritorno, deve essere fatto”. Così un pomeriggio che era solo con la madre andò da lei e, dicendole che doveva mostrarle una cosa, le fece vedere un video di lei scopata appoggiata al cofano della sua macchina da Nicola fuori dalla casa dell’uomo.

Sara si sentì letteralmente mancare, poi come si riprese scoppiò a piangere senza riuscire a guardare in faccia il figlio. “Calmati mamma, calmati, va tutto bene…” le diceva Flavio, poi la abbracciò e allora la donna poco dopo si calmò ma prima si prese un tranquillante.

“Come lo hai avuto” singhiozzò, “vi ho visti per caso qui in casa, eravate sulle scale, così ti ho seguito e ho ripreso quando sei uscita da casa di Nicola”, “non è come credi non lo è, ti giuro che è così” disse la madre riprendendo a piangere.

“Beh c’è poco da capire, stai con le tua mutande in testa, chinata sul cofano con lui che ti scopa da dietro”. Allora lei si asciugò le lacrime e gli disse “perché me lo hai mostrato, cosa vuoi… hai già tutto perché mi hai mostrato quel video”.

“Io non ho già tutto, non ho te…” rispose Flavio, la madre allora sgranò gli occhi e gli diede uno schiaffo “tu sei pazzo, cosa ti viene in mente, sei malato come puoi dire una cosa del genere, sono tua madre Cristo!!”. Flavio rimase impassibile “forse mi hai frainteso, non voglio scoparti, io ti amo mamma di papà non mi frega un cazzo, io voglio sostituirmi a lui ma non a letto, voglio solo che tu faccia quello che ti dico io sennò” “sennnòòò??” lo interruppe lei ancora sconvolta “sennò mostro tutto a papà e tu con le mutande in faccia ci finisci in tangenziale a scopare con i camionisti per vivere”.

“Questo è un incubo… è un incubo non può essere vero..” ripeteva Sara ora sprofondata sul divano “sei malato, malato come tua padre…” “e tu invece sei una troia, che si fa sbattaere dal giardiniere a casa e poi vai da lui, in una mezza baracca, a scopare con uno degli uomini più brutti al mondo, però ho capito cosa ti piace di lui…”.

“Sei malato… malato” ripeteva lei a bassa voce “si probabilmente sono malato” rispose Flavio “ma sono innamorato di te, non vorrei mai farti del male ma sei la mia ossessione, voglio solo che assecondassi le mie fantasie”, “tipooo???” fece la donna sbalordita, “tipo che ti scopassi Nicola davanti a me, che ti facessi scopare anche da altri che ti dico io, e che poi t prodigassi per convincere delle tue amiche a fare altrettanto ma loro senza la mia presenza, io a te non ti sfiorerò mai, promesso”.

“Tu sei matto, e Maria?? Lo sa di questo?”, “Maria quando ero in gita l’ho mandata a farsi scopare da Ivan, quello che ha fatto il dj qui a casa alla festa di Simone, le ha rotto il culo sai… però lei di questa cosa non saprà mai niente”.

Sara era scioccata “ho bisogno di un bicchiere d’acqua”, Flavio andò a prenderlo e poi le fece “hai una settimana di tempo per accettare, poi andrò da papà hai la mia parola”. Sara non fece parola di quella cosa con mia madre e in casa evitava il figlio, lanciandogli solo delle fugaci occhiate piene di odio.

Probabilmente la donna si sarà domandata quale essere spregevole avesse messo al mondo, ma se il marito avesse scoperto la tresca con il giardiniere sarebbe veramente finita con le pezze al culo per non parlare della sputtanata: se l’amante fosse stato un bel collega del marito sarebbe passata, ma Nicola…

Io dicevo a Flavio che aveva rovinato per sempre il rapporto con la madre e lui “tanto finita la scuola me ne vado a Roma e posso anche non vederla più…”. Però alla fine la ebbe vinta. Quasi alla scadenza dell’ultimatum lei cedette “voglio dirti che mi fai schifo, non puoi immaginare il dolore che mi hai procurato… non ti considero più come un figlio, ma come un frocetto con il cazzetto come padre, che per far godere la propria fidanzata deve farla scopare da un altro”.

“Queste sono le mie condizioni” continuò lei “non chiamarmi mai più mamma, non toccarmi mai, quando finirà la scuola te ne andrai l’estate all’estero a studiare l’inglese e quando torni te ne vai a Roma senza rivolgermi parola, per te non esisterò più e il nostro accordo varrà solo fino alla fine della scuola poi distruggerai davanti a me il video e le altre cose se ne hai”.

“Così mi sembri ragionevole, ci posso stare ma ora voglio darti io due condizioni non trattabili: se ti rifiuti di fare anche una sola cosa che io ti dico l’accordo sarà nullo e andrò da papà, poi che tu non mi toccherai mai il mio cazzetto ma io potrò toccarti e anche baciarti”.

“Non esiste” fece lei “tu non mi devi neanche sfiorare”, allora lui le girò le spalle e andò via “il termine finisce domani, poi tuo marito si vedrà un bello spettacolino”, “va bene gran bastardo che non sei altro, però devi sapere una cosa, ti odio ti odio ti odio, mi fai schifo”.

Flavio allora tese la mano verso la madre e lei guardandolo negli occhi la strinse “bene, abbiamo un accordo” fece lui e lei annuì, allora lui si avvicinò poi di colpo l’afferrò per i capelli come tirandola indietro, la guardò negli occhi poi iniziò a baciarla con lei che serrava le labbra, lui allora si staccò e le mollò un ceffone “forse non hai capito che adesso sei mia fino alla fine della scuola”, si riavvicinò e la madre gli sputò in faccia e allora lui ridendo riprese a pomiciarla con le che stavolta assecondava “ora vai a cucinare troia, che solo quello sai fare oltre che fatti scopare dai cazzoni” e se ne andò in camera a scrivermi dell’accaduto. CONTINUA…
minchia, se è veramente andata cosi.. pesantissimo da digerire
 

sormarco

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Quindicesima parte - Figli di trojan

Potete ben immaginare quale fosse il mio stato d’animo. Oltre la mia sensazione di inadeguatezza nei confronti di Miriam, non solo la separazione dei miei ma anche il fatto che mio padre ormai facesse coppia fissa con una poco più grande di me e mia madre che, come a voler vivere una seconda giovinezza, la sera se ne usciva andandosi ad alcolizzare facendosi poi sborrare non so da chi sui vestiti.

Anche a scuola il mio rendimento ne risentiva: non che andassi male ma, da tutti 7 e 8, passai al primo quadrimestre ad avere tutti 7 e 6. I prof capirono la mia situazione sapendo dei miei e anche una stronza come la Chiappotti non mi fece pesare il calo.

Avevo però il bisogno di parlare con qualcuno, di buttare fuori tutto quello che avevo dentro. Mio fratello no che mi vergognavo, Leo neanche perché comunque non avevamo una tale confidenza, Simone meglio lasciare stare e quindi non mi rimaneva che Flavio…

In fondo lui è sempre stato il mio miglior amico, il compagno di tante seghe insieme e in pratica lui sa quasi tutto di me e io praticamente tutto di lui.Un pomeriggio gli dissi di venire a studiare a casa che tanto ero solo e, senza neanche aprire i libri che restarono tutto il pomeriggio ben riposti, gli parlai di tutto: da me e Miriam a mia madre.

In qualche modo iniziavo a capire la morbosità di Flavio nei confronti di Sara, la madre, anche se di certo non mi sarei spinto fino ai suoi livelli ma in quei giorni mi facevo seghe furiose immaginandola con il suo misterioso amante.

Lui ascoltò tutto senza proferire parola, poi mi disse “tu mi hai dato del malato, guarda che l’ho capito che negli ultimi tempi quando puoi mi evitavi” - in parte era vero - “ma io ti voglio e ti voglio aiutare, però faremo a modo mio”.

“In che senso?” chiesi, allora lui “ero indeciso su una cosa ma ora tu mi hai convinto che è l’unica soluzione, vedrai”. Conoscendolo un po’ mi spaventai poi lui iniziò a fare il giro della casa “vedo che hai piazzato il caricatore in camera della troia, bravo bravo non condividere eh mi raccomando…” fece ridendo.

“Ti darò altro materiale, sono tutte troie guarda Giada che fino a un paio di mesi fa arrossiva se uno le guardava il culo e ora se lo fa sfondare strafatta dagli zingari… pure Maria non vede l’ora che le dica di scopare ancora con Ivan, quando stavamo tornando dalla gita la sera si è masturbata ficcandosi una zucchina nel culo ripensando alla scopata… poi mi ha detto delle cose su Miriam”.

“Che ti ha detto” lo fermai subito, ha detto a Maria che si tocca pensando al suo allenatore“ - cosa che a lui non avevo fatto parola - che non la fai godere abbastanza e pensa di continuo a essere scopata da altri ma che ti ama così tanto che mai ti metterebbe le corna”. In sostanza non mi disse niente che già non avessi intuito.

“Che casino… ma come ne posso venire fuori??” gli chiesi, allora lui “Michè io ora ti faccio una domanda poi ti saluto che tutte ste chiacchiere mi hanno fatto venire voglia di scopare Maria, tu vuoi fare la fine dei nostri genitori che si cornificano a vicenda, oppure vuoi godere al massimo di tutte le gioie del sesso e della vita senza doverti reprimere? Pensaci e se mi dici ok ti dico cosa ho in mente” e così dicendo riprese le sua cose e mi salutò dicendo “anche se sei uno stronzo, ti voglio veramente bene e sei l’unica persona di cui non potrei mai fare a meno”.

Sprofondai sul mio letto, poi andai in balcone e mi feci una canna mentre vedevo mia madre che rincasava: anche dal quarto piano si vedevano bene le sue tettone che ballavano anche perché, nonostante il freddo, non rinunciava comunque a una scollatura che spuntava fuori dal cappotto aperto.

“Ci sto” scrissi a Flavio e lui dopo un’ora mi rispose “scusa bello ma stavo inculando Maria in macchina… mi ha smerdato tutto il tappetino la troia e mi sono dovuto fermare a pulire, domani a scuola ti dico tutto perché ora devo fare un’altra cosa.

Nonostante l’ora tarda Flavio chiamò Nicola, il giardiniere, e gli chiese se poteva passare. “No” rispose l’uomo “ok, tra dieci minuti sono lì” replicò il mio amico. Flavio così fece una proposta all’uomo: niente soldi, anche se nel caso ne avesse avuto bisogno non ci sarebbero stati problemi, ma gli assicurò che se lo assecondava l’avrebbe fatto scopare fino a fargli consumare il cazzo. Unica condizione mai dire alla madre del loro accordo e che si era scopato anche Maria.

“Io qui vivo bene, non mi manca nulla, però mi piacerebbe avere un tv nuova tipo quelle che avete voi a casa vostra, e un computer perché ormai tutte le riviste botaniche sono diventate digitali”. “Sei un bel bastardo, ci sto però mi devi dare qualche giorno”. In una settimana gli comprò tutto praticamente azzerando i soldi che aveva nel cassetto visto che non poteva toccare quelli in banca altrimenti il padre si sarebbe insospettito.

Il resto lo spese per nuove attrezzature spy poi, senza faticare molto, piazzò un trojan nel cellulare della madre e, come ebbe accesso alle chat della madre, poco dopo mi scrisse “si chiama Lucio quello che si scopa tua madre, abita nel vostro palazzo”. Lucio Lucio, mamma credo abbia fatto apposta a farsela con uno che mio padre odia.

Alto riccio brizzolato e un po’ stempiato, Lucio abita proprio sopra di noi nell’attico del nostro palazzo. È un architetto, mai sposato, uno di quei sinistroidi che va in giro con i sandali pure in autunno. Sempre curato, spesso i fine settimana faceva cene fino a tardi facendo incazzare papà che non lo poteva sopportare e lo chiamava zecca di merda. In più quando scopava con qualcuno da noi si sentiva subito, con continui cigolii e gemiti che duravano anche per un’ora.

Con il mio aiuto piazzò il trojan anche nel cellulare di mia madre: il patto però fu che solo io potessi accedere al cell di mia madre e lui a quello della sua, per il resto condividevamo tutto. Così lessi le porcate che si scrivevano e vidi le foto e i video che si mandavano.

In pratica mia madre un giorno lo incontrò in centro e lei gli raccontò tutto quello che era successo per giustificare il gran casino dei giorni passati. Si andarono a prendere un caffè insieme e lui la invitò a cena per il venerdì che io stavo a Parigi, infatti mio fratello mi disse che era uscita e che era tornata dopo di lui.

Scoparono già quella sera, in macchina proprio nel luogo dove mio padre fu beccato con la sua amante. Lucio probabilmente più abituato di lei al vino e agli alcolici in generale, come la vide bella ubriaca si offrì di accompagnarla e in macchina la baciò venendo subito ricambiata. Mia madre ubriachissima iniziò ad ansimare come lui le palpava le tettone e le tastava la fica già tutta bagnata senza curarsi che erano in un parcheggio.

Fu mia madre a dire che voleva essere scopata in quel luogo e durante il tragitto toccava il cazzo dell’uomo da sopra i pantaloni dicendo cose tipo “che bel cazzo che hai, lo sento già duro, scommetto è molto più grande di quello dello stronzo”. In effetti Lucio ha un bel cazzo, non molto largo ma un po’ più lungo della media.

Come si fermarono subito mia madre gli prese il cazzo in bocca e lui “che bocchinara che sei… ho sempre pensato che te li mangiavi i cazzi…”, poi la prese a scopare nel retro facendola godere mentre era sopra di lei. “Adesso voglio la tua sborra” gli disse mamma e lo ciucciò fino a quando non gli ingoiò tutto lo sperma. Tornati verso casa, lei gli fece un bocchino della buona notte nel garage mentre lui la fece godere masturbandola con le mani mettendole dita sia in fica sia in culo.

Poi il giorno dopo quando mio fratello ripartì e io non ero ancora tornata, salì da lui e si fece scopare per ore anche nel culo. Mia madre la sera gli scriveva che le aveva sfondato il culo, che stava a pancia in giù sul divano per il bruciore… La sera che ero a casa invece erano andati a casa e poi, ubriachissimi, erano tornati nel solito posto per scopare, facendo poi il bis in garage.

Mia madre dal lavoro gli mandava foto delle tette e delle fica quando andava in bagno o era solo in stanza, scrivendo cose tipo “ti voleva salutare questa patatina che sente molto la mancanza del suo cazzo preferito”. Lui ricambiava mandando foto del cazzo duro oppure video dove sborrava scrivendo zozzerie analoghe.

A mia madre poi non sembrava interessare che lui continuasse a frequentare anche altre “basta che quando chiamo il tuo cazzo arriva subito nella mia bocca vogliosa di sborra”, tanto che con la madre di Flavio parlava anche di un suo collega con il quale le sarebbe potuto scopare “ma è sposato, è più complicato, ci siamo baciati qui in ufficio ma poi è finita lì”.

Sara le diceva che faceva bene, che doveva divertirsi perché “amore mio, non siamo più ragazzine gli uomini ora ancora ci sbavano dietro ma tra qualche anno non sarà più così”. La madre del mio amico però - perlomeno in chat - non parlava mai della sua relazione con il giardiniere ma al contrario spettegolavano sulle loro amiche.

Il piano di Flavio però era più complesso: io gli dissi che era un matto, che non poteva fare una cosa del genere che la sua vita non sarebbe stata più la stessa. “Ormai sono in un punto di non ritorno, deve essere fatto”. Così un pomeriggio che era solo con la madre andò da lei e, dicendole che doveva mostrarle una cosa, le fece vedere un video di lei scopata appoggiata al cofano della sua macchina da Nicola fuori dalla casa dell’uomo.

Sara si sentì letteralmente mancare, poi come si riprese scoppiò a piangere senza riuscire a guardare in faccia il figlio. “Calmati mamma, calmati, va tutto bene…” le diceva Flavio, poi la abbracciò e allora la donna poco dopo si calmò ma prima si prese un tranquillante.

“Come lo hai avuto” singhiozzò, “vi ho visti per caso qui in casa, eravate sulle scale, così ti ho seguito e ho ripreso quando sei uscita da casa di Nicola”, “non è come credi non lo è, ti giuro che è così” disse la madre riprendendo a piangere.

“Beh c’è poco da capire, stai con le tua mutande in testa, chinata sul cofano con lui che ti scopa da dietro”. Allora lei si asciugò le lacrime e gli disse “perché me lo hai mostrato, cosa vuoi… hai già tutto perché mi hai mostrato quel video”.

“Io non ho già tutto, non ho te…” rispose Flavio, la madre allora sgranò gli occhi e gli diede uno schiaffo “tu sei pazzo, cosa ti viene in mente, sei malato come puoi dire una cosa del genere, sono tua madre Cristo!!”. Flavio rimase impassibile “forse mi hai frainteso, non voglio scoparti, io ti amo mamma di papà non mi frega un cazzo, io voglio sostituirmi a lui ma non a letto, voglio solo che tu faccia quello che ti dico io sennò” “sennnòòò??” lo interruppe lei ancora sconvolta “sennò mostro tutto a papà e tu con le mutande in faccia ci finisci in tangenziale a scopare con i camionisti per vivere”.

“Questo è un incubo… è un incubo non può essere vero..” ripeteva Sara ora sprofondata sul divano “sei malato, malato come tua padre…” “e tu invece sei una troia, che si fa sbattaere dal giardiniere a casa e poi vai da lui, in una mezza baracca, a scopare con uno degli uomini più brutti al mondo, però ho capito cosa ti piace di lui…”.

“Sei malato… malato” ripeteva lei a bassa voce “si probabilmente sono malato” rispose Flavio “ma sono innamorato di te, non vorrei mai farti del male ma sei la mia ossessione, voglio solo che assecondassi le mie fantasie”, “tipooo???” fece la donna sbalordita, “tipo che ti scopassi Nicola davanti a me, che ti facessi scopare anche da altri che ti dico io, e che poi t prodigassi per convincere delle tue amiche a fare altrettanto ma loro senza la mia presenza, io a te non ti sfiorerò mai, promesso”.

“Tu sei matto, e Maria?? Lo sa di questo?”, “Maria quando ero in gita l’ho mandata a farsi scopare da Ivan, quello che ha fatto il dj qui a casa alla festa di Simone, le ha rotto il culo sai… però lei di questa cosa non saprà mai niente”.

Sara era scioccata “ho bisogno di un bicchiere d’acqua”, Flavio andò a prenderlo e poi le fece “hai una settimana di tempo per accettare, poi andrò da papà hai la mia parola”. Sara non fece parola di quella cosa con mia madre e in casa evitava il figlio, lanciandogli solo delle fugaci occhiate piene di odio.

Probabilmente la donna si sarà domandata quale essere spregevole avesse messo al mondo, ma se il marito avesse scoperto la tresca con il giardiniere sarebbe veramente finita con le pezze al culo per non parlare della sputtanata: se l’amante fosse stato un bel collega del marito sarebbe passata, ma Nicola…

Io dicevo a Flavio che aveva rovinato per sempre il rapporto con la madre e lui “tanto finita la scuola me ne vado a Roma e posso anche non vederla più…”. Però alla fine la ebbe vinta. Quasi alla scadenza dell’ultimatum lei cedette “voglio dirti che mi fai schifo, non puoi immaginare il dolore che mi hai procurato… non ti considero più come un figlio, ma come un frocetto con il cazzetto come padre, che per far godere la propria fidanzata deve farla scopare da un altro”.

“Queste sono le mie condizioni” continuò lei “non chiamarmi mai più mamma, non toccarmi mai, quando finirà la scuola te ne andrai l’estate all’estero a studiare l’inglese e quando torni te ne vai a Roma senza rivolgermi parola, per te non esisterò più e il nostro accordo varrà solo fino alla fine della scuola poi distruggerai davanti a me il video e le altre cose se ne hai”.

“Così mi sembri ragionevole, ci posso stare ma ora voglio darti io due condizioni non trattabili: se ti rifiuti di fare anche una sola cosa che io ti dico l’accordo sarà nullo e andrò da papà, poi che tu non mi toccherai mai il mio cazzetto ma io potrò toccarti e anche baciarti”.

“Non esiste” fece lei “tu non mi devi neanche sfiorare”, allora lui le girò le spalle e andò via “il termine finisce domani, poi tuo marito si vedrà un bello spettacolino”, “va bene gran bastardo che non sei altro, però devi sapere una cosa, ti odio ti odio ti odio, mi fai schifo”.

Flavio allora tese la mano verso la madre e lei guardandolo negli occhi la strinse “bene, abbiamo un accordo” fece lui e lei annuì, allora lui si avvicinò poi di colpo l’afferrò per i capelli come tirandola indietro, la guardò negli occhi poi iniziò a baciarla con lei che serrava le labbra, lui allora si staccò e le mollò un ceffone “forse non hai capito che adesso sei mia fino alla fine della scuola”, si riavvicinò e la madre gli sputò in faccia e allora lui ridendo riprese a pomiciarla con le che stavolta assecondava “ora vai a cucinare troia, che solo quello sai fare oltre che fatti scopare dai cazzoni” e se ne andò in camera a scrivermi dell’accaduto. CONTINUA…
flavio veramente un malato, c'è d'aver paura
 
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Sedicesima parte - Girls just wanna have fun

Quando la sera Flavio mi scrisse che la madre aveva accettato ero spaesato, in parte eccitato, ma soprattutto spaventato. Gli pregai di lasciare fuori me e mia madre da questa storia e lui “te di certo, su tua madre non posso garantire…”. Faticai a prendere sonno, avevo paura di fare la sua stessa fine con mia madre che mi odiasse e il solo pensiero mi faceva raggelare.

Così al mattino tolsi la camera dalla sua camera e a scuola Flavio mi disse un’altra novità “questa mattina quel coglione di mio padre, ogni tanto parla, ci ha detto a me e mamma che ha deciso di candidarsi, staserà in una lista civica contro il sindaco sta tutto pompato dice che può fare l’assessore che ci stanno tante cose in ballo”.

Nel frattempo in classe vedevo Miriam e Giada parlare fitto e ridacchiare, tanto che la Chiappotti le ha richiamate più volte minacciandole anche di mandarle dal preside. All’uscita ci salutammo dandoci appuntamento per il tardo pomeriggio: ci incontrammo tra la fine del suo allenamento e l’inizio del mio ma, prima di dirvi cosa mi disse, vi racconto della discussione la sera a casa di Flavio.

Sara la madre probabilmente ci avrà pensato a lungo ma, dopo l’annuncio fatto dal marito, prese coraggio e a pranzo scrisse al consorte di venire a casa che voleva parlare. Il marito era convinto che la moglie gli chiedesse spiegazione di questa sua “scesa in campo”, invece si sbagliava di grosso.

Quando il marito tornò, Sara senza farsi scoprire accese il registratore del suo cellulare e gli disse “ti volevo dire che da qualche settimana sto scopando con Nicola, l’ex giardiniere…” l’uomo sbiancò e la moglie continuò “è brutto come la fame ma ha un cazzo da paura, mi fa godere come tu mai hai fatto ma sono stata io a provocarlo e a fare tutto pensa che lui si è pure licenziato per troncare la cosa e invece io sono andata nella baracca in cui vive e mi sono fatta scopare pure lì…”.

“Per anni mi hai umiliata, mi hai trattata come una schiava sessuale e io ho subito tutto senza mai dire nulla solo per amore della famiglia… ma ora basta, ti ho spostato le tue cose nella camera degli ospiti da oggi dormi lì, ai figli diremo che è perché russi, io continuerò a scoparmi Nicola e chiunque altro vorrò e se tu mi provi solo a sfiorare con un dito tutti sapranno che sei un cornuto, un mezzo impotente e dei tuoi conti in Svizzera… altro che assessore”.

L’uomo non disse nulla e obbedì alla moglie senza dire una parola, con Sara che poi lo salutò dicendo “il pranzo è nel microonde, ora vado a farmi sbattere da Nicola che ho voglia” e lui solo in quel momento le fece “Sara… non sputtanarmi non far sapere in giro che ti vedi con lui”, “io non mi vedo con lui, io mi faccio scopare da lui, ciao”.

Quando il pomeriggio tornò a casa andò dritto da Flavio “lurido bastardo che non sei altro, ora ho io una cosa da farti sentire” e così azionò l’audio. Il mio amico rimase spiazzato e, finita la registrazione, la madre gli fece “ora il nostro accordo puoi ficcartelo nel tuo culo flaccido, lui mi ha solo pregato di non sputtanarlo e ancora non so per quale motivo non gli ho detto di te così da sapere anche che merda di figlio si ritrova… ora sparisci e una cosa è sempre valida: non provare più a rivolgermi parola”.

Flavio così ignorò i messaggi che io gli avevo mandato dopo il mio incontro con Miriam. Ci incontrammo in una paninoteca di sfuggita e lei mi disse “c’è una cosa di cui ti voglio parlare ma tu devi promettermi di non incazzarti, nulla è ancora deciso…” le premesse di certo non erano delle migliori.

In pratica Ilaria (l’altra nostra amica, vedi terza parte) per una settimana aveva casa libera che la madre, una tipa anonima e divorziata da anni, doveva stare fuori per lavoro. Da tempo la figlia aveva scoperto che la donna aveva un autentico arsenale di vibratori, falli di gomma e robe del genere, cosa di cui lei ce ne parlò ridendo e sulla quale noi ci scherzammo molto, immaginate le battute di Flavio.

Ilaria, Miriam, Maria e Giada così, dopo averne parlato a lungo, avevano deciso che la sera dopo sarebbero rimaste a dormire a casa di Ilaria ufficialmente per una sorta di pigiama party, in verità volevano fare una sorta di dildo party con Miriam che voleva a suo dire “prepararsi il culo perché questo sabato mi devi inculare amore”.

Io gli dissi ridendo che erano quattro maiale ma lei poi aggiunse “c’è anche un’altra cosa, ecco noi pensavamo anche che potevamo toccarci tra di noi…”, “ma dici sul serio??”, “sì… ne parliamo da diverso tempo però abbiamo paura di cambiare qualcosa nella nostra amicizia… alla fine abbiamo deciso che ci ubriachiamo e quello che verrà verrà”.

“E io?? Non hai pensato a me??” le dissi, “certo, infatti sono qui…”. “Le altre che dicono” le feci e lei “Maria ora credo lo stia dicendo a Flavio, Giada e Ilaria sono quelle più decise”. Io la guardai e le feci “per me va bene, non lo vedrei come un tradimento, però mi devi sempre dire tutto questa è la promessa che ci facciamo”. Lei mi baciò e in verità quello che teneva le cose nascoste ero io.

Scrissi a Flavio se sapesse della cosa e, finito l’appuntamento, trovai decine di suoi messaggi. Mi disse della madre era disperato, quanto alle nostre fidanzate tagliò corto con un laconico “te lo avevo detto che sono tutte troie”. Quella sera a letto ero felice per come la madre aveva fregato Flavio, pensieroso per la storia di Miriam ma anche eccitato nel pensare a me che la inculavo e lei insieme alle amiche.

Il giorno dopo fu molto strano: facemmo un aperitivo insieme noi sei (le 4 ragazze, io e Flavio), dove parlammo apertamente della cosa con Flavio che faceva battute sul fatto che la prossima volta però dovevamo essere anche noi presenti.

Loro ridevano e poi quando se ne andarono Giada ci salutò con un “ciao maschioni” che sapeva molto di presa in giro. La sera io e Flavio la passammo in diretta chat, ma lui più che di loro mi scriveva di come secondo me poteva rifregare la madre “basta smettila, ringrazia che non ti ha sputtanato con tuo padre… guarda avanti e pensa a Maria, all’università al futuro”.

La mattina dopo a scuola Miriam e Giada si presentarono in stile “una notte da leoni”: due autentici straccio con evidenti postumi di una sbornia colossale. Quando si riprese, il pomeriggio Miriam mi raccontò tutto iniziando dalla premessa che “è stato veramente bello, non me ne volere ma non ho mai goduto così”. Dopo aver ordinato del sushi e bevuto superalcolici a go-go, Ilaria si è presentata con tutto l’armamentario della madre.

Così hanno iniziato a dividersi i giochi per poi spogliarsi iniziando a masturbarsi ognuna da sola. Poi Miriam non ricordava chi iniziò ma dopo un po’ iniziarono a baciarsi e toccarsi, leccandosi anche la fica e il culo a vicenda “ricordo che il primo orgasmo è stato con Giada che mi leccava la fica mentre io mi ficcavo in bocca un cazzo enorme di gomma”.

Poi mi disse cosa facevano le altre e che la seconda volta ha goduto con un piccolo vibratore nel culo e Maria che la leccava”. “Come è stato leccare le tue amiche” le chiesi, “bello, bello soprattutto farmi leccare” rispose ridendo “poi mi hanno preparato bene il culetto per il tuo cazzo, ho goduto con uno finto figuriamoci con il tuo di carne…”.

Mi raccontò poi che Maria fu quella più porca, che era partita proprio ubriachissima, mentre Giada aveva orgasmi di continuo anche squirtando”. Mi confessò che le era piaciuto leccare le tettone di Maria e la fighetta stretta di Ilaria, poi le quattro amiche si erano ripromesse entusiaste di ripetere la cosa al più presto.

Parlando poi dei cazzi presi, Giada le aveva convinte che dovevano rifarlo ma dopo aver preso la G perché “è una cosa assurda”, allora mi fece questa proposta “sabato possiamo andare noi sei a casa di Ilaria, compriamo un po’ di G da Leo poi la prendiamo e io e te scopiamo in una camera, Maria e Flavia in un altra e Giada e Ilaria in un’altra da sole oppure con Leo se vuole restare.

Dissi che ci dovevo pensare e quella sera, eccitato come non mai, spiegai a Leo il mio problema con le eiaculazioni precoci e gli chiesi se con la G avrei potuto superarlo. Lui mi guardò serio e mi fece: la risposta alla tua domanda è sì, può aiutarti, ma non credo che sia la soluzione giusta per te.

Mi bastò quella risposta per scrivere a Miriam e dirle che per me era ok. Dissi a mia madre che sabato avremmo dormito tutti da Ilaria e lei tutta tranquilla “si si va bene”. La cosa mi incuriosii e così decisi di rimettere il caricatore in camera sua. Anche Flavio accettò subito e Leo invece dopo che Giada gli scrisse a scuola mi prese in disparte “ma perché volete fare sta cosa?? Siete bravi ragazzi e grandi amici, pensateci bene”.

Io lo rassicurai e poi specificai “io e Miriam ce ne andiamo in camera, voi altri fate quello che vi pare a me non interessa”. Leo spiegò a Giada allora che lui sarebbe rimasto perché ce l’avrebbe somministrata lui, poi su richiesta della ragazza invitò anche Adrian e Ivan che accettarono. Anche sua sorella voleva partecipare ma alla fine non riuscì a liberarsi dal marito.

Sabato sembrava non arrivare mai e alla fine facemmo la solita trafila: prima nostra partita a calcio e poi quella di Miriam a pallavolo. Ivan, Leo e Adrian fecero diversi commenti poi a Miriam sulle sue compagne e lei rispose che anche loro non erano passati inosservati ad alcune sue compagne.

L’accordo era che le donne sarebbero andate a casa di Ilaria a prepararsi dopo aver cenato, mentre noi mangiavamo per conto nostro e poi le raggiungevamo quando ci scrivevano. Leo ricordò a tutti “non bevete al massimo una birretta a testa, non pippate e niente canne”. Noi così ci facemmo una birra per accompagnare la pizza ed eccitatissimi volammo da loro quando ci scrissero.

Arrivati trovammo la porta socchiusa, come entrammo c’erano le luci spente e come la porta fu chiusa accesero la luce al grido di “sorpresa!!”. Miriam era su dei tacchi neri vertiginosi con un platou altrettanto alto: era altissima e bellissima, per il resto indossava solo calze nere, reggiseno e mutandine nere.

Ero un po’ imbarazzato perché anche gli altri la vedevano così ma cercavo di non darla a vedere. Anche le altre tre avevano abbigliamenti simili: le tettone di Maria parevano voler esplodere mentre il culo di Giada… mamma mia anche se pure quello di Miriam era favoloso. Quello di Giada andava più verso il fuori, mentre quello di Miriam verso l’alto ma entrambi erano grossi e voluminosi.

Prendemmo la G e brindammo con un po’ di birra a testa: Flavio era insolitamente taciturno, Leo anche preso a fare le dosi mentre Ivan era quello che più teneva banco facendo battute sulle ragazze riempendole di complimenti. Ilaria poi mise della musica ma non troppo alta “poi la stronza della vicina magari chiama i carabinieri”, poi quando la G iniziò a fare effetto Miriamo mi prese per la mano e mi portò in quella che era la camera della madre della nostra amica.

Chiudemmo la porta e iniziammo subito a baciarci, avevo il cazzo durissimo e iniziai a leccarla “senti che buchino profumato che ho… me lo sono lavato ben benino Giada mi ha fatto un bel servizietto e poi me lo ha voluto leccare”. Aveva già preparato del gel e la G facilitò la sua sverginatura del culo con un cazzo vero.

Durai molto, andavo piano e la sentivo godere mentre a pecora da sotto si sgrillettava. La sensazione del suo culo stretto era bellissima, per la prima volta mi sentii bravo nel scoparla, nel farla godere. Quando ebbe l’orgasmo io non capivo più nulla in un mix di sensazioni mai provate. Ci baciammo e lei mi pulì il cazzo con delle salviettine e me lo prese in bocca iniziando un pompino clamoroso.

In quel momento ci accorgemmo degli urli animaleschi che provenivano dal salotto. Ci guardammo e Miriamo ridendo mi fece il segno del silenzio con il dito poi mi prese per la mano e pian piano ci affacciammo. La scena fu la seguente: Ilaria era sdraiata sul tavolino con Adrian che la pompava facendola vibrare come un ramo, Giada era scopata a pecora da Leo e pure Maria da Ivan, mentre Flavio se lo faceva leccare dalla ragazza.

Eravamo in piedi e loro ci videro, Miriam mi segava il cazzo duro lentamente e io le toccavo il culo. Giada allora si staccò e venne verso la mia ragazza iniziandola a pomiciare, poi mi guardo e fece “Brutta stronza mica ci avevi detto che c’aveva un cazzo così bello”. Miriam allora si chinò e iniziò a sbocchinarmi con Giada le leccava il culo da dietro.

Poi ce ne andammo tutti e tre in camera e iniziarono a leccarmelo insieme: io che sborravo dopo trenta secondi ora non solo mi stavo godendo un doppio pompino da urlo, ma riuscivo anche a fare lo spavaldo ordinando alle due di andare più in profondità. “Lo voglio ancora nel culo” fece Miriam e si mise a pecora, mi oliai di nuovo il cazzo e la inculai mentre lei leccava la fica dell’amica.

Giada dopo un po’ si mise a pecora di fianco a lei e mi chiese di fare lo stesso, io titubai ma poi fu Miriam a guidare il mio cazzo dentro il suo culo. La visione di quei due culi aperti era da sturbo, non capivo nulla poi sentii una pacca sulla spacca e una voce che faceva “mi permetti?”. Come girai lo sguardo vedevo Adrian che senza troppi complimenti aveva iniziato a inculare Miriam andando a una velocità pazzesca.

Allora cinsi Giada per i fianchi e iniziai ad andare anche io più veloce che potevo, le due urlavano come due ossesse e a quel punto non ce la feci più e feci una sborrata colossale sulle chiappe di Giada arrivandole fino ai capelli.

“Lecca la sborra del tuo ragazzo troia” fece Adrian a Miriam mentre le spinse la faccia verso le chiappe dell’amica. Io mi stavo pulendo ed ero come in trance mentre vedevo il ragazzo martellare il culo della mia amata, che godeva paonazza strillando frasi oscene tipo “mi sfondi tutta porco mi stai spaccando!!”.

Mi ributtai nella mischia ficcando il cazzo nella bocca di Miriam quando lei venne di nuovo, ma poi fummo risvegliati dal campanello di casa: era la vicina di Ilaria che minacciava di chiamare i carabinieri. Calò il silenzio nella casa, Ilaria si ricompose alla meglio mettendo una vestaglia ma andò ad aprire con la sborra sui capelli mentre noi provavamo a fare silenzio trattenendo a stento le risate.

Leo preoccupato per la droga ci fece segno di smammare, così le donne restarono e noi maschietti come si calmò la cosa uscimmo. Leo volle subito tornare a casa un po’ in ansia e io li riaccompagnai. Prima ci fermammo a fare un panino e solo allora, prendendo il cellulare, vidi gli allert della camera messa da mia madre. Andai in bagno e mi collegai: c’era mia madre che cavalcava il nostro vicino sul lettone matrimoniale.

Spensi e chiesi ai due se potevo dormire da loro “sennò mi devo sentire le domande di mamma”, i due mi dissero che non c’erano problemi e una volta da loro mi indicarono la camera. Come ci fu silenzio mi rividi sparandomi tre seghe la scopata di mia madre che per mezzora si è fatta sbattere dall’uomo prima di farsi sborrare sulle tettone.

Mi addormentai con il cazzo in mano, poi il mattino dopo realizzai tutto quello che era accaduto in quella incredibile serata. Il mattino dopo feci colazione con i ragazzi e gli raccontai tutto, con anche loro che mi dissero di come si stavano scopando in doppia Maria al momento dell’interruzione “Flavio le altre non le ha sfiorate” invece tu sei stato un toro mi fece Ivan.

Sarà ma io tornando a casa realizzai che si Giada mi aveva ciucciato e poi l’avevo inculata, ma che Adrian stava spaccando il culo alla mia amata Miriam. Del resto du ut des… CONTINUA
 
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Diciassettesima parte - L’affaire Chiappotti


Dopo una esperienza del genere vissuta a soli 18 anni è logico che la tua vita possa non essere più la stessa, soprattutto se l’hai fatta insieme alla tua ragazza che è la donna che ami e con cui vorresti passare il resto della tua vita.

Come se non bastasse, avevo in mente anche le immagini di mia madre scopata come l’ultima delle troie dal nostro vicino di casa: capite bene che per me non era abbastanza facile concentrarmi nella vita di tutti i giorni, visto il pensiero continuo alle due donne della mia vita a pecora e scopate senza ritegno (Miriam in più nel culo).

Il momento più complicato non fu tanto l’incrociare di nuovo lo sguardo con quello di Miriam, ma con Giada, Ilaria e Maria. Alla fine fu molto più facile del previsto visto che, su consiglio di Leo, sono stato io a rompere sempre il ghiaccio per primo con una battutina.

Il giorno dopo la nostra orgia interrotta dai vicini di Ilaria, avevo casa libera che mia madre era andata a Roma dai miei nonni e così nel pomeriggio Miriam venne da me. Io ero provato anche dalle seghe in serie che mi ero sparato vedendo il video di mia madre, lei invece era ancora carichissima.

Come arrivò a casa mi baciò e mi sorrise, poi mi chiese come stessi “bene ma ancora sono un po’ frastornato, ieri è andata in maniera diversa rispetto a come avevamo pensato…” “e ti è piaciuto?” mi interruppe lei, “si mi è piaciuto, però ripenso a te con Adrian” “e io a te con Giada…” e ci mettemmo a ridere.

“Io ti amo - mi fece lei - e quello che abbiamo fatto ieri va oltre il nostro amore, è solo sesso fatto in maniera differente e anche io sono un po’ gelosa anche perché Giada poi mentre rimettevamo in ordine per due volte si è complimentata che sei un bel toro”.

Quelle parole mi riempirono d’orgoglio ma, ragionando ora che sono passati degli anni, posso tranquillamente affermare che furono un punto di non ritorno della mia vita. Di solito nelle coppie è il maschio che spinge la donna a trasgredire, qui invece è stato il contrario perché a lei quella nuova dimensione piaceva tantissimo anche per la forte complicità che aveva instaurato con le sue amiche.

Non ci volle molto che mi fu addosso dicendomi che le era piaciuto tantissimo prenderlo nel culo; nonostante le seghe fatte me lo fece diventare duro con un pompino superbo, ma messa a pecora soltanto dopo una abbondante oliatura riuscii a penetrarla e durai il tempo di pochi colpi.

Quello fu il mio grande problema, la convinzione che soltanto con la G potessi far godere la mia ragazza e altre ragazze, anche perché pure nei giorni seguenti la storia fu sempre la stessa: non duravo più di un minuto. Così entrambi entrammo nell’ottica che soltanto con l’aiuto della droga avremmo potuto godere a pieno.

Nel rapporto con gli altri l’imbarazzo iniziale via via andò scemando, anzi diventò normale parlare di quella sera e di pensare a nuove festicciole. Ilaria invece si defilò perché iniziò a frequentare uno e poi ci si fidanzò, mentre Leo capendo la situazione tendeva sempre a rimandare il momento della nuova festicciola come a non rendere la cosa una abitudine ma solo uno sporadico diversivo. Flavio invece chiuso il capitolo della madre, ora era tutto proiettato con le sue fantasie a queste porcate di gruppo.

In quel periodo Leo era molto preso dagli affari di famiglia che procedevano a ritmo incessante: non solo l’inaugurazione del centro commerciale di cui vi parlerò la prossima volta, ma anche la definizione delle liste elettorali soprattutto per quanto riguardava i candidati di punta.

Ovviamente non sapevamo che il Covid avrebbe fatto slittare le elezioni di diversi mesi, ma in città iniziò a farsi largo la convinzione che Gianni (il candidato sindaco vedi undicesima parte) poteva seriamente vincere e allora iniziò a esserci una corsa nel salire sul suo carro. Come accaduto per il padre di Flavio, in tanti della società civile si schierarono con lui nella speranza di poter essere il più votato della sua lista e così di ottenere un posto da assessore o da consigliere comunale.

In ballo infatti c’erano tanti soldi da assegnare e potete immaginare il potere che ne derivava per i futuri amministratori. Tra i tanti che si fecero avanti ci furono anche la Chiappotti (nostra prof vedi dodicesima parte) e suo marito. Parlarono a lungo con Ivo (padre di Ivan e zio di Leo) e la prospettiva era questa: lei assessore alla cultura e lui strada spianata per un eventuale posto al capo del provveditorato o come preside.

A candidarsi fu la Chiappotti che così venne affidata a Mario che volle incontrarli nel suo ufficio per spiegarli alcune cose “io su di voi punto molto perché siete il profilo perfetto di questo nuovo corso politico che vogliamo dare alla città, siete preparati, seri, colti ed estranei alle vecchie logiche di potere. Ora starà a voi riuscire a prendere un buon numero di preferenze, io se posso a voi do una mano volentieri perché vorrei che voi ce la facciate”.

La coppia allora iniziò a fare l’elenco dei voti sicuri che la prof poteva ottenere e, stando alle stime che Mario aveva fatto, l'obiettivo era alla portata. Il faccendiere poi disse ai due “io una sola cosa vi chiedo, ditemi se c’è qualcosa per cui potreste essere ricattabili oppure passibili di inchieste giudiziarie, devo saperlo perché nel caso devo capire se si possono aggiustare prima delle elezioni oppure se possono essere un grande ostacolo alla sua candidatura, vi prego di essere sinceri”.

I due balbettarono dei no no guardandosi poi risposero in maniera convinta che non c’era nulla da temere. La sera stessa però Mario ricevette un messaggio dal marito della Chiappotti dicendolo se il giorno dopo potevano vedersi. Così si incontrarono tutti e tre di nuovo e, con un po’ di imbarazzo, il marito della prof gli disse “noi confidiamo sulla sua totale discrezione, vedi noi da qualche anno abbiamo iniziato a fare dei giochi di coppia diciamo un po’ trasgressivi…”.

Così gli raccontò che durante dei viaggi in Francia o in Nord Italia erano stati in dei club privè dove avevano giocato con altre coppie e uomini. Mario a cui la Chiappotti naturalmente non era indifferente, chiese allora maggiori dettagli appuntando tutto su un foglio di carta e chiedendo ai due la massima sincerità “non è un problema, ma solo se io so tutto posso eventualmente sistemare le cose”.

Il marito così raccontò della prima esperienza in Francia dove giocarono con una coppia, poi di una in Veneto dove incontrarono sempre una coppia e poi di un’altra in Toscana dove invece giocarono con un ragazzo, hai capito la Chiappotti… Mario si concentrò soprattutto su quest’ultimo incontro, chiedendo se il ragazzo lo conoscevano o se lui potesse in qualche modo risalire a loro. “No no” fu la loro risposta “lo abbiamo conosciuto quella sera, poi è del Nord e da allora non lo abbiamo più rivisto o sentito, non ci siamo scambiati i contatti”.

“Bene - fece Mario - allora se è tutto qui secondo me non ci sono problemi però vi devo dire una cosa, se in futuro spunteranno fuori cose che non mi avete detto io mi incazzerò tantissimo e sarò il primo a scaricarvi, se tra di noi c’è la massima sincerità e collaborazione presto a lei la chiamerò assessore e a te preside”.

Alcuni giorni dopo fu invece la Chiappotti a chiedere un incontro con Mario ma “a quattro occhi”. All’uomo venne duro appena la vide entrare, ma ebbe difficoltà a nascondere l’erezione sentendo poi le parole della donna “ecco Mario, noi una cosa non ti abbiamo detto ma ti prego non dire mai a mio marito che ti ho raccontato di questo”.

“Vedi - ha proseguito poi la Chiappotti - mio marito aveva la fantasia di provare anche lui l’esperienza con un uomo, così in Toscana con quel ragazzo anche lui ha avuto dei rapporti orali e anche… diciamo… c’è stata penetrazione”. “Questo non è un problema - fece Mario - ognuno ha le sue fantasie, a me basta che lui non possa risalire in nessun modo a voi”.

“No no questo no te lo posso giurare - continuò lei - però c’è dell’altro. Diciamo che quella esperienza è piaciuta a entrambi, così tramite un annuncio abbiamo contattato un ragazzo bisex di Roma, lui è di colore… siamo stati a casa sua ma diciamo non è andato tutto bene”. Vedendo la reazione accigliata del faccendiere, la Chiappotti continuò abbassando lo sguardo “la prego che questo rimanga sempre tra di noi, questo ragazzo è molto dotato e al momento di penetrare mio marito… beh nonostante tutte le precauzioni e la preparazione gli ha fatto molto male”.

“Siete andati al pronto soccorso??” chiese l’uomo, e lei “no non è stato necessario, siamo andati via e dopo qualche giorno lui non aveva più dolore”. “Ma questo ragazzo conosce i vostri nomi, sapete che lavoro fate, dove vivete, lo avete incontrato di nuovo??”.

“Ecco il problema è proprio questo - ammise lei - noi lo abbiamo contattato con un cell comprato appositamente, non conosce i nostri nomi ma poi… io all’insaputa di mio marito l’ho ricontattato e l’ho incontrato da sola”. Mario allora sobbalzò più eccitato che spaventato “allora, non ti preoccupare non è niente di compromettente, però mi devi dire tutti i particolari” fece lui mentre il cazzo gli premeva sotto la patta.

“Io l’ho contattato con il mio numero, sono stata in totale… otto volte a casa sua, conosce il mio nome, la città dove vivo a la mia professione, ma ti garantisco che lui è una persona assolutamente discreta, non mi farebbe mai un dispetto ci tiene a me”.

Mario così si segnò il nome del ragazzo, il suo numero, l’indirizzo e dove lavorava. Patrik è un ragazzone del Gambia di 35 anni, lavora in un magazzino ed è grande, grosso e con una mazza lunga oltre 25 cm che riesce a tenere dura anche per 1 ora di fila. Di faccia però è abbastanza brutto, soprattutto a causa di una dentatura disastrosa.

“Che tipo di rapporti avete” gli chiese Mario, “eh…. cioè facciamo sesso ma fuori da casa sua non l’ho mai incontrato”, “si ma fate sesso protetto, fate anche sesso anale, l’eiaculazione dove avviene”, allora lei imbarazzatissima “beh questo non so cosa possa servire al nostro discorso”, “devo saperlo per una questione sanitaria, mi risponda la prego”, allora la Chiappotti “si la penetrazione è sempre protetta, è capitato di fare del sesso anale e che poi lui venisse nella mia bocca”.

“Quando avete fatto sesso anale lui indossava il preservativo?”, “no, raramente..”, “lo avete fatto in ogni incontro e per quanto tempo”, “si in ogni incontro, una volta a lungo perché beh, avevo il ciclo… mi devo preoccupare?”.

“No non si deve preoccupare, lei ora deve fare due cose e poi faremmo a modo mio, se non le sta bene può ritirare la sua candidatura per motivi personali e a suo marito non farò mai parola della nostra discussione”.

La Chiappotti si fece preoccupata poi Mario le disse “per prima cosa devi fare delle analisi complete, spesso i ragazzi africani purtroppo hanno l’epatite a loro insaputa, poi devi dirgli che non potete più vederli che sei in colpa nei confronti di tuo marito, se lui non accetta e si fa pressante allora me lo dici e ci penso io. Per la candidatura non ci sono problemi ma, visto che ti piace così tanto il cazzo nero, con la massima discrezione e venendo anche adeguatamente ricompensata potresti incontrare delle persone che possono aiutare molto sia noi sia te”.

“E chi sarebbero” disse la donna meravigliata anche dal linguaggio dell’Uomo, “questo non lo devi sapere come loro non sapranno nulla di te, per loro sei solo una escort con il culo rotto e che ama la sborra dei neri”.

La Chiappotti rimase di sasso poi l’uomo le aprì la porta “faccia le analisi e parli con il ragazzo, poi mi faccia sapere”, lei tutta frastornata accennò un saluto e se ne andò. Immaginate una tipa come la Chiappotti, sempre pronta a voler comandare lei, come si potesse sentire in quella situazione.

Fece le analisi ed erano tutte ok, ma con il ragazzo non andò bene: si impappinò e alla fine raccontò a Patrik tutta la storia. “Ma che cazzo ti salta in mente “ le urlò contro Mario mentre lei scoppio a piangere “ci hai messo in un bel casino, ma come cazzo ti viene in mente!!”.

Lei allora “non lo so non ci ho capito nulla..” e così dicendo singhiozzando si alzò il bordo della gonna scoprendo le gambe e le autoreggenti che portava “forse c’è un modo per sistemare le cose”. Tempo tre minuti dopo lei era a pecora appoggiata sulla scrivania dell’uomo, con lui che la inculava selvaggiamente “ce l’hai proprio rotto il culo, sei una troia con le pigne del cervello!! Adesso dovrai rimediare alle tue cazzate”.

La Chiappotti non diceva nulla ansimando per il trattamento ricevuto, poi l’uomo tirò fuori il cazzo un po’ sporco di merda e ordinò “leccamelo e fammi sborrare”, “no dai ti prego, fammelo pulire ho le salviette”, Mario allora la afferrò per i capelli e le strisciò il cazzo in faccia, con lei che alla fine aprì la bocca accogliendo con violenza il cazzo dell’uomo fino in gola.

Le sborrò in bocca e in faccia “la prossima volta ti ripulisco con il piscio, ora non mi scappa sei fortunata”. Lei iniziò a sputare nel cestino e aveva quasi dei conati di vomito “per favore c’è un bagno?” “esci dalla porta è in fondo al corridoio. Lei si ricompose alla meglio e si diresse verso il bagno notata anche da Paolo (il nipote vedi capitolo undici).

Quando ritornò lo guardò negli occhi e fece “e adesso??”, adesso ci parlo io con il ragazzo e tu considerati a disposizione, “in che senso e cosa gli dici?”, “nel senso che adesso tu rimedierai alle cazzate che fai con il tuo culo e con la tua bocca, a lui non lo minaccerò stai tranquilla”.

Mario così poi si recò dove lavora Patrik e il ragazzo subito intuì chi potesse essere. Alla fine furono d’accordo su tutto: se il ragazzo avesse fatto lo stronzo per lui sarebbero stati guai, in cambio gli promise qualche bella scopata e se voleva un posto di lavoro. Lui disse che non voleva cambiare città ma che nel caso gli avrebbe fatto sapere, mentre per il resto a lui andava benissimo. CONTINUA…
 
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