Esperienza reale Il ripetente (Covid, politica, calcio e tanti culi rotti...) - Storia lunga

kalka

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Quarantesima parte - Questo matrimonio sa da fare (terza parte)

Finita la festa ci fu discussione anche in hotel: Mario era entusiasta della serata mentre altri, tra cui Rob e Armando, sottolineavano come appena una settimana prima spendendo molto meno si erano scopati in gruppo delle strafiche da fare invidia ai calciatori della Serie A, ma per il faccendiere che aveva sborsato la gran parte dei soldi l'aver obbligato parenti e amici a prendere parte a quell'orgia così depravata è stato impagabile.

Il clima però era molto teso tra le due famiglie: a Giuliana non andava giù che le due ragazze se ne fossero andate subito "ho succhiato il cazzo di mio figlio e mi sono fatta inculare da lui, se salta tutto per colpa di quelle due troiette vi ammazzo", con Annunziata che rispondeva dicendo che lei era rimasta fino alla fine e che anche le donne portate dalla consuocera se ne fossero andate quasi tutte.

Erano soddisfatte per i tanti soldi che si erano messi in tasca e che erano assolutamente vitali per loro, però il loro pensiero era rivolto ai restanti tanti soldi da prendere (falsi ma non lo sapevano). Il giorno dopo così Annunziata e Giuliana incontrarono Igor: entrambe erano ancora distrutte per la serata con i buchi in fiamme, ma erano ugualmente battagliere nel cercare di mantenere gli accordi presi.

"Noi vorremmo che il nostro accordo fosse ancora valido" e allora lo zingaro cercò di tranquillizzarle "per noi ancora è tutto in piedi anche se siamo abbastanza delusi perché in molte hanno disatteso gli accordi, qualcosa però dobbiamo cambiare". Le due si sentirono sollevate e il ragazzo le disse che a breve si sarebbero risentiti.

Mario per una volta fu in totale sintonia con gli altri dell'hotel: per loro quella storia finiva lì, gli zingari potevano fare quello che volevano perché anche loro dovevano passare da truffati una volta uscita fuori la storia dei soldi falsi. Nel frattempo i quattro zingari stavano pianificando la loro fuga, continuando nel frattempo a scopare con un ritmo animalesco: ormai erano diventati una macchina del sesso, mapresto avrebbero dovuto tagliare la corda.

Tutte le loro azioni erano tese a far ricadere su di loro ogni responsabilità della truffa, con anche le persone più loro complici che potevano facilmente dimostrare di essere all'oscuro della truffa e di essere stati truffati anche loro. Igor così trovò un momento per incntrare di nuovo le due donne.

Si incontrarono in un bar a metà strada e subito le due donne vollero premettere una cosa "tutte le partecipanti che erano andate via prima volevano rimediare, però facendo cose più tranquille. In più ci sarebbero anche altre donne disponibili". Igor (beato lui) aveva un incredibile calendario di scopate e può sembrare paradossale che facendo mente locale non riusciva a trovare un modo per dedicare più tempo del previsto a questa cosa.

"Chiamate gli sposi e dite loro di venire qui", le due furono colte di sorpresa poi chiamarono i rispettivi figli. Dopo una mezzoretta i due arrivarono visibilmente imbarazzati da questa situazione. "Allora - fece Igor - voi vi sposate la domenica mattina e noi quattro dal mattino presto possiamo essere nel luogo della cerimonia (una dimora antica molto isolata con tantissimo verde intorno dove c'erano anche altre strutture più piccole), come pensate di potervi guadagnare i soldi restanti?".

Calò il gelo. Invitata a dire la sua, Giuliana balbettante fece "non so... forse voi potreste arrivare e mettervi in una delle depandence e poi chi vuole vi viene a fare visita". "L'idea è buona, naturalmente non è nostra intenzione rovinarvi la festa o creare imbarazzi ulteriori". Poi rivolgendosi alla futura sposa "e tu come pensi di sdebitarti con noi?". La ragazza arrossì e a testa bassa fece "potrei venire da voi molto presto prima che inizio a vestirmi e truccarmi".

"Ci può stare, ma prometti che poi non scappi un'altra volta??" e Giulia fece cenno di sì con il capo. "Allora siamo d'accordo - fece Igor - io nei prossimi giorni vi mando una mail con tutti i soldi dettagliati che vogliamo mettere in ballo, però ora per festeggiare questa intesa perché non andiamo tutti nel mio van?".

Dopo aver pagati Igor fece entrare i quattro nel suo van oscurato che era parcheggiato in una piazzola non lontana dalla strada principale. Lo zingaro si tirò fuori il cazzo già duro e chiese alle tre donne di spogliarsi completamente. Poi disse allo sposo di fare altrettanto e di sedersi di fianco a lui. "Adesso venite qui e succhiateci il cazzo" disse lo zingaro con subito Giuliana che si avvicinò a lui per evitare il figlio.

Giulia invece si occupava del ragazzo mentre sua madre prese a leccare le palle allo zingaro. "Bella sposina vieni ora qui da me e voi due occupatevi di lui", le donne obbedirono e si scambiarono. "La tua futura mogliettina è veramente bella, guarda che bel culo ( e sbang una sonora pacca) però i pompini non li sa fare, tra tua madre e tua suocera invece chi è meglio?" e così disse prese la testa di Giuliana e la spinse a prendere tutto il cazzo del figlio in gola per poi dare il ritmo furioso tenendole la testa.

"Io... io non so, non soooo" fece lo sposo mentre sborrava nella gola della madre. "Anche tu ragazzo devi migliorare ahahahah", ora "levati e lecca bene le fiche e i culi di ste tre troie, che ti faccio vedere una cosa". Igor con il cazzo bello duro iniziò a scopare le bocche delle tre donne, tirandole per i capelli obbligandole poi a turno a leccargli l'asta e le palle.

Poi si girò e mettendosi a pecora disse ad Annunziata "prendi tua figlia per la testa e falle leccare il mio buco del culo". Giulia la guardò impietrita e Annunziata non si muoveva, così fu Giuliana ad afferrare la testa della ragazza e spiaccicarla contro il culo dello zingaro. "Siiii così con la lungua sul buchetto, lecca tutto troietta" e poi a turno tutte e tre fecero più volte la stessa cosa. Lo zingaro poi si stese sul sedile e con una mano spingeva Annunziata a sbocchinarlo fino in fondo, con l'altra teneva Giulia sul suo buco del culo il tutto mentre Giualiana gli leccava le palle.

A turno poi si fece cavalcare dalle tre tenendone sembre una con la faccia tra le palle e il culo. vedendo poi che allo sposo era tornato duro il cazzo disse alla futura moglie di iniziare a cavalcare lui. Come i due iniziarono si insalivò il cazzo e poi iniziò a ficcare un paio di dita nel culo della ragazza. Quando iniziò a incularla la prese per i capelli e la portò faccia a faccia con il fidanzato "guarda la faccia della tua futura moglie mentre la inculo, guardalaaa!!!". La stessa cosa poi fece con la madre "guarda che troia che è tua madre, guardala, lo prende in culo come se fosse la fica" e così dicendo alternava il cazzo in culo a metterne due in fica insieme alla donna.

Dopo un po' il ragazzo si sfilò per sborrare di nuovo, allora Igor riprese a scopare le alternandosi nei loro culi o nelle loro fiche, fino a che non sborrò in faccia a Giulia obbligando poi la madre e la suocera a ripulirla. "Ah che zoccole che siete, sei un uomo fortunato ad avercele intorno ahahah" fece Igor lnciando i vestiti verso i quattro "ora andatevene, che io i soldi non me li guadagno succhiando cazzi". CONTINUA....
un porno di rocco è nulla in confronto alla tua storia, mitico!
 

lordkaos76

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Quarantesima parte - Questo matrimonio sa da fare (terza parte)

Finita la festa ci fu discussione anche in hotel: Mario era entusiasta della serata mentre altri, tra cui Rob e Armando, sottolineavano come appena una settimana prima spendendo molto meno si erano scopati in gruppo delle strafiche da fare invidia ai calciatori della Serie A, ma per il faccendiere che aveva sborsato la gran parte dei soldi l'aver obbligato parenti e amici a prendere parte a quell'orgia così depravata è stato impagabile.

Il clima però era molto teso tra le due famiglie: a Giuliana non andava giù che le due ragazze se ne fossero andate subito "ho succhiato il cazzo di mio figlio e mi sono fatta inculare da lui, se salta tutto per colpa di quelle due troiette vi ammazzo", con Annunziata che rispondeva dicendo che lei era rimasta fino alla fine e che anche le donne portate dalla consuocera se ne fossero andate quasi tutte.

Erano soddisfatte per i tanti soldi che si erano messi in tasca e che erano assolutamente vitali per loro, però il loro pensiero era rivolto ai restanti tanti soldi da prendere (falsi ma non lo sapevano). Il giorno dopo così Annunziata e Giuliana incontrarono Igor: entrambe erano ancora distrutte per la serata con i buchi in fiamme, ma erano ugualmente battagliere nel cercare di mantenere gli accordi presi.

"Noi vorremmo che il nostro accordo fosse ancora valido" e allora lo zingaro cercò di tranquillizzarle "per noi ancora è tutto in piedi anche se siamo abbastanza delusi perché in molte hanno disatteso gli accordi, qualcosa però dobbiamo cambiare". Le due si sentirono sollevate e il ragazzo le disse che a breve si sarebbero risentiti.

Mario per una volta fu in totale sintonia con gli altri dell'hotel: per loro quella storia finiva lì, gli zingari potevano fare quello che volevano perché anche loro dovevano passare da truffati una volta uscita fuori la storia dei soldi falsi. Nel frattempo i quattro zingari stavano pianificando la loro fuga, continuando nel frattempo a scopare con un ritmo animalesco: ormai erano diventati una macchina del sesso, mapresto avrebbero dovuto tagliare la corda.

Tutte le loro azioni erano tese a far ricadere su di loro ogni responsabilità della truffa, con anche le persone più loro complici che potevano facilmente dimostrare di essere all'oscuro della truffa e di essere stati truffati anche loro. Igor così trovò un momento per incntrare di nuovo le due donne.

Si incontrarono in un bar a metà strada e subito le due donne vollero premettere una cosa "tutte le partecipanti che erano andate via prima volevano rimediare, però facendo cose più tranquille. In più ci sarebbero anche altre donne disponibili". Igor (beato lui) aveva un incredibile calendario di scopate e può sembrare paradossale che facendo mente locale non riusciva a trovare un modo per dedicare più tempo del previsto a questa cosa.

"Chiamate gli sposi e dite loro di venire qui", le due furono colte di sorpresa poi chiamarono i rispettivi figli. Dopo una mezzoretta i due arrivarono visibilmente imbarazzati da questa situazione. "Allora - fece Igor - voi vi sposate la domenica mattina e noi quattro dal mattino presto possiamo essere nel luogo della cerimonia (una dimora antica molto isolata con tantissimo verde intorno dove c'erano anche altre strutture più piccole), come pensate di potervi guadagnare i soldi restanti?".

Calò il gelo. Invitata a dire la sua, Giuliana balbettante fece "non so... forse voi potreste arrivare e mettervi in una delle depandence e poi chi vuole vi viene a fare visita". "L'idea è buona, naturalmente non è nostra intenzione rovinarvi la festa o creare imbarazzi ulteriori". Poi rivolgendosi alla futura sposa "e tu come pensi di sdebitarti con noi?". La ragazza arrossì e a testa bassa fece "potrei venire da voi molto presto prima che inizio a vestirmi e truccarmi".

"Ci può stare, ma prometti che poi non scappi un'altra volta??" e Giulia fece cenno di sì con il capo. "Allora siamo d'accordo - fece Igor - io nei prossimi giorni vi mando una mail con tutti i soldi dettagliati che vogliamo mettere in ballo, però ora per festeggiare questa intesa perché non andiamo tutti nel mio van?".

Dopo aver pagati Igor fece entrare i quattro nel suo van oscurato che era parcheggiato in una piazzola non lontana dalla strada principale. Lo zingaro si tirò fuori il cazzo già duro e chiese alle tre donne di spogliarsi completamente. Poi disse allo sposo di fare altrettanto e di sedersi di fianco a lui. "Adesso venite qui e succhiateci il cazzo" disse lo zingaro con subito Giuliana che si avvicinò a lui per evitare il figlio.

Giulia invece si occupava del ragazzo mentre sua madre prese a leccare le palle allo zingaro. "Bella sposina vieni ora qui da me e voi due occupatevi di lui", le donne obbedirono e si scambiarono. "La tua futura mogliettina è veramente bella, guarda che bel culo ( e sbang una sonora pacca) però i pompini non li sa fare, tra tua madre e tua suocera invece chi è meglio?" e così disse prese la testa di Giuliana e la spinse a prendere tutto il cazzo del figlio in gola per poi dare il ritmo furioso tenendole la testa.

"Io... io non so, non soooo" fece lo sposo mentre sborrava nella gola della madre. "Anche tu ragazzo devi migliorare ahahahah", ora "levati e lecca bene le fiche e i culi di ste tre troie, che ti faccio vedere una cosa". Igor con il cazzo bello duro iniziò a scopare le bocche delle tre donne, tirandole per i capelli obbligandole poi a turno a leccargli l'asta e le palle.

Poi si girò e mettendosi a pecora disse ad Annunziata "prendi tua figlia per la testa e falle leccare il mio buco del culo". Giulia la guardò impietrita e Annunziata non si muoveva, così fu Giuliana ad afferrare la testa della ragazza e spiaccicarla contro il culo dello zingaro. "Siiii così con la lungua sul buchetto, lecca tutto troietta" e poi a turno tutte e tre fecero più volte la stessa cosa. Lo zingaro poi si stese sul sedile e con una mano spingeva Annunziata a sbocchinarlo fino in fondo, con l'altra teneva Giulia sul suo buco del culo il tutto mentre Giualiana gli leccava le palle.

A turno poi si fece cavalcare dalle tre tenendone sembre una con la faccia tra le palle e il culo. vedendo poi che allo sposo era tornato duro il cazzo disse alla futura moglie di iniziare a cavalcare lui. Come i due iniziarono si insalivò il cazzo e poi iniziò a ficcare un paio di dita nel culo della ragazza. Quando iniziò a incularla la prese per i capelli e la portò faccia a faccia con il fidanzato "guarda la faccia della tua futura moglie mentre la inculo, guardalaaa!!!". La stessa cosa poi fece con la madre "guarda che troia che è tua madre, guardala, lo prende in culo come se fosse la fica" e così dicendo alternava il cazzo in culo a metterne due in fica insieme alla donna.

Dopo un po' il ragazzo si sfilò per sborrare di nuovo, allora Igor riprese a scopare le alternandosi nei loro culi o nelle loro fiche, fino a che non sborrò in faccia a Giulia obbligando poi la madre e la suocera a ripulirla. "Ah che zoccole che siete, sei un uomo fortunato ad avercele intorno ahahah" fece Igor lnciando i vestiti verso i quattro "ora andatevene, che io i soldi non me li guadagno succhiando cazzi". CONTINUA....
Sinceramente per come scrivi ti pagherei volentieri!
sei superlativo
 
OP
patrulla

patrulla

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Quarantasettesima parte - Il ritorno di Ivo​


“E tu chi cazzo sei??? Che ci fai qui???” urlò Ivo - l’ex parlamentare zio di Leo - facendo di colpo il suo ritorno in hotel. Gli erano arrivate delle voci strane e, complice il miglioramento della situazione sanitaria, aveva deciso di andare a controllare di persona cosa stesse facendo Mario, il faccendiere.

Lì trovò tutti lì, mio padre compreso, che giocavano a carte e bevevano superalcolici e alcuni in mutande, mentre Mario nei divanetti vicino si stava scopando a pecora Marta, la madre del mio amico Simone, che ogni tanto doveva passare in hotel a pagare pegno.

Ci fu un momento di imbarazzo generale e la donna ne approfittò per riprendere le cose, rivestirsi velocemente e uscire dal retro. “Hai dieci secondi per tirarti su i calzoni e venire in camera a spiegarmi tutto” fece Ivo incazzatissimo a Mario.

Mario non inventò scuse e raccontò tutto all’amico, dalle sue teorie apocalittiche sulla pandemia fino ai soldi rubati e a quelli rubati dagli zingari, parlando poi delle orgie in palestra e quelle fatte in hotel compresa quella con gli sposi e i loro parenti/amici.

Ivo ne aveva viste e sentite tante, poi da Mario poteva aspettarsi di tutto, ma quella volta rimase allibito. Se fosse stato un altro avrebbe chiesto a Mario di contattare due albanesi e di farlo sparire, ma il problema era che ora avrebbe dovuto far sparire Mario…

Gli sbroccò pesantemente ricordandogli che di mezzo c’erano grossi affari e anche gente molto pericolosa, che le elezioni ci sarebbero state a fine estate e che dovevano assolutamente vincere.

La situazione gli sembrò irrimediabile e non fu facile arrivare a una sorta di compromesso. Prima cosa: gli zingari dovevano subito sparire e far sapere a tutte le persone coinvolte, cercando di non far scoppiare un casino, che i soldi nei pacchi erano falsi. Seconda cosa: Mario era fuori da tutto, poteva fare quello che voleva d’ora in poi basta che non si intromettesse più nel partito e negli affari.

Mario però strappò una cosa: la Chiappotti sarebbe continuata a essere la sua candidata in Consiglio comunale e in lista avrebbe messo un altro dei suoi per fare da tandem: un modo per intercettare i due voti possibili in lista che per legge devono andare a un uomo e una donna.

Ivo poi se la prese anche con Leo e Ivan che però confermarono che erano all’oscuro di tutto: pagando la vicinanza ad Adrian, furono obbligati ad andarsene in vacanza via dalla città e di ritornare solo dopo le elezioni.

Tutto sommato a Mario andava bene così: libero da ogni legaccio, con bei soldi da parte e comunque potenzialmente legato agli affari se riusciva a far eleggere in Consiglio i suoi candidati, prima però doveva risolvere la questione degli zingari.

Parlò con Igor e lui stranamente fu subito d’accordo: aveva il pieno sentore che aveva tirato troppo la corda e che dovevano rivedere i loro piani anticipando la partenza. Già il giorno dopo tutti e quattro avevano fatto perdere le loro tracce, ma ritorneranno…

Il passo successivo fu andare da Simon, l’influencer che aveva organizzato la cosa della palestra insieme agli sbirri, spiegargli il tutto dicendogli che doveva informare una a una tutte le ragazze coinvolte, che avrebbero dovuto distruggere o restituire i soldi falsi.

Per ragioni di tempo ora la farò sembrare facile, ma potete ben immaginare questo cosa significò e che gran casino si andò a creare. Tutte prima si accertarono che i soldi fossero veramente falsi e poi li restituirono a Simon che una volta recuperato tutto il denaro fece una gran busta e sotterrò tutto.

Nessuna denunciò la cosa, alcune volevano solo dimenticare avendosi comunque messo in tasca una cifra decente mentre altre erano disponibile a riguadagnarli quei soldi, naturalmente questa volta veri: del resto quella serata con i ricconi in teoria era sempre in ballo.

Mia madre e quella di Flavio ne rimasero scioccate, mamma litigò anche con Attilio che le aveva proposto la cosa e tutte e due le donne dissero tra di loro di voler mettere una pietra sopra a quelle cose.

Anche gli sbirri ci avevano preso gusto e andarono a parlare direttamente con Mario, lui spiegò che dovevano far calmare le acque e che finita l’estate sarebbero tornati a divertirsi, magari nel frattempo facendo cose più discrete.

A Mario poi gli si incastrarono due cose molto importanti. La prima era che i soldi investiti in comune con gli altri stavano rendendo tantissimo: in pratica avevano parte di una società che riconvertendo la sua produzione in gel e mascherine ora volava, con Orso che suggeriva di vendere e di investire in altre cose.

La seconda riguardava direttamente Orso: gli confidò che aveva intenzione di lasciare il suo posto in banca, che era stufo e che voleva solo divertirsi e godersi i soldi che aveva messo da parte nei tanti anni di lavoro. Propose alla combriccola dell’hotel che poteva guidare la società che lui aveva creato per loro, forte anche dei tanti soldi che gli aveva fatto guadagnare con i suoi investimenti.

Accettarono e fecero come disse Orso, si garantirono un dividendo clamoroso e una parte la lasciarono a disposizione del banchiere che, lasciato il lavoro, iniziò a fare il trader con ottimi risultati. In cambio però Mario gli chiese di candidarsi per loro, con Orso che accettò visto che, entrando in Consiglio, poteva stare dentro agli affari della cricca politica. I più con le sue conoscenza poteva garantire tantissimi voti.

La Chiappotti fu entusiasta della cosa visto che con questo accordo - in caso di vittoria - era assicurato per lei un assessorato: fu ancora più contenta quando, in base alla sua totale disponibilità pattuita, si ritrovò il cazzone del banchiere piantato in quel culo ormai sfondato.

Tutto sembrava risolto anzi, l’entusiasmo tra la combriccola era alle stelle: erano ora degli uomini d’affari, ricchi e liberi di fare quello che volevano. Mario però doveva risolvere ancora la questione del matrimonio.

Loro avevano ricevuto fino a quel momento solo soldi veri, quindi c’era solo da spiegare che gli zingari erano spariti e che quindi non avrebbero presi gli altri 50mila il giorno del matrimonio come pattuito.

Mario nell’occasione lo comunicò ai quattro genitori: Annunziata e Pio (genitori della sposa ) e Giuliana ed Ettore (genitori dello sposo). Loro protestarono per la cosa, ma Mario gli disse che già era tanto che li aveva pagati all’hotel visto che quasi tutte se ne erano andate prima del dovuto.

Loro però facevano affidamento sui quei soldi che già in parte erano stati promessi, forti anche delle rassicurazioni da parte di Igor (vedi capitolo precedente). Mario allora gli disse “se ve li do io quei soldi, voi in cambio come mi trattereste al matrimonio??”.

I quattro allora gli dissero quali fossero i patti con lo zingaro e che avevano quattro posti a tavola per il matrimonio. Mario ci pensò e disse a loro “questa è la mia proposta: noi verremo in quattro e restiamo a dormire in quella dependance. Il giorno del matrimonio voi presentateci le donne che vorrebbero partecipare, noi scegliamo chi può andare e poi i 50.000 ve li dividete voi come volete. Quando la cena è finita, dovete stare per 2 ore con noi e soddisfare ogni richiesta. Naturalmente voi e gli sposi dovrete esserci per forza. Se tutte restano a voi vi do altri 20mila, alle altre invece 5mila a testa”.

Il giorno dopo Annunziata gli comunicò che per loro andava bene e che si sarebbero visti direttamente il giorno del matrimonio. CONTINUA…
 

Mrbianco80

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Quarantasettesima parte - Il ritorno di Ivo​


“E tu chi cazzo sei??? Che ci fai qui???” urlò Ivo - l’ex parlamentare zio di Leo - facendo di colpo il suo ritorno in hotel. Gli erano arrivate delle voci strane e, complice il miglioramento della situazione sanitaria, aveva deciso di andare a controllare di persona cosa stesse facendo Mario, il faccendiere.

Lì trovò tutti lì, mio padre compreso, che giocavano a carte e bevevano superalcolici e alcuni in mutande, mentre Mario nei divanetti vicino si stava scopando a pecora Marta, la madre del mio amico Simone, che ogni tanto doveva passare in hotel a pagare pegno.

Ci fu un momento di imbarazzo generale e la donna ne approfittò per riprendere le cose, rivestirsi velocemente e uscire dal retro. “Hai dieci secondi per tirarti su i calzoni e venire in camera a spiegarmi tutto” fece Ivo incazzatissimo a Mario.

Mario non inventò scuse e raccontò tutto all’amico, dalle sue teorie apocalittiche sulla pandemia fino ai soldi rubati e a quelli rubati dagli zingari, parlando poi delle orgie in palestra e quelle fatte in hotel compresa quella con gli sposi e i loro parenti/amici.

Ivo ne aveva viste e sentite tante, poi da Mario poteva aspettarsi di tutto, ma quella volta rimase allibito. Se fosse stato un altro avrebbe chiesto a Mario di contattare due albanesi e di farlo sparire, ma il problema era che ora avrebbe dovuto far sparire Mario…

Gli sbroccò pesantemente ricordandogli che di mezzo c’erano grossi affari e anche gente molto pericolosa, che le elezioni ci sarebbero state a fine estate e che dovevano assolutamente vincere.

La situazione gli sembrò irrimediabile e non fu facile arrivare a una sorta di compromesso. Prima cosa: gli zingari dovevano subito sparire e far sapere a tutte le persone coinvolte, cercando di non far scoppiare un casino, che i soldi nei pacchi erano falsi. Seconda cosa: Mario era fuori da tutto, poteva fare quello che voleva d’ora in poi basta che non si intromettesse più nel partito e negli affari.

Mario però strappò una cosa: la Chiappotti sarebbe continuata a essere la sua candidata in Consiglio comunale e in lista avrebbe messo un altro dei suoi per fare da tandem: un modo per intercettare i due voti possibili in lista che per legge devono andare a un uomo e una donna.

Ivo poi se la prese anche con Leo e Ivan che però confermarono che erano all’oscuro di tutto: pagando la vicinanza ad Adrian, furono obbligati ad andarsene in vacanza via dalla città e di ritornare solo dopo le elezioni.

Tutto sommato a Mario andava bene così: libero da ogni legaccio, con bei soldi da parte e comunque potenzialmente legato agli affari se riusciva a far eleggere in Consiglio i suoi candidati, prima però doveva risolvere la questione degli zingari.

Parlò con Igor e lui stranamente fu subito d’accordo: aveva il pieno sentore che aveva tirato troppo la corda e che dovevano rivedere i loro piani anticipando la partenza. Già il giorno dopo tutti e quattro avevano fatto perdere le loro tracce, ma ritorneranno…

Il passo successivo fu andare da Simon, l’influencer che aveva organizzato la cosa della palestra insieme agli sbirri, spiegargli il tutto dicendogli che doveva informare una a una tutte le ragazze coinvolte, che avrebbero dovuto distruggere o restituire i soldi falsi.

Per ragioni di tempo ora la farò sembrare facile, ma potete ben immaginare questo cosa significò e che gran casino si andò a creare. Tutte prima si accertarono che i soldi fossero veramente falsi e poi li restituirono a Simon che una volta recuperato tutto il denaro fece una gran busta e sotterrò tutto.

Nessuna denunciò la cosa, alcune volevano solo dimenticare avendosi comunque messo in tasca una cifra decente mentre altre erano disponibile a riguadagnarli quei soldi, naturalmente questa volta veri: del resto quella serata con i ricconi in teoria era sempre in ballo.

Mia madre e quella di Flavio ne rimasero scioccate, mamma litigò anche con Attilio che le aveva proposto la cosa e tutte e due le donne dissero tra di loro di voler mettere una pietra sopra a quelle cose.

Anche gli sbirri ci avevano preso gusto e andarono a parlare direttamente con Mario, lui spiegò che dovevano far calmare le acque e che finita l’estate sarebbero tornati a divertirsi, magari nel frattempo facendo cose più discrete.

A Mario poi gli si incastrarono due cose molto importanti. La prima era che i soldi investiti in comune con gli altri stavano rendendo tantissimo: in pratica avevano parte di una società che riconvertendo la sua produzione in gel e mascherine ora volava, con Orso che suggeriva di vendere e di investire in altre cose.

La seconda riguardava direttamente Orso: gli confidò che aveva intenzione di lasciare il suo posto in banca, che era stufo e che voleva solo divertirsi e godersi i soldi che aveva messo da parte nei tanti anni di lavoro. Propose alla combriccola dell’hotel che poteva guidare la società che lui aveva creato per loro, forte anche dei tanti soldi che gli aveva fatto guadagnare con i suoi investimenti.

Accettarono e fecero come disse Orso, si garantirono un dividendo clamoroso e una parte la lasciarono a disposizione del banchiere che, lasciato il lavoro, iniziò a fare il trader con ottimi risultati. In cambio però Mario gli chiese di candidarsi per loro, con Orso che accettò visto che, entrando in Consiglio, poteva stare dentro agli affari della cricca politica. I più con le sue conoscenza poteva garantire tantissimi voti.

La Chiappotti fu entusiasta della cosa visto che con questo accordo - in caso di vittoria - era assicurato per lei un assessorato: fu ancora più contenta quando, in base alla sua totale disponibilità pattuita, si ritrovò il cazzone del banchiere piantato in quel culo ormai sfondato.

Tutto sembrava risolto anzi, l’entusiasmo tra la combriccola era alle stelle: erano ora degli uomini d’affari, ricchi e liberi di fare quello che volevano. Mario però doveva risolvere ancora la questione del matrimonio.

Loro avevano ricevuto fino a quel momento solo soldi veri, quindi c’era solo da spiegare che gli zingari erano spariti e che quindi non avrebbero presi gli altri 50mila il giorno del matrimonio come pattuito.

Mario nell’occasione lo comunicò ai quattro genitori: Annunziata e Pio (genitori della sposa ) e Giuliana ed Ettore (genitori dello sposo). Loro protestarono per la cosa, ma Mario gli disse che già era tanto che li aveva pagati all’hotel visto che quasi tutte se ne erano andate prima del dovuto.

Loro però facevano affidamento sui quei soldi che già in parte erano stati promessi, forti anche delle rassicurazioni da parte di Igor (vedi capitolo precedente). Mario allora gli disse “se ve li do io quei soldi, voi in cambio come mi trattereste al matrimonio??”.

I quattro allora gli dissero quali fossero i patti con lo zingaro e che avevano quattro posti a tavola per il matrimonio. Mario ci pensò e disse a loro “questa è la mia proposta: noi verremo in quattro e restiamo a dormire in quella dependance. Il giorno del matrimonio voi presentateci le donne che vorrebbero partecipare, noi scegliamo chi può andare e poi i 50.000 ve li dividete voi come volete. Quando la cena è finita, dovete stare per 2 ore con noi e soddisfare ogni richiesta. Naturalmente voi e gli sposi dovrete esserci per forza. Se tutte restano a voi vi do altri 20mila, alle altre invece 5mila a testa”.

Il giorno dopo Annunziata gli comunicò che per loro andava bene e che si sarebbero visti direttamente il giorno del matrimonio. CONTINUA…
bel ritorno,avevo paura non lo continuassi più..Grande!! 💣💣
 

popp

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Quarantasettesima parte - Il ritorno di Ivo​


“E tu chi cazzo sei??? Che ci fai qui???” urlò Ivo - l’ex parlamentare zio di Leo - facendo di colpo il suo ritorno in hotel. Gli erano arrivate delle voci strane e, complice il miglioramento della situazione sanitaria, aveva deciso di andare a controllare di persona cosa stesse facendo Mario, il faccendiere.

Lì trovò tutti lì, mio padre compreso, che giocavano a carte e bevevano superalcolici e alcuni in mutande, mentre Mario nei divanetti vicino si stava scopando a pecora Marta, la madre del mio amico Simone, che ogni tanto doveva passare in hotel a pagare pegno.

Ci fu un momento di imbarazzo generale e la donna ne approfittò per riprendere le cose, rivestirsi velocemente e uscire dal retro. “Hai dieci secondi per tirarti su i calzoni e venire in camera a spiegarmi tutto” fece Ivo incazzatissimo a Mario.

Mario non inventò scuse e raccontò tutto all’amico, dalle sue teorie apocalittiche sulla pandemia fino ai soldi rubati e a quelli rubati dagli zingari, parlando poi delle orgie in palestra e quelle fatte in hotel compresa quella con gli sposi e i loro parenti/amici.

Ivo ne aveva viste e sentite tante, poi da Mario poteva aspettarsi di tutto, ma quella volta rimase allibito. Se fosse stato un altro avrebbe chiesto a Mario di contattare due albanesi e di farlo sparire, ma il problema era che ora avrebbe dovuto far sparire Mario…

Gli sbroccò pesantemente ricordandogli che di mezzo c’erano grossi affari e anche gente molto pericolosa, che le elezioni ci sarebbero state a fine estate e che dovevano assolutamente vincere.

La situazione gli sembrò irrimediabile e non fu facile arrivare a una sorta di compromesso. Prima cosa: gli zingari dovevano subito sparire e far sapere a tutte le persone coinvolte, cercando di non far scoppiare un casino, che i soldi nei pacchi erano falsi. Seconda cosa: Mario era fuori da tutto, poteva fare quello che voleva d’ora in poi basta che non si intromettesse più nel partito e negli affari.

Mario però strappò una cosa: la Chiappotti sarebbe continuata a essere la sua candidata in Consiglio comunale e in lista avrebbe messo un altro dei suoi per fare da tandem: un modo per intercettare i due voti possibili in lista che per legge devono andare a un uomo e una donna.

Ivo poi se la prese anche con Leo e Ivan che però confermarono che erano all’oscuro di tutto: pagando la vicinanza ad Adrian, furono obbligati ad andarsene in vacanza via dalla città e di ritornare solo dopo le elezioni.

Tutto sommato a Mario andava bene così: libero da ogni legaccio, con bei soldi da parte e comunque potenzialmente legato agli affari se riusciva a far eleggere in Consiglio i suoi candidati, prima però doveva risolvere la questione degli zingari.

Parlò con Igor e lui stranamente fu subito d’accordo: aveva il pieno sentore che aveva tirato troppo la corda e che dovevano rivedere i loro piani anticipando la partenza. Già il giorno dopo tutti e quattro avevano fatto perdere le loro tracce, ma ritorneranno…

Il passo successivo fu andare da Simon, l’influencer che aveva organizzato la cosa della palestra insieme agli sbirri, spiegargli il tutto dicendogli che doveva informare una a una tutte le ragazze coinvolte, che avrebbero dovuto distruggere o restituire i soldi falsi.

Per ragioni di tempo ora la farò sembrare facile, ma potete ben immaginare questo cosa significò e che gran casino si andò a creare. Tutte prima si accertarono che i soldi fossero veramente falsi e poi li restituirono a Simon che una volta recuperato tutto il denaro fece una gran busta e sotterrò tutto.

Nessuna denunciò la cosa, alcune volevano solo dimenticare avendosi comunque messo in tasca una cifra decente mentre altre erano disponibile a riguadagnarli quei soldi, naturalmente questa volta veri: del resto quella serata con i ricconi in teoria era sempre in ballo.

Mia madre e quella di Flavio ne rimasero scioccate, mamma litigò anche con Attilio che le aveva proposto la cosa e tutte e due le donne dissero tra di loro di voler mettere una pietra sopra a quelle cose.

Anche gli sbirri ci avevano preso gusto e andarono a parlare direttamente con Mario, lui spiegò che dovevano far calmare le acque e che finita l’estate sarebbero tornati a divertirsi, magari nel frattempo facendo cose più discrete.

A Mario poi gli si incastrarono due cose molto importanti. La prima era che i soldi investiti in comune con gli altri stavano rendendo tantissimo: in pratica avevano parte di una società che riconvertendo la sua produzione in gel e mascherine ora volava, con Orso che suggeriva di vendere e di investire in altre cose.

La seconda riguardava direttamente Orso: gli confidò che aveva intenzione di lasciare il suo posto in banca, che era stufo e che voleva solo divertirsi e godersi i soldi che aveva messo da parte nei tanti anni di lavoro. Propose alla combriccola dell’hotel che poteva guidare la società che lui aveva creato per loro, forte anche dei tanti soldi che gli aveva fatto guadagnare con i suoi investimenti.

Accettarono e fecero come disse Orso, si garantirono un dividendo clamoroso e una parte la lasciarono a disposizione del banchiere che, lasciato il lavoro, iniziò a fare il trader con ottimi risultati. In cambio però Mario gli chiese di candidarsi per loro, con Orso che accettò visto che, entrando in Consiglio, poteva stare dentro agli affari della cricca politica. I più con le sue conoscenza poteva garantire tantissimi voti.

La Chiappotti fu entusiasta della cosa visto che con questo accordo - in caso di vittoria - era assicurato per lei un assessorato: fu ancora più contenta quando, in base alla sua totale disponibilità pattuita, si ritrovò il cazzone del banchiere piantato in quel culo ormai sfondato.

Tutto sembrava risolto anzi, l’entusiasmo tra la combriccola era alle stelle: erano ora degli uomini d’affari, ricchi e liberi di fare quello che volevano. Mario però doveva risolvere ancora la questione del matrimonio.

Loro avevano ricevuto fino a quel momento solo soldi veri, quindi c’era solo da spiegare che gli zingari erano spariti e che quindi non avrebbero presi gli altri 50mila il giorno del matrimonio come pattuito.

Mario nell’occasione lo comunicò ai quattro genitori: Annunziata e Pio (genitori della sposa ) e Giuliana ed Ettore (genitori dello sposo). Loro protestarono per la cosa, ma Mario gli disse che già era tanto che li aveva pagati all’hotel visto che quasi tutte se ne erano andate prima del dovuto.

Loro però facevano affidamento sui quei soldi che già in parte erano stati promessi, forti anche delle rassicurazioni da parte di Igor (vedi capitolo precedente). Mario allora gli disse “se ve li do io quei soldi, voi in cambio come mi trattereste al matrimonio??”.

I quattro allora gli dissero quali fossero i patti con lo zingaro e che avevano quattro posti a tavola per il matrimonio. Mario ci pensò e disse a loro “questa è la mia proposta: noi verremo in quattro e restiamo a dormire in quella dependance. Il giorno del matrimonio voi presentateci le donne che vorrebbero partecipare, noi scegliamo chi può andare e poi i 50.000 ve li dividete voi come volete. Quando la cena è finita, dovete stare per 2 ore con noi e soddisfare ogni richiesta. Naturalmente voi e gli sposi dovrete esserci per forza. Se tutte restano a voi vi do altri 20mila, alle altre invece 5mila a testa”.

Il giorno dopo Annunziata gli comunicò che per loro andava bene e che si sarebbero visti direttamente il giorno del matrimonio. CONTINUA…
Grande racco, come al solito.....naturalmente,....aspettavo con ansia il continuo.....👍👍👍👍
 
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Quarantaduesima parte - Scene da un matrimonio

Nei rapporti familiari io penso di non poter dare lezioni a nessuno, anzi dovrei solo stare zitto e abbassare la testa. Quanto poi tempo dopo mi capitò di conoscere gli sposi, mi ha meravigliato molto di come fossero molto riconoscenti a Mario, quasi un mito per loro e per le rispettive famiglie.

In questi anni rielaborando tutto quello che è accaduto ho dato la colpa a una assoluta decadenza non dei costumi, ma delle persone i cui rapporti anche tra le persone più a loro care vengono riportate tutti alla sfera economica e sociale.

Quando Mario raccontò in hotel il nuovo accordo che aveva stretto ci fu una gran discussione. Per prima cosa i soldi, troppi per gli altri che - fino a qualche mese prima quasi poveri - ora stavano molto attenti a spendere il loro tesoretto nonostante i vizi e il gioco.

Alla fine l’uomo disse agli amici che avrebbe pagato quasi tutto lui, che uno degli invitati sarebbe stato Orso a spese sue e gli altri due, per chi voleva, dovevano dare un contributo di “soli” 5mila, una cifra per lui quasi simbolica rispetto al suo esborso.

Alla fine accettarono Armando e Nicola - Mario fu felice di essere accompagnato da due che sanno farsi rispettare vista la borsa con tanto cash che si portava dietro -, ma poi ci fu una discussione anche sull’aspetto “morale” della cosa.

Gli in sostanza erano tutti d’accordo che, dopo la serata in hotel, sarebbe stato troppo rovinare agli sposi anche il “giorno più bello della loro vita”. In fondo sono dei ragazzi come gli altri che stavano pagando soprattutto le leggerezze finanziarie dei genitori.

Mario invece continuava a ripetere “ma quando ci ricapita una cosa del genere”, sottolineando poi la bellezza della sposa “una Venere di Botticelli con il corpo da super modella e il culo da sfondare”. Alla fine però cedette: anche la combriccola in fondo era democratica.

Mario allora li richiamò e si rividero tutti e cinque. L’uomo allora fece una nuova proposta: niente sposi e niente altre persone, loro quattro si sarebbero “accontentati” di scopare Annunziata e Giuliana - le due madri - dopo il pranzo lasciandole per loro due in totale 20mila. Una soluzione questa che avrebbe risparmiato “imbarazzi a loro e ai ragazzi”.

I quattro quasi risero, poi gli dissero che stavano per chiamarlo perché avevano loro una controproposta: loro avrebbero potuto scegliere tra le persone disponibili, sposi compresi, ma dovevano pagare direttamente a loro e poi ci avrebbero pensato i quattro a distribuire i soldi. In totale quindi volevano 150mila, non un euro in più ma neanche uno in meno.

Mario disse che loro non erano nella posizione di poter dettare le regole, ma per i quattro quell’offerta era da “prendere o lasciare”. “Non mi piace questo atteggiamento, credo che la nostra discussione finisca qui, buon matrimonio” disse Mario andandosene.

Iniziò quindi una sorta di guerra di nervi tra Mario e i quattro. Nessuno scrisse più niente e probabilmente ognuno aspettava che fosse l’altro a cedere. Il faccendiere una sera fece agli amici “pago io, tanto non è che avrei speso molto meno…” e gli altri tutti a dargli del matto.

A loro era chiaro che i quattro volevano fare i furbi, probabilmente perché gli altri possibili partecipanti si sarebbero accontentati anche di una cifra bassa, così loro avrebbero potuto fare una bella cresta. Del resto gli si chiedeva una cosa molto pesante.

Alla fine cedette Mario che fece alle due coppie: ok la vostra cifra, decidiamo noi chi potrà partecipare ma, se solo una delle persone si rifiuta di fare una cosa, allora ve ne andate tutti senza un euro. Loro protestarono e alla fine l’accordo fu questo: se una o uno se ne andava o rifiutava qualcosa, il gioco si interrompeva e loro avrebbero preso solo i 50mila inizialmente pattuiti.

“Sti stronzi vogliono fare i furbi, ma gli passiamo passare noi la voglia di dettare le regole” fece Mario agli altri. I patti prevedevano che Mario avrebbe portato anche della G per i partecipanti, con l’uomo insieme a Nicola, Orso e Armando che si presentò già a pranzo inoltrato.

Li accolse Ettore il padre dello sposo, che li portò nella dependance a lasciare le cose ma Armando volle portare con lui lo zaino con i soldi senza mai toglierlo. Quando arrivarono fecero gli auguri agli sposi e poi si sedettero in un tavolo abbastanza defilato, considerando che per le norme sanitarie c’era un gran distanziamento.

Tranne Orso che dopo voleva prendere la G, i tre erano completamente ubriachi e fatti di coca, cercando però di stare sulla loro senza dare troppo nell’occhio e limitandosi a osservare gli invitati e gustarsi quel buon pranzo.

Si avvicinò dopo un po’ Annunziata - la madre della sposa - con indosso un bel vestito chiaro, corto e scollato con indosso poi dei trampoli al posto delle scarpe. Giuliana invece, la madre dello sposo, aveva un vestito pastello più ampio e da cerimonia, ma anch’esso molto sexy.

Annunziata gli disse che quando volevano potevano andare nella dependance e che avrebbero portato poi una alla volta chi volevano partecipare. Senza dare troppo nell’occhio i quattro subito si allontanarono facendo quanto gli era stato detto.

Angela (guardare capitolo 39) la giovane sorella della sposa non ne volle sapere di ripresentarsi: in pratica solo Conny (parrucchiera 50enne fisico tonico, una terza rifatta, capelli biondo corti e soprattutto due labbroni siliconati giganti) voleva rifare tra chi già era stato in hotel.

Le donne però erano tutte abbastanza inchiavabili, probabilmente lo avevano fatto apposta per non dover dividere il malloppo con nessuno. Così non nascondendo una certa delusione dissero ok solo a Conny e, oltre a lei, le donne sarebbero state solo le due madri Annunziata e Giuliana e la sposa Giulia.

Gli uomini erano sette in totale: oltre ai quattro lo sposo, Ettore (il padre) e Pio (il padre della sposa).

Mario e gli altri erano molto infastiditi dalla cosa, poi tornarono al pranzo che era il momento dei balli. I tre ripresero a bere da fare schifo, si avvicinarono ad alcune delle partecipanti alla serata in hotel sussurrando cose oscene all’orecchio tipo “ancora ricordo di quando ti ho rotto il culo…”.

Quando tutti se ne andarono i quattro erano a bere con lo sposo e i due genitori, mentre le donne erano a prepararsi. Ettore era quasi felice mentre Pio, il padre della sposa, era anche questa volta come un condannato al patibolo.

Gli chiesero se avesse bevuto, lui rispose no e allora gli consigliarono di prendere un po’ di G e lui affranto accettò. I camerieri stavano iniziando a sparecchiare e si spostarono nella dependance, portandosi dietro amari e distillati.

Una volta chiusi si rifecero un giro di coca e parteciparono anche lo sposo e il padre. Poi arrivarono le quattro vestite come il matrimonio eccezion fatta per Giulia che, tolto l’abito nuziale, ne aveva indossato uno più comodo.

Dettero la G alle donne e Mario fece partire le due ore. L’uomo era ubriaco fracido, disse allo sposo “permetti” mentre iniziò a baciare la sposa. Nicola invece aveva puntato quella smandrappona di Giuliana e Orso, spogliata Annunziata, la alzò come un trofeo iniziando poi a leccarle la fica con una posa da circo.

I quattro si alternavano nelle bocche delle donne ma a Mario non veniva per nulla duro, con anche Nicola e Armando che sembravano risentire degli stravizi. Orso invece era durissimo e con il suo cazzone riempiva con vigore le bocche delle donne, con Mario che poi invitò anche gli altri tre a spogliarsi e unirsi.

La G rese il cazzo di Pio mastodontico, Mario prese Giuliana e la spinse a succhiare l’uomo “questo è un cazzo altro che quello di tuo marito… scommetto che ora a ogni riunione di famiglia te lo vorrai gustare…”.

Lo sposo era abbastanza fuori e schizzò sulle tette della suocera, mentre Orso aveva preso a scoparsi la sua fresca mogliettina strappandole urla animalesche. Mario allora da una borsa prese delle corde “ne avevo portate di più ma ci divertiremo anche con solo voi quattro”.

Le donne furono tutte legate a pecora, immobilizzate in quella posizione. Mario era moscio e iniziò a leccare e oliare quei culi, poi invitò i maschietti a incularle. Furono sfortunate perché gli unici due cazzi duri erano quelli più larghi: Pio e Orso. L’unica concessione fu che l’uomo non toccò la figlia.

Pio era delicato mentre Orso andava a spaccare facendole strillare, poi Mario totalmente fuori iniziò a pisciare in faccia alle donne prendendole a schiaffi se giravano la testa o chiudevano la bocca. Eccitati dalla cosa anche Nicola e Armando fecero lo stesso, poi lo sposo mentre a Ettore non uscì la pipì.

A forza di scopare la bocca delle donne ormai ridotte a delle cloache, i cazzi di Nicola e Armando ripresero vigore e così anche loro iniziarono a inculare le poverette. Era passata solo mezzora e a loro pareva un’eternità.

Il culo di Annunziata era totalmente aperto e si prendeva qualsiasi cazzo fino in fondo così come Conny, con Mario che alla parrucchiera gli ficcava il cazzo moscio e tutte le palle dentro la sua grossa bocca siliconata.

Giuliana e Giulia invece pativano quel trattamento ed emettevano continue urla strazianti. Quando le slegarono era passata poco meno di un’ora, fecero una pausa e le dettero poco altro G e poi ripresero.

A turno Nicola, Orso e Armando presero in doppia tutte e quattro, poi Mario fece un cenno d’intesa a Orso e i tre iniziarono a cercare di mettere due cazzi in culo insieme alle donne. La prima fu Annunziata che piano piano se li prese per un paio di minuti tra urla animalesche.

Poi fu il turno della figlia che però, come anche Orso puntò il suo cazzone nel buchino già occupato da Armando, iniziò a urlare per poi sfilarsi come i due iniziarono a spingere un po’. La madre corse da lei e Giuliana le aggredì “forza falla tornare lì”, allora gli uomini presero lei intanto, la oliarono e la impalarono sulla mazza di Nicola.

Poi arrivò Armando e lo mise pure lui nel culo con la donna che paonazza emetteva un lamento acuto e continuo mentre Mario le sbatteva il cazzo moscio sulla faccia e sulle tette invitando Pio a fare lo stesso.

Vedendo che la donna resisteva iniziarono a pomparla sempre più forte, ma quando Armando lasciò il posto a Orso dopo un minuto la donna dette una spinta all’uomo e corse in bagno a mettere acqua fredda sul culo…

“Mancano ancora 40 minuti, non siete stati ai patti, di nuovo”. Nel silenzio Mario contò davanti a loro 50mila mentre gli altri tre si rivestivano, poi andando via con tutti gli altri soldi Orso fece “neanche ci avete fatto sborrare…”.

Avevano voluto essere avide e alla fine hanno ottenuto tre culi rotti e meno soldi di quanto avrebbero potuto ottenere non forzando la cosa. CONTINUA…
 

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