Esperienza reale La cugina appena maggiorenne

Ho tanti episodi in ballo da raccontare. Quale volete per primi? Max 2 risposte


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Tanacca71

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Ragazzi purtroppo non ho foto di Ekaterina. Sono molto puntiglioso su queste cose, sto cercando una foto sul web di una che possa assomigliare tantissimo a lei. E sto cercando da due ore! appena la trovo la posto.
 

Uomo94

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Cercherò di riassumere brevemente. Ora Michela è sposata. Ci vediamo di rado, solo in occasioni di festa. E ora in periodo Covid anche meno. Abita in una altra regione, e quando ci vediamo se siamo sufficientemente in tiro, succede sempre qualcosa. Ormai la chimica è rimasta, siamo sempre attratti l'uno dell'altra. Ci capiamo al volo e sappiamo perfettamente cosa vuole l'altro.
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Pubblicata da poco, Infatti, la situazione era tosta.
Capito, ti faccio queste domande perché io ho una, anzi due situazioni simili, la prima è di una cugina con cui mi sono scambiato foto lei 40enne sposata con due figlie e marito, e con lei posso parlare di tutto, ma ad un certo punto si è bloccata, dall'avere orgasmi al telefono quando le descrivevo cosa le avrei fatto (Vive in un paese Scandinavo ed io in Italia) ha iniziato a dire siamo cugini non possiamo fare sesso, le autoreggenti (le avevo comprato delle autoreggenti ed un body trasparente) regalale alla tua ragazza etc. e vorrei capire.dove ho sbagliato e se la.situazione è rimediabile perché lei mi ha detto di essere ninfomane di aver tradito il marito in passato e mi sta sul cazzo che io non ci abbia ancora fatto nulla tolte le foto scambiate a parte.
L'altra invece vive in Italia ed è fidanzata, da piccoli facevamo di tutto tranne la penetrazione, lei mi ha fatto il primo pompino ed io le ho leccato la figa per la prima volta,non mi sono mai spinto fino alla scopata perché anche se piccolo ed avendo anche casi in famiglia di incesto dove sono nati anche dei figli (alcuni purtroppo malati gravi) ho il terrore che potesse accadere anche a me, ad Agosto andremo in vacanza tra lei ed i suoi fratelli e sorelle (i miei cugini) ed i miei fratelli e sorelle (i suoi cugini) ho intenzione di prendere le camere per noi due però ho paura della sua reazione, s Eva bene ricavo un pompino, se va male potrebbe dirlo ai miei o peggio ancora ai miei zii però lei mi sembra la più propensa perché sono stato io che ho chiuso perché sinceramente mi sentivo una merda a farle fare quelle.cose nonostante mi piacesse tu che ci sei passato che consigli mi daresti?
 
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Tanacca71

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Capito, ti faccio queste domande perché io ho una, anzi due situazioni simili, la prima è di una cugina con cui mi sono scambiato foto lei 40enne sposata con due figlie e marito, e con lei posso parlare di tutto, ma ad un certo punto si è bloccata, dall'avere orgasmi al telefono quando le descrivevo cosa le avrei fatto (Vive in un paese Scandinavo ed io in Italia) ha iniziato a dire siamo cugini non possiamo fare sesso, le autoreggenti (le avevo comprato delle autoreggenti ed un body trasparente) regalale alla tua ragazza etc. e vorrei capire.dove ho sbagliato e se la.situazione è rimediabile perché lei mi ha detto di essere ninfomane di aver tradito il marito in passato e mi sta sul cazzo che io non ci abbia ancora fatto nulla tolte le foto scambiate a parte.
L'altra invece vive in Italia ed è fidanzata, da piccoli facevamo di tutto tranne la penetrazione, lei mi ha fatto il primo pompino ed io le ho leccato la figa per la prima volta,non mi sono mai spinto fino alla scopata perché anche se piccolo ed avendo anche casi in famiglia di incesto dove sono nati anche dei figli (alcuni purtroppo malati gravi) ho il terrore che potesse accadere anche a me, ad Agosto andremo in vacanza tra lei ed i suoi fratelli e sorelle (i miei cugini) ed i miei fratelli e sorelle (i suoi cugini) ho intenzione di prendere le camere per noi due però ho paura della sua reazione, s Eva bene ricavo un pompino, se va male potrebbe dirlo ai miei o peggio ancora ai miei zii però lei mi sembra la più propensa perché sono stato io che ho chiuso perché sinceramente mi sentivo una merda a farle fare quelle.cose nonostante mi piacesse tu che ci sei passato che consigli mi daresti?
Buonasera @Uomo94,partendo dal presupposto che nessuno ancora ha mai capito le donne, nel caso della cugina scandinava è possibile che la distanza abbia influito e tanto. Una volta che hai soddisfatto le sue voglie completamente, cioè gli hai fatto provare un orgasmo al telefono, forse non aveva più il bisogno di te. Magari se ti avesse chiesto di farla venire al telefono fossi in te avrei rifiutato, con la scusa che se lo voleva veramente doveva aver voglia di tornare. Poi certo la distanza ha influito.
Per l’altra, prova a vedere la sua reazione quando gli proponi la stanza. Se accetta sei a metà strada. Non credo che si sputtani così dicendolo ai genitori. Non so cosa pensare quando mi dici che ti sentivi una merda. L’hai costretta? Eri maggiorenne e lei no? Sono tutte cose da valutare.Poi statisticamente, le prime scoperte del sesso tra cugini ci sono sempre stati, specialmente qualche anno fa, quando non avevi molti sbocchi per uscire e c’era una società poi chiusa, magari si cresceva insieme e capitava. Ora è tutto più a portata di mano. Poi sono considerazioni personali, non so tutta la storia.
 
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Tanacca71

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Domenica, mi alzai

E pensai a cosa avevo passato il giorno prima.

Un sorriso da beota era stampato sulla faccia.

Faccio colazione e decido di andare a vedere Michela per le gare di atletica.

Mi manca, e dopo avermi detto quelle frasi su di me ho voglia di lei.

Arrivo al campetto in largo anticipo. Mi siedo sulle tribune, ci sono i miei zii

E mi metto accanto a loro:

Zia: ciao Antonio, che ci fai qui?

A: ieri Michela mi ha detto della gara, stamani non avevo impegni e sono passato.

Zia: Ieri avete fatto tardi, mi ha detto Michela , che c’era un problema che non riusciva a risolvere e allora siete stati di più.

Mi sono fermato un attimo a pensare, poi, un po’ goliardicamente gli davo risposte a tema, mi divertivo .

A: si in effetti ha avuto un po’ di difficoltà a GESTIRE la cosa. Era proprio un problema GROSSO quello di ieri.

Ho provato a fare degli SCHIZZI sulla lavagna, ma lei proprio NON VEDEVA. Credo che abbia ancora da fare molta PRATICA.

Zio: menomale che ci sei te che sei paziente

A: esatto zio, ad un certo punto mi faceva male la LINGUA a ripetere sempre gli stessi concetti. Sono contento di dare una MANO.

Potevo stare a buio a meleggiarli, ma avevo voglia di vedere Michela, così approfittai di chiedere una cosa:

A: io sono veramente felice di aver avuto la possibilità di fare lezione a Michi, non ci siamo mai frequentati tanto, a parte i momenti in famiglia tra feste e compleanni. Recuperare un rapporto così, è stato bello.

Zia: anche noi siamo contenti, Michela la vedo felice e non vede l’ora di venire da te per studiare. Poi lo sai noi siamo un po’ protettivi nei suoi confronti, non ci fidiamo mai a mandarla fuori, questo è un mondaccio. Ti vorremmo chiedere una cosa, ti andrebbe di accompagnarla magari qualche volta al cinema o fare due passi con te? Ci accusa sempre di non farla uscire se non ci siamo noi, almeno con te noi siamo tranquilli.



BOOM

Mi sono dato un pizzicotto, perché non potevo credere a quello che mi avevano detto. Gli zii avevano puntato le fiches.

La pressione era alle stelle, ma mi dovevo dare un contegno. E rilanciai in all in

A: ma allora prendo la palla al balzo e magari dopo cena vengo a prenderla così si fa subito.

Zia: ma non andate di pomeriggio?

A: no, di pomeriggio ci vanno i bambini piccoli, ma stai tranquilla, dopo il film te la porto subito a casa.

Vieni a vedere il bluff o no?

Zia: va bene, l’importante è che non faccia tardi, domani si sveglia presto per la scuola. Fold e PIATTOO!

A: ora vorrei andare a salutare Michela, ma quanto manca alla gara?

Zia: trenta minuti, devi andare dietro le tribune, verso gli spogliatoi.

Mi incamminai e la trovai già in tuta che faceva un leggero riscaldamento sui gradini degli spogliatoi.

A: ehi puledrina, siamo in forma stamani?

Lei fece uno scatto, e appena mi vide sgranò gli occhi, rimase sorpresa.

Mi fece un gran sorriso e con un corsa veloce mi abbracciò .

M: sei venuto?

A: si , anche ieri però!

M: scemo! me ne sono accorta, mi hai riempita. Ah e confermo che è dolcissimo

A: allora ti farò venire il diabete

A: ti devo dare una notizia, stasera ti vengo a prendere dopo cena e ti porto al cinema. Con la benedizione di mamma e papà.

Non stava più nella pelle, mi prese per mano e mi porto dentro gli spogliatoi, ci baciammo intensamente e io approfittai mettendo le mani sul culo dentro le sue mutandine . Mi venne subito duro, palpando quelle magnifiche chiappe.

M: è meglio che tu vada, devo concentrarmi per la gara è non posso pensare al tuo cazzo così.

A: mi mandi via così,? Dai vieni qui un minuto.

Presi la sua mano e me la misi dentro la tuta sul cazzo.

M: solo un minuto, sennò mi viene voglia.

Mi segò il cazzo lentamente mentre mi baciava. Poi dopo mi respinse piuttosto bruscamente

M: passa stasera alle 9, lasciati la tuta di sotto.

A: e te mettiti una gonna larga.

Si allontanò facendomi l’occhiolino.
 

Uomo94

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Domenica, mi alzai

E pensai a cosa avevo passato il giorno prima.

Un sorriso da beota era stampato sulla faccia.

Faccio colazione e decido di andare a vedere Michela per le gare di atletica.

Mi manca, e dopo avermi detto quelle frasi su di me ho voglia di lei.

Arrivo al campetto in largo anticipo. Mi siedo sulle tribune, ci sono i miei zii

E mi metto accanto a loro:

Zia: ciao Antonio, che ci fai qui?

A: ieri Michela mi ha detto della gara, stamani non avevo impegni e sono passato.

Zia: Ieri avete fatto tardi, mi ha detto Michela , che c’era un problema che non riusciva a risolvere e allora siete stati di più.

Mi sono fermato un attimo a pensare, poi, un po’ goliardicamente gli davo risposte a tema, mi divertivo .

A: si in effetti ha avuto un po’ di difficoltà a GESTIRE la cosa. Era proprio un problema GROSSO quello di ieri.

Ho provato a fare degli SCHIZZI sulla lavagna, ma lei proprio NON VEDEVA. Credo che abbia ancora da fare molta PRATICA.

Zio: menomale che ci sei te che sei paziente

A: esatto zio, ad un certo punto mi faceva male la LINGUA a ripetere sempre gli stessi concetti. Sono contento di dare una MANO.

Potevo stare a buio a meleggiarli, ma avevo voglia di vedere Michela, così approfittai di chiedere una cosa:

A: io sono veramente felice di aver avuto la possibilità di fare lezione a Michi, non ci siamo mai frequentati tanto, a parte i momenti in famiglia tra feste e compleanni. Recuperare un rapporto così, è stato bello.

Zia: anche noi siamo contenti, Michela la vedo felice e non vede l’ora di venire da te per studiare. Poi lo sai noi siamo un po’ protettivi nei suoi confronti, non ci fidiamo mai a mandarla fuori, questo è un mondaccio. Ti vorremmo chiedere una cosa, ti andrebbe di accompagnarla magari qualche volta al cinema o fare due passi con te? Ci accusa sempre di non farla uscire se non ci siamo noi, almeno con te noi siamo tranquilli.



BOOM

Mi sono dato un pizzicotto, perché non potevo credere a quello che mi avevano detto. Gli zii avevano puntato le fiches.

La pressione era alle stelle, ma mi dovevo dare un contegno. E rilanciai in all in

A: ma allora prendo la palla al balzo e magari dopo cena vengo a prenderla così si fa subito.

Zia: ma non andate di pomeriggio?

A: no, di pomeriggio ci vanno i bambini piccoli, ma stai tranquilla, dopo il film te la porto subito a casa.

Vieni a vedere il bluff o no?

Zia: va bene, l’importante è che non faccia tardi, domani si sveglia presto per la scuola. Fold e PIATTOO!

A: ora vorrei andare a salutare Michela, ma quanto manca alla gara?

Zia: trenta minuti, devi andare dietro le tribune, verso gli spogliatoi.

Mi incamminai e la trovai già in tuta che faceva un leggero riscaldamento sui gradini degli spogliatoi.

A: ehi puledrina, siamo in forma stamani?

Lei fece uno scatto, e appena mi vide sgranò gli occhi, rimase sorpresa.

Mi fece un gran sorriso e con un corsa veloce mi abbracciò .

M: sei venuto?

A: si , anche ieri però!

M: scemo! me ne sono accorta, mi hai riempita. Ah e confermo che è dolcissimo

A: allora ti farò venire il diabete

A: ti devo dare una notizia, stasera ti vengo a prendere dopo cena e ti porto al cinema. Con la benedizione di mamma e papà.

Non stava più nella pelle, mi prese per mano e mi porto dentro gli spogliatoi, ci baciammo intensamente e io approfittai mettendo le mani sul culo dentro le sue mutandine . Mi venne subito duro, palpando quelle magnifiche chiappe.

M: è meglio che tu vada, devo concentrarmi per la gara è non posso pensare al tuo cazzo così.

A: mi mandi via così,? Dai vieni qui un minuto.

Presi la sua mano e me la misi dentro la tuta sul cazzo.

M: solo un minuto, sennò mi viene voglia.

Mi segò il cazzo lentamente mentre mi baciava. Poi dopo mi respinse piuttosto bruscamente

M: passa stasera alle 9, lasciati la tuta di sotto.

A: e te mettiti una gonna larga.

Si allontanò facendomi l’occhiolino.
Che bella storia
 
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Tanacca71

Guest
Di buon ora arrivai sotto casa e aspettai, come fanno i fidanzati.

Sentii bussare al vetro, entrò velocemente. Ci scambiammo Un bacio sulla guancia, gli zii erano alla finestra, un rapido saluto, poi partimmo.

Io ero vestito sportivo, giacca e tuta come mi aveva detto. La fanciulla si faceva intraprendente, e questo mi piaceva. Lei era vestita con una mini gonna molto simile a quella della foto, un rossetto accennato, un filo di trucco e niente più. Non mi sono mai piaciute le donne truccate pese. Né tantomeno i profumi pungenti. Era bella. Mentre ci avviamo gli misi subito una mano sulla coscia, lei fece altrettanto.

A: che buon profumo, fammi sentire meglio.

Lei si avvicinò e io inspirai profondamente, era davvero inebriante. Approfittai e la baciai sul collo con la lingua a contatto, non riuscivo a smettere, sentii la mano di Michela avvicinarsi al pacco e ci mise la mano sopra con un leggero massaggio. Si percepiva che aveva un grande voglia. Con la coda dell’occhio guardai la strada, giusto in tempo per schivare una macchina in senso opposto. Sterzai violentemente e lei fece un sussulto di paura, strizzandomi le palle. Cacciai un urlo di dolore improvviso, e mi rimisi in carreggiata.

M: scusa scusa!

A: un pochino più forte e avrei cantato, come Farinelli.

M: e chi è Farinelli?

A: un cantante castrato!

A: la gara è andata bene

M: si per fortuna mi sono concentrata, ma subito dopo che tu eri andato via, avevo l’odore del cazzo sulle mani ed è stato difficile. Avevo voglia di toccarmi, ma sono venute delle atlete a spogliarsi e ho desistito. Ma mi vuoi davvero portare al cinema? Ho paura che ci riconoscono, non mi sento tranquilla. A me poi mi viene voglia di baciarti, è un casino.

A: non ho mai avuto intenzione di portarti al cinema, hai ragione è troppo rischioso. So un posticino molto isolato e tranquillo.

M: ma è sicuro?

A: si , è una corte, dove ci sono due macchine, sembra abitato, ma non c’è nessuno.

Arrivammo sul posto, nascosi la macchina dietro ad una stalla.

Eravamo vogliosi, mi tolsi subito la tuta di sopra lei fece altrettanto con la giacca e si buttò letteralmente su di me. Si mise con parte delle spalle appoggiata al mio finestrino lato guida, e era rivolta verso di me di lato, Io la avvinghiai con tutte e due le braccia, poi lei allungò le gambe sul sedile passeggero. Ci baciammo intensamente, limonammo veramente duro per minuti. Ogni tanto si fermava per incrociare i miei occhi, sospirava, si vedeva che era cotta.

M: non sai quanto ti ho desiderato in questi due anni. Per me è un sogno essere qui ora. La baciai di nuovo ma molto dolcemente e intanto mi feci largo tra le sue gambe. Lei le divaricò un poco, ma la posizione non era ideale.

M: aspetta tolgo la gonna

Un paio di movimenti e la gonna scivolo via, a quel punto avevo via libera verso le sue mutandine, divaricò nuovamente le gambe, stava aspettando impazientemente le mie mani.

Che arrivarono sul posto, massaggiando la passerina già ampiamente bagnata.

Il limonaggio riprese più duro, io approfittai di spostare le mutandine per esplorare quel ben di Dio, lei senza staccare la bocca dalla mia se le sfilò. Massaggiai le labbra con un movimento circolare, lei si staccava continuamente dalla mia bocca per riprendere fiato. Ansimava forte. Era un lago sotto. Per un attimo tolsi la mano per sbottonare la camicia, volevo vedere le sue tette meravigliose .

M: faccio io, te ritorna subito giù non ti fermare.

La ragazza aveva una voglia immane. Quelle frasi mi fecero un effetto prorompente sulla cappella.

Rimase in reggiseno, era un panorama unico.

A: sposta tutto ho voglia di prendertele in bocca.

Favorì l’operazione slacciandosi il reggiseno, spostandosi ancora di più a lato mentre con la mano sinistra si agguantava al poggiatesta del mio sedile.

Vorrei aver avuto quattro mani e due lingue, per fare tutto quello che desideravo.

Intanto con il dito medio entrai della patatina e iniziai una lenta ma costante esplorazione mentre nel contempo leccavo avidamente i suoi capezzoli.

M: oddio siiii, mamma mia, mamma miaaa.

A: non c’è mamma, ora ci sono io e tra poco lo sentirai di più che ci sono solo io.

Spostò la testa oltre la mia spalla, ormai gemeva di brutto, calai l’asso finale stimolando un poco il clitoride con il pollice.

Era un bagno, la macchina era completamente appannata. Il mio cazzo si fece ancora più sentire. Lei non si trattenne più.

M: basta basta, lo voglio, lo voglioo

Si spostò sul lato passeggero, io mi abbassai i pantaloni ma non feci in tempo a togliere gli slip, che lei mi anticipò di netto.

Si fiondò sulla cappella e la leccò avidamente, serrando la mano sinistra sull’asta e la destra sulle palle massaggiandole.

Per un attimo pensai che il ragazzetto l’aveva istruita bene e i due mesi passati a leccare la cappella e la fava avevano portato dei buoni risultati, anche a distanza di anni. Ma non aveva fatto un buon lavoro con i pompini, perché lei nella foga di averlo in bocca, affondò i suoi denti sulla cappella gonfia.

Spostai con energia la sua testa e cacciai un urlo da lupo mannaro, uscii dalla macchina con un dolore atroce, cercai di guardai la cappella con la luce della luna ma poi rientrai in macchina per vedere meglio, accesi la luce, mi sembrava di avere un taglio, da quanto mi faceva male, ma era solo un impressione. Lei si spaventò.

M:scusa scusa, perdonami

A: dammi un momento mi devo riprendere.

Il dolore era intenso.

Tranquilla, tranquilla gli ripetevo, ma lo ripetevo anche a me stesso.

Era un po’ scossa, la presi di nuovo e la baciai per calmarla. Cercai di calmarla e nello stesso tempo istruirla.

A: stai serena, la fretta fa fare brutti scherzi. Io sono qui, sono tuo, non scappo, non vado da nessuna parte. Ti ho desiderata a lungo anche io. Intanto massaggiami le palle lentamente, poi quando hai voglia segami pian piano. Senza fretta.

Lei eseguì con calma. Nel mentre si parlava.

M: davvero mi volevi?

A: si tanto piccola, non sai quante volte mi sono masturbato In bagno sapendo che eri nella stanza accanto. Fissavo la tua bocca e quando ci ci prendeva per mano, la avrei voluta appoggiare sul cazzo.

Lei si fece più audace. Iniziò a segarmi più veloce, intanto il dolore svaniva mentre l’eccitazione saliva.

A: lo mangi il Calippo?

M: si certo.

A: ecco , devi immaginarti il Calippo, appena scartato dal congelatore. E’ Troppo freddo per affondarci i denti, devi coprire i denti con le labbra e poi utilizzare la lingua.

Non se lo fece ripetere due volte.

Ritorno giù scappellandolo, leccò la cappella e poi andò giù piano piano, e dopo un po’ di prove, si fece piacevole.

A: guardami ogni tanto mentre succhi. Il contatto visivo di cosa stai facendo è arrapante alla decima potenza.

M: così va bene?

A: Sei splendida. Già che ci sei non ti disturba se ogni tanto ti dico delle parolacce, mi eccitano tantissimo.

M: si, e io ti posso dire tutto quello che penso?

A: te puoi dirmi cosa ti pare, ma vorrei che le tue parole fossero sincere, sfogati butta fuori tutto quello che pensi, che provi. Non ti devi vergognare delle parole che dici. Non avere inibizioni di alcun tipo.

Lei si fermò un istante, accese di nuovo la luce dello specchietto. Con la mano sull’asta, guardava con immenso piacere il mio uccello. Lo squadrava da tutte le parti.

M: una volta dalla zia, hai lasciato distrattamente la porta aperta mentre pisciavi, non ho resistito e ho spiato dentro, poi ti sei girato verso lo specchio ancora con l’uccello fuori, ti sei dato una sistemata facendo uscire la cappella. Sono corsa via perché ho sentito una scossa elettrica nelle gambe. La notte ho sognato questo momento e ora sono qui. Mi sento la ragazza più fortunata al mondo. E poi ha ripreso a pompare di brutto con la mano sui coglioni.

Quella scena unita, al pompaggio mi fece portare il cazzo ad un tiraggio assurdo. Gli spinsi la testa più giù. Lei ebbe un sussulto ma non indietreggio di un centimetro.

A: non ho mai goduto così tanto.

M: io ti amo Antonio

Per un attimo pensai a cosa avesse detto, TI AMO.

Io ero perso e mi venne fuori anche a me. Non so se era dettato dal momento dell’eccitazione oppure se lo pensavo davvero.

A: Michela ti amo anche io.

Lei per un attimo si fermò e sgranó gli occhi.

M: io ti voglio dentro di me.

A: sei sicura al 100%?

M: si amore, quando volevo dirti che tu devi essere il primo in tutto ero seria. Eccitata ma seria. Voglio il tuo cazzo ora. Non resisto più.

Ci spostammo sui sedili posteriori, portando avanti quelli davanti il più possibile.

Non ci credevo, stavo per esaudire il sogno della mia vita.
 

Kecco505

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Di buon ora arrivai sotto casa e aspettai, come fanno i fidanzati.

Sentii bussare al vetro, entrò velocemente. Ci scambiammo Un bacio sulla guancia, gli zii erano alla finestra, un rapido saluto, poi partimmo.

Io ero vestito sportivo, giacca e tuta come mi aveva detto. La fanciulla si faceva intraprendente, e questo mi piaceva. Lei era vestita con una mini gonna molto simile a quella della foto, un rossetto accennato, un filo di trucco e niente più. Non mi sono mai piaciute le donne truccate pese. Né tantomeno i profumi pungenti. Era bella. Mentre ci avviamo gli misi subito una mano sulla coscia, lei fece altrettanto.

A: che buon profumo, fammi sentire meglio.

Lei si avvicinò e io inspirai profondamente, era davvero inebriante. Approfittai e la baciai sul collo con la lingua a contatto, non riuscivo a smettere, sentii la mano di Michela avvicinarsi al pacco e ci mise la mano sopra con un leggero massaggio. Si percepiva che aveva un grande voglia. Con la coda dell’occhio guardai la strada, giusto in tempo per schivare una macchina in senso opposto. Sterzai violentemente e lei fece un sussulto di paura, strizzandomi le palle. Cacciai un urlo di dolore improvviso, e mi rimisi in carreggiata.

M: scusa scusa!

A: un pochino più forte e avrei cantato, come Farinelli.

M: e chi è Farinelli?

A: un cantante castrato!

A: la gara è andata bene

M: si per fortuna mi sono concentrata, ma subito dopo che tu eri andato via, avevo l’odore del cazzo sulle mani ed è stato difficile. Avevo voglia di toccarmi, ma sono venute delle atlete a spogliarsi e ho desistito. Ma mi vuoi davvero portare al cinema? Ho paura che ci riconoscono, non mi sento tranquilla. A me poi mi viene voglia di baciarti, è un casino.

A: non ho mai avuto intenzione di portarti al cinema, hai ragione è troppo rischioso. So un posticino molto isolato e tranquillo.

M: ma è sicuro?

A: si , è una corte, dove ci sono due macchine, sembra abitato, ma non c’è nessuno.

Arrivammo sul posto, nascosi la macchina dietro ad una stalla.

Eravamo vogliosi, mi tolsi subito la tuta di sopra lei fece altrettanto con la giacca e si buttò letteralmente su di me. Si mise con parte delle spalle appoggiata al mio finestrino lato guida, e era rivolta verso di me di lato, Io la avvinghiai con tutte e due le braccia, poi lei allungò le gambe sul sedile passeggero. Ci baciammo intensamente, limonammo veramente duro per minuti. Ogni tanto si fermava per incrociare i miei occhi, sospirava, si vedeva che era cotta.

M: non sai quanto ti ho desiderato in questi due anni. Per me è un sogno essere qui ora. La baciai di nuovo ma molto dolcemente e intanto mi feci largo tra le sue gambe. Lei le divaricò un poco, ma la posizione non era ideale.

M: aspetta tolgo la gonna

Un paio di movimenti e la gonna scivolo via, a quel punto avevo via libera verso le sue mutandine, divaricò nuovamente le gambe, stava aspettando impazientemente le mie mani.

Che arrivarono sul posto, massaggiando la passerina già ampiamente bagnata.

Il limonaggio riprese più duro, io approfittai di spostare le mutandine per esplorare quel ben di Dio, lei senza staccare la bocca dalla mia se le sfilò. Massaggiai le labbra con un movimento circolare, lei si staccava continuamente dalla mia bocca per riprendere fiato. Ansimava forte. Era un lago sotto. Per un attimo tolsi la mano per sbottonare la camicia, volevo vedere le sue tette meravigliose .

M: faccio io, te ritorna subito giù non ti fermare.

La ragazza aveva una voglia immane. Quelle frasi mi fecero un effetto prorompente sulla cappella.

Rimase in reggiseno, era un panorama unico.

A: sposta tutto ho voglia di prendertele in bocca.

Favorì l’operazione slacciandosi il reggiseno, spostandosi ancora di più a lato mentre con la mano sinistra si agguantava al poggiatesta del mio sedile.

Vorrei aver avuto quattro mani e due lingue, per fare tutto quello che desideravo.

Intanto con il dito medio entrai della patatina e iniziai una lenta ma costante esplorazione mentre nel contempo leccavo avidamente i suoi capezzoli.

M: oddio siiii, mamma mia, mamma miaaa.

A: non c’è mamma, ora ci sono io e tra poco lo sentirai di più che ci sono solo io.

Spostò la testa oltre la mia spalla, ormai gemeva di brutto, calai l’asso finale stimolando un poco il clitoride con il pollice.

Era un bagno, la macchina era completamente appannata. Il mio cazzo si fece ancora più sentire. Lei non si trattenne più.

M: basta basta, lo voglio, lo voglioo

Si spostò sul lato passeggero, io mi abbassai i pantaloni ma non feci in tempo a togliere gli slip, che lei mi anticipò di netto.

Si fiondò sulla cappella e la leccò avidamente, serrando la mano sinistra sull’asta e la destra sulle palle massaggiandole.

Per un attimo pensai che il ragazzetto l’aveva istruita bene e i due mesi passati a leccare la cappella e la fava avevano portato dei buoni risultati, anche a distanza di anni. Ma non aveva fatto un buon lavoro con i pompini, perché lei nella foga di averlo in bocca, affondò i suoi denti sulla cappella gonfia.

Spostai con energia la sua testa e cacciai un urlo da lupo mannaro, uscii dalla macchina con un dolore atroce, cercai di guardai la cappella con la luce della luna ma poi rientrai in macchina per vedere meglio, accesi la luce, mi sembrava di avere un taglio, da quanto mi faceva male, ma era solo un impressione. Lei si spaventò.

M:scusa scusa, perdonami

A: dammi un momento mi devo riprendere.

Il dolore era intenso.

Tranquilla, tranquilla gli ripetevo, ma lo ripetevo anche a me stesso.

Era un po’ scossa, la presi di nuovo e la baciai per calmarla. Cercai di calmarla e nello stesso tempo istruirla.

A: stai serena, la fretta fa fare brutti scherzi. Io sono qui, sono tuo, non scappo, non vado da nessuna parte. Ti ho desiderata a lungo anche io. Intanto massaggiami le palle lentamente, poi quando hai voglia segami pian piano. Senza fretta.

Lei eseguì con calma. Nel mentre si parlava.

M: davvero mi volevi?

A: si tanto piccola, non sai quante volte mi sono masturbato In bagno sapendo che eri nella stanza accanto. Fissavo la tua bocca e quando ci ci prendeva per mano, la avrei voluta appoggiare sul cazzo.

Lei si fece più audace. Iniziò a segarmi più veloce, intanto il dolore svaniva mentre l’eccitazione saliva.

A: lo mangi il Calippo?

M: si certo.

A: ecco , devi immaginarti il Calippo, appena scartato dal congelatore. E’ Troppo freddo per affondarci i denti, devi coprire i denti con le labbra e poi utilizzare la lingua.

Non se lo fece ripetere due volte.

Ritorno giù scappellandolo, leccò la cappella e poi andò giù piano piano, e dopo un po’ di prove, si fece piacevole.

A: guardami ogni tanto mentre succhi. Il contatto visivo di cosa stai facendo è arrapante alla decima potenza.

M: così va bene?

A: Sei splendida. Già che ci sei non ti disturba se ogni tanto ti dico delle parolacce, mi eccitano tantissimo.

M: si, e io ti posso dire tutto quello che penso?

A: te puoi dirmi cosa ti pare, ma vorrei che le tue parole fossero sincere, sfogati butta fuori tutto quello che pensi, che provi. Non ti devi vergognare delle parole che dici. Non avere inibizioni di alcun tipo.

Lei si fermò un istante, accese di nuovo la luce dello specchietto. Con la mano sull’asta, guardava con immenso piacere il mio uccello. Lo squadrava da tutte le parti.

M: una volta dalla zia, hai lasciato distrattamente la porta aperta mentre pisciavi, non ho resistito e ho spiato dentro, poi ti sei girato verso lo specchio ancora con l’uccello fuori, ti sei dato una sistemata facendo uscire la cappella. Sono corsa via perché ho sentito una scossa elettrica nelle gambe. La notte ho sognato questo momento e ora sono qui. Mi sento la ragazza più fortunata al mondo. E poi ha ripreso a pompare di brutto con la mano sui coglioni.

Quella scena unita, al pompaggio mi fece portare il cazzo ad un tiraggio assurdo. Gli spinsi la testa più giù. Lei ebbe un sussulto ma non indietreggio di un centimetro.

A: non ho mai goduto così tanto.

M: io ti amo Antonio

Per un attimo pensai a cosa avesse detto, TI AMO.

Io ero perso e mi venne fuori anche a me. Non so se era dettato dal momento dell’eccitazione oppure se lo pensavo davvero.

A: Michela ti amo anche io.

Lei per un attimo si fermò e sgranó gli occhi.

M: io ti voglio dentro di me.

A: sei sicura al 100%?

M: si amore, quando volevo dirti che tu devi essere il primo in tutto ero seria. Eccitata ma seria. Voglio il tuo cazzo ora. Non resisto più.

Ci spostammo sui sedili posteriori, portando avanti quelli davanti il più possibile.

Non ci credevo, stavo per esaudire il sogno della mia vita.
Che racconto davvero coinvolgente e super eccitante..la cuginetta si sta rivelando una vera e propria amante a 360 gradi.. :love: :love:
Continua così a deliziarci con il proseguo di questo fantastico racconto 😉 (y) (y)
 

sormarco

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Sempre più appassionante e coinvolgente racconti sempre lunghi ma sempre più corti.
Grazie raccontaci tutto di Michela.
PS. Ma zia e zio, ma più zia non ha voluto sapere che film avete visto e la trama ?
 

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Di buon ora arrivai sotto casa e aspettai, come fanno i fidanzati.

Sentii bussare al vetro, entrò velocemente. Ci scambiammo Un bacio sulla guancia, gli zii erano alla finestra, un rapido saluto, poi partimmo.

Io ero vestito sportivo, giacca e tuta come mi aveva detto. La fanciulla si faceva intraprendente, e questo mi piaceva. Lei era vestita con una mini gonna molto simile a quella della foto, un rossetto accennato, un filo di trucco e niente più. Non mi sono mai piaciute le donne truccate pese. Né tantomeno i profumi pungenti. Era bella. Mentre ci avviamo gli misi subito una mano sulla coscia, lei fece altrettanto.

A: che buon profumo, fammi sentire meglio.

Lei si avvicinò e io inspirai profondamente, era davvero inebriante. Approfittai e la baciai sul collo con la lingua a contatto, non riuscivo a smettere, sentii la mano di Michela avvicinarsi al pacco e ci mise la mano sopra con un leggero massaggio. Si percepiva che aveva un grande voglia. Con la coda dell’occhio guardai la strada, giusto in tempo per schivare una macchina in senso opposto. Sterzai violentemente e lei fece un sussulto di paura, strizzandomi le palle. Cacciai un urlo di dolore improvviso, e mi rimisi in carreggiata.

M: scusa scusa!

A: un pochino più forte e avrei cantato, come Farinelli.

M: e chi è Farinelli?

A: un cantante castrato!

A: la gara è andata bene

M: si per fortuna mi sono concentrata, ma subito dopo che tu eri andato via, avevo l’odore del cazzo sulle mani ed è stato difficile. Avevo voglia di toccarmi, ma sono venute delle atlete a spogliarsi e ho desistito. Ma mi vuoi davvero portare al cinema? Ho paura che ci riconoscono, non mi sento tranquilla. A me poi mi viene voglia di baciarti, è un casino.

A: non ho mai avuto intenzione di portarti al cinema, hai ragione è troppo rischioso. So un posticino molto isolato e tranquillo.

M: ma è sicuro?

A: si , è una corte, dove ci sono due macchine, sembra abitato, ma non c’è nessuno.

Arrivammo sul posto, nascosi la macchina dietro ad una stalla.

Eravamo vogliosi, mi tolsi subito la tuta di sopra lei fece altrettanto con la giacca e si buttò letteralmente su di me. Si mise con parte delle spalle appoggiata al mio finestrino lato guida, e era rivolta verso di me di lato, Io la avvinghiai con tutte e due le braccia, poi lei allungò le gambe sul sedile passeggero. Ci baciammo intensamente, limonammo veramente duro per minuti. Ogni tanto si fermava per incrociare i miei occhi, sospirava, si vedeva che era cotta.

M: non sai quanto ti ho desiderato in questi due anni. Per me è un sogno essere qui ora. La baciai di nuovo ma molto dolcemente e intanto mi feci largo tra le sue gambe. Lei le divaricò un poco, ma la posizione non era ideale.

M: aspetta tolgo la gonna

Un paio di movimenti e la gonna scivolo via, a quel punto avevo via libera verso le sue mutandine, divaricò nuovamente le gambe, stava aspettando impazientemente le mie mani.

Che arrivarono sul posto, massaggiando la passerina già ampiamente bagnata.

Il limonaggio riprese più duro, io approfittai di spostare le mutandine per esplorare quel ben di Dio, lei senza staccare la bocca dalla mia se le sfilò. Massaggiai le labbra con un movimento circolare, lei si staccava continuamente dalla mia bocca per riprendere fiato. Ansimava forte. Era un lago sotto. Per un attimo tolsi la mano per sbottonare la camicia, volevo vedere le sue tette meravigliose .

M: faccio io, te ritorna subito giù non ti fermare.

La ragazza aveva una voglia immane. Quelle frasi mi fecero un effetto prorompente sulla cappella.

Rimase in reggiseno, era un panorama unico.

A: sposta tutto ho voglia di prendertele in bocca.

Favorì l’operazione slacciandosi il reggiseno, spostandosi ancora di più a lato mentre con la mano sinistra si agguantava al poggiatesta del mio sedile.

Vorrei aver avuto quattro mani e due lingue, per fare tutto quello che desideravo.

Intanto con il dito medio entrai della patatina e iniziai una lenta ma costante esplorazione mentre nel contempo leccavo avidamente i suoi capezzoli.

M: oddio siiii, mamma mia, mamma miaaa.

A: non c’è mamma, ora ci sono io e tra poco lo sentirai di più che ci sono solo io.

Spostò la testa oltre la mia spalla, ormai gemeva di brutto, calai l’asso finale stimolando un poco il clitoride con il pollice.

Era un bagno, la macchina era completamente appannata. Il mio cazzo si fece ancora più sentire. Lei non si trattenne più.

M: basta basta, lo voglio, lo voglioo

Si spostò sul lato passeggero, io mi abbassai i pantaloni ma non feci in tempo a togliere gli slip, che lei mi anticipò di netto.

Si fiondò sulla cappella e la leccò avidamente, serrando la mano sinistra sull’asta e la destra sulle palle massaggiandole.

Per un attimo pensai che il ragazzetto l’aveva istruita bene e i due mesi passati a leccare la cappella e la fava avevano portato dei buoni risultati, anche a distanza di anni. Ma non aveva fatto un buon lavoro con i pompini, perché lei nella foga di averlo in bocca, affondò i suoi denti sulla cappella gonfia.

Spostai con energia la sua testa e cacciai un urlo da lupo mannaro, uscii dalla macchina con un dolore atroce, cercai di guardai la cappella con la luce della luna ma poi rientrai in macchina per vedere meglio, accesi la luce, mi sembrava di avere un taglio, da quanto mi faceva male, ma era solo un impressione. Lei si spaventò.

M:scusa scusa, perdonami

A: dammi un momento mi devo riprendere.

Il dolore era intenso.

Tranquilla, tranquilla gli ripetevo, ma lo ripetevo anche a me stesso.

Era un po’ scossa, la presi di nuovo e la baciai per calmarla. Cercai di calmarla e nello stesso tempo istruirla.

A: stai serena, la fretta fa fare brutti scherzi. Io sono qui, sono tuo, non scappo, non vado da nessuna parte. Ti ho desiderata a lungo anche io. Intanto massaggiami le palle lentamente, poi quando hai voglia segami pian piano. Senza fretta.

Lei eseguì con calma. Nel mentre si parlava.

M: davvero mi volevi?

A: si tanto piccola, non sai quante volte mi sono masturbato In bagno sapendo che eri nella stanza accanto. Fissavo la tua bocca e quando ci ci prendeva per mano, la avrei voluta appoggiare sul cazzo.

Lei si fece più audace. Iniziò a segarmi più veloce, intanto il dolore svaniva mentre l’eccitazione saliva.

A: lo mangi il Calippo?

M: si certo.

A: ecco , devi immaginarti il Calippo, appena scartato dal congelatore. E’ Troppo freddo per affondarci i denti, devi coprire i denti con le labbra e poi utilizzare la lingua.

Non se lo fece ripetere due volte.

Ritorno giù scappellandolo, leccò la cappella e poi andò giù piano piano, e dopo un po’ di prove, si fece piacevole.

A: guardami ogni tanto mentre succhi. Il contatto visivo di cosa stai facendo è arrapante alla decima potenza.

M: così va bene?

A: Sei splendida. Già che ci sei non ti disturba se ogni tanto ti dico delle parolacce, mi eccitano tantissimo.

M: si, e io ti posso dire tutto quello che penso?

A: te puoi dirmi cosa ti pare, ma vorrei che le tue parole fossero sincere, sfogati butta fuori tutto quello che pensi, che provi. Non ti devi vergognare delle parole che dici. Non avere inibizioni di alcun tipo.

Lei si fermò un istante, accese di nuovo la luce dello specchietto. Con la mano sull’asta, guardava con immenso piacere il mio uccello. Lo squadrava da tutte le parti.

M: una volta dalla zia, hai lasciato distrattamente la porta aperta mentre pisciavi, non ho resistito e ho spiato dentro, poi ti sei girato verso lo specchio ancora con l’uccello fuori, ti sei dato una sistemata facendo uscire la cappella. Sono corsa via perché ho sentito una scossa elettrica nelle gambe. La notte ho sognato questo momento e ora sono qui. Mi sento la ragazza più fortunata al mondo. E poi ha ripreso a pompare di brutto con la mano sui coglioni.

Quella scena unita, al pompaggio mi fece portare il cazzo ad un tiraggio assurdo. Gli spinsi la testa più giù. Lei ebbe un sussulto ma non indietreggio di un centimetro.

A: non ho mai goduto così tanto.

M: io ti amo Antonio

Per un attimo pensai a cosa avesse detto, TI AMO.

Io ero perso e mi venne fuori anche a me. Non so se era dettato dal momento dell’eccitazione oppure se lo pensavo davvero.

A: Michela ti amo anche io.

Lei per un attimo si fermò e sgranó gli occhi.

M: io ti voglio dentro di me.

A: sei sicura al 100%?

M: si amore, quando volevo dirti che tu devi essere il primo in tutto ero seria. Eccitata ma seria. Voglio il tuo cazzo ora. Non resisto più.

Ci spostammo sui sedili posteriori, portando avanti quelli davanti il più possibile.

Non ci credevo, stavo per esaudire il sogno della mia vita.
Complimenti davvero
 
OP
T

Tanacca71

Guest
@coach c'è poco da ridere con una zia così, anche se più così sono più in culo la prendono ( metaforicamente parlando )
Concordo appieno con te. Più freni una persona , più dopo te la ritrovi peggio. E Michela era così. E devo dire grazie ai suoi genitori, se non ci fosse stata questa situazione di oppressione da parte loro, forse avrebbe fatto le sue esperienze normalmente. Magari l'attrazione c'era ugualmente, ma avrebbe intrapreso altre strade.
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Sempre più appassionante e coinvolgente racconti sempre lunghi ma sempre più corti.
Grazie raccontaci tutto di Michela.
PS. Ma zia e zio, ma più zia non ha voluto sapere che film avete visto e la trama ?
Gli suggerii di essere andati a vedere un horror. Non piaceva a nessuno di loro, così non avrebbero rotto. Ma erano più interessati se gli era piaciuta la serata. Voi che dite?😂😂
 

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