C
casalini
Guest
Buonasera
È la prima volta che scrivo un racconto dato che in genere la mia vita sessuale è abbastanza banale.
Tuttavia settimana scorsa mi è successa una cosa alquanto eccitante riguardante la mia migliore amica Alice.
È una ragazza stupenda: 22 anni, occhi verdi e lunghi capelli tinti di rosso scuro, un po’ bassa ma con una quinta di tette, pancia piatta e due chiappe rotonde forgiate dalla palestra che sporgono in modo evidente anche quando indossa dei semplici jeans.
Siamo amici sin da bambini, l’ho vista crescere sino a diventare la gran figa che è ora, masturbandomi compulsivamente sulle sue foto in costume da bagno e sull’immagine di lei in pigiama. Spesso infatti si ferma da me a dormire in quanto ha un pessimo rapporto con i genitori e noi due siamo quasi come fratello e sorella. E per inciso, il suo “pigiama” consiste di un perizoma nero sottilissimo, canottiera bianca attillata che senza reggiseno fa intravedere i suoi bei capezzoloni e calzini perché “riesco a dormire solo così o nuda”.
Non è mai successo nulla tra noi due. L’unico episodio degno di nota fu un mattino che mi svegliai con il cazzo duro che mi staripava dalle mutande. Senza accorgermene, mi diressi in cucina e la incrociai in corridoio. Diventò rossa e fissandolo disse “we pisellone, buongiorno”. Ci ridemmo sopra,ma nulla di più.
Ma comunque, fine delle premesse: il fatto che voglio raccontarvi è avvenuto settimana scorsa. Era il mio compleanno quindi decido di festeggiare offrendo la cena a dei miei compagni di università (3 maschi e la ragazza di uno di loro) per poi andare a bere in un locale. Scelgo di invitare anche Alice nonostante non conoscesse nessuno degli altri; lo faccio più perché non si offenda, ma sapevo che avrebbe rifiutato. Essendo molto timida non sarebbe mai venuta ad una cena in cui non conosce nessuno. E invece stranamente mi dice di si.
Si presenta con una camicia bianca molto scollata sul davanzale, pantaloni attillatissimi in pelle che le dipingevano un culo grosso e sodo da far venire voglia di sfondarglielo a pisellate e delle scarpe con tacco vertiginoso che rimediano alla sua bassa statura. Uno schianto. Non c'era essere di sesso maschile che non si voltasse a guardarle le chiappe.
Come preventivato, non si fa con nessuno, anzi la vedo molto imbarazzata, cosa che cerca di affogare nell’alcool ubriacandosi di brutto. In più la vedo molto innervosita nei confronti del mio amico, Marco, il quale le fissa continuamente le enormi tette attraverso la scollatura molto evidente, stuzzicandola continuamente a suon di “ma non hai caldo, dai è un reato non mostrare due opere d’arte simili” finchè, un po’ per l’alcool, un po’ per vanità, si slaccia completamente la camicia in pieno locale con stupore di tutti e, reggiseno in vista, gli mette la mano sul pacco visibilmente in erezione, glielo stringe ed esclama “contento? Guardale bene, perché non te la darei mai caro”. Tutti scoppiano a ridere, anche io nonostante fossi sorpreso e in parte geloso della strizzata.
La serata prosegue fino alle 2 poi ce ne andiamo e lei viene da me a passare la notte. Con i miei in montagna a sciare, eravamo soli in casa.
Ci mettiamo a parlare in camera mia come sempre e beviamo ancora del vino All’improvviso però Alice scoppia a piangere dicendo che le dispiace avermi rovinato la serata con quella sceneggiata e per il fatto di non potermi dare il regalo visto il ritardo della spedizione.
Al che io, brillo “si mi hai un po’ sorpreso, ma tranquilla Alice, quale regalo migliore vederti in reggiseno”.
E lei “vabbè allora facciamo che il vero regalo è questo”. Si alza e si toglie la camicia, poi il reggiseno, facendo cadere lentamente le sue enormi tettone che tanto avevo sognato mentre mi facevo le seghe.
Senza dire una parola mi si avvicina, mi toglie la cintura e mi abbassa i pantaloni liberando il mio cazzo che iniziava a rendersi conto di ciò che stava accadendo. Inizia a leccarmelo dolcemente, poi se lo mette in bocca ed inizia a succhiarmelo di gusto, prima piano, poi accelera quando è completamente eretto. Dopo un tempo che non saprei definire, con il trucco rovinato dalle lacrime in un modo estremamente eccitante, se ne stacca con un rivolo di saliva che le scende ai lati della bocca e respirando affannosamente mi dice “è la prima volta che un cazzo non mi sta tutto in bocca. Erano anni che volevo farti un pompino giuro”
“io sono anni che voglio scoparti le tette. La sai fare una spagnola no? ne avrai messi a centinaia di uccelli fra quelle bombe.”
“secondo te con due tette così non ho mai fatto una spagnola?”. Sorrido e gliele afferro con forza trascinandole vicino al mio cazzo che prontamente infilo in mezzo. Alice divertita ci sputa sopra ed inizia a muoverle. La sensazione delle sue enormi e morbide tette che nascondono quasi completamente il mio cazzo non ci mette molto a farmi raggiungere il mio limite. Mi alzo e continuando a massaggiarmi il pisello per non perdere l’impeto le chiedo se posso sborrarle in faccia.
“nooo sei pazzo, non voglio che mi sporchi i capelli”
“o la bevi o ti fai sborrare in faccia, dai ti prego”
“uffa va bene, ma stai attento, e avvisami”, sussurra. Appoggio quindi la punta della cappella ad un suo capezzolo e la strofino un po’, poi lo riavvicino al suo viso. Quindi prende a leccarmi le palle con un’avidità che mi fa esplodere subito una carica di sborra sul suo innocente viso.
“stronzo! ti avevo detto di avvisarmi.. vabbè dai il tuo regalo lo hai avuto”
Fa per alzarsi, ma la fermo e le reinfilo il mio pene ancora duro in bocca, stavolta muovendomi come se stessi scopando una figa e trattenendole la testa glielo infilo in gola fino alle palle. Quando la rilascio, recupera affannosamente il fiato.
La giro, le tolgo pantaloni e perizoma, le sfruscio un po’ il pisello fra le chiappe e mi abbasso a leccarle il prima il buco del culo e poi la figa. Inizia a godere ad alta voce, invitandomi a penetrarla, cosa che mi eccita ancora di più. Ad averla davanti a pecorina non resisto più. Prendo allora a scoparla con forza.
Decido di osare infilandole un pollice in culo, a cui risponde con un gemito di piacere.
Cambiando poi molte posizioni, rimango incantato dal movimento della sua quinta naturale che mi rimbalza davanti e dai suoi piedini con le unghie tinte di blu, tanto che mi ritrovo a leccarli più volte (cosa che non avevo mai fatto prima durante una scopata).
Al termine del miglior sesso della mia vita, lo tiro fuori e questa volta le sborro sulle tette. L’ho quindi aiutata a ripulirsi e stremati siamo andati a dormire assieme ancora nudi.
Al mattino mi sono svegliato prima di lei e non ho resistito alla tentazione di sbattermi un po’ il pisello guardando il suo corpo nudo, la sua quinta che sembrava ancora più grande alla luce del giorno e il suo viso angelico.
Da quel giorno, ho scoperto il suo lato da gran porca, siamo diventati una sorta di scopamici. È una vera e propria macchina da pompini.
Spero di aver raccontato per bene la storia, sono sceso molto nei dettagli per cercare di far capire quanto sia stata un’esperienza divina, ma purtroppo raccontata a parole non è la stessa cosa. Vi auguro sul serio di vivere qualcosa di simile ragazzi.
È la prima volta che scrivo un racconto dato che in genere la mia vita sessuale è abbastanza banale.
Tuttavia settimana scorsa mi è successa una cosa alquanto eccitante riguardante la mia migliore amica Alice.
È una ragazza stupenda: 22 anni, occhi verdi e lunghi capelli tinti di rosso scuro, un po’ bassa ma con una quinta di tette, pancia piatta e due chiappe rotonde forgiate dalla palestra che sporgono in modo evidente anche quando indossa dei semplici jeans.
Siamo amici sin da bambini, l’ho vista crescere sino a diventare la gran figa che è ora, masturbandomi compulsivamente sulle sue foto in costume da bagno e sull’immagine di lei in pigiama. Spesso infatti si ferma da me a dormire in quanto ha un pessimo rapporto con i genitori e noi due siamo quasi come fratello e sorella. E per inciso, il suo “pigiama” consiste di un perizoma nero sottilissimo, canottiera bianca attillata che senza reggiseno fa intravedere i suoi bei capezzoloni e calzini perché “riesco a dormire solo così o nuda”.
Non è mai successo nulla tra noi due. L’unico episodio degno di nota fu un mattino che mi svegliai con il cazzo duro che mi staripava dalle mutande. Senza accorgermene, mi diressi in cucina e la incrociai in corridoio. Diventò rossa e fissandolo disse “we pisellone, buongiorno”. Ci ridemmo sopra,ma nulla di più.
Ma comunque, fine delle premesse: il fatto che voglio raccontarvi è avvenuto settimana scorsa. Era il mio compleanno quindi decido di festeggiare offrendo la cena a dei miei compagni di università (3 maschi e la ragazza di uno di loro) per poi andare a bere in un locale. Scelgo di invitare anche Alice nonostante non conoscesse nessuno degli altri; lo faccio più perché non si offenda, ma sapevo che avrebbe rifiutato. Essendo molto timida non sarebbe mai venuta ad una cena in cui non conosce nessuno. E invece stranamente mi dice di si.
Si presenta con una camicia bianca molto scollata sul davanzale, pantaloni attillatissimi in pelle che le dipingevano un culo grosso e sodo da far venire voglia di sfondarglielo a pisellate e delle scarpe con tacco vertiginoso che rimediano alla sua bassa statura. Uno schianto. Non c'era essere di sesso maschile che non si voltasse a guardarle le chiappe.
Come preventivato, non si fa con nessuno, anzi la vedo molto imbarazzata, cosa che cerca di affogare nell’alcool ubriacandosi di brutto. In più la vedo molto innervosita nei confronti del mio amico, Marco, il quale le fissa continuamente le enormi tette attraverso la scollatura molto evidente, stuzzicandola continuamente a suon di “ma non hai caldo, dai è un reato non mostrare due opere d’arte simili” finchè, un po’ per l’alcool, un po’ per vanità, si slaccia completamente la camicia in pieno locale con stupore di tutti e, reggiseno in vista, gli mette la mano sul pacco visibilmente in erezione, glielo stringe ed esclama “contento? Guardale bene, perché non te la darei mai caro”. Tutti scoppiano a ridere, anche io nonostante fossi sorpreso e in parte geloso della strizzata.
La serata prosegue fino alle 2 poi ce ne andiamo e lei viene da me a passare la notte. Con i miei in montagna a sciare, eravamo soli in casa.
Ci mettiamo a parlare in camera mia come sempre e beviamo ancora del vino All’improvviso però Alice scoppia a piangere dicendo che le dispiace avermi rovinato la serata con quella sceneggiata e per il fatto di non potermi dare il regalo visto il ritardo della spedizione.
Al che io, brillo “si mi hai un po’ sorpreso, ma tranquilla Alice, quale regalo migliore vederti in reggiseno”.
E lei “vabbè allora facciamo che il vero regalo è questo”. Si alza e si toglie la camicia, poi il reggiseno, facendo cadere lentamente le sue enormi tettone che tanto avevo sognato mentre mi facevo le seghe.
Senza dire una parola mi si avvicina, mi toglie la cintura e mi abbassa i pantaloni liberando il mio cazzo che iniziava a rendersi conto di ciò che stava accadendo. Inizia a leccarmelo dolcemente, poi se lo mette in bocca ed inizia a succhiarmelo di gusto, prima piano, poi accelera quando è completamente eretto. Dopo un tempo che non saprei definire, con il trucco rovinato dalle lacrime in un modo estremamente eccitante, se ne stacca con un rivolo di saliva che le scende ai lati della bocca e respirando affannosamente mi dice “è la prima volta che un cazzo non mi sta tutto in bocca. Erano anni che volevo farti un pompino giuro”
“io sono anni che voglio scoparti le tette. La sai fare una spagnola no? ne avrai messi a centinaia di uccelli fra quelle bombe.”
“secondo te con due tette così non ho mai fatto una spagnola?”. Sorrido e gliele afferro con forza trascinandole vicino al mio cazzo che prontamente infilo in mezzo. Alice divertita ci sputa sopra ed inizia a muoverle. La sensazione delle sue enormi e morbide tette che nascondono quasi completamente il mio cazzo non ci mette molto a farmi raggiungere il mio limite. Mi alzo e continuando a massaggiarmi il pisello per non perdere l’impeto le chiedo se posso sborrarle in faccia.
“nooo sei pazzo, non voglio che mi sporchi i capelli”
“o la bevi o ti fai sborrare in faccia, dai ti prego”
“uffa va bene, ma stai attento, e avvisami”, sussurra. Appoggio quindi la punta della cappella ad un suo capezzolo e la strofino un po’, poi lo riavvicino al suo viso. Quindi prende a leccarmi le palle con un’avidità che mi fa esplodere subito una carica di sborra sul suo innocente viso.
“stronzo! ti avevo detto di avvisarmi.. vabbè dai il tuo regalo lo hai avuto”
Fa per alzarsi, ma la fermo e le reinfilo il mio pene ancora duro in bocca, stavolta muovendomi come se stessi scopando una figa e trattenendole la testa glielo infilo in gola fino alle palle. Quando la rilascio, recupera affannosamente il fiato.
La giro, le tolgo pantaloni e perizoma, le sfruscio un po’ il pisello fra le chiappe e mi abbasso a leccarle il prima il buco del culo e poi la figa. Inizia a godere ad alta voce, invitandomi a penetrarla, cosa che mi eccita ancora di più. Ad averla davanti a pecorina non resisto più. Prendo allora a scoparla con forza.
Decido di osare infilandole un pollice in culo, a cui risponde con un gemito di piacere.
Cambiando poi molte posizioni, rimango incantato dal movimento della sua quinta naturale che mi rimbalza davanti e dai suoi piedini con le unghie tinte di blu, tanto che mi ritrovo a leccarli più volte (cosa che non avevo mai fatto prima durante una scopata).
Al termine del miglior sesso della mia vita, lo tiro fuori e questa volta le sborro sulle tette. L’ho quindi aiutata a ripulirsi e stremati siamo andati a dormire assieme ancora nudi.
Al mattino mi sono svegliato prima di lei e non ho resistito alla tentazione di sbattermi un po’ il pisello guardando il suo corpo nudo, la sua quinta che sembrava ancora più grande alla luce del giorno e il suo viso angelico.
Da quel giorno, ho scoperto il suo lato da gran porca, siamo diventati una sorta di scopamici. È una vera e propria macchina da pompini.
Spero di aver raccontato per bene la storia, sono sceso molto nei dettagli per cercare di far capire quanto sia stata un’esperienza divina, ma purtroppo raccontata a parole non è la stessa cosa. Vi auguro sul serio di vivere qualcosa di simile ragazzi.